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Una prospettiva di sinistra sull’Unione Europea

Da questa analisi dei programmi e manifesti della sinistra europea, emerge come siano molti i temi in comune con le formazioni di destra, a partire dalla necessità di rivedere le politiche economiche messe in atto in risposta alla crisi del 2008 e arrivando alla gestione dei flussi migratori con le implicazioni culturali e sociali a questi connessi. Al tempo stesso però l’immagine di Unione Europea che traspare è totalmente diversa a quella vista in precedenza. I partiti e movimenti di sinistra rivendicano società aperte a nuovi modelli di vita che rispettino le differenti culture che le compongono, completa libertà di espressione senza discriminazioni basate sul sesso o l’origine sociale o etnica, e infine la promozione dei valori connessi all’identità europea in contrasto all’individualismo nazionalistico. Queste forze politiche ritengono che solo tramite la cooperazione sovranazionale e la solidarietà tra gli Stati sia possibile affrontare le sfide della contemporaneità, ma questo non implica una loro totale accettazione dell’attuale status quo di potere europeo, quanto piuttosto la volontà di agire per rilanciare il progetto di integrazione e indirizzarlo su percorsi anche radicalmente diversi, in modo tale da rimediare agli errori commessi in passato dall’UE. Il gruppo della sinistra radicale si distingue per la rigidità delle sue posizioni, legate alla presenza tra i suoi membri di attori antisistema e euroscettici, ma anche le altre formazioni parlamentari si fanno sempre più espressione di richieste di cambiamento, considerato come necessario a impedire il definitivo superamento delle istanze europeiste a opera dei nuovi sovranismi di destra. Della prima categoria fanno parte quei movimenti, come Podemos e Syriza, che seppero intercettare le esigenze dei manifestanti che si mobilitarono contro le politiche di austerità imposte a livello comunitario, presentandosi loro come baluardo della difesa del diritto dei cittadini di esercitare quella sovranità popolare sottrattagli nel corso degli anni da un’oligarchia politica ridottasi a essere mera esecutrice degli interessi di Bruxelles e divenuta quindi una “casta antipatriottica” disinteressata del futuro dei propri cittadini58. Basandosi sulla

promozione dei valori del socialismo e dell’anticapitalismo, questi soggetti proposero programmi di “rottura” rispetto a quelli della sinistra tradizionale e

58 Giro M. (2015), Con Syriza e Podemos, la sinistra europea riscopre la patria, «Limes», testo disponibile all’URL: https://www.limesonline.com/con-syriza-e-podemos-la-sinistra-europea- riscopre-la-patria/76240.

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riuscirono a ottenere un ampio successo trasversale sia in patria che in Europa. Le elezioni europee del 2014 consentirono a Syriza di divenire primo partito della Grecia e al suo leader Alexīs Tsipras di governare fino allo scorso anno, quando fu duramente battuto da Kyriakos Mitsotakis, candidato del partito conservatore e europeista Nea Demokratia59. Podemos, guidato da Pablo Iglesias Turrión, è

attualmente il secondo partito spagnolo per numero di iscritti e nonostante il calo di voti registrato alle ultime elezioni generali di novembre 2019, rimane quarta forza politica del Congresso e quindi determinante per la formazione dell’esecutivo60. Questa affermazione fu favorita anche dalla capacità di queste formazioni di riorganizzare le proprie strutture interne in modo tale da dare vita a nuovi soggetti politici che rompessero gli schemi tradizionali dell’associazione e della partecipazione democratica61. Nel 2013, la coalizione della sinistra greca sotto la guida di Tsipras decise di costituirsi in un vero e proprio partito aperto alle varie istanze del mondo socialista, più progressista o tradizionalista, ma accomunato dalle stesse radici popolari e contadine, e al tempo stesso pronto al dialogo anche con il settore dell’imprenditoria62. Nel preambolo del suo statuto, Syriza si descrive come un «partito unito, democratico e multietnico della sinistra moderna» che combatte per «l’indipendenza nazionale, la sovranità popolare, l’avanzamento sociale» difendendo i valori di giustizia sociale, uguaglianza e libertà «contro il nazionalismo, il militarismo, il patriarcato e il fascismo»63. Iglesias, conscio

dell’impossibilità di sanare la faziosità della sinistra spagnola, preferì agire in autonomia costruendo un movimento alternativo all’establishment tradizionale, non solo nel programma, ma anche e soprattutto nella sua organizzazione interna. Ispirandosi ai gruppi di manifestanti, conosciuti come Indignados o Movimiento 15 M, che si auto organizzarono nel dare vita alle manifestazioni spontanee del maggio 2011 contro il governo Zapatero, accusato di non aver risposto in maniera adeguata alla crisi economica e finanziaria che indebolì drammaticamente il Paese, Podemos fu concepito come un movimento costruito dal “basso”, non strutturato quindi

59 Brunelli R. (2019), Il paradossale destino di Tsipras e della sua 'eccezione' Syriza, «AGI», testo disponibile all’URL: https://www.agi.it/estero/tsipras_syriza-5791920/news/2019-07-08/.

60 Zacchetti E. (2019), Chi ha vinto e chi ha perso in Spagna, « Il Post», testo disponibile all’URL: https://www.ilpost.it/2019/11/11/elezioni-spagna-10-novembre-vinto-perso/

61 Giro M, op.cit. 62 Ibidem.

63 ΣΥΡΙΖΑ, Το Καταστατικό του ΣΥΡΙΖA, testo disponibile all’URL: https://www.syriza.gr/page/katastatiko.html#.

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intorno ai classici organi di partito, ma in circoli sul territorio sulla base del principio per cui “uno vale uno”64. Grazie alle capacità comunicative del leader,

amplificate dalla sapiente gestione della rete Internet e dei mass media tradizionali, il messaggio di Podemos fece subito presa sulla popolazione, la quale fu coinvolta nel processo decisionale tramite assemblee cittadine aperte e primarie sul web e fu attratta da un linguaggio semplice, immediato e indicativo della volontà del partito di prescindere dalle ideologie di destra o di sinistra nel perseguire l’obiettivo del superamento del sistema economico neoliberale per garantire a tutti un lavoro dignitoso e stabile, una pensione sufficiente, una sanità pubblica e quei privilegi oggi riconosciuti solo a una minoranza di benestanti65. Oltre a questi elementi di contatto, ciò che ancora lega queste due formazioni è la comune connessione con le sinistre latinoamericane, alle quali si ispirarono per costruire una nuova narrazione politica non più basata su “parole d’ordine internazionalistiche”, quanto sulla difesa dell’identità e degli interessi nazionali, temi generalmente considerati come monopolio esclusivo delle destre66. Questo si traduce in due diversi atteggiamenti di opposizione all’Unione Europea, quello più marcato di Syriza che si dichiara contrario a una “fortezza Europa” e a una visione troppo eurocentrica delle questioni internazionali67, e quello più propositivo di Podemos che chiede un maggiore “impegno costruttivo” per trasformare l’Unione in senso democratico e partecipativo. Nonostante queste differenze, entrambi possono essere considerati come euroscettici “revisionisti” in quanto, in conformità con gli indirizzi del gruppo di appartenenza, sostengono la necessità di rivedere i trattati fondativi dell’UE, tra cui in particolare quello di Maastricht e di Lisbona.

64 Giro M., op.cit.

65 Podemos, Presentación, testo disponibile all’URL: https://podemos.info/programa/. 66 Giro M., op.cit.

67 SYRIZA, SYRIZA in brief, testo disponibile all’URL: https://www.syriza.gr/page/about- syriza.html.

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Programma di Podemos per le elezioni europee del 2019 68

68Podemos, PROGRAMA DE PODEMOS para una Europa con más democracia, derechos, justicia

y futuro, testo disponibile all’URL:

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Piattaforma politica e valoriale di Syriza 69

In maniera analoga a quanto visto per Fidesz, anche il populista Azione dei Cittadini Insoddisfatti rappresenta un’eccezione rispetto al gruppo parlamentare di appartenenza. ANO 2011 fu fondato nel 2011 dal magnate dell’industria e dei media e attuale primo ministro ceco, Andrej Babiš, conosciuto in patria con l’appellativo di “Babisconi” o il “Trump di Praga” per le sue affinità politiche e imprenditoriali con l’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi e con il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Come questi, anche egli si presentò agli elettori come l’uomo del cambiamento, pragmatico e concreto e, grazie alle sue doti manageriali, il solo in grado di risolvere i gravi problemi di

69 L’altra Europa con Tsipras (2019), Risoluzione del Comitato Centrale di SYRIZA per le elezioni

europee, testo disponibile all’URL: https://www.listatsipras.eu/2019/03/16/syriza-per-le-elezioni- europee/.

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disoccupazione e corruzione sistemica70. La prima vittoria per Babiš arrivò già nel 2013 quando, con il 19% dei voti, divenne determinante per la formazione del governo71, che riuscì infine e conquistare nel 2017 con il 29, 6% dei voti72. Anche

le ultime elezioni europee permisero a ANO 2011 di confermarsi primo partito del Paese73. La Repubblica Ceca, più che altrove in Europa, si dimostra quindi essere

terreno fertile per l’emergere di soggetti euroscettici e anti-establishment, come mostrato dai sondaggi che rilevano un livello di fiducia nelle istituzioni comunitarie fermo al 30% e un ancora elevata contrarietà all’ipotesi di introduzione della moneta unica74. Facendo leva su questi sentimenti e al tempo stesso mantenendo buoni rapporti con i partner dell’Alde, di cui ANO 2011 è membro dal 2014, Babiš fu in grado di attrarre le preferenze sia degli euro-critici, che di alcune frange della sinistra moderata, con la quale oggi forma un esecutivo di coalizione75. Nel suo programma non manca quindi un’aspra critica all’Unione Europea, soprattutto in relazione alle politiche di accoglienza e ricollocamento dei migranti alle quali neanche il governo di Praga intende partecipare, proponendo in alternativa una netta chiusura sul modello dei sovranisti; ma non si trova nemmeno esplicitata l’ipotesi di abbandonare l’UE e con essa i benefici connessi al libero mercato e soprattutto i fondi strutturali di cui la Repubblica Ceca ha enormemente goduto e grazie ai quali ha potuto superare la difficile fase di transizione seguita alla caduta del muro di Berlino76. Questa ambiguità di intenti, che accomuna tutti gli Stati di Visegrad,

risulta molto difforme dall’idea di rinnovamento del progetto europeo proposto dagli altri componenti di Renew Europe, primo fra tutti il partito del presidente francese Emmanuel Macron. Nel 2016 egli lanciò il movimento En Marche! con

70 Natale M. S. (2017), Babis, il Trump di Praga con cui nessuno vuole governare, «Corriere.It» testo disponibile all’URL: https://www.corriere.it/extra-per-voi/2017/11/07/babis-trump-praga-cui- nessuno-vuole-governare-7ad68330-c3d0-11e7-8679-22cd098c4574.shtml

71 Usai G. (2013), Il governo della Repubblica Ceca dipende da un miliardario, «Limes» testo disponibile all’URL: https://www.limesonline.com/il-governo-della-repubblica-ceca-dipende-da- un-miliardario/53805

72 Congiu M. (2017), Repubblica Ceca: il magnate populista Babiš pensa da premier, «Affari Internazionali», testo disponibile all’URL: http://www.affarinternazionali.it/2017/10/repubblica- ceca-voto-babis/.

73 Exit poll e risultati in tempo reale, tutti gli aggiornamenti sulle Elezioni Europee 2019, «Corriere.it», testo disponibile all’URL: https://www.corriere.it/elezioni-2019/europee- risultati/estero/repubblica-ceca_22.shtml.

74 Congiu M. op. cit.

75 Penna G. (2019), Europee/ Repubblica Ceca, lo strano euroscetticismo del Berlusconi di

Visegrad, «Affaritaliani.it» testo disponibile all’URL:

https://www.affaritaliani.it/politica/geopolitica/europee-repubblica-ceca-l-eterogeneita-del- governo-e-la-finta-lotta-all-ue-599189.html?refresh_ce.

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l’intento di riunire tutte quelle “forze di buona volontà” che senza pregiudizi ideologici avessero avuto voglia di agire per costruire dal basso un’alternativa alla politica tradizionale ancora troppo incentrata sulla divisione tra destra e sinistra e su vecchi strumenti di potere77. La mobilitazione straordinaria che ne seguì permise

a Macron di vincere le elezioni presidenziali l’anno successivo battendo Marine Le Pen, candidata della destra radicale78. Come detto in precedenza, il successo

riscosso dal programma presentato dalla lista Renaissance, collegata a EM, fu determinante per la costituzione del nuovo gruppo liberale focalizzato sul rinnovamento dell’Unione Europea. Per il raggiungimento di questo obiettivo, furono individuate una serie di priorità, la cui realizzazione non può prescindere dal rafforzamento della cooperazione sovranazionale e dall’individuazione di nuovi e comuni strumenti di azione79. Tra questi, la creazione di una Banca europea per il clima e di un fondo di investimenti di mille miliardi di euro necessari a mettere in atto una “transizione in senso ecologista” del mondo del lavoro, dei trasporti e dell’energia80. Ancora, la previsione di un Unione bancaria e di un budget

dell’eurozona utili per finanziare gli investimenti e intervenire tempestivamente per risolvere le crisi; inoltre i liberali considerano fondamentale consolidare il ruolo internazionale dell’UE promuovendo i valori cardini della sua variegata identità, tramite la tutela del patrimonio artistico e culturale e triplicando i fondi destinati al progetto Erasmus, e al tempo stesso difendendo la sovranità politica e i confini, attraverso l’implementazione di una capacità di intervento comune, la salvaguardia dello spazio Schengen e pratiche condivise di accoglienza e di riconoscimento del diritto di asilo per i migranti81. Infine, come visto per altri partiti “riformisti”, anche EM chiede che le istituzioni comunitarie si dotino di procedure decisionali più trasparenti e rispettose del diritto dei cittadini di partecipare alla vita politica europea, attraverso il Parlamento Europeo e conferendo loro la possibilità di elaborare proposte di legge82.

77 EM! (En Marche!), Le Mouvement, Qui sommes-nous?, testo disponibile all’URL: https://en- marche.fr/le-mouvement.

78 Ibidem.

79 EM! (En Marche!), Élections européennes : le programme de la liste Renaissance, testo disponibile all’URL: https://en-marche.fr/articles/actualites/programme-renaissance,

80 EM! (En Marche!), En Marche Pour L'europe !, testo disponibile all’URL: https://storage.googleapis.com/en-marche-

fr/pole_idees/Programme%20Renaissance%20E%CC%81lections%20europe%CC%81ennes.pdf. 81 En Marche Pour L'europe !, op.cit., pp. 14-19.

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Programma di EM! per le elezioni europee del 2019 83

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Per concludere questa analisi delle forze di sinistra al Parlamento Europeo è utile notare come i Socialisti e i Verdi, nonostante il richiamo delle sirene euroscettiche, si confermino essere i gruppi più convintamente europeisti a tal punto da poter essere considerati “massimalisti”. Ciò non significa necessariamente che tutti i partiti e i movimenti che compongono tali formazioni abbiano deciso di conformarsi alla visione del progetto di integrazione europea espressa secondo i canoni della politica tradizionale, anzi sempre più numerosi sono i soggetti che adottano ideologie e strategie affini al populismo che però, a differenza di quanto visto fino a ora, non si coniuga con una dura critica all’Unione Europea. Tra questi, lo slovacco Direzione – Socialdemocrazia (Smer), membro di S&D, che nacque nel 1999 mostrandosi come un’alternativa del tutto nuova sia al regime comunista che alla cultura socialista. Il fondatore Robert Fico riuscì a conquistare il governo del Paese presentandosi come il paladino della lotta alla corruzione dilagante e sistemica e sostenendo posizioni populiste nei confronti di immigrati e rom84. Nel 2018 egli fu costretto alle dimissioni, dopo quattordici anni di potere, travolto dalle proteste scoppiate in seguito all’omicidio del giornalista Jan Kuciak, ucciso mentre stava indagando sui legami tra lo Smer e la ndrangheta calabrese85. Quasi paradossalmente, le elezioni tenutesi nel mese di febbraio di questo anno, videro l’affermazione, a scapito del nuovo leader del centro sinistra Peter Pellegrini, del movimento populista di centro destra guidato da Igor Matovic. II Partito della gente Comune (OL’aNO), infatti, condusse una campagna elettorale basata sulle accuse rivolte al governo di aver provocato un aumento del livello di corruzione e promettendo una “rivoluzione politica” contro la classe dirigente pro-sistema86. Il

caso forse più interessante è però quello dei Pirati Cechi che, grazie al 13.95% dei voti ottenuti alle europee del 2019, riuscirono a eleggere tre deputati per il gruppo Verdi – ALE a confermare il successo conquistato alle elezioni parlamentari del

84 Gosling T. (2020), Slovakia seeks escape from corruption black hole, «Aljazeera», testo disponibile all’URL: https://www.aljazeera.com/news/2020/02/slovakia-seeks-escape-corruption- black-hole-200226135428581.html

85 Ceremigna J (2020), Elezioni in Slovacchia: la crescita del neonazismo e la sfida al populismo,

«Sicurezza Internazionale», testo disponibile all’URL:

https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/02/28/elezioni-slovacchia-la-crescita-del-neonazismo- la-sfida-al-populismo/

86 Ceremigna J (2020), Elezioni in Slovacchia: sconfitto lo Smer, ma non il populismo, «Sicurezza

Internazionale», testo disponibile all’URL:

https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/03/02/elezioni-slovacchia-sconfitto-lo-smer-non- populismo/.

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2017 quando divennero terza forza politica del Paese e permisero al Partito Pirata europeo di esprimere per la prima volta un loro rappresentante come sindaco di una capitale europea87. Il partito guidato dall’ingegnere informatico Ivan Bartoš è infatti

la punta di diamante del movimento che nacque in Svezia nel 2006 con l’obiettivo primario di rendere l’informazione, sia quella tradizionale che veicolata dal web, totalmente libera e accessibile, modificando quindi il sistema di copyright esistente attraverso una «legge equa e bilanciata basata sugli interessi della società nella sua interezza» e rendendo Internet gratuito e disponibile per tutti88. Oltre a questo, ciò che oggi contraddistingue tali soggetti fieramente antisistema e europeisti è l’attenzione rivolta alla tutela del diritto dei cittadini di vedersi garantita la propria privacy e la possibilità di intervenire direttamente nella vita politica dei rispettivi Stati, secondo i principi della “democrazia liquida”, pretendendo dai governi maggiore trasparenza e responsabilizzazione89. All’Unione Europea i Pirati chiedono, sulla base di un programma comune approvato da tutti gli esponenti del movimento, che si apra alla partecipazione della cittadinanza prevedendo dibattiti su scala europea necessari per formare un corpo elettorale non solo informato e consapevole di quanto accade a livello comunitario, ma anche capace di prendere decisioni attraverso «referendum pan-UE sulle revisioni costituzionali e referendum legislativi» nonché tramite strumenti di votazione online per approvare o meno determinate proposte legislative90.

87 Bubola E. (2019), I movimenti che vogliono ridisegnare l’Europa: i cechi del Partito Pirata

Europeo, «Open», testo disponibile all’URL: https://www.open.online/2019/02/16/i-movimenti- che-vogliono-ridisegnare-leuropa-i-cechi-del-partito-pirata-europeo/.

88 Partito Pirata, Manifesto, testo disponibile all’URL: https://www.partito-pirata.it/manifesto/. 89 Ibidem.

90 Partito Pirata, Programma Pirata Europee 2019, testo disponibile all’URL: https://www.partito- pirata.it/ceep19/.

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Piattaforma politica e valoriale dei Partiti Pirata europei 91

In ultimo, l’unico reale elemento di rottura è rappresentato dal Partito Socialdemocratico romeno il quale, all’interno del gruppo dei socialisti, sta adottando posizioni sempre più discordanti rispetto a quelle dei suoi alleati, soprattutto sui temi relativi allo stato di diritto, le libertà civili e in generale i valori fondanti l’UE. Come accaduto con la Polonia e l’Ungheria, la volontà del governo romeno di riformare il sistema giudiziario ha aperto uno scontro con Bruxelles che giudica tali modifiche incompatibili con il diritto comunitario; dal canto suo

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Bucarest protesta contro quelle che considera indebite ingerenze negli affari nazionali e accusa l’Unione Europea di trattare la Romania come un “membro di serie B”92. Un ulteriore elemento di contrasto è rappresentato dall’atavico

conservatorismo del PSD che si traduce in una netta opposizione al riconoscimento dei diritti della comunità LGBT, a partire dalla possibilità di celebrare unioni tra persone dello stesso sesso, considerate come un tentativo di distruggere la famiglia tradizionale basata sui valori della cristianità ortodossa93. Questa svolta in senso sovranista e moderatamente euroscettica data da Liviu Dragnea a quello che era il principale partito del Paese, a differenza di quanto visto per altri Stati europei, non ha incontrato il favore della Romania che infatti si conferma essere “uno degli ultimi Paesi eurofili” con un livello di fiducia nelle istituzioni europee molto elevato94.

92 Bubola E. (2019), Tra euroscetticismo ed Europa: la Romania alla presidenza UE, «Open», testo disponibile all’URL: https://www.open.online/2019/01/02/tra-euroscetticismo-ed-europa-la- romania-alla-presidenza-ue/.

93 Magno F. (2018), ROMANIA: Alleanza politica trasversale contro gli omosessuali, «East Journal», testo disponibile all’URL: https://www.eastjournal.net/archives/91955.

94 Bubola E. (2019), Tra euroscetticismo ed Europa: la Romania alla presidenza UE, «Open», testo disponibile all’URL: https://www.open.online/2019/01/02/tra-euroscetticismo-ed-europa-la- romania-alla-presidenza-ue/.

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Populismi di destra e di sinistra: oltre l’euroscetticismo nuovi scenari di opposizione all’Unione Europea