• Non ci sono risultati.

38 Università degli Studi di Firenze Dottorato di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura e Design Ciclo

giuridico di proprietà intellettuale si basa invece sulla persona dell’autore e sull’oggetto creato (si applica al risultato finale e non ai processi o ai saperi) e risulta inadatto ad una reale protezione delle conoscenze intese come elementi culturali.

Cultura materiale

Secondo la definizione di Thomas Maldonado la cultura materiale è “la cultura degli oggetti fisici creati o fabbricati dagli uomini nella loro prassi produttiva e/o simbolica” e cioè la cultura degli artefatti di una società, sia quelli connessi alle attività di sussistenza, sia quelli prodotti a scopo artistico o rituale. Dovendo fare un’elencazione non esaustiva: i manufatti edilizi, l’abbigliamen- to, l’arredo interno e urbano, l’alimentazione, gli attrezzi del lavoro, gli oggetti personali e quelli della casa, l’artigianato, i mezzi di trasporto, i giocattoli, gli strumenti musicali, gli oggetti devo- zionali, i gioielli.

In un certo senso essa coincide con la storia della trasformazione delle materie prime in prodotti e quindi procede di pari passo con la storia della tecnologia, con la storia di un processo apparen- temente lineare che va dalla prime pietre scheggiate del paleolitico alla rivoluzione informatica. Anche qui però, i fattori tecnologici non sono i soli a determinare l’evoluzione degli oggetti ma ad essi si affiancano i fattori economici, quelli sociali e le scelte politiche che governano una co- munità (sempre più di tutto ciò vi è una consapevolezza da parte delle discipline del progetto). La cultura materiale nel suo esprimersi nel concreto, negli oggetti e attraverso gli oggetti, è di conseguenza il campo principale di operatività del designer nel suo ruolo di progettista di oggetti fisici (vedremo in seguito quanto l’attività del designer anche sulla base delle conisderazioni ap- pena svolte si sia però sempre più allargata ai processi) .

L’ambito di studi della cultura materiale è in realtà assai vasto, ed interessa più discipline: l’ar- cheologia, la storia, l’antropologia culturale, l’economia, l’architettura, l’arredo, la geografia, chi si appresta ad analizzare la cultura di una comunità a partire dai suoi aspetti materiali, non può prescindere da una visione multidisciplinare. Prendere in esame i manufatti di una società, signi- fica considerare le ragioni, le conoscenze e le influenze che ne hanno determinato la creazione ma anche l’adozione e l’uso, la circolazione, gli scambi ai quali danno vita, il sistema di distribu- zione, il valore simbolico, la diffusione etc...

E’ con il diciannovesimo secolo e con la diffusione da un lato dei sistemi di produzione industria- le, dall’altro delle pratiche di consumo, che ci si pone il problema dello studio e della tutela dei manufatti che progressivamente andavano a scomparire, raccogliendo al contempo le premesse evidenziate nel precedente secolo da archeologi ed etnografici (Tylor, Primitive Culture/1871, Morgan, Ancient Society/1877). La nozione di cultura materiale prenderà forma nel secondo decennio del 1900 come diretta conseguenza del materialismo storico di Engels e Marx sino a venire definitivamente consacrata da Lenin con la creazione dell’Istituto di cultura materiale dell’accademia sovietica delle scienze e successivamente nel 1953 a Varsavia in Polonia dell’Isti- tuto per la storia della cultura materiale.

La prima definizione di storia della cultura materiale è data proprio dall’economista polacco Wi- told Kula nella prima metà degli anni settanta: “la storia del mezzi e dei metodi impiegati nella produzione e nel consumo, che si distingue dalla storia economica (il cui oggetto è costituito dai fattori sociali che condizionano la produzione e il consumo) e dalla storia della scienza e della tecnica (che si occupa invece del livello tecnologico raggiunto da una società indipendentemente dalla produzione)”. Lo studio della cultura materiale prende in esame le pratiche “di lunga du-

39

Università degli Studi di Firenze Dottorato di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura e Design - Ciclo XXV

Il concetto di identità CAPITOLO PRIMO

rata” all’interno di una determinata comunità, derivanti da conoscenze condivise e trasmesse quasi sempre “tacitamente” da una generazione all’altra o fra gruppi della stessa generazione, quindi non si occupa di pratiche uniche e individuali, ma di pratiche che si ripetono nel tempo. Queste pratiche riguardano prevalentemente la realizzazione di manufatti il cui uso compete la cultura immateriale.

Tra le molte differenze che emergono nel confronto tra cultura orale e materiale, ve n’è una che rappresenta l’oggetto specifico di questo lavoro ed è la progettualità. Mentre il divenire delle espressioni orali continua ad essere fondamentalmente un processo di tipo “esperenziale”, il divenire degli oggetti, delle architetture e talvolta perfino dei cibi nella contemporaneità, passa oramai attraverso un processo “progettuale”. E’ quindi nella impostazione di tale processo in continuità con le esperienze pregresse che può essere salvaguardata e rinnovata l’identità di una determinata cultura materiale .

1.1.5

Identità

Un’identità forte è una finestra sul mondo, capace di includere in sé anche le altre. Se è debole, invece, si limita a glorificare se stessa, rinchiudendosi nei confini del localismo.”

(Raffaele La Capria)

L’Identità (dal latino tardo identitas, composta da idem, stesso, e entitas, entità) è qualsiasi cosa renda un’entità definibile e riconoscibile, perché possiede un insieme di qualità o di caratteristi- che che la accomunano o la diversificano da altre entità. Semplificando l’identità è tutto ciò che rende due cose la stessa cosa oppure ciò che le rende differenti.

In termini generali l’identità è il risultato di un processo di appropriazione da parte di un indivi- duo di “elementi identificanti” e cioè di quegli elementi (pratiche,cose, espressioni) incontrati nel corso della propria vita che ne costituiscono la cultura di riferimento. Quindi l’identità è l’incontro tra l’individuo e la cultura (l’identità si forma nella cultura attraverso il processo di “inculturazione”- Boas ).

In sociologia un’ identita’ e’ formata da elementi costitutivi (il soggetto o la comunità, gli ele- menti che ne orientano le scelte, lo spazio o territorio nel quale il gruppo vive, il senso di appar- tenenza che si sviluppa in ogni componente), ed elementi distintivi (le preferenze e le inclinazio- ni del singolo individuo, il proprio vissuto storico, le modalita’ con cui l’individuo si rapporta agli altri). Il senso di appartenenza ad un’identità si forma quando una persona si sente partecipe dei valori e dei diritti di un gruppo, ne condivide le pratiche (pratiche lavorative, elaborazione dei cibi, tradizioni) o gli elementi di riferimento (oggetti, musiche, simboli).“ Per Identità si in- tende il comune riferimento di valori presenti, generati nel contesto di una comunità e di valori

passati reperiti nell’autenticità del monumento....”21

Molte sono le identità secondo le quali un individuo può vivere la propria esistenza ( secondo un elenco non esaustivo: Identità di genere, Identità di parentela, Identità generazionale, Identità territoriale, Identità etnica, Identità nazionale o transnazionale, Identità economica, Identità di

21