Kafka o come Noventa, gran de poeta classico che scrive in veneto. È una realtà europea, occi- dentale, che a sua volta si apre all’universale cultura umana, foglia o ramo di quel grande, unico
e varie gato albero che era per Herder l’umanità.”24
1.1.6
Tradizione
“Nella società contemporanea in cui si sono dissolti, come neve al sole, i miti modernistici della
certezza e della sicurezza, vi è un indiscusso bisogno di riferimenti rassicuranti e consolatori. La nostalgia della tipicità riaffiora pertanto nelle sagre, nelle feste folcloristiche, nelle molteplici espressioni di etnicismo e di etnocentrismo.”
(De Martino 1958).
Mentre l’identità è un processo (di appropriazione) la tradizione è oggetto di tale processo. La tradizione in quanto tale è campo di studio dell’etnologia disciplina affine all’antropologia cultu- rale che studia le popolazioni nella loro comparazione. E’ l’etnologia che si occupa della diversità culturale in rapporto alla diversità ambientale.
Il concetto di “tradizione”, al pari dei concetti di cultura e identità è stato oggetto di differenti interpretazioni epistemologiche. Con un alto grado di semplificazione, secondo alcune interpre- tazioni la tradizione sarebbe una sopravvivenza in atto, il lascito vivente di un’epoca, il vecchio che persiste nel nuovo, secondo altre sarebbe invece semplicemente quella parte della cultura che viene trasmessa oralmente.
Il concetto contemporaneo di tradizione non è più quello di una eredità culturale accettata passi- vamente, quanto piuttosto “a process of interpretation, attributing meaning in the present thou- gh makingreference to the past” [Handler, Linnekin, 1984:287], o ancora “un “punto di vista” che gli uomini del presente sviluppano sul passato, una interpretazione del passato condotta in funzione rigorosamente contemporanea. (G.Lenclud 2001 , 131)
Bisogna quindi invertire il processo, non andare più dal passato al presente, ma dal presente al passato per poter generare il futuro. E’ questo il processo che deve permeare il progetto per
poter generare una continuità evolutiva. La tradizione infatti, che si suppone essere conservazio-
ne, manifesta una singolare capacità di variazione, tutti gli oggetti culturali per quanto designati come tradizionali dagli etnologi subiscono dei cambiamenti e si mostrano al presente come il sunto dei cambiamenti pregressi. Questi cambiamenti sono talvolta generati nel confronto, tal- volta nell’affinamento della pratica.
Richard Handler and Jocelyn Linnekin25 sostengono che la tradizione sia un processo simbolico:
il passato è sempre costruito nel presente. La tradizione non è un’entità circoscritta fatta da
24
Claudio Magris, L’identità è una matrioska: somma di incontri e storie - Il senso di ap- partenenza e il dialogo con le diversità Vivere le radici è l’opposto del localismo folclo- ristico in Corriere della Sera Cultura. www.corriere.it, 07 settembre 2009
25
Richard Handler and Jocelyn Linnekin, Tradition, Genuine or Spurious, in: The Journal of American Folklore, Vol. 97, No. 385 (Jul. - Sep., 1984), pp. 273-290
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Università degli Studi di Firenze Dottorato di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura e Design - Ciclo XXV
Il concetto di identità CAPITOLO PRIMO
componenti che la costituiscono, ma un processo di interpretazione che attribuisce significato nel presente facendo riferimento al passato.
1.1.7
Memoria
Materia di costruzione della tradizione è la memoria. Nello specifico la memoria collettiva, sia che essa si presenti sotto la forma orale (memoria tramandata) sia che si presenti come testo scritto e in tal caso, sia essa memoria dell’uomo o memoria delle macchine (catalogazione) . “L’evoluzione delle società nella seconda meta del XX secolo rischiara l’importanza della posta in gioco rappresentata dalla memoria collettiva. Esorbitando dalla storia intesa come scienza e come culto pubblico – a monte in quanto serbatoio (mobile) della storia, ricco di archivi e di do- cumenti/monumenti, e al contempo a valle, eco sonora (e viva) del lavoro storico –, la memoria collettiva è uno degli elementi più importanti delle società sviluppate e delle società in via di sviluppo, delle classi dominanti e delle classi dominate, tutte in lotto per il potere o per la vita,
per sopravvivere e per avanzare”26.
Identità e memoria sono strettamente collegate. La memoria è ricostruzione e selezione del passato ma nella memoria collettiva, questa ricostruzione deve essere condivisa per alimentare l’identità. Un “dispositivo” attraverso cui opera la memoria – sia nell’identità individuale che collettiva – è quello della narrazione attraverso cui il soggetto riannoda i fili del passato, inseri- sce fatti ed esperienze in una trama, che costituisce un modello specifico di connessione degli eventi. 27
“Storie che si farebbero muovendo dallo studio dei «luoghi» della memoria collettiva: «Luoghi topografici, come gli archivi, le biblioteche e i musei; luoghi monumentali, come i cimiteri o le architetture; luoghi simbolici, come le commemorazioni, i pellegrinaggi, gli anniversari o gli em- blemi; luoghi funzionali, come i manuali, le autobiografie o le associazioni: questi monumenti hanno la loro storia». Ma non si dovrebbero dimenticare i veri luoghi della storia, quelli in cui cercare non l’elaborazione, la produzione, ma i creatori e i dominatori della memoria collettiva: «Stati, ambienti sociali e politici, comunità di esperienze storiche o di generazioni spinte a costi- tuire i loro archivi in funzione dei diversi usi che essi fanno della memoria [P. Nora, “Present”, in (a cura di) Le Goff, Charter, Revel, Le nouvelle histoire, Rewtz, Paris, 1978, pp. 398-401
I contenuti della memoria tuttavia possono essere inventati, possono ignorare il passato o negar- ne la complessità. E’ quello che spiega Eric J. Hobsbawm nel suo L’Invenzione della Tradizione. “Hobsbawm, mostra che tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento (fino all’alba della Grande Guerra) fu consapevolmente intrapresa, da parte di stati, autorità politiche e altri gruppi sociali più o meno organizzati, un’opera di “invenzione” di tradizioni con lo scopo di dare a con-
26
Jacques Le Goff, Storia e memoria, Einaudi, Torino 1982 27
Loredana Sciolla , Memoria, identità e discorso pubblico in http://www.treccani.it/ex- port/sites/default/scuola/lezioni/storia/radici_medievali_europa_LIM.pdf