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Valutazione della convenienza economica della specifica commessa.

5.4 La gestione economica della commessa

5.4.1 Il preventivo d’offerta

5.4.1.2 Valutazione della convenienza economica della specifica commessa.

Il calcolo di convenienza economica, mettendo a confronto i ricavi ottenibili dalla vendita della commessa e i costi che si stimano siano necessari per produrla, è di fondamentale importanza quando all’impresa si presentano più clienti che richiedono la realizzazione di un prodotto, ma essa non dispone di una capacità produttiva sufficiente per soddisfare tutte le richieste pervenute; l’impresa ha dunque la necessità di metterle a confronto e di analizzare quella che gli consente di ottenere un maggior profitto, questa tipo di analisi viene definito scelta tra più alternative. Il calcolo di convenienza economica consente di risolvere, inoltre, il problema del make or buy, che si verifica quando l’impresa deve decidere, se ha le risorse e le capacità necessarie di realizzare il prodotto al proprio interno oppure rivolgersi ad un fornitore esterno.

Il preventivo d’offerta costituisce l’input essenziale nel calcolo di convenienza economica in quanto permette di costruire il conto economico di commessa, infatti attraverso esso si determinano i costi che si prevede debbano essere sostenuti per la realizzazione della produzione ed inoltre rappresenta la base per calcolare il prezzo di vendita che rappresenta il ricavo della commessa89

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156 È possibile proporre uno schema di conto economico di commessa, realizzato per macro-categorie: Figura 42: Esempio Conto Economico di singola commessa90

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Il calcolo del risultato economico di commessa è una condizione necessaria ma non sufficiente per prendere decisioni in merito alla possibilità migliore perché non tiene conto dell’ammontare di capitale investito, sia di terzi sia proprio, che è necessario impiegare per la realizzazione della commessa.

Il solo calcolo di convenienza economica non è sufficiente per prendere decisioni univoche nelle scelta tra varie alternative, ma deve essere integrato con ulteriori valutazioni: in primo luogo le strategie che l’impresa intende perseguire nel medio-lungo termine; in secondo luogo, gli aspetti finanziari della commessa. entrate e le uscite monetarie; queste due grandezze si differenziano dai costi e dai ricavi, poiché questi ultimi non sempre comportano un’entrata o un’uscita di cassa come nel caso dell’ammortamento. Le entrate monetarie si hanno quando il cliente paga il prezzo di acquisto della commessa, ciò può avvenire in seguito al momento della consegna del prodotto oppure l’intera somma viene ripartita in più pagamenti che avvengono tipicamente al termine del raggiungimento di percentuali di completamento della commessa stessa o al termine di una singola attività.

Le uscite monetarie si hanno nel momento in cui l’impresa paga le risorse impiegate per la realizzazione della commessa; ad esempio in merito all’acquisto di materie prime è raro che un’impresa paghi immediatamente il totale del prezzo di acquisto ma piuttosto dilazionerà il pagamento in uno o più corresponsioni future.

90 COLOMBO–RAVARELLI, Il direct costing valuta le commesse esterne, pp. 31–34. ALOI.

VOCI IMPORTO

Ricavi di vendita - costi diretti:

Materiali

Mano d’opera diretta Altri costi diretti = Margine di commessa - costi indiretti

Reddito operativo commessa - oneri finanziari

Reddito prima delle imposte - imposte

Reddito netto commessa

Il calcolo del risultato economico di commessa è una condizione ne- cessaria ma non sufficiente per prendere decisioni in merito all’alternativa migliore perché non tiene conto dell’ammontare di capitale investito – sia di terzi sia proprio – che è necessario impiegare per la realizzazione della commessa. Ad esempio si supponga che la commessa A permetta di otte- nere un reddito operativo pari a 10 e quella B di 100 se ci si fermasse a questa analisi si dovrebbe scegliere la commessa B in quanto consente di ottenere un reddito superiore rispetto a quella A, questo risultato è esatto se i capitali investiti nelle due lavorazioni siano identici, se però la com- messa A richiede un investimento di 20 e quella B di 300 qual è quella più conveniente? Per fornire una risposta a tale quesito vengono utilizzati i due classici indicatori di redditività cioè il ROI (return on investment) e il ROE (return on equity). Per completare l’analisi è necessario predisporre un ulteriore documento rappresentato dallo stato patrimoniale della com- messa in quanto è necessario determinare l’ammontare del capitale inve- stito e dei mezzi propri. È possibile rappresentare uno schema di stato pa- trimoniale di commessa prendendo in considerazione un limitato numero di voci:

157 Per indagare gli aspetti finanziari della gestione l’impresa predisporrà un ulteriore prospetto definito

cash-flow di commessa, in ci vengono riportate le entrate e le uscite monetarie che si prevede

possano verificarsi nel corso della realizzazione della produzione; permettendo di determinare il flusso di cassa realizzato dalla commessa, così determinato:

ENTRATE MONETARIE – USCITE MONETARIE

Al fine di analizzare al meglio i flussi di cassa generati dalla commessa, è possibile dividerli in periodi temporali andando a costruire la tabella dello sviluppo entrate/uscite, ad esempio si potrebbe analizzare l’andamento dei flussi di cassa mensilmente.

Figura 43: Esempio tabella di sviluppo Entrate-Uscite91

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5.4.2 Il preventivo esecutivo.

Il secondo documento che l’impresa predispone a fini di controllo è rappresentato dal preventivo esecutivo che viene redatto nel momento in cui il cliente dà seguito al proprio ordine, accettando le condizioni praticate dall’impresa e prima che ci si appresti ad iniziare la produzione. Esso consiste in una preventivazione dei costi più aggiornata e più analitica rispetto al preventivo iniziale e serve da termine di confronto “fisso” da impiegare nel controllo economico della commessa, durante l’esecuzione di quest’ultima. In altre parole, il preventivo esecutivo dei costi di commessa è un obiettivo economico da rispettare nella realizzazione del progetto, equivalente entro certi limiti al costo standard in precedenza definito. La necessità di predisporre un ulteriore preventivo è avvertito per due ordini di esigenze, innanzitutto può accadere che tra il momento di predisposizione del

91 COLOMBO–RAVARELLI, Il direct costing valuta le commesse esterne, 2003, ALOI.

Al fine di analizzare al meglio i flussi di cassa generati dalla commes- sa è possibile dividerli in periodi temporali andando a costruire la tabella dello sviluppo entrate/uscite, ad esempio si potrebbe analizzare l’andamento dei flussi di cassa mensilmente, graficamente67:

TEMPO VOCI T1 T2 T3 T4 T5 … Tn Entrata Costo materiale Manodopera Trasferte Altri costi Iva

Flusso monetario periodico

Nella scelta tra più alternative una metodologia diffusamente utiliz- zata, che viene mutuata dalla valutazione delle strategie e delle aziende, è il VAN (valore attuale netto) o nella terminologia anglosassone discounted cash flow (DCF). Tale metodologia consente di superare alcuni dei limiti che presentano i classici indicatori di redditività il ROI e il ROE in quanto consentono di tenere in considerazione il fattore tempo68 attraverso la tec-

nica dell’attualizzazione ed il rischio attraverso il WACC. In formule il VAN viene calcolato nel seguente modo:

La variazione netta del capitale fisso rappresenta, invece, la differenza tra gli investimenti e disinvestimenti relativi alle immobilizzazioni, quindi l’investimento cioè l’acquisto di un immobilizzazione è portato a riduzione del flusso di cassa, mentre il disinvestimento au- menta il flusso di cassa, in quanto si incasserà il prezzo di vendita.

67 Tratto da GIOVETTI–GUERRA,Il cash flow di commessa, p. 20.

68 In proposito BRUSA–ZAMBROGNA,Pianificazione, p. 231: «la valutazione di convenienza

economica di una commessa pluriennale non differisce sostanzialmente da quella di un progetto di investimento industriale, le cui “ricadute” economico-finanziarie si distribui- scono su un arco di tempo pluriennale».

158 preventivo d’offerta e l’inizio della produzione vengano apportate modifiche al progetto originario, concordate tra l’impresa ed il cliente, che necessitano di essere tenute in considerazione per la possibilità che modifichino i costi originariamente preventivati. La seconda esigenza, che per fini di controllo assume maggiore valenza, consiste nel rappresentare i costi al loro massimo livello di dettaglio, il preventivo esecutivo, dunque, rappresenta una sofisticazione del preventivo d’offerta. Tale livello di dettaglio viene raggiunto scomponendo la commessa in parti o attività elementari (c.d. work break down structure).

Figura 44: Esempio di scomposizione generale di una commessa.

Attraverso una tale scomposizione è possibile associare a ogni singola attività i costi e i tempi necessari per realizzare la produzione, inoltre, associando la work break down structure alla struttura organizzativa dell’impresa, è possibile individuare univocamente il soggetto a cui è attribuire la responsabilità di gestire la singola attività (c.d. organization break down organization). Non esiste un livello ottimale di scomposizione atomistica della lavorazione della commessa, ma ogni impresa deve calibrare il modello ottimale secondo le proprie esigenze, una suddivisione troppo analitica della commessa, e dunque un livello di dettaglio troppo elevato, può comportare

COMMESSA

…...

Attività 1 Attività 2 Attività n

……… ………… ………..

Attraverso una tale scomposizione è possibile associare a ogni singo- la attività i costi e i tempi necessari per realizzare la produzione, inoltre, associando la work break down structure alla struttura organizzativa

Sotto attivi- tà 1.1 Sotto attivi- tà 1.2 Sotto attivi- tà 1.3 Sotto attivi- tà 1.n Task 1.1.n Task 1.2.n. Task 1.3.n. Task 1.4.n Sotto attivi- tà 2.1 Sotto attivi- tà 2.2 Sotto attivi- tà 2.3 Sotto attivi- tà 2.n Task 2.1.n Task 2.2.n. Task 2.3.n. Task 2.4.n Sotto attivi- tà n.1 Sotto attivi- tà n.2 Sotto attivi- tà n.3 Sotto attivi- tà n.m Task n.1.m Task 2.2.m. Task 2.3.m. Task 2.4.m 75

159 una difficoltà nel controllare la produzione in modo adeguato dovuto all’elevata mole di dati che è necessario predisporre per l’analisi, di converso, una suddivisione ristretta della commessa può rendere più difficile controllare le attività e raggiungere gli obiettivi di efficienza ed efficacia preventivati.

Nel preventivo esecutivo, ai fini di ottenere un controllo ottimale della gestione, si rilevano generalmente solo i costi diretti, poiché si evita di far ricorso alle metodologie dell’attribuzione dei costi indiretti alla commessa sui quali il responsabile della singola attività non è in grado di esercitare un pieno controllo.

Lo scopo principale che è attribuito a questo secondo documento è di permettere durante lo svolgimento dell’attività produttiva il confronto tra i costi in esso preventivati e quelli che saranno rilevati attraverso la predisposizione del preventivo aggiornato, al fine di indagare, nel caso in cui sono rilevate delle differenziazioni tra i due valori, le cause e le responsabilità che li hanno determinati.

Infine, notiamo che spesso il preventivo esecutivo non è unico in quanto il preventivo originario formulato alla nascita della commessa viene successivamente modificato in relazioni a rilevanti cambiamenti del progetto stesso, concordate con il cliente, oppure a causa di sostanziali errori di preventivazione. Per tenere distinti i due tipi di preventivo, la dottrina ha definito i concetti di:

1. Preventivo esecutivo originario; 2. Preventivo esecutivo ultimo.