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Vantaggi e limiti del sottotitolaggio

Capitolo 2: Il sottotitolaggio professionale e amatoriale

2.1 Il sottotitolaggio professionale

2.1.3 Vantaggi e limiti del sottotitolaggio

Molto spesso il sottotitolaggio viene messo a confronto con il doppiaggio, altra tecnica molto diffusa nell'ambito della traduzione audiovisiva, nel tentativo di illustrare quali sono i vantaggi e i limiti che possiede questa tecnica traduttiva.

Senza accennare ai costi economici, che situano il sottotitolaggio tra le tecniche audiovisive più economiche, nel mondo accademico si preferisce questa tecnica per varie ragioni. In primo luogo, i sottotitoli permettono allo spettatore di entrare in contatto con la lingua straniera, sentire le voci originali, le interpretazioni degli attori e le loro intonazioni, apprezzando appieno il prodotto. Poter ascoltare l'audio e le voci originali suscita in molte persone un sentimento di appagamento che con la tecnica del doppiaggio sarebbe meno immediato, dato che quest'ultimo punta all'immediatezza dell'informazione e alla facilità della comprensione, cancellando però ogni elemento della lingua originale. A questo proposito, gli studiosi Leboreiro e Poza (in Chaume, 2004: 56) ritengono che il sottotitolaggio sia l'unica tecnica che rispetta e conserva intatti i dialoghi e l'audio originale di un determinato prodotto, e Hart afferma:

[a]l igual que en el texto escrito donde las palabras sólo se pueden interpretar dentro del contexto, el diálogo, la palabra pronunciada sólo se puede interpretar correctamente dentro de su contexto, es decir, sobre su telón de fondo de sonidos, tonos, cambios de volumen, silencios, gestos corporales, faciales, etc. Si [...] doblamos el sonido en vez de dejar las señales originales de la comunicación oral acompañada por la traducción escrita de lo que se dijo, terminaremos perdiendo a nuestro público. (in Chaume, 2004: 55)

Un altro vantaggio del sottotitolaggio è costituito dal fatto che ormai questo viene utilizzato per un'infinità di prodotti audiovisivi, trasmessi sia in televisione che in internet, mentre la tecnica

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del doppiaggio si limita principalmente ai film e ai telefilm che vediamo in televisione. Una prova di ciò sono i sempre più numerosi canali che già da anni dispongono di un'opzione che permette all'utente di fruire di un prodotto in lingua originale e di utilizzare come supporto dei sottotitoli creati da sistemi di traduzione automatica.

Per ultimo, non va trascurato l'utilizzo dei sottotitoli nell'apprendimento di una lingua straniera, in quanto:

[...] favorisc[o]no lo sviluppo di specifiche strategie cognitive, sia perché l’input audiovisivo (immagine, audio e testo) permette di recuperare e processare l’informazione attraverso tre canali diversi, sia perché mentre si guarda un film sottotitolato, si percepiscono le differenze linguistiche tra ciò che si sente (audio) e ciò che si legge (sottotitoli) e si prova a compensare le informazioni e a ricostruire gli elementi che non vengono esplicitati. (Paivio e Gorovitz in Romero, 2015: 278)

Se prendiamo in considerazione i limiti di questa tecnica audiovisiva, molti studiosi considerano i sottotitoli come un elemento troppo invasivo, che disturba lo spettatore, distoglie la sua attenzione dagli sviluppi della trama e gli impedisce di avere una visione intera dello schermo, così come di coinvolgerlo appieno nella visione del prodotto. Inoltre, molti sostengono che il sottotitolaggio ostacola la comprensione del prodotto, in quanto spesso deve ricorrere alla riduzione o alla semplificazione del testo per le restrizioni tecniche di spazio e tempo a cui deve sottostare. I limiti temporali dipendono a loro volta dalla velocità con cui si susseguono le immagini e anche dalla velocità di lettura con cui lo spettatore è in grado di leggere. A questo proposito, molti autori sostengono che il sottotitolaggio non tiene conto che il tempo di lettura varia in base al tipo di pubblico a cui si rivolge il prodotto audiovisivo, e che soprattutto nel caso di un pubblico infantile i sottotitoli sono troppo veloci. Lo studioso Martín, difensore del doppiaggio, afferma:

[l]a subtitulación nos obliga a mantener la atención en unas líneas de palabras que han sido colocadas con posterioridad a la creación artística del film. Este texto añadido ya mancha y desvirtúa [...] tanto el trabajo artístico del director de fotografía como el trabajo narrativo del director o realizador, ya que se superponen de una forma descuidada a las imágenes originales. Este deterioro es incrementado aún más por la obligatoriedad del espectador de mantener la atención en el texto si quiere seguir verazmente el sentido del diálogo de los actores en la pantalla. (in Chaume, 2004: 56)

Uno dei limiti maggiori del sottotitolaggio è rappresentato dalla sua vulnerabilità, per la compresenza della lingua originale nell'audio e della lingua di arrivo nei sottotitoli. Come già

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abbiamo accennato, ciò permette al telespettatore di poter confrontare le due versioni e gli da modo di poter criticare la traduzione, senza magari conoscere le restrizioni che impone il sottotitolaggio, nel caso in cui si accorga di un piccolo cambiamento nella versione tradotta. Per aggirare questo problema, molto spesso i sottotitolatori, soprattutto nel caso di lingue affini, traducono in modo letterale parole che i telespettatori potrebbero afferrare dal dialogo originale, in modo da permettere loro di riconoscerle e di convincersi della qualità e dell'affidabilità della traduzione.

Nonostante le critiche al sottotitolaggio trovino un forte riscontro in Italia, dove da sempre si preferisce la tecnica del doppiaggio, negli ultimi anni si è osservato un crescente interesse verso questa metodologia di traduzione, soprattutto da parte dei più giovani, abituati a viaggiare in tutto il mondo e a entrare in contatto con lingue e culture diverse. In questo senso, già nel 1994 O'Connell aveva previsto un cambiamento nella percezione del sottotitolaggio. Egli affermava che in breve tempo il sottotitolaggio avrebbe predominato e che paesi quali Italia, Spagna, Francia e Germania, considerati "dubbing countries"4, avrebbero introdotto sempre più programmi sottotitolati (in Chaume, 2004: 58). Nonostante la sua supposizione si basasse su ragioni puramente economiche, non possiamo negare l'importanza che al giorno d'oggi riveste il sottotitolaggio, come ci conferma Chaume:

[i]n European dubbing countries [...] the practice of subtitling certain films is growing in popularity. With the introduction of DVD and Blue-Ray as the standard for watching films and television series at home, subtitling has become an established professional practice in traditionally dubbing countries. (2013: 115)

Negli ultimi due decenni gli sviluppi nel mercato audiovisivo hanno portato a una duplice espansione del sottotitolaggio: da una parte, sta diventando sempre più comune nella localizzazione di testi telematici più pragmatici e funzionali, come videogiochi o annunci promozionali, mettendo in evidenza l'atteggiamento sempre più partecipativo dei fan nel processo di sottotitolaggio; dall'altra parte si sta convertendo in uno strumento di coesione e integrazione sociale, che fa sì che gruppi specifici di popolazione, quali per esempio i non udenti, possano fruire di un prodotto alla pari dei loro coetanei più fortunati, sentendosi finalmente parte di una community (Pérez-González, 2007: 67).

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