I. Saggio e traduzione: un genere di confine e i confini delle teorie
I.8. Il saggio: (in)definibilità e traduzione
I.8.3. Il versante italiano
Anche sul fronte della traduttologia italiana lo stato dell’arte è pervaso da grandi desiderata. Eppure attorno alla traduzione saggistica sembra risvegliarsi un crescente interesse, attestato dall’istituzione, nel 2004, di un eccellente corso in Traduzione Letteraria e Saggistica presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa nel 2004,84 nonché da diverse
altre iniziative accademiche e non, tra tutte il progetto di ricerca trilaterale
Wissenschaftliche Textsorten im Germanistikstudium deutsch-italienisch-französisch kontrastiv ospitato da Villa Vigoni nel biennio 2007-2008 che, seppur non
focalizzato sul saggio, ha illuminato sfaccettature del saggio specialistico (Fachlicher Essay) nell’àmbito delle forme della comunicazione scientifica. 85
E ancora da convegni, e laboratori, come il Laboratorio di traduzione saggistica nell’àmbito del Corso di traduzione editoriale organizzato da alcuni anni dall’associazione Griò di Bologna. Non vanno per altro trascurati preziosi contributi scientifici singoli, come lo studio di Lorenza Rega sulle problematiche traduttive inerenti il genere testuale Populärwissenschaftlicher
Artikel , l’‘articolo scientifico-divulgativo’, che, come vedremo, tante affinità
mostra con la varietà testuale del saggio specializzato (Fachbezogener Essay, Essay
fachlichen Inhalts) (REGA, 2007).
A fronte di innumerevoli pubblicazioni circa la traduzione letteraria e considerato il crescente volume di studi sui «vari tipi di testo specialistico nei settori delle scienze naturali, del diritto, dell’economia e via dicendo» (REGA, 2008a: 99), nel campo della traduzione di testi saggistici le lacune sono evidenti. Un esempio su tutti: osservando che «la traduzione dei saggi merita un discorso a parte», ne Il Manuale del traduttore alla «tipologia»
traduzione saggistica Bruno Osimo dedica solo due pagine. Qui un illuminante
esempio di difficoltà traduttiva tratto da After Babel di Steiner è corredato da
84 Tutte le informazioni sono consultabili all’indirizzo:
http://www.humnet.unipi.it/traduzione_letteraria/
85 (FOSCHI ALBERT, 2009b); sui contributi scientifico-divulgativi, cfr. (REGA, 2007); sul genere
riflessioni sulle problematiche generali inerenti il genere. Tra queste va messa in risalto una notazione acuta, senz’altro da annoverarsi tra i rara anche nell’àmbito della Essayforschung: la menzione, seppur brevissima, del genere saggio poetico:
È frequente che la connotatività di un saggio, per esempio, di critica, sia addirittura maggiore di quella dei testi sui quali si svolge il commento, sempre che, naturalmente, il testo non sia un testo poetico. Esistono però anche saggi poetici sulla poesia. Ciò non toglie che possano anche contenere termini, come è spesso il caso dei saggi scientifici. Pertanto nella difficoltà insista nella traduzione di un saggio spesso si assommano le caratteristiche del testo narrativo e quelle della terminologia settoriale (OSIMO, 2004: 126).
Seguono il breve paragrafo una definizione del saggio come «testo non narrativo su un argomento prevalentemente filosofico, ma non necessariamente di filosofia pura» in cui prevalgono «la razionalità delle argomentazioni e l’aspirazione estetica, la carica connotativa da un punto di vista formale», una trattazione più distesa del rapporto con le fonti bibliografiche, la presenza di terminologia specialistica e di una densa intertestualità: tutti fattori che implicano la necessità di «fiuto» e specifiche conoscenze da parte del traduttore (ibid.: 127).
L’unica monografia sulla traduzione saggistica apparsa in Italia, permangono grandi desiderata. L’opera che Osimo dedica a La traduzione della
saggistica dall’inglese ha un carattere squisitamente ‘pratico’: il focus è tutto sui
testi e la questione teorico-metodologica è relegata a poco più di due pagine introduttive, dove non si fa che riproporre le osservazioni sulle difficoltà traduttive legate saggio già presenti nel Manuale (OSIMO, 2007).
La recente silloge Tradurre saggistica. Traduttori, traduttologi, esperti a confronto (2010) a cura di Clara Montella è un novum nel panorama italiano. Il volume raccoglie gli atti di una tavola rotonda organizzata nel 2007 nell’àmbito degli scambi culturali tra l’Università degli Studi di Napoli “L’orientale” e l’Université de Genève, Ècole de Traduction et Interprétation, e non mira a costituirsi come «sintesi efficace» sulla tematica della traduzione saggistica.
Conformemente, il saggio nel senso più esteso del termine– da uno scritto di Leonardo Bruni (C. Montella) a testi del diritto islamico (A. Cilardo) e di economia (A. Di Maio) – è base comune di differenti tasselli d’indagine. Di maggiore interesse per la nostra prospettive è il contributo di Montella, laddove illumina il versante della letterarietà del testo saggistico, focalizzandone gli aspetti di autorialità, polisemia terminologica e cura stilistico-formale:
La trattatistica, la saggistica, e le altre produzioni del pensiero creativo e intellettuale soggettivo, chiamano direttamente in causa l’autore, la cui personalità espressiva non può dunque essere accantonata anche in ambito traduttologico: se così fosse il traduttore non avrebbe interesse a tutelare la diversità delle forme stilistiche dell’originale […] A livello teorico la natura del testo saggistico è da considerare affine a quella del testo letterario: nella misura in cui ne condivide il carattere polisemico di testo ‘aperto’, è espressione di un sapere sistematico individuale e soggettivo, con caratteristiche idiosincratiche sul piano della forma. Se il testo saggistico condivide con i testi specialistici l’uso di una microlingua e di una terminologia, tuttavia se ne differenzia perché questi ultimi sono testi monosemici e testi ‘chiusi’ (MONTELLA, 2010: 21).
Interessante è senz’altro anche lo studio di Giancarlo Marchesini sugli
Aspetti di nicchia della traduzione editoriale, in cui il saggio assurge al tipo di
pubblicazione che sfugge «alla tradizionale divisione in “testi alti” e “testi bassi”», facendo della saggistica una categoria ampia di “testi medi”, tra cui figurano anche i bilanci sociali e le iniziative filantropiche, dove «il confine tra comunicazione e saggistica diviene ancora più indistinto»:
Il testo medio persegue una finalità di
comunicazione/informazione, non ha nessuna velleità artistica, ma si serve di mezzi artistici la cui traduzione va affrontata con le stesse modalità impiegate per la traduzione dei testi artistici (MARCHESINI, 2010: 39-42 passim).
Pur pregiandosi di una felice varietas d’approccio, la silloge Tradurre saggistica ha solo inaugurato quello che si mostra essere un percorso d’indagine di certo accidentato e difficile. Le questioni aperte sono complesse e molteplici, poiché il saggio rientra di diritto tra quei generi specifici sui cui «our knowledge still leaves much to be desired», rendendo urgenti gli
interrogativi che Anna Trosborg esprime prefacendo Texttypology and
Translation: «How is one genre to be identified and distinguished from other
genres?», «What are the characteristics of specific genres?» e, non da ultimo, «Do these charactieristics differ cross-culturally, and if so in what ways?» (TROSBORG, 1997b: 3). Le risposte a questi interrogativi, è chiaro, non saranno né semplici, né, quel che più conta, di valenza assoluta o definitiva. Quel che è certo è che per tentare un percorso scientifico che possa portare a risposte scientificamente fondate, nell’àmbito della traduzione saggistica mancano innanzitutto studi descrittivi e contrastivi incentrati sulle modalità discorsive, sulle qualità retoriche, stilistiche e linguistiche macro- e microtestuali del genere saggio e delle sue diverse varianti, studi che, pregiandosi di un ventaglio multidisciplinare ed integrato sappiano offrire analisi in grado di produrre per ogni variante uno spaccato descrittivo il più ampio possibile, così da poterne trarre linee orientative ‘più generali’, utili specie a fini didattici.