3. Il Nord-Est parigino si apre al turismo
3.4 L’offerta turistica del Nord-Est parigino
3.4.2 Visite alle imprese
L’industria ha in qualche modo costruito la periferia parigina, soprattutto Seine- Saint-Denis e Val-de-Marne. La vicinanza alla capitale, ai terreni disponibili a basso costo, l’esistenza di infrastrutture di comunicazione fluviale, ferroviaria e stradale verso l’est ed il nord hanno facilitato un’industrializzazione rapida e massiccia per tutto il XIX secolo.
La crescita nell’importanza del turismo industriale permette a luoghi prima considerati brutti e non attrattivi, di essere rivalorizzati e divenire destinazioni popolari. È un valido esempio di attrazioni inusuali e prova che non solo oggetti esteticamente validi posso essere oggetto d’interesse. Dimostrano inoltre che la demolizione o la completa ricostruzione con un cambiamento funzionale non sono sempre l’unica soluzione per il riutilizzo di questi spazi. Le persone visitano per molteplici motivi, educativi, di curiosità, o semplicemente per fare qualcosa di diverso rispetto alla routine quotidiana. Le industrie manifatturiere necessitano entrare in quest’ottica per presentare il loro lavoro come prodotto turistico. Prima però di parlare di quella che è l’offerta, è necessario individuare quella che è la domanda di turismo industriale. Il turista moderno si trova ad essere saturo delle destinazioni e attrazioni tradizionali, e cerca così nuove opportunità in città che non sono, o non ancora, sulla lista dei luoghi da vedere. Soprattutto città che, come Parigi, hanno già un’offerta sviluppata e radicata, possono sviluppare attrazioni industriali e artigianali che si rivelino interessanti per i turisti che abbiano già fatto esperienza della destinazione. Il turismo industriale non è quindi un mercato rilevante soltanto per le città secondarie, ma anche un’interessante aggiunta per quelle tradizionalmente turistiche che attraggono visitatori con successo232.
Secondo uno studio svolto nel 1992 in Gran Bretagna, la ragione principale per cui si visitano le industrie è quella di vedere e fare esperienza del processo di produzione e comprare i beni da loro prodotti233. Il potenziale turistico delle
232AA.VV., Industrial tourism: opportunities for city and enterprise, Farnham, Ashgate, 2010,
pp. 6
233 Frew E.A, Industrial Tourism: a conceptual and empirical analysis, tesi PhD, Victoria
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compagnie dipende quindi in gran parte dal tipo di prodotto che vi si realizza. Mader (2003) introduce un modello che permette di classificare i prodotti del turismo industriale, suddividendoli in otto diverse categorie234:
- Beni a carattere simbolico regionale, come lo Champagne in Francia, il caffè in Guatemala;
- Beni di marca, come automobili, attrezzi sportivi e birra; - Beni di consumo, come cioccolata, riviste e dentifrici; - Beni quotidiani;
- Beni di lusso; - Beni tecnologici;
- Beni di speciale interesse, come l’acqua, la televisione, il teatro; - Beni realizzati a mano, come il vetro e le porcellane
Queste operano in modo cumulativo: un prodotto ha più appeal turistico, e può di conseguenza creare maggiore domanda, se esso rientra in più di una categoria. Osservando la lista, si nota infatti come l’automobile sia ad esempio un bene di lusso, ma anche di consumo quotidiano e tecnologico.
Il territorio di Saint-Denis ospita 214 imprese artigianali di rilevante importanza nei mestieri dell’arte. Nobili e valorizzanti, queste attività creative e manuali contribuiscono alla fierezza della comunità locale. Tra i più celebri, Art et cuirs è un atelier installatosi da ormai 25 anni a Saint-Ouen, non lontano dal Marché aux Puces. Tecnico ebanista, il suo proprietario è appassionato di cuoio e dona seconda vita agli oggetti, collaborando con antiquari ed altri ebanisti del famoso mercato, il primo al mondo nei settori moda, antichità e anticaglie. Un altro esempio è
Maison Charles, un lussuoso studio produttore di illuminazioni. La specialità
dell’atelier, ubicato a Saint-Denis dal 2001, è la riproduzione di lampade, per un totale di 600 pezzi unici all’anno realizzati su commissione.
Il Comitato della Seine-Saint-Denis organizza già di visite presso questi studi, accessibili a partire dai 16 anni. Alcuni esempi sono Café Brasilia, un’industria di
234 Mader T., Produzierende Betriebe als touristische Attraktionen im Ruhrgebiet. Grundlagen,
Erscheinungsformen, Probleme. Magisterarbeit, Heinrich-Heine-Universitaet Duesseldorf, Amburgo, Diplomica Gmbh, 2003
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torrefazione del caffè, creata nel 1931 da Pierre Toitot, uno dei più importanti nel settore a metà del XX secolo; i laboratori di ristrutturazione degli aerei di Bourget all’interno del Musée de l’air et de l’Espace, il più antico al mondo nel suo genere, consacrato all’aerostazione, all’aviazione e allo spazio; la Placoplâtre, la più grande industria di gessi d’Europa. La RATP organizza delle visite al proprio dietro le quinte nel corso di tutto l’anno. Nel 2012 circa 15 000 persone hanno partecipato alle animazioni delle Giornate del Patrimonio RATP235. Allo stesso modo, anche il Dipartimento 94 della Val-de-Marne propone visite guidate all’aeroporto di Orly, al Marché de Rungis, ad un allevamento di asine da latte, oltre a degustazioni in un birrificio.
Ricevendo visitatori, le compagnie possono guadagnare accesso a maggiori benefici. Innanzitutto, il turismo industriale può rappresentare un sostanziale contributo al marketing dei prodotti, al miglioramento del brand e all’immagine della compagnia. I consumatori che hanno assistito alla produzione di un bene gli diventano più fedeli, grazie all’aumento nella familiarità con il prodotto236. Oltre alla qualità del prodotto, anche la qualità dei servizi al cliente dovrebbe essere tenuta in conto. La domanda e l’attrattività per il turismo industriale potrebbero essere migliorate con strumenti speciali utili ai visitatori, come pannelli d’informazione interattivi, guide professioniste, opportunità di entrare in diretto contatto con il prodotto, presentazioni, catering.