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Analisi degli script originali e localizzati dei principali titoli della saga di Tomb Raider

3.1 Introduzione alla ricerca

3.1.3 La voce di Lara Croft

Lo stacco che il videogioco propone rispetto al cinema o alla letteratura in quanto forma di intrattenimento che fa dell’interattività il suo maggior punto di forza è stato già menzionato in questa sede, e si è rivelato un elemento di distinzione importante per definire il personaggio di Lara Croft in quanto personaggio che è, in un certo senso, alla mercé del giocatore, il quale può controllarla nella maniera che più desidera.

Il fattore che è però forse più significativo per quanto riguarda la definizione del personaggio di Lara entro i confini dell’ambito della traduzione è quello della voce. Attraverso i dialoghi con gli altri personaggi e i suoi monologhi interiori, le esclamazioni, le domande, i dubbi, la personalità di Lara si va a definire sempre più di capitolo in capitolo della saga. La voce è l’unico aspetto di Lara a non essere controllato dal giocatore (oltre all’aspetto estetico, di cui si è già discusso), ed è in questo senso importante perché definisce Lara come persona, e non semplicemente come manichino da controllare.

Il giocatore può sentirsi parte di Lara, può volerla proteggere, può volerla ferire, ma non potrà mai influenzare il modo in cui Lara comunica, la maniera tramite la quale lei stessa, e non il giocatore, si interfaccia con il mondo di gioco. I dialoghi che Lara intrattiene con i personaggi, alleati o nemici che siano, la rendono una “persona” a sé, esistente, e giocano un ruolo importante nel formare la personalità dell’archeologa.

Attraverso l’ironia e il sarcasmo Lara dimostra la sua forza e la sua tenacia, ad esempio facendo commenti scherzosi dopo essere uscita da una situazione potenzialmente mortale, quasi a sminuirne la pericolosità e di conseguenza ad accentuare la sua abilità e sicurezza di sé. Lara affronta i dialoghi con i personaggi maschili in modo leggero e sardonico, senza mai far notare il fatto che lei sia una donna che si trova in un mondo di uomini.

A livello pratico, al di là della questione relativa al doppiaggio, la voce di Lara è stata di volta in volta affidata ai vari sceneggiatori e sceneggiatrici che si sono

alternati nella scrittura dei capitoli della saga. Come si vedrà nel paragrafo successivo, infatti, i titoli della saga non sono stati tutti scritti dalla medesima persona, anche a causa di vari cambi di team di sviluppo con il passare degli anni. Ciò significa che, così come cambiano gli sceneggiatori, allo stesso modo potrebbero cambiare la personalità e il carattere di Lara, tramite fattori quali, ad esempio, il genere dello sceneggiatore in questione.

Naturalmente, nella definizione della voce di Lara gioca un ruolo fondamentale anche il traduttore. Nell’avvicendarsi storico degli studi sulla traduzione si è discusso di equivalenza funzionale (Nida, 1964), skopos (Reiß e Vermeer, 1984), e di quello che viene definito cultural turn (avanzato per la prima volta da Bassnett e Lefevere nel 1990) riguardo all’approccio che il traduttore deve avere nei confronti di un testo. In breve, se inizialmente la teoria propendeva per una traduzione quanto più possibile aderente al testo di partenza, ci si è poi spostati verso una concezione globale del lavoro tradotto, ovvero non di un’equivalenza frase per frase, ma di un’equivalenza a livello dello scopo del testo da tradurre.

Gli anni ’90, con i cosiddetti Descriptive Translation Studies (DTS) (Toury, 1995), hanno visto l’avvento del cultural turn e con esso, oltre a una più attenta considerazione per la cultura verso la quale il testo viene tradotto, una maggiore enfasi sulla soggettività del traduttore, che diventa per la prima volta un attore fondamentale nel processo traduttivo, perdendo in parte quella invisibilità (si veda Venuti, 1995, che pure ritiene che l’invisibilità del traduttore possa portare a traduzioni efficaci) che aveva sempre dovuto mantenere in favore della fedeltà del testo.

Questo approccio è stato in realtà assimilato dalla teoria e dalla pratica della localizzazione dei videogiochi, che nel capitolo 1 è stata definita come la trasposizione dello stesso “look and feel” del testo di partenza, e ciò può comportare in alcuni casi interventi piuttosto significativi da parte del traduttore, che gioca un ruolo più importante nel processo tutto.

Chi si avvicina quindi alla trasposizione della voce di Lara Croft verso l’italiano, si suppone voglia il più possibile mantenerne il carattere e la personalità, senza snaturarla, ma ciò non esclude che la propria sensibilità possa entrare in gioco in determinati frangenti, ad esempio quelli relativi alla traduzione di elementi potenzialmente discriminatori. Si vorrà quindi analizzare, in casi di questo tipo,

come il traduttore ha scelto di procedere, e se la voce di Lara ne risente in positivo o in negativo. La traduzione può diventare in questi frangenti uno strumento di lotta contro la perpetrazione degli stereotipi di genere: “la traduzione in quanto pratica di testualizzazione può avere un ruolo di primo piano nel progetto femminista di liberazione del linguaggio dal sessismo e dagli stereotipi di genere” (Di Giovanni, Zanotti 2018:34). Occorrerà però di certo un’attenta valutazione sull’effettiva “pericolosità” di frasi o espressioni dal contenuto giudicato sessista, per non sfociare in quella che sarebbe una neutralizzazione del testo. A titolo di esempio, se un personaggio che nella storia viene caratterizzato come negativo rivolgesse alla protagonista femminile un epiteto sessista, con l’intento preciso di discriminarla in base al suo genere, occorrerà forse mantenere l’epiteto perché eliminandolo si perderebbe la caratterizzazione negativa del personaggio. Il traduttore potrà, se lo ritiene necessario, mitigare la scelta lessicale utilizzando un epiteto negativo non legato però al genere, facendo una scelta probabilmente positiva dal punto di vista etico, ma che potrebbe intaccare la visione originale dell’autore del testo.

Nel seguito verranno presentati esempi concreti tratti dai titoli della saga di Tomb Raider, ma ciò che si vuole sottolineare è che forse è necessario porre l’attenzione sulla gratuità con la quale elementi potenzialmente sessisti potrebbero essere introdotti nel processo di localizzazione.

3.2 Metodologia

Si è deciso di prendere in considerazione nove dei dodici titoli principali della saga, che possono essere raggruppati in tre trilogie separate: quella che si definirà la “trilogia originale”, sviluppata da Core Design, la trilogia sviluppata da Crystal Dynamics e infine la “trilogia reboot”, curata ancora una volta da Crystal Dynamics. La scelta di considerare un’intera serie di videogiochi invece di focalizzarsi ad esempio su un unico titolo è dovuta al fatto che è stato ritenuto interessante verificare l’evoluzione di Lara Croft nel corso dell’ultraventennale esistenza della saga, e permette soprattutto un confronto diretto tra la Lara Croft delle due trilogie precedenti e la Lara della trilogia reboot. Nel seguito viene data una breve presentazione di ciascuno dei titoli analizzati, a livello di sviluppo, trama e impatto sull’industria, in modo da fornire un contesto che possa aiutare nella lettura dell’analisi. Infine, si presenterà il metodo utilizzato per analizzare la sceneggiatura dei titoli.