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Le FARC-Ep: storia e analisi del discusso gruppo guerrigliero

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Indice generale

Introduzione

Appendice

CAPITOLO PRIMO

STORIA DELLA REPUBBLICA DI COLOMBIA

1.1 Considerazioni iniziali sul conflitto armato. 1.2 Colombia, un paese estremamente ricco.

1.3 Liberali e Conservatori. Due partiti, un solo scopo.

1.4 La “Guerra de los mil dias” e la conseguente perdita di Panama. 1.5 La Costituzione del 1886: una Costituzione per cento anni. 1.6 Quintin Lame.

1.7 Prime forme di resistenza. 1.8 Il massacro delle “bananeras”. 1.9 “La Revolución en marcha”. 1.10 Jorge Eliecier Gaitán.

1.11 “El Bogotazo”, la fine di una speranza. 1.12 L'epoca della “Violencia”.

1.13 Le “Autodefensas Liberales Campesinas” e i “pajaros”. 1.14 La dittatura militare di Rojas Pinilla.

1.15 Il Fronte Nazionale. 1.16 “Los Bandoleros”. 1.17 Le «Repubbliche Indipendenti». 1.18 L'ingerenza statunitense. 1.19 «Operazione Marquetalia». 1.20 Nasce la guerriglia.

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1.22 «Dottrina della Sicurezza Nazionale». 1.23 Nasce la prima guerriglia di stampo urbano. 1.24 La guerriglia viene attaccata: “Operación Anori”.

1.25 Narcotraffico e paramilitarismo, due nuovi attori nel conflitto armato colombiano.

1.26 I primi tentativi di conciliazione. Gli Accordi di Pace del 1984. 1.27 Assalto al Palazzo di Giustizia.

1.28 La morte della UP. 1.29 La guerra alla droga.

1.30 Secondo tentativo di conciliazione. Gli Accordi di Pace del 1998. 1.31 Il «Plan Colombia».

1.32 Alvaro Uribe Vélez, il narcotrafficante numero 82. 1.33 Juan Manuel Santos.

CAPITOLO DUE

STORIA DELLE FARC-Ep.

ORIGINI

ED

EVOLUZIONE

DELLE

Fuerzas Armadas

Revolucionarias de Colombia- ejército del Pueblo (FARC-EP).

2.1 Considerazioni iniziali pertinenti le FARC-EP.

2.2 Le origini: i primi gruppi di “autodefensas campesiñas”. 2.3 El Davis. Liberali e comunisti.

2.4 13 giugno 1953. Il colpo di stato di Rojas Pinilla.

2.5 La fondazione di Marquetalia e l'organizzazione di Rio Chiquito. 2.6 La morte del Charro Negro.

2.7 Le “Autodefensas Regulares”.

2.8 Il consolidamento del movimento di Marquetalia. 2.9 «Operazione Marquetalia» .

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2.10 20 luglio 1964, la “Primera Conferencia del Bloque del Sur”.

2.11 1964-1966, la “Segunda Conferencia” e la nascita ufficiale delle FARC-EP. 2.12 Pedro Antonio Marin, Manuel Marulanda Velez.

2.13 Il cammino verso El Pato.

2.14 La crisi militare delle FARC e la conseguente “Tercera Conferencia”. 2.15 Il cammino de “La Móvil” e la conseguente «Operación Sonora». 2.16 La crisi politica.

2.17 Gli anni '70.

2.18 1980, anno di cambiamenti. 2.19 1982, “La Septima Conferencia”. 2.20 Un contesto necessario.

2.21 Gli accordi di La Uribe, 28 maggio 1984. 2.22 La Coordinadora Guerrillera Simon Bolivar. 2.23 L'attacco a Casa Verde.

2.24 I dialoghi di Caracas e di Tlaxcala.

2.25 I 12 punti della “Coordinadora Guerrillera Simon Bolivar” per la fine del conflitto.

2.26 La “Octava Conferencia”, 3 aprile 1993.

2.27 1994, l'arrivo di Ernesto Samper alla presidenza della Repubblica. 2.28 Pastrana e gli accordi di pace.

2.29 Un incidente che compromise gli accordi di pace.

2.30 La “Agenda Comun para el Cambio hacia una Nueva Colombia”. 2.31 Il fallimento dei negoziati di pace.

2.32 I difficili rapporti con Cuba. 2.33 Le armi delle FARC.

2.34 L'arrivo di Alvaro Uribe Velez alla presidenza. 2.35 La “Novena Conferencia”.

2.36 La presidenza di Juan Manuel Santos. 2.37 La “Operación Felix”.

2.38 Le FARC-Ep e il Presidente Juan Manuel Santos. 2.39 Gli accordi di pace del governo Santos.

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2.40 Il referendum del 2 ottobre 2016. 2.41 Il nuovo accordo di pace.

2.42 Le differenze rispetto al primo accordo di pace. 2.43 La situazione odierna.

CAPITOLO TRE

ALL'INTERNO DELLE FARC-Ep.

3.1 Un breve excursus storico. 3.2 Lo statuto delle FARC-Ep.

3.3 Il regolamento interno disciplinare. 3.4 Norme interne di comando.

3.5 Il regolamento e il ruolo delle donne all'interno dell'organizzazione. 3.6 Evoluzione ideologica delle FARC-Ep.

CAPITOLO QUATTRO

FONTI DI FINANZIAMENTO DELLE FARC-Ep E ANALISI

DELLA LORO RELAZIONE CON IL NARCOTRAFFICO.

4.1 Le principali fonti di finanziamento delle FARC-Ep. 4.2 Altre fonti di finanziamento.

4.3 Una introduzione necessaria: il concetto di narcotraffico. 4.4 La coca non è la cocaina.

4.5 Analisi della relazione tra FARC-Ep e narcotraffico. 4.6 Una soluzione è possibile?

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CAPITOLO 5

YEZID ARTETA DÁVILA

5.1 Le «vite» di Yezid Arteta Dávila, ex comandante delle FARC-Ep. 5.2 La vita da studente e militante comunista.

5.3 La vita nella guerriglia 5.4 La vita nel carcere 5.5 Yezid e la sua vita oggi

Conclusioni.

Bibliografia.

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Introduzione

Quando ho iniziato a lavorare su questo progetto le domande che più spesso mi rivolgevano erano «Perché la Colombia?», «Che cosa c'è in Colombia di tanto interessante?», «Che cosa sono le FARC?». Forse perché menzionato solo raramente nei vari notiziari e quotidiani nazionali, o forse perché percepito come un paese lontano, a causa della distanza di 9.422 chilometri in linea d'aria rispetto all’Italia, il contesto Colombiano non risulta essere argomento di attualità. Proprio per questo motivo ho deciso intraprendere un lavoro non solo sulla Colombia, ma in particolare sul gruppo armato rivoluzionario più longevo dell'emisfero occidentale. Occorre di conseguenza sottoporre all'attenzione del lettore le sorti di un paese logorato da una guerra civile che dura da più di 50 anni e che ha causato la morte di più di 220.000 persone, l'abbandono delle proprie case di circa 7 milioni di colombiani (dato che fa della Colombia il paese con il più alto numero di sfollati interni al mondo) e la scomparsa di 25.000 individui1. I dati appena citati sono di importanza fondamentale ai fini dell'analisi del paese sud americano in termini sociali e umanitari; ma il conflitto armato colombiano e gli attuali accordi di pace delineano anche una valenza politica straordinaria poiché hanno un significato storico fondamentale.

Nel 1989 crollò il muro di Berlino, due anni dopo implose l'URSS. Oggi l'abbandono delle armi da parte di una delle più longeve guerriglie al mondo rappresenta la scomparsa definitiva dal pianeta dell'ultima bandiera di ideologia comunista. Fatta eccezione per il «distorto» socialismo cinese2 e per la deviata dittatura nordcoreana3, oggi nessun principio politico ideato da Karl Marx trova spazio nel mondo delle ideologie politiche, in nessun partito o istituzione.

Ho scelto di realizzare questo lavoro specificatamente sulle FARC-Ep perché si tratta di analizzare e comprendere una movimento armato di sinistra che ha saputo resistere per più di 50 anni alle offensive non solo da parte del governo colombiano, ma persino degli Stati Uniti d'America (si veda a questo proposito il “Plan Colombia”),

1 http://www.internazionale.it/notizie/2015/09/24/la-storia-e-le-cifre-del-conflitto-in-colombia-guerriglia-delle-farc

2 http://www.huffingtonpost.it/2016/08/21/cina-capitalismo-fotoreportage_n_11544874.html 3 http://www.internazionale.it/opinione/christian-caujolle/2017/03/29/controinformazione-droni

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adattandosi al contesto politico, sociale e territoriale colombiano. Nonostante i numerosi attacchi delle forze armate regolari, dei nuovi gruppi paramilitari e dei narcotrafficanti, le FARC sono riuscite a continuare la lotta armata non abbandonando i loro principi e obiettivi politici iniziali. Molte delle guerriglie comuniste in America Latina sono scomparse nel corso degli anni, lasciando dietro di loro speranze e illusioni. Oggi, nel 2017, sembrerebbe proprio che il socialismo latino-americano non rappresenti altro che uno slogan. Le FARC no. Hanno continuato fino ad oggi a lottare con tutti i mezzi necessari, a volte eticamente e moralmente sbagliati, per arrivare al tavolo delle trattative direttamente con il presidente della Repubblica di Colombia Juan Manuel Santos.

Con la firma degli Accordi di Pace, avvenuta nel Novembre del 2016, le FARC potranno non solo reinserirsi nella vita civile, ma anche in quella politica. Un'incognita in questo senso potrebbe derivare dal fatto che la guerriglia colombiana fondi realmente un partito socialista, che una volta giunto al potere legalmente, adotti politiche e provvedimenti realmente vicini alla popolazione colombiana, lottando stavolta in maniera legale e istituzionale contro i principi capitalisti e neoliberisti che da sempre hanno caratterizzato la vita politica colombiana.

L'organizzazione armata colombiana ha resistito per 5 decadi con AK-47 alla mano e ciò dimostra non solo forza a livello qualitativo e numerico, ma anche capacità di adattamento, di organizzazione e di strategia che fanno di questo movimento uno dei più rilevanti e importanti nel mondo. Durante gli anni 2000 le FARC arrivarono a contare quasi 20.000 membri e ciò dimostra un appoggio considerevole da parte della popolazione civile. Dopo due decadi di tentativi falliti per risolvere il conflitto armato colombiano, nel Novembre del 2012, all'Avana, iniziarono i colloqui di pace tra la guerriglia delle FARC e il governo colombiano di Juan Manuel Santos. Dopo 2 tentativi falliti precedentemente, guerriglia e governo tentarono di nuovo di mettere fine al conflitto e questa volta sembrano quasi esserci riusciti, con un accordo bilaterale che non interessa solo le parti contraenti, ma tutto il popolo colombiano danneggiato direttamente, o indirettamente, da un conflitto che sembrava infinito. L'importanza degli odierni accordi di pace risiede anche nella loro principale peculiarità: per la prima volta nella storia sono i guerriglieri, che fino a pochi mesi fa

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vivevano nella selva con il fucile in spalla e con divise militari, a sedersi al tavolo delle trattative direttamente con i rappresentanti del governo colombiano e con il presidente Juan Manuel Santos. La differenza con il processo di pace irlandese o anche con quello basco, è che in questi ultimi casi sono state le manifestazioni politiche di quei movimenti, che godevano di una certa legalità quindi a sedersi con la controparte sviluppando i termini del negoziato. Nel caso colombiano è diverso, perché la potenza militare delle FARC è notevole. Si parla di un’organizzazione molto forte, con una struttura di comando, una gerarchizzazione e una pianificazione di tutte le attività sia politiche che militari. Il posto al tavolo dei negoziati le FARC se lo sono conquistato con la forza, commettendo anche diversi errori di ordine etico, ma mantenendo un’attività militare costante e resistendo a tutte le operazioni militari che ci sono state negli ultimi dieci anni. Per arrivare a questi determinati accordi lo Stato ha capito che per poter fermare la guerra, per poter fermare i colpi, doveva dialogare con chi i colpi li tirava.

Questo lavoro è stato svolto con interesse per un argomento poco conosciuto ma a mio avviso fondamentale per lo scenario geopolitico e ideologico mondiale. Scopo di questo lavoro è lo studio e l'analisi dell'organizzazione guerrigliera dal loro punto di vista. Per anni, i mass media di tutto il mondo hanno dipinto i guerriglieri come terroristi, «narcoterroristi», addirittura un libro denominava l'organizzazione con il nome di «Le FARC: il Cartello della droga»4. Ho cercato, di conseguenza, di fare luce sulle FARC dando la parola agli stessi membri dell'organizzazione, consultando e studiando libri scritti dai vari comandanti e dai semplici guerriglieri, analizzando i loro documenti e i loro comunicati, leggendo le loro interviste e le loro opinioni in merito al conflitto colombiano. Durante questo lavoro ho avuto modo di conoscere e parlare con esiliati e rifugiati colombiani, ma soprattutto con un ex comandante delle FARC-Ep del Fronte 29, Yezid Arteta Davila.

Per ricostruire la vicenda e la storia della guerriglia colombiana ho sviluppato nel primo capitolo la storia del conflitto colombiano partendo dagli inizi del 1900 per inquadrare il contesto politico e sociale colombiano, passando per l'evento chiave, ovvero quello che ha dato l'origine al conflitto, l'omicidio di Jorge Elicier Gaitán,

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fino ad arrivare ai giorni nostri e agli attuali accordi di pace.

Nel secondo capitolo ho cercato di ricostruire la storia delle FARC-Ep dalle loro origini fino ai giorni nostri oggi, analizzando la loro storia e il loro sviluppo aiutandomi con la descrizione dei loro cambiamenti strategici e ideologici attraverso le varie conferenze e le loro azioni guerrigliere.

Il terzo capitolo descrive l'organizzazione dall'interno: analizzando lo statuto delle FARC, cioè il documento che spiega la loro ideologia, i loro scopi e obiettivi politici, le norme che regolano la vita nel movimento e i diritti e i doveri di tutti i guerriglieri, ho cercato di far intendere al lettore come funziona la vita in un accampamento dell'organizzazione. Inoltre, nel medesimo capitolo, descrivo la situazione della donna all'interno delle FARC-Ep e i reati e le varie punizioni per chi commette un crimine.

Il quarto capitolo descrive i mezzi di finanziamento del movimento e soprattutto il vincolo con il narcotraffico che ha valso al movimento l'etichetta di organizzazione «narcoterrorista», che ha giustificato l'intervento militare statunitense in Colombia e in particolar modo che ha causato oltre la loro sconfitta nel settore mediatico. Questo capitolo è particolarmente importante perché analizza e cerca di far luce su uno degli aspetti più controversi e discussi in relazione alla guerriglia.

Il quinto capitolo è la presentazione dell'ex guerrigliero Yezid Arteta, la cui intervista è proposta nell'appendice. Scopo di questo lavoro è far sì che il lettore abbia una concezione differente delle FARC, grazie a un altro punto di vista, quello degli stessi guerriglieri. La storia viene scritta dai vincitori, ma in questo contesto non ci sono vincitori né vinti. Per troppo tempo le FARC, essendo descritte ed etichettate come gruppo terrorista, non sono state mai prese in considerazione, non hanno mai potuto dire realmente la loro opinione a causa di mass-media, e di un giornalismo fazioso, che si preoccupava solo di discreditare le azioni dei guerriglieri, senza analizzarne le cause e il contesto.

Il rimpianto avvocato colombiano Gaitán, un giorno affermò: «Sembra proprio che il nostro popolo, come il personaggio di Poe, è stato invaso dalla irrimediabile codardia di non aprire gli occhi, non tanto per schivare la visione di orribili cose, quanto per il fondato timore di non vedere niente.»

L'obiettivo principale di questo lavoro? Far aprire gli occhi al lettore riguardo a un'organizzazione guerrigliera con solidi principi e progetti politici, da troppo tempo però, vista solo come un'organizzazione di stampo terrorista.

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Capitolo 1. Storia della Repubblica di Colombia

Considerazioni iniziali sul conflitto armato colombiano.

Il 25 Agosto 2016, all'Avana, il Governo colombiano del presidente della Repubblica di Colombia Juan Manuel Santos e le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC-EP) firmavano gli Accordi di Pace5.

Poco più di un mese dopo, il 2 Ottobre 20166, il «fronte del No» vinceva il

Referendum annullando così l'approvazione popolare degli stessi accordi. Questi due eventi hanno riportato all'attenzione pubblica l'interesse per un conflitto dimenticato. Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e il conseguente emergere di nuovi attori sulla scena geopolitica internazionale, l'importanza dell'ideologia politica è venuta meno e negli ultimi anni l'attenzione del pubblico si è rivolta verso il terrorismo di matrice islamica e particolari zone del Medioriente.

Nel frattempo in Colombia continuava a mietere vittime un conflitto che dura da più di cinque decadi e che ha causato la morte di più di duecentomila individui7. La Repubblica di Colombia continua a essere il primo paese al mondo con il più alto numero di sfollati interni, (6,9 milioni secondo le recenti stime dell' UNCHR)8.

Si tratta di dati allarmanti, ma menzionati solo raramente nei quotidiani nazionali e nelle notizie giornalistiche. Anche la produzione bibliografica in merito è molto scarsa.

Si vuole quindi riportare all'attenzione del lettore un conflitto che ha connotati politici e sociali, tanto a livello interno quanto a livello internazionale9. A mio parere

5 http://www.repubblica.it/esteri/2016/08/25/news/colombia_storico_accordo_di_pace_tra_ governo_e_guerriglieri_delle_farc-146581935/

6 G.Wilpert, Porquoi les Colombiens ont rejete' la paix, “Le Monde diplomatique”, Novembre 2016, p.9.

7 Dati del Centro Nacional de Memoria Historica.

http://www.centrodememoriahistorica.gov.co/micrositios/informeGeneral/estadisticas.html

8 https://www.unhcr.it/news/comunicati-stampa/newscomunicati-stampa3024-html.html

9 C.M.Gallego, Conflicto armado y procesos de paz en Colombia, Bogotá Universidad Nacional de Colombia, 2009, p.30.

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inoltre diventa utile ripercorrere la storia di un confronto armato come quello colombiano poiché illustra perfettamente la complessità dei conflitti contemporanei, in cui non sono più solo due i contendenti a confrontarsi per il potere (Stato e gruppi che mettono in dubbio la sua legittimità), ma entrano in gioco differenti attori; nel caso colombiano specificatamente narcotrafficanti, delinquenti comuni e paramilitari.

La storia colombiana, come vedremo, è una storia di paradossi e contraddizioni: si pensi che il paese latino-americano ha una lunga e importante tradizione democratica, interrotta solo per un breve periodo da una dittatura militare. Nonostante questa peculiarità, lo Stato non è mai stato in grado di esercitare un controllo effettivo del territorio, generando situazioni di odio e conflitto tra le basi elettorali dei partiti.

Possiamo in questa sede tranquillamente affermare che la storia del paese latino-americano risulta essere caratterizzata da due tipi di conflitti. Il primo si struttura temporalmente sulla base della Guerra Fredda e del bipolarismo. La contrapposizione ideologica tra gli USA e la URSS ha generato guerre anticoloniali, gruppi antimperialisti e di liberazione nazionale. In quest'ottica il conflitto assume la connotazione di guerra rivoluzionaria con modalità di combattimenti insurrezionali e guerre di guerriglia.

Il secondo tipo di conflitto si caratterizza come guerra al terrorismo e nuevas guerras10: nuove modalità di guerra generate dalla fine della Guerra Fredda e dal diffondersi della globalizzazione, caratterizzate dall'entrata in scena di altri attori come paramilitari e narcotrafficanti.

Parlare della storia colombiana significa quindi parlare di un confronto armato interno e internazionale; irregolare e prolungato, con radici storiche di natura ideologica. Tenendo presente tutte queste considerazioni, possiamo facilmente dedurre l'importanza dell'analisi di un conflitto che, seppur tra i più longevi, risulta estremamente attuale nello scenario geopolitico internazionale odierno.

In questo primo capitolo intendo ricostruire le tappe fondamentali di una guerra che ha caratterizzato l'intera storia della Repubblica di Colombia sin dalla sua indipendenza e che ha avuto importanti sviluppi anche a livello internazionale. Nei

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capitoli che seguono analizzerò la storia e la struttura della guerriglia di stampo marxista-leninista più longeva dell'America Latina, quella delle FARC-EP, Fuerzas Armadas Rivolucionarias Colombianas-Ejército del Pueblo.

Colombia, un paese estremamente ricco.

Per comprendere le cause e la natura di un conflitto che ha insanguinato per molti anni la Repubblica di Colombia occorre innanzitutto analizzare gli aspetti geografici e il contesto storico-politico del paese latino-americano.

La Colombia è un paese del Sud America confinante a Est con Venezuela e Brasile, a Sud con Peru' ed Ecuador, a Ovest e' bagnata dall'oceano Pacifico mentre a Nord dall'oceano Atlantico.

Una delle caratteristiche fondamentali del paese è la sua straordinaria ricchezza di risorse11. La cordigliera della Ande attraversa tutto il territorio divedendosi in tre

parti: Cordigliera Centrale, Cordigliera Orientale e Cordigliera Occidentale.

Nella parte a Sud del paese si estende la foresta Amazzonica. Terreni fertili, frequenti inondazioni dovute alla contiguità con due oceani e un clima favorevole alla coltivazione consentono a questo paese la produzione di svariati tipi di coltura, come cotone, riso, canna da zucchero, sorgo, soya, palma africana, cacao, banane, tabacco, iguame oltre a numerosi frutti come ananas, papaya, cocco, maracuya, lulo e mango fra le altre. La Colombia è il terzo paese al mondo per risorse idriche12, non solo a causa di numerosi fiumi e affluenti, ma anche per la presenza di laghi e lagune. Questo aspetto, da come si può facilmente dedurre, aiuta lo sviluppo delle zone rurali.

Uno dei prodotti più conosciuti ed esportati è sicuramente il caffè: la Colombia è il terzo produttore al mondo di caffè dopo Brasile e Vietnam13.

Ma i vari tipi di coltura non sono l'unica risorsa del paese. Sono presenti infatti

11 Intervista a Iván Forero, esiliato colombiano, avvocato, storico, difensore dei Diritti Umani. Attualmente e' coordinatore de La Área de Estudios y Movimientos Sociales de la Comisión

Española de Ayuda al Refugiado – CEAR. 20 Aprile 2016, Madrid.

12 Intervista a Iván Forero, 20 Aprile 2016, Madrid. 13 Dati della ICO, International Coffee Organization.

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svariate risorse nel sottosuolo colombiano: oro, nichel, rame, argento, platino e carbone. Proprio di quest'ultimo la Colombia è un grande esportatore; si pensi che il più grande giacimento carbonifero dell'America latina si trova proprio a La Guajira14, dipartimento situato all'estremo nord del paese. Questo viene sfruttato dalla compagnia americana Exxon, in collaborazione con il governo colombiano.

Anche l'oro, così come le altre pietre preziose (in particolare smeraldi), sono risorse di cui la Colombia è ricca15.

Tutto ciò rende il paese iberoamericano un'attrazione per le multinazionali.

Il petrolio è un'altra risorsa che concorre a far del paese colombiano, una fonte di attrazione per gli investimenti diretti esteri.

La Colombia, nonostante non abbia le stesse riserve petrolifere di Venezuela e Brasile, possiede dei giacimenti importanti in particolare nella zona di Arauca e in quella di Casanare16. Secondo la US Energy Information Administration, la Colombia detiene circa 2,4 miliardi di barili di riserve di petrolio e 4,7 trilioni di piedi cubi di gas naturale.

Liberali e Conservatori. Due partiti, un solo scopo.

Un paese così ricco di risorse, diversificato e con un ampio potenziale di ricchezza, è certamente soggetto a mire espansionistiche da parte di altri paesi, ma anche a logiche di potere interne. In altri termini possiamo sicuramente riconoscere nella ricchezza naturale del territorio colombiano, una causa endogena del conflitto armato.

La terra in Colombia rappresenta un elemento fondamentale per capire l'origine e lo sviluppo del conflitto armato, «la apropriación, el uso y la tenencia de la tierra han sido motores del origen y la perduración del conflicto armado »17 .

L'importanza del paese non risiede solo nella sua ricchezza naturale, ma anche

14 http://www.colombiaonline.it/presentazione-della-colombia/economia-della-colombia.html 15 Lo smeraldo più grande del mondo è stato trovato agli inizi del 1900 a Boyacà.

16 http://www.colombiaonline.it/presentazione-della-colombia/economia-della-colombia.html 17 Centro Nacional de Memoria Historica, ¡Basta ya ! Colombia: Memorias de guerra y dignidad,

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nella sua posizione strategica: la Colombia infatti si trova all'entrata dell'America Latina e conseguentemente rappresenta la porta di ingresso del Centroamerica.

La posizione strategica del paese attrasse le mire espansionistiche di vari Stati nel corso degli anni. Spagna prima, Regno Unito poi, fino ai più recenti Stati Uniti d'America. L'allora presidente statunitense William Taft nel 1912 affermò: «Tutto l'emisfero sarà nostro, in virtù della nostra superiorità di razza, già è nostro moralmente»18.

Dalla metà del Diciannovesimo secolo sono sempre stati due partiti a dividersi il potere: il Partito Liberale e quello Conservatore19. All'interno di ambedue partiti,

coesistevano latifondisti, schiavisti e imprenditori20. Di conseguenza non vi erano

sostanziali differenze, l'unica differenza stava nel fatto che i conservatori erano molto più vicini al clero dei liberali, per il resto non vi erano grandi diversità ideologiche. Per avere un'idea più chiara, nel suo libro Cien años de soledad, Gabriel García Márquez cita: « L'unica differenza attuale tra liberali e conservatori, è che i liberali vanno alla messa delle cinque e i conservatori alla messa delle otto»21. Nonostante la

lotta partitista, erano pronti a lasciarsi alle spalle le varie dispute per unirsi contro chi si opponeva al loro potere e alla loro egemonia politica. Per questo motivo si suole parlare di oligarchia colombiana22. Nel corso degli anni liberali e conservatori si sono succeduti alla presidenza del paese a fasi alterne. In realtà il loro obiettivo principale era quello di eliminarsi a vicenda, in modo tale da garantirsi la completa egemonia del paese, ma hanno concluso per essere l'uno la fotocopia dell'altro, con uno scopo comune a entrambi: il controllo totale del territorio e il suo completo sfruttamento23. In altri termini, il Partito Liberale e Conservatore non hanno mai avuto idee politiche realmente distinte, ma hanno creato uno stato di tensione e di violenza tra le loro basi che si è convertita in guerra civile.

In Colombia è errato parlare di violenza al singolare, il termine più adeguato è quello di «violenze», poiché possiamo distinguere tra diversi tipi di conflitto: il

18 H. Calvo Ospina, Colombia, Laboratorio de embrujos, Madrid, Foca, 2008, p.31. 19 Ivi, p.5.

20 Ivi, pp.5-6.

21 G. García Márquez, Cien años de soledad, Buenos Aires, Editorial Sudamericana, 1967, p.117. 22 H. Calvo Ospina, op.cit., p.23.

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primo in ordine cronologico fa riferimento alla guerra politica per il controllo e il dominio del territorio come strategia di ordine politico ed economico24. Questo conflitto fu la causa di un'enorme disuguaglianza strutturale che sfociò in una guerra civile: il 3% dei proprietari terrieri colombiani infatti possiede il 70% delle terre coltivabili25. L'economia, intorno alla metà del XVI secolo, si basava sul latifondo: i

grandi proprietari terrieri possedevano la terra e con questa tutte le colture che produceva. I contadini rappresentavano la manodopera: lavoravano in condizioni terribili e per un salario che non soddisfaceva neanche le necessità primarie. Le grandi famiglie che formavano la dirigenza dei due partiti avevano accumulato la loro fortuna grazie all'esportazione dei prodotti della terra, in particolare del tabacco, il cui prezzo continuò a crescere fino al 1875. Avevano così messo da parte un capitale finanziario che gli permise di entrare in politica.

La “Guerra de los mil dias” e la conseguente perdita di

Panama.

La prima grande fase del processo politico colombiano interessò il periodo dal 1850 al 1880, periodo in cui il governo fu sempre in mano al Partito Liberale. La presidenza fu accompagnata da una serie di riforme come l’abolizione della schiavitù nel 1850 e la riduzione dei privilegi della Chiesa Cattolica. I consevatori tornarono al potere nel 1880 e vi rimasero per cinquant'anni; l'egemonia conservatrice infatti durò fino al 1930, anno in cui tornarono al potere i Liberali. Durante questo periodo un esempio significativo dell'odio tra liberali e conservatori si può riassumere nella cosiddetta Guerra de los mil diás, combattuta tra il 1899 e il 1902, in cui i due partiti si confrontarono in un conflitto che causò la morte di 100.000 uomini in poco più di due anni. La guerra terminò nel 1902 dopo che i due partiti firmarono l'armistizio sulla nave statunitense Winsconsin. Per la prima volta nella storia colombiana gli USA entrarono nelle questioni interne colombiane per porre fine a un confronto

24 M. Peco Yeste, L. Peral Fernández, El conflicto de Colombia, Madrid, Instituto de Estudios internacionales y europeos Francisco de Victoria, 2005, pp.14-15.

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sanguinoso. Ma non lo fecero per spirito umanitario, bensì per acquisire il territorio panamense da tempo nei loro interessi. Panama faceva parte della Grande Colombia fin dalla sua indipendenza dalla Corona spagnola, avvenuta nel 1821 grazie al generale Simón Bolívar. Quest'ultimo liberò gran parte dei paesi latino-americani dal giogo spagnolo e fondò la Grande Colombia, che comprendevagli attuali territori di Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama26. I marines sbarcarono a Panama per risolvere il conflitto e occuparono militarmente la zona. L'anno dopo dichiararono Panama territorio indipendente e venne firmato un accordo con il neonato governo panamense per la costruzione del canale e con iltrattato Hay-Bunau-Varilla del 1903, gli Stati Uniti ottennero anche la vendita dei diritti di esercizio e di costruzione del canale di Panama, a quel tempo in costruzione congiunta tra francesi e colombiani27. Il 1919 fu l'anno dell'inaugurazione del canale e gli USA offrirono al governo colombiano un compenso di 25 milioni di dollari per la separazione dal territorio28. Questo denaro non fu certamente un regalo: si stavano scoprendo giacimenti di petrolio, platino e oro. Gli statunitensi volevano portare dalla loro parte il governo colombiano29.

Gli USA da questo momento esercitarono una ingerenza sempre più massiccia nel territorio colombiano.

La Costituzione del 1886: una Costituzione per cento anni.

Nel 1886, durante la presidenza del partito Conservatore fu promulgata una nuova Costituzione che dava molto potere alla Chiesa Cattolica e al Presidente della Repubblica30. Fu proprio questa Costituzione a dare alla nazione il nome di Repubblica di Colombia. La religione Cattolica tornò a essere religione di Stato e nelle scuole l'educazione doveva essere necessariamente concordata con l'educazione

26 H. Calvo Ospina, op.cit., p.28.

27 Intervista a Iván Forero, 20 Aprile 2016, Madrid. 28 H. Calvo Ospina, op.cit., p.32.

29 Ibidem.

30 Art.121 della Costituzione del 1886, dava il potere al Presidente di decretare lo stato di emergenza in caso di «guerra esterna» o «commozione interna».

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di stampo cattolico31. L'articolo 121 inoltre conferiva enormi poteri al Presidente; uno di questi era quello di poter decretare lo stato di emergenza in caso di guerra o minaccia interna32.

Come appena visto, una volta tornato al potere il Partito conservatore, tornò al potere anche la Chiesa Cattolica.

La classe dirigente volle così sfruttare ampiamente la ricchezza di un territorio che consideravano proprio, con il fine di arricchirsi smisuratamente sfruttando le popolazioni indigene, nere e contadine come manodopera a basso costo per le grandi imprese straniere che iniziarono a investire sul suolo colombiano. Indigeni, neri e contadini iniziarono a essere espropriati dalle proprie terre per fare spazio a imprese estere le quali avevano come unico scopo quello di sfruttare il più possibile il territorio con la complicità del governo.

Agli inizi del 1900 ci fu un importante aumento delle esportazioni di caffè33 che fece arricchire la classe dirigente ma causò migliaia di sfollati tra la popolazione indigena e i “campesinos”34, i quali furono costretti ad abbandonare le loro terre e a

lavorare in condizioni disumane. Iniziò da questo momento a delinearsi la nascita di due gruppi di individui: coloro che hanno tutto e coloro che non hanno niente. Numerose terre pubbliche e appartenenti agli indios vennero privatizzate e concesse ai latifondisti colombiani, gli stessi che erano alla dirigenza dei due partiti e si arricchirono esportando caffè. Una classe dirigente bramosa di denaro, una popolazione facilmente sfruttabile come manodopera e l'assenza di una vera e propria legislazione riguardante diritti sociali e lavorativi oltre alla completa assenza di sindacati attrasse il denaro delle imprese statunitensi che iniziarono a investire direttamente sul territorio colombiano con la costruzione di strade e ponti.

31 H. Calvo Ospina , op.cit.,, p.26. 32 Ivi,p.27.

33 Ivi, p.33. 34 Contadino.

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Quintin Lame.

La Rivoluzione Russa, del 1917, ebbe una grande risonanza a livello mondiale e la Colombia non rappresentò un'eccezione. Iniziarono da questo momento a prendere vita i primi gruppi di resistenza indigena e contadina nelle zone rurali, guidati da Manuel Quintin Lame35. Quintin Lame fu un leader indigeno colombiano che partecipò e organizzò la difesa dei diritti umani degli seimila nelle zone di Tierradentro e Silvia, nel Dipartamento del Cauca. Grazie a vari avvocati riuscì ad analizzare la terribile situazione degli indigeni in Colombia e la portò all'attenzione di alti funzionari di governo, per questo motivo fu incarcerato in varie occasioni per crimini violenti da lui mai commessi. Lame era ossessionato dall'educazione dell'indio, la miglior arma era la conoscenza36. Erano i primi focolai di un processo

che negli anni a venire crescerà a dismisura dando origine al movimento di guerriglia più longevo dell'America Latina: le “Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia”, FARC-EP.

Prime forme resistenze.

La élite bipartitica sfruttò l'occasione derivante dagli investimenti diretti statunitensi per arricchirsi e finì così per lasciare ampia libertà di manovra legislativa e fiscale alle imprese estere.

Non solo le zone rurali furono coinvolte dalle proteste e dai primi movimenti di resistenza, anche in città il movimento operaio iniziò a organizzarsi per chiedere migliori condizioni lavorative per gli operai che lavoravano sotto le grandi imprese americane37. Il nascere di questi movimenti, e il diffondersi sempre di più di un sentimento antimperialista nel paese, portò alla nascita nel 1926 del PSR, il “ Partito

35 H. Calvo Ospina, op.cit.,p.33.

36 A.Molano, Fragmentos de la historia del conflicto colombiano, Bogotá, Espacio Crítico,2014, p.8. 37 A questo proposito ritengo utile ricordare lo sciopero compiuto nel 1924 dagli operai dell'impresa

petrolifera Tropical Oil Co., che protestavano al fine di ottenere migliori condizioni lavorative e di vita. Tremila operai scesero in sciopero, l'atto fu dichiarato “sovversivo” e il governo colombiano si fece carico degli scioperanti militarizzando la popolazione di Barrancabermeja e arrestando gli organizzatori dello sciopero, mentre la multinazionale licenzio' 1200 operai .

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Socialista Rivoluzionario”38, il quale si fece carico di tutte tutte quelle rivendicazioni

da parte di quella fascia di popolazione oppressa e sfruttata per mano del bipartitismo colombiano e delle imprese estere.

Per la classe dirigente la nascita del nuovo partito fu un problema da affrontare immediatamente e venne visto come un attacco non solo al loro ruolo egemone, ma anche allo stato stesso. Per tali ragioni il governo colombiano decise di promulgare una legge, la cosidetta “Ley Heroica” nel 1928, con lo scopo esplicito di dichiarare sovversive, e quindi di poter reprimere con la violenza le azioni di protesta di operai e contadini39.

Il massacro delle “bananeras”.

Il denaro statunitense iniziò dal 1920 a essere investito principalmente in due settori, quello del petrolio e quello delle banane. Un esempio sulla libertà e sui privilegi concessi alle multinazionali dall'oligarchia colombiana può essere rinvenuto nel massacro perpetrato a opera della United Fruit Company (oggi Chiquita brand), compagnia statunitense stabilitasi in Colombia agli inizi del Diciannovesimo secolo.

La multinazionale si occupava della produzione e della raccolta delle banane nella zona di Santa Marta. I suoi operai erano costretti a lavorare più di 12 ore al giorno, senza assistenza medica e alloggiavano in condizioni igieniche insostenibili. Grazie alla Rivoluzione Sovietica avvenuta nel 1917, anche gli operai colombiani sentirono l'esigenza di lottare contro lo sfruttamento e le disuguaglianze. Il 12 Novembre del 1928 scesero in sciopero con lo scopo di ottenere migliori condizioni lavorative, piccoli aumenti salariali, un'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ed essere pagati in denaro invece che in buoni da utilizzare per comprare le stesse banane che producevano.

Il 5 Dicembre dello stesso anno gli scioperanti furono convocati con il pretesto di essere ricevuti dal governatore. All'alba del giorno dopo il generale Cortes represse

38 H. Calvo Ospina , op.cit.,, 2008, p.35. 39 Ivi, p.36.

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nel sangue la protesta dei lavoratori. Furono uccise più di 1500 persone40.

“La Revolución en marcha”.

Agli inizi degli anni Trenta iniziarono a farsi sentire anche gli studenti, protestando contro l'aumento della povertà e per chiedere migliori condizioni scolastiche. La risposta della dirigenza conservatrice non si fece attendere e con la complicità delle Forze Armate vennero uccisi decine di studenti universitari.

La situazione venutasi a creare divenne insopportabile. Manifestazioni si stavano diffondendo sempre più frequentemente in tutto il paese, così come gli scioperi e le azioni di sabotaggio contro compagnie estere operanti nel territorio colombiano.

Nel 1930 tornarono al potere i Liberali con Enrique Olaya Herrera grazie a un grande successo elettorale, che neanche i dirigenti del Partito si aspettavano41. Iniziò così il periodo dell'egemonia liberale. Herrera però mantenne buone relazioni con gli Stati Uniti.

Il Partito Liberale, avendo analizzato il contesto di violenza e la nascita dei nuovi movimenti operai, indigeni e campesinos che rivendicavano diritti basilari e migliori condizioni lavorative, cercò di calmare le acque con una serie di riforme. Nel 1930 si formò il Partito Comunista Colombiano grazie ad alcuni dissidenti dell'ala più radicale del PSR che accettarono i 21 punti dell'Internazionale Comunista, distaccandosi in questo modo dall'ala più moderata del Partito.

In Colombia si iniziò a respirare un nuovo clima grazie all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica avvenuta nel 1934, il liberale Alfonso López Pumarejo. Quest'ultimo volle fortemente cambiare le sorti del Paese per far apparire diversamente l'oligarchia colombiana agli occhi delle masse e lo fece attraverso una serie di riforme molto importanti e innovative per quel periodo. Proprio in ragione di ciò chiamò il suo governo La Revolución en Marcha42. Durante il suo mandato uno dei provvedimenti più importanti adottati fu la riforma agraria, con la Ley 200 del

40 Ivi, p.38.

41 G.Guzman Campos, O.Fals Borda, E. Umana Luna, La Violencia en Colombia, Bogotá, Taurus Historia, 2005, p.38

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1936. La Legge 200 stabiliva la redistribuzione dei latifondi superiori a 300 ettari. I contadini colombiani sarebbero divenuti i legittimi proprietari dei terreni che coltivavano da più di 10 anni. James Guaraca, uno dei fondatori delle FARC, racconta che i contadini, in guerra con i latifondisti, si univano, deforestavano parte della selva e la notte ritornavano sul luogo per piantarvi semi e radici di caffè o banani, così da far risultare quei campi utilizzati e approfittare dei benefici della legge 20043.

Un'altra mossa politica di Pumarejo fu la promulgazione della legge che permise l'organizzazione dei sindacati che portò alla formazione dei primi movimenti sindacali44. Inoltre venne introdotto il suffragio universale maschile, venne abolita la

religione cattolica come religione di stato, si introdusse la libertà di culto e di insegnamento, vennero poste tasse sui beni del clero, si stabilì il diritto allo sciopero e lo Stato intervenne di più nell'economia nazionale45.

Nel frattempo però le violenze tra membri del Partito Conservatore e membri del Partito Liberale ripresero con vigore: ci furono numerosi morti e attacchi dall'una e dall'altra parte46: furono incendiate Chiese, assaltati numerosi centri politici di destra e sterminate intere famiglie di contadini. In altri termini, omicidi, rapimenti e violenze erano all'ordine del giorno.

Le riforme non furono ben viste dall'oligarchia colombiana, quindi neanche dall'élite del partito liberale, che finì col dividersi.

Mentre il Partito Liberale si divideva, l'oligarchia si univa. Nel 1936, con lo scopo di reprimere nel sangue le organizzazioni popolari e sindacali legalizzate da Pumarejo, si formò la APEN, Accion Patronal Economica Nacional47, formata da membri dell'oligarchia colombiana, quindi proprietari terrieri, imprenditori e politici di ambedue i Partiti, sovvenzionati e appoggiati dalla Chiesa Cattolica. Costoro riuscirono a organizzare un colpo di stato nel 1938 che fece salire al potere il liberale Eduardo Santos Montejo48, proprietario e direttore del giornale “El Tiempo” nonché

43 L. Alberto Aldana, J. Guaraca, Colombia y las Farc-Ep, Tafalla, Txalaparta, 2008, p.34. 44 Intervista Iván Forero, 20 Aprile 2016, Madrid.

45 H. Calvo Ospina, op.cit.,p.45.

46 G.Guzman Campos, O.Fals Borda, E. Umana Luna, op.cit., p.40 47 H. Calvo Ospina, op.cit.,p.46

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membro dell'alta oligarchia.

Montejo frenò tutte le politiche e i provvedimenti iniziati da Pumarejo e così tornarono in auge le proteste popolari e con loro la repressione poliziesca. L'oligarchia era tornata finalmente al potere.

Nel 1938, a un anno dallo scoppio della Seconda Guerra mondiale, Liberali e Conservatori crearono un'alleanza contro il nazismo tedesco49. Il legame con gli Stati Uniti era quindi sempre più stretto e da ciò possiamo dedurre la grande influenza statunitense in Colombia.

George Eliecer Gaitán.

Nel 1942, il Partito Liberale si presentò diviso alle elezioni mentre nel Partito Conservatore Laureano Gomez propose azioni intrepide e violente contro i membri e la base elettorale del partito concorrente. La violenza si espandeva.

All'interno dello stesso partito Liberale però, fece la sua apparizione un avvocato vicino alle masse, che condivideva le proteste popolari degli operai che lottavano per ottenere migliori condizioni lavorative e le rivendicazioni della terra da parte dei contadini. Il suo nome era Jorge Eliecer Gaitán Ayala. Studiò per un periodo in Italia, lì iniziò a conoscere le idee di Gramsci e in base a queste ad analizzare la situazione del suo paese, la Repubblica di Colombia50. Nel 1936 divenne sindaco di Bogotá. Capì immediatamente che il peggior nemico della Colombia era l'oligarchia, così iniziò a richiamare a sé i cosidetti «non allineati», cioè tutti coloro che si discostavano dalle idee e dalle politiche dell'oligarchia colombiana, affermando: «Il popolo non ha due partiti, ma è stato diviso in due, coloro che hanno tutto e coloro che non hanno niente»51. Nel 1938 Gaitán fondò un Partito chiamato UNIL52, con il quale volle attrarre a sé i contadini, gli operai e settori molto ampi della popolazione

49 Hugo Paternina, esiliato politico colombiano in Spagna. Esperto di antropologia, scienze sociali e risoluzioni dei conflitti, possiede un Master in Relazioni Internazionali e Studi Africani. Esperto del conflitto colombiano, dopo aver coordinato vari Master presso l'Università Autonoma di Madrid lavora come consigliere di Ahora Getafe nell'ayuntamamento di Getafe. Intervista realizzata il 23 Marzo 2016, Madrid.

50 Intervista a Iván Forero, 26 Aprile 2016, Madrid 51 H. Calvo Ospina, op.cit., p.57.

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stanchi della violenza e dell'egemonia oligarchica. All'interno dello stesso Partito Liberale iniziò così a formarsi una sorta di partito Gaitánista. La dirigenza del Partito chiaramente non poté accettare un politico che andava contro le loro ambizioni di potere.

Gaitán (chiamato El Negro, a causa delle sue origini etniche) era famoso per le sue oratorie in piazza dove, denunciando il potere oligarchico, attraeva folle immense di persone53, e grazie ai suoi comizi accessibili a tutti, ma molto diretti, affascinava

tutte le fasce della popolazione colombiana, dal contadino fino all'intellettuale. Una delle prime azioni di Gaitán, una volta rientrato in Colombia fu indagare riguardo al masacro de las bananeras, avvenuto nel 1928.

Gaitán divenne così un pericolo per l'oligarchia, che nel 1946 fece eleggere il conservatore Mariano Ospina Pérez. Con costui la violenza si estese como fuego en hierba seca54: venIváno assoldati banditi dalla dirigenza dei partiti e dalla Chiesa Cattolica per uccidere i contadini e gli operai Gaitánisti. Molti storici e intellettuali individuano nell'elezione di Ospina Pérez l'inizio del periodo denominato “La Violencia”55.

Nel 1947 l'avvocato colombiano riuscì comunque a diventare Presidente del Partito Liberale e pronto a correre per le elezioni presidenziali, nonostante la dirigenza del partito appoggiasse l'altro candidato Gabriel Turbay56. Gaitán però aveva dalla sua parte un incredibile appoggio popolare che gli permise il 7 Febbraio 1946, di organizzare la famosa “Marcha por la Paz”57, una manifestazione gigantesca per le vie di Bogotá composta da decine di migliaia di colombiani i quali marciavano completamente in silenzio fino all'arrivo in Piazza Bolivar. Qui iniziarono a protestare contro la diffusione della violenza generata per volere dell'oligarchia e del clero, con la complicità della polizia statale. Gaitán, in questo momento, rappresentava l'unica possibilità di trasformazione di un Paese stanco di una guerra civile che durava oramai da troppo tempo. Per Jorge Gaitán «Il popolo

53 Per avere un'idea della sua arte oratoria e della folla che si riuniva per ascoltarlo consultare https://www.youtube.com/watch?v=WmejQijIJQE

54 H. Calvo Ospina, op.cit., p.59.

55 Rios Serra, Breve historia del conflicto armado en Colombia , Madrid, Catarata, 2017, p.25. 56 Intervista a Hugo Paternina, 23 Marzo 2016.

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sara`sempre superiore ai suoi dirigenti»58

, da questa frase possiamo facilmente dedurre quale fosse il suo intento principale, sconfiggere l'oligarchia per dare nuovamente il potere al popolo colombiano imprigionato in una Costituzione come quella del 1886, che favoriva solo la Chiesa Cattolica e le élite.

In questo periodo, come già accenato precedentemente, la violenza in Colombia stava dilagando a causa dell'elezione di Pérez e del conflitto tra Conservatori e Liberali. Gli omicidi e la repressione erano all'ordine del giorno e la cosa peggiore era che rimanevano impuniti, lo stesso Gaitán denunciò il silenzio del suo stesso partito Liberale.

“El Bogotazo”, la fine di una speranza.

Tra il 9 e il 10 Aprile 1948, in piena Guerra Fredda, era prevista in Colombia la IX Conferenza Panamericana, presieduta dal generale americano George Marshall59. In

questa Conferenza furono delineate le relazioni e l'allineamento dei paesi latino-americani con gli Stati Uniti in funzione antisovietica. A questo incontro parteciparono molti politici di tutta l'America Latina, ma anche movimenti critici nei

confronti dell'oligarchia. Tra questi vi partecipò il giovane Presidente della

« Federazione del Sindacato Studentesco dell'America Latina», Fidel Castro60, il suo viaggio venne finanziato dal Presidente argentino Perón61. Il futuro leader maximo ebbe un'ottima impressione di Gaitán, lo descrisse come un uomo sagace e molto intelligente, un uomo del popolo, ma non un comunista62. Per ciò che concerne la relazione tra la dirigenza del Partito Liberale il suo presidente Gaitán, mi pare opportuno chiarire che quest'ultimo non fu preso in considerazione per eleggere i nomi dei membri del Partito che avrebbero partecipato alla Conferenza, ciò dimostrò ancora una volta l'alto livello di conflittualità e di divergenze all'interno del Partito

58 G.Guzman Campo, O. Fals Borda, E. Umana Luna, op.cit., p.52.

59 Proprio da questa Conferenza nacque l'Organizzazione degli Stati Americani. 60 Intervista a Iván Forero, 26 Aprile 2016, Madrid.

61 Intervista a Hugo Paternina, 23 Marzo 2016.

62 A. Alape, El Bogotazo: memorias del olvido, Ciudad de la Habana, Casa de las Americas, 1983, p.647.

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Liberale diviso in due: da una parte l'oligarchia, dall'altra i Gaitánisti.

Il 9 Aprile del 1948, alle ore 12:00 della mattina venne ucciso Jorge Eliecer Gaitán. Con il termine Bogotazo si fa riferimento all'assassinio di Gaitán e alle sommosse immediatamente successive all'omicidio. Da questo momento difatti, esplose il caos in Colombia. Venne ucciso colui che poteva dare voce alle masse, agli operai, ai contadini; in altri termini a tutti coloro che vivevano in condizioni economiche e lavorative precarie. Colui che rappresentava l'unica possibilità di cambiamento in un paese logorato dalla violenza partitica. Odio, rabbia e indignazione si estesero a macchia d'olio in tutto lo Stato.

Nelle prime ore subito dopo l'omicidio di Gaitán scoppiò il caos: si poteva assistere a omicidi e saccheggi ad ogni angolo delle strade, furono attaccate Chiese, il Palazzo di Giustizia, il Ministero dell'Educazione e la sede della Presidenza63. Il presunto assassino dell'avvocato, Juan Roa Sierra, venne percosso a morte, trascinato per le vie di Bogotá, spogliato e appeso alla porta del Palazzo Presidenziale64. La base elettorale del Partito Liberale iniziò a chiedere risposte e certezze riguardo all'assassinio del loro leader, che con molta probabilità sarebbe diventato il nuovo Presidente della Repubblica di Colombia. L'oligarchia colombiana affermò che i fautori dell'omicidio di Gaitán furono i comunisti e ruppero inmediatamente le relazioni diplomatiche con la URSS65. Si pensi che il presidente Ospina Perez inviò un cablogramma66 alle ambasciate e ai consolati colombiani affermando: « Uno sconosciuto ha ucciso il signor Gaitán. Una moltitudine di persone lo ha brutalmente picchiato a morte e perciò il cadavere non può essere identificato. Si tratta di un comunista »67.

Secondo l'opinione di Fidel Castro, presente quel 9 di Aprile del 1948, Gaitán poteva poteva essere stato ucciso dalla CIA, dall'oligarchia colombiana o da un semplice fanatico, ma come fece giustamente notare, perché il presunto assassino del leader liberale venne immediatamente ucciso e non fatto confessare?68 In realtà solo

63 H. Calvo Ospina, op.cit., p.59. 64 A. Alape, op.cit., pp.259-267. 65 H. Calvo Ospina, op.cit., p.60.

66 Telegramma trasmesso per cavo sottomarino. 67 A. Alape, op.cit., pp.567.

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recentemente si è venuti a conoscenza della presenza della CIA intorno all'omicidio di Gaitán nonostante il governo statunitense si sia negato di declassificare le informazioni tenute segrete riguardanti questo assissinio69.

Il comandante della Polizia Nazionale colombiana, Virgilio Barco, confessò alla sua amante di essere stato reclutato dalla CIA per organizzare l'omicidio di Gaitán70.

Il Presidente del partito liberale rappresentava una minaccia per gli interessi statunitensi nella zona, infatti già nel 1946 l'ambasciatore statunitense Wiley descriveva Gaitán come «un pericolo per le banche e le aziende petrolifere con le sue idee di nazionalizzazione e socialiste. Inoltre possiede una grande arte oratoria per manovrare le masse»71. In un video-documentario custodito segretamente a L'Avana, ma registrato abilmente da Arturo Alape durante una sua visita a Cuba, un agente della CIA, John Mac Meckples Spiritto, confessò di aver organizzato nei minimi dettagli l'omicidio di Gaitán, promettendo a Juan Roa Sierra di essere portato fuori dal paese e ricoperto di denaro una volta compiuto l'assassinio, ma in realtà le intenzioni statunitensi furono fin da subito ben diverse: lasciarlo in mano alla folla inferocita per sbarazzarsene72.

L'epoca della “Violencia”.

Il Bogotazo fu il detonatore di uno dei periodi più cupi della storia colombiana. Una volta iniziato il cosidetto periodo della “Violencia” nel 1946, con la morte di Gaitán la popolazione esplose in sentimenti di rabbia e indignazione che causarono decine di migliaia di morti.

Questo periodo fu la conseguenza dell'odio esistente tra i due partiti che incitavano alla violenza le loro basi elettorali: il partito liberale accusava il partito conservatore dell'omicidio di Gaitán, mentre i conservatori accusavano gli atei, i liberali e i comunisti di incitare alla violenza73. La época de la violencia, si caratterizzò per un'ondata di omicidi, rapimenti e sevizie terribili: si pensi che in solo 10 anni furono uccise tra le 250.000 e le 300.000 persone. La violenza bipartititica

69 H. Calvo Ospina, op.cit., p.61.

70 J.M. Martin Medem, Colombia Feroz, Madrid, Catarata, 2016, pp.11-12. 71 Ivi, p.13.

72 Ivi, p.23. 73 Ivi,pp.61-62.

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corrispondeva a una specifica strategia elaborata dall'oligarchia colombiana per le elezioni presidenziali del 1949. Tale strategia prevedeva l'avvento al potere dei conservatori grazie all'esclusione dei liberali di stampo Gaitánista, prevista con con un uso sistematico della violenza da parte delle forze armate. Ciò generò una ondata di resistenza civile che si tradusse presto in azioni di gruppi armati74. Il periodo in

questione fu uno dei più tragici della storia colombiana: solo nel 1948 vennero uccise 43.000 persone, nel 1949 19.000 e nel 1950 il numero salì a 50.00075, si poteva

contare fino a 150 campesinos uccisi in un solo attacco. Non si trattava più di una guerra tra i dirigenti del partito, ma lo scenario era quello di uno Stato che iniziava a combattere e a reprimere i primi movimenti di resistenza Gaitánista sempre più organizzata e che riuniva interi settori popolari76.

Nel 1949 venne eletto Presidente della Repubblica un conservatore dai modi e dalle politiche molto dure nei confronti del liberali: Laureano Gómez Castro, che si convertì nel rappresentante degli Stati Uniti in Colombia. Uno dei segnali pro-statunitensi venne dimostrato dal fatto che la Colombia partecipò dal 1951 al 1954 sotto il comando statunitense alla guerra di Corea. Fu l'unico paese latino-americano a inviare truppe nel territorio asiatico. Nel 1951 istituì la prima e unica società petrolifera statale, la ECOPETROL, ma la compagnia statunitense Tropical Oil, continuò a svolgere un ruolo di fondamentale importanza nel commercio del petrolio.

Nel 1952 venne firmato il PAM (Pacto de Asistencia Militar) con gli Stati Uniti che garantì alle forze armate colombiane armi che verranno impiegate in seguito per ampliare ancora di più l'ondata di violenza contro i liberali. Il partito conservatore poté così istituire un tipo di polizia chiamata chulavita77, il nome deriva da una piccola popolazione in Boyacà di nome Chulava. La chulavita agiva in maniera brutale per reprimere i primi embrioni di resistenza armata e conquistare vasti porzioni di territorio.

74 G.Guzman Campo, O. Fals Borda, E. Umana Luna, op.cit.,, p.57. 75 Ivi, p.58.

76 D. Fajardo, Estudio sobre los orígines del conflicto sacial armado, razones de su persistencia y sus

efectos más profundos en la sociedad colombiana, Bogot,á Universidad Externado de Colombia,

2014, p 24.

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Le “Autodefensas Liberales Campesinas” e i “pajaros”.

Molti colombiani, a causa de la violencia, si trasferirono nelle aree rurali; lì si formarono gruppi che espropriavano le terre al latifondista per creare spazi autogestiti da campesinos78. Nacquero così le prime figure di campesinos armati di fucile e di machete: erano i primi embrioni di autodefensas campesinas79.

I primi gruppi di autodifesa si formarono nella pianura al confine con il Venezuela ed erano vicini alle idee liberali. Chiedevano al governo terre, crediti ed educazione scolastica gratuita80. Le loro richieste furono ben espresse in due leggi, le cosidette Leyes de Llano81. La prima, promulgata dai gruppi guerriglieri nel 1952, ebbe lo scopo di dare un ultimatum alla dirigenza del partito liberale affinché decidesse riguardo a una politica chiara sulle sue aspirazioni politiche. Non ci fu risposta da parte del partito, così pochi mesi più tardi fu promulgata dai guerriglieri la seconda legge che disponeva la lotta armata come unico modo di acquisire le aspirazioni sociali e politiche82. Preoccupati da questi sviluppi, e da gruppi di campesinos sempre più numerosi e offensivi, la dirigenza di ambo i partiti si stava organizzando per il colpo di stato del 1953.

All'interno dei movimenti di stampo rurale apparve una figura suggestiva e molto importante per gli sviluppi successivi: Guadalupe Salcedo Unda83, leader di un primo movimento di guerriglia liberale gaitánista, che operò tra il 1949 e il 1957. Il suo personaggio divenne molto importante poiché ispirò negli anni a seguire altre guerriglie di stampo liberale che agiranno per lottare contro la violenza oligarchica e per mantenere in vita le idee Gaitániste.

Nel frattempo il Partito Comunista Colombiano fu costretto alla clandestinità. Il partito conservatore, grazie a pratiche che comprendevano torture, omicidi selettivi e rapimenti, aveva come unico obiettivo quello di distruggere il partito liberale e di annientare le guerriglie liberali da poco formatesi. I militari formarono e

78 Intervista a Hugo Paternina, 23 Marzo 2016, Madrid.

79 F. Giraldo Garcia, Colombia: de la Violencia a la guerra, Medellín, 1989, p.22. 80 H. Calvo Ospina, op.cit., pp.66-67.

81 D. Fajardo, Comision Historica del conflicto y sus victimas, op.cit., p.24. 82 Ivi,pp.24-25.

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addestrarono gruppi di civili proprio a questo scopo: “los pájaros”84, i quali, armati

di machete, uccidevano e sterminavano intere famiglie che facevano parte o erano anche solo in contatto con i movimenti liberali armati. Los pajaros vennero addestrati anche in Europa (in particolare nella Spagna di Franco)85 e nei territori americani, finanziati tramite lo stato colombiano da strutture operative americane. El pájaro utilizzava la violenza anche per scopi unicamente individuali, molto simili ai paramilitari odierni, concernenti la conquista di un territorio o vendette personali.

Nel frattempo la guerriglia liberale si sviluppò in tutte le aree rurali della Colombia e fu alimentata dai liberali Gaitánisti della città e dai comunisti fuorilegge.

A conferma di quanto appena detto si pensi che il numero dei guerriglieri passò da 4.500 nel 1950, a 26.000 nel 1951. Nel 1952, la situazione di violenza nel paese peggiorò, il movimento Gaitánista stava per essere distrutto completamente a causa della repressione del Partito Conservatore con l'aiuto della polizia colombiana, dell'esercito e dei pajaros. La violenza raggiunse livelli mai visti prima, così l'oligarchia liberale organizzò il colpo di stato contro Laureano Gómez.

La dittatura militare di Rojas Pinilla.

Il tenente-colonello Gustavo Rojas Pinilla guidò il colpo di stato che lo portò a diventare Presidente della Repubblica di Colombia il 13 Giugno 195386. Rojas Pinilla era ben visto non solo dalle dirigenze dei due partiti, ma anche dagli Stati Uniti, visto che aveva guidato un contingente armato colombiano nella guerra di Corea. Da questo momento inizio' un processo terribile, che ebbe come unico scopo la distruzione completa di tutta l'opposizione, istituzionale e non.

Rojas Pinilla, organizzò un'amnistia generale nel 1954 con i decreti 1823 e 206287 che però risultò essere una scusa per uccidere i dirigenti della guerriglia liberale. Il dittatore Pinilla promise a quei guerriglieri che avrebbero abbandonato le armi «Pace,

84 Intervista a Hugo Paternina, 23 Marzo 2016, Madrid. 85 Intervista a Iván Forero, 26 Aprile 2016, Madrid.

86 F.T.Trujillo, Las Farc, Città del Messico D.F.,L.D.Books, 2010,p.41. 87 F. G.iraldo Garcia, op.cit., p.23.

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Giustizia e Liberta'»88. Nel 1954 furono più di 7.000 guerriglieri ad abbandonare le armi. Uno dei guerriglieri a firmare il patto con Pinilla nel 1957 fu proprio Salcedo, convinto di ottenere maggiori garanzie e invece il suo gruppo guerrigliero, composto da piu' 4.000 individui fu completamente sterminato89. Tutto questo avvenne grazie alla complicità della Chiesa Cattolica, con Mons. Willes, che in una lettera diffusa in tutte le Chiese colombiane affermò che «è cristiano uccidere Liberali»90. La popolazione colombiana, di ideologia conservatrice e di ispirazione cattolica, iniziò a sentirsi leggitimata a uccidere liberali di idee Gaitániste.

Questi ultimi continuavano a rifugiarsi nella selva amazzonica in maniera sempre più drammatica, ma la violenza non si arrestava: il 12 Novembre del 1954, la polizia colombiana massacrò un gruppo di contadini nella regione di Villarica in Tolima91. Nel frattempo si stavano formando in molte altre zone gruppi di autodefensas campesinas, in Tolima, Marquetalia, Antioquia e El Pato e Dinamarca92. In quest'ultima zona apparve un'ideologo di nome Jacobo Arenas, un comunista che portò successivamente un gruppo di campesinos armati a diventare il nucleo delle FARC-EP.

A causa della violenza conservatrice si formarono sempre più nuclei di gruppi di campesinos di ideologia liberale Gaitánista, interiorizzando che l'unica via possibile per cambiare la situazione del paese era la lotta armata.

Il dittatore Rojas Pinilla organizzò contingenti militari per attaccare le popolazioni rurali, che ospitavano e appoggiavano i guerriglieri liberali. Il generale Matallana, che partecipò alle operazioni militari, ricordò che furono impiegati 4.000 uomini in uniforme e 50 aerei militari per completare l'eliminazione della resistenza campesinas93.

La dittatura nel frattempo procedeva assumendo connotati sempre più populisti: Rojas Pinilla regalava giochi ai bambini per fine anno, costruiva scuole, ponti, strade con il fine di attrarre a sé la fascia della popolazione non ancora convinta della lotta

88 H. Calvo Ospina, op.cit., p. 72. 89 Ivi, p.73.

90 Intervista a Iván Forero, 26 Aprile 2016, Madrid. 91 F.T.Trujillo, op.cit., p.41.

92 Ivi, p.41.

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armata. L'oligarchia colombiana però iniziò a fiutare il pericolo di Pinilla che stava sempre di più guadagnando consensi in Colombia. In realtà il motivo principale che spinse all'alleanza la dirigenza del partito liberale con quella del partito conservatore fu la scelta del dittatore di creare due nuovi istituti bancari e di fondare il Banco Popular Hipotecario, a favore dei ceti medio-bassi.

Il Fronte Nazionale.

Quaranta famiglie della oligarchia colombiana decisero per questi motivi che era l'ora di mettere da parte il dittatore e si rifugiarono in Spagna. Accolte da Franco, quest'ultimo li fece costruire una urbanizzazione apposta per loro, denominata Sitges94. Era il 1957. Una volta riunitesi iniziarono a organizzarsi su come

riconquistare il potere in Colombia. Prima con il Patto di Benidorm e poi, il 20 Luglio 1957, con la firma del Patto di Sitges, venne dato il via al Frente Nacional95.

Il Fronte Nazionale rappresentò un accordo stabilito tra membri dell'oligarchia colombiana liberale e dell'oligarchia conservatrice, che prevedeva l'alternarsi ogni quattro anni di Presidenti liberali e Presidenti conservatori per un periodo di 16 anni complessivi. Dal 1958 al 1962 fu deciso, attraverso il Patto di San Carlos, che il primo presidente della Repubblica dovesse essere il Liberale Alberto Lleras Gamargo (1958-1962)96.

Una delle prime azioni del nuovo presidente fu mandare a giudizio il generale Rojas Pinilla per i «delitti commessi durante la sua dittatura»97. In realtà fu una esplicita mossa politica per descriditarlo davanti all'opinione pubblica. Servì a poco: il generale, grazie ai molti provvedimenti populisti adottati, non era giudicato male dal popolo colombiano e grazie a un giudizio che non potè delegittimarlo, aumentò la sua popolarità.

Con il Fronte Nazionale l'oligarchia bipartitista era tornata al potere, ma il popolo colombiano era disposto sempre meno ad accettarla. Un sintomo di quanto appena

94 Sitges è un comune spagnolo di circa 30.000 abitanti situato in Catalogna a sud di Barcellona. 95 Intervista a Iván Forero, 26 Aprile 2016, Madrid.

96 Intervista a Hugo Paternina, 23 Marzo 2016, Madrid. 97 H. Calvo Ospina, op.cit., p. 82.

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detto si può rilevare dall'alta astensione elettorale: divenne inutile votare se i due patiti già si accordarono su chi dovesse andare al governo!

“Los Bandoleros”.

Nel 1959 avvenne la Rivoluzione cubana. I movimenti di Liberazione nazionale iniziarono così a prendere piede grazie all'influenza di Cuba e alle speranze generate da essa. Se i processi democratici non apparIváno più possibili in un paese come quello colombiano devastato dalla violenza, la lotta armata fu l'unica via da percorrere per comunisti e liberali di stampo Gaitánista. Dal 1958 al 1962 si stava producendo un movimento campesinos molto forte e sempre più organizzato, inoltre i massacri compiuti ai loro danni dalle Forze Armate avevano accresciuto il loro spirito di vendetta e di rabbia verso una politica che li aveva traditi e uccisi. Iniziarono a sorgere i primi bandoleros98. Il loro scopo era quello di espriopiare terre

ai latifondisti per creare le cosiddette Repubbliche Indipendenti, repubbliche autogestite senza il controllo statale. Inizialmente il bandolero non poteva essere definito un insorto, molti di loro infatti erano analfabeti che non avevano nessuna preparazione tattica né alcuna ideologia politica. Erano campesinos pieni di rabbia causata dal periodo de la Violencia che solo cercavano vendetta verso i terratenenti e utilizzavano metodi brutali e sadici per assassinarli99. La stampa, ingingantì la violenza e l'efferatezza di questi personaggi facendo crescere il panico nella popolazione civile. Pochi anni dopo, quando si svilupperanno i primi movimenti di guerriglia con una coscienza politica e una ideologia ben definita, la stampa oligarchica continuerà a chiamarli bandoleros per screditarli. Anche Manuel Marulanda Tirofijo, storico capo delle FARC verrà etichettato come semplice bandolero100. Per arginare il problema, nel 1962 venne creata una legge per addestrare civili per la controinsurgenza, sono i primi gruppi di paramilitari. Uno dei grandi paradossi colombiani fu che in quel periodo non esistevano in Colombia

98 Intervista a Hugo Paternina, 23 Marzo 2016, Madrid. 99 H. Calvo Ospina, op.cit., p. 84.

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