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L'arrivo di Alvaro Uribe Velez alla presidenza.

Alvaro Uribe venne eletto Presidente della Repubblica di Colombia il 26 maggio 2002 con il 53% dei voti appoggiato esplicitamente dai gruppi paramilitari. Come già accennato nel primo capitolo, la carriera politica di Uribe risultò essere alquanto discutibile in quanto consolidò forti legami con narcotrafficanti e paramilitari. A dimostrazione di ciò, il suo programma costituì il progetto di «Stato Comunitario» che previde la centralizzazione del potere nell'esecutivo, il rafforzamento dell'apparato militare, lo sviluppo del fenomeno paramilitare sotto il controllo politico dello Stato, la riduzione dei diritti della popolazione colombiana in cambio di maggiore sicurezza e un rafforzamento delle relazioni con gli USA per la lotta al

162 http://www.semana.com/nacion/conflicto-armado/articulo/eta-farc-vieja-amistad/113842-3 163 http://www.semana.com/nacion/conflicto-armado/articulo/eta-farc-vieja-amistad/113842-3 164 http://www.semana.com/nación/articulo/las-armas-farc/46688-3

terrorismo e al narcotraffico.

Un membro del segretariato delle FARC-Ep, il comandante Raul Reyes affermò che il governo Alvaro Uribe Vélez incarnava alla perfezione l'oligarchia colombiana che nel corso degli anni ha causato miseria, morte, sfruttamento del territorio e terrorismo di stato contro la popolazione civile disarmata. Si tratta di un governo al servizio degli interessi statunitensi, del FMI e delle grandi multinazionali165.

L'approccio di Uribe fu completamente differente dal suo predecessore puntando tutto il suo esecutivo sulla controffensiva militare statale contro la guerriglia.

Uribe si insediò alla presidenza il 7 agosto 2002 e quattro giorni dopo varò lo “estado de conmoción interior” in tutto il territorio nazionale, con il quale vennero adottate misure per la salvaguardia dell'ordine pubblico attraverso la militarizzazione dei municipi di Arauca, Sucre e Bolivar166. Il decreto diede la possibilità di catturare individui sospettati di essere vicini alla guerriglia senza la necessità di un'autorizzazione giuridica. Le zone sopracitate erano sotto il diretto controllo dell'esercito, il quale aveva piena libertà di indagare e classificare informazioni molto spesso violando i diritti più elementari. Venne limitato il diritto di residenza e circolazione in entrata e in uscita dai municipi, i controlli e le perquisizioni venivano effettuati quotidianamente e vennero ristretti i diritti di libertà delle popolazioni167. Queste misure facevano parte della politica di “Seguridad Democrática” voluto da Uribe che aveva come obiettivi la sicurezza di tutti i cittadini colombiani, il rispetto dei diritti umani, il rafforzamento della giustizia e dello stato di diritto e la garanzia che anche le forze di opposizione avessero voce in capitolo durante la fase elettorale. Per l'attuazione del piano, Uribe mobilitò tutte le forze armate a controllare strenuamente tutto il territorio colombiano. Si trattò di una presenza permanente e definitiva dell'esercito in tutto il paese. Tutto questo fu giustificato considerando i gruppi guerriglieri come terroristi.

L'11 settembre 2001 vennero attaccate le Torri Gemelle e da questo momento in poi scattò la «lotta al terrorismo». Uribe ne approfittò per dichiarare organizzazione terroristica e legata al narcotraffico il movimento delle FARC, così da avere mano

165 Redvoluciones.org,op.cit., p. 19.

166 C. Medina Gallego, FARC-EP, notas para...op.cit. p. 231. 167 Ibidem.

libera per adottare qualsiasi misura contro il gruppo insurrezionale. In questo periodo nacque il termine «narcoterrorismo». La politica di Seguridad Democrática ebbe come scopo l'annientamento del terrorismo colombiano (ovvero FARC ed ELN) e la fine del narcotraffico, principale fonte di entrata delle organizzazioni terroristiche168. Uribe inoltre volle sradicare altre minacce derivanti dalle organizzazioni armate illegali come il sequestro, le estorsioni, la compravendita di armi a livello internazionale, gli attacchi alle grandi multinazionali statunitensi e il furto del petrolio.

Per ottenere questi risultati venne rafforzato in qualità e quantità l'apparato militare colombiano e le istituzioni giuridiche statali. In realtà il piano politico del presidente non dette grandi risultati, il suo errore fu quello di non riconoscere l'esistenza di un conflitto armato ma di considerare la guerriglia come gruppo terrorista, sminuendola sotto il punto di vista ideologico e sotto il punto di vista militare legandola al narcotraffico.

Solo nel 2003 persero la vita in Colombia 6335 persone e solo metà di queste per motivi legati al conflitto armato, gli altri a causa della delinquenza comune e a causa dell'abuso di potere da parte delle forze militari e di polizia colombiane 169.

Dopo la fine degli accordi di pace il confronto armato tra Stato e FARC si fece sempre più cruento dall'arrivo di Uribe. I gruppi militari, nonostante un accordo stabilito con Uribe di cessazione delle ostilità continuarono ad uccidere e a far sparire cittadini colombiani, si pensi alla cifra di 1900 persone morte o scomparse a causa dei “para” negli anni tra il 2002 e il 2004170. In questo lasso di tempo si calcola che i morti dovuti al conflitto socio-politico furono più di 10000, e 6000 di queste erano appartenenti a organizzazioni sindacali, difensori di diritti umani e appartenenti a movimenti sociali di sinistra171.

Con l'arrivo di Uribe iniziarono ad apparire i primi “falsos positivos”, ovvero quei civili uccisi dall'esercito e presentati alla società come guerriglieri con lo scopo di ingigantire le cifre del conflitto e legittimare le spese per la sicurezza e la difesa.

168 Ivi, p. 234. 169 Ivi, p. 237. 170 Ivi, p. 238. 171 Ibidem.

Con il “Plan Patriota”, scattò l'offensiva ufficiale dello stato contro le FARC-Ep. Il piano in questione faceva parte del più ampio Plan Colombia e prevedeva un controllo e una presenza effettiva militare in tutte le zone sotto il dominio delle FARC. I militari si avvalsero della presenza e dell'aiuto fisico e finanziario dell'esercito statunitense172.

Il piano venne avviato nel 2004 due anni dopo l'insediamento di Uribe alla presidenza. 18.000 soldati colombiani si stanziarono nei dipartimenti del Meta, Caquetá, Putumayo, Guaviare e Vichada con lo scopo di distruggere definitivamente la guerriglia. Centinaia di aerei spia sorvolavano le zone interessate, da elicotteri vennero lanciate bombe per ripulire il territorio e, successivamente, squadre di terra a colonne di 300 effettivi distanti 200 metri le une dalle altre entravano nella selva pensando di poter attaccare il quartiere generale delle FARC. Lo Stato non prese in considerazione che la guerriglia non aveva un punto di riferimento preciso e così furono numerose le perdite tra i militari colombiani. Un esempio chiarificatore di quanto appena detto può essere riassunto nei fatti di Vistahermosa. Il 27 dicembre 2005 guerriglieri del Blocco Orientale delle FARC-Ep attaccarono due contingenti dell'esercito nel municipio di Vistahermosa nel dipartimento del Meta. Vennero uccisi 29 militari e 26 risultarono feriti, vennero recuperati decine di armi, tra cui fucili, mitragliatrici, lanciagranate, granate e mortai. I morti nelle fila delle FARC furono solo 8173.

Grazie alla loro conoscenza del territorio e alla loro tattica e strategia militare, le FARC-Ep prevalsero sulle forze armate, che agli inizi degli anni 2000 subirono molte perdite tra le loro fila oltre a pesanti sconfitte nei confronti armati contro la guerriglia.

Gli scontri tra guerriglia de esercito generarono migliaia di sfollati tra la popolazione civile nei dipartimenti di Caquetà, Meta, Putumayo e Guaviare, più di 15.000 nel solo 2004174. Durante il primo mandato di Uribe le sconfitte subite dalle forze

militari colombiane furono decine, in particolare nel dipartimento del Putumayo, al confine con l'Ecuador, dove le FARC esercitavano un completo controllo del

172 Ivi, p. 240. 173 Ivi, p. 241. 174 Ivi, p. 242.

territorio. La completa popolazione di molti municipi di questa regione si rivolgevano ai guerriglieri delle FARC per risolvere le dispute e i problemi interni, ma non solo i civili, anche la polizia nazionale: sapendo di non poter gestire un controllo effettivo si rivolgevano ai guerriglieri per poter iniziare un'indagine su un determinato fatto. Qui, come in molti altri municipi colombiani, le FARC rappresentavano un «governo dentro al governo».

Nel San Vicente del Caguan per esempio quando le Farc vi si installarono non esistevano piç di cinque strade asfaltate, due anni dopo erano più di sessanta. Il lavoro venne eseguito da tutti i membri della popolazione e finanziato grazie alle imposte sui trasporti di bestiame e di prodotti agricoli175

Il Putumayo rappresentava anche una regione petrolifera di estrema rilevanza per lo stato colombiano, e le FARC operavano anche in questo settore attaccando le multinazionali petrolifere e rubando petrolio che, attraverso la vendita, veniva utilizzato come mezzo di finanziamento.

Il secondo mandato di Uribe si caratterizzò con il rafforzamento delle strutture militari statali tramite investimenti per 6 miliardi di dollari176, facendo diventare la Colombia il paese con maggiore copertura di forza pubblica per abitante, con una media di 881 effettivi ogni centomila abitanti177: la polizia nazionale passò da 110.000 a 160.000 effettivi dal 2002 al 2010.

I membri delle FARC furono ridotti a 7000 accusando, nonostante le numerose vittorie sull'esercito, il calo di appoggio della popolazione civile e le morti subite da parte delle forze armate e dagli scontri con i paramilitari.

Quello che effettivamente ottennero il “Plan Colombia” e il “Plan Patriota” fu lo spostamento della guerriglia verso le zone di frontiera della Colombia a causa della loro natura geografica maggiormente selvatica e montuosa e per meglio controllare gli sfruttamenti illegali di oro, smeraldi e petrolio178. La guerriglia non fu l'unica costretta a spostarsi. La PSD179 di Uribe causò un ingente aumento del numero di

175 F.L. Trujillo, op.cit., p. 121. 176 J. Rios Sierra, op.cit., p. 88. 177 Ibidem.

178 Ivi, p. 93

sfollati, i quali, dall'anno 2000 registrarono 200.000 casi annuali fino al 2011180. Riassumendo il governo di 8 anni di Uribe in relazione alle FARC, possiamo affermare che la sua politica fu completamente offensiva nei riguardi della guerriglia colombiana, tesa ad annientare il gruppo insurrezionale servendosi non solo dell'aiuto economico da parte degli USA destinato alle forze armate colombiane, ma anche delle formazioni paramilitari (a riprova di ciò basti vedere la legge di amnistia del 2005 promulgata nei loro confronti) e della violenza dell'esercito e della polizia colombiana, la quale causò un incremento sistematico di morti, sparizioni e “falsos positivos”. La guerriglia colombiana, nonostante diverse vittorie sul campo ma anche molte perdite tra le sue file ha saputo riorganizzarsi strategicamente e tatticamente, arrivando nel 2010 alla presidenza di Santos, con un numero totale di effettivi che si aggirava intorno agli 8.000.