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Analisi della relazione tra FARC-Ep e narcotraffico.

Principali produttori di cocaina nel mondo. Coltivazione illegale di coca (in ettari) tra il 2003 e il 2014, ( Fonte: Lookoutnews Magazine, p. 14.)

La Colombia continua a essere tutt'oggi il primo paese al mondo per produzione di cocaina. Da come si può facilmente vedere dal grafico le coltivazioni di coca sono passate da 48.000 ettari nel 2013 a 69.000 nel 2014. Ciò ha significato un aumento

54 Ivi, p. 67.

della produzione di cocaina da 290 tonnellate nel 2013 a 442 nel 2014.

Il fenomeno del narcotraffico in Colombia iniziò negli anni '60, quando la domanda di marijuana da parte degli americani era in continua crescita e i colombiani erano in quegli anni i maggiori offerenti. Agli inizi degli anni Ottanta le cose cambiarono: i narcotrafficanti colombiani si accorsero che i soldi guadagnati con 1 chilo di cocaina erano gli stessi guadagnati con 100 chilogrammi di marijuana. I “narcos” iniziarono così a produrre cocaina e a venderla al mercato statunitense. Grazie a questo commercio, Pablo Escobar Gaviria e i fratelli Orejuela, rispettivamente a capo del Cartello di Medellin e del Cartello di Cali, divennero personaggi importantissimi in Colombia e nel resto del mondo, in grado di pagare per intero, da soli, il debito estero del loro paese. Gli anni Ottanta in Colombia furono anni di una violenza inaudita, dove la guerra tra Stato e narcotrafficanti causava ogni giorno esplosioni, morti e attentati, in particolare quelli ordinati dai “narcos” per evitare la firma da parte del governo che li avrebbe condannati all'estradizione negli Stati Uniti.

Il narcotraffico è un commercio subdolo e fluido, che si è saputo adattare negli anni stabilendo alleanze con i differenti attori del conflitto armato colombiano e che gli ha permesso di continuare a rimanere in vita e a svilupparsi fino ai giorni nostri56. Il narcotraffico è quindi diventato dagli anni Ottanta un altro fattore del conflitto colombiano, che è andato a gettare fuoco sulla benzina in un contesto già molto violento. Per esempio, i narcotrafficanti, nel 1994, possedevano 300.000 ettari di proprietà rurali. Queste proprietà sono aumentate del 200% in sei anni grazie al guadagno ricavato dal commercio di cocaina57. In altri termini si appropriarono del 42% del totale di terre coltivabili del paese, generalmente le più produttive.

Il narcotraffico è servito anche per finanziare il progetto statunitense contro le guerriglie in America Latina. In Honduras, nella base militare di “El Aguacate”, venne creata una scuola per addestrare e formare i paramilitari, attraverso la consulenza di ex comandanti delle SS tedesche58. Uno dei principali fu il tedesco

Klaus Barbie, il quale ebbe il compito di creare i primi laboratori di cocaina per

56 M. P. Yeste, L. P. Fernandez, op.cit., p. 19. 57 Ibidem.

finanziare il progetto anticomunista statunitense59. La cocaina veniva prodotta in Bolivia, paese dove Barbie risiedeva, caricata su navi dell'azienda argentina YPF grazie alla collaborazione del dittatore Videla e trasportata fino a Miami, sede del “club di Murciélago”, all'interno del quale vi erano le più importanti famiglie di Cuba anti-castriste, tra le quali quella produttrice del «Bacardi Rum»60. I soldi

venivano poi inviati all'ambasciata statunitense in Honduras.

L'economia della droga provoca un rafforzamento dei gruppi armati attori del conflitto, e ciò genera di conseguenza più morti e più violenza. Né il governo colombiano, né gli USA con il loro “Plan Colombia”, hanno risolto la situazione. Quando parliamo di narcotraffico in Colombia parliamo di miliardi di dollari. Le FARC-Ep in questo tipo di commercio, che ruolo hanno?

In un'intervista del 2015 alla BBC, Ivan Marquez, membro del Segretariato delle FARC-Ep e della delegazione dell'Accordo di Pace con Santos, affermò che le FARC-Ep, «non sono un'organizzazione dedita al narcotraffico, non possiedono laboratori per la produzione di cocaina, né la commerciano. Le FARC riscuotono una imposta ai narcotrafficanti di cocaina, questa è l'unica fonte di ingresso che può accomunare la guerriglia al traffico di droga. Molti vincolano le FARC al narcotraffico a causa di una propaganda mediatica che ha l'intento di equiparare l'organizzazione guerrigliera a un semplice cartello della droga e a delinquenti comuni»61. La tassa a cui fa riferimento il comandante delle FARC è il “gramaje” che esprime l'associazione delle coltivazioni di coca su un territorio gestito dalle FARC-Ep. Il “gramaje” è una imposta che viene riscossa dai guerriglieri delle FARC nei confronti di coloro che si recano a comprare le foglie di coca dal contadino che la coltiva62. Il “gramaje” venne istituito nell'VIII conferenza guerrigliera e inizialmente prevedeva una tassa del 15% applicata su ogni chilo di pasta base comprata dal campesino63. Scopo sociale dell'imposta era proteggere il

contadino colombiano da eventuali soprusi da parte dei narcotrafficanti. Ciò ha

59 Intervista a Ivan Forero, 26 Aprile 2016, Madrid. 60 Intervista a Ivan Forero, 26 Aprile 2016, Madrid.

61 http://www.bbc.com/mundo/noticias/2015/12/151216_farc_colombia_conflicto_ivan_marquez 62 http://web.archive.org/web/20090203212655/http://www.ser2000.org.ar/protect/Archivo/d000

cccb.htm

creato una netta divisione tra «Fronti ricchi» e «Fronti poveri»: infatti, nelle zone dove le coltivazioni di coca erano maggiori i guerriglieri guadagnavano di più rispetto ad altre zone sotto il controllo delle FARC dove la coltivazione di coca era quasi inesistente.

Le FARC-Ep, da parte loro, hanno sempre rifiutato e respinto qualsiasi tipo di accusa che le coinvolgesse nel traffico di droga64, affermando che l'unica entrata economica in relazione alla produzione di coca è il “gramaje”.

All'interno di un movimento composto da migliaia di membri, il rischio della presenza di guerriglieri che vogliono approfittarsi della loro posizione per arricchirsi a livello personale è molto alto. In quest'ottica possiamo considerare il caso di Martin Leonel Pérez Castro, alias “Richard”. Entrò nella guerriglia da adolescente. Inizialmente aveva il compito di portare messaggi ad altri guerriglieri e gestire i mezzi di comunicazione. Nel 2011 arrivò a diventare comandante del Fronte 30 delle FARC-Ep dopo la morte del suo mentore Jorge Neftalí Umenza Velasco, alias “Mincho”65. Nel 2014 venne arrestato dalla polizia colombiana con l'accusa di aver

inviato 3 tonnellate di cocaina dal Cauca con un prezzo stimato intorno ai 70 milioni di dollari, vennero congelati i suoi 13 conti bancari nei quali depositava una cifra intorno ai 550 milioni di dollari e vennero arrestate 56 persone legate a lui66. Tra i beni sequestrati durante il suo arresto vi erano inoltre una lussuosa villa del valore stimato intorno agli 890 milioni di dollari67, una importante collezione di macchine lussuose, 8 cellulari e vari quod68. In un comunicato, le FARC-Ep affermarono prontamente che il comandante “Richard” era già stato allontanato dall'organizzazione anni prima e che era considerato dalla stessa come un disertore e traditore dei principi e dei valori del movimento69.

Altro caso significativo può essere segnalato nell'Operazione «Santa Fè», avvenuta nel Giugno del 2015 e coordinata dalla DDA di Reggio Calabria congiuntamente con 64 http://www.telesurtv.net/news/FARC-EP-rechazan-vinculacion-con-el-narcotrafico-20141214- 0039.html 65 http://www.semana.com/nacion/articulo/capturado-richard-jefe-del-frente-30-de-las-farc/396487-3 66 http://www.las2orillas.co/el-capo-las-farc-quieren-negar/ 67 http://www.semana.com/nacion/articulo/capturado-richard-jefe-del-frente-30-de-las-farc/396487-3 68 http://www.eltiempo.com/multimedia/fotos/justicia/captura-alias-richard-jefe-del-frente-30-de-las- farc/14278896 69 http://www.las2orillas.co/el-capo-las-farc-quieren-negar/

la “Guardia Civil” spagnola e la DEA americana. Nella citata operazione venne svelata la relazione tra le cosche calabresi e un presunto comandante delle FARC-Ep. Sono state eseguite quattordici ordinanze di custodia in carcere e sequestrate 4 tonnellate di cocaina a due corrieri in procinto di imbarcarsi da Bogotá verso l’Italia, ma del membro della guerriglia colombiana nessuna traccia, nonostante il coinvolgimento dei “Navy Seals” statunitensi70.

Altro aspetto da segnalare è il presunto collegamento tra i guerriglieri colombiani e i terroristi di Al-Qaeda. Secondo il quotidiano “El Tiempo”, le FARC, per introdurre cocaina in Europa, utilizzano uno scalo nel Sahel, territorio dove sarebbe attiva l'organizzazione AQMI (Al Qaeda nel Maghreb Islamico). Secondo la relazione del quotidiano, AQMI riscuoterebbe un'imposta del 15% sul valore della cocaina diretta in Europa per garantire la protezione necessaria e assicurare il viaggio per il vecchio continente71. Inoltre, nel suddetto territorio, avverrebbero scambi con armi e “hashish” per un determinato quantitativo di cocaina72.

Analizzati questi casi, la domanda sorge spontanea: si tratta solo di casi isolati, per i quali risulta azzardato etichettare la guerriglia come una «narco-organizzazione», oppure il fenomeno coinvolge tutto il movimento guerrigliero colombiano?

In un rapporto della DEA risalente al 2015, le FARC risulterebbero essere legate da accordi economici riguardanti il traffico di droga con i cartelli messicani degli “Zetas” e con quello del Sinaloa73. L'agenzia statunitense segnalò come le FARC

inviassero cocaina ed eroina ai cartelli messicani che avevano il compito di farla arrivare negli USA.

Secondo il Ministero della Difesa colombiano la guerriglia è implicata a pieno titolo nel commercio di droga, che rappresenta la loro maggiore fonte di finanziamento: le FARC avrebbero il controllo del 60% del commercio di droga proveniente dalla Colombia e controllerebbero inoltre la maggiore quantità di terra adatta alla 70 http://www.limesonline.com/il-viaggio-della-cocaina-dalla-colombia-allitalia-grazie-a-farc-e- ndrangheta/86489 71 http://www.elespectador.com/noticias/judicial/farc-usan-redes-de-al-qaeda-introducir-cocaina- sahel-articulo-532099 72 http://www.elespectador.com/noticias/judicial/farc-usan-redes-de-al-qaeda-introducir-cocaina- sahel-articulo-532099 73 http://www.semana.com/nacion/articulo/informe-de-la-dea-revela-relacion-entre-las-farc-el- narcotrafico/448753-3

coltivazione di coca.74. La prova di queste affermazioni venne incontrata nelle e-mail presenti nei computer di Raul Reyes e Alfonso Cano, due leader storici delle FARC75.

Un esempio più recente può aiutare ad avere idee più chiare sul ruolo delle FARC-Ep in merito a questa fonte di finanziamento. Il 12 Gennaio 2017 furono arrestati nel municipio di Tumaco, facente parte del Dipartimento di Nariño, un gruppo dissidente delle FARC che non ha voluto consegnare le armi ed è stato trovato in possesso di mezza tonnellata di cocaina76.

Altro esempio che sostiene l'idea delle FARC riguardante la loro estraneità al commercio di droga è la cattura di Juvenal Ovidio Ricardo Palmera Pineda alias "Simón Trinidad", uno dei più importanti comandanti della guerriglia colombiana. Venne arrestato nel 2004 con le accuse di sequestro di persona e traffico internazionale di stupefacenti. Nel Dicembre dello stesso anno, venne caricato su un aereo della DEA ed estradato negli Stati Uniti, in Florida, per essere processato con le accuse di sequestro di persona, a causa del rapimento dei tre statunitensi che, insieme a Ingrid Betancourt, vennero catturati nel 2002 e per traffico internazionale di droga. Nel primo giudizio, relativo alla prima accusa, venne dichiarato colpevole e condannato a 60 anni di carcere77, ma nel secondo, concernente il traffico di sostanze stupefacenti venne dichiarato innocente e di conseguenza assolto78.

Molti lavori accademici sono stati scritti in relazione al vincolo tra narcotraffico e guerriglia. Uno dei più importanti è il rapporto pubblicato nel 2001 dai due sociologi, Bejarano e Pizarro, i quali riferirono che tra le fonti di finanziamento delle FARC il 48% derivava dal traffico di droga, il 36% dalle estorsioni, l'8 % dai sequestri e un altro 8% da altre attività varie79. Molti analisti e studiosi concordano sul fatto che il narcotraffico fornisce alle FARC un ingresso superiore ai 500 milioni di dollari 74 http://www.elpais.com.co/judicial/las-farc-si-son-uno-de-los-mayores-carteles-de-la-droga-dicen- analistas.html 75 http://www.elpais.com.co/judicial/las-farc-si-son-uno-de-los-mayores-carteles-de-la-droga-dicen- analistas.html 76 http://www.milenio.com/internacional/farc-cocaina-disidencia-guerrilla-narcotrafico-milenio- noticias_0_883111901.html 77 http://www.semana.com/nacion/articulo/simon-trinidad-guerrillero-conocio-santos/264258-3 78 http://www.semana.com/nacion/articulo/simon-trinidad-guerrillero-conocio-santos/264258-3 79 J. R. Serra, op. cit., p. 118.

annuali80.

Secondo le stesse analisi le FARC-Ep iniziarono a dedicarsi alla produzione e al commercio della droga a partire dalla seconda metà degni anni '90 una volta che l'Unione Sovietica era ormai definitivamente crollata. Secondo Jesús Santrich, membro del Segretariato delle FARC-Ep e della delegazione di pace, «dalla fine degli anni Ottanta, quando la lotta contro il fantasma comunista perse interesse, gli USA utilizzarono il narcotraffico come scusa per etichettare il movimento colombiano con il nome di narco-guerriglia e reprimerlo con la violenza»81. Con

l'arrivo di Uribe alla presidenza, la strategia governativa passò a una fase offensiva che costrinse le FARC a spostarsi in altri territori. La «Politica di Sicurezza Democratica» inoltre servì a debilitare le pratiche del sequestro e dell'estorsione82. Come già accennato nei capitoli precedenti, la guerriglia colombiana iniziò uno spostamento verso la «periferia» dello Stato, abbandonando le zone più centrali. Se nel 2002 le FARC controllavano 400 municipi, nel 2012, sopravvissute a due mandati del Presidente Uribe continuavano a controllare 200 municipi colombiani83 in 3 scenari fondamentali. Il primo di questi è formato dai dipartimenti di Meta, Caquetà e Putumayo. Tra il 2002 e 2012, nel Meta sono avvenuti 2573 scontri tra la guerriglia e l'esercito, 602 nel Putumayo e 1502 nel Caquetà84. Questi dati ci permettono di dedurre la forte presenza guerrigliera all'interno di questi territori. Secondo un rapporto UNODC del 2013, solo in questi 3 dipartimenti vennero distrutti 3235 laboratori per il processo di produzione di pasta base di coca e 82 laboratori per la produzione di cloridrato di cocaina, pari quasi al 30 % dei laboratori distrutti in tutta la Colombia85.

Altri quattro dipartimenti sotto controllo delle FARC sono quelli del Chocò, Valle del Cauca, Cauca e Nariño, nella parte sudoccidentale del paese. In questa zona, tra il 2002 e il 2012 si concentrarono più di 1600 scontri tra guerriglia ed esercito86. Nella

80 Ivi, p. 119.

81 http://www.rebelion.org/noticia.php?id=180815 82 J. R. Serra, op. cit., p. 120.

83 Ivi, p. 130. 84 Ivi, p. 134. 85 Ivi, p. 122. 86 Ivi, p. 134.

stessa zona, secondo lo stesso rapporto UNODC, tra il 2006 e il 2012 vennero distrutti un totale di 3500 laboratori adibiti alla produzione di pasta base e 545 laboratori per la produzione di cloridrato di cocaina87.

L'ultima enclave delle FARC è rappresentata dai dipartimenti di Arauca e Norte de Santander, zone particolarmente selvatiche confinanti con il Venezuela, dove solo nel 2012 le FARC attuarono rispettivamente 57 e 74 azioni guerrigliere88. Nei dipartimenti in questione inoltre, dal 2006 al 2012 vennero distrutti circa 650 laboratori per la produzione di pasta di coca e 286 laboratori per la cocaina89.

L'ultimo dipartimento in cui vige una forte presenza della guerriglia è Antioquia, nel quale vennero distrutti un totale di circa 2000 laboratori destinati alla produzione della sostanza stupefacente90. La presenza delle FARC in questi nove dipartimenti viene dimostrata dal numero di scontri con le forze armate colombiane. Si pensi, per esempio, che nel dipartimento di Cundinamarca, le azioni compiute dalla guerriglia nel 2002 furono 12991, ma a causa delle politiche di Uribe, nel 2005 non venne registrato nessun attacco della guerriglia92. Ciò sta a significare uno spostamento nei nove dipartimenti citati precedentemente. Si tratta di zone prevalentemente selvatiche, profondamente immerse nella selva, dove lo Stato non è presente, ragione per cui la guerriglia può facilmente controllare e gestire la vita pubblica, ciò è dovuto anche allo scarso livello di istruzione presente. Un dato significativo riguarda la distruzione dei laboratori per la produzione di cocaina e di pasta base: nei nove dipartimenti, dal 2006 al 2012, vennero distrutti 9230 laboratori di pasta base e 1136 laboratori di cloridrato di cocaina, pari rispettivamente a 70,8% e al 76,3% del totale del paese93.

Si tratta di dati interessanti e provenienti da una fonte autorevole come la UNODC, però mai nessuna prova tangibile è stata trovata in merito alla relazione tra le FARC

87 Ivi, p. 122. 88 Ivi, p. 134. 89 Ivi, p. 123. 90 Ibidem. 91 Ivi, p. 132. 92 Ibidem. 93 Ivi, p. 123.

e il traffico internazionale di sostanze stupefacenti94. Solo qualche caso isolato per il quale la guerriglia ha sempre prontamente risposto. In questo senso risulta importante citare il caso del famoso “Negro Acacio”, comandante del Fronte numero 16 e accusato di essere il narcotrafficante principale della guerriglia95. Quando venne ucciso in un bombardamento ad opera dell'esercito colombiano il 2 Settembre 2007, nel suo accampamento vennero trovate armi, ricetrasmittenti e quattro GPS, ma neanche una traccia connessa alla produzione e alla vendita di droga96.