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"Il contrasto al finanziamento del terrorismo: il ruolo dell'ONU e di altri organi internazionali"

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Academic year: 2021

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INDICE GENERALE

INTRODUZIONE.

5

Capitolo 1: Il terrorismo nella storia.

6

1.1 Principali atti di terrorismo del periodo 1999-2015.

6

1.2 Gruppi terroristici più influenti degli ultimi decenni: Al-Qaeda- Boko Haram- Is. 20

1.3 Differenze strutturali tra il “vecchio” ed il “nuovo terrorismo”.

26

1.4 Strumenti di finanziamento dei principali gruppi terroristici e principali

contromisure.

32

Capitolo 2: Definire il terrorismo.

35

2.1 Cenni storici ed evoluzione del termine terrorismo.

35

2.2 Problematiche politiche sulla definizione del terrorismo.

39

2.3 Un approccio giuridico alla definizione di terrorismo.

59

2.4 Le indicazioni emergenti dalle attività promosse dall'ONU.

75

Capitolo 3: La risposta internazionale al terrorismo.

83

3.1 ONU, attore principale contro il terrorismo?

83

3.2 Mosse ONU: Sixth Committee, Comprehensive Convention e CTC.

94

3.3 Altri strumenti ONU nella lotta al finanziamento del terrorismo.

98

Capitolo 4: Dalle sanzioni economiche alle smart sanctions.

103

4.1 Strategia di contrasto al finanziamento. Risoluzioni fondamentali.

103

4.2 Dalle Sanzioni economiche alle Sanzioni Smart.

123

4.3 Dagli anni Novanta ad oggi: storia ed evoluzione delle Smart Sanctions.

128

4.4 L'assetto sanzionatorio contro Al-Qaeda.

135

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Capitolo 5: L'ONU e gli organismi regionali: chi è più efficiente nella lotta

al finanziamento del terrorismo?

144

5.1: Libertà di manovra e di applicazioni del principio delle sanzioni mirate da parte di

altri organismi regionali: UE.

144

5.2 L'Unione Africana.

160

5.3 Cenni su altri sistemi sanzionatori. OAS E ASEAN,

170

5.4 Conclusioni.

176

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INTRODUZIONE.

Il terrorismo può essere considerato da diversi punti di vista: politico, giuridico, storico, sociologico. Quale che sia il punto di vista dal quale si osserva, esso è sempre e comunque un fenomeno collegato all’idea del terrore, alla lesione della libertà altrui e alla violazione dei diritti altrui. Nel particolare lavoro qui presentato, verrà considerato il terrorismo cosiddetto “di matrice islamica”, con riferimento particolare all’arco temporale compreso tra gli anni Novanta e i nostri giorni.

Fulcro centrale della tesi sarà nello specifico l’analisi dei mezzi di contrasto posti in essere dall’ONU e da altri organi internazionali nella dinamica del finanziamento del terrorismo (riferimenti principali ai gruppi più in auge del ventennio considerato, Al-Qaeda, ISIS e BOKO-HARAM). Tuttavia tale studio non può prescindere da un’analisi preliminare circa la definizione stessa di terrorismo. L’interrogativo posto nel lavoro è quello circa l’effettiva rintracciabilità di una definizione giuridica univoca del fenomeno considerato nell’alveo delle Organizzazioni analizzate. Si noterà che, nonostante un’evidente evoluzione conseguita negli anni da parte dell’ONU e nonostante l’operato efficiente in tal senso anche di altre protagoniste di questa dinamica (in particolare l’Unione Europea), tale definizione è difatti oggi assente. Tale situazione crea un deficit non solo nel contrasto al finanziamento del terrorismo, ma alla più generale lotta comune contro lo stesso. Ciò che tale analisi vuole fare emergere è come questa inesistenza di definizione univoca sia riconducibile non tanto ad una mancata o non compiuta evoluzione di tipo giuridica degli strumenti considerati, quanto invece alla sfera politica della questione. È lampante infatti che per contrastare un fenomeno di portata internazionale, la cooperazione più ampia possibile tra gli Stati chiamati ad agire è un elemento imprescindibile ed è elemento che si può concretizzare solo tramite un processo di sintesi politica che conduca ad un’effettiva volontà di cooperare.

Per quanto riguarda invece nello specifico la trattazione del corpo centrale della tesi, si propone un’analisi accurata degli strumenti principali posti in essere dalle Nazioni Unite per contrastare il finanziamento del terrorismo. Tra tutti, la Risoluzione 1267 e la Risoluzione 1373, che hanno rappresentato e rappresentano oggi (seppur con delle evidenti modifiche avvenute nel tempo e consequenzialmente agli avvenimenti storici) le fondamenta di base del sistema ONU in questo contesto. All’analisi di tali strumenti seguirà quella di altri facenti parti dell’alveo di varie Organizzazioni, quali l’UE, l’OAU, l’UA, l’OAS e l’ASEAN.

Tale lavoro si pone dunque l’obiettivo di svolgere un’analisi comparativa dell’efficienza di tali sistemi esposti congiuntamente al tentativo (basato su un’analisi di tipo personale di chi scrive) di proporre un’eventuale via da seguire per implementare tali sistemi e meglio contrastare il

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finanziamento del terrorismo oltre che, consequenzialmente, il terrorismo stesso come fenomeno storico e politico.

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Capitolo 1: Il terrorismo nella storia.

1.1: Principali atti di terrorismo nel periodo 1999-2015.

Il terrorismo, inteso come fenomeno atto a creare terrore, come l'azione di un soggetto finalizzata a ledere a cose o persone, è senza dubbio una pratica che caratterizza la storia, da sempre. Le forme di terrorismo, secondo l'opinione di molti esperti del settore, sono dirette conseguenze della stessa natura dell'uomo, il quale, in quanto essere sì pensante ma allo stesso tempo egoista, ha sovente posto in essere pratiche al limite della legalità e del rispetto delle libertà altrui in virtù di una fruizione personale di qualche tipo: la rivendicazione di un territorio, l'indirizzamento di nomine prestigiose e di potere, l'abbattimento di un ordine stabilito al fine di sostituirlo con un altro. È dunque sempre stata una pratica presente nella vita degli uomini e consequenzialmente degli Stati. Non è certo un fenomeno al quale può essere affibbiata una data di nascita precisa (almeno non se si considera una nozione generale di terrorismo) o sul quale possa essere minimamente fatta una previsione circa la sua estinzione (ammesso che avverrà mai). Le forme di terrorismo sono le più diverse e talora cangianti, ma è intenzione di questo capitolo quella di considerare una particolare espressione del suddetto fenomeno in un determinato periodo storico, quello che ha coperto l'arco temporale tra il 1999 e il 2015.

In riferimento a questo periodo storico, il binomio “integralismo di stampo islamico-terrorismo” è stato senza dubbio quello sul quale si è focalizzata l'attenzione dei governanti, dei media e del mondo intero. Tra la fine del Secondo Millennio e l'inizio del Terzo, la società è sembrata impaurita e preoccupata dall'avvenimento che avrebbe (secondo le tesi catastrofiche più in voga di quegli anni) sconvolto il mondo per come conosciuto, il Millennium Bug1. In realtà, il mondo

ha salutato il nuovo Millennio senza troppi affanni. Erano infatti ben altri i problemi che, soprattutto in quel periodo storico, avevano (o avrebbero) dovuto instillare timore: agli albori del Duemila, il fenomeno terroristico di matrice Islamica (estremista) era ormai divenuto un problema all'ordine del giorno, un nemico sempre più concreto anche per il cosiddetto “Occidente Politico”. Un nemico non più confinato in territori lontani anni luce dalla cultura dell'Ovest del Mondo, in qualche luogo poco ospitale dell'Asia o dell'Africa, bensì un nemico

1 Millennium bug, conosciuto anche come Y2K bug, è il nome che è stato attribuito ad un potenziale difetto informatico (bug) che avrebbe potuto manifestarsi al cambio di data dalla mezzanotte del 31 dicembre 1999 al 1º gennaio 2000 nei sistemi di elaborazione dati, sia personal computer che grandi elaboratori (mainframe) e controllori di processo dedicati embedded. Nulla di tutto ciò avvenne.

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minaccioso pronto a sguainare la spada pur di perseguire il “Jihad”, la “Guerra Santa” o più precisamente “La Guerra agli infedeli”. Non che durante gli anni che iniziarono a segnare la fine del bipolarismo figlio della Guerra Fredda (l'invasione sovietica dell'Afghanistan nel 1979 ha rappresentato infatti uno degli ultimi colpi di coda di un URSS praticamente destinata al collasso) non si fossero presentate, e bruscamente, le prime avvisaglie di quello che poi diverrà il problema del nuovo secolo. Sono stati infatti diversi i casi in cui, negli ultimi decenni del '900, la società civile s'è trovata di fronte a crisi profonde dovute ad azioni di stampo terroristico, già negli anni settanta; uno dei primissimi esempi di quanto appena affermato è rintracciabile nel settembre del 1972, quello che è passato alla storia come il mese del “Massacro di Monaco”. Durante le Olimpiadi Estive tenutesi appunto a Monaco di Baviera, un commando di guerriglieri legati al gruppo terroristico palestinese “Settembre Nero”2, fece

irruzione nel villaggio olimpico, con l'obiettivo di entrare negli alloggi degli atleti israeliani. Due furono gli atleti uccisi immediatamente, altri nove furono tratti in ostaggio e perirono successivamente (e con loro 5 Feddayyìn e un poliziotto) in conseguenza del tentativo della polizia tedesca di liberare gli ostaggi. Tre dei Feddayìn furono arrestati. Tuttavia il 29 ottobre, un altro commando dirottò verso Zagabria un volo della Lufthansa partito da Damasco e diretto a Francoforte, tenendo difatti in ostaggio cittadini tedeschi e domandando in cambio della loro liberazione, il rilascio dei responsabili della strage. Il governo tedesco acconsentì allo scambio e i tre terroristi furono liberati e trasportati in Libia. Successivamente si diffuse il sospetto che il dirottamento fosse stato organizzato, o comunque non contrastato, dallo stesso Governo tedesco allo scopo di liberarsi dei tre superstiti e probabilmente per tenere la Germania al riparo da eventuali ritorsioni terroristiche. Questo episodio terroristico si è dimostrato uno dei classici casi in cui il terrorismo, come oggi inteso, ha fortemente influenzato delle scelte politiche.

Ma i casi di terrorismo in questa fase storica non sono soltanto riconducibili alla matrice islamica o mediorientale. Nel 1974 è l'Italia a divenire palcoscenico di un altro atto di stampo terroristico; il 4 agosto di quell'anno infatti, si è consumata la “Strage dell’Italicus”, ovvero l'esplosione di una bomba ad alto potenziale su un vagone dell'espresso “Roma-Monaco di Baviera”. Morirono dodici persone e i feriti furono decine. L'atto, rivendicato dall'associazione neofascista “Ordine Nero”3, era mirato a vendicare la morte di Giancarlo Esposti, esponente del

movimento, che era stato identificato come autore della “Strage di Piazza della Loggia” (Brescia, 28 maggio 1974), freddato durante un blitz delle Forze dell'Ordine tenutosi due giorni

2 Settembre Nero era un gruppo terroristico di stampo socialista e laico fondato nel 1970 da fedayyin palestinesi. Prese vita come piccola cellula di Al-Fath. https://it.wikipedia.org/wiki/Settembre_Nero 3 L'organizzazione armata di destra Ordine nero è stata una associazione segreta terroristica neofascista

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dopo i fatti di Brescia. I fatti terroristici sarebbero diventati peculiari della storia di un'Italia col fiato sospeso e la paura incessante scatenata dagli “Anni di Piombo”. La “Strage di Bologna”4

(2 agosto 1980) e La “Strage del rapido 904” o “Strage di Natale”5(23 dicembre 1984) sono altri

due esempi che evidenziano questa natura delle cose.

È nello stesso anno della “Strage dell’Italicus”, precisamente il 21 novembre 1974, che si è consumato un altro atto di terrore in territorio europeo. Infatti quel giorno è ricordato come il giorno dell'attentato “ai pub di Birmingham”, posto in essere per opera della Provisional IRA6,

l'organizzazione terroristica irlandese che per decenni si è battuta per porre fine alla presenza britannica nell'Irlanda del Nord. Nel tragico evento, furono piazzate due bombe in due distinti locali del centro città inglese, con la conseguente morte di ventuno persone.

Il 1985 si chiuse poi con un doppio attentato, quello di Roma e Vienna. Il 23 dicembre 1985 infatti, furono portate a compimento due operazioni terroristiche negli aeroporti delle rispettive capitali europee, per mano di un commando palestinese e per volontà di Abu Nidal (fondatore del Consiglio Rivoluzionario di Al-Fath e precedentemente membro di Al-Fath stessa) con la conseguente morte di 20 persone e il ferimento di centinaia.

Il 1985 è anche l'anno del caso “Achille Lauro” e del suo dirottamento ad opera del Fronte di Liberazione Nazionale Palestinese. La vicenda, molto controversa e mai chiarita completamente, è stata causa di una delle maggiori crisi delle relazioni internazionali tra USA e Italia, ma è soprattutto uno dei casi che ha spinto maggiormente l'attenzione di tutti gli attori internazionali sulla questione del terrorismo, problema sempre più pregnante e dalla natura sempre più concreta in quegli anni.

Tre anni dopo sarà la volta del caso “Lockerbie”, quando il volo Pan Am 103 (con rotta da Londra-Heatrow a New York-J.F. Kennedy Airport), esplose in volo il 21 dicembre del 1988,

4 Un orologio fermo alle 10.25 del mattino. È il 2 agosto 1980. Il giorno della strage di Bologna. Una bomba nella sala d’'aspetto della stazione: ottantacinque morti, duecento feriti. Ci vogliono quindici anni perché arrivi la sentenza definitiva, che condanna all’'ergastolo gli autori materiali dell’'attentato: Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. Ma anche il “maestro” della P2, Licio Gelli, viene condannato a dieci anni per aver depistato le indagini. http://www.raistoria.rai.it/articoli/strage-di-bologna/30198/default.aspx

5 Un carico d'esplosivo di 12 kg viene posizionate sul treno. La potenza della deflagrazione fa esplodere diverse carrozze. Salta la linea elettrica e il treno si ferma in galleria, al buio. Vuole replicare la Strage Italicus. Ma questa volta dietro la bomba c’è un nuovo scenario di complicità tra poteri criminali, che la magistratura ha in parte svelato.

6 La Provisional IRA (PIRA) nasce con la scissione dall' IRA (da allora in poi Official IRA) di alcuni elementi critici verso la leadership che accusavano di tendenze troppo socialiste ma soprattutto di non essere stata in grado di difendere i quartieri cattolici di Belfast quando vennero attaccati da gruppi di estremisti protestanti e centinaia di famiglie dovettero abbandonare le proprie case date alle fiamme.

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schiantandosi nella regione scozzese della cittadina che darà il nome al caso, Lockerbie appunto. Morirono 270 persone (259 a bordo dell'aereo, 11 a terra colpite dai rottami del velivolo), la maggior parte cittadini statunitensi. In seguito alle indagini, venne provata la responsabilità di Abdel Basset Ali al-Megrahi, ufficiale dell'intelligence libica. È in questo momento che le reazioni delle Organizzazioni Internazionali iniziarono a farsi sentire in maniera diretta, ponendo di conseguenza il terrorismo tra i problemi di massima urgenza. L'ONU infatti, in conseguenza delle indagini svolte dal FBI, sanzionerà la Libia di Muammar Gheddafi. Con la risoluzione 748/92 7, l'ONU impose un embargo alla Libia, durato fino alla consegna degli

imputati, avvenuta il 5 aprile 1999, e nel 2003 all'accettazione della responsabilità civile verso le vittime.

Un ultimo attentato che va considerato, prima di quel periodo storico compreso tra il 1999 e il 2015, che ha effettivamente cambiato volto sia al terrorismo sia alla reazione internazionale a quest'ultimo, è senza dubbio l'attento di “Oklahoma City”. Fu un attacco terroristico avvenuto il 19 aprile 1995 contro l'edificio federale “Alfred P. Murrah”, nel centro di Oklahoma City. Nell'attentato morirono 168 persone e se ne ferirono oltre 800. Fu il più sanguinoso attentato terroristico entro i confini degli Stati Uniti prima degli attentati dell'11 settembre 2001.

Ad essere accusato e poi riconosciuto colpevole dell'attentato fu Timoty McVeigh, ex veterano della guerra del Golfo: la sentenza lo condannò a morte e venne giustiziato l'11 giugno 2001 tramite iniezione letale.

Come questo breve elenco dimostra, i sintomi di un terrorismo dilagante nei decenni che chiudono il '900, erano diventati sempre più lampanti. Alle organizzazioni criminali considerate, si potrebbero aggiungere altre voci: si pensi alle Brigate Rosse8 in Italia o alle Forze Armate

7 “Embargo aereo totale, civile e commerciale, da e verso la Libia, con l’unica eccezione di aiuti umanitari urgenti. Divieto di prestare ogni tipo di assistenza tecnica e di manutenzione ad aerei libici così come ci si asterrà' dal pagare nuove richieste di assicurazione. Divieto di vendere armi alla Libia, compresi veicoli militari. Il divieto si estende anche agli scambi tecnici e all' addestramento militare. Tutti i consiglieri militari stranieri presenti in Libia saranno rimpatriati. Riduzione dell'attività diplomatica della comunità' internazionale verso la Libia. Il numero e il livello delle missioni diplomatiche e consolari nel Paese nordafricano verranno sensibilmente ridotti. Verranno prese misure per negare il visto di ingresso a cittadini libici che sono stati espulsi da altri Stati perché' implicati in attività' terroristiche. La Libia dovrà infine dimostrare in tempi rapidi che rinuncia al terrorismo.

http://archiviostorico.corriere.it/1992/aprile/15/punti_della_risoluzione_co_0_9204154027.shtml?refr esh_ce-cp

8 Le Brigate Rosse nascono in Italia nel 1969. <<I Brigatisti ritenevano che la fase della Resistenza all'occupazione nazi-fascista in Italia fosse incompiuta. Gli obiettivi della lotta armata sono stati essenzialmente interni, ma non sono mancati obiettivi “internazionali”, come la cattura del funzionario statunitense della Nato, James Dozier..Basti pensare all'adozione in Francia nel 1985 della “Dottrina Mitterand”,che escludeva l'estradizione in Italia di presunti terroristi italiani rifugiatisi in Francia in quanto i reati ad essi contestati erano politici oltre che per la legislazione anti-terrorismo

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rivoluzionarie della Colombia (FARC)9 o ancora all' OLP10 in Israele, il PKK in Turchia11, gli

Hizbollah12 in Libano e infine HAMAS13 nei territori palestinesi occupati.14

Non v'è però dubbio, che gli ultimi quindici o sedici anni di storia, abbiano raccontato di una prepotente emersione e di un costante rafforzamento di molteplici gruppi terroristici legati all'integralismo islamico e un'esponenziale aumento degli attentati terroristici stessi. Il primo decennio del duemila è costellato di azioni terroristiche su scala planetaria principalmente riconducibili al gruppo di Al-Qaeda (Al-Qāʿida, in arabo دعاقلا ة, “La Base”). Al-Qaeda è un'organizzazione terroristica fondata da Osama Bin Laden tra il 1988 e il 1989, di chiara ispirazione fondamentalista islamica. Obiettivo principale è sempre stata la “ricostruzione della nazione dell'Islam”15, attraverso la guerra internazionale contro il nemico eretico, l'Occidente e i

suoi governi. Il gruppo eversivo-terroristico guidato da Osama Bin Laden è il responsabile dell'attentato che è difatti divenuto il punto di non ritorno nella lotta al terrore: gli attentati dell’11 settembre 2001. Com'è noto, i dirottatori presero il controllo di quattro aerei di linea: uno di questi precipitò prima di raggiungere l'obiettivo predefinito, ovvero il Campidoglio (o Casa Bianca): un secondo aereo invece, colpì il Pentagono, nonostante i tentativi a bordo da parte dei passeggeri (informati degli altri dirottamenti) di evitare il peggio; infine, altri due aerei

italiana, ritenuta contraria agli standard europei.>>. R. Nigro, “La definizione di terrorismo nel diritto internazionale” pp. 74-75.

9 <<Le FARC, fondate nel 1965 come organizzazione socio-rivoluzionaria, marxista-leninista, con l'obiettivo dichiarato di rovesciare il governo democratico della Colombia...considerate come organizzazione terroristica>> Ivi p. 78

10 Organizzazione per la Liberazione della Palestina, fondata nel 1964 come movimento di Resistenza contro Israele. <<L'OLP ha sempre rifiutato la qualificazione di organizzazione terroristica, ritenendo le azioni violente da essa perpetrate una legittima risposta all'occupazione israeliana>>. Ivi p. 80 11 PKK, fondato nel 1978 da Abdullah Ocalan ha <<sempre perseguito l'obiettivo di creare uno Stato

Indipendente che riconoscesse la nazionalità e la cultura del Kurdistan...la lotta è perseguita prevalentemente contro obiettivi militari turchi...>> Ivi. p.83

12 Nato durante la guerra civile libanese nel 1975. Si ispira alla Rivoluzione Khomenista. Ivi p. 84 13 <<Organizzazione palestinese paramilitare fondata nel 1987, braccio armato dei Fratelli Musulmani

durante la Prima Intifada. Al contrario degli Hizbollah, il loro raggio d'azione è localizzato. Hamas nel 2006 ha ottenuto la maggiorana dei seggi alle elezioni parlamentari palestinesi.>> Ivi. pp. 85-86 14 Nella definizione dei gruppi citati quali organizzazioni terroristiche ci si rifà a diversi approcci circa

la loro inclusione in tale categoria. Si rammenta come ad esempio le Farc rientrino nella lista delle Organizzazioni terroristiche per l'UE (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:314:0041:0045:IT:PDF, “Posizione comune 2005/847/PESC”), mentre non rientri nelle omologhe liste ONU. Non è intento di questo lavoro di tesi porre in essere un'analisi politica delle divergenti catalogazioni delle organizzazioni citate. 15 Ivi, p. 87.

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furono condotti allo schianto contro le Torri Nord e Sud del “World Trade Center”. La triste cronaca ha riportato infine un numero di morti totali di 2974 vittime (escludendo i 19 attentatori), andate incontro alla morte al momento dello schianto, o per altre cause legate al disastro (le immagini di coloro che tentarono disperatamente di salvarsi, gettandosi dai piani alti delle Torri Gemelle, sono rimaste storiche nella memoria di quella giornata). Non è molto difficile capire perché da quel momento in poi, il terrorismo è divenuto il nemico principale degli USA e di conseguenza di tutta la porzione di mondo preso di mira da Al-Qaeda. Le modalità e anche la simbolicità dell'azione terroristica, scossero profondamente le sicurezze della nazione americana che si reputava, almeno fino a quel punto, ancora immune o capace di contrastare il fondamentalismo senza correre gravi rischi. E lo stesso può essere detto per l'Europa. L'attacco al cuore della società americana aveva mostrato al mondo la capacità efficientissima di Al-Qaeda di colpire ovunque e in ogni momento. Tralasciando le tesi complottiste, quello del settembre del 2001, può sicuramente essere visto come l'inizio di una nuova fase del terrorismo e della lotta allo stesso. La reazione americana, guidata allora da G. W. Bush, fu quella di dichiarare “Guerra al terrore”, come esposto durante il discorso alla Nazione del 21 settembre: <<Our war on terror begins with Al-Qaeda, but it does not end there. It will not end until every terrorist group of global reach has been found, stopped and defeated (La nostra guerra al terrore inizia con Al-Qaeda, ma non finirà qui. Non terminerà fin quando ogni gruppo terroristico di portata globale non sarà scovato, fermato e sconfitto.)>>16. È in quel

momento che ha avuto inizio un tipo di lotta al terrore del tutto nuova, lotta che avrebbe poi interessato l'intero mondo Occidentale e le Organizzazioni Internazionali tutte, come vedremo successivamente. Ma gli attentati dell’11 settembre non sono stati gli unici verificatisi in questo periodo. L'attività di Al-Qaeda si è intensificata a dismisura nei mesi e negli anni immediatamente successivi agli attentati all'America, colpendo in moltissimi stati: si pensi ai fatti di Djerba (Tunisia, 11 aprile 2002), che costarono la vita a 21 cittadini europei a causa di un'esplosione nell'antica sinagoga di Ghibra; o a quelli di Karachi (Pakistan, 8 Maggio 2002), con la morte di 11 ingegneri francesi al lavoro in quel momento per la realizzazione di un sottomarino per conto della Marina pakistana; o a Mombasa (Kenya, 28 novembre 2002), dove una deflagrazione presso il Paradise Hotel, costò la vita a 18 persone. E ancora Casablanca (Marocco, 16 maggio 2003, uno degli attentati-kamikaze più gravi), quando 12 kamikaze si fecero esplodere in cinque punti diversi della città, colpendo obiettivi occidentali ed ebraici e causando così la morte di 33 civili. La tensione e la paura di altri attacchi diretti all'Occidente, si

16 Testo dell'intervista riportato integralmente dal “The Guardian”. http://www.theguardian.com/world/2001/sep/21/september11.usa13

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è poi tramutata in triste realtà; difatti, dopo aver colpito principalmente stati asiatici e/o africani, Al-Qaeda ha spostato il focus sul territorio europeo:

- Istanbul (Turchia, 15 novembre 2003): due attentati terroristici colpirono la sinagoga “Neve Shalom” e la sinagoga “Beth Israel”, causando 27 morti tra i civili più i due attentatori.

- Istanbul (Turchia, 20 novembre 2003). Ancora l'ex città di Bisanzio a essere colpita: si registrarono attentati alla banca britannica Hsbc e al consolato inglese. Inoltre furono oggetto degli attentati anche le sedi dei due principali partiti curdi. I morti furono 30.17

- Madrid (Spagna, 11 marzo 2004). Dieci esplosioni su treni pendolari condussero alla morte di 192 civili e il ferimento di un numero impressionante di persone, 2057.18Fu' il primo attentato

perpetrato su territorio europeo dopo l'attacco alle Torri Gemelle. Inizialmente fu accusata l'ETA, ma le indagini dimostrarono la responsabilità di Al-Qaeda.

- Londra (UK, 7 luglio 2005). Ancora un attacco al cuore dell'Europa. Londra ha vissuto così il suo personale “11 settembre”. Quattro attentatori suicidi si fecero esplodere in rapida successione su metropolitana e autobus della capitale britannica, causando la morte di 52 civili e il ferimento di quasi 700 persone.19

Quello di Londra ha rappresentato la tappa finale dell'escalation del terrore, almeno di quella strettamente legata ad Al-Qaeda. La guerra portata avanti dagli USA e dalla coalizione occidentale in Afghanistan, giustificata dalla volontà di estirpare il regime dei talebani (e di controversa e molto critica natura, soprattutto per il suo prosieguo), ha condotto nel 2011 all'uccisione del leader politico e militare, nonché spirituale, dell'organizzazione terroristica: il 2 maggio del 2011, un commando americano uccise in un blitz Osama Bin Laden, presso la città di Abbottad (Pakistan). La notizia fu diramata dal Presidente Barack Obama, il quale seguì l'azione tramite le mini-telecamere nascoste addosso all'equipaggiamento della squadra d'azione. Al-Qaeda stessa prometterà vendetta il 6 maggio del 2011.

Chiusa, o almeno così è sembrato fino ad un certo periodo storico, la fase prettamente “qaidista”, il terrorismo internazionale integralista di matrice islamica, non ha in realtà fatto

17 Dati e riferimenti acquisiti da http://www.irestoscana.it/ricerca/edd/mappamondi/att_terr_5.htm. 18 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/03_Marzo/11/madrid.shtml?refresh_ce-cp.

19 Cifre e dati ripresi da: http://www.lastampa.it/2015/07/06/medialab/webdocauto/luglio-le-bombe-di-londra-0GgJoW6gIkdjhbWRgJZuOJ/pagina.html.

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attendere il mondo intero, prima di mostrarsi in nuove forme e sigle. Negli ultimi anni, com'è tristemente noto, sono emerse nuove costole di siffatto terrorismo, su tutti le organizzazioni di Boko Haram (in arabo,"داهجلاو ةوعدلل ةنسلا لها ةعامج” Jamāʿat Ahl aSunna li-daʿwa wa l-Jihād,"Gruppo della Gente della Sunna per la propaganda religiosa e per il Jihād) e dello Stato Islamico (abbreviato IS, in arabo"ةيملاسلإا ةلودلا", al-Dawla al-Islāmiyya) che prima dell' autoproclamazione a ente statale, si faceva chiamare ISIS, il cui acronimo arabo è Dāʿish, ovvero Stato islamico dell'Iraq e della Siria. Per quanto riguarda il primo gruppo terrorista, si tratta di una formazione jihadista che ha svolto (e continua a svolgere), in particolare a partire dal 2009, le sue attività criminali e terroristiche principalmente in Nigeria, lo Stato africano che vanta il maggior numero di cristiani, ma anche negli stati confinanti di Ciad, Camerun e Niger. L'efferatezza di questo gruppo terroristico è balzata agli occhi della comunità mondiale nel 2009, in seguito all'inasprimento delle tensioni tra Boko Haram stessa e la polizia nazionale dovuto all'incarcerazione e alla morte del leader Ustaz Mohammed Yusuf, ufficialmente avvenuta durante un tentativo di fuga.20 L’attività dei Boko Haram si è intensificata in

particolare dall’aprile del 2011, quando alla presidenza del più popoloso paese africano è stato eletto il cristiano Goodluck Jonathan. Inoltre, se fino a pochi mesi prima, il gruppo agiva ricorrendo a tattiche rudimentali e all’uso di sole armi leggere, limitando il suo raggio d’azione alle regioni nordorientali (quelle a maggioranza musulmana), negli ultimi anni le sue capacità operative hanno compiuto un evidente salto di qualità. A dimostrarlo, sono diversi attentati posti in essere dagli appartenenti a Boko Haram:

- Gli attentati del 16 giugno e del 26 agosto del 2011 nella capitale Abuja, rispettivamente contro il quartier generale della polizia (6 civili morti) e una base delle Nazioni Unite (11 inviati Onu e 12 civili morti, centinaia di feriti) con autobomba e attacchi suicidi, hanno dimostrato la capacità della setta di colpire nel cuore della Federazione nigeriana con modalità tipiche del terrorismo islamico.

- Entro la fine del 2011, le decine di attentati posti in essere in diverse città nigeriane (Abuja compresa) contribuirono a stilare una conta dei morti impressionante per numero, 550.

- I primi mesi del 2012 costrinsero il governo nigeriano a dichiarare lo “Stato d'emergenza” (in conseguenza all'acuirsi del numero stesso degli attentati) in quattro Stati (Borno, Yobe, Niger e Plateau), avviandone un’ulteriore militarizzazione, che prevedeva anche la chiusura dei confini

20 Le principali informazioni su Boko Haram, sono riprese da: http://www.limesonline.com/la-violenta-ascesa-dei-boko-haram-in-nigeria/31151.

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con il Niger, il Ciad e il Camerun, paesi dai quali si sospettava i Boko Haram ricevessero assistenza.

- Nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 2014 si è poi consumato un atto di barbarie, probabilmente quello che ha internazionalizzato maggiormente la questione legata a Boko Haram, ovvero il rapimento di 276 ragazze nello stato nigeriano del Borno.21 Il rapimento posto

in essere dal gruppo terrorista, fu giustificato dallo stesso con la volontà di vendere le studentesse della scuola di Chibok come schiave. Ad oggi la sorte delle ragazze è sconosciuta. - Il 3 gennaio del 2015 invece, si è verificato uno degli attentati più sanguinari degli ultimi anni in Nigeria, precisamente nella città di Baga, sede del Multinational Joint Task Force, organizzazione che stava combattendo Boko Haram. Il 3 gennaio, i miliziani hanno attaccato la città, distruggendola tra le fiamme, massacrando molti degli abitanti. Alcuni ufficiali locali hanno stimato che il numero di morti superasse superiore le 2000 unità.22

Questi i principali attentati riconducibili alle operazioni di Boko Haram, ma negli scorsi mesi (e nell'attualità dei nostri giorni) si sono susseguiti senza sosta la barbarie e la crudeltà di queste azioni, anche nei confinanti Camerun e Niger.

Per quanto riguarda invece l'organizzazione terroristica strettamente legata al sedicente Stato Islamico-Daesh, che ha imposto il suo dominio nei territori siriani e iracheni (facendo di Raqqa e Mosul le due “capitali” del Califfato), la scia di attentati ha avuto inizio già nei primi anni del 2000. Quello che poi diventerà ISIS, era difatti in azione (soprattutto in Iraq) già all'indomani della deposizione di Saddam Hussein. In seguito a diversi cambiamenti di leadership, ad emergere sarà l'attuale nuovo comandante dello Stato Islamico, Abū Bakr al-Baghdādī, colui che ha dato una svolta totale ai piani d'azione dell'ISIS e al tipo d'azione terroristica stessa. In particolare dal 2014:

21 “Nel primo anniversario del rapimento di quasi 219 ragazze dalla scuola di Chibok nello Stato nigeriano di Borno, Amnesty International stima che siano in totale 2mila le donne, la maggioranza minori, ad essere state sequestrate in 38 raid dai terroristi islamici.” http://www.lastampa.it/2015/04/14/esteri/nigeria-ad-anno-dal-rapimento-nessuna-traccia-delle-ragazze-prese-da-boko-haram-QK5KkBkIlrAyqq2zyJAZqN/pagina.html

22 “Hanno ucciso una donna mentre partoriva. Usano bimbe-kamikaze per compiere stragi. Questo è Boko Haram. Il gruppo armato salafita, fondato nel 2002, da dieci anni cerca di imporre la sharia in Nigeria attraverso continui massacri. A gennaio, i villaggi di Baga e Doron Baga, nel nord-est del paese, sono stati rasi al suolo.” Tratto da: http://it.euronews.com/2015/01/15/nigeria-massacro-di-boko-haram-devastante-modifica-immagini-satellitari/.

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- Nell'agosto del 2014 la “Piana di Ninive” (regione irachena a forte densità Yazida) è stata teatro delle incursioni da parte dei miliziani dello Stato Islamico. L'ONU ha stimato che 5000 Yazidi siano stati uccisi e 5000-7000 catturati e venduti come schiavi, mentre altri 50.000 sono stati costretti ad abbandonare la regione per evitare analoga sorte. La questione in particolare legata alle donne Yazide ha creato terrore e tristezza nelle cronache dei mesi successivi.23

- Tra il giugno e il luglio del 2014 sono stati soldati iracheni (i numeri impressionanti hanno parlato di una quantità compresa tra i 1095 e i 1700) ad essere stati trucidati presso la località di Camp Speicher (base aeronautica statunitense gestita dall'esercito iracheno) e poi quelli siriani (i numeri complessivi parlano di oltre 500 vittime) a Shaer prima e Taqba dopo.

- Nell'ottobre del 2014 si è consumato uno dei primi attentati rivendicati dal gruppo terrorista, al di fuori dei territori già precedentemente colpiti; abbracciando la vocazione al raggiungimento del Califfato, affinché i convertiti all'Islam iniziassero a colpire duramente i popoli crociati o infedeli (caratteristica peculiarissima dell'Isis, che molto lo differenzia da altri tipi di terrorismi di matrice islamica), un uomo, Michael Hall – diventato Michael Zehaf Bibeau dopo la sua conversione alla religione islamica, persona già nota alle autorità del paese nord americano (da poco convertitosi all'Islam), ha colpito e ucciso il soldato disarmato 24enne di lontane origini italiane, Nathan Cirillo, davanti al monumento ai caduti del National War Memorial. In seguito, l’attentatore ha fatto irruzione nel parlamento canadese, poco distante, dove è poi rimasto ucciso nel corso di una sparatoria con i responsabili della sicurezza e con i poliziotti. 24

- Il 7 e l'8 gennaio 2015, le date nelle quali l'ISIS ha sferrato il suo primo attacco al cuore dell'Europa: prima con l'attentato alla sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” (12 vittime e 11 feriti) e il giorno dopo con l'attentato al supermercato Casher (4 morti, cittadini d'origine

23 "Centinaia di donne e ragazze yazide hanno avuto la vita distrutta a causa dell'orrore della violenza sessuale e della schiavitù sessuale cui sono state sottoposte dallo Stato islamico durante la prigionia" - ha dichiarato Donatella Rovera, alta consulente per la risposta alle crisi di Amnesty International, che ha parlato con oltre 40 ex sequestrate nel nord dell'Iraq. <<Molte delle vittime di schiavitù sessuale erano ragazze di 14-15 anni o persino più giovani. I combattenti dello Stato islamico usano lo stupro come arma dei loro attacchi, che rappresentano crimini di guerra e crimini contro l'umanità>>. Le donne e le ragazze di cui parla il rapporto di Amnesty International fanno parte delle migliaia di yazidi della regione di Sijnar, nell'Iraq nordoccidentale, vittime da agosto dalla pulizia etnica dello Stato islamico, avente l'obiettivo di eliminare ogni minoranza etnica e religiosa nella zona.”http://www.amnesty.it/Iraq-violenza-sessuale-contro-le-donne-e-le-ragazze-yazide

24 http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/22/canada-spari-vicino-al-parlamento-ferito-un-soldato-caccia-alluomo-e-incubo-isis/1164890/

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ebraica). Questi due attentati, che hanno mirato due obiettivi precisi, un giornale satirico (da tempo nell'occhio del ciclone per alcune vignette satiriche e, per alcuni, offensive nel ritrarre il profeta Maometto) e un HyperCacher (con la dichiarata intenzione di colpire la società ebraica).25

- Nel marzo del 2015, il 18 per la precisione, si è verificato poi il sanguinoso attentato al “Museo Nazionale del Bardo” a Tunisi. Il commando dei tre terroristi (due verranno uccisi durante lo scontro a fuoco) ha causato la morte di 24 persone (di cui 21 turisti) e il ferimento di altre 45. Successivamente e in risposta a questo tragico evento, il 29 marzo si è svolta la “Marcia di Tunisi” alla quale hanno partecipato diversi esponenti politici e capi di stato anche occidentali (Renzi e Hollande ad esempio).26

- Il 26 giugno 2015 si è poi consumato “L'attentato di Susa”, ancora una volta in Tunisia, presso una delle spiagge e delle località turistiche più frequentate, almeno fino a giugno, di tutto il Paese magrebino. Rivendicato dallo Stato islamico l'attentato si è verificato nella località di Port El-Kantaoui, 10 km a nord dal centro cittadino, provocando 39 morti e 38 feriti.

- Il 10 ottobre 2015, durante una manifestazione pacifica dei filo-curdi ad Ankara, una doppia esplosione ha causato la morte di almeno 128 vittime. Anche in questo caso non è mancata la rivendicazione dell'ISIS.

- Il 31 ottobre 2015, un aereo di linea russo, è precipitato nella zona del Sinai in Egitto, uccidendo tutti i 224 passeggeri a bordo. Dopo giorni di incertezze e di poche notizie fatte filtrare dal Cremlino, nei giorni successivi all'episodio si è raggiunta la certezza che si trattasse di attentato27, anche in seguito alla rivendicazione dell' ISIS. L'ordigno (contenuto in una lattina

25 Dati ripresi da: http://www.limesonline.com/piccolo-dizionario-al-contrario-sulla-strage-di-parigi/67594

26 http://www.repubblica.it/argomenti/attentato_Tunisi

27 “L’esplosione dell’aereo russo che il 31 ottobre ha causato 224 vittime è stato un atto terroristico. Dopo le indiscrezioni arrivate da diversi paesi ora arriva la conferma anche dal capo dei servizi segreti russi, Aleksandr Bortnikov, che lo ha riferito al presidente Vladimir Putin. A causare la catastrofe dell’Airbus nei cieli del Sinai è stata l’esplosione di un ordigno artigianale con una potenza di 1,5 kg di tritolo, che ha disintegrato l’aereo. <<I responsabili del disastro aereo saranno scovati in “qualunque punto del globo si trovino” e puniti>>, ha promesso Putin che ha ordinato ai servizi speciali “dieliminare” le persone coinvolte nell’organizzazione dell’attacco terroristico.

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secondo gli ultimi sviluppi)28 che ha fatto esplodere l'aereo è stata la risposta ISIS ai

bombardamenti sulla Siria, posti in essere dal governo russo per attaccare il Califfato.

- Il 13 novembre 2015, Parigi è diventata ancora una volta teatro di un attacco terroristico. Una serie di attacchi coordinati in vari punti della città portati a termine da un commando dell'ISIS formato da 9 esecutori materiali e da diversi fiancheggiatori, ha significato la morte di 130 persone e il ferimento di 350. Oggetto degli attentati: il teatro Bataclan e vari ristoranti e locali nel centro parigino nei pressi di “Boulevard Voltaire” e lo “Stade de France” durante l'amichevole di calcio Francia-Germania. Si tratta del più grave attentato mai avvenuto in Francia e del secondo in Europa dopo quelli di Madrid del 2004.29 Le indagini ad ampio raggio

degli inquirenti hanno portato nei giorni successivi ad una intensa attività di blitz delle forze dell'ordine (“teste di cuoio”, militari, polizia francese coadiuvati dai servizi di intelligence francese e belga in particolare) sia nel quartiere Molenbeek di Bruxelles (quartiere non distante dal centro cittadino) sia nel comune di St. Denis (nella regione dell' Île-de-France, appena fuori Parigi). I raid hanno condotto all'arresto di diversi jihadisti (o presunti tali) e di diversi elementi facenti parte come esecutori materiali o fiancheggiatori (o presunti tali) della strage del 13 novembre30. Tra i terroristi che hanno perso la vita nel blitz di St. Denis c'era anche Abdelhamid

Abaaoud

, 27 anni

, cittadino francese residente in Belgio, di origini marocchine, il regista della strage di Parigi.”31 Gli attacchi terroristici di Parigi hanno ancora una volta cambiato i connotati

alla lotta al terrorismo. La Francia, nella figura del suo Presidente François Hollande, ha decretato immediatamente dopo gli attentati uno stato d'emergenza, prolungato in sede parlamentare alla durata (prevista) di 3 mesi. Parigi è diventata una città militarizzata per i

28 “Nel numero 12 di Dabiq, la patinata rivista dell'Is è stata pubblicata la foto del presunto ordigno esploso a bordo del volo A321 della compagnia russa Metrojet precipitato sul Sinai...Da quanto è possibile osservare, l'ordigno apparentemente era nella lattina di una bibita. Nella foto si vedono, oltre alla lattina, due altri piccoli congegni. Il 31 ottobre scorso, l'aereo russo esplose 23 minuti dopo il decollo”.

http://www.repubblica.it/esteri/2015/11/18/news/is_sulla_rivista_dabiq_foto_bomba_su_aereo_russo _e_ostaggi_giustiziati-127652966/?ref=HREC1-1

29 Dati ripresi da: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/11/13/tre-sparatorie-a-parigi-vittime_1a91057f-5905-49e3-8d4a-592668bf11cc.html

30 Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/11/18/parigi-blitz-in-corso-contro-mente-attentati-a-saint-denis_b45423e0-bde3-4189-aa35-75283bb08346.html

31 “Due persone che si nascondevano tra i detriti sono stati presi e ammanettati. Li abbiamo fatti spogliare per vedere se avevano altre cinture esplosive. Alle 11.30 l'operazione era conclusa. Solo una volta entrati, al piano di sotto, sommerso da altri detriti abbiamo scoperto il terzo cadavere".http://www.repubblica.it/esteri/2015/11/19/news/_erano_allenati_e_motivati_poi_l_esplosi one_il_racconto_delle_7_ore_di_assedio_a_st_denis-127716781/?ref=HREC1-8

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giorni successivi e le immagini in continua diretta da tutti i media dal mondo hanno raccontato di scenari da guerra, lontani decenni dalla quotidianità delle città europee.

Infine è opportuno ricordare che la strategia del terrore e la strategia finanche politica dell'Isis, non si è concentrata (come quella di altre organizzazioni simili, vedi Al-Qaeda) soltanto ad una “lotta armata”. I disdicevoli episodi riguardanti la volontà di colpire e distruggere la cultura in un senso molto ampio del termine (tutta quella cultura che è stata in qualche modo bollata dall' Isis come segno visibile degli infedeli), si sono susseguiti negli ultimi anni; La distruzione parziale del “Tempio di Palmira” (Siria, 21 maggio 2015)32 e di decine e decine di opere, ha

rappresentato solo un esempio di questo tentativo degli uomini del Califfato. Alla base del quale vi è senz'altro la volontà di spazzare via una cultura “eretica” oltre che l'esigenza “di fare cassa” tramite la rivendita sul mercato nero di opere storiche saccheggiate (una delle voci a bilancio presenti prepotentemente nei finanziamenti dell'Isis, argomento che sarà affrontato successivamente).

Gli atti di terrore dell'Isis si sono poi caratterizzati per i metodi barbari delle esecuzioni di prigionieri (di ogni sorta, civili, militari, turisti o chiunque altro finito nelle loro mani e considerato di fatto “infedele” per motivi religiosi, politici o di qualsivoglia sorta). I “Tagliagole” del califfato non hanno infatti esitato a porre in essere atti di tortura (crudelmente inflitta e spesso ripresa da una telecamera, pronta a fornire materiale di terrorismo mediatico), uccisioni per decapitazioni o peggio, in una disumana escalation di brutalità che ha previsto uccisioni di ogni sorta. Il tutto sempre meticolosamente utilizzato a fini propagandistici grazie ai canali mediatici (altra novità rispetto al “vecchio” terrorismo) di cui l'Isis da tempo si è dotata. Dunque, lungo questa immaginaria linea storica appena considerata, si è palesato al mondo il mostro del terrorismo; un terrorismo mutevole e mutato, un terrorismo capace di colpire in lungo e in largo su scala planetaria, rigenerandosi e prendendo vita in decine di forme diverse, ma che senza dubbio oggi ha più che mai il volto dell'integralismo islamico (e di molti fattori ad esso connesso) e la spada del più violento Jihad sfoderata contro “il mondo degli infedeli”. E di questo mostro, almeno per il periodo storico considerato, sono state o sono tuttora tre le componenti militari principali: Al-Qaeda, Boko Haram e Isis.

32 “Il sito archeologico di Palmira è da mesi sotto attacco dell’Isis e la distruzione del tempio di Baalshamin è l’ennesimo duro colpo per l’antica città semita situata nel centro della Siria. Il sito è caduto nelle mani dello stato islamico il 20 maggio e da allora è stato usato come palcoscenico per efferatezze e violenze.” http://www.corriere.it/esteri/15_agosto_23/isis-distrutto-tempio-palmira-dd1bf7cc-49d5-11e5-b566-99560c716b18.shtml

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1.2 Gruppi terroristici più influenti degli ultimi decenni: Al-Qaeda -

Boko Haram - IS.

Come ampiamente certificato dagli ultimi due decenni, il terrorismo di matrice sempre più radicale, ha senza dubbio caratterizzato le pagine della storia del mondo, da nord a sud, da est a ovest del globo. In questa spirale di odio e rivendicazione continua, sono stati sicuramente tre i principali attori protagonisti: Al-Qaeda, Boko Haram e Isis.

Al-Qaeda ha rappresentato il fulcro delle attività terroristiche integraliste in particolar modo da metà anni '90 alla prima decade del 2000. Dopo essere nata nelle regioni pachistane al confine con l’Afghanistan, Al Qaeda nel 1991 ha traslocato in Sudan, dove Bin Laden ha tenuto il proprio quartier generale per cinque anni. Cacciata nel 1996 dal Paese africano, l’organizzazione ha trovato ospitalità nell’Afghanistan dei talebani, da dove è stata sradicata nel 2001 in seguito all’intervento militare americano. Lo stato maggiore si è trasferito all’inizio del 2002 nelle aree tribali pachistane del Nord e Sud Waziristan e da allora si è ritenuto che i capi di Al-Qaeda si dividessero tra queste regioni, alcune città pachistane e alcune aree afghane.33 Nata

difatti alla fine della guerra sovietica in Afghanistan, è sempre stata dipinta come una: “Rete globale dislocata nel territorio di più Stati ma con un controllo gerarchico centralizzato facente capo a Osama Bin Laden.”34 Tuttavia, dopo gli attentati al World Trade Center, si è parlato di

una sorta di Al-Qaeda 2.0, con un controllo meno gerarchico e una struttura più decentralizzata, ma con i medesimi obiettivi: il Jihad globale. Questa idea si è verificata poi nei fatti: l'emersione di diversi qaidismi (si pensi alle organizzazioni di Al-Qaeda nel Maghreb, in Iraq ecc..) ha dimostrato come l'originale sigla sia diventata una sorta di holding, all'interno della quale le varie ramificazioni trovano spazio e modalità autonome, pur ricollegate tutte al principio che ha unito la lotta terroristica, la volontà di punire gli infedeli. Quindi, riassumendo, Al-Qaeda (almeno quella della prima versione) può essere delineata da alcune peculiarità:

1) La forte componente religiosa. La religione (l'unica considerata vera) è stato strumento per rinvigorire la guerra e ha rappresentato il collante con il quale Osama e i suoi hanno tentato per anni di unire i musulmani in una battaglia senza quartiere all'Occidente.

33 http://www.lastampa.it/2010/01/25/cultura/domande-e-risposte/che-cos-e-al-qaeda-oggi-p6Tg0wrspXAHvcp7NpB9aO/pagina.html

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L'idea di rovesciare i governi musulmani «moderati» e istituire un Califfato (che abbracciasse l’intero Medio Oriente e parte dell’Africa e dell’Asia Centrale, dove imporre la Sharia, la legge islamica) erano appunto esempi della forte connotazione religiosa del gruppo e delle loro strategie. Dai primi Anni Novanta, quando gli Usa iniziarono ad inviare le loro forze sul territorio sacro all’Islam dell’Arabia Saudita per difenderla da Saddam Hussein, Osama Bin Laden iniziò a definire gli Stati Uniti come il maggior ostacolo al Califfato e il principale nemico: nel 1998 ha proclamato il “jihad”35 contro «americani, crociati ed ebrei».

2) Una forte concezione antisistemica, intesa come esplicita volontà di sovvertire l'ordine globale instauratosi negli ultimi secoli, con la predominanza dell'Occidente. Questa visione, non è risultata una questione legata solo al fattore religioso, ma anche ad una concezione particolare del sistema internazionale e dunque delle relazioni tra gli Stati e il diritto che li governa: “Quanto alle prime, esse non sono considerate in termini di rapporti economici e/o politici, ma esclusivamente in termini ideologici nell'unico modo possibile di condividere la fede in Allah. D'altra parte, Al-Qaeda, pur riconoscendo l'esistenza di un diritto internazionale che a suo giudizio è costantemente violato dall'Occidente, ripudia il diritto in quanto tale e il diritto internazionale in particolare per come attualmente concepito. Sembra escludere la possibilità di un mondo suddiviso in Stati in cui ciascuna comunità territoriale obbedisce alle proprie autorità statali propugnando al contrario un'unica comunità di individui, legata dalla fratellanza musulmana, che obbedisce ad un unico Dio, il Profeta Allah.”36

3) L'organizzazione qaidista non usufruiva di un controllo su un territorio ben preciso. L'Afghanistan ha sicuramente rappresentato una base durante gli anni del regime talebano, ma il ruolo “politico” di Osama Bin Laden e dei vertici di Al-Qaeda, non si è mai esplicato su di un (seppur sedicente) Stato Islamico o Califfato.

35 “Bin Laden tornò in Afghanistan, dove un nuovo gruppo di giovani militanti islamici, i talebani, stava prendendo il controllo del paese. Presto i nuovi governanti dell'Afghanistan, fautori di una linea dura, gli permisero di usare il loro paese per perseguire il suo obiettivo di creare un "campo mondiale per la jihad", come lo ha definito Anas. Due anni dopo il suo arrivo in Afghanistan, nel febbraio 1998, Bin Laden annunciò pubblicamente le sue intenzioni: in un campo dell'Afghanistan orientale, a Khost, lui e diversi altri leader di gruppi militanti dichiararono di aver fondato il Fronte Islamico Internazionale per la Jihad contro gli Ebrei e i Crociati, una sorta di ombrello che includeva Al Qaeda e gruppi, tra gli altri, di Egitto, Pakistan e

Bangladesh.”http://www.repubblica.it/online/mondo/ambasciatadue/guerrasanta/guerrasanta.html 36 R. Nigro, “La definizione del terrorismo internazionale”, pp. 90/91.

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4) L'idea del Califfato (diversa da quella che ad oggi l'Isis ha iniziato a perseguire fortemente) come tappa di arrivo del percorso del Jihad globale.

5) Le fonti del finanziamento di Al-Qaeda sono state diverse: il commercio di stupefacenti (la rivendita al mercato nero dell'oppio è stato un tema cruciale durante gli anni infuocati dal qaidismo), i riscatti ottenuti dalle liberazioni di ostaggi e i finanziamenti privati soprattutto, ottenuti grazie a leggi poco stringenti di alcuni stati impelagati nelle relazioni con Al-Qaeda.

Possono essere così riassunte le principali caratteristiche di un'organizzazione terroristica che ad oggi è stata travolta dalla guerra in Afghanistan e poi in Iraq, smantellata almeno nella sua iniziale forma, ma che col passare degli anni si è pian piano risollevata e ricomposta, tanto da aver sfidato l'ISIS per la leadership tra gli integralisti, per poi diventarne, pare, uno dei partner più vicini.

L'altra organizzazione che prepotentemente è emersa agli onori (o forse meglio ai disonori) delle cronache internazionali negli ultimi anni è Boko Haram. Il gruppo terroristico che ormai da anni sta insanguinando il territorio nigeriano, ha sicuramente molto in comune con gli altri movimenti della galassia integralista, ma alcune specifiche particolarità che la differenziano dal resto dei gruppi terroristici presi qui in osservazione.

1) La matrice religiosa è chiaramente presente anche nella concezione che Boko Haram va ormai propugnando da tempo. L'idea della rigida osservanza di una ed una sola religione è riconoscibile anche nel disegno del gruppo nigeriano. Tuttavia l’aspetto più importante che emerge in relazione all’attività di Boko Haram riguarda l’esordio del radicalismo islamico di matrice salafita 37 e di ispirazione qaidista all’interno del Paese,

che rappresenta l’ideologia d’ispirazione del movimento. L’accettazione dell’apostasia

37 Il salafismo originario era un movimento autenticamente religioso, che ricercava un’antica purezza dell’Islam, ripulita da sovrastrutture createsi nei secoli, e proponeva una lettura né troppo letteralista né troppo allegorica o spirituale-esoterica del Corano...Con il passare degli anni, il «salafismo» è andato a delineare una galassia di gruppi e movimenti identificantisi con il wahhabismo, fondato nel 1700 da Muhammad ibn Abd al-Wahhab, teologo arabo della scuola giuridica hanba- analisi politica e geo-politica del mondo arabo-islamico e globale, da un ridotto sviluppo istituzionale, da un anti-intellettualismo, dall’indifferenza per la cultura e da un’attenzione accentuata verso gli aspetti giuridici, materiali, e scarsamente spirituali della fede e della vita umana.

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tramite la dottrina tafkiri38 permette che anche i musulmani definiti apostati possano

essere uccisi per perseguire gli obiettivi del Jihad.

2) Anche nel caso di Boko Haram, la concezione del rifiuto dell'empietà dei modi e della cultura politica occidentale è presente. Boko Haram intende vietare ai musulmani di prendere parte a qualsiasi attività politica o sociale filo-occidentale. Questo include votare alle elezioni e vestire all’occidentale. Soprattutto, non è concesso, tanto meno perdonato, ricevere una formazione laica.

3) Per quanto riguarda la dimensione territoriale, posto che l'obiettivo resta anche in questo caso la creazione di uno Stato Islamico, Boko Haram ha operato principalmente in Nigeria, ma negli ultimi anni ha esteso la sua influenza a tutti gli stati confinanti. L’attività di Boko Haram ha conosciuto un'espansione unica, arrivando a rappresentare una problematica non soltanto nigeriana, bensì un fenomeno capace di destabilizzare l’intera area del Sahel e dell’Africa occidentale. Il pericolo maggiore è rappresentato dai legami e dalle ideologie condivise con il mosaico jihadista del Sahel, grazie al quale potrebbe consolidarsi un nuovo fronte del jihadismo internazionale che interesserebbe in particolare Nigeria, Camerun, Niger, Ciad, Sudan e Somalia, fino a raggiungere le coste del Mar Mediterraneo, in Algeria e Libia.39

4) Dal punto di vista del finanziamento :<<Sappiamo che il gruppo può contare su diverse fonti di finanziamento, tra cui le quote di partecipazione, le donazioni dei politici, l’assistenza finanziaria di gruppi terroristici stranieri, le rapine alle banche e i riscatti dei

38 “Secondo la dottrina takfiri, Abd al-Wahhab e i suoi seguaci avrebbero potuto dichiarare infedeli i propri correligionari musulmani in qualsiasi occasione questi si fossero dedicati ad attività che minacciavano di entrare in contrasto con il principio di sovranità dell'Autorità assoluta (cioè del Re). Abd al-Wahhab denunciava tutti i musulmani che onoravano i propri morti, santi o angeli. Riteneva che tali sentimenti distraessero dall'asservimento più completo che ciascuno doveva provare nei confronti di Dio, e Dio soltanto. L'Islam wahhabita proibisce perciò qualsiasi tipo di preghiera rivolta ai santi o ai propri cari estinti, i pellegrinaggi alle tombe e a certe moschee, feste religiose in nome dei santi, la celebrazione del compleanno di Maometto, Profeta dell'Islam, e si spinge perfino a proibire l'uso di lapidi nella sepoltura dei morti.” http://www.huffingtonpost.it/alastair-crooke/non-si-puo-capire-isis-senza-storia-wahhabismo-arabia-saudita_b_5757146.html

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rapimenti. I terroristi hanno anche estorto denaro ai residenti dei territori che hanno conquistato nonché ai ricchi, costretti a pagare per non essere attaccati. >>40.

Vi è poi un'ulteriore particolarità della questione nigeriana. Oltre ai succitati elementi di comunanza con la maggioranza dei principi che fanno da collante in tutti gli integralismi qui considerati, la volontà politica di Boko Haram non si riconduce unicamente all'espressa volontà di porre in essere uno Stato Islamico in Nigeria. L’ascesa di Boko Haram e più in generale l’instabilità dello Stato africano, sono strettamente legate anche alle annose tensioni religiose tra musulmani (a Nord) e cristiani (a Sud) oltre che dagli interessi tribali e regionali legati allo sfruttamento delle risorse naturali, dalla corruzione dei politici locali e dalla povertà in cui vive la maggioranza della popolazione. Sono queste le vulnerabilità che l’organizzazione jihadista ha sfruttato per consolidare il suo controllo territoriale. E' evidente come questo sia diventato un ottimo brodo di coltura per la radicalizzazione e la presa di parte del potere di controllo statale per Boko Haram.41

Passando infine all'ultimo dei soggetti del presente lavoro, l'ISIS è senza dubbio alcuno il gruppo terroristico che più ha scosso e canalizzato l'attenzione del mondo negli ultimi mesi. Le sue caratteristiche possono essere così enucleate:

1) La matrice religiosa è fortemente influente all'interno delle dinamiche di tale gruppo terrorista. Per quanto gli esperti del settore si siano divisi tra chi afferma che la religione è usata come veicolo ideologico e chi afferma invece che sia esattamente la linea guida che l' ISIS propugna, è sicuramente lampante che le fondamenta e dell'ideologia e della propaganda si rifanno ai già citati temi della Guerra agli Infedeli, della creazione di un unico grande Stato Islamico ( in una visione più ampia, anche territorialmente parlando, di quella e di Al-Qaeda e di Boko Haram ) e dell'imposizione della Sharia secondo un rigido confarsi ai dettami islamici. In particolare il movimento in questione si rifà al “purismo wahhabita”.42

40 Conversazione con Freedom C. Onuoha, research fellow del Centre for Strategic Research and Studies al National Defence College di Abuja. http://www.limesonline.com/come-si-finanzia-e-come-governa-boko-haram/76405.

41 http://www.limesonline.com/boko-haram-un-piccolo-stato-islamico-cresce-in-nigeria/67605.

42 “Fondata da Ibn 'Abd al- Wahhab nell'Arabia centrale, questa corrente religiosa guarda alle origini dell'Islam come al paradigma cui ciascun musulmano deve ispirarsi. Gli ideologi dell’ISIS si richiamano a precedenti movimenti di ribellione contro gli apostati della famiglia reale.” Limes, “Le maschere del Califfo”, pp. 9-10. Rivista mensile numero 9, settembre 2014.

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2) Il rifiuto di tutto ciò che rimanda ai modi, usi e culture occidentali o comunque non islamiche (nella visione dei fondamentalisti) è totale. Nel caso dell'ISIS è risultato evidente anche in tutte le razzie e le distruzioni di grandi opere artistiche dove l'arte è diventata in parte strumento in parte per rimpinguare le casse del sedicente Stato e in parte un'azione di soppressione culturale e di moti propagandistici.

3) La dimensione territoriale dell'ISIS, o per meglio dire il controllo tramite l'occupazione territoriale, si è esteso soprattutto tra Siria e Iraq. Ma la vocazione massima è quella della liberazione delle città dove gli Infedeli hanno imposto altre (eretiche) religioni. L'attenzione che l'ISIS ha riservato durante tutto il suo percorso politico al cuore dell'Europa (in particolare alla grande conquista a cui aspira, Roma, in quanto sede simbolica dell'empietà occidentale), è un fattore che seppur presente anche nell'ideologia qaidista, è sicuramente più pregnante nel progetto del Califfato.

4) Per quanto riguarda il finanziamento, le fonti d'entrata dell'ISIS non sono molto diverse da quelle che hanno sempre rappresentato i guadagni classici di queste organizzazioni. Il controllo della Siria e dell'Iraq ha chiaramente significato anche la possibilità di gestirne i pozzi petroliferi e la consequenziale rivendita del petrolio sul mercato nero. Non è un caso che le prime azioni di guerra poste in essere da diversi paesi (come reazione agli attentati di novembre a Parigi), si siano proprio concentrati sulle postazioni lungo il quale il traffico del petrolio è più massiccio. Altre fonti di finanziamento, come già detto, riguarda la vendita delle opere d'arte oggetto di razzia. Ma sono molteplici le strade che riempiono le casse dell'ISIS: dal finanziamento privato di alcuni stati (ambigua sembra sempre più la posizione di Qatar e Arabia Saudita su tutte) alle tasse (se non estorsione vera e propria) imposte sui territori occupati. 43

La parziale descrizione dei tre principali gruppi terroristici oggetto di questo lavoro, non sarebbe però completa senza un'analisi precisa sulla loro evoluzione e sulle caratteristiche fondanti che le differenziano, per la quale si rimanda al paragrafo seguente.

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1.3 Differenze strutturali tra il “vecchio” ed il “nuovo terrorismo”.

Il terrorismo di stampo integralista ha ragioni che affondano le loro radici in un brodo di coltura che non è circoscrivibile al solo fenomeno dell'estremizzazione religiosa. Sullo sfondo dell'escalation terrorista di stampo islamico è stata e continua a essere presente tuttora, una moltitudine di fattori che agisce da strumento per la creazione, evoluzione e radicalizzazione di quel fenomeno difficilmente ascrivibile ad un'unica definizione (politica, giuridica o storica che sia), quale è il terrorismo, compreso quello che è oggetto di questo lavoro. Delimitare il campo d'osservazione alla sola sfera religiosa, significherebbe non considerare le dinamiche storiche che hanno condotto via via ad una graduale acuirsi delle strategie e degli obiettivi di gruppi terroristici come Al-Qaeda, Boko Haram e ISIS. Ad esempio, non sfuggirà all'occhio dello storico, che l'organizzazione un tempo guidata da Osama Bin Laden, Al-Qaeda, vede la sua genesi già alla fine degli anni Ottanta durante l'invasione sovietica ai danni dell'Afghanistan. È infatti nella lotta che vedeva contrapposti il regime afgano-marxista e le truppe sovietiche contro i mujahideen (militanti radicali islamici), che Al-Qaeda ha le sue origini. In particolare si propone come evoluzione del MAK44 che era appunto tra gli organismi che finanziava e

sosteneva la lotta dei ribelli islamici. È in questo scenario che Osama Bin Laden, uno dei maggiori finanziatori nonché uno degli uomini maggiormente vicini alla famiglia reale saudita, iniziò a svolgere un ruolo cruciale nella questione afgana. Sfruttando le sue conoscenze politiche, tentava di sensibilizzare l'opinione pubblica al fine di raccogliere fondi per la causa afgana. Nel 1989 l'URSS ormai al collasso aveva abbandonato l'Afghanistan e tre anni dopo il governo filo-comunista fu rovesciato dai mujahideen, i quali però non evitarono al paese un tracollo politico. È esattamente in questo contesto che Al-Qaeda (e altre organizzazioni simili) vengono fuori, con i primi embrionali progetti di accogliere l'invocazione di altre lotte “islamiche”. Fondata ufficialmente nel 1988, Al-Qaeda, guidata e comandata da Bin Laden, stabilirà la sua base in Afghanistan, dando vita ai progetti politici ben noti e alle strategie terroristiche degli anni Novanta e Duemila.

Risulta pertanto evidente come, seppure colonna portante dello schema ideologico qaidista, la componente religiosa è solo una parte del tutto.

Un ragionamento simile può essere posto in essere nell'affrontare la ricostruzione storica dell'emersione del gruppo nigeriano di Boko Haram. Non vi è alcun dubbio che, come già

44 L'organizzazione musulmana Maktab al-Khidamat(MAK) fondata nel 1984 a Peshawar (Pakistan). Secondo un’intervista rilasciata da Osama bin Laden ad Al Jazeera, nell’ottobre del 2001, l’organizzazione deve il proprio nome all’appellativo dato ai campi di addestramento contro il terrorismo sovietico, creati per i mujahideen da Abu Ubayda al-Banshiri. http://frontierenews.it/2011/05/alqaeda_bin_laden/

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affermato, anche Boko Haram sia fortemente improntato all'uso della religione quale strumento di affermazione politica e ideologica (Boko Haram letteralmente significa “L'educazione occidentale è proibita”). Ma anche in questo caso, un passo indietro storicamente parlando, aiuta a fornire una descrizione più completa. Boko Haram è nata nel 2002 per volere di Ustaz Mohammed Yusuf, con la chiara volontà politica di combattere lo stato federale, principale responsabile, secondo Yusuf, della povertà dilaniante di gran parte della Nigeria. Durante i suoi primi sette anni, Boko Haram ha condotto attività relativamente pacifiche, almeno fino all'arresto di Yusuf, che ne farà un martire e che darà il via all'escalation violento del gruppo terrorista. Emerge così che anche nel caso nigeriano, seppur strettamente correlati, i legami tra terrorismo e religiosità non sono sufficienti a descrivere l'esatta composizione che da via alla radicalizzazione dei gruppi terroristici. Tutto ciò è a maggior ragione evidente nell'ultimo caso, quello dell’ISIS.

Si è discusso molto, in particolare a seguito della “Strage di Parigi” in novembre, su quanto l'elemento religioso sia o meno il fulcro centrale della minaccia terroristica di più recente comparsa sullo scenario mondiale. Ma anche in questa analisi, risulta essenziale dare una panoramica più ampia sul perché e sul come nasce l’ISIS. In particolare :<< Al di là del richiamo religioso e delle performance dei suoi banditori di internet e nei territori conquistati, l'iniziale successo dell’IS non si spiega senza considerarne la genesi geopolitica. Lo Stato Islamico si forgia nelle guerre del dopo 11 settembre in Afghanistan e in Iraq, per poi infiltrarsi nella mischia siriana. Insieme, fruisce della crisi o della disgregazione di alcuni Stati/regime (Tunisia, Egitto, Libia, Siria, Yemen...) indotte dalla “Primavera Araba” e dalla controrivoluzione a guida saudita. Doppio tsunami che ha scavato immensi vuoti geopolitici. Oggi il Califfo virtuale si esibisce infatti come eversore dei patti stretti dagli infedeli sulle rovine della Sublime Porta, gli accordi Sykes-Picot (1916). L'IS è figlio di questa crisi, in particolare della disintegrazione di Siria ed Iraq. Su questa piattaforma gli uomini di al-Bagdadi cercano di imperniare uno stato ispirato alla legge coranica.>>45 Da questa breve analisi emerge

come, seppur chiaramente centrale, la dimensione dell'ISIS non si estrinseca tutta in una rivendicazione del Jihad, ma concerne diversi elementi legati alla storia e alla politica delle zone del MO dove pullula l'esacerbarsi della tensione terroristica.

Esplicitate queste doverose premesse, è d'uopo chiarire le molteplici differenze che contraddistinguono il “vecchio ed il nuovo terrorismo”. Seguendo le direttrici delle componenti religiose, ideologiche e politiche, è infatti possibile intravedere come le distinzioni tra Al-Qaeda, Boko Haram e ISIS, siano se non superiori alle similitudini, quanto meno paritarie.

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