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Altri strumenti ONU nella lotta al finanziamento del terrorismo.

Capitolo III: la Risposta Internazionale al terrorismo.

3.3 Altri strumenti ONU nella lotta al finanziamento del terrorismo.

Come precedentemente accennato, la strategia contro il terrorismo dell'ONU, è andata sempre più specializzandosi nel corso dei decenni, di pari passo all'espandersi del fenomeno stesso e altrettanto di pari passo alla nascita di alcuni organismi creati per volontà dell'Assemblea delle Nazioni Unite.

Tra i preminenti strumenti facenti parte della più recente strategia di contrasto al terrorismo (in particolar modo nel settore del finanziamento) vi sono senz'altro il “Counter-Terrorism Implementation Task Force (CTITF)” e il “Counter-Terrorism Centre (CTC)”. Come la maggior parte degli organismi ONU inerenti al tema terrorismo, anche il CTIFT e il CTC vedono l'inizio dei loro lavori negli anni 2000.

Il primo infatti, venne fondato nel Giugno del 2005, ad opera dell'allora Segretario Generale Kofi Annan sulla base delle richieste pervenute già nel 2004 dall' “High-level Panel on Threats, Challenges and Change nel report “A more secure world” ( A/59/565, 2 Dicembre 2004).160

L'invito fu dunque così raccolto l'anno dopo dal Segretario Generale che diede vita al CTIFT, con la volontà di assicurare un coordinamento maggiore tra i soggetti che erano impegnati nella lotta al terrorismo. Perché fosse istituzionalizzato, si attese fino all'anno successivo quando durante il “Global Counter-Terrorism Strategy” del 2006, l'Assemblea Generale diede l'assenso affinché si procedesse in tal senso. La risoluzione 64/235 approverà l'istituzionalizzazione del

160 Si veda nel documento finale: “What is required is a comprehensive strategy that incorporates but is broader than coercive measures. The United Nations, with the Secretary-General taking a leading role, should promote such a comprehensive strategy, which includes:

(a) Dissuasion, working to reverse the causes or facilitators of terrorism, including through promoting social and political rights, the rule of law and democratic reform; working to end occupations and address major political grievances; combating organized crime; reducing poverty and unemployment; and stopping State collapse. All of the strategies discussed above for preventing other threats have secondary benefits in working to remove some of the causes or facilitators of terrorism; b) Efforts to counter extremism and intolerance, including through education and fostering public debate. One recent innovation by UNDP, the Arab Human Development Report, has helped catalyze a wide ranging debate within the Middle East on the need for gender empowerment, political freedom, rule of law and civil liberties; c) Development of better instruments for global counter-terrorism cooperation, all within a legal framework that is respectful of civil liberties and human rights, including in the areas of law enforcement; intelligence-sharing, where possible; denial and interdiction, when required; and financial controls; (d) Building State capacity to prevent terrorist recruitment and operations;”

. L’High Level Panel on Threats, Challenges and Change fu fondato con lo scopo di avere un occhio attento sulle criticità di alcune problematiche mondiali, tra cui il terrorismo.

CTIFT.161. Le entità facenti parte oggi di questo organismo sono 32 e 5 le entità con lo status di

osservatori.162

Nel febbraio 2005 invece, l'Arabia Saudita ha ospitato la prima Conferenza internazionale contro il terrorismo a Riyadh in cui Re Abdullah Bin Abdulaziz Al-Saud chiese la messa in moto di un centro internazionale per combattere il terrorismo. L'8 settembre 2006, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha adottato lo “United Nations Global Counter-Terrorism Strategy”, come strategia antiterrorismo delle Nazioni Unite. Il documento finale, estrinsecato in quattro principali obiettivi (pillars), prevedeva una serie di obiettivi da raggiungere. Innanzitutto misure atte a meglio combattere la diffusione del terrorismo stesso (dunque una rivelata “esigenza” di trattare il terrorismo anche come fenomeno culturale e politico oltre che “militare” (primo pilastro). Una generale raccomandazione a prevenire e combattere il terrorismo per come considerato in tale documento (secondo pilastro); un invito, l'ennesimo, alla volontà degli Stati di cooperare al fine di rafforzare la posizione ONU e il suo sistema di difesa contro la minaccia comune (terzo pilastro); infine un monito rivolto alla garanzia del rispetto dei diritti umani (quarto pilastro).163.

Il CTC è stato così fondato nel settembre 2011, per promuovere la cooperazione internazionale contro il terrorismo e sostenere gli Stati membri nell'attuazione della Strategia globale contro il terrorismo. Il 18 novembre 2011, l'Assemblea Generale ha istituzionalizzato il CTC all' interno della cornice del già esistente organismo antiterrorismo (CTITF) tramite la Ris. A/66/10.164 Il

161 http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/RES/64/235 << The General Assembly, Recalling the United Nations Global Counter-Terrorism Strategy, contained in its resolution 60/288 of 8 September 2006, and the first review of the Strategy, contained in its resolution 62/272 of 5 September 2008, Requests the Secretary-General to provide the resources necessary to finalize the institutionalization of the Counter-Terrorism Implementation Task Force without delay in order to ensure overall coordination and coherence in the counter-terrorism efforts of the United Nations system.>> 162 Per la lista completa si consulti, https://www.un.org/counterterrorism/ctitf/en/entities_CTITF 163 https://www.un.org/counterterrorism/ctitf/en/uncct/background

164 “Noting with appreciation the contribution agreement to launch the United Nations Counter- Terrorism Centre signed by the United Nations and the Kingdom of Saudi Arabia on 19 September 2011, 1) Welcomes the establishment of the United Nations Counter-Terrorism Centre at United Nations Headquarters; 2) Also welcomes the decision of the Kingdom of Saudi Arabia to fund for three years the United Nations Counter-Terrorism Centre established within the Counter-Terrorism Implementation Task Force Office, to be funded through voluntary contributions; 3) Notes that the United Nations Counter- Terrorism Centre will operate under the direction of the Secretary-General and will contribute to promoting the implementation of the United Nations Global Counter-Terrorism Strategy through the Counter-Terrorism Implementation Task Force; 4) Encourages all Member States to collaborate with the United Nations Counter-Terrorism Centre in contributing to the implementation of its activities in support of the United Nations Global Counter-Terrorism Strategy; 5) Decides to review the implementation of the present resolution at its sixty-eighth session within the existing reporting and review framework of the

Centro è diventato poi operativo nell'aprile 2012 a seguito della prima riunione del suo Advisory Board. (composto oggi da 22 membri, dove l'UE risulta come “Guest Member).

Uno dei primi lavori dell’Advisory Board fu svolto nel 2012, in tre meeting. A rafforzare le prime indicazioni della “Strategy” servirono le dichiarazioni dell'attuale Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon durante il meeting di Jeddah, nel quale annunciava le priorità del CTC, forzando principalmente su alcuni punti focali quali lo sviluppo di strategie nazionali e regionali contro il terrorismo, al fine dunque di meglio coordinare l'attività internazionale tra gli Stati; l'importanza della lotta al finanziamento (tema centrale di tutti i lavori ONU degli ultimi due decenni); infine ancora il monito a salvaguardare i diritti umani.

Questi due organismi, il CTIFT e il CTC, rientrano quindi senza dubbio nella schiera di strumenti di cui l'ONU si è attrezzata per combattere al meglio delle sue possibilità la lunga e difficile battaglia al terrorismo, sia quello inerente principalmente il periodo qaidista che quello odierno nel quale ISIS e BOKO HARAM (su tutte) sembrano primeggiare. E in particolare, la loro “messa in comune” ha rappresentato e continua a rappresentare il serbatoio di idee e di energie dal quale la “Global Strategy” dell'ONU si rifornisce. In particolare, con riferimento ai quattro pilastri (pillars) di cui prima è interessante notare che:

- Per quanto riguarda l'obiettivo riassumibile in “Dialogue, Understanding and Countering Terrorism's Appeal”, la “Strategia Globale” dell'ONU si è imperniata sulla volontà di aumentare le proprie capacità tramite la correlazione con altri organismi utili alla causa. Si spiega in questo senso la creazione del “Working Group on Dialouge, Undestanding and Countering the Appeal of Terrorism”, composto da UNESCO, AOC (Alliance of Civilizations),” 165, Analytical Support

and Sanctions Implementation Monitoring Team concerning Al-Qaeda and the Taliban, CTED (Counter Terrorism Executive Directorate e UNODC (UN Office on Drugs and Crime), sotto l'egida del CTIFT.166

fourth biennial review of the United Nations Global Counter-Terrorism Strategy. “http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=%20A/RES/66/10.

165 “The United Nations Alliance of Civilizations (UNAOC) was established in 2005, as the political initiative of Mr. Kofi Annan, former UN Secretary General and co-sponsored by the Governments of Spain and Turkey. A High-Level Group of experts was formed by Mr. Annan to explore the roots of polarization between societies and cultures today, and to recommend a practical programme of action to address this issue. The Report of the High-Level Group provided analysis and put forward practical recommendations that form the basis for the implementation plan of the United Nations Alliance of Civilizations.”. Descrizione ripresa testualmente da http://www.unaoc.org/who-we-are/

166 Marc Porret, “UN Counter-Terrorism Implementation Task Force,”, in Research handbook on international law and terrorism. P, 580.

- Nella volontà invece assilabile al “Preventing and Resolving Conflict”, è stato ad esempio posto in essere un altro “Working Group” (sempre nell'ambito CTIFT/CTC) con riferimento particolare alle questioni dell'Asia centrale (area sensibilissima nel tema terroristico soprattutto nella fase qaidista), che ha portato all'elaborazione di un Joint Action Plan. L'importanza di questo piano si riscontra nell'essere strumento che ha reso possibile l'affrontare il terrorismo con un approccio comune in quella zona. 167

- Altro aspetto saliente di tale Strategia, riguarda da vicino le WMD (Weapons of Mass Destruction) e dunque le armi nucleari, chimiche o biologiche o altri mezzi potenzialmente letali e la necessità di controllarne e possibilmente impedirne l'utilizzo a fini terroristici. Anche in questo caso il CTITF ha predisposto un “Work Group on Preventing and Responding to WMD Terrorist Attacks”.

- Infine occorre sottolineare come chiaramente anche il contrasto al finanziamento del terrorismo rientri saldamente in questa Strategia Onu. La sinergia in questo campo è evidente tra i lavori del CTITF e quelli della FAFT (Financial Action Task Force)168 e con altri organismi

competenti quali l'International Monetary Found, la World Bank e l'UNODC (United Nation Office on Drugs and Crime).

Comprendere a pieno e studiare a fondo tutti gli strumenti a disposizione dell'ONU nella lotta al terrorismo è impresa ardua per questo lavoro. Tuttavia, anche da una panoramica generale e accennata, quale quella appena proposta in questo capitolo, risulta evidente come il lavoro delle

167 Un approfondimento (non ponderabile in questa sede per la sua specificità) è rintracciabile nel testo del Plan. http://www.un.org/en/terrorism/ctitf/pdfs/final_joint_action_plan_en.pdf

168 “The Financial Action Task Force (FATF) is an inter-governmental body established in 1989 by the Ministers of its Member jurisdictions. The objectives of the FATF are to set standards and promote effective implementation of legal, regulatory and operational measures for combating money laundering, terrorist financing and other related threats to the integrity of the international financial system. The FATF is therefore a “policy-making body” which works to generate the necessary political will to bring about national legislative and regulatory reforms in these areas. The FATF has developed a series of Recommendations that are recognised as the international standard for combating of money laundering and the financing of terrorism and proliferation of weapons of mass destruction. They form the basis for a co-ordinated response to these threats to the integrity of the financial system and help ensure a level playing field. First issued in 1990, the FATF Recommendations were revised in 1996, 2001, 2003 and most recently in 2012 to ensure that they remain up to date and relevant, and they are intended to be of universal application.” http://www.fatf-gafi.org/about/

Nazioni Unite sia andato evolvendosi e crescendo, riuscendo ad abbracciare man mano sempre più criticità e sempre più problematiche tra le miriadi riguardanti il fenomeno terrorista. L'ipotesi di lavoro di questa tesi è però quella di analizzare approfonditamente l'aspetto della lotta al finanziamento del terrorismo, nella volontà (di chi conduce l'analisi) di dimostrare quanto questo sia un punto focale nel contrasto al terrorismo, in particolare quello (definito nel gergo comune) di matrice estremista “islamica”. Da qui discende il prossimo capitolo, incentrato sul preciso ambito di contrasto al finanziamento del terrorismo e di conseguenza sulle Risoluzioni 1267 e 1373 che hanno rappresentato il focus centrale della strategia ONU di contrasto. Si predispone inoltre un tentativo di analisi comparativa della natura delle “Sanzioni” derivanti da tali strumenti giuridici nelle diverse fasi dei loro rispettivi utilizzi.

Capitolo IV: La lotta al finanziamento del terrorismo: Risoluzioni 1267