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Mosse Onu: Sixth Committee, Comprehensive Convention e CTC.

Capitolo III: la Risposta Internazionale al terrorismo.

3.2 Mosse Onu: Sixth Committee, Comprehensive Convention e CTC.

Il Sixth Committee (United Nations General Assembly Sixth Committee) è una delle principali Commissioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Nello specifico queste sono:

- First Committee (Disarmament and International Security Committee). - Second Committee (Economic and Financial Committee).

- Third Committee (Social, Humanitarian and Cultural Committee). - Fourth Committee (Special Political and Decolonization Committee). - Fifth Committee (Administrative and Budgetary Committee).

- Sixth Committee (Legal Committee).

La Sixth Committee svolge il ruolo fondamentale all'interno delle dinamiche ONU, di promuovere un progressivo sviluppo del diritto internazionale, prospettiva esplicitata dall'art. 13 della Carta Onu stessa: <<The General Assembly shall initiate studies and make recommendations for the purpose of: a) promoting international cooperation in the political field and encouraging the progressive development of international law and its codification...>>153.

Nel corso dei decenni, la Sixth Committee ha così rappresentato infatti un soggetto di primo ordine nelle negoziazioni di tutti i principali trattati e risoluzioni dagli anni Sessanta in poi; si pensi alle “Convenzioni di Vienna” del 1961 e del 1969 (Vienna Convention on Diplomatic Relations; Vienna Convention on the Law of Treaties), passando per l'Hostages Convention del 1979 (International Convention against the Taking of Hostages), giungendo a tutte le Convenzioni riguardanti il terrorismo già citate precedentemente. Tra le Convenzioni che hanno visto il “patrocinio” della Sixth Committee, non può mancare dall'elenco la “Draft Comprehensive Convention on International Terrorism (da qui in poi Comprehensive Convention)”. La Comprehensive Convention si è aggiunta quale strumento nell'ambito della lotta al terrorismo dal 2000, stabilita nella sua composizione dall'Assemblea Generale per mezzo della Risoluzione 51/210 (17 dicembre 1996) “Measures to eliminate international terrorism”, la quale (riferendoci in questa citazione alla sola materia del finanziamento del terrorismo) richiama gli Stati all'Art. 1:

<< To take steps to prevent and counteract, through appropriate domestic measures, the financing of terrorists and terrorist organizations, whether such financing is direct or indirect through organizations which also have or claim to have charitable, social or cultural goals or

which are also engaged in unlawful activities such as illicit arms trafficking, drug dealing and racketeering, including the exploitation of persons for purposes of funding terrorist activities, and in particular to consider, where appropriate, adopting regulatory measures to prevent and counteract movements of funds suspected to be intended for terrorist purposes without impeding in any way the freedom of legitimate capital movements and to intensify the exchange of information concerning international movements of such funds;>>154.

La Risoluzione in questa prima fase ribadisce ancora una volta alcune definizioni di terrorismo e alcuni obblighi in capo agli Stati Membri (“Recalling its resolution 49/60 of 9 December 1994, by which it adopted the Declaration on Measures to Eliminate International Terrorism, and its resolution 50/53 of 11 December 1995, Recalling also the Declaration on the Occasion of the Fiftieth Anniversary of the United Nations,”.155). Ma soprattutto istituisce, all'art. 9156, la

Commissione ad Hoc che si occuperà poi della Comprehensive Convention.

Il lavoro svolto dalla Commissione ad Hoc ha preso vita nel 2000 e al momento è ancora in corso o per meglio dire in stallo. Ancora una volta, le difficoltà nel raggiungere un'univocità sulla definizione di terrorismo, riverberano i propri effetti negativi creando ostacoli alla capacità di creare strumenti adeguati e riconosciuti tali da tutti gli Stati Membri. Si elencheranno di seguito i principali caratteri del testo e le problematiche politiche principali riferite alla definizione di terrorismo.

Chiaramente anche la Comprehensive Convention presenta una sua definizione di terrorismo esplicitata all'art. 2157 del testo.

154 http://www.un.org/documents/ga/res/51/a51r210.htm. Risoluzione 51/210, 88th plenary meeting, 17 December 1996.

155 http://www.un.org/documents/ga/res/51/a51r210.htm. Risoluzione 51/210, 88th plenary meeting, 17 December 1996.

156 “Decides to establish an Ad Hoc Committee, open to all States Members of the United Nations or members of specialized agencies or of the International Atomic Energy Agency, to elaborate an international convention for the suppression of terrorist bombings and, subsequently, an international convention for the suppression of acts of nuclear terrorism, to supplement related existing international instruments, and thereafter to address means of further developing a comprehensive legal framework of conventions dealing with international terrorism;” http://www.un.org/documents/ga/res/51/a51r210.htm Risoluzione 51/210, 88th plenary meeting, 17 December 1996.

157 an offence within the meaning of the present Convention if that person, by any means, unlawfully and intentionally, causes: a) Death or serious bodily injury to any person; b) Serious damage to public or private property, including a place of public use, a State or government facility, a public transportation system, an infrastructure facility or to the environment; c) Damage to property, places, facilities or systems referred to in paragraph 1 (b) of the present article resulting or likely to result in major economic loss; when the purpose of the conduct, by its nature or context, is to intimidate a population, or to compel a Government or an international organization to do or to abstain from doing any

A differenza della Terrorist Bombings Convention (esplicitata di seguito), il progetto la Draft Comprehensive, si propone di proteggere la proprietà privata e proprietà pubblica, mettendo sotto tutela quindi una più ampia gamma di atti contro la proprietà. Al contrario, così come sancito nella Terrorist Bombings Convention, protegge solo gli Stati o organizzazioni internazionali e non le ONG, i partiti politici, società o altri gruppi sociali.

Durante i lavori fu riscontrato un certo consenso di base sulla definizione dei reati, ma un primo stop pesante emerse per il disaccordo palesato dalla Malesia, la quale a nome dell’OIC, ha cercato di escludere “la lotta dei popoli” tra cui la lotta armata contro l'occupazione straniera, aggressione, il colonialismo e l'egemonia, finalizzato alla liberazione e di auto-determinazione. La proposta era imperniata ai sensi dall'articolo 2 dell’OIC Convention del 1999 (di cui si è detto) ed è significativo in termini di voto, perché l’OIC (che come detto comprende 56 Stati) è stata inoltre sostenuta anche da Stati arabi e dal Movimento dei Paesi Non Allineati. Altri Stati hanno contestato la proposta, sottolineando come un'attività, qualora terroristica, resti tale anche all'interno dell'esercizio del principio di autodeterminazione. L' impasse politico che si è creato è risultato evidente, soprattutto se si considera il fatto che le norme generali e gli obblighi circa tale diritto rientravano nel diritto internazionale umanitario (IHL) già esistente. Nessuna di tali disposizioni di esclusione è stata inclusa nella Convenzione del 1997. È stato inoltre obiettato che la proposta era in contrasto con l'art. 5 della Convenzione, che richiede criminalizzazione indipendentemente da eventuali giustificazioni. Altra controversia politica riguardò l'eventuale esclusione delle attività delle “parties” piuttosto che delle “forces” impegnate in un conflitto armato. Il riferimento alle «parti» è specificamente rivolto a esentare organizzazioni come l'OLP, Hamas, Hezbollah.

Altro disaccordo sulla questione fu stabilire se determinate situazioni di “occupazione straniera” avrebbero potuto o dovuto anch'esse essere escluse dalla Convenzione. Questo fa parte della stessa proposta OIC di escludere le attività delle «parti» e ha lo scopo di regolare le situazioni ove non ci siano ostilità e le condizioni per applicare il diritto internazionale umanitario rigorosamente.

act https://www.ilsa.org/jessup/jessup08/basicmats/unterrorism.pdf Articolo 2, Draft Comprehensive Convention.

I lavori concernenti questo Draft si sono (nell'opinione di molti autori”158) arenati o hanno

quantomeno raggiunto un punto di stallo, incentrato fortemente sulla questione della definizione di terrorismo.

Tra le grandi manovre poste in essere in questo campo vi è poi sicuramente la strategia dell'antiterrorismo che ha preso vita tramite la “Counter Terrorism Committee” (CTC, da qui in avanti), strettamente correlato alle Risoluzioni chiave di questo lavoro, in particolare la Risoluzione 1373.

Quest'ultima rende una definizione di finanziamento al terrorismo internazionale, adottata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite pochi giorni dopo gli attentati dell’11 settembre. La risoluzione impone agli Stati degli sforzi considerevoli di trasformazione del proprio ordinamento interno con lo scopo di combattere il terrorismo. Adottata all’unanimità in sole 48 ore, la definizione di finanziamento del terrorismo internazionale si trova nel primo paragrafo della risoluzione, dove testualmente

:<< (b) Criminalize the wilful provision or collection, by any means, directly or indirectly, of funds by their nationals or in their territories with the intention that the funds should be used, or in the knowledge that they are to be used, in order to carry out terrorist acts;>>159. Le

disposizioni della Risoluzione hanno dato vita a molteplici organismi, la cui trattazione ampia richiede un lavoro più specifico, di seguito, nei prossimi capitoli.

158 “At the end of 2002 the discussions were at an advanced stage, a preliminary agreement having been reached on the majority of the draft treaty’s 27 articles, though some crucial issues (a saving clause for so-called ‘ freedom fighters ’, the inclusion of state terrorism, and the relationship with the previous sectoral treaties) were still outstanding. Subsequent meetings between 2003 and 2007, alas, did not record any substantial progress, thus confirming the sceptical comments made by some experts on the real capacity of the international community to reach a consensus on a truly global response to terrorism...” M. Di Filippo, “Terrorist Crimes and International Co-operation: Critical Remarks on the Definition and Inclusion of Terrorism in the Category of International Crimes”, The European Journal of International Law Vol. 19 no. 3 © EJIL 2008. , p. 540.

159http://www.un.org/en/sc/ctc/specialmeetings/2012/docs/United%20Nations%20Security%20Council %20Resolution%201373%20(2001).pdf