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Lo sviluppo del sistema bancario in Albania dal 1990 al 2012

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Indice

Introduzione...4

Capitolo primo: La nascita e lo sviluppo delle banche in Albania dopo il 1990...7

1.1 Breve excursus storico del sistema bancario albanese sotto il regime comunista...7

1.2 La crisi economica albanese degli anni 80'...9

1.2.1 Crollo del sistema centralizzato e l'apertura economica albanese...11

1.3 Le riforme nel sistema bancario durante la transizione economica degli anni novanta...13

1.3.1 La politica di stabilizzazione...13

1.3.2 L'evoluzione della legislazione del sistema bancario...15

1.3.3 Il processo di privatizzazione delle banche in Albania...18

1.4 La struttura del sistema bancario albanese prima e dopo la crisi finanziaria del 1997...20

1.4.1 La struttura bancaria dal 1992 al 1996...20

1.4.2 La nascita del mercato informale e la crisi finanziaria dei schemi piramidali...22

1.4.3 La struttura del sistema bancario dopo la crisi finanziaria del 1977...28

1.4.3.1 Indicatori macroeconomici del sistema bancario e la crisi dei depositi del 2002...28

1.4.3.2 La struttura del sistema bancario dal 1997 al 2012...30

1.5 Introduzione ad altri intermediari finanziari in Albania...39

1.5.1 Gli istituti di assicurazione e fondi pensione...39

1.5.2 Le istituzioni finanziarie del microcredito...39

1.5.3 Il mercato dei capitali in Albania...41

Capitolo secondo: La Banca Centrale d'Albania e la sua politica monetaria...44

2.1 Introduzione storica alla Banca Centrale d'Albania...44

2.2 La struttura organizzativa della Banca Centrale d'Albania...46

2.2.1 Il Consigli di Vigilanza...46

(2)

2.2.3 Le funzioni della Banca d'Albania...48

2.2.4 L'indipendenza istituzionale della BoA e le relazioni con il governo albanese...50

2.3

Storia della politica monetaria in Albania...51

2.3.1

Il quadro legale della politica monetaria dal 1992 al 2012...51

2.3.2 L'andamento storico degli strumenti di politica monetaria della BoA...52

2.3.3

La politica monetaria dal 1992 al 1997...54

2.4

La politica monetaria dal 1997 al 2001...58

2.4.1 Il quadro macroeconomico in questo periodo...58

2.4.2

L'evoluzione della politica monetaria della Boa dal 1997 al 2001...59

2.4.3

L'evoluzione della politica monetaria dal 2002 al 2012...62

2.4.3.1

L'inquadramento macroeconomico del paese in questo periodo...62

2.4.3.2

La politica monetaria del periodo 2002-2012...66

2.5

L'impatto del meccanismo di trasmissione monetaria in Albania...68

2.5.1

Il canale del tasso di interesse...68

2.5.2 Il

canale del tasso di cambio...68

2.5.3 Il canale dei prezzi delle attività finanziarie...

69

2.5.4

Il canale del credito interno...70

2.6 La sorveglianza bancaria della Banca d'Albania...71

2.6.1

Introduzione alla sorveglianza bancaria ...71

2.6.2 Il ruolo dalla sorveglianza bancaria...73

Capitolo III: La Banca d'Albania e le relazioni con gli organismi finanziari internazionali...74

3.1 Le relazioni tra la BoA e il Fondo Monetario Internazionale nel primo decennio della transizione economica albanese...74

(3)

3.1.2 L'Accordo PRGF/EFF e l'avanzamento delle relazioni tra l'Albania e il FMI...82

3.2

L'evoluzione delle relazioni tra la BoA e la Banca Mondiale...87

3.2.1 La nascita delle relazioni tra la BoA e la Banca Mondiale...87

3.2.2 Le strategia triennali con la Banca Mondiale nel periodo 2006-2012...89

3.3

La dinamicità delle relazioni tra la BoA e l'UE nell'ottica dell'ingresso del paese all'Unione Europea...92

3.3.1

Il Processo di Stabilizzazione e di Associazione e la BoA...94

3.3.2 Verso l'adesione all'Unione Europea...100

(4)

Introduzione

L'Albania è uno Stato di dimensioni geografiche e demografiche relativamente modeste con una popolazione di 2.800,1381 abitanti. Confinante a Nord e a Est con le Repubbliche ex Jugoslave di Serbia, Montenegro e Macedonia, a Sud e Sud-Est con la Grecia e a Ovest con il Mar Adriatico e il Mar Ionio, l'Albania viene considerata da diversi studiosi come una regione cerniera tra l'area balcanica e quella mediterranea. Da questo punto di vista la regione può essere concepita coma una porta che agevola l'ingresso dell'Adriatico, attraverso il canale d'Otranto, all'interno della penisola balcanica.

A causa della sua posizione geografica, l'Albania si è trovata storicamente parte di conflitti e ha subito la forte instabilità dell'area balcanica. La non corrispondenza dei confini politici dell'Albania con le sue frontiere naturali ed etniche costituisce un primo fattore di instabilità che ha caratterizzato il paese a seguito del crollo dell'Impero ottomano. La costituzione dello stato albanese, che risale soltanto il 28 novembre 1912, sembra essere stato favorito dalle esigenze strategiche di alcune potenze regionali, impiegate a limitare l'espansionismo serbo-montenegrino a Nord e tese a impedire a Sud un certo controllo del Canale d'Otranto da parte della Grecia, piuttosto che da una effettiva capacità di autodeterminazione delle élites e popolazioni locali.

I confini stabiliti nel 1913 restano tutt'oggi, anche se la popolazione di ceppo albanese attualmente insiste su un territorio molto piu' vasto di quello delimitato dai confini politici dell'Albania appartiene a differenti Stati sovrani limitrofi, come il Kosovo2, la Macedonia, la Grecia e il Montenegro. Precisamente circa il 90% della popolazione del Kosovo, oltre il 25% della popolazione della Macedonia, il 4% in Grecia3, e il 5% in Montenegro risultano di etnia albanese. Anche se sono passati piu' di vent’anni dal crollo del regime comunista, l’Albania è tuttora considerata un “paese in transizione e in via di sviluppo4” per il suo percorso di avvicinamento alle democrazie di tipo occidentale e, particolarmente, per il suo processo di convergenza agli standards istituzionali dell’Unione europea cui intende aderire.

L’economia albanese attraversò due momenti di grande crisi economica e sociale. La prima fu quella che portò al crollo del regime comunista negli anni 1989-1992, con il disfacimento di interi complessi industriali, l’abbandono delle campagne, lo smantellamento di molti servizi e la grande ondata migratoria.

1 Fonte Istituto di Statistica d'Albania, census 2011

2 Il Kosovo è uno stato parzialmente riconosciuto nell'arena internazionale sotto la risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza ONU

3 La denominazione albanese della popolazione di etnia albanese nell'Epiro greco è Çamêria 4 http://data.worldbank.org/about/country-classifications/country-and-lending-groups

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Il secondo momento di crisi economica, ma anche politica ed istituzionale, fu quello associato al crollo dei cosiddetti “schemi piramidali”, che distrusse la maggior parte del risparmio interno delle famiglie albanesi e rafforzò la dipendenza dell’Albania dall’assistenza finanziaria e internazionale costituita da organismi come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale o dall'Unione Europea stessa.

Il processo di trasformazione e di avvicinamento del Paese all’Europa, nonostante le crisi, sembra procedere nella strada giusta, anche se il ritardo economico da colmare rimane consistente. Il paese ha ottenuto nel giugno dell'anno scorso lo status di paese candidato all'Unione Europea5. Da sottolineare che l'integrazione europea di un paese in via di sviluppo non puo' fare a meno dell'integrazione finanziaria che vede la Banca Centrale ad essere investita di un ruolo importantissimo.

Lo sviluppo del sistema bancario in Albania riflette lo status economico, sociale e politico del paese e può essere suddiviso in tre periodi rilevanti: nel primo periodo il sistema bancario si trova sotto il regime comunista (1946-1990), in un secondo periodo il sistema bancario partecipa alla riforma economica degli anni 90; ed un terzo periodo che va dal 1997 in poi che vede la privatizzazione delle banche e la crescita delle banche estere in Albania.

Per la prima volta la politica monetaria albanese fu progettata e realizzata a metà del 1992, come parte dell'accordo di sostegno del Fondo Monetario Internazionale per l'Albania quando furono prese alcune decisioni, nell'intento di stabilizzare e controllare l'offerta della moneta attraverso l'uso diretto di strumenti di controllo. Già con la prima legge della Banca d'Albania l'obiettivo principale fu la conservazione del valore della moneta nazionale, e di conseguenza di garantire la stabilità dei prezzi al consumo.

L'Albania attraverso l'ESAF, si impegnò a rispettare l'impegno presso con il FMI nel raggiungimento di alcuni progressi negli indicatori macroeconomici più importanti: consolidamento fiscale, riduzione dell'inflazione, apertura all'esterno e incremento del tassi di crescita, riforme strutturali6.

L'interazione della Banca d'Albania con le principali istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l'UE, costituisce un fattore rilevante per lo sviluppo del sistema bancario albanese. Le relazioni con tali istituti finanziari internazionali conobbero nuovi sviluppi dopo il 1991, quando l'Albania diventò membro del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. La Banca perseguì anche un obiettivo intermedio in termini di scelta della base monetataria, mentre gli strumenti fondamentali per il controllo monetario furono 5 http://ec.europa.eu/enlargement/countries/detailed-country-information/albania/index_en.htm

6 M.Muço, P.Sanfey, E.Luçi, Working Paper in Stabilization, monetary policy and financial istitutions in Albania,

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essenzialmente due: il limite del prestito e il tasso di interesse sui depositi in Lek nelle banche con capitale statale. Dal luglio 1992 fu adottato un regime del tasso di cambio flessibile, mentre le transazione di conto corrente furono completamente liberalizzate.

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Capitolo I : La nascita e lo sviluppo delle banche in Albania dopo il 1990

1.1 Breve excursus storico del sistema bancario albanese sotto il regime comunista

Dall'instaurarsi del regime comunista in Albania fino al 1991, la Banca dello Stato d'Albania si trovò costretta a sostenere il programma di sviluppo dell'economia socialista, caratterizzata dalla centralizzazione dell'intero sistema economico nelle mani dello Stato.

Con l'arrivo al potere del partito comunista albanese di Enver Hoxha, l'Albania iniziò il suo cammino storico di quasi 45 anni verso il totalitarismo e la centralizzazione dell'economia. La

Banca Nazionale Albanese fu l'unica7 banca che operò in Albania fino al 1991, ma basandosi

sull'accordo del marzo 1925 tra Ahmet Zogu e Mario Alberti, rappresentante del Gruppo Finanziario italiano e Presidente della Banca Credito Italiano, tale istituto bancario non era esclusivamente di proprietà statale.

La prima mossa del regime di Hoxha fu quella di congelare tutte le attività della Banca Nazionale Albanese fino a una successiva decisione che avrebbe dovuto specificare la procedura per statalizzare la banca. Subito dopo la dichiarazione di indipendenza nel 1944, il partito comunista non perse tempo e ottene un incontro sugli investimenti esteri nel paese. Da quel momento qualsiasi investimento straniero, specificamente quelli italiani o tedeschi , e qualsiasi forma di commercio estero privato, si trasformò automaticamente proprietà dello stato albanese. Le leggi approvate vietarono l'esportazione di metalli preziosi e pietre preziose fuori dal paese. Il 13 gennaio 1945 il governo albanese varò una legge trasformando in tale maniera la Banca Nazionale d'Albania in proprietà dello Stato. L'Albania non riconobbe piu' le azioni di proprietà del gruppo bancario italiano e annullò unilateralmente l'accordo di Ahmet Zogu del marzo 1925, dove tra l'altro era previsto che la nuova banca di emissione avrebbe dovuto procurare, tramite una Società per lo Sviluppo Economico dell'Albania, un finanziamento di cinquanta milioni di franchi oro allo Stato albanese8. Tutti i depositi in oro e valuta estera furono dichiarati di proprietà dello stato e il governo

non riconobbe nessun tipo di debito delle banche albanesi operanti prima dell'instaurazione del regime comunista. La Banca Nazionale Albanese divenne così la Banca dello Stato Albanese (Bsa) e il 22 gennaio 1945 iniziò la sua attività bancaria, sotto il controllo totale del Ministero delle Finanze.

Il sistema aureo fu ripristinato. La Bsa doveva tenere nei depositi o aver depositato in una banca

7 Da precisare che la Banca Fondiaria del 1969 non viene considerata una vera e propria banca

8 L. Iaselli, L'espansione finanziaria dell'Italia in Albania (1925-1943), la Banca Nazionale d'Albania e la SVEA, pp.67-68

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estera perlomeno 1/3 delle banconote che erano in circolazione in un dato momento. Tuttavia, il franco albanese era la moneta ufficiale in Albania e la Bsa continuò a stampare il nuovo franco albanese fino al 1946, quando iniziarono a circolare le nuove monete. Esisteva però il problema della diversità delle monete in circolazione in fase pre-guerra e durante la seconda guerra mondiale. Cosicché il governo decise di optare per una prima riforma monetaria. La Banca di Stato dichiarò che le vecchie monete dovevano essere scambiate con la nuova moneta con un tasso di cambio pari a 5:1. In base a tale tasso di cambio per ogni cinque vecchi franchi si otteneva un nuovo franco. Basandosi in questo rapporto la Bsa regolò i prezzi dei beni e servizi e i tassi di cambio in valuta estera. Nel luglio 1947 la Banca di Stato lanciò una seconda politica di riforma monetaria in Albania. La una nuova moneta messa in circolazione fu chiamata Lek. Le banconote erano 10, 50, 100, 500 e 1000 Lek e le monete erano 0,50, 1, 2 e 5 Lek. Il tasso di cambio questa volta fu di un franco a 9 lek. Anche in questo caso i prezzi furono regolati da questo tasso di cambio, e il Lek diventò l'unica moneta ufficiale in Albania. Tutte le altre monete che esistevano prima, e che furono lasciati in circolazione per un po' , divennero non valide per uso9.

Da sottolineare che nel 1946, sotto una sorta di contratto speciale si tentò di far nascere una banca jugoslava-albanese che avrebbe avuto suoi uffici principali a Belgrado, ma avrebbe avuto anche una filiale a Tirana .

Entrambe le parti avrebbero tenuto pari controllo delle banca in azioni. Il capitale della banca sarebbe stato di 6 milioni di franchi pari a 600 azioni, e ogni parte avrebbe dovuto depositare il capitale iniziale nelle riserve bancarie. Il governo albanese depositò il capitale nelle apposite riserve bancarie della banca ma denunciò che la parte jugoslava non aveva depositato nessun capitale, e tutto il lavoro andò perduto.

Il sistema bancario albanese durante l’intero periodo comunista si caratterizzò per la presenza di una sola banca, coadiuvata da due istituti, la Banca Fondiaria e le Casse di Risparmio. La Banca Fondiaria fu fondata il 12 dicembre del 196910 e tra le sue principali attività aveva la concessione

del credito a breve e a lungo termine alle cooperative. Dal 1977 in poi ampliò la sua attività anche alle aziende e alle istituzioni statali operanti nel settore agricolo. Il secondo istituto, costituito dalle Casse di Risparmio, le quali furono fondate nell'agosto del 1949, fu reso operativo a fianco della Banca Fondiaria. Le Casse di Risparmio non potevano essere considerate delle vere e proprie banche, in quanto la loro funzione era concentrata sulla raccolta finanziaria e non su quella degli impieghi. In realtà le Casse di Risparmi potevano solo accettare depositi ed era espressamente

9 K.Postoli, Ll.Balliu, B.Striniqi, La storia della banca centrale in Albania, Pubblicazione della Banca d'Albania, pp.115

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vietata a loro la possibilità di concedere prestiti alla popolazione. Nel 1953 le Casse di Risparmio iniziarono a svolgere anche operazioni di assicurazione statale delle proprietà, mutandosi in Casse dei Risparmi e delle Assicurazioni11.

Ritornando alla Banca dello Stato d'Albania (Bsa), ad essa erano attribuiti poteri sia di banca centrale sia di banca commerciale. La Bsa effettuava, in qualità di banca centrale, funzioni di emissione della moneta e di controllo della politica monetaria, mentre in qualità di banca commerciale concedeva crediti e prestava servizi di riscossione e di pagamento alle aziende. Durante questo periodo funzionarono due circuiti finanziari. Il primo riguardò quella categoria di persone che possedevano un reddito monetario, parte del quale lo versavano presso l'Istituto delle Casse di Risparmio. Le aziende e le cooperative ricorrevano al secondo circuito finanziario, quello dei crediti concessi dalla Bsa e dalla Banca Fondiaria, affrontando in tale modo il pagamento dei salari e degli stipendi, gli obblighi nei confronti dei clienti e dello Stato, tramite lo strumento del conto corrente.

All'interno di questo sistema creditizio i tassi d'interesse e gli scambi non avevano nessuna rilevanza. Infatti il credito fu concesso a tassi d'interesse molto bassi12, e invariati per tutta la durata

del prestito.

1.2 La crisi economica albanese degli anni 80'

Per comprendere ancora meglio la crisi degli anni novanta, occorre ricordare la profonda crisi economica dell'Albania degli anni ottanta causata dalla rottura definitiva con l'unico partner internazionale rappresentato dalla Repubblica Popolare della Cina.

L'Albania, il 13 luglio 1978, decise unilateralmente di rompere le sue relazioni con la Repubblica Popolare della Cina, accusando la classe dirigente cinese, già dal 7° Congresso del Partito del Lavoro Albanese tenutosi nel novembre 197613, di tendenze antimarxiste in quanto si constatavano una serie di pratiche burocratiche e liberali, di concetti democratici e intellettualistici.

Le importazioni albanesi provenienti dalla Cina nel 1970, confrontati con quelli del 1960, risultano incrementati di circa 33,2% del totale, mentre e nel 1980 tali importazioni risultano totalmente azzerate. La logica della rottura con la Repubblica Popolare della Cina, tenendo conto anche del fatto che da parte albanese non fu pressa nessuna misura precauzionale per minimizzare l'impatto negativo sull'economia nazionale, fu del tutto ideologica, derivante senz'altro dal socialismo

11 G. Morone ( a cura di), Sviluppo umano e sostenibile in Albania, Franco Angeli s.r.l., Milano, 1999, p.161 12 I tassi d'interesse variavano dal 1% al 2 %.

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albanese in quel periodo14.

Dopo la rottura con la Repubblica Popolare della Cina, l'Albania seguì una politica autarchica, basandosi sul principio dell'appoggio sulle proprie forze. Tale politica economica significava per il leader del Partito Popolare dell'Albania, Enver Hoxha, che il regime poteva e doveva accrescere le sue esportazioni per poter disporre di valute e comprare, con mezzi propri, quelle materie che non si producevano all'interno del paese15. Per poter realizzare la politica di autarchia il Partito del Lavoro Albanese utilizzò una serie di strumenti che accompagnarono il paese verso un isolamento quasi totale dal resto del mondo. In realtà fu adottata una strategia di sviluppo autarchico di controllo delle attività produttive e un'altra di rivoluzione scientifica e tecnica, la quale creò consigli tecnici e scientifici con il compito di incitare la massa degli operai a pensare, discutere e trovare modi per aumentare la produttività del lavoro.

L'economia albanese nel periodo 1980-1990, contrariamente alla logica politica del regime, fu orientata verso il declino. I principali fattori del declino furono sia di tipo strategico, ispirati dalla scelta di un unico modello di sviluppo, precisamente quello staliniano, sia dall'incapacità della classe dirigente del regime ad analizzare l'economia albanese, dato che quest'ultima aveva già dato segni negativi. Durante questi anni gli investimenti iniziano la loro caduta libera, seguiti da un venir meno della produttività del lavoro e del capitale. L'assenza di un investitore finanziario, come la Cina, costituì il piu' rilevante fattore nel tentativo di sostituire gli impianti produttivi, senza contare che tali impianti avevano dai vent'anni ai quarant'anni di vita e la maggior parte, a causa dell'intenso utilizzo, erano di scarsa efficienza.

Solo dopo il 1987 l'Albania fu costretta a cambiare corso, e indirizzò i suoi scambi verso i paesi occidentali, regolò le transazioni commerciali in valuta convertibile e si trovò nelle condizioni di adattare i suoi prodotti agli standards occidentali.

Nonostante il divieto costituzionale16 del 1976, il debito estero albanese aumentò a piu' di mezzo miliardo di dollari, di cui 232 milioni sotto forma di arretrati di rimborsi17. Nella seconda metà degli anni ottanta il deficit della bilancia dei pagamenti registrò un aumento progressivo dovuto al ritardo dei pagamenti delle merci vendute e dei servizi effettuati dai partners, del finanziamento dei prestiti interbancari e dello sfavorevole corso dei cambi. L'aumento del prezzo dei beni importati, giustificato dalla loro migliore qualità, incrementò il deficit. In realtà gli scambi con l'Occidente non consentirono di poter cedere prodotti trasformati, essendo il loro standard non adeguato alle esigenze di tali mercati. L'Albania dovette riallacciare i suoi rapporti commerciali con i paesi del

14 G. Morone (a cura di) , Sviluppo umano e sostenibile in Albania, p.201 15 Enver Hoxha, Raport ne Kongresin e tete te PPSH, Tirane, 1981

16 La Costituzione del 1976, vietava i crediti e i prestiti stranieri, considerati un attentato all'indipendenza del paese. 17 Gianni Morone (a cura), Sviluppo umano e sostenibile in Albania, p.205

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COMECON, con un ulteriore impatto negativo. Gli scambi con la maggior parte dei partners dell'Europa dell'Est erano organizzati sotto forma di accordi bilaterali, caratterizzati da facilitazioni di pagamento. I prestiti e i crediti a breve termine, spesso rinnovati attraverso successive dilazioni del rimborso, erano infatti le modalità piu' ricorrenti di finanziamento. Durante gli anni 1985-1990, i capitali non furono mai utilizzati dal governo albanese per la destinazione per la quale essi erano stati accordati, ma furono impiegati nella maggior parte per coprire il deficit permanente degli scambi esteri. Il risultato di questa politica fu l'aumento sempre piu' rapido del deficit sia l'aumento del ricorso all'indebitamento a breve termine, che dopo il 1988 aumentò notevolmente.

Il debito estero dell'Albania in moneta convertibile nei confronti dei soli paesi dell'Europa dell'Est nel luglio del 1991 era salito a circa 91 milioni di dollari. A causa della mancanza di liquidità della Banca di stato, il governo albanese non poté rispettare i suoi impegni, e nel tentativo di minimizzare il deficit crescente una prima modalità di copertura del disavanzo fu costituita dall'utilizzo di un fondo, il cosiddetto fondo di riserva, creato in passato grazie all'accumulo delle eccedenze realizzate con i crediti esteri. L'altra modalità per reperire mezzi finanziari fu rappresentata dalla progressiva appropriazione da parte del bilancio dello Stato di tutti i redditi delle imprese.

1.2.1 Crollo del sistema centralizzato e l'apertura economica albanese

L'apertura al capitalismo si era già registrata con il Presidente Ramiz Alia, successore designato di Enver Hoxha che morì nel 1985. Nel 1987, l'Albania ristabilì le relazioni diplomatiche con Bonn e ciò portò ad un'espansione del commercio con l'allora Comunità europea18 anche se la crisi

post-comunista in Albania per diversi motivi fu piu' pronunciata che negli altri paesi in transizione dell'Europa Orientale. La stabilizzazione, la liberalizzazione e la trasformazione strutturale comprese nelle misure standard del Fondo Monetario Internazionale, furono applicate senza preoccuparsi della particolarità del paese. Numerosi studiosi hanno cercato di analizzare le cause che portarono al fallimento del sistema socialista.

Una prima considerazione generale presenta l'Albania come il paese piu' povero d'Europa, nel momento in cui, dopo la Seconda Guerra Mondiale, orientava la sua economia verso l'economia pianificata. Negli anni novanta il Pil per abitante in Albania, compreso nell'intervallo tra 570-620 dollari americani, era un terzo della Polonia, un quarto rispetto all'Ungheria, meno del 18% se confrontato alla ex-Cecoslovacchia e solo il 3% del Pil per abitante degli Stati Uniti19.

La caduta progressiva della produzione fu associata a una serie di ragioni. In primo luogo il tipo di

18 M.Chossudovsky, La crisi albanese, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1998, p.29 19 G. Morone (a cura di), Sviluppo Umano e Sostenibile in Albania, p. 236

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struttura produttiva caratterizzato da un peso maggiore dell'agricoltura rispetto agli altri paesi socialisti ha avuto un ruolo determinante.

In secondo luogo la dipendenza dall'estero ha costituito un altro fattore rilevante. L'industria albanese, in particolare quella pesante, era dipendente dalle materie prime e dai beni importati. Nel 1990 i pianificatori albanesi dovevano importare beni per 250 milioni di dollari, ovvero il doppio del valore effettivo delle esportazioni, al fine di utilizzare pienamente la capacità produttiva industriale disponibile. La caduta della produzione nel 1990-1991 ha contributo anche ad aumentare lo squilibrio tra domanda e offerta e al declino di produzione si è affiancata anche una grave crisi della finanza pubblica.

La politica di bilancio del Governo albanese era concepita come un mezzo di ridistribuzione delle risorse finanziarie ove da una parte tutti i surplus delle imprese venivano trasferiti al bilancio centrale e, dall'altra parte, il bilancio sovvenzionava le imprese. Durante gli anni ottanta la situazione della finanza pubblica deteriorò rapidamente a causa della caduta delle entrate che e dell'aumento delle spese. Dal 1986 al 1990 le spese sono passate dal 48,8% al 63.6% del Pil e le entrate sono diminuite dal 48,8% al 47% del Pil20. Nel tentativo di controllare le pressioni sociali

nel 1991 lo Stato albanese fu costretto a sovvenzionare incirca l'80% della massa salariale dovuta dalle imprese ai lavoratori.

All'accelerazione della crisi contribuì anche il crollo del commercio estero dell'Albania. Nel biennio che va dal 1990 al 1992 il deficit commerciale si attesta al 65,9 % del Pil21 e il ricorso

all'indebitamento internazionale fu inevitabile in una situazione economica così drammatica. Di conseguenza il servizio del debito estero in rapporto con le esportazioni è cresciuto dell' 89,5% nel 199222 e nonostante la liberalizzazione degli scambi abbia cercato di attenuare la pressione della

domanda sui prezzi in una situazione di crollo della produzione, la marcata profondità degli squilibri macroeconomici ha reso inevitabile l'esplosione di fenomeni iperinflazionistici.

Di fronte al deterioramento economico l'Albania cercò di adottare misure e strumenti necessari per fermare la gravità della situazione economica e nello stesso tempo per creare le condizioni per il passaggio verso un'economia di libero mercato.

In linea generale, come in tutte le economie ex-socialiste, l'orientamento della politica economica centralizzata verso un'economia di mercato necessitò misure di contenimento della crisi. Le prime misure di contenimento della crisi, associate al diverso livello di sviluppo dei paesi, hanno avuto un

20 Fonte Ministero delle Finanze

21 Gianni Morone (a cura di) , Sviluppa umano e sostenibile in Albania, p. 239 22 Nel 1990 il debito estero in rapporto alle esportazioni era del 26,7%

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costo che ogni economia in transizione si è trovata obbligata a sopportare. Nella maggior parte di questi paesi, coinvolti in questo passaggio storico delle loro economie, le prime misure con riferimento alla stabilizzazione macroeconomica, e cioè al contenimento dell'inflazione, del deficit pubblico e del debito estero, furono affiancate da processi come la liberalizzazione dei prezzi, degli scambi commerciali, l'introduzione del tasso di cambio etc. L'Albania seguì questa via dalla caduta del sistema comunista in poi. La riforma economica albanese iniziò con l'adozione di misure di urgenza a seguito della caduta della produzione, del crollo degli scambi commerciali, e della situazione caotica di politica interna.

Nell'ottica di tutto ciò, l'aiuto esterno è stato vitale per l'Albania e precisamente il sostegno del Fondo Monetario Internazionale consentì al governo albanese di preparare l'intervento che l'economia del paese necessitava. Nell'agosto del 1992 fu firmato un accordo che prevedeva un importante pacchetto di misure finanziarie e monetarie. Nel corso del rapporto Albania-FMI, quest'ultimo ha svolto un ruolo importantissimo di intermediario nei confronti degli interlocutori stranieri, alla condizione che il governo albanese si impegnasse a fondo nel risanamento dell'economia del paese. Il cambio di regime politico in Albania indirizzò il paese verso un sistema democratico e furono l'instabilità politica e il disordine sociale ad incrementare l'impatto della crisi. Le prime elezioni libere, tenute il 31 marzo 1991, videro la partecipazione di un elevato numero di partiti politici. L'esito delle elezioni, che mise nelle mani del partito socialista il nuovo governo, fu contestato. Nel giugno del 1991 fu creato un governo di coalizione con il compito di preparare le nuove elezioni. Solo nel marzo del 1992, il Partito Democratico d'Albania di Sali Berisha, che costituiva anche il piu' grande partito di opposizione, salì al potere23. Nella gestione della

transizione dell'economia post-comunista, per il FMI, la stabilità politica è stata la condizione minima da soddisfare per la designazione dell'interlocutore locale delle organizzazioni internazionali. La stabilità politica significava per il paese il primo passo da compiere all'interno del lungo processo di transazione sociale, economica e istituzionale di cui ne faceva parte il paese. Il partito di Berisha fu presentato davanti al popolo albanese come il partito salvaguardia dei principi democratici della fragile democrazia albanese.

1.3 Le riforme nel sistema bancario durante la transizione economica degli anni novanta 1.3.1 La politica di stabilizzazione

Dopo il 1990, in Albania iniziò il processo di privatizzazione dell'economia per trasformarla da un'economia in cui i fattori economici erano solo di proprietà statale in un'economia di mercato

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basata sulla proprietà privata, sulla concorrenza e la libera iniziativa24. Profondi cambiamenti nell'economia erano da eseguire nel campo della proprietà privata. Il processo di privatizzazione delle imprese statali di servizi e delle imprese per l'estrazione fu accompagnato da cambiamenti nell'organizzazione del sistema bancario. Questi settori dovevano camminare parallelamente al fine di non compromettere l’un l'altro nel progresso economico. In questo modo le riforme della proprietà privata si sono diffuse nel sistema bancario.

L'Albania seguì lo schema degli altri paesi dell'est anche se comportò una serie di problemi che non trovano riscontri simili25. Lo schema di per sé mirava inizialmente alla stabilizzazione

dell'economia monetaria e di bilancio e contemporaneamente a tutto ciò, a realizzare le riforme strutturali. La politica di stabilizzazione e quella di riforme strutturali costituirono un tassello unico.

Le riforme limitate negli anni '85 -'90, non solo incrementarono le difficoltà economiche, ma per la prima volta, affrontarono il paese con indici economici sconosciuti nel periodo del comunismo. Nel 1990 apparve per prima volta il deficit di bilancio, che rappresentò in questo periodo circa il 15% del PIL.

A partire dal 1990, le crisi si sono evolute rapidamente coincidendo con la distruzione del vecchio regime e con la transizione verso un sistema di economia di mercato. Fu un vero e proprio collasso economico, caratterizzato da un'inflazione galoppante e dal debito estero sempre crescente. Il settore più colpito fu l'industria, la cui produzione scese oltre il 40% nel 1991, mentre la maggior parte dei rami industriali chiusero definitivamente. Come risultato del deterioramento spontaneo delle ex-cooperative agricole e della distruzione del sistema di distribuzione della proprietà fondiaria, la produzione agricola scese sensibilmente. Con il drastico calo della produzione, il deficit di bilancio incrementò (circa il 45-50% del PIL nel 199126) a causa del venir meno delle entrate di bilancio di base, che erano fornite dai versamenti nel bilancio statale da parte delle imprese statali. Il deficit di bilancio fu coperto attraverso il finanziamento monetario, che portò a tassi di inflazione dal 10% al 15% al mese, alla dollarizzazione dell'economia e all'esaurimento delle riserve valutarie27.

In queste circostanze il governo, uscito dalle elezioni del marzo 1992, elaborò un programma economico volto a trasformare l'economia in un'economia che funziona sulla base di leggi di mercato. Il pacchetto di misure conteneva una serie di obiettivi da raggiungere come :

• La stabilità macroeconomica ( intesa come riduzione del deficit di bilancio e del debito pubblico e contenimento dell'inflazione). In tale quadro la riforma del sistema finanziario fu

24 M.I.Blejere, M.Mecagni, R. Sahay, R.Hides, B.Johnston, P.Nagy, R.Pepper, Albania: From isolation toward reform,

in An Occasional Paper of International Monetary Fund, 1992, pp. 1505-1507

25 A.Segre, La rivoluzione bianca, Società editrice il Mulino, Bologna, 1994, p. 269 26 Fonte Ministero delle Finanze Albanese

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concepita come una necessità per il raggiungimento della stabilità macroeconomica. • La liberalizzazione dei prezzi e la rimozione dei sussidi

• La liberalizzazione delle attività economiche attraverso l'eliminazione dalla pianificazione centralizzata, creando le condizioni per il funzionamento del libero mercato, attraverso la creazione di nuove istituzioni ( per esempio: banche commerciali indipendenti della banca centrale, istituti di assicurazioni e borse etc.,).

• La sostituzione di beni patrimoniali dello Stato attraverso varie forme di privatizzazione in economia.

• L'apertura dell'economia verso l'esterno, eliminando così il monopolio dello stato nel commercio estero e liberalizzando l'import-export, senza dimenticare la convertibilità della moneta nazionale28.

1.3.2 L'evoluzione della legislazione del sistema bancario

Con l'avvio della trasformazione economica e strutturale imposta dal processo di democratizzazione in Albania si sentì l'esigenza di apportare rilevanti e sostanziali mutamenti. La riforma del sistema finanziario ebbe una notevole rilevanza per la stabilità macroeconomica del paese . Tutti quei paesi che hanno partecipato a questo genere di trasformazione economica, hanno mirato alla creazione di un sistema bancario a due livelli, all'incremento dell'autonomia della banca centrale e della concorrenza nell'ambito del sistema bancario, allo sviluppo del mercato monetario e finanziario, alla razionalizzazione del sistema dei pagamenti, all'impostarsi di un sistema di controllo efficace delle banche e alla ristrutturazione e privatizzazione del sistema bancario.

La prima fase della ristrutturazione del sistema bancario e finanziario albanese ha visto il passaggio da un sistema a un livello caratterizzato dalla presenza di una sola banca, a un sistema a due livelli, che vede la Banca dello Stato investita dei poteri tradizionali della banca centrale mentre le banche commerciali sono autonome e autorizzate a svolgere operazioni di raccolta e di impiego dei fondi.

Nonostante le condizioni sfavorevoli di partenza dell'economia albanese e del settore bancario,quest'ultimo è stato sviluppato passo dopo passo, con espansione di nuove banche private, attraverso la privatizzazione e la ristrutturazione delle banche Stato, il miglioramento della legislazione e dei pagamenti del sistema, il perfezionamento tecnologico e dei servizi bancari, l'innalzamento del livello del credito fino ad arrivare ad una crescita di altri servizi bancari.

Nell'ambito della riforma economica iniziata nel 1992, la riforma del sistema bancario iniziò come una riforma istituzionale con il modificarsi della base giuridica. L'Assemblea Nazionale Albanese, 28 F.Ibrahimi, D.Salko, The albanian financial system, pubblicazione della Banca d'Albania, 2001, pp.214-218

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nell'aprile 1992, approvò la legge "sulla Banca di Albania"29, che affermò come tale istituto fosse

l'istituzione più importante per le politiche monetarie del paese. Basandosi sull'art. 4 di questa legge è da sottolineare il ruolo che la Banca d'Albania assume tramite il parere preliminare richiesto su ogni atto normativo inviato per l'approvazione al Consiglio dei Ministri in materia di politiche finanziarie e di moneta. Per la prima volta si fa riferimento al pluralismo bancario ed infatti, secondo l'articolo 6 della legge, la Banca d'Albania ha il diritto di dare la licenza per la creazione di banche e soggetti finanziari non bancari. In questa legge furono previsti anche i compiti della Banca d'Albania come: l'approvazione delle politiche monetarie, la supervisione e la regolamentazione del sistema bancario globale, l'emissione della moneta locale e dei prestiti da fornire al settore bancario e alle istituzioni finanziarie etc,.

Questa legge fu sottoposta ad alcune modifiche nel 1993 con la Legge nr. 7706 del 13 maggio 1993 e fu totalmente abolita con la nuova legge nr. 8076 del 22 febbraio 1996 "Per la Banca di Albania". La legge in materia bancaria dell'anno 1996 segnò un notevole miglioramento all'interno del quadro istituzionale e giuridico della politica monetaria della banca, con l'obiettivo di determinare una funzione di più trasparente di politica monetaria. Ciò fu raggiunto tramite la definizione della stabilità dei prezzi come l'obiettivo primario della politica monetaria e del funzionamento della politica monetaria esclusivamente posto sotto una banca centrale moderna e indipendente. In questo modo la legge definì gli elementi di indipendenza della banca centrale, soprattutto per quanto riguarda la nomina dei componenti del Consiglio di Sorveglianza e per quanto riguarda la liquidazione finanziaria del personale della banca. Nel 1997 il legislatore albanese intervienne ancora una volta nel sistema normativo bancario approvando la legge nr. 8269 del 23 dicembre 1997 "Per la Banca d'Albania", abolendo totalmente la legge n. 8076 del 22 febbraio1996 “ 30.

Questa è la legge fondamentale per l'organizzazione e il funzionamento della Banca d'Albania in quanto banca centrale della Repubblica di Albania. Con questa legge viene sancita l'indipendenza della Banca d'Albania e sono determinati gli obiettivi della medesima Banca e le sue competenze giuridiche. La legge stabilisce che la Banca d'Albania è indipendente da qualsiasi altra autorità per la realizzazione dell'obiettivo principale della sua attività e nell'esercizio dei compiti assegnati. La Banca d'Albania ,in base alle definizioni di questa legge, risponde al Parlamento di Albania e ha come obiettivo principale il raggiungimento e il mantenimento della stabilità dei prezzi. La legge definisce lo status giuridico della Banca d'Albania come soggetto giuridico pubblico, definisce le direzioni principali della sua attività, la sua funzione e le finalità, e sancisce la posizione della Banca d'Albania nel primo livello del sistema bancario albanese, dando alla Banca sia la 29 Legge nr.7559 del 22 aprile del 1992 “Për Bankën e Shqipërisë”

30 A.Shingjergji, A.Shingjergji, Analysis of the Albanian Banking System in the Transition Years, in International Journal of Bussiness and Commerce, (2) 2004, pp. 81-82

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competenza di attribuire la licenza bancaria ad una banca di secondo livello, sia di sorveglianza sull'intero sistema bancario in Albania. In questa legge sono previsti i diritti e le competenze della Banca d'Albania nel quadro della trasparenza della propria attività e l'aumento del livello di indipendenza. L'articolo 161 della Costituzione albanese del 1998 inquadra la Banca d'Albania dal punto di vista istituzionale come la banca centrale dello Stato albanese, ed in maniera esclusiva attribuisce a tale istituto competenze come: l'emissione e la messa in circolazione della moneta albanese (Lek), l'attuazione indipendente della politica monetaria e l'amministrazione e il mantenimento delle riserve in valuta estera della Repubblica d'Albania.

Nel luglio del 2002 furono inglobati i diritti espressi dall'art. 161 tramite gli emendamenti fatti alla legge "Per la Banca d'Albania", fino ad arrivare nel 2006 quando si approvò una legge importantissima per il sistema bancario albanese, la legge nr. 9662 del 18 dicembre 2006 "Per le banche nella Repubblica di Albania". Questa legge mirò alla modernizzazione della legislazione bancaria in Albania in conformità con il diritto comunitario dell'Unione Europea in materia bancaria. La legge considera gli obblighi dell'Albania che derivano dall'accordo di associazione e di stabilizzazione nel settore dei servizi finanziari, in particolare i servizi bancari, che hanno a che fare con la libertà di stabilimento e di offerta di servizi finanziari e bancari. Questa legge fu armonizzata anche con le direttive di codificazione dell'Unione europea nel settore del diritto bancario e anche con i principi fondamentali di Basilea. Il progetto di legge prestò particolare attenzione alla definizione dei criteri e delle condizioni chiare per le licenze delle banche e banche estere. Da sottolineare come la legge, armonizzata con la legislazione albanese in vigore, ha previsto la concessione di licenze e la supervisione delle attività finanziarie di altre autorità di regolamentazione, come l'autorità Finanziaria di Sorveglianza e l'agenzia dei Depositi. Una delle principali novità di questa legge fu la regolamentazione della vigilanza consolidata dai gruppi finanziari e bancari. Con l'obiettivo di aumentare la trasparenza della Banca d'Albania la legge ha previsto procedure chiare di ricorso amministrativo.

Basandosi su questa legge, alla Banca Centrale vennero attribuiti diversi poteri che precedentemente appartenevano al governo, come: la definizione della quantità del credito da erogare, l'emissione della banconota, la fissazione dei tassi di interesse bancario, le forme dei pagamenti ecc ..Analogamente, la dipendenza della Banca centrale passava dal Governo al Parlamento.

La Banca d'Albania costituisce la banca centrale del paese appartenente al primo livello, mentre nel giugno 1992 la Banca d'Albania, basandosi sulla legge “Sul sistema bancario nella Repubblica d'Albania” ha concesso l'attività bancaria ad altre tre banche statali: la Banca dei Risparmi, la Banca Nazionale Commerciale e la Banca Commerciale Agraria, che costituirono le banche

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principali di secondo livello del sistema bancario in quel periodo.

La crisi finanziaria del 1997, causata dal crollo degli schemi piramidali, testimoniò che il quadro giuridico bancario aveva carenze, che, poi, permisero il fiorire di tali schemi. Per questo motivo durante la fine del 1997 e il 1998 le due leggi (la legge "Sulla Banca di Albania" e la legge “Sul sistema bancario nella Repubblica di Albania”) ebbero significativi cambiamenti finalizzati ad aumentare l'indipendenza della Banca d'Albania come autorità monetaria e di sorveglianza, così come ci fu il rafforzamento del sistema bancario stesso tramite aggiustamenti e meccanismi di rafforzamento di mercato.

L'evoluzione dei cambiamenti legali in materia bancaria ha fatto sì che la stabilità dei prezzi venisse liberamente scelta dalla autorità monetaria in Albania.

La legge "Sulla Banca d'Albania" ebbe lo scopo di garantire l'indipendenza istituzionale, reale e formale della banca centrale in funzione al suo obiettivo principale; dall'altra parte la legge "Sul sistema bancario in Albania” cercò di costruire un sistema normativo completo e di sorveglianza delle banche. Il quadro normativo disegnato rispecchia gli standard internazionali di classificazione dei prestiti, dello stabilimento dei fondi di riserva, della posizione di liquidità dei cambi etc.,.

Insieme al miglioramento continuo del quadro legislativo, La BoA negli ultimi anni ha migliorato significativamente anche il quadro regolamentare e di vigilanza delle banche commerciali, modificando le norme di concessione di licenze e ponendo particolare attenzione alle definizioni delle tariffe internazionali standard, nella maggior parte degli indicatori del sistema bancario. Sono soggetti alla supervisione e al controllo della Banca d'Albania , le banche albanesi o rami di banche estere con attività bancaria e finanziaria in Albania (statali e private compresse), nonché qualsiasi altro ente finanziario che ottiene la licenza da parte della Banca d'Albania. La redazione e l'approvazione del quadro giuridico e normativo nel settore bancario è stato svolta in conformità con la strategia della Banca Albania nel contesto di una vigilanza effettiva ed efficace. L'obiettivo strategico di tale supervisione bancaria consisteva nella creazione di un sistema bancario sicuro ed affidabile. Tutto ciò faceva parte di un processo dinamico e richiedeva l'adempimento di una serie di obiettivi a breve e medio termine come :

• consolidare il quadro normativo e di vigilanza in rispetto agli standard internazionali del Comitato di Basilea31 e in conformità con le linee guida di dell'UE in materia di vigilanza

bancaria;

• garantire il rispetto e la rigorosa applicazione del quadro giuridico e normativo;

• porre dei limiti da parte delle banche a quelle aziende, i cui eccessivi rischi minacciano i depositi bancari dei clienti.

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1.3.3 Il processo di privatizzazione delle banche in Albania

Il livello di sviluppo delle riforme nel settore economico e soprattutto l'entrata nella fase finale del processo di privatizzazione di massa ha reso necessario con che tale processo si allargasse anche al campo bancario. Da un lato, la privatizzazione delle banche commerciali statali serviva per rafforzare istituzionalmente le banche, e per migliorare la qualità del servizio da loro offerto, aprendo la strada allo sviluppo tecnologico del settore finanziario e bancario. D'altra parte, dato che le banche commerciali statali dominavano il mercato bancario, rappresentando oltre il 90%32 di tutta

l'attività bancaria nel paese, era del tutto evidente che la privatizzazione doveva portare alla creazione di un sistema finanziario e bancario stabile e solido, in grado di supportare nuovi sviluppi di economia del paese e di rispondere ai cambiamenti che si stavano per verifcarsi nell'ambiente economico nazionale.

La riforma del sistema bancario fu basata sulla convinzione che le banche costituivano le più importanti istituzioni dello sviluppo economico. Il moto delle banche era espresso nel trinomio: sostegno e sviluppo dell'economia albanese; sostegno e rispetto della politica monetaria della Banca d'Albania; sopravvivenza e progresso. Durante questo periodo le banche riuscirono a combinare i loro obiettivi di sopravvivenza in condizioni di economia di mercato rispettando le norme di sorveglianza imposte dalla banca centrale albanese.

Il processo di privatizzazione delle banche di proprietà statale fu approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 settembre 1996 in applicazione della legge n. 8033 del 16 novembre 1995 "sulla trasformazione delle banche commerciali statali in società commerciali e sul permesso concesso per la loro privatizzazione " e della L. n. 7506 del 22 febbraio 1992 “ sul sistema bancario in Albania”. Queste leggi stabilirono i metodi, le fasi e le procedure del processo di privatizzazione delle banche. Fu previsto un processo graduale della privatizzazione delle banche statali entro il 2000, in modo tale da consentire la stabilità e il buon funzionamento del sistema finanziario, anche con l'obiettivo di assicurare un graduale sostegno allo sviluppo economico del paese.

Il Governo, tramite la privatizzazione delle banche statali, cercò di realizzare una serie di target principali come la creazione di un sistema bancario forte, efficiente e concorrenziale, la diffusione della proprietà del capitale delle banche, assicurando nello stesso tempo una amministrazione fiduciaria delle stesse attraverso la vendita dei pacchetti azionari ai principali investitori. Facevano parte dei target anche altri obiettivi come lo sviluppo dei mercati nazionali di capitale, la protezione degli interessi dei clienti della banca e dei piccoli investitori e, infine, il passaggio completo delle

32 C. Jarvis, The rise and Fall of the Pyramid Schemes in Albania in A Working Paper of the International Monetary Fund, luglio 2009, p.5

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banche nel campo del settore privato.

Nell'ottica della privatizzazione delle banche statali il Governo albanese fissò anche le condizioni per selezionare gli investitori nazionali ed esteri, ritenendo idonee per l'acquisto delle banche le persone fisiche e giuridiche di nazionalità albanese, mente per gli investitori esteri furono considerate affidabili soltanto le istituzioni bancarie e quelle finanziarie.

I metodi di vendita utilizzati per la privatizzazione delle banche consistevano nella vendita tramite aste, negoziati, offerta pubblica e vendita della banca ai suoi clienti. Il metodo di vendita tramite aste prevedeva la raccolta delle offerte di almeno tre investitori classificati idonei per l'acquisto della banca, i quali venivano avvertiti tramite un avviso pubblicato su una gazzetta specializzata internazionale. Il secondo metodo di vendita prevedeva lo sviluppo delle trattative e il raggiungimento di un accordo tra le parti33. L'offerta pubblica come metodo di vendita consisteva

nell'emissione e la negoziazione in borsa delle azioni della banca da privatizzare.

Viste le difficoltà del processo in generale e le particolari condizioni economiche e sociali del paese nei primi anni della transizione economica, la privatizzazione delle banche statali fu concepita in quattro fasi. Con la prima fase si cercò di preparare, approvare e pubblicare le strategie della privatizzazione, trasformare le banche statali in società commerciali, iscriverle e autorizzarle in conformità della L. n. 7560/96 “sul sistema bancario in Albania”, e inserire i nuovi standards riguardanti la materia bancaria accettati su scala internazionale, nominare e approvare lo staff necessario ed adeguato per il processo della privatizzazione. La seconda fase mirava alla ristrutturazione bancaria, alla determinazione della partecipazione bancaria messa in vendita e alla selezione degli investitori strategici34, in coordinamento con la BoA e le con le istituzioni finanziarie

interbancarie. La terza fase consisteva nell'approvazione della privatizzazione e nella compilazione del piano necessario a tale obiettivo. L'ultima fase invece faceva riferimento alla privatizzazione delle banche, stabilendo anche un ordine che prevedeva per primo, la privatizzazione della Banca Commerciale Agraria, poi la Banca Nazionale Commerciale e infine la Banca dei Risparmi35.

1.4 La struttura del sistema bancario albanese prima e dopo la crisi finanziaria del 1997 1.4.1 La struttura bancaria dal 1992 al 1996

Abbiamo già notato come prima del 1992, la struttura del sistema bancario in Albania fosse tipica di un'economia centralizzata. Fino alla fine del 1991 questo sistema comprendeva solo tre istituzioni 33 Le parti in questo processo erano il Ministero delle Finanze, Il Ministero della Privatizzazione e gli eventuali

investitori nazionali o esteri.

34 Con “strategic investor” si intende ogni istituzione bancaria e finanziaria non bancaria, nota sui mercati internazionali e considerata idonea per l'acquisto della banca

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finanziarie statali: la Banca d'Albania, che svolgeva contemporaneamente funzioni sia di banca centrale e sia di banca commerciale; la Banca dei Risparmi, destinata solo della raccolta di depositi dei privati, che a loro volta venivano spostati nei depositi della Banca d'Albania e della Banca Agricola. La funzione di quest'ultima fu quella di fornire credito alle aziende e le cooperative agricole.

Nel gennaio del 1991 nacque la quarta banca con capitale statale denominata Banca Commerciale d'Albania, avendo come obiettivo la gestione di tutti gli accordi bilaterali di compensazione con i paesi dell'est e la realizzazione di tutte le transazioni di commercio estero.

Il sistema bancario di due livelli creato nell'aprile 1992, tramite l'approvazione della legge "Sulla Banca d'Albania" e della legge "Sul Sistema Bancario" trasformò la banca centrale albanese in Banca d'Albania, la quale ottene tutte le funzioni di una banca centrale moderna.

Il primo gennaio del 1993 la Banca Nazionale d'Albania e la Banca Commerciale si unirono creando così la Banca Nazionale Commerciale d'Albania36. Nell'ottobre del 1993 la Banca per lo

sviluppo dell'agricoltura assunse la denominazione di Banca Commerciale Agricola e tutte le attività e i depositi della vecchia banca passarono alla nuova banca creata. Tutte le banche commerciali operanti nel mercato finanziario ebbero il permesso di esercitare le loro funzioni come banche universali, facendo attività di raccolta e di prestito ai cittadini e alle aziende.

Nello stesso anno si costituì anche la Banca Italo-Albanese, una joint-venture tra il Ministero delle Finanze albanese ed il Banco di Roma. Si dovette attendere l'anno successivo per la prima banca privata registrata in Albania, la Banca Dardania37.

Il sistema bancario continuava ad essere caratterizzato dalla segmentazione del mercato e dalla specializzazione. In particolare, la Banca dei Risparmi continuava a mantenere da un lato 85% di tutti i depositi di risparmio dei cittadini, e d'altra parte aveva solo il 7% del totale del credito che risultava nell'intero sistema bancario del paese. Nel frattempo, la Banca Commerciale Nazionale deteneva circa il 70% dei depositi delle imprese e il 90% del totale del credito.

La Banca d'Albania in qualità di autorità monetaria del paese mirò ad aumentare l'efficacia della politica monetaria, del sistema di sorveglianza bancario e della riforma del sistema bancario in generale. Una volta consolidato il controllo della politica monetaria, che ha avuto inizio con la costituzione di riserve vincolanti, di rifinanziamento e di una particolare politica sui tassi di interesse, la Banca d' Albania concentrò la sua attenzione sulla gestione della liquidità interbancaria tramite l'uso di strumenti indiretti. La creazione del mercato dei titoli del tesoro nel secondo semestre del 1994 ha segnato anche l'inizio del finanziamento non monetario del deficit di bilancio 36 Banka Kombë tare Tregtare e Shqipërisë ( BKT)

37 Giuseppe de Meo (a cura di), Il sistema agrolimentare albanese, Istituzioni, Strutture e politiche, Franco Angeli s.r.l.,Milano,2004, pp.323-325

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dello stato e il rafforzamento del controllo sullo sviluppo della base monetaria.

Comunque sia, il progresso del sistema bancario in generale rimaneva modesto e limitato. Così la banconota come metodo di pagamento o come mezzo di scambi era utilizzata nella maggior parte dei casi, e l'uso delle carte di credito e di altri servizi bancari rimaneva sostanzialmente scarso. Nel 1995 è stato importante in termini di realizzazione e di miglioramento delle leggi che regolano i rapporti finanziari in generale e bancario in particolare. Per rafforzare la fiducia nella stabilità degli scambi monetari, finanziari e valutari del paese durante quest'anno si cercò di migliorare una serie di leggi come la legge “ Per la banca d'Albania”, la legge “ Sul sistema bancario in Albania”, la legge “sui titoli dello Stato” etc.

'estensione delle istituzioni di credito fu un altro aspetto rilevante per il sistema bancario albanese. La Fefad38 (Fondazione per il finanziamento e lo sviluppo delle imprese) nacque nel dicembre 1995

come risultato della cooperazione finanziaria tedesca-albanese.

Lo schema del sistema bancario nel gennaio del 1994 era la seguente: Tab.1.1

Banche Capitale

Banca d'Albania Statale

Banca Commerciale Nazionale Statale

Banca dei Risparmi Statale

Banca Commerciale Agraricola Statale

Banca Italo-Albanese Joint-venture ( Banca di Roma)

Banca Islamica Arabo-Albanese39 Joint-venture

Dardania Bank Straniero

Fonte : Elaborazione dati basato sul rapporto annuale della Banca d'Albania, 1994

Il capitale di base della fondazione proveniva dai fondi di cooperazione finanziaria con un valore di 3 milioni di marchi tedeschi e l'istituzione iniziò la sua attività con un capitale iniziale disponibile per il prestito di 4 milioni di marchi tedeschi.

Nel 1966 si è assistito ad un aumento del numero delle banche di secondo livello, passato da sei ad otto banche operanti nel sistema bancario albanese. Fu data la licenza definitiva a due banche greche e altre due licenze preliminari, precisamente una per l'apertura di una banca da un investitore malesiano sotto il nome di Banca Commerciale Internazionale e l'altra licenza preliminare per l'apertura della filiale bancaria di Alpha Credit Bank a Tirana.

Una delle caratteristiche delle banche greche che chiesero una licenza per operare nel settore bancario albanese fu costituita dalla loro estensione o l'intenzione ad espandersi negli altri paesi ex-38 Nel 1999 la Fefad servirà per costituire la Fefad Bank con capitale privato

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socialisti dell'Europa dell'Est e nei Balcani. Furono rese parte della struttura bancaria albanese sia rami bancari della Banca Nazionale Greca sia della Banca del Pireo, la prima nota come una banca seria e che era la più grande in Grecia e invece la seconda come la prima banca privata in Albania. Allo stesso modo, l'Alpha Credit Bank, dotata di una licenza preliminare, risultava anch'essa una delle banche più potenti di solo proprietà privata in Grecia. Senz'altro le buone relazioni esistenti nel campo politico-economico tra i due paesi avevano dato i risultati concreti in materia finanziaria e bancaria.

1.4.2 La nascita del mercato informale e la crisi finanziaria dei schemi piramidali

L'anno piu' difficile della società albanese nel post-comunismo è stato il 1997, quando il default economico dell'Albania diventò un dato di fatto e le istituzioni statali non svolsero nessun ruolo funzionale40. Gli schemi piramidali erano tipici di quasi tutti i paesi in transizione con una durata

mediamente breve e operavano in zone particolari. In Albania, diversamente che negli altri Stati, presero vita in tutto il paese e continuarono per un periodo relativamente lungo e considerevole. La loro nascita attestò la carenza delle istituzioni finanziarie e infatti l'intero sistema bancario fu percorso da un alto grado di inefficienza e i tassi di interesse non erano sostenibili.

L'andamento economico negativo e le elezioni politiche contestate41 che sono state precedute da

grandi costi di bilancio ai fini elettorali, anche se la crescita economica fu del 9,1% nel 199642, ma l'assenza di basi solide degli stipendi e il ritardo dell'introduzione dell'IVA nel pacchetto fiscale, hanno fatto sì che l'espansione fulminante degli schemi piramidali non solo ha contribuito alla profonda crisi del 1997, ma anche in altri indicatori macroeconomici. La crisi scoppiò già alla fine del 1996 con una inflazione galoppante, tre volte di piu' che al fine anno ʻ95 e con un aumento del disavanzo di bilancio di 12,9%43.

La debolezza del sistema bancario e soprattutto l'andamento negativo macroeconomico nel 1996 contribuì allo scoppio della crisi del 1997, e fu influenzato anche dall'azione di altri fattori importanti, che portarono alla nascita, sviluppo e al crollo degli schemi piramidali in termini di un mercato del credito informale.

40 Andrea Segrè, Il laboratorio albanese, Lecce, Edizioni BESA, 1999, pp.24-30

41 Le elezioni politiche del maggio 1996 e quelle amministrative svolte nel mese di ottobre, rinnovarono il successo del Partito Democratico e rafforzarono la sua presenza in Parlamento. In seguito alla crisi finanziaria all'inizio 1997 aumentò il dissenso popolare nei confronti dell'allora presidente Berisha. In particolare la situazione fu drammatica nel Sud del paese dove le bande armate iniziarono a controllare il territorio. Tutto ciò portò all'esodo della

popolazione albanese ( circa 13.000 individui ) verso le coste italiane. Nel tentativo di raggiungere l'Italia un peschereccio albanese che provocò la morte di piu' di ottanta persone fu affondata nel Canale di Otranto. 42 Fonte Banca d'Albania

43 S.Cani, S.Hadëri, Albanian financial system in transition: progress or fragility ?, Pubblicazione della Banca d'Albania, 2001, pp.15-20

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La crescita del fenomeno degli schemi piramidali è stata una delle cause principali dell'inadeguatezza del sistema finanziario formale. Le tre banche statali che dominavano il mercato dei depositi, non furono intermediari affidabili di risparmio, invece le banche private dimostrarono d'essere lente ad emergere e non particolarmente interessate ad attrarre depositi in lek concentrandosi prevalentemente al commercio e al finanziamento. La preoccupazione per le banche dello Stato non fu il basso tasso di interesse applicato, in realtà la BoA per assicurare che ai depositanti fossero offerti i tassi di interesse positivi in termini reali, fissò tassi d'interesse minimi sui depositi a breve e dalla metà del 1993 in poi queste furono costantemente al di sopra del tasso d'inflazione. Tuttavia, l'inadeguatezza del sistema dei pagamenti rimase ad alti livelli e molto preoccupante per il sistema bancario nel suo complesso.

Nel mese di settembre '96 la media del completamento delle operazioni di pagamento tra conti in diversi rami della stessa banca di proprietà statale era di 5 - 6 giorni e il tempo di completamento quando l'operazione faceva riferimento a diversi conti presso banche statali superava i 15 giorni. Di conseguenza a tutto ciò, e della sfiducia nelle istituzioni bancarie , il pubblico mantenne una percentuale insolitamente alta del loro patrimonio finanziario in contanti (a fine 1995, il rapporto moneta e depositi è stato del 64%44) e cercò di trovare opportunità di investimento alternative. Dal punto di vista dei prestiti, i problemi delle banche furono maggiori, e portarono alla nascita di un mercato del credito informale, quando già verso la fine del 1995 la metà dei prestiti in essere erano scaduti. Per controbilanciare la scarsa valutazione del credito delle banche e la raccolta di prestito, la Banca dʼAlbania impose massimali di credito interbancario. Però questi furono fissati a livelli che erano al di sotto di quelli che le banche volevano e insufficienti a soddisfare le richieste di credito al settore privato. Il sistema bancario in una certa maniera reagì ma purtroppo il risultato fu che le imprese private si rivolgessero sempre più al mercato del credito informale. Un sondaggio fra oltre 200 imprese condotto alla fine del 1996 rilevò che il 36% aveva usato il mercato informale per finanziare i loro investimenti, rispetto al 38% che aveva usato il credito bancario.

A seguito della tolleranza delle autorità statali e dell'assenza di un quadro normativo adeguato, nacque un mercato composto dagli agenti di cambio non autorizzati, nonché dalle società illegali che raccoglievano i risparmi dei consumatori e concedevano dei prestiti.

L'inefficienza del sistema bancario come intermediario finanziario creò le condizioni necessarie agli schemi piramidali a raccogliere il risparmio in aumento45. I tassi di interesse per i depositi che offrivano queste società erano troppo alti e si giravano intorno a 6-8% al mese, però sempre inferiori ai tassi di prestito, i cui dati non sono reperibili.

44 Fonte Rapporto Annuale della Banca d'Albania 45 Il risparmio annuale era circa 300 milioni di dollari.

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Due eventi prepararono il terreno per gli schemi piramidali alla del 1996: la sospensione delle sanzioni delle Nazioni Unite contro l'ex Jugoslavia nel dicembre 1995, e la campagna e l'esito delle elezioni parlamentari albanesi del maggio 1996. Non servì molto tempo per capire che per tutto il periodo delle sanzioni delle Nazioni Unite, sia il petrolio che molti altri beni venivano contrabbandati attraverso l'Albania nell'ex Jugoslavia. L'eliminazione delle sanzioni contro lʼex Jugoslavia nel 1996 incrementò a sua volta i tassi d'interesse delle aziende parte degli schemi piramidali e indebolì l'offerta dei tassi di interesse del sistema bancario e di conseguenza, l'efficacia della politica monetaria fu inesistente46.

Il risultato fu un immenso afflusso di depositi negli sportelli di queste società, e invece gli investimenti nel settore manifatturiero e in titoli di stato furono minimi rispetto alle quantità raccolte. L'incapacità di gestire i depositi ha fatto sì che le società piramidali depositassero i soldi in conti correnti delle banche commerciali e consentirono ad esse di creare riserve in eccesso, che andavano direttamente ad acquistare Buoni del Tesoro in risposta alle alte richieste del bilancio per liquidità.

Secondo i funzionari della Banca dell'Albania, i crediti concessi erano generalmente inferiori a 30.000 dollari. I tassi sui prestiti nel mercato informale erano elevati: i tassi reali erano circa l'8 per cento al mese, nel 1993, anche se erano scesi al 6 per cento al mese nel secondo semestre del 1995. Sia le autorità che gli osservatori stranieri, tra cui il FMI, considerava le società di prestito informale come benigne, anzi come un importante contributo alla crescita: date le carenze manifestate dalle banche formali. Queste società sono state probabilmente i migliori intermediari per i risparmi in Albania e gli investimenti che sono stati finanziati da esse, sono stati tra i più redditizi La distinzione tra il mercato del credito informale e gli schemi piramidali è un aspetto chiave, ma per lungo tempo è stato difficile vedere le differenze tra di loro. Sia il mercato del credito informale che le società che hanno investito per conto proprio le risorse ottenute dai risparmi interni e dai flussi delle rimesse sono stimate in circa 300 milioni di dollari all'anno (circa il 12% del PIL47) ed hanno operato sul presupposto che vi erano opportunità redditizie per gli investimenti nelle piccole imprese in Albania.

Fu difficile anche per il FMI e la Banca Mondiale distinguere tra i due gruppi di aziende. Sia il FMI che la Banca Mondiale inizialmente trattarono le società che investivano per conto proprio come parte del quadro del mercato di credito informale. Così, in una missione del FMI in Albania per dare consigli sui problemi del settore finanziario, alla fine del 1995, i partecipanti furono principalmente concentrati sulla possibilità di migliorare il sistema finanziario formale, integrando

46 C. Jarvis, The rise and Fall of the Pyramid Schemes in Albania in A Working Paper of the International Monetary Fund, luglio 2009, pp.10-11

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gli elementi più positivi del mercato informale. La vera natura delle grandi imprese che operavano in questo periodo e la portata delle loro attività non è stata ripresa da osservatori esterni fino alla metà del 1996.

Inizialmente, il mercato del credito informale fu valutato come positivo da parte delle autorità albanesi perché nelle condizioni di debolezza del sistema bancario formale, fu considerato che le imprese che operavano in questo mercato realizzassero un'intermediazione finanziaria incoraggiando degli investimenti redditizi per la crescita economica.

Oltre alle imprese di credito informale, dall'inizio della transizione iniziarono ad operare delle aziende che raccoglievano risparmi contro interessi nei confronti dei presunti prestatori di denaro e "investivano" nelle loro attività senza dare credito agli altri. Queste si trasformarono nel tempo in società piramidali48. Queste aziende offrivano tassi d'interesse di circa 6% al mese fino a 8% nel periodo dopo le elezione del maggio 1996, e fino alla fine del 1995 usarono i soldi raccolti in modo dubbio. In alcuni casi investirono in attività produttive e in alcuni casi si ritiene che finanziassero attività criminali quali il contrabbando, l'immigrazione clandestina, droga, prostituzione e traffico di armi. Le aziende piu' grandi come Vefa, Gjallica e Kamberi offrirono interessi che variavano da 5-6% al mese ad aumentare fino a 6-10% nella prima metà del 1996. Ma la lotta verso l'incremento dei tassi di interesse tra le aziende piramidali non era ancora iniziata. Nel giro di pochi mesi, nel luglio del 1996, la Kamberi aumentò il tasso d'interesse a 10% al mese. Nel mese di settembre toccò alla Populli di offrire tassi di interesse a 30% al mese, ma la Xhaferri offrì tassi d'interesse pari a 44% al mese. Tutto ciò non spaventò l'altra azienda piramidale, la Sude, che rispose con un tasso d'interesse pari a 41% al mese. A novembre 1996, il valore della passività raggiunse la cifra di 1,2 bilioni di dollari americani49.

Al di là delle differenze tra di loro, che difficilmente potevano essere evidenti, in tutti i casi come fonte monetaria per queste società servirono i risparmi interni e le rimesse degli immigranti. Gli albanesi, convinti dell'opportunità, iniziarono a vendere le loro case, appartamenti e perfino si indebitarono per partecipare in una tale lotteria finanziaria.

Quando la portata del mercato informale raggiunse grandi dimensioni, le organizzazioni internazionali cominciarono ad esprimere la loro preoccupazione per la natura finanziaria del sistema. In una riunione a Washington tali organizzazioni internazionali avvertirono il Ministro delle Finanze d'Albania della pericolosità della situazione, il quale per la prima volta dichiarò pubblicamente il rischio che nascondevano gli schemi piramidali. Ma l'intervento del FMI e della Banca Mondiale arrivò troppo tardi per il sistema finanziario e bancario albanese, il crollo fu

48 Operarono 8 società piramidali: Vefa, Gjallica, Kamberi, Silva, Cenaj, Xhaferri, Populli e Sude

49 C. Jarvis, The rise and Fall of the Pyramid Schemes in Albania in A Working Paper of the International Monetary Fund, luglio 2009, p.15

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