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L'inquadramento macroeconomico del paese in questo periodo

Capitolo secondo : L a Banca Centrale d'Albania e la sua politica monetaria

2.4 La politica monetaria dal 1997 al

2.4.3 L'evoluzione della politica monetaria dal 2002 al

2.4.3.1 L'inquadramento macroeconomico del paese in questo periodo

Nel corso di questi anni, l'economia albanese affrontò diversi momenti di instabilità economica sia a causa di fattori interni sia esterni. L'Albania nel corso del 2002 ebbe due crisi economiche, che crearono non pochi problemi per l'economia. La prima crisi riguardò il settore bancario e precisamente il ritiro massiccio ed immediato dei risparmi dai depositi bancari, mentre la seconda crisi tocco il settore energetico. Tuttavia, queste crisi furono transitorie e meno problematiche delle crisi precedenti.

Abbiamo già avuto la possibilità di vedere come questo periodo sie stato caratterizzato da una rapida crescita dell'attività bancaria, trainata principalmente dalla crescita del numero di banche con capitale privato, dalla loro privatizzazione e dall'ingresso di investimenti stranieri in questo settore, e senz'altro anche dall'aumento della concorrenza bancaria.

La fiducia del pubblico nel sistema bancario a marzo e ad aprile del 2002 diede segni di incertezza e il panico della crisi del 2002 causò massicci ritiri dai depositi bancari dalla Banca dei Risparmi e dalla Banca Nazionale Commerciale. Aumentò del 15% la fuoriuscita delle monete dalle banche in questione, portando a forti pressioni inflazionistiche. In assenza di una ragione fondata, il panico fu un segno della scarsa informazione nelle mani del pubblico105. Quest'ultimo risultò facilmente

manipolabile dalla errata interpretazione delle misure di assistenza per la tutela dei depositi. indefiinitiva la crisi fu causata dalle decisioni affrettate e unilaterali da parte delle autorità finanziarie, dalla mancanza di comunicazione con il mercato nel tentativo di spiegare la natura e la portata delle misure adottate e infine anche dalla cattiva gestione del tempo a disposizione per la comunicazione con il pubblico.

Nel corso del 2002 risultò essere particolare grave per l'economia reale albanese la situazione energetica. Il venir meno dell'alimentazione energetica per un lungo periodo creò un clima sfavorevole per le imprese, che rallentò la rapida crescita dell'attività economica all'inizio degli anni 2000. Le cause di questo shock derivarono da carenze strutturali nella produzione e nella distribuzione dell'energia elettrica. Lo stesso motivo portò alla ripetizione della crisi nel 2006 e nel 2007.

L'effetto delle crisi del 2002 influenzò il tasso di cambio effettivo del Lek che perse circa 8,9% del valore che aveva prima dell'emorragia di risparmi nei depositi delle banche. Come risultato della svalutazione del Lek e della fuoriuscita di monete dalle banche, aumentarono significativamente i prezzi al consumo. Gli interventi della Banca d'Albania in risposta a tali sviluppi portarono alla 105D. Matraku (Dervishi), Krizat Finanziare dhe Sistemi Bankar Shqiptar, p.106

valutazione del Lek e alla riduzione dell'inflazione. L'inflazione media annua segnò il 5,1% e l'inflazione annua scese sotto l'obiettivo posto dalla Banca d'Albania nel mese di dicembre.

La crescita del PIL reale rallentò del 4,2%, a fronte di una crescita superiore alla media del 7% registrata negli ultimi tre anni.

I dati statistici con riferimento al mercato del lavoro, tuttavia, mostrarono una sorta di ottimismo per le prestazioni in corso dell'economia, in cui il tasso di disoccupazione fu leggermente diminuito al 15,8%. Allo stesso tempo, le riforme del governo nel consolidamento della politica fiscale riuscirono a ridurre significativamente il deficit di bilancio di 1,8 punti percentuali, portandolo al 6,2% del PIL.

L'economia albanese nel periodo dal 2003 al 2007 fu caratterizzata da sviluppi positivi, con equilibri macroeconomici relativamente stabili e passi progressivi verso lo sviluppo del sistema finanziario. Il PIL reale aumentò costantemente di circa 5-6% anche grazie soprattutto alla ripresa del settore privato, bancario e del credito. Tuttavia, il graduale declino del disavanzo di bilancio di appena del 2,3% del PIL nel 2006, contribuì a mantenere l'inflazione su livelli modesti. I prezzi al consumo aumentarono in media del 2,6% l'anno, in un periodo in cui il tasso di disoccupazione si rudusse costantemente. La crescita economica sostenibile, l'inflazione e la sostenibilità della crescita sostanziale dei salari insieme suggerirono un considerevole aumento della produttività del lavoro in questo periodo.

In effetti, il recente accordo con il FMI, firmato nel 2006, fornì una linea di credito in cui la modifica delle condizioni fu dettata dalle ultime stime del Fondo nell'ottica del miglioramento della stabilità macroeconomica, della crescita economica e del reddito pro-capite in Albania.

La crescita economica per il 2007 fu stimata nel 6%. In linea generale la crescita economica fu garantita dal miglioramento continuo delle prestazioni fornite dal settore dei servizi, dall'industria e dal settore dei trasporti e delle telecomunicazioni. Diversamente fu rappresentato il settore delle costruzioni, il quale continuò ad essere caratterizzato da diversi problemi che portarono ad un rallentamento della produzione in questo settore. Nel 2007 si registrò una forte crescita degli investimenti diretti esteri, che rappresentarono il 6% del PIL. Un altro fattore che contribuì alla crescita economica fu costituito dalla performance positiva delle esportazioni, che nel 2007 furono del 28% maggiori dei quelli del 2006. L'attività economica dell'intero paese fu svolta in un ambiente inflazionistico tenuto sotto controllo, nonostante le difficoltà causate dai continui movimenti dei prezzi dei prodotti alimentari nel mercato internazionale106.

Il quadro macroeconomico albanese nel corso della prima parte del 2008 fu diverso da quello dell’anno precedente. L’inflazione dei prezzi al consumo nel paese iniziò a reagire agli shock 106Fonte Rapporto Annuale della Banca d'Albania, 2007, pp.33-35

dell’offerta e dell’aumento dei costi della produzione. L’aumento dei prezzi dei beni alimentari e in modo particolare di quelli trasformati, l’aumento del prezzo del petrolio e del prezzo dell’energia elettrica verso la fine di marzo furono causati dagli alti tassi di crescita dell’inflazione annuale, registrati durante il primo semestre dell’anno. I tagli di energia elettrica nel paese, in particolare durante l’inverno, altrettanto incisero nella crescita dei costi di produzione, costringendo i produttori ad aumentare i prezzi dei beni e dei servizi.

Nel 2009, la recente crisi economica ebbe conseguenze negative in termini di riduzione dei tassi di crescita per l'economia albanese. I dati statistici misero in evidenza come il rallentamento dei consumi privati, insieme al crollo degli investimenti, fossero i principali responsabili del rallentamento dei tassi di crescita della domanda interna. Il finanziamento all'economia, oltre a facilitare le condizioni monetarie, sostenne l'economia nel generare tassi di crescita positivi, anche se a ritmi inferiori rispetto agli anni precedenti. Il rallentamento della domanda e dell'attività economica portarono ad un certo aumento della disoccupazione. L'effetto dei fattori di domanda e dell'offerta incrementò il deficit della produzione interna, influenzando il calo dell'inflazione.

Il PIL incrementò del 4,9% nei primi nove mesi del 2009 in rapporto all'anno precedente, anche se un rallentamento dal 5,4% del primo trimestre al 4,1% nel terzo trimestre fu registrato. Analogamente con il calo della domanda estera, le prestazioni della produzione furono condizionate anche dalla contrazione degli investimenti privati e dalla contrazione della domanda dei consumatori. La Banca d'Albania dichiarò che durante il 2009 la crescita economica reale fu del 3%.

L'andamento dell'economia albanese nel corso del 2010 fu caratterizzato dal consolidamento della stabilità macroeconomica. Secondo i dati disponibili, l'economia albanese crebbe del 3,6% nei primi nove mesi del 2010, il rapporto tra deficit di bilancio e PIL fu ridotto di quattro punti percentuali. La crescita economica del 2010 fu basata soprattutto sull'incremento della domanda estera e delle esportazioni albanesi, mentre la domanda interna ebbe un risultato poco soddisfacente. Quest'ultima fu influenzata anche dal consolidamento delle finanze pubbliche e dalla riduzione del deficit di bilancio nel 2010, mentre la spesa dei consumatori e gli investimenti furono ostacolati dall'incertezza per il futuro. In termini settoriali, lo sviluppo dell'economia albanese nel corso del 2010 basò la sua crescita principalmente su due settori, quello dei servizi e dell'industria. Il settore delle costruzioni continuò ad evidenziare perdite nel corso dei primi nove mesi dell'anno, mentre il settore agricolo risultò ad aver ottenuto un incremento del tutto soddisfacente.

Per quanto riguarda l'anno successivo, gli sviluppi economici e monetari furono caratterizzati da un'economia positiva ma con tasso di crescita abbastanza lento, da una politica fiscale poco efficace, e da un tasso di cambio relativamente stabile. Nonostante i tassi di crescita economica

positivi, l'economia albanese continuò a rimanere al di sotto del suo potenziale di sviluppo. L'inflazione media annua e i principali equilibri macroeconomici non furono molto diversi dai livelli registrati un anno prima. Gli sviluppi macroeconomici furono influenzarono in modo significativo dal rallentamento della crescita economica mondiale, dall'alto costo delle importazioni e per ultimo anche dal lento andamento della domanda interna. Ma al di là di tutto ciò, l'attività economica fu ampliata in media di circa il 2,7% nei primi tre mesi dell'anno, sostenuta principalmente dalla domanda estera. D'altra parte, la domanda interna rimase insoddisfacente per l'economia albanese, dando un contributo minimo alla crescita economica.

La struttura della crescita economica fu del tutto bilanciata dal punto di vista settoriale, composta dal contributo del settore manifatturiero e quello dei servizi. Grazie al principale contributo di questi settori, anche se le entrate di bilancio registrarono una crescita minore confronto al 2010, il deficit alla fine dell'anno fu calcolato in circa il 3,5% del PIL, rientrando nel il limite previsto dalla legge di bilancio per il 2011.

La crescita economica, anche se relativamente debole nel 2012 a seguito di incertezze e condizioni finanziarie restrittive, diede comunque un buon segnale economico per il paese. Però tale crescita non fu del tutto sufficiente per utilizzare le capacità produttive del paese, generando pressioni inflazionistiche deboli dal lato della domanda.

Dopo di basso livello dell'inflazione registrato nei primi cinque mesi dell'anno, l'inflazione annua ebbe delle oscillazioni nell'arco del 2% e -4%, riflettendo cosi il ciclo d'intervento della politica monetaria. Un altro pilastro della politica macroeconomica, la politica fiscale, mostrò d'essere abbastanza consolidata, vista soprattutto nella contrazione del deficit di bilancio. Quest'ultimo fu stimato in circa il 3,4% del PIL alla fine dell'anno 2012.

D'altra parte, migliorò anche la posizione netta sull'estero dell'economia albanese. Il basso livello della domanda interna e la sostituzione delle merci provenienti dall'estero con quelle nazionali portarono a minori importazioni. Nel frattempo, le esportazioni continuarono la loro crescita, anche se a tassi inferiori rispetto a due anni prima.

Gli indicatori macroeconomici del periodo in esame dimostrarono una situazione complessivamente positiva e piacevole. Le cooperazioni istituzionali con il Fondo Monetario Internazionale servirono per raggiungere e mantenere la stabilità economica attraverso vari programmi avviati durante questi anni107. Non solo il ruolo del Fondo Monetario Internazionale, ma anche quelli della Banca

107 In breve sintesi l'Albania ha beneficiato dall'assistenza continua del Fondo monetario internazionale sin dall'inizio della transizione economica. L'Albania fu impegnata in sette programmi del FMI consecutivi, nel periodo che va dal settembre 1992 al gennaio 2009. La conclusione dell'Accordo di Assistenza (1992-1993 ), seguito da una disposizione di tre anni nell'ambito del programma ESAF, anche se è stato interrotto nel secondo anno. Dopo il crollo degli schemi piramidali, seguito da turbolenze politiche ed economiche nella seconda metà del 1997, fu firmato il programma di assistenza post-conflitto emergenza, seguito da accordi ESAF e PRGF. Poi furono conclusi

Mondiale e dell'Unione Europea, furono di notevole rilevanza per l'avanzamento economico del paese in generale. La crescita economica dimostrò che il paese godeva di un grado di stabilità apprezzato dagli organismi internazionali e di conseguenza fu migliorata la prospettiva di adesione del paese all'Unione europea.