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La politica monetaria dal 1992 al

Capitolo secondo : L a Banca Centrale d'Albania e la sua politica monetaria

2.3 Storia della politica monetaria in Albania

2.3.3 La politica monetaria dal 1992 al

Basandosi sui programmi di cooperazione internazionale, in particolare si fa riferimento al FMI, la Banca d'Albania adottò un regime di monetary targeting. L'Albania, attraverso l'ESAF, si impegnò a rispettare l'impegno presso con il FMI nel raggiungimento di alcuni progressi negli indicatori macroeconomici piu' importanti: consolidamento fiscale, riduzione dell'inflazione, apertura all'esterno e incremento del tassi di crescita, riforme strutturali95.

95 M.Muço, P.Sanfey, E.Luçi, Working Paper in Stabilization, monetary policy and financial istitutions in Albania,

Per la prima volta la politica monetaria albanese fu progettata e realizzata a metà del 1992; come parte dell'accordo di sostegno del Fondo Monetario Internazionale per l'Albania; furono prese alcune decisioni, nell'intento di stabilizzare e controllare l'offerta della moneta attraverso l'uso diretto di strumenti di controllo. Già con la prima legge della Banca d'Albania l'obiettivo principale fu la conservazione del valore della moneta nazionale, e di conseguenza di garantire la stabilità dei prezzi al consumo.

La Banca formulò anche un obiettivo intermedio in termini di scelta della base monetaria, mentre gli strumenti fondamentali per il controllo monetario furono essenzialmente due: il limite del prestito e il tasso di interesse sui depositi in Lek nelle banche con capitale statale. Dal luglio 1992 fu adottato un regime del tasso di cambio flessibile, mentre le transazioni di conto corrente furono completamente liberalizzate.

Queste misure, prese insieme all'adozione di una politica fiscale restrittiva e alla liberalizzazione di una considerevole parte dei prezzi al consumo portarono ad una inibizione immediata di ulteriori squilibri dell'equilibrio macroeconomico.

L'inflazione galoppante degli anni 1990-1991 cominciò a declinare, accompagnato da un contenuto livello della produzione. Il consolidamento macroeconomico del paese continuò ad un ritmo rapido negli anni 1993-1995; da precisare che tra i fattori che influenzarono il raggiungimento di tale consolidamento occuparono un posto particolare le decisioni in materia di politica monetaria. L'aumento dei tassi di interesse e il controllo posto in essere sul credito risultarono decisivi per la politica monetaria della Banca centrale albanese e, fino al 1995, la crescita dei prezzi al consumo arrivò solo al 6% circa96.

Il successivo periodo di due anni, 1996-1997, coincide con un fenomeno drammatico per l'economia albanese. Nascono in questo periodo gli schemi piramidali, che attestarono l'incapacità dell'intero sistema bancario e finanziario del paese con tassi di interesse non sostenibili97. Già dal

1992 gli schemi informali piramidali, elementi quasi tipici di tutti i paese in transazione economica, misero in seria difficoltà il sistema bancario in Albania. Tassi di interesse elevatissimi portarono a grandi afflussi di depositi presso gli sportelli di queste imprese, e la bolla finanziaria esplose alla fine del 1997, causando movimenti massicci di piazza, accompagnati da danni considerevoli nel sistema bancario e da una svalutazione immediata del Lek.

L'incapacità dell'amministrazione dei depositi da parte delle imprese piramidali fece sì che queste ultime depositassero i risparmi nelle banche commerciali, creando così un'enorme eccesso in quantità nelle loro riserve, utilizzati per comprare buoni del tesoro. L'esito fu che alla fine del 1996,

96 Rapporto Annuale della Banca d'Albania, 2005 97 Sidita Hasi, Il sistema bancario in Albania, pp.14

l'inflazione risultò triplicata rispetto all'anno precedente, riflettendo un forte aumento del credito al governo dal sistema bancario. Alla fine del 1997 il calo della produzione fu accompagnato da una accelerazione dell'inflazione, da un peggioramento della posizione esterna del paese, e di conseguenza da un aumento della disoccupazione nel paese. Tuttavia, gli sforzi compiuti dalla Banca d'Albania, aumentando i tassi di interesse a circa 32%, cominciarono a produrre i loro effetti. In realtà, la politica monetaria di questi anni fu incaricata del compito di ridurre l'inflazione e garantire la stabilità dei prezzi ponendosi come obiettivo intermedio la crescita controllata della moneta nazionale in circolazione. Per raggiungere tale obiettivo contribuì da una parte la presenza del FMI, ma dall'altra un notevole ruolo ebbe anche la volontà politica del governo albanese nel contrastare l'inflazione dei primi anni di transizione.

Dopo la riforma del sistema bancario e la creazione del sistema a due livelli, la nuova Banca d’Albania doveva scegliere tra due regimi di politica monetaria, quello del exchange-rate targeting o quello del monetary targeting. Fu optato per il secondo, poiché la scelta del primo regime fu considerata sopportabile dalla situazione macroeconomica del paese e il meccanismo della trasmissione non avrebbe funzionato. La scelta del regime di monetary tergeting fu condizionata dal fatto che l’utilizzazione di un regime dei cambi fissi in quel periodo era praticamente impossibile. Anche se gli effetti stabilizzanti sui tassi d’inflazione e sui tassi d’interesse sarebbero stati più veloci con un regime dei cambi fissi, le riserve valutarie della Banca d’Albania stavano a livelli molto bassi. Di conseguenza la Banca d’Albania stabilì un regime fluttuante del corso dei cambi, e utilizzò per la trasmissione della politica monetaria gli strumenti diretti come il limite per il credito all’economia e dei tassi d’interesse dei depositi in Lek. Nel 2000, lo abbiamo visto, la BoA utilizzò gli strumenti indiretti di politica monetaria abbandonando definitivamente quelli diretti.

Da notare che fino al 1995 gli obiettivi quantitativi, nell'intento di aumentare la moneta in circolazione, l'inflazione e il PIL, furono pubblicati nelle relazioni annuali della Banca d'Albania. Sotto questo profilo risulta di notevole rilevanza il ruolo che il Programma Economico a medio termine del governo albanese, il quale determinava gli obiettivi quantitativi. Quindi tale politica non fu conseguenza diretta delle decisioni in materia presse della BoA. In altre parole, questi obiettivi costituivano più dei obiettivi di politica economica che dei obiettivi veri e propri di politica monetaria.

Dal 1995 gli obiettivi sull'inflazione venero pubblicati e analizzati alla fine dell'anno in questione, incidendo in qualche modo negativamente sulle aspettative del pubblico. Per raggiungere l'obiettivo di aumentare la moneta in circolazione, la BoA cercò di controllare la base monetaria e il moltiplicatore monetario di tale base su un orizzonte di un anno. Il controllo della base monetaria fu realizzato insieme al limite minimo posto alle attività nette estere della Banca d'Albania e al limite

massimo per le attività nette domestiche. Questi due limiti costituirono anche degli obiettivi operativi per la banca centrale albanese, i quali furono definiti di accordo con il FMI. Inoltre, il limite massimo per il credito interno, relativo al finanziamento del governo costituì a sua volta un altro obiettivo per la BoA, anch'esso di accordo con il FMI, ma comunque non fu un obiettivo il cui raggiungimento dipendesse direttamente dalla Banca d'Albania. Con il limite posto alle attività nette estere della Banca d'Albania si cercò di realizzare una certa sostenibilità in funzione dell'immagine all'estero del paese e nello stesso tempo di difendere il tasso di cambio dalle fluttuazioni e dalle speculazioni eccessive.

D'altra parte, il limite massimo per attività domestiche nette della banca servì come un chiaro elemento di controllo monetario, mentre il limite di massimo per il credito interno fu una misura necessaria per evitare un politica fiscale severa del governo.

La Banca d'Albania durante questo periodo utilizzò gli strumenti diretti per l'attuazione della sua politica monetaria. La scelta degli strumenti diretti fu concepita anche come una necessità dettata dalla mancanza di un quadro istituzionale adatto per l'uso di strumenti indiretti.

L'attuazione della politica monetaria nel periodo di riferimento puo' essere considerata di successo se si giudicasse solo in termini di andamento dell'inflazione. Il tasso di inflazione a fine anno diminuì dal 236.6% nel 1992, al 6%199598.

A differenza della maggior parte degli altri paesi in transizione, in cui la liberalizzazione dei prezzi fu accompagnato da una forte inflazione persistente, l'aumento dei prezzi L'Albania fu messo sotto controllo in poco tempo. La maggior parte degli maggiori aumenti dei prezzi nel corso '92-'95 fu attributo alla liberalizzazione dei prezzi e all'incremento dei prezzi amministrati99.

Dopo lo sviluppo iniziale del sistema bancario albanese e la formalizzazione dei strumenti di buoni del tesoro del governo, fu creata la possibilità di rinunciare dagli strumenti diretti e utilizzare quelli indiretti per l'attuazione della politica monetaria. Infatti, la transizione verso strumenti indiretti fu necessaria. In primo luogo, nel corso del tempo il sistema bancario sviluppò modi diversi che portarono all'annullamento e la perdita di efficacia degli strumenti diretti. Inoltre, l'uso di strumenti diretti diventò un ostacolo in termini di ulteriore sviluppo del sistema bancario in generale, dell'incremento del grado di concorrenza nel sistema bancario, dello sviluppo mercato interbancario e del miglioramento dell'intermediazione finanziaria.

98 Pubblicazione della Banca d'Albania, Monetary policy for small economies, A.Fullani ( a cura), 2009, p.244, cit. 99 C.McNeilly and D.Schiesser, Reducing Inflation: Lessons from Albania's Early Success, in Working Paper of the