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Studio diacronico sull'espressione della passività negli aggettivi composti a secondo membro verbale in greco antico

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Academic year: 2021

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Corso di Dottorato di ricerca

in Scienze dell’Antichità

Ciclo XXX

Studio diacronico sull’espressione della

passività negli aggettivi composti a secondo

membro verbale in greco antico

L-FIL-LET/02

Coordinatore del Dottorato prof. Luigi Sperti

Supervisore

prof.ssa Olga Tribulato Dottoranda

Ilaria Paliuri 826880

(2)
(3)

3

Indice___3

Lista delle abbreviazioni___16 1. Abbreviazioni generali___16 2. Abbreviazioni bibliografiche___17

3. Nota sulle edizioni e le abbreviazioni di autori e opere antiche impiegate___18

PARTE I: INTRODUZIONE ‒ DAL PIE AL MICENEO___20

Capitolo 1 Introduzione e premesse teorico-metodologiche___21 1.1 Oggetto dello studio e struttura della tesi___21

1.1.1 Oggetto e scopo dello studio___21 1.1.2 Basi documentali___21

1.1.3 Struttura della tesi___24 2. Alcune premesse teoriche___25

2.1 Un processo di formazione di parole significativo: la composizione___25 2.1.1 Definizione di composto e nozioni correlate___25

2.1.2 I composti tra derivazione e sintassi___27 2.1.3 Il sistema della composizione in greco___29 2.1.3.1 Tipologie di composti presenti in greco___29 2.1.3.2 AV come synthetic compounds___33

2.1.3.3 Contatti tra composti verbali e bahuvrihi___34 2.2 Aggettivo: definizione e proprietà___35

2.3 Passivo___37

2.3.1 Definizione___38

2.3.2 Contatti tra passivo e altre categorie: medio, perfetto, anticausativo___41 2.3.3 Lo sviluppo del passivo in IE e in greco antico___43

2.4 Ruoli Semantici___44

2.4.1 Definizione e principali Ruoli Semantici___44 2.4.2 Espressione dell’Agente in IE e in greco antico___47 3. Metodologia adottata___50

3.1 Organizzazione in classi semantiche: alcune puntualizzazioni teorico-metodologiche___50 3.2 Precisazioni finali___54

Capitolo 2 I composti a SM verbale in PIE e in miceneo___56 0. Introduzione___56

1. Le origini in PIE del sistema dei composti a SM verbale del greco___56 1.1 Il suffisso *-to- in PIE e in greco___56

1.1.1 Note introduttive sul suffisso *-to- in PIE___56 1.1.2 Il suffisso *-to- in greco___58

1.1.3 Il valore del suffisso *-to- in PIE e in greco___61 1.1.4 Conclusioni___67

1.2 Composti in *-es- (greco -ης, -ες) ___67 1.2.1 Origine dei composti deverbali___67 1.2.2 Significato delle forme deverbali___69 1.2.3 Un primo confronto con -τος___70

1.3 Composti tematici costruiti sul grado forte della radice/radice a vocale breve___70 2. I composti con SM verbale in miceneo___74

2.1 AV in -τος___75 2.1.1 AV semplici___76 2.1.2 Composti___77

2.2 Composti sigmatici con suffisso *-es-___81 2.2.1 Antroponimi___82

(4)

4

2.2.2 Appellativi___82

2.3. Composti con SM costituito da un nome verbale___84 2.3.1 Composti passivi-intransitivi___84

2.3.2 SM con valore attivo in miceneo___84 2.4 Conclusioni___85

PARTE II: ETÀ ARCAICA (VIII-VI a.C.) ___86

Capitolo 3 Composti in -τος attestati in età arcaica___87 0. Introduzione___87

1. Verbi di movimento___88

1.1. Manner of motion, translational motion, non translational motion___88 1.2. Transport verbs___92

2. Verbi di percezione (fisica e intellettuale) e verbi indicanti processi e attività mentali (mental

activities and mental processes) ___93

2.1 Percezione fisica___94

2.2. Percezione mentale e attività intellettuale___94 2.2.1 Conoscere, percepire___95

2.2.2 Verba docendi___95 2.2.3 Verba inveniendi___96

2.2.4 Verba putandi, existimandi, eligendi___96 2.3 Verba affectuum___96

2.4 Persuadere, desiderare, sperare (verba persuadendi et voluntatis)___99 3. Verba dicendi___101

3.1 Verbi con significato generico___101 3.2 Verba appellandi___102

3.3 Ambito della gloria___102 3.4 Emotive speech act___104

3.4.1 Biasimo___104

3.4.2 Piangere, lamentarsi___104

3.5 Verbi che significano chiedere, supplicare (verba petendi)___105 4. Verbi che assegnano al soggetto un ruolo inattivo___105

4.1 Verbi indicanti uno stato inerente e verbs of appearing and disappearing___106

4.2 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere, respirare) e physiological processes involving organic entities (morire, nascere, crescere, diventare)___107

4.2.1 Attività connesse al corpo___107

4.2.2 Physiological processes involving organic entities___109

4.3 Physiological processes involving inorganic entities (spegnersi, bruciare, solidificarsi, consumarsi)___110

5. Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare e avere, possedere (verba accipiendi et

possidendi) e verbi indicanti uno scambio___112

6. Verbi che indicano un’azione violenta___114

7. Verbi di accadimento, verbi indicanti la continuazione, la cessazione (phase verbs) o il compimento/realizzazione di un’azione___117

8. Verba faciendi___118 9. Altre forme___122

10. Forme attestate nella lirica di età arcaica___122 10.1 Verbi di movimento___123

10.2 Verbi di percezione, attività/processo mentale, verba affectuum___123 10.3 Verba dicendi___124

(5)

5

10.5 Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare (verba accipiendi et possidendi)__124 10.6 Verbi che indicano un’azione violenta___125

10.7 Verbi indicanti il compimento di un’azione e phase verbs___125 10.8 Verba faciendi___125

10.9 Altro___125

11. Conclusioni sul significato___126 12. Considerazioni sul PM___126 12.1. Introduzione___126 12.2 Prefissi___126 12.2.1 ἀ-, νη- (< IE *n̥-) ___127 12.2.2 ἀρι-___128 12.2.3 εὐ-___128 12.2.4 ἀγα-___129 12.3 Avverbi___129 12.4 Preverbi e preposizioni___130 12.5 Sostantivi e pronomi___131

12.5.1 Continuità dei composti con PM sostantivale___133 12.5.2 Composti o giustapposizioni? ___134

12.6 Aggettivi e numerali___136

12.7 Rapporto degli AV composti con le forme semplici___138 12.8 Osservazioni conclusive sui PM___140

Capitolo 4 Composti sigmatici deverbali e tematici con SM verbale (-ος, -ον) di età arcaica___142

1. Composti sigmatici deverbali di età arcaica___142 1.0 Introduzione___142

1.1. Verbi di movimento___142

1.2 Verbi di percezione e attività mentale___144 1.3 Verba dicendi___146

1.4 Verbi che assegnano al soggetto un ruolo inattivo___147

1.4.1 Verbi indicanti uno stato inerente e verbs of appearing and disappearing___147 1.4.2 Physiological processes involving organic entities___148

1.4.3 Physiological processes involving inorganic entities___149 1.5 Verba accipiendi et possidendi___150

1.6 Verbi che indicano un’azione violenta___150

1.7 Verbi che indicano il compimento di un’azione e verba iuvandi___151 1.8 Verba faciendi___151

1.9 Forme attestate nella lirica arcaica___152 1.10 Conclusioni e confronto con -τος___153

2. Composti tematici con SM verbale (-ος, -ον) di età arcaica___156 2.0 Introduzione___156

2.1 Verbi di movimento___156

2.2 Verbi di percezione (fisica e intellettuale) e verbi che indicano attività e processi mentali_157 2.3 Verba dicendi e di emissione di suono___158

2.4 Verbi che assegnano al soggetto un ruolo inattivo___158 2.4.1 Verbi indicanti uno stato inerente___158

2.4.2 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere, respirare) e physiological processes involving organic entities (morire, nascere, crescere, diventare) ___158

2.5 Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare (accipiendi et possidendi) e verbi che implicano uno scambio___160

(6)

6

2.6 Verbi che indicano un’azione violenta___160 2.7 Verba iuvandi___161

2.8 Verba faciendi___161

2.9 Forme ricavate da verbi polisemici e difficili da classificare___162 2.10 Forme attestate nella lirica arcaica___162

2.11 Conclusioni sulle forme in -ος___163

3. Prime conclusioni sui composti in -τος, -ης, ος di età arcaica___165

PARTE III: ETÀ CLASSICA (V-IV a.C.) ___167

Capitolo 5 Composti in -τος attestati in età classica___168 0. Introduzione___168

1.Verbi di movimento___168

1.1 Translational motion verbs___169

1.1.1. Prime forme attestate in età arcaica___169 1.1.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___172

1.2 Manner of motion e non translational motion verbs___173 1.2.1 Prime forme attestate in età arcaica___173

1.2.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___174 1.3 Movimento acqua___176

1.3.1 Prime forme attestate in età classica___176 1.3.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___177 1.4 Collective motion___178

1.5 Verbi di movimento che presentano significato metaforico___178 1.5.1 Prime forme attestate in età arcaica___178

1.5.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___179 1.6 Transport verbs___179

1.6.1. Aggettivi attestati in età arcaica___180 1.6.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___183 1.7 Manipulating verbs___184

1.7.1 Aggettivi attestati in età arcaica___184 1.7.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___185 2. Verbi di percezione e di attività mentale___186

2.1 Percezione fisica___187

2.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___187 2.1.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___188 2.2 Percezione mentale___189

2.2.1 Mental processes, mental activties, verba docendi___189 2.2.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___190

2.2.1.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___191 2.2.2 Verba putandi, existimandi, eligendi___193 2.2.3 Verba curandi et cavendi___193

2.2.4 Verbi che esprimono un modo di operare del soggetto___194 2.2.5 Verba affectuum___195

2.2.6 Verba persuadendi et voluntatis___198 2.2.6.1 Aggettivi attestati in età arcaica___198 2.2.6.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___199 2.3 Osservazioni conclusive su 1 e 2___199

3. Verba dicendi___201

3.1 Verbi generici e verbi affini alle mental activities___201 3.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___202

(7)

7

3.2 Verba appellandi___204

3.3 Verba petendi et iubendi___205

3.3.1 Aggettivi attestati in età arcaica___205 3.3.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___205 3.4 Emotive speech act verbs___206

3.4.1 Verba vituperandi et laudandi___206 3.4.2 Piangere, lamentarsi___207

3.4.3 Aver fama, vantarsi___208 3.5 Altre categorie___208

4. Verbi che assegnano al soggetto un ruolo inattivo___209

4.1 Verbi indicanti uno stato inerente e verbs of appearing and disappearing___209

4.2 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere, respirare) e physiological processes involving organic entities (morire, nascere, crescere, diventare) ___211

4.2.1 Attività connesse al corpo___211

4.2.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___211 4.2.1.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___212

4.2.2 Physiological processes involving organic entities___213 4.2.2.1 Aggettivi attestati in età arcaica___213

4.2.2.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___214 4.2.2.3 Conclusioni___215

4.3 Physiological processes involving inorganic entities (spegnersi, bruciare, solidificarsi, consumarsi) ___215

4.3.1 Aggettivi attestati in età arcaica___215 4.3.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___216 4.4 Verbi indicanti eventi atmosferici___217

5. Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare (verba accipiendi et possidendi); verbi indicanti uno scambio; verbi che significano nascondere e mostrare___218

5.1 Verba accipiendi et possidendi___218 5.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___218 5.1.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___219

5.2 Aggettivi ricavati da verbi che implicano uno scambio___220 5.2.1 Aggettivi attestati in età arcaica___220

5.2.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___220

5.3 Verbi che significano mostrare o nascondere___221 6. Verbi che indicano un’azione violenta___221

6.1 Aggettivi attestati in età arcaica___222 6.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___223

7. Verbi indicanti la continuazione, la cessazione, la conclusione di un’azione (phase verbs) o il suo compimento/realizzazione___225

7.1 Aggettivi con precedenti in età arcaica___225 7.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi___226 8. Verbs of ruling and disposition___227 9. Verba faciendi___230

9.1 Aggettivi attestati in età arcaica___231 9.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___235

9.3 Verbi appartenenti al lessico della vita giuridica e sociale___247 10. Verbi polisemici___249

11. Caratteristica del referente/‘equipped with’___250 12. Conclusioni___253

(8)

8

Capitolo 6 Composti in -ης attestati in età classica___256 0. Introduzione___256

1. Verbi di movimento___256

1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___256 1.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___258

1.2.1 Transport verbs e spingere, gettare___259 1.2.2 Manipulating verbs___259

1.3 Conclusioni___259 2. Verbi di percezione___260

2.1 Percezione fisica___260

2.2 Processi e attività mentali ___260 2.2.3 Verba affectuum___261

2.2.3.1 Aggettivi attestati in età arcaica___261 2.2.3.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___261 2.2.4 Verba persuadendi et voluntatis___264

2.2.5 Conclusioni___264 3. Verba dicendi___265

3.1 Aggettivi attestati in età arcaica___265 3.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___265

4. Verbi che assegnano al soggetto un ruolo inattivo___266

4.1 Verbi indicanti uno stato inerente e verbs of appearing and disappearing___266 4.1.1 Aggettivi attestati in età arcaica___266

4.1.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___267

4.2 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere, respirare) e physiological processes involving organic entities (morire, nascere, crescere, diventare)___267

4.2.1 Aggettivi attestati in età arcaica___267 4.2.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___268

4.3 Physiological processes involving inorganic entities (spegnersi, bruciare, solidificarsi, consumarsi) ___268

4.3.1 Aggettivi attestati in età arcaica___268 4.3.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___269 4.4 Verbi atmosferici___270

4.5 Conclusioni___270

5. Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare (verba accipiendi et possidendi) ___270 5.1 Aggettivi ricavati da verbi che implicano uno scambio___271

5.2 Verba celandi___271 5.3 Conclusioni___271

6. Verbi che indicano un’azione violenta___272 6.1 Aggettivi attestati in età arcaica___272 6.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___273 6.3 Conclusioni___274

7. Verbi indicanti l’inizio, la continuazione (phase verbs) e il compimento di un’azione___274 8. Verbs of ruling and disposition___275

8.1 Aggettivi attestati in età arcaica___275 8.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___276 9. Verba faciendi___276

9.1 Aggettivi attestati in età arcaica___276 9.2 Aggettivi non attestati in età arcaica___277 9.3 Conclusioni___279

(9)

9

11. Confronto con le forme in -τος attestate in età classica e conclusioni___280

Capitolo 7 Composti tematici con SM verbale (-ος, -ον) attestati in età classica___283 0. Introduzione___283

1. Composti attestati in età arcaica___283 1.1 Verbi di movimento___283

1.2 Verbi di percezione fisica e indicanti attività e processi mentali___287 1.3 Verba dicendi___287

1.4 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere) e physiological processes involving organic entities___288

1.5 Verbi che significano prendere ottenere, conquistare (verba accipiendi et possidendi) e verbi che indicano uno scambio___291

1.6. Verbi che indicano un’azione violenta___292 1.7 Verba faciendi___294

1.7.1 Attività attenenti all’ambito giuridico-sociale___296 1.8 Verbi polisemici e difficili da classificare___296

1.9 Conclusioni___297

2. Composti non attestati in età arcaica___298 2.1 Verbi di movimento___298

2.2 Verbi indicanti attività e processi mentali___299 2.3 Verba dicendi___299

2.4 Verbi che indicano delle attività connesse al corpo (mangiare, nutrirsi, bere, saziarsi, svegliarsi, dormire, ridere) e physiological processes involving (in)organic entities___300

2.5 Verba celandi___301

2.6 Verbi che indicano un’azione violenta___301

2.7 Verbi che indicano un controllo del soggetto sull’oggetto o una modifica nello stato mentale di questo___302

2.8 Verba faciendi___302

2.8.1 Attività attenenti all’ambito giuridico-sociale___303 2.9 Verbi polisemici e difficili da classificare___303

2.10 Conclusioni___304

3. Considerazioni finali sul significato dei SM e sulla tipologia e funzione dei PM___304

Capitolo 8 Tipologie e funzioni dei PM nei composti a SM verbale: riepilogo___310 0. Introduzione___310

1. Dati___310

2. PM sostantivali e loro ruolo nella struttura del composto___314 3. PM aggettivali___322

4. PM prefissi___323

5. PM sostantivali con frequenza elevata___326

5.1 Alcuni casi esemplificativi: πυρι-, δουρι-, θεο-___326 5.1.1 πυρι-/πυρο-___327

5.1.2 δο(υ)ρι/υ-___328 5.1.3 θεο-___330

5.2 Confronto con altri PM___333

Capitolo 9 L’interazione dei suffissi -τος, -ης, -ος nel sistema composizionale del greco arcaico e classico___336

1. Quadro generale delle caratteristiche semantiche delle tipologie di composti___336 1.1 Interazione tra -ης e -τος___341

(10)

10

2. Approfondimenti___349

2.1 Verbi con alternanza causativa e che presentano ambiguità intransitivo/passivo___349 2.1.1 τρέφω___349 2.1.2 κορέννυµι___351 2.1.3 πήγνυµι___353 2.1.4 φθείρω___355 2.1.5 καίω, φλέγω___357 2.1.6 στρέφω, τείνω___359

2.2 Verbi privi di alternanza causativa___362 2.2.1 Verbi di movimento intransitivi___362 2.2.2 Verbi transitivi ___365

2.2.2.1 Verbi da cui non sono ricavati aggettivi sigmatici___366 1. τέµνω___366

2. θείνω___368

2.2.2.2 Verbi da cui sono ricavati aggettivi sigmatici___370 1. ῥάπτω___370

2. πλέκω___371 3. τεύχω___371 4. βάπτω___372 2.3 Conclusioni___373

2.4 Verbi con bassa transitività___374 2.4.1 πείθω, -οµαι___374

2.4.2 σκέπτοµαι___376

Capitolo 10 Impiego AV e rapporto con participio: età arcaica e classica___379 1. Introduzione___379

1.1 Perché confrontare AV e participi? ___379 1.2 Metodologia adottata___382

2. Confronto AV-participi: alcuni casi particolari___382 2.1 AV in -βατος___383

2.2 Verbi di attività mentale e percezione___384 2.2.1 πιστος, -πειθής___386

2.2.2 AV in -ορατος, -οπτος___386 2.3 Verba faciendi___389

3. Fenomeni generali con esemplificazioni___392 3.1 Confronto AV-sintagmi___392

3.1.1 Assenza di sintagmi comparabili___392 3.1.1.1 Esempi di contesti passivi___392

3.1.1.2 Esempi di sostantivi paragonabili ai PM___393 3.1.2 Presenza di sintagmi comparabili___394

3.2 Fattori morfologici e sintattici alla base dell’impiego di AV e participi___398 3.2.1 Morfologia___398

3.2.2 Sintassi___399

3.2.2.1 Presenza di Struttura Argomentale___399 3.2.2.2 Espressione della negazione___406 3.3 Usi propri del participio___408

3.4 Usi propri degli AV___414

3.4.1 Impiego come aggettivi___414 3.4.1.1 Attributo___414

3.4.1.2 Parte nominale e complemento predicativo___417 3.4.2 Impiego come sostantivo___421

(11)

11

3.4.3 Significati specifici di -τος___422

3.5 Vicinanze e differenze tra AV e participi___425 3.5.1 Casi di avvicinamento participi-AV___426 3.5.1.1 Participio > AV___426

3.5.1.2 AV > Participio___432

3.5.1.3 Esempi di confronto diretto___437

3.5.2 Casi di complementarietà e differenziazione tra AV e participi___440 4. Conclusioni___446

PARTE IV: ETÀ POST-CLASSICA E CONCLUSIONI___448

Capitolo 11 Composti in -τος, -ης, -ος attestati in età ellenistico-imperiale (IV-III a.C.-III d.C.)

___449 0. Introduzione___449 1.Verbi di movimento___451 1.1 Forme in -τος___451 1.2 Forme in -ης___452 1.3 Forme in -ος___453

2. Verbi indicanti percezione fisica e attività/processi mentali___453 2.1 Verbi indicanti percezione fisica___454

2.2 Verbi indicanti processi mentali___454 2.3 Verba affectuum___456

3. Verba dicendi___457 3.1 AV in -τος___458 3.2 AV in -ος___458

4. Verbi inattivi e verbi che esprimono processi fisici___458 4.1 Forme in -τος___459

4.2 Forme in -ης___461 4.3 Forme in -ος___463

4.4 Confronto tra le tre classi___464

5. Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare (verba accipiendi et possidendi) e indicanti uno scambio (dare, ricevere)___465

5.1 Forme in -τος___465 5.2 ἔχω___466

5.3 Conclusioni___467

6. Verbi che indicano un’azione violenta___467 6.1 Forme in -τος___467

6.2 Forme in -ης___469 6.3 Forme in -ος___471 6.4 Conclusioni___472

7. Verbi indicanti l’inizio, la continuazione e il compimento/realizzazione di un’azione___474 8. Verba faciendi___474

8.1 Forme in -τος___475 8.2 Forme in -ης___478 8.3 Forme in -ος___480

8.4 Confronto e conclusioni___483

9. AV ricavati da verbi polisemici e di difficile classificazione___484 10. AV ricavati da verbi denominativi___486

11. Conclusioni___488

11.1 Osservazioni generali e sviluppi semantici___489 11.2 Tipologia e funzione dei PM___491

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12

Capitolo 12 Impiego AV e rapporto con participio: età ellenistico-imperiale___497 0. Introduzione___497

1. Fenomeni che interessano gli AV___497 1.1 Impiego come aggettivi___498

1.1.1 Attributi___498 1.1.2 Usi predicativi___498

1.1.3 Comparazione e formazione avverbi___500 1.1.4 Nominalizzazioni___500

1.2 Espressione della potenzialità e valore deontico___501 1.3 Passivizzatore di basi intransitive e deponenti___503 1.4 Avvicinamento degli AV al polo verbale___503

1.4.1 Presenza di Struttura Argomentale___503 1.4.2 ΑV modificati da avverbi___509

1.4.3 AV con valore affine al participio congiunto___510 1.4.4 Impiego in perifrasi___510

2. Confronto con il participio___512

2.1 Forme semplici e con PM prefisso e preposizione___513 2.1.1 Fattori morfologici___515

2.1.2 Espressione di tempo, aspetto e diatesi___515 2.1.3 Espressione del valore potenziale___520 2.1.4 Fattori sintattici___522

2.1.4.1 Possibilità di reggere complementi___522 2.1.4.2 Inserimento in costruzioni complesse___525

2.1.4.3 Struttura articolo-complemento-AV/participio___526 2.1.4.4 Impiego in espressioni impersonali___526

2.1.5 AV come sostituti del PPP___527 2.1.6 Coordinazione AV-participi___529 2.1.7 Ulteriori differenze semantiche___530

2.1.7.1 Diversa selezione dei significati del verbo base e lessicalizzazione___530 2.1.7.2 Diversa scelta dei referenti___534

2.1.8 Esempi di coppie AV-participio significative___534 2.1.9 Conclusioni___540

2.2 Confronto tra AV con PM sostantivale e sintagmi participiali___540

2.2.1 Esempi di sintagmi-composti comparabili ma attestati in epoche differenti___542 2.2.2 Fenomeni riscontrati anche con gli AV con PM non sostantivale___543

2.2.2.1 -το- come passivizzatore di basi (prevalentemente) intransitive___543 2.2.2.2 Indicazione dello statal passive___544

2.2.2.3 Coordinazione con participi e altri AV___545 2.2.2.4 Diversa scelta dei referenti___545

2.2.2.5 Distribuzione testuale___546

2.2.3 Altri fenomeni osservabili con gli AV con PM sostantivale___548 2.2.3.1 Coordinazione AV-participio con complemento___548

2.2.3.2 Possibilità di reggere complementi esterni___548

2.2.3.3 AV e participi ricavati da verbi (denominativi) con PM sostantivale___549 2.2.4 AV con PM sostantivale e sintagmi participiali: esempi di confronto___551 2.2.4.1 βιβρώσκω, δάκνω, τιτρώσκω___553

2.3 Conclusioni___557

2.3.1 Espressione dell’Agente___561 2.3.2 Nominalizzazione___565

2.3.3 Perifrasi e infinito sostantivato: strategie di tipicalizzazione___567 2.3.3.1 Tipologie di perifrasi individuate___567

(13)

13

2.3.3.2 Contatti con il latino? ___572 2.3.3.3 Che genere di perifrasi? ___574

2.3.4 Attestazioni letterarie e documentarie___575

Capitolo 13 Composti in -τος, -ης, -ος attestati in età tardo-antica (IV-VI d.C.)___578 0. Introduzione___578

1. Verbi di movimento___580 1.1 Forme in -τος___580 1.2 Forme in -ης___582 1.3 Forme in -ος___583

2. Verbi di percezione e attività/processo mentale___583 2.1 Forme in -τος___583

2.2 Forme in -ης e in -ος___585 3. Verba dicendi___586

3.1 Forme in -τος___586 3.2 Forme in -ος___586

4. Verbi inattivi ed esprimenti processi fisici___586 4.1 Forme in -τος___586

4.2 Forme in -ης___588 4.3 Forme in -ος___588

5. Verba accipiendi e indicanti uno scambio___589 6. Verbi esprimenti un’azione violenta___590

6.1 Forme in -τος___590 6.2 Forme in -ης___591 6.3 Forme in -ος___592

7. Verbi di accadimento, verbi indicanti la continuazione, la cessazione (phase verbs) o il compimento di un’azione___592

8. Verba faciendi___593 8.1 Forme in -τος___593 8.2 Forme in -ης___594 8.3 Forme in -ος___594

9. Verbi polisemici e di difficile classificazione___596 10. AV ricavati da verbi denominativi___597

11. Altre tendenze osservabili sulla base del corpus___599 11.1 Produttività___599

11.2 Significato___600 11.3 Tipologia dei PM___605

11.4 Attestazioni degli AV con PM sostantivale___608

Capitolo 14 Impiego AV e rapporto con participio: età tardo-antica___612 0. Introduzione___612

1. Fenomeni che interessano gli AV___613 1.1 Impieghi aggettivali___613

1.1.1 AV come attributi___613 1.1.1.1 Coordinazione___614

1.1.1.2 Comparazione e formazione di avverbi___615 1.1.2 Usi predicativi___617

1.2 Espressione di valori modali (potenziale e deontico) ___625 1.3 Passivizzatore di basi intransitive e deponenti___627

1.4 AV sostantivati e nominalizzazioni___627 1.5 Manifestazione di natura verbale___630

(14)

14

1.5.1 Presenza di Struttura Argomentale___630 1.5.1.1 Espressione dell’Agente___640

1.5.2 Avverbi e complementi di tempo___641 1.5.3 Impiego degli AV in perifrasi___641 1.5.3.1 Espressione dello statal passive___642 1.5.3.2 Perifrasi attive___643

1.5.3.3 Perifrasi potenziali___644

1.5.3.4 Perifrasi sostitutive di forme finite del verbo___645 1.5.3.5 ἔχω + AV___647

1.5.3.6 Infinito sostantivato___647 1.5.3.7 Conclusioni sulle perifrasi___648

1.5.4 Alcune costruzioni particolari con εἰσιτητός ed ἐξιτητός___648 1.5.5. AV con valore affine a un participio congiunto___650

1.6 Fenomeni che interessano i composti con PM sostantivale___651 2. Confronto con il participio___651

2.1 Introduzione___651

2.2 Evoluzione del PPP in età tardo-antica___652 2.2.1 Aggettivizzazione del PPP___653

2.2.2 Impiego del participio in perifrasi verbali___657 2.3 Ambiti di sovrapposizione___659

2.3.1 AV come equivalenti del PPP attributivo___660 2.3.2 Perifrasi stativo-risultative___662

2.3.3 ἔχω + PPP___664

2.4 Coordinazione AV-participio___665

2.5 Fattori che condizionano la scelta di AV e participio___668 2.5.1 Fattori morfologici___668

2.5.2 Espressione di tempo, aspetto e diatesi___668

2.5.2.1 Participio congiunto, assoluto, in funzione di completiva___670 2.5.3 Espressione della potenzialità___671

2.5.4 Fattori sintattici___672

2.5.4.1 Costruzioni complesse___672 2.5.4.2 Espressione dei complementi___673 2.5.5 Differenziazioni semantiche___673 2.6 Esempi di complementarietà___674 2.6.1 κατάφυτος e ὕποπτος___675 2.6.2 Compresenza tra AV e PPP: ἀποδείκνυµι___675 2.6.3 Contrapposizione AV in ἀ- e PPP in -µένος___676 2.6.4 Numero di attestazioni___677

2.7 Esame di alcune coppie specifiche___679

2.7.1 Casi in cui si verifica un avvicinamento notevole___679 2.7.1.1 κατάκριτος-κατακεκριµένος___679 2.7.1.2 ε(ἰ)σποιητός-εἰσπεποιηµένος___681 2.7.1.3 σύµφυτος-συµπεφυκώς___681 2.7.1.4 ἀπαίδευτος-πεπαιδευµένος___682 2.7.1.5 γραπτός-γεγραµµένος___683 2.7.1.6 ὀπτός-ὠπτηµνένος___684 2.7.1.7 -δηκτος/δεδηγµένος___685

2.7.2 Coppie in cui la differenziazione è più evidente___686 2.7.2.1 δυσ-, εὐ-, διάγνωστος-διεγνωσµένος___686

2.7.2.2 χειροτονητός-κεχειροτονηµένος___686 2.7.2.3 X-καθαίρετος- καθῃρηµένος___687

(15)

15

2.7.2.4 Considerazioni conclusive___688

3. Considerazioni conclusive sulla distribuzione testuale delle forme___688 4. Conclusioni___690

Capitolo 15 Uno sguardo sulle fasi linguistiche successive: i composti in -τος e in -ης e i participi in -µένος in età bizantina (VII-XV d.C.) e neogreco___693

0. Introduzione___693

1. Composti in -τος e in -ης in età bizantina___693 1.1 AV in -τος___694

1.1.1 Forme AI e AT___695

1.1.2 Forme passivo-potenziali___698 1.1.3 Forme passive___699

1.1.4. Tipologia dei PM e altri fenomeni___704 1.2 Aggettivi sigmatici___702

1.2.1 Significato___703 1.2.2 Tipologia dei PM___704 1.3 Conclusioni___705

2. I composti in -τος, -ης, -ος e i participi in -µένος in neogreco___707 2.1 Permanenza e caratteristiche degli aggettivi in -τος, -ης e -ος___707 2.2 Evoluzione del PPP in -µένος___708

2.3 AV in -τος e PPP -µένος in greco antico e moderno: differenze e analogie___709

Capitolo 16 Conclusioni___716 0. Introduzione___716

1. Il sistema dei composti in -τος, -ης, -ος dall’età arcaica all’età tardo-antica___716 1.1 Espressione del passivo e altre tendenze sul piano semantico___716

1.2 Funzioni, inserimento all’interno del sistema della composizione del greco e morfologia_720 1.3 Tipologia e funzione dei PM___723

2. Rapporto AV-participio: riepilogo ed evoluzioni___727 2.1 Possibilità di confronto___727

2.2 Usi caratteristici e diversità sul piano sintattico e semantico___728 2.3 Spostamenti nel continuum___731

2.4 Aggettivizzazione del PPP___732

2.5 Espressione di valori stativo-risultativi___733 2.6 Impiego in perifrasi___735

2.7 AV con PM sostantivale e sintagmi participiali comparabili___736 2.8 Event- e property description___736

2.9 Nominalizzazioni___738 2.10 Distribuzione testuale___739 Bibliografia___740 1. Traduzioni citate___740 2. Riferimenti bibliografici___760 APPENDICI___781

1. Glosse di AV in lessici e scolii___781

2. Ulteriori esempi di AV in -τος di età classica___793

3. Impiego AV e rapporto con participio: ulteriori esempi___802 3.1 Età arcaica e classica___802

3.2 Età ellenistico-imperiale___812 3.3 Età tardo-antica___826

(16)

16

Lista delle abbreviazioni 1. Abbreviazioni generali A attivo A/acc. accusativo abl. ablativo agg. aggettivo AI attivo-intransitivo aor. aoristo app. appendice AT attivo-transitivo Aux ausiliare AV aggettivo/i verbale/i avv. avverbio cap. capitolo ci. o cj. congettura codd. codices compl. complemento corr. correctio D/dat. dativo d.l. dubia lectio dual. duale dub. dubbio f. femminile f.l. falsa lectio fr. frammento franc. francese G/gen. genitivo I/intr. intransitivo ingl. inglese instr. strumentale interpol. interpolazione ita. italiano lat. latino

loc.cit. loco citato

m. maschile N nome n. neutro NEG negazione NG neogreco nom. nominativo P passivo

PAC Proto Agent Construction

par. paragrafo

part. participio

perf. perfetto

(P)IE (proto)Indo-europeo

pl. plurale

PM primo membro (di composto)

post. posteriore

(17)

17 pref. prefisso prep. preposizione pres. presente prob. probabile rest. restituit RS Ruolo/i Semantico/i SA Struttura Argomentale sing./sg. singolare skt. sanscrito

SM secondo membro (di composto)

sost. sostantivo s.v. sub voce ted. tedesco trad. traduzione V verbo v.l. varia lectio 2. Abbreviazioni bibliografiche

Beekes R. Beekes, Etymological Dictionary of Greek, Leiden 2010

B-P C.D. Buck e W. Petersen, A Reverse Index of Greek Nouns and Adjectives, Chicago 1945

DELG P. Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue grecque: Histoire des

mots, Paris 1968

DM I Diccionario Micénico. Vol.1, ed. F. Aura Jorro, Madrid 1985

DM II Diccionario Micénico. Vol.2, ed. F. Aura Jorro, Madrid 1993

GI F. Montanari, Vocabolario della lingua greca. Greco-italiano, Torino 20042 (1995)

K.-A. Poetae comici graeci, edd. R. Kassel e C. Austin, Berlin-New York 1983-

LBG Lexikon zur byzantinischen Gräzität besonders des 9.–12. Jahrhunderts, edd. E. Trapp et al., Vienna 1994-

versione online: http://stephanus.tlg.uci.edu/lbg

Lampe A Patristic Greek Lexicon, ed. G.W.H. Lampe, Oxford 1961

LfgrE Lexicon des frühgriechischen Epos, edd. B.Snell e H. Erbse, Göttingen 1955-

LSJ H. G. Liddell, R. Scott e H. Stuart Jones, A Greek-English Lexicon with a Revised

Supplement, Oxford 19969

Preisendanz/

PGM Papyri graecae magicae: Die griechischen Zauberpapyri. 2 voll., ed. K. Preisendanz, Stuttgart 1973-1974.

PG Patrologiae Cursus Completus. Series Graeca, ed. J.P. Migne, Parigi 1856-1866

Preisigke Wörterbuch der griechischen Papyrusurkunden .Voll.1-4, ed. F. Preisigke, Berlin

1924-31

Sophokles Greek Lexicon of the Roman and Byzantine Periods, ed. E.A. Sophokles, New York

1975

Stephanus H. Stephanus, Thesaurus Graecae linguae, Genevae 1572 TLG Thesaurus Linguae Graecae

versione online: http://www.tlg.uci.edu/ CD-rom SNS-Greek& Latin 2.1 #TLG

(18)

18

3. Nota sulle edizioni e le abbreviazioni di autori e opere antiche impiegate

Nel complesso le edizioni di autori antichi, testi epigrafici e papiracei corrispondono a quelle impiegate dal TLG (su cui sono state effettuate le ricerche) e CD-rom PHI #7, tranne nel caso dei poeti comici greci, per i quali l’edizione di riferimento è quella di Kassel-Austin. Eventuali scostamenti tra il testo del TLG, da cui sono stati tratti gli esempi contenuti nei capitoli 10, 12 e 14 (con le relative appendici), saranno segnalati nel corso della trattazione1.

Per quanto riguarda le abbreviazioni degli autori e delle opere antichi, sono state adottate quelle di LSJ per l’età arcaica, classica ed ellenistico-imperiale e parte dell’età tardo-antica, mentre per gli autori cristiani dai primi secoli in poi sono state adoperate le abbreviazioni di Lampe e, soprattutto per le fasi più tarde, di LBG2.

Anche iscrizioni e papiri sono indicati seguendo LSJ e TLG (cui si rimanda); per le edizioni di testi papiracei cui si è fatto ricorso per la traduzione si rimanda alla bibliografia.

Vi sono tuttavia alcune opere che non sono citate esplicitamente nelle liste delle abbreviazioni dei dizionari impiegati, per le quali sono state adottate le seguenti diciture3:

A.Just. Acta Justini et septem sodalium

Amph.haer. Anfilochio d’Iconio, Contra haereticos (SC)4 mulier. Oratio in mulierem peccatricem (hom.4) (SC)

Bas.hom.13 (exhort.) Basilio di Cesarea, Homilia exhortatoria ad sanctum baptisma

prov. In principium Proverbiorum (SC) Mamant. In Mamantem martyrem (SC)

Chrys.Mat.hom. Giovanni Crisostomo, Homiliae in Matthaeum (SC)

Cyr.fr.Rom. Cirillo di Alessandria, Fragmenta in sancti Pauli epistulam ad

Romanos

Didym.Ecc.Com.D Didimo di Alessandria, Commentarii in Ecclesiasten 9,8-10,20 (SC) ps-Dsc.de iis pseudo-Dioscoride, De iis, quae virus ejaculantur, animalibus

libellus, in quo et de rabioso cane

Ephr.inst.ad mon. Efrem il Siro, Institutio ad monachos

advent.dom. Sermo in secundum adventum domini nostri Iesu Christi

latr. De latrone in crucem

loc. De locis beatis

morb. De morbo linguae et pravis affectibus

serm.comm. Sermo de communi resurrectione. de paenitentia et caritate, et in secundum adventum domini nostri Iesu Christi

Eudoc.homer. Eudocia, Homerocentones

Eutr. Eutropio, Breviario (versione greca di Peanio) Gal.antid. Galeno, De antidotis libri II

Gr.Nyss.tunc Gregorio di Nissa, In illud: tunc et ipse filius (SC)

refut. Refutatio confessionis Eunomii (SC)

ps.-Gr.Nyss. creat.hom. De creatione hominis sermo primus parad. Homilia de paradiso (SC)

ps.-Hesych.H.Luc pseudo-Esichio di Gerusalemme, In sanctum Lucam (hom.21) Iamb.Theol. pseudo-Giamblico, Theologumena arithmeticae

Jo.Caes.hom. Giovanni di Cesarea, Adversos manichaeos homiliae Musae.Her. Museo, Hero et Leander

1 L’edizione utilizzata è indicata anche quando il TLG stesso impiega più edizioni. Per la citazione dei carmi di

Gregorio di Nazianzo vd. il cap.14.

2 Alcuni casi specifici in cui viene adottata una sigla differente verranno segnalati nel corso della trattazione; si tratta

principalmente degli Inni Omerici e dei Moralia di Plutarco. Le principali abbreviazioni sono elencate nella bibliografia (Traduzioni citate), accanto al nome dell’autore; nel caso di traduzioni ed edizioni, il nome dell’autore è riportato senza l’anno dell’edizione.

3 Per riferimenti più precisi si rimanda al TLG.

(19)

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Sev.Ant.narr. Severo di Antiochia, Narrationes ed ethopoeiae Sopat.Rh.DZ Sopatro (retore), Diairesis zētēmatōn

Theon comm. Teone di Alessandria, Commentarium magnum

comm.Ptol. Commentaria in Ptolemaei syntaxin mathematicam

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20

PARTE I

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21

Capitolo 1 Introduzione e premesse teorico-metodologiche

1.1 Oggetto dello studio e struttura della tesi 1.1.1 Oggetto e scopo dello studio

Scopo della presente ricerca è l’analisi dell’espressione della passività negli aggettivi composti ricavati da una base verbale tramite i suffissi *-to- ed *-es- e le formazioni tematiche costruite sul grado forte della corrispondente radice apofonica (p.es. ὀρεσίτροφος ‘nutrito sui monti’) o con vocale breve (p.es. -βαφος, -µαχος), per delineare un quadro il più possibile completo dell’evoluzione morfo-semantica di queste tre classi dalle fasi linguistiche più antiche (attestazioni micenee e Omero) fino all’età tardo-antica1. Inoltre, lo studio prevede un confronto tra AV e participi al fine di verificare quale delle due formazioni, entrambe appartenenti alla categoria degli aggettivi verbali (vd. infra), risulti più adatta per esprimere il passivo e quali sono i fattori di vario ordine (morfologici, sintattici, semantici e anche pragmatici) che in determinati contesti sono alla base della scelta dell’una o dell’altra classe di parole.

La presenza di più gruppi di AV composti di significato passivo risulta un fenomeno linguistico rilevante, che permette di mettere in risalto le specificità del greco antico rispetto ad altre lingue, indoeuropee e non solo: lo sviluppo di questa particolare tipologia di formazioni implica infatti l’esistenza di categorie grammaticali (diatesi passiva) e classi di parole (aggettivi) che non si riscontrano in tutte le lingue, nonché l’attuazione di processi di formazione delle parole (derivazione aggettivale, composizione) che risultano in greco particolarmente produttivi. Rispetto alla situazione ricostruita per il PIE, infatti, il greco innova sia sotto il profilo della diatesi attraverso lo sviluppo del passivo (l’opposizione originaria è infatti tra attivo e medio)2 sia entro l’ambito della composizione, settore in cui il greco, anche all’interno di tipologie ereditate, dimostra una forte capacità di rinnovamento. La straordinaria continuità di attestazione della lingua greca, inoltre, che va dal miceneo ai nostri giorni, permette di seguire l’evoluzione dei composti in esame su un’estensione cronologica notevole, anche se i loro sviluppi in neogreco non saranno oggetto di trattazione sistematica.

Sia ai composti sia alla voce passiva sono stati dedicati molti studi negli ultimi decenni a partire da diverse impostazioni (generativismo, Functional Grammar, Natural Morphology, etc.)3, indirizzati o ad aspetti teorici o all’esame di dati propri di lingue moderne. Lo studio dei composti verbali passivi è dunque un modo per integrare due campi di indagine piuttosto fiorenti, e si inserisce all’interno dei recenti tentativi di aggiornamento delle classificazioni linguistiche tradizionali delle lingue classiche, sia nell’ambito della composizione sia della nozione di passivo; inoltre, cerca di rimediare all’assenza di uno studio che in modo sistematico consideri il corpus complessivo dei composti verbali passivi seguendone lo sviluppo cronologico. Nonostante la composizione e singole classi di composti del greco siano state materia di studi recenti (p.es. Leukart 1994 sui nomina agentis in -(t)ās, Tribulato 2015 sui composti con PM verbale, Rousseau 2016 sulle forme con PM preposizione)4, le tipologie su cui verte la presente ricerca non sono finora state esaminate congiuntamente, in modo da coglierne l’interazione nel sistema dei composti del greco.

Più in dettaglio, le categorie di composti analizzate sono le seguenti:

a. AV in -τος (p.es. θεόδµητος ‘costruito dagli dei’): il suffisso PIE *-to-, inizialmente neutro in quanto a diatesi, si specializza in greco nell’espressione del passivo, e viene adoperato nella derivazione di forme sia semplici sia composte. A questi composti sono dedicati ilcap.2, par.1.1, i capp.3 e 5, oltre agli appositi paragrafi dei capp.11 e 13;

1 Alcune considerazioni sull’età bizantina e sul neogreco verranno effettuate nei capp.15 e 16. 2 Vd. infra, par.2.3.4.

3 Come osservano Scalise-Vogel 2010b, p.2 i composti rappresentano un punto di contatto tra diverse nozioni

linguistiche e non linguistiche (relazioni sintagmatiche e paradigmatiche; sintassi e morfologia; conoscenze linguistiche e pragmatiche).

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b. composti sigmatici in -ης, -ες (p.es. νεοπλυνής ‘lavato da poco’, θεοστιβής ‘percorso dagli dei’): il suffisso *-es-, impiegato in un primo momento per ricavare aggettivi composti da basi nominali (sost. n. in -ος) viene poi esteso anche a basi verbali. Oltre che nel cap.2, par.1.2, queste aggettivi saranno trattati nella prima parte del cap.4, nel cap.6 e nei cap.11 e 13 (paragrafi dedicati);

c. composti proparossitoni con SM verbale in -ος costruito sul grado forte della radice (p.es. θεόποµπος ‘mandato da un dio’) o su radici con vocale breve. Poiché le forme di più antica attestazione hanno significato attivo (p.es. κουροτρόφος ‘che nutre/alleva bambini’), la creazione di composti passivi si configura come uno sviluppo successivo, non attestato con sicurezza in miceneo e ancora in fieri nella lingua omerica, il quale comporta l’interpretazione del SM non più come

nomen agentis bensì come una sorta di participio passivo. I composti in -ος sono trattati nel par.1.3

del cap.2, nella seconda parte del cap.4, nel cap.7 e nei paragrafi a essi riservati nei capp.11 e 13. Tali composti, inoltre, rientrano all’interno della macroclasse dei nomi deverbali, in quanto sono formati a partire da una radice predicativa e “nominalizzano concetti che sono di per sé verbali o meglio predicativi”5.

Di ciascuna di queste tre classi sono state descritte la nascita e la diffusione esaminando vari aspetti:

- le basi verbali da cui i composti vengono inizialmente ricavati e l’espansione diacronica, al fine di studiarne la produttività6;

- la tipologia del PM e, nel caso di PM nominali, la funzione svolta, con particolare attenzione all’espressione dell’Agente (una trattazione sistematica delle questioni connesse al PM verrà fornita nel cap.8);

- le caratteristiche semantiche, prima di tutto la possibilità di esprimere il passivo, ma anche l’intransitivo e il transitivo, nonché i casi di coesistenza di più valori7; gli aspetti semantici verranno approfonditi in particolar modo nel cap.9, dove, sulla base dei dati offerti dai capp.3-7, si proporrà un modello di interazione a livello semantico tra le tre diverse tipologie, integrato con elementi di natura morfologica. Il confronto tra le tre classi, infatti, è indispensabile per comprendere tanto le peculiarità di ciascuna di esse quanto i punti di contatto che hanno reso possibili processi di estensione l’una nell’ambito dell’altra;

- la distribuzione dei tre tipi di composti nelle epoche e nelle varie tipologie testuali (ruolo dei composti nella lingua poetica e nella prosa scientifica, ma anche la diffusione in altri registri).

L’analisi dei composti verrà integrata con il confronto tra gli impieghi di AV e participi passivi (e, talora, attivi) corrispondenti (i.e. derivati dagli stessi verbi)8, cui sono invece riservati i capp.10, 12 e 14. Tale analisi, attraverso il controllo della distribuzione delle due categorie in testi di varie epoche, ha permesso di rilevare una serie di affinità e differenze e di individuare i fattori che possono aver determinato la scelta degli uni o degli altri. Il participio, infatti, in quanto forma nominalizzata del verbo, risulta un termine di paragone privilegiato per gli AV9, tanto più se si

considera che da un lato i participi spesso derivano diacronicamente proprio da AV (p.es. il suffisso IE *-to- in latino diventa suffisso del participio, mentre in greco si ‘arresta’ allo stadio di AV), dall’altro i participi passivi, in virtù del loro valore risultativo, tendono progressivamente a perdere

5 Vd. Civilleri 2010, p.93; cfr. anche la seguente affermazione: “punto di partenza per la formazione dei nomi deverbali

[è] non tanto verbo ma radice predicativa”. Sul concetto di radice predicativa vd. anche il cap.2, par.1.3.

6 In modo semplificato, la produttività può essere definita come la possibilità di formare parole nuove in modo regolare.

Come osservano Bisetto-Scalise 2008, “il fenomeno della produttività di un affisso è di natura sincronica ma si misura con maggiore facilità in termini diacronici. È lo studio diacronico e contrastivo che permette di evidenziare le particolarità di comportamento dei processi di formazione di parola”.

7 La possibilità di attribuire valore attivo o passivo a questi composti verbali dipende, oltre che dal valore del suffisso

(che determina l’orientamento preferenziale dell’AV), dalla relazione semantico-sintattica che si istituisce tra PM e SM, in particolare quando il PM è costituito da un sostantivo.

8 Nei casi di AV composti si è cercato di verificare l’eventuale corrispondenza con costrutti costituiti da participio e

complemento (p. es. αἱµατόφυρτος-αἵµατι πεφυρµένος ‘insanguinato’).

9 Sulla natura ambivalente del participio e la sua vicinanza agli AV nel continuum scalare che va da nome a verbo vd.

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forza verbale e a divenire semplici aggettivi10. Questo sviluppo ‒ che suggerisce un andamento ciclico aggettivo (verbale) → participio → aggettivo ‒ si riscontra in varie lingue, tra cui proprio il neogreco11, cui si farà cenno negli ultimi capitoli della tesi (capp.15 e 16). Inoltre, negli ultimi anni diversi studi sono stati dedicati proprio alle caratteristiche del participio in greco antico, volti sia a sottolinearne lo status peculiare di categoria mista che partecipa al contempo di tratti verbali e nominali, sia ad approfondire gli aspetti sintattici e pragmatici del suo utilizzo12.

1.1.2 Basi documentali

Questo studio è stato effettuato su un corpus di forme ricavate dall’indice inverso di Buck-Petersen, per le quali si è provveduto a individuare significato e principali attestazioni attraverso dizionari cartacei ed elettronici (GI, LSJ, Lampe, LBG)13 e il Thesaurus Linguae Graecae (TLG). Il corpus nella sua interezza include qualche migliaio di forme che vanno dal miceneo all’età bizantina, ma solo le forme attestate fino all’età tardo-antica (VI d.C.) sono state oggetto di un’analisi dettagliata.

Tale ricerca naturalmente risente delle difficoltà e dei limiti che caratterizzano la linguistica basata su corpora: innanzitutto, la collocazione delle forme in un’epoca piuttosto che in un’altra dipende dalla cronologia della prima attestazione (per cui non si può escludere, per esempio, che AV documentati solo dal III a.C. fossero in realtà già presenti nelle fasi linguistiche anteriori), e, inoltre, l’esame degli impieghi concreti degli AV e dei participi, benché fondato su passi selezionati da un ampio corpus di testi, si scontra con l’impossibilità di potersi confrontare con la sensibilità linguistica dei parlanti, che sarebbe indispensabile per chiarire proprio i fenomeni più problematici (p.es. la differenza veicolata da AV o PPP all’interno delle perifrasi aggettivali)14. A ciò si aggiunge il fatto che l’indice di Buck-Petersen risulta ormai datato, e presenta inevitabilmente delle omissioni15.

Lo studio dei composti a SM verbale passivi è stato effettuato seguendo fondamentalmente un criterio di tipo cronologico, in base al quale le forme sono state suddivise a seconda dell’epoca di attestazione: età arcaica (VIII-VI a.C.), età classica (V-IV C.), età ellenistico-imperiale (III a.C.-III d.C. circa) ed età tardo-antica (IV-VI C.)16. Come si avrà modo di ribadire nel corso della trattazione, lo sviluppo dei fenomeni linguistici non può essere delimitato entro una rigida scansione cronologia (e infatti i limiti temporali riportati devono essere intesi come indicativi), ma essa si rende tuttavia necessaria per esaminare un numero così vasto di forme e cogliere la presenza di particolari sviluppi e tendenze generali.

Al tempo stesso, la suddivisione dei composti per epoca di attestazione è stata integrata con un criterio di ordine semantico, che verrà illustrato in 3.1, dopo la presentazione di alcune nozioni teoriche necessarie alla comprensione dell’approccio adottato.

10 Vd. Haspelmath 1994.

11 A questo proposito vd. Manolessou 2005.

12 Cfr. in particolare Pompei 2012 (oltre ai contributi citati supra), Kurzová 1997 e Fox 1983. Si ricorda che già per la

riflessione grammaticale antica, a cui si deve la definizione di µετοχή ‘participio’ (< µετέχειν ‘partecipare’), la collocazione all’interno delle altre parti del discorso risultava problematica: come osservano Swiggers-Wouters 2007, mentre gli Alessandrini (a partire da Aristarco) consideravano il participio una classe di parole autonoma, gli Stoici propendevano per un ‘accorpamento’ del participio o con il nome o con il verbo, di cui avrebbe costituito una forma flessa.

13 Nel testo, come si vedrà, spesso è mantenuta direttamente la traduzione fornita dal lessico consultato (inglese, tedesco

e anche spagnolo per il miceneo) per non incorrere in fraintendimenti.

14 Sui limiti della linguistica a corpus e i diversi parametri cui è soggetta la produzione di testi scritti, che ne allontanano

le caratteristiche dal parlato, vd. Cuzzolin-Haverling 2009, pp.25-6. Vd. anche Bisetto-Scalise 2008, p.44: “se la base empirica da cui partiamo è un corpus i risultati cui possiamo pervenire sono predeterminati dal corpus stesso”.

15 Non posso del tutto escludere che, su un numero così ampio di forme, alcune siano sfuggite. 16 Alle forme attestate in epoca bizantina si accennerà solo brevemente nel cap.15.

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1.1.3 Struttura della tesi

La tesi è suddivisa in 4 parti. La prima parte ha carattere introduttivo: nel cap.1, dopo aver delineato l’oggetto, gli obiettivi del presente studio e la metodologia adottata, verranno introdotte brevemente alcune nozioni fondamentali sul piano teorico (sistema dei composti in greco, aggettivi, passività, Ruoli Semantici), che saranno ulteriormente riprese e precisate nel corso della trattazione; in conclusione, verrà dato conto delle ragioni dell’utilizzo della metodologia illustrata in 1.1.2 e dei risultati cui essa ha permesso di giungere. Nel cap.2 verrà tratteggiata la preistoria delle tre tipologie di composti in esame (origine, presenza di antecedenti PIE), seguita da un quadro della situazione in miceneo, al quale risalgono le prime attestazioni sicure (nonostante le difficoltà interpretative, per le quali vd. infra) dei composti considerati.

Con la seconda parte, dedicata all’età arcaica, avranno inizio la vera e propria esposizione e l’analisi dei dati: il cap.3 è dedicato ai composti in -τος, mentre il cap.4 ai composti sigmatici deverbali e tematici con SM verbale (-ος, -ον). La discussione delle forme appartenenti alle diverse classi semantiche individuate, che avrà un carattere prevalentemente descrittivo, sarà intervallata da alcune sezioni dedicate all’analisi dei PM e al riepilogo dei principali fenomeni rilevati.

La terza parte ha per oggetto l’età classica: essa contiene l’analisi degli AV in -τος (cap.5), -ης (cap.6) e -ος (cap.7) attestati in questo periodo, seguiti da due capitoli dedicati rispettivamente alla tipologia e alle funzioni dei PM nei composti a SM verbale (cap.8) e a un confronto tra le tre classi di composti, volto a farne emergere differenze e punti di contatto sul piano semantico e morfologico (cap.9). Attraverso i capp.8 e 9, pur partendo dai dati offerti dall’età arcaica e classica, si intende mettere a punto un quadro teorico generale, utile per affrontare gli sviluppi specifici da cui i composti sono interessati in epoca postclassica: per il periodo che va dall’età ellenistica a quella tardo-antica, infatti, non si proporranno simili analisi di dettaglio, ma ci si limiterà a segnalare gli elementi di continuità o di innovazione emersi nel corso della trattazione. La presenza di questi capitoli (8 e 9) all’interno della terza parte riflette senza dubbio la centralità dell’età classica nella nostra canonizzazione letteraria e linguistica: a mio avviso, tuttavia, tale collocazione costituisce una sede ideale per delle riflessioni di carattere generale, in quanto situata a metà strada tra l’analisi già intrapresa (che offre una quantità di dati sufficientemente ampia per formulare delle ipotesi interpretative) e quella ancora da affrontare. Il capitolo conclusivo della terza parte è invece dedicato agli impieghi degli AV e al loro rapporto con i participi in età classica (cap.10), la cui indagine, come si è detto supra, costituisce uno degli obiettivi della ricerca.

Nella quarta parte verrà presentata l’evoluzione delle tre classi di AV nel greco postclassico. Nel cap.11 verranno analizzati i composti (di tutte e tre le tipologie) attestati in età ellenistico-imperiale, le cui modalità di utilizzo, specialmente in rapporto ai participi, verranno trattate nel cap.12. I capp. 13 e 14 sono invece riservati rispettivamente all’esame delle forme di età tardo-antica e al confronto con il participio. Si è scelto di suddividere il confronto con il participio in tre capitoli distinti (10, 12, 14) perché l’(eventuale) evoluzione del rapporto tra AV e participi non può avvenire a prescindere dagli sviluppi cui queste due categorie sono soggette nelle diverse fasi linguistiche del greco.

Infine, nel cap.15 verrà tracciato un quadro sintetico sulla permanenza dei composti esaminati in età bizantina e in neogreco, e sarà proposta una breve riflessione sul modo in cui le tendenze rilevate per il greco antico si rapportano alla situazione del greco moderno. Nel cap.16, infine, saranno riepilogati i principali fenomeni individuati sia nell’evoluzione dei composti sia nel rapporto tra AV e participi.

La trattazione vera e propria è seguita da tre appendici:

- nella prima (Glosse di AV in lessici e scolii) vengono riportati alcuni esempi di come gli AV (in particolare con PM sostantivale) vengono glossati negli scolii e nei lessici facendo ricorso a forme di participio: tale appendice dimostra dunque l’effettiva presenza di una vicinanza tra participi e AV;

- la seconda contiene esempi aggiuntivi di AV in -τος di età classica non citati all’interno del cap.5, nel quale non sono stati inclusi per non rallentare l’esposizione con un eccessivo numero di esempi.

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A quest’appendice potrà ricorrere chiunque desideri disporre di un numero di forme più ampio di quello fornito;

- le ultime tre appendici presentano invece passi supplementari che illustrano i fenomeni rilevati nei capp.10, 12 e 14, da cui sono stati eliminati per non appesantire eccessivamente la presentazione.

2. Alcune premesse teoriche

Uno studio sull’espressione del passivo all’interno di AV composti non può prescindere da una definizione, per quanto semplificata, di alcune delle categorie implicate nella dicitura stessa di ‘AV composti passivi’, in primo luogo quelle di ‘composto’, ‘aggettivo’ e di ‘passivo’, in modo da identificare con chiarezza l’oggetto della trattazione. I paragrafi dedicati a queste tre nozioni sono seguiti da un ulteriore paragrafo dedicato ai Ruoli Semantici, altro concetto cui si farà ampiamente ricorso nell’analisi dei composti.

2.1 Un processo di formazione di parole significativo: la composizione

In questa sezione sarà illustrato il processo di formazione delle parole noto come composizione, che, come evidenziato supra, è stato l’oggetto di numerosi studi all’interno dei più disparati quadri teorici. Non sarà possibile dare un resoconto di tutte le definizioni proposte con le loro implicazioni sul piano teorico, ma ci si limiterà a fornire alcune nozioni di base funzionali ai temi che emergeranno nel corso della trattazione.

Verrà poi data una breve presentazione del sistema dei composti in greco antico, lingua in cui questo procedimento è particolarmente produttivo e dove le tipologie di composti non si limitano alle forme con SM verbale; in particolare, si anticiperanno alcuni elementi di contatto tra gli AV e i composti possessivi (vd. infra per una definizione), su cui si avrà modo di tornare più diffusamente in seguito.

2.1.1 Definizione di composto e nozioni correlate

Nei più recenti contributi dedicati alla composizione (p.es. Libben-Jarema 2007, Lieber-Štekauer 2009, Scalise-Vogel 2010, Olsen 2014, ma cfr. anche Ralli 2013 per il neogreco)17, i composti vengono definiti come il risultato della combinazione di due (o più) lessemi18, che, a seconda della lingua, possono corrispondere a parole indipendenti (impiegate liberamente anche al di fuori del composto) o temi (stems), ovvero forme legate che non possono ricorrere autonomamente19. Per esempio, mentre il composto ita. capostazione è costituito da due parole autonome (capo e

stazione), nel greco πυροειδής ‘simile a fuoco’, nessuno dei due elementi (πυρο-, -ειδής)

corrisponde a una forma libera. Il risultato del processo di composizione appartiene generalmente alle classi lessicali maggiori, ovvero nome (p.es. portalettere), aggettivo (NG κοκκινοµάλλης ‘dai capelli rossi’) o verbo (p.es. ingl. to sunbathe ‘prendere il sole’), ciascuna delle quali sarà più o meno produttiva a seconda della lingua considerata20.

Una nozione centrale (e piuttosto problematica) nella descrizione dei composti è quella di testa, per la quale sono state proposte numerose definizioni, ma che per il momento può essere indicata

17 I composti sono in realtà oggetto di analisi linguistica fin dall’antichità, in particolare all’interno della tradizione

grammaticale indiana, da cui è stata mutuata nel corso del diciannovesimo e del ventesimo secolo anche la terminologia. Tuttavia, non è questa la sede per affrontare la centralità di questa strategia di formazione delle parole nella riflessione grammaticale dall’antichità fino all’epoca contemporanea.

18 Con lessema si intende “a word in the sense of lexical entry; in other words, the set of all WORD-FORMS that are so

closely related that they form a paradigm and are entered in a dictionary as a single entry” (Haspelmath 2002, p.271), i.e. un segno elementare che combina proprietà fonologiche, semantiche e morfo-sintattiche (Montermini 2010, p.86). Come osservano Lieber-Štekauer 2009, p.5 il termine lessema “would seem specific enough to exclude affixes but broad enough to encompass the roots, stems, and free words that can make up compounds in typologically diverse languages”. Tuttavia, Scalise-Vogel 2010b, p.5 osservano che nella maggior parte delle proposte la definizione di composto coincide con quella delle unità che lo costituiscono (sulle quali spesso non c’è accordo).

19 Cfr. anche Dressler 2007, p.24: “compounds thus can be loosely defined as grammatical combinations of words, that

is of lexical items or lexemes, to form new words”.

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come l’elemento dominante all’interno di una struttura asimmetrica21. L’individuazione della testa può essere effettuata su diversi piani, ovvero categoriale (la testa è l’elemento che determina la categoria del composto), morfosintattico (la testa è l’elemento che trasmette tratti morfosintattici come genere e flessione) e semantico (la testa si situa in un rapporto di iperonimia rispetto all’intero composto)22; a seconda della lingua e della tipologia di composto, inoltre, la testa può essere costituita dal primo o dal secondo membro, per cui si parla di testa a sinistra (p.es. capostazione) o testa a destra (p.es. dog sitter). Poiché però non sempre la relazione tra testa e composto è definibile nei termini di iperonimo/iponimo, Scalise e Fabrégas hanno riformulato l’ultimo criterio elencato, individuando la testa semantica del composto nel costituente “whose semantic contribution allows us to determine the class of objects denoted by the compound”23.

I composti dunque, sulla base della presenza o meno di una testa, sono classificati come endocentrici (i.e. la testa è interna al composto, p.es. ita. pescespada, che ‘è un’ pesce)24, o esocentrici (i.e. la testa è esterna e deve essere dedotta, p.es. bare-foot, che non indica un tipo particolare di foot, ma chi possiede la caratteristica indicata dall’intero composto). Un esempio classico di composti esocentrici è costituito dai bahuvrihi (o composti possessivi, di cui anche

bare-foot è un esempio tipico), ovvero i composti costituiti da un SM sostantivale modificato da un altro

sostantivo, un aggettivo o una preposizione (o un prefisso) indicanti la caratteristica posseduta dall’entità (esterna al composto) cui essi si riferiscono (p.es. πολυάδελφος ‘che ha molti fratelli’)25. A livello tipologico, è stata rilevata una preferenza nei confronti delle formazioni endocentriche, in quanto in esse l’accesso alla testa risulta facilitato26.

Tuttavia, anche i composti semanticamente esocentrici sono provvisti di un elemento reggente, rispetto al quale, come si è visto, l’altro costituente svolge la funzione di modificatore o di complemento; per esempio, nella forma italiana pellerossa, che indica un individuo dotato di tale caratteristica, ‘rossa’ svolge chiaramente un ruolo di modificazione rispetto a ‘pelle’, mentre in

tagliacarte, il SM -carte costituisce l’oggetto del PM porta-. Come scrivono Scalise e Guevara,

infatti, “non è solo la testa nei composti che seleziona la non testa, ma nel caso specifico dei composti esocentrici c’è sempre un ‘elemento selezionatore’ ed un ‘elemento selezionato’. Le due nozioni, ‘testa’ ed ‘elemento selezionatore’, sono dunque nozioni diverse che non sempre coincidono nello stesso costituente”27. A. Ralli, invece, non distingue tra ‘testa’ ed ‘elemento selezionatore’, ma sostiene che anche i composti esocentrici presentino una testa, che va identificata nel suffisso derivazionale aggiunto ai due lessemi combinati tra loro28.

Tutti e tre gli studiosi citati sono concordi nel considerare endocentriche le formazioni costituite da un elemento deverbale preceduto da un sostantivo in funzione di complemento, tra cui rientrano,

21 Definizione tratta con modifiche da Andreou 2014, pp.11-2. Sull’asimmetria tra i due elementi vd. anche

Scalise-Fabrégas 2010, p.109. Tale concetto è impiegato anche in morfologia derivazionale (dove teste sono considerati i suffissi), ma in questa sede ci si soffermerà principalmente sulla sua applicazione ai composti.

22 Si tratta della ‘IS A’ condition, per cui il composto designa una sottoclasse dell’elemento testa. Questo criterio non

permette però di individuare i composti esocentrici (vd. infra).

23 Scalise-Fabrégas 2010, p.121; anche Scalise-Guevara 2006 propongono di distinguere tra diversi tipi di testa formale

e semantica (contra Ralli-Andreou 2012).

24 Anche i verbi composti sono considerati formazioni endocentriche.

25 Vd. Tribulato 2015, p.77, ma cfr. anche, p.47: “exocentric compounds are headless; nevertheless, the relation linking

the compound constituents can be identical to that characterizing endocentric compounds, e.g. when the compound is of the modifier-determinatum type”. Scalise-Guevara 2006 evidenziano invece che l’esocentricità è un fenomeno che comprende al proprio interno diverse manifestazioni.

Sui bahuvrihi in greco antico vd. anche infra.

26 Vd. Dressler 2005, p.30. Al tempo stesso, nelle lingue romanze si rileva una percentuale alta di costruzioni

esocentriche (Scalise-Vogel 2010b, p.9).

27 Scalise-Guevara 2006, p.585.

28 Ralli 2013 p.126. In lingue come l’inglese, dove molti composti esocentrici non sono contraddistinti da appositi

suffissi, si può ipotizzare che tale suffisso abbia una realizzazione covert. Sulla categorizzazione covert nei composti esocentrici vd. Bisetto 2008.

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