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ETÀ CLASSICA (V-IV a.C.)

Capitolo 5 Composti in τος attestati in età classica 0 Introduzione

1.7 Manipulating verbs

1.7.1 Aggettivi attestati in età arcaica

Le famiglie costituite dagli aggettivi in -τος ricavati da ἵστηµι e τίθηµι conoscono un’espansione notevole a partire dal V a.C., a fronte delle poche forme attestate nell’epica arcaica. Per entrambi i gruppi si nota da un lato l’aumento dei PM preposizionali (molte forme saranno da intendere come derivate dai verbi composti corrispondenti), dall’altro lo sviluppo a partire dal valore concreto di base (‘stare’, ‘collocare’) di significati traslati103 e di accezioni tecniche in specifici ambiti di utilizzo.

I composti di ἵστηµι costituiscono un insieme piuttosto uniforme, sia per il significato, che oscilla tra intransitivo (cfr. omerico στατός) e passivo − spesso coesistenti nella stessa forma − sia per la tipologia del PM, in larga parte costituito da preverbio, anche preceduto da prefisso. PM costituito da un sostantivo si ritrova solo in ἀρκύστατος (ἄρκυς ‘rete’), da un aggettivo in νεοκατάστατος e ὀρθόστατος ‘(che sta) diritto’. La prima forma è attestata dapprima solo in tragedia (A.Ag.1375, S.El.1476, E.Or.1422), in lessici e scolii, ma ricorre poi in autori di età bizantina (Costantino Manasse, Giorgio Pachimere); anche le attestazioni di νεοκατάστατος sono piuttosto limitate (Tucidide, Dione Crisostomo), mentre ὀρθόστατος, v.l. in un passo di Euripide104, ricorre però anche in un autore ellenistico (Philo Mech.) e in autori bizantini (Costantino Porfirogenito). Anche in questo caso dunque si nota una differenza piuttosto marcata tra l’ampiezza delle attestazioni dei composti con PM preposizionale e costituito da prefisso e il numero limitato di occorrenze dei composti con PM sostantivale.

Tornando all’aspetto semantico, come esempio di intransitivi si possono citare ἄστατος ‘che non sta fermo, instabile, incostante’ (Arist.; in ps.-Luc.Ocyp.36.71 si nota lo sviluppo di un valore causativo ‘che non lascia star fermo’) e νεοκατάστατος ‘stabilitosi da poco’ (Th.3.93) e ‘che sta ritto’ (E.Supp.497105). Passivo e potenziale sono invece ἀρκύστατος ‘teso come rete’ o ‘luogo dove sono tese le reti’ (n.pl. ‘reti’) e δυσκατάστατος ‘difficile da calmare o rimediare’; spesso una stessa forma presenta più valori, alcuni dei quali mostrano un’attenuazione della componente verbale, per esempio ἀδιάστατος ‘indivisibile, indiviso’, ἀκατάστατος ‘instabile, agitato, disordinato, irregolare’106 e περίστατος ‘circondato da folla, ammirato’ (Eup.188 K.-A., Isoc.6.95) e ‘che sta attorno, che guarda con meraviglia’ (Theopomp.Com.41 K.-A.). Varie forme inoltre divengono termini tecnici del linguaggio filosofico (Platone e stoicismo), per esempio ἀνυπόστατος ‘insussistente’ e ὑποστατός ‘esistente, sostanziale’107. Va infine segnalata la presenza accanto ai

103 ἐπιστητός è stato classificato tra i verbi di percezione intellettuale.

104 Maggiore è invece la diffusione del nomen agentis ὀρθοστάτης e del verbo denominativo ὀρθοστατέω. 105 v.l. ὀρθοστάτης.

106 Ma chiaramente attivo in Hp.Prorrh.1.32 ‘che non lascia sedimento’. Come si può vedere dagli esempi, alcune

forme in -στατος mostrano un notevole allentamento del legame con la base verbale di partenza.

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composti in -τος di nomina agentis in -της (p.es. ἀναστάτης) e di verbi denominativi in -στατέω (p.es. ἀστατέω, ἀσυστατέω, καταστατέω, ὀρθοστατέω).

Pertanto, nel caso dei derivati di ἵστηµι il suffisso -τος mantiene la mancanza di un orientamento specifico che caratterizza le attestazioni più antiche, come mostra la coesistenza di passivo e intransitivo; il mantenimento di questa doppia possibilità è favorito dal significato base del verbo,che conosce sia un uso attivo (‘collocare, porre’) sia medio-passivo (‘collocarsi, stare’). La situazione dei derivati in -τος dal verbo τίθηµι è per molti aspetti analoga a quanto si è visto per ἵστηµι. Anche in questo caso infatti vi è un netto predominio dei PM preposizionali (ἀπόθετος ‘messo da parte, conservato; nascosto, segreto’, περίθετος ‘posto attorno’), frequentemente preceduti da εὐ- (εὐπρόσθετος ‘facile da assimilare’ GI, ‘facilmente assimilato’ LSJ)108, mentre i PM aggettivali e sostantivali si riducono a poche forme con distribuzione limitata ad alcuni autori. Si tratta di ἐγχειρίθετος ‘posto in mano, affidato’ (solo in Hdt.5.106109 e Polluce) e οἰκόθετος ‘posto in casa’ (hapax in Pi.Pae.1.4), in cui il PM ha valore locativale, e λεπτοσύνθετος ‘finemente lavorato’ (Antiph.55.10 K.-A.). Si segnala inoltre la forma con PM avverbiale παλαίθετος ‘antico, vecchio’ (Ion Trag.22; in Call.fr.66c ‘messo da parte da tempo’).

In accordo con il significato transitivo del verbo è il valore prevalentemente passivo dei composti (‘messo’, ‘collocato’, ‘riposto’); non mancano forme potenziali (p.es. εὐεπίθετος ‘facile da assalire’), mentre l’utilizzo in senso attivo si riscontra in pochi casi e si configura come uno sviluppo successivo (p.es. ἔκθετος ‘allontanato, esposto’ > ‘sporgente’ in Sor.1.68; εὐσύνθετος ‘facile da comporre’ > ‘abile a inventare’ in Man.5.272). La prevalenza del passivo è in continuità con il valore delle forme omeriche. Il significato rivela talora un’attenuazione del legame con il verbo base, p.es. ἀπόθετος ‘segreto, nascosto’ (< ‘riposto’) e ἀσύνθετος ‘non legato a impegni, incostante, disordinato’.

Infine, come per ἵστηµι, va segnalata la frequenza di verbi denominativi in -έω (p.es. εὐθετέω, ἀθετέω), in genere più tardi.

Da κλείω ‘chiudere’ si aggiungono alle forme già attestate in età arcaica quattro composti con PM costituito da prefisso e/o preposizione: il significato è in genere passivo (p.es. ἄκλειστος ‘non chiuso’), con l’eccezione di συγκλειστός, attestato dapprima con valore attivo ‘che può chiudere’ (Arist.HA 528b15) e solo in seguito come passivo ‘chiuso, serrato’ (Luc.Trag.64). Infine, a τινάσσω ‘scuotere’ è invece riconducibile solo δοριτίνακτος ‘squassato da lance’ (hapax in A.Th.)

1.7.2 Aggettivi ricavati da nuovi verbi

Oltre che da ἵστηµι e τίθηµι, a partire dal V a.C. vengono ricavate nuove forme in -τος a partire da verbi che indicano una modifica nella posizione dell’oggetto, e che implicano pertanto una nozione di movimento:

- da σείω ‘scuotere, far tremare’ (medio ‘tremare, ondeggiare’) si hanno σειστός ‘scosso, sgualcito’ (detto di un abito in Ar.Ach.346), ma ‘pendente’ (orecchino, in IG XI, 2 203 B69, datata al III a.C.) e διάσειστος ‘scosso, agitato’ (Aeschin.1.59);

- da κρεµάννυµι/κρεµάω ‘sospendere’ derivano κρεµαστός ‘sospeso, appeso’ (Sofocle, Euripide, Senofonte) e κατακρέµαστος ‘sospeso, pendente’ (Thphr.); il valore oscilla tra intransitivo e passivo110;

- aprire, chiudere: da ἔργω/εἴργω ‘chiudere’ derivano quattro forme passive (‘chiuso’) con PM preposizionale (ἀφ-, ἐγκαθ-, περι-ε(ι)ρκτος) e con il prefisso negativo ἀ- (ἄερκτος ‘non chiuso’). Sebbene il SM derivi da πήγνυµι (‘fissare’), può qui essere citata anche la forma καταπακτός,

108 Oltre che ἀ-, δυσ-.

109 In LSJ la forma eolica ἐγχερρίθετος è stata proposta come integrazione in Saffo (Oxy.1787 fr.9).

110 Anche se il significato del verbo indica uno spostamento, l’aggettivo verbale, come è caratteristico di questa classe di

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termine impiegato in Erodoto per indicare una porta ‘shutting downwards’ LSJ (5.16), i.e. una botola111;

- da πάλλω (nel significato di ‘brandire’) derivano la forma semplice παλτός ‘brandito’ (S.Ant.131, anche n.sost. ‘dardo’), δίπαλτος ‘brandito con entrambe le mani’ (E.IT323, S.Aj.408), τρίπαλτος ‘vibrato tre volte’ GI (d.l. in A.Th.990) e, attivo con PM in funzione di oggetto, δορίπαλτος ‘che brandisce la lancia’ (hapax in A.Ag.117).

Anche in questo caso, sebbene le forme siano troppo poche per trarne delle generalizzazioni, si può comunque osservare la quasi totale assenza di PM sostantivali, nonché il prevalere del significato passivo, dovuto al fatto che la modifica nella posizione dell’oggetto è causata da un’entità esterna, e non compiuta direttamente dal referente: l’AV dunque seleziona l’accezione causativa del verbo di partenza112.