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Forme attestate nella lirica di età arcaica (VII-VI a.C.)

ETÀ ARCAICA (VIII-VI a.C.)

Capitolo 3 Composti in τος attestati in età arcaica 0 Introduzione

10. Forme attestate nella lirica di età arcaica (VII-VI a.C.)

Gli AV in -τος che ricorrono per la prima volta all’interno della lirica arcaica costituiscono un gruppo numericamente più ristretto rispetto alle forme presenti nell’epica, dato che risulta

275 Nuove forme sono attestate nelle epoche successive (cfr. i derivati sigmatici in -µιγής). 276 Cfr. Od.18.336 ϕορύξας αἵµατι πολλῷ “grondante di sangue”.

277 Contra Dubois 2000, p.48 ‘(the time) at which the oxes are unyoked’.

278 Cfr. anche Od.3.441 ἑτέρῃ δ’ἔχεν οὐλάς e il verbo οὐλοχυτέοµαι ‘spargere chicchi d’orzo’ in Thphr.

279 Sugli aggettivi in -ωτός vd., tra gli altri, Amman 1956 e Brugmann 1906, p.400 e pp.402-7 (considerati

denominativi), Tucker 1990 (in particolare pp.276-79), oltre a Probert 2006, p.174: “adjectives in -ωτός are relatively numerous and frequently derived from nouns”.

280 Vd. Amman 1956, p.17; δινωτός costituisce un caso particolare in Omero, in quanto non è attestato il verbo (ricorre

solo da Eustazio); si può dunque ipotizzare una derivazione ‘ornativa’ da δίνη, senza che ciò escluda che tale aggettivo venisse avvertito come ‘quasi participiale’. Vd. anche García Ramón 1999 per significato, etimologia e sviluppi semantici di questa forma.

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pienamente giustificato dal carattere limitato dal corpus di partenza281 in confronto a quello composto dai poemi omerici ed esiodei.

Le forme che verranno ora presentate seguendo la medesima suddivisione per classi semantiche vanno dunque aggiunte a quelle attestate nell’epica282 per avere un quadro completo delle caratteristiche degli AV in -τος nel greco arcaico. Nella lirica è infatti presente un numero più elevato di basi verbali che forniscono AV in -τος di quelle che si trovano in Omero, Esiodo e negli

Inni, e, inoltre, fanno la loro comparsa diversi composti destinati ad avere in età classica ‒ sia in

poesia sia in prosa ‒ un’ampia diffusione e/o un aumento della produttività.

10.1 Verbi di movimento

Le forme riconducibili a verbi di movimento (con la loro suddivisione interna) sono in numero limitato:

- in Sapph.158 ricorre la forma eolica ζάβατος ‘attraversabile, guadabile’ (< διαβαίνω), attestata a partire dal V a.C. come διαβατός (Hdt.1.75, Th. 2.5);

- da σύρω deriva invece ἀγάσυρτος ‘sporco’ (in Alc.37B; LSJ ‘swept and garnished’), con un’attenuazione del valore verbale (lett. ‘trascinato troppo’);

- la sola nuova forma da τίθηµι è ἔνθετος ‘inseribile’ (Thgn.435), per la quale dal V a.C. è attestato il valore passivo di ‘innestato’ (Hp.Nat.Puer.26)283;

- infine, dal verbo κάµπτω si ha εὔκαµπτος ‘flessibile’ (Sapph.Supp.5.13, Arist.PA692a2), che presenta un’interpretazione tra passivo e intransitivo, mentre la forma sigmatica εὐκαµπής (Od.) è per il periodo solo passiva (‘ben incurvato’; ‘flessibile’ dall’età classica).

Tutte queste forme sono accomunate dal significato passivo o potenziale e, in alcuni casi, da un indebolimento del valore verbale284.

10.2 Verbi di percezione, attività/processo mentale, verba affectuum

Gli AV attinenti a questo vasto ambito semantico sono abbastanza numerosi; si tratta però in genere di forme isolate, la cui base verbale diviene produttiva solo in epoca successiva. Per questa ragione non risulta possibile una suddivisione in sottogruppi in modo analogo a quanto effettuato per le forme epiche.

Presentano significato intransitivo con orientamento all’Esperiente ἀµόχθητος ‘non affaticato’ (< µοχθέω Alc.fr.61a12)285 e ἀναίσχυντος ‘impudente, svergognato’ (Alc.Supp.21.5, E.IA327, Ar.Pax182)286, che dal V a.C. sviluppa anche il valore causativo di ‘vergognoso, abominevole’ (E.Cyc.416; Th.2.52). Sempre intransitivi ma con referente lo Stimulus sono invece ἀρεστός ‘gradito, piacevole’ (Semon.7.46, Hdt.1.119), µισητός ‘odioso, detestabile’ (Archil.184) e χαρτός, attestato al n.pl. ‘gioie’ in Archil.66.6 (in seguito questa forma ricorre anche nei tragici e in Platone)287.

Passivi o potenziali sono i seguenti AV derivati da varie classi di verbi (verba curandi,

affectuum, attività mentale, etc.): ἀµέλητος ‘trascurato, trascurabile’ (Thgn.422, cfr. ἀµελέω e i

composti con SM -µελής): τολµητός ‘da sopportare’ (Sapph.2.17) e ‘osato, da tentare’ (p.es. S.Ph.634); ζηλωτός ‘invidiato, invidiabile, ammirabile’ (Thgn.455; in seguito diffuso sia in prosa

281 Comprende i seguenti autori: Eumelo, Terpandro, Archiloco, Semonide, Callino, Tirteo, Asio, Teognide, Minnermo,

Saffo, Alceo, Anacreonte, Ipponatte, Alcmane, Stesicoro e Ibico (non in tutti sono però attestati nuovi AV). Per le difficoltà di datazione di Teognide vd. Ferrari 2009.

282 Naturalmente vi sono anche delle forme la cui attestazione è condivisa da lirica ed epica arcaica (p.es. περίρρυτος). 283 Le forme in -θετος sono produttive nel V a.C.

284 Nel fr.90 col.III Voigt di Saffo l’editrice integra alla r.23 ‘portato dal vento’, altrimenti attestato dall’età imperiale

(Cicerone e Luciano).

285 Sia nell’edizione di L-P sia di Voigt.

286 Anche nella forma rafforzata ‘oltremodo spudorato’ (D.43.65). Nell’epica non sono presenti forme in -αισχυντος e -

µοχθητος.

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sia in poesia); ἐπίελπτος ‘che si può aspettare’ (Archil.74.5, poi in Opp.H.)288; ἀτιµαστός ‘non onorato’ (Mimn.1.9); ἀνεπίφραστος ‘impensato, imprevisto’ (Semon.1.21); infine, con sostantivo in funzione di Agente, θεοτίµητος ‘onorato dagli dei’ (Tyrt.4.3, A.Ag.1337; B.8.98) che, dopo queste prime attestazioni (e citazioni dei passi in questione), ‘sparisce’ per poi ricomparire negli autori cristiani a partire dal IV d.C. Si tratta dunque di un (tipico) esempio di composto con PM θεο- antico la cui fortuna successiva è determinata dalla ripresa in ambito cristiano289.

Di tutte le forme citate, solo ἀνεπίφραστος e θεοτίµητος sono ricavate da basi verbali produttive anche nella lingua dell’epica (-φραστος, -φραδής, -τιµητος).

A questi aggettivi può essere aggiunto anche δυνατός (< δύναµαι, anche nella variante cretese νυνατός, attestata già dal VI a.C.), che presenta un’ampia diffusione a partire da Sapph.Supp.5.21, dove pοssiede il valore passivo di ‘possibile, realizzabile’, cui si aggiunge a partire dall’età classica quello attivo di ‘idoneo, capace’.

10.3 Verba dicendi

Tutti passivi o potenziali sono gli AV derivati da verbi indicanti una forma di speech act: si tratta di ἀλάλητος ‘indicibile’ (v.l. in Thgn.422); ἄψεκτος ‘irreprensibile’ (Thgn.799, cfr. ἀψεγής, in seguito anche ‘non biasimato’); ἐπίµυκτος ‘deriso, sbeffeggiato’ (< ἐπιµύζω, Thgn.269) e ἄκλητος ‘non chiamato, non invitato’ (Asius 1, poi tragici e Tucidide). Oltre che come passivo, è interpretabile come un possessivo (< κωκυτός) πολυκώκυτος ‘pieno di lamento’ (Thgn.244)290.

10.4 Verbi indicanti processi fisici

Le poche forme riconducibili a quest’ambito sono derivate o da verbi che indicano un’attività connessa al corpo o da verbi atmosferici o di emissione. Appartengono al primo gruppo ἄπληστος ‘insaziabile’ (< πίµπληµι, lett. ‘che non può essere riempito’, impiegato anche nel valore di ‘saziarsi’), attestato per la prima volta in Thgn.109 e successivamente in vari autori di V-IV a.C. (p.es. S.El.1336, Arist.HA591b2)291 ed εὔποτος, che ricorre in età arcaica e classica come passivo

‘facile o piacevole a bersi, da cui è bello bere’ (Coppa di Nestore = CEG304, A.Pr.676, 812), ma

che sviluppa in età imperiale il valore attivo di ‘abituato a bere’ (Aret.CA2.3).

Al secondo gruppo possono essere ricondotti soltanto ἀχείµαντος ‘non tempestoso, non battuto dalle tempeste’ (Alc.16, B.fr.22, < χειµαίνω) e χρυσολάµπετος ‘brillante d’oro’ (Hippon.IV.7 D.), dal verbo λάµπω292.

Si ricorda che nell’epica sono state riscontrate altre forme in -ποτος e -λαµπετος.

10.5 Verbi che significano prendere, ottenere, conquistare (verba accipiendi et possidendi) Le sole forme che possono essere riportate sono ἔκλεκτος ‘scelto, selezionato’ (Ibyc.22, Th.6.100), che andrà incontro a un’attenuazione del valore verbale (‘puro, eccellente’) ed *ἐπίµορτος (γῆ) ‘terreno a mezzadria’ in Sol.ap.Poll.7.151 (< µείροµαι), che, tuttavia, è forse preferibile interpretare come un possessivo di µορτή ‘parte, porzione’ (di un terreno).

288 Si ricorda che ἄελπτος, attestato in Omero ed Esiodo con valore passivo, presenta dal V a.C. anche significato attivo

‘che non spera’ (Eschilo). Il TLG non riporta l’attestazione in Archiloco.

289 Su questo tema vd. cap.13, par.11.4.

290 Il sostantivo κωκυτός è un astratto verbale formato aggiungendo il suffisso -το- “to a synchronic stem of the verb”

(Probert 2006, p.178).

291 Il valore di ‘avido’ è posteriore (LXX).

292 Questo verbo indica un’attività che perdura nel tempo e non produce alcun effetto sul soggetto che la compie e

presenta un aspetto stativo. Vd. Levin-Rappaport 1995 citate in Meltzer-Asscher 2010, p.125 per lo status aspettuale degli emission verbs; questi verbi “attribute some steady property to their subject without entailing any change of state”. Al tempo stesso, come nota Meltzer-Asscher, va effettuata una distinzione tra l’entità che emette (non subisce alcun mutamento di stato) e cosa è emesso (“typically depicted as undergoing a change”, p.126); l’autrice inoltre aggiunge che i “verbs of light emission are intransitive, and therefore denote an eventuality including only one participant ‒ the emitter” (p.126).

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10.6 Verbi che indicano un’azione violenta

Non sono attestate nella lirica arcaica ulteriori forme rispetto a quelle epiche.

10.7 Verbi indicanti il compimento di un’azione e phase verbs

A questi gruppi di verbi sono riconducibili rispettivamente un AV derivato da ὄµνυµι, ἀπώµοτος ‘che si può negare con giuramento’ (Archil.74, S.Ant.388) e, in seguito, ‘che ha giurato di non fare’ (S.Ant.394), e la forma isolata ἀνέκλειπτος ‘incessante’ (< λείπω), attestata in un fr. di Alceo (305col.I 13 L-P)293 e, in età classica, in Hyp.Epit.20 (e in un fr. di Ecateo)294.

10.8 Verba faciendi

Appartengono a questo gruppo una serie di forme isolate: ἄλουτος (< λούω, ma cfr. ἀλουτέω) ‘non lavato, sporco’ (Semon.7.5, Hdt.2.64, E.El.1107); ἄπλυτος ‘non lavato’ (Semon.7.5, Eup.312, Ar.V.1035); ἀµίαντος (< µιαίνω) ‘incontaminato, puro, limpido’ (Thgn.447, B.3.86, A.Pers.578, Pl.Lg.777d); ἀστεφάνωτος ‘non incoronato’ (< στεφανόω, in Sapph.78, Pl.R.613c, D.18.319); χαλίκρητος ‘non mescolato, puro’ (Archil.78)295; χρυσόπαστος ‘ricamato o ornato d’oro’ (< πάσσω, Alc.fr.90 Lobel, Hdt.8.120, A.Ag.776, D.50.34); χρυσόδετος ‘legato in oro, ornato d’oro’ (Alc.33.1, in seguito nei tragici); ἄπεφθος ‘raffinato, fino’ (Thgn.449, ma ‘bollito e ribollito’ in commedia); ἄθυστος (= ἄθυτος) significa ‘non offerto in sacrificio, non bene accetto’ in Semon.7.56 (in seguito anche in Pl.Lg.841d, Lys.26.6, Aeschin.3.131), ma sviluppa in aggiunta anche il valore attivo di ‘che non sacrifica, senza aver sacrificato’ (X.HG3.2.22)296; θεόκτιτος ‘fondato o creato dagli dei’ (Sol.36.6). Tutte le forme sopre presentate, se non si tiene conto delle evoluzioni posteriori, sono passive, benché talora manifestino un’attenuazione del significato verbale (p.es. ἀµίαντος). Più difficile da determinare è invece il valore di ἁλίβαπτος, che, poiché è il nome di un uccello purpureo in Alcm.126 e Alc.122, significa probabilmente ‘che si immerge nel mare (il passivo ‘immerso nel mare’ è il significato con cui occorre in età ellenistica)297.

10.9 Altro

Possono essere ricordati in questa sede una forma derivata da συνίηµι, συνετός ‘comprensibile, intelligibile’ (Sapph.Supp.5.5, B.3.85, Hdt.2.57), che sviluppa poi anche il valore attivo di ‘intelligente, saggio’ (Pi.P.5.107, Hdt.1.185) e seleziona il valore traslato del verbo (‘apprendere, capire’), e un AV con etimologia incerta, ovvero ἠλέµατος ‘vano, insensato’ (Sapph.Supp.15.5, Alc.Supp.23.4), forse da ricondurre, come αὐτόµατος, alla radice IE *men che in greco ha dato µέµονα298.

Le forme attestate nella lirica arcaica nel complesso mostrano le medesime caratteristiche di quelle che ricorrono per la prima volta nell’epica: dal punto di vista semantico si nota una forte prevalenza del passivo (o del passivo-potenziale), mentre gli esempi di intransitivo e di doppia diatesi (che in genere si configura come uno sviluppo successivo) tendono a concentrarsi nelle forme ricavate da verbi indicanti attività mentale e processi fisici; non vi sono differenze neppure per quanto riguarda la tipologia di PM, in quanto solo pochissimi AV presentano PM sostantivale, mentre predominano prefissi e preposizioni, cui si aggiunge la presenza di diversi simplicia.

293 Fr.305a Voigt.

294 Più numerose sono invece le attestazioni postclassiche.

295 Cfr. anche il sost. ὁ φορυτός: Probert 2006, p.177 considera questa forma (‘whathever the wind carries along,

rubbish’) un aggettivo sostantivato da φορύνοµαι.

296 In DH8.25 ‘a cui non si offrono sacrifici’: il referente è costituito dall’entità onorata (Beneficiario). 297 In Nic.Al.605 (prob. per ἁλίβαπτος).

298 Beekes s.v. non fa riferimento a questa ipotesi (riportata in DELG s.v.), ma si sofferma sulla possibile derivazione

del PM da ἠλεός. Αὐτόµατος in Napoli 2001, p.85 viene sempre ricondotto alla radice *men-, cui viene però attribuito il significato ‘muoversi’ (= ‘semovente’).

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