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Scuola Dottorale di Ateneo
Graduate School
Dottorato di ricerca
in Storia antica e archeologia
Ciclo XXVIII
Anno di discussione 2016
Necropoli o santuari? La dimensione funeraria, rituale e
sociale dei kurgan sciti.
Nuovi dati dalla necropoli di Kaspan (regione del Semirech'e,
Kazakhstan)
SETTORE SCIENTIFICO DISCIPLINARE DI AFFERENZA
: Archeologia
dell'Asia
Tesi di Dottorato di Lorenzo Crescioli, matricola 955974
Coordinatore del Dottorato
Tutore del Dottorando
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Erodoto IV, 127 "Quanto a me le cose stanno così, o Persiano: mai per il passato io son fuggito dinanzi a nessuno degli uomini per timore né ora fuggo davanti a te, né ho fatto ora alcunché di diverso da ciò che son solito fare anche in tempo di pace. Per qual motivo poi non vengo subito a battaglia con te, ti spiegherò anche questo. Noi non abbiamo né città né terra coltivata, per le quali, nel timore che siano prese o devastate, con troppa fretta dobbiamo venire con voi a battaglia: ma se fosse necessario giungere rapidamente a questo, noi abbiamo le tombe dei padri. Orsù, trovatele e tentate di profanarle, e saprete allora se combatteremo con voi per le tombe o se non combatteremo"
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INDICE 6
LISTA FIGURE 12
INTRODUZIONE 23
PARTE PRIMA: Le problematiche generali dei popoli delle steppe
1-LA STORIA DELLE RICERCHE 32
1.1 Introduzione 32
1.2 Le grandi fasi dell'archeologia russa 33
1.2.1 Il periodo Zarista o pre-rivoluzionario 34
1.2.2 Il periodo sovietico 35
1.2.3 Il periodo post-sovietico 41
1.3 Lo Zar Pietro I il grande, le prime ricerche delle vestigia scite
e la nascita della "collezione siberiana". 46 1.4 Le ricerche nei territori orientali (Asia Centrale) 47 1.5 Le prime ricerche in Occidente (Scizia europea) 50
1.6 La storia delle ricerche in Kazakhstan 53
1.7 Le ricerche nella regione del Semirech'e (Regione dei 7 fiumi) 61 1.7.1 Le fonti etnografiche sul Semirech'e 63 1.8 Il '900, alcune delle principali pubblicazioni 64
2-LA DIMENSIONE GEOGRAFICA ED AMBIENTALE 66
2.1 Il concetto di Asia Centrale: una precisazione terminologica 66
2.2 La geografia delle steppe 68
2.3 Il Kazakhstan: caratteristiche naturali, clima e geografia,
flora e fauna 70
2.4 Il Semirech'e 73
2.4.1 Il clima del Semirech'e 76
2.4.2 Gli studi sulla ricostruzione paleo-ambientale del
Semirech'e e sull'utilizzo del territorio 77
2.5 I cambiamenti climatici 81
2.6 La storia dell'occupazione umana del Semirech'e 86
3-LA DIMENSIONE CRONOLOGICA 90
4-GLI SCITI: ORIGINI, FONTI E PROBLEMI DI DEFINIZIONE 97 4.1 Problemi di definizione: i termini "Saka" e "Sciti" 97 4.2 Tentativo di definizione etnica degli Sciti 98
4.3 Le origini degli "Sciti/Saka" 99
4.3.1 Il mito delle origini degli Sciti narrato da Erodoto 100 4.3.2 Caratteristiche antropologiche ed analisi genetiche 101
4.3.3 Le tracce archeologiche 105 4.3.4 Conclusioni 107 4.4 Le fonti storiche 108 4.4.1 Le fonti assire 109 4.4.2 Le fonti classiche/greche 109 4.4.3 Le fonti persiane 111 4.4.4 Le fonti indiane 112
7
4.4.5 Le fonti cinesi 112
5- IL FENOMENO DEL NOMADISMO 113
5.1 Definizione di nomadismo 113
5.2 Il nomadismo: problematiche della ricerca 115
5.2.1 Il nomadismo: tentativo di tipologizzazione 115
5.2.2 Le fonti: i dati etnografici 117
5.2.3 Le fonti: i dati archeologici 118
5.3 Caratteri generali del nomadismo 119
5.4 Il nomadismo delle steppe Euroasiatiche 122
5.5 Il nomadismo nel Semirech'e 124
5.5.1 Le fonti etnografiche sul Semirech'e 125 5.5.2 La ricerca archeologica: la regione dello Dzhungar Alatau 126 5.5.3 La ricerca archeologica: la regione della valle di Talgar 128 5.6 Il rituale funerario: considerazioni teoriche 128 PARTE SECONDA: Analisi architettonica e tipologica dei kurgan della necropoli di Kaspan
6-LA NECROPOLI DI KASPAN 131
6.1 Collocazione geografica 131
6.2 Le ricerche della regione di Kaspan 132
6.3 Le indagini geofisiche 133
6.4 Le attestazioni archeologiche dell'area di Kaspan e la catena
di Kaspan 6 134
6.5 L'indagine dei kurgan di Kaspan: organizzazione e metodologia
dello scavo 136
7-I KURGAN DELLA NECROPOLI DI KASPAN: ANALISI ARCHITETTONICA E STRATIGRAFICA E ANALISI DEI REPERTI
I GRANDI KURGAN 1 E 4
7.1 Kaspan 6, Kurgan n. 4 138
7.1.1 La stratigrafia del tumulo 138
7.1.2 La stratigrafia della fossa 140
7.1.3 I rinvenimenti e i reperti osteologici 144
7.1.4 I principali strati del kurgan n. 4 144
7.2 Kaspan 6, Kurgan n. 1 146
7.2.1 La stratigrafia del tumulo 146
7.2.2 La stratigrafia e la struttura della fossa 149
7.2.3 Il dromos 152
7.2.4 La piccola fossa e la sepoltura di cane 153
7.2.5 Principali strati del kurgan n. 1 154
7.3 I "piccoli kurgan" della catena Kaspan 6 156
7.3.1 Il Kurgan n.5 156
7.3.2 Il Kurgan n.6 157
7.4 Gli altri piccoli kurgan della necropoli di Kaspan 157
7.4.1. Kaspan 2, Kurgan n. 2 157
7.4.2 Kaspan 2, Kurgan n. 3 158
7.4.3 Kaspan 11, Kurgan n. 14 158
7.5 I reperti paleoantropologici 159
8
7.5.1.1 Trapanazione post-mortem 160
7.5.2 I resti antropologici dei kurgan minori 161
7.6 I reperti archeozoologici 161
7.7 I reperti del corredo funerario 163
7.8 La datazione c14 dei due grandi Kurgan 163
7.9 Elementi in comune e differenze fra il Kurgan n. 1 e il Kurgan n. 4 164
7.10 La ricostruzione del rituale funerario 165
7.10.1 Kaspan 6, Kurgan n. 4 165
7.10.2 Kaspan 6, Kurgan n. 1 166
7.11 Discussione sul rituale 168
CAPITOLO 8 RICOSTRUZIONE DELLA STRUTTURA DEI KURGAN E DEL RITUALE FUNERARIO DI KASPAN: CONFRONTI.
8.1 Confronti: tipologia e costruzione dei kurgan 172
8.2 Confronti: sepoltura di cane 177
8.3 Confronti: violazione e chiusura rituale della sepoltura 179
APPARATO ICONOGRAFICO 182
PARTE TERZA: Confronti architettonici e tipologici di kurgan sciti in varie aree geografiche
CAPITOLO 9 LE NECROPOLI SCITE: MATERIALI DI CONFRONTO 239
9.1 Regione del Semirech'e 240
9.1.1 La necropoli di Besshatyr 240
9.1.1.1 Elementi costruttivi dei kurgan 241
9.1.1.2 Elementi esterni ai kurgan 243
9.1.1.3 Osservazioni 244
9.1.1.4 Documentazione iconografica 246
9.1.2 La necropoli di Ulzhan 253
9.1.2.1 Elementi costruttivi dei kurgan 253
9.1.2.2 Elementi esterni ai kurgan 253
9.1.2.3 Osservazioni 253
9.1.2.4 Documentazione iconografica 254
9.1.3 La necropoli di Boroldaj 256
9.1.3.1 Elementi esterni ai kurgan 256
9.1.3.2 Osservazioni 256
9.1.3.3 Documentazione iconografica 257
9.1.4 La necropoli di Issyk 258
9.1.4.1 Elementi costruttivi dei kurgan
9.1.4.2 Elementi esterni ai kurgan 259
9.1.4.3 Osservazioni 259
9.1.4.4 Documentazione iconografica 260
9.1.5 La necropoli di Turgen 261
9.1.5.1 Elementi costruttivi dei kurgan 261
9.1.5.2 Elementi esterni ai kurgan 262
9.1.5.3 Osservazioni 263
9
9.1.6 La necropoli di Zhoan Tobe 266
9.1.6.1 Elementi costruttivi dei kurgan 266
9.1.6.2 Elementi esterni ai kurgan 267
9.1.6.3 Osservazioni 267
9.1.6.4 Documentazione iconografica 268
9.1.7 La necropoli di Asy Zaga 271
9.1.7.1 Elementi esterni ai kurgan 271
9.1.7.2 Osservazioni 272
9.1.7.3 Documentazione iconografica 273
9.1.8 La necropoli di Kyzylsharyk 274
9.1.8.1 Elementi esterni ai kurgan 274
9.1.8.2 Osservazioni 275
9.1.8.3 Documentazione iconografica 275
9.1.9 La necropoli di Zhylysaj-1 276
9.1.9.1 Elementi esterni ai kurgan 276
9.1.9.2 Osservazioni 277
9.1.9.3 Documentazione iconografica 277
9.1.10 La necropoli di Aksaj-9 278
9.1.10.1 Elementi esterni ai kurgan 278
9.1.10.2 Osservazioni 278
9.1.10.3 Documentazione iconografica 279
9.1.11 La necropoli di Kegen 279
9.1.11.1 Elementi esterni ai kurgan 280
9.1.11.2 Osservazioni 281
9.1.11.3 Documentazione iconografica 281
9.1.12 La necropoli di Shilikty 282
9.1.12.1 Elementi costruttivi dei kurgan 283 9.1.12.2 Elementi esterni ai kurgan 286
9.1.12.3 Osservazioni 286
9.1.12.4 Documentazione iconografica 287
9.2 Regione dei Monti Altai 289
9.2.1 La necropoli di Berel 289
9.2.1.1 Elementi costruttivi dei kurgan 290
9.2.1.2 Elementi esterni ai kurgan 292
9.2.1.3 Osservazioni 292
9.2.1.4 Documentazione iconografica 293
9.2.2 La necropoli di Pazyryk 296
9.2.2.1 Elementi costruttivi dei kurgan 296
9.2.2.2 Elementi esterni ai kurgan 299
9.2.2.3 Osservazioni 300
9.2.2.4 Documentazione iconografica 302
9.2.3 La necropoli di Bashadar 304
9.2.3.1 Elementi costruttivi dei kurgan 304
9.2.3.2 Elementi esterni ai kurgan 308
9.2.3.3 Osservazioni 309
9.2.3.4 Documentazione iconografica 309
9.2.4 La necropoli di Tuekta 311
9.2.4.1 Elementi costruttivi dei kurgan 312
10
9.2.4.3 Osservazioni 314
9.2.4.4 Documentazione iconografica 315
9.2.5 La necropoli di Arzhan 318
9.2.5.1 Elementi costruttivi dei kurgan 320
9.2.5.2 Elementi esterni ai kurgan 328
9.2.5.3 Osservazioni 330
9.2.5.4 Documentazione iconografica 332
9.2.6 Il Grande Kurgan di Salbyk (Khakassia) 341 9.2.6.1 Elementi costruttivi dei kurgan 342
9.2.6.2 Elementi esterni ai kurgan 343
9.2.6.3 Osservazioni 344
9.2.6.4 Documentazione iconografica 345
9.3 Regione del Kazakhstan centrale 346
9.3.1 La necropoli di Tasmola (I, III, V, VI) 347
9.3.1.1 Necropoli di Tasmola I 347
9.3.1.2 Necropoli di TasmolaV 348
9.3.1.3 Necropoli di Tasmola VI 349
9.3.1.4 Necropoli di Tasmola III 350
9.3.1.5 Osservazioni 350
9.3.1.6 Documentazione iconografica 351
9.3.2 La necropoli di Taldy-2 352
9.3.2.1 Elementi costruttivi dei kurgan 352
9.3.2.2 Elementi esterni ai kurgan 353
9.3.2.3 Osservazioni 353
9.3.2.4 Documentazione iconografica 354
9.3.3 La necropoli di Baike-2 354
9.3.3.1 Elementi costruttivi dei kurgan 355
9.3.3.2 Osservazioni 356
9.3.3.3 Documentazione iconografica 356
9.3.4 La necropoli di Nurken-2 357
9.3.4.1 Elementi costruttivi dei kurgan 358
9.3.4.2 Elementi esterni ai kurgan 360
9.3.4.3 Osservazioni 361
9.3.4.4 Documentazione iconografica 361
9.3.5 La necropoli di Karamurun 362
9.3.5.1 Elementi costruttivi dei kurgan 362
9.3.5.2 Osservazioni 365
9.3.6 Il Kurgan dei 37 Guerrieri 365
9.3.6.1 Elementi costruttivi dei kurgan 365
9.3.6.2 Osservazioni 366
9.3.6.3 Documentazione iconografica 366
9.3.7 La cultura di Tasmola:Osservazioni 368
9.3.7.1 Documentazione iconografica 372
9.4 Casi studio: "santuari sciti" 373
9.4.1 Il Kurgan di Kremenivka - "Santuario di Ares" (Ucraina) 373 9.4.1.1 Elementi costruttivi dei kurgan 374
9.4.1.2 Osservazioni 375
11
9.4.2 La necropoli di Bajkara (Kazakhstan settentrionale) 379 9.4.2.1 Elementi costruttivi dei kurgan 380
9.4.2.2 Elementi esterni 386
9.4.2.3 Osservazioni 386
9.4.2.4 Documentazione iconografica 388
9.4.3 Il kurgan di Bairam (Mongolia) 392
9.4.3.1 Elementi costruttivi dei kurgan 392
9.4.3.2 Osservazioni 393
9.4.3.3 Documentazione iconografica 394
PARTE QUARTA: Discussione e conclusioni
10 DISCUSSIONE (indice da definire) 396
10.1 La ricostruzione del rituale funerario scita 396 10.2 Le evidenze del rituale funerario: i dati archeologici dai kurgan 399
10.2.1 La camera funeraria 399
10.2.2 Il tumulo 401
10.2.3 Il rituale del "saccheggio funerario" 405
10.2.4 Il banchetto funerario 407
10.3 Il rituale commemorativo 410
10.4 kurgan/necropoli come santuario 412
10.4.1 Gli elementi architettonici esterni e le strutture periferiche413
10.4.2 Le fonti storiche: Erodoto 423
10.4.3 Continuità d'uso 426
10.4.4 Necropoli e paesaggio: aspetti religiosi e sociali 430
10.5 I "santuari veri e propri" 434
CONCLUSIONI 440
Dati, metodi e risultati della ricerca 440
I tumuli funerari (kurgan) 444
La religiosità nel mondo scita/i principi religiosi degli Sciti 445
Gli aspetti sociali del tumulo 446
Il rituale funerario 448
I rituali funerari: il contributo della necropoli di Kaspan 448 Gli elementi strutturali di tumulo e camera funeraria 449
Le strutture periferiche 450
CATALOGO 458
ABBREVIAZIONI 551
12 LISTA DELLE FIGURE
Fig. 1 Mappa dell'area di diffusione degli Scito/Saka con l'indicazione di alcune delle più importanti culture e regioni citate nel testo
Fig. 2 Diverse accezioni della definizione di "Asia Centrale" (da www.wikipedia.org) Fig. 3 Estensione delle steppe nel continente euro-asiatico (da www.britannica.com) Fig. 4 Mappa fisica dell'Asia Centrale meridionale, caratterizzata da grandi catene montuose, deserti e semideserti (da www.britannica.com)
Fig. 5 Mappa del Khanato Dzhungaro (1746) disegnata da J.G. Renat, corrispondente in buona parte all'antico territorio del Semirech'e (Http://goran.baarnhielm.net/Kartor/ Rysslandkartor/Renat_R_1000px.jpg)
Fig. 6 La classificazione climatica Köppen del Semirech'e (da Blättermann 2013, fig. 7, p. 28)
Fig. 7 Quattro tipologie di paesaggio che caratterizzano il Semirech'e meridionale (da Blättermann 2013, fig. 12, p.40)
Fig. 8 Fig. 8 Conoidi alluvionali ai piedi della catena Trans-Ili Alatau (da Macklin et al. 2015, fig. 1, p. 86)
Fig. 9 Distribuzione dei siti archeologici nel conoide alluvionale di Talgar in rapporto ai corsi d'acqua (da Macklin et al. 2015 fig.3, p.88)
Fig. 10 Rilievo ed iscrizione di Bīsutūn, con la raffigurazione dei Saka "dal cappello a punta" (da King, Thompson 1907, Pl. XIII)
Fig. 11 Rappresentazione schematica di alcuni modelli di mobilità (Punti neri indicano i gruppi principali, i punti grigi indicano i segmenti del gruppo) (da Wendrich, Barnard 2008, fig. 1,2, p. 5).
Fig. 12 Mappa (Google Earth) con collocazione della necropoli di Kaspan Fig. 13 Mappa con indicazioni delle varie aree di pascolo e relative altitudini
Fig. 14 Mappa dei monumenti archeologici della regione di Taldy Kurgan, villaggio di Saryozek e aree limitrofe (da Karta Arkheologicheskaya Kazakhstana 1960, f. 32) Fig. 15 Decorazione in bronzo raffigurante una capra di montagna, dal "tesoro di Algabas" (da Polidovich 2011, fig. 1.1, p.125)
Fig. 16 Anomalia magnetica registrata nel Kurgan n. 1 (per cortesia dell'EGG di Trieste) Fig. 17 Profili ottenuti dalle analisi GPR che mostrano la stratificazione superficiale del tumulo e l'originaria base di esso (per cortesia dell'EGG di Trieste)
Fig. 18 Risultati della tomografia sismica sul Kurgan n. 1 (per cortesia dell'EGG di Trieste)
Fig. 19 Risultati della tomografia sismica sul Kurgan n. 4 (per cortesia dell'EGG di Trieste)
Fig. 20 Posizionamento delle principali catene di kurgan nella necropoli di Kaspan e loro rapporto con i corsi d'acqua
Fig. 21 Area della necropoli di Kaspan con le moderne estensive coltivazioni di cereali che hanno disturbato i kurgan di minori dimensioni (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 22 Immagine Google Earth con la localizzazione dei kurgan che compongono la catena di Kaspan 6
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Fig. 23 Ricostruzione topografica dei 4 principali kurgan della catena di Kaspan 6 (per cortesia dell'EGG di Trieste)
Fig. 24 Testimone di terra della larghezza di 2 m lasciato al centro del Kurgan n. 4 (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 25 Stele ritrovata caduta orizzontalmente sulla sommità del Kurgan n. 4 (Foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 26 Sezione N, Kaspan 6 Kurgan n. 4
Fig. 27 Sezione del Kurgan n. 4 che mostra la presenza del basamento compattato e del terrapieno circolare a sezione triangolare (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 28 Sezione del Kurgan n. 4 che mostra la presenza del basamento compattato, del terrapieno circolare a sezione triangolare e del rivestimento in pietra (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 29 Basamento in pietra che riveste la parte bassa del tumulo (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 30 Basamento in pietra che riveste la parte bassa del tumulo (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 31 Il riempimento compatto al centro dell'imbuto in corso di scavo e la struttura del tumulo circostante (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 32 Particolare che mostra la stratificazione dell'accumulo all'interno dell'"imbuto" dovuta all'utilizzo di acqua per compattare il riempimento (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 33 Primo livello di riempimento in pietre al di sopra della fossa (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 34 Multipli strati di pietre individuati sopra la fossa, ma scavati come un unico livello (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 35 Strato di pietre sopra al riempimento delle due fosse (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 36 Margini della fossa settentrionale prima dello scavo (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 37 La piccola fossa prima dello scavo (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli) Fig. 38 Pianta delle due fosse prima dello scavo (disegno di L. Crescioli, N. Fior)
Fig. 39 Particolare della stratificazione interna alla piccola fossa, creata dalla presenza di acqua (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 40 Particolare della stratificazione interna alla piccola fossa, in rapporto con le pietre e il margine della fossa stessa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 41 Particolare della parete della fossa con almeno tre superfici concentriche intorno al reale margine della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 42 Particolare del margine della fossa e della superficie creatasi con la presenza di acqua (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 43 Particolare del riempimento sabbioso lungo il margine della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 44 Primo strato di pietre rinvenuto all'interno della fossa principale (foto di G. Bazarbaeva)
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Fig. 45 Scheletro di cane in deposizione primaria rinvenuto sul margine sud-occidentale della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 46 Secondo strato di riempimento di pietre interno alla fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 47 Particolare dei resti di due piccoli tronchi di legno rinvenuti al livello del riempimento di pietre (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 48 Terzo strato di pietre rinvenuto all'interno del riempimento della fossa, in corrispondenza di una scalino che coincide con la seconda riduzione delle sue dimensioni (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 49 Lastre di pietra inclinate, appoggiate sullo scalino in corrispondenza del ridimensionamento della fossa (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 50 Riempimento di pietre e lastre rinvenute in un contesto fortemente disturbato all'interno della fossa (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 51 Particolare di un frammento di legno, probabilmente di travicello, rinvenuto al di sotto dello strato di pietre (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 52 Concentrazione di lastre rinvenute nell'angolo sud-occidentale della fossa (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 53 Livello di pietre, lastre e ossa umane sparse, rinvenuto quasi sul fondo della fossa (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 54 Il fondo della fossa al momento della conclusione dello scavo (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 55 Disegno del pettine rinvenuto nel Kurgan n. 4 Fig. 56 Sezione S, Kaspan 6 Kurgan n. 1
Fig. 57 Profilo del Kurgan n. 1 che mostra i vari elementi strutturali (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 58 Sezione che mostra la struttura del terrapieno circolare con gli strati visibili in sezione e in pianta (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 59 Rivestimento in pietre che copre la parte bassa del tumulo (foto di G. Bzarbaeva)
Fig. 60 Rivestimento in pietre che copre la parte bassa del tumulo (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 61 Cambio di pendenza nella copertura in pietra della base del tumulo (Archivio CSRL, foto di Lorenzo Crescioli
Fig. 62 Rivestimento in pietre e stele in giacitura secondaria, rinvenute nel saggio occidentale (foto di L. Crescioli)
Fig. 63 Resti del punto geodetico sovietico visibile sulla parete orientale dell'area di scavo (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 64 Disegno del frammento ceramico rinvenuto nella fossa del Kurgan n. 1
Fig. 65 Mandibola e altre ossa, insieme a frammenti di legno rinvenuti poco sopra il margine della fossa (Archivio CSRL, foto di N. Fior).
Fig. 66 Notevole inclinazione del materiale all'interno del riempimento dell'imbuto (foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 67 Margine meridionale della fossa che si caratterizza per una certa inclinazione (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
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Fig. 68 Primo riempimento in pietra rinvenuto all'interno della fossa, parzialmente rimosso dalla successiva piccola fossa circolare (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli) Fig. 69 Superficie inclinata rinvenuta all'interno del riempimento della fossa la cui interpretazione è incerta (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 70 Accumulo di pietre, deposte inclinate verso l'interno della fossa, rinvenute nel riempimento sul lato settentrionale di essa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 71 Riempimento della fossa. Alcune ossa, in corrispondenza del dromos, rinvenute inclinate verso l'interno della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli).
Fig. 72 Strato di pietre di medie e grandi dimensioni rinvenuto al centro della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 73 Resti di un deposito di elementi vegetali (erbe) all'interno del riempimento della fossa (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 74 Particolare del deposito di elementi vegetali (erbe) all'interno del riempimento della fossa (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig.75 Strato di pietre di minori dimensioni rinvenuto al di sotto del precedente strato di pietre di maggiori dimensioni (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 76 Particolare di frammenti ossei rinvenuti mescolati tra le ossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 77 Particolare, cranio rinvenuto nel riempimento della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 78 Sottile livello grigio trovato sul margine orientale della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 79 Particolare del livello in pendenza rinvenuto sul margine settentrionale della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 80 La fossa del Kurgan n. 1 in fase di scavo con la parte incassata settentrionale ancora con il materiale di riempimento (Archivio CSRL. Foto di L. Crescioli)
Fig. 81 Sottile strato nero rinvenuto in alcuni punti del fondo della fossa, probabilmente legato a disfacimento di materiale organico (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli) Fig. 82 Crollo della copertura di legno lungo la parete meridionale, all'interno della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 83 Kurgan n. 1, pianta che mostra il crollo della copertura lignea di fossa e dromos (disegno missione archeologica di Kaspan)
Fig. 84 Vista frontale del crollo delle assi di legno della copertura della metà meridionale della fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 85 Particolare della trave trasversale che doveva sorreggere la copertura e impronta delle assi già rimosse (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 86 Particolare di due buche di palo rinvenute sul fondo della fossa e riempite con argilla molto depurata (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 87 Fori di palo che sorreggevano la copertura lignea, più due ulteriori piccoli fori forse relativi ad una parete di partizione (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 88 Particolare del frammento di palo rinvenuto ancora in situ (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
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Fig. 90 Kurgan n. 1, sezione schematica E-O di fossa funeraria e dromos (disegno missione archeologica di Kaspan)
Fig. 91 Il dromos quasi completamente scavato (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli) Fig. 92 Il dromos visto dall'alto prima dello scavo del suo riempimento (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 93 Crollo della copertura lignea all'interno del dromos, vista da Ovest e dall'alto. Si possono notare anche i pali verticali rinvenuti vicino alla sezione (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 94 Particolare del crollo della copertura all'interno del dromos (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 95 Kurgan 1, pianta dromos con crollo copertura lignea e andamento generale profilo superiore e inferiore (Disegno missione archeologica di Kaspan)
Fig. 96 Strato di riempimento di pietre molto compatto all'interno della piccola fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 97 Scheletro di cane in deposizione primaria rinvenuto all'interno della piccola fossa (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 98 Scheletro di cane in deposizione primaria rinvenuto all'interno della piccola fossa su uno strato di pietre ben deposte (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 99 Fondo della piccola fossa, con le concrezioni di colore nero rinvenute sul fondo (Archivio CSRL, foto di L. Crescioli)
Fig. 100 Kaspan 6, Kurgan n. 5 trincea di scavo con rivestimento di pietre nella parte bassa del tumulo in primo piano (Foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 101 Kaspan 6, Kurgan n. 5 Riempimento subito al di sopra della fossa con pietre e frammenti di legno mescolati e residui della copertura lignea (Foto di G. Bazarbaeva) Fig. 102 Kapsan 6, Kurgan n. 6 Immagine che illustra il rilievo molto poco pronunciato del tumulo prima dello scavo (Foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 103 Kaspan 6, Kurgan n. 6 I margini della fossa rinvenuti a circa 1,2 m di profondità dalla sommità del tumulo (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 104 Kaspan, 6 Kurgan n. 6 I resti osteologici all'interno della fossa in parte in giacitura secondaria, in parte ancora in connessione (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 105 Kaspan 6, Kurgan n. 6 Il frammento di coltello in ferro e due perline del corredo rinvenuti nella fossa (Archivio CSRL, foto di N. Fior)
Fig. 106 Kaspan 2, Kurgan 2, pianta e sezione della sepoltura (disegno missione archeologica di Kaspan
Fig. 107 Kaspan 2, Kurgan n. 2, accumulo di pietre in corrispondenza della fossa (Foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 108 Kaspan 2, Kurgan n. 2, la sepoltura del giovane individuo deposto nella nicchia laterale (Foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 109 Kaspan 2, Kurgan 3 Pianta e sezione della sepoltura (disegno missione archeologica di Kaspan)
Fig. 110 Kaspan 2, Kurgan n. 3, riempimento di pietre all'interno (sulla sommità) della fossa (Foto di G. Bazarbaeva)
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Fig. 111 Kaspan 2, Kurgan n. 3, scheletro in deposizione primaria rinvenuto intatto sul fondo della fossa (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 112 Kaspan 2, Kurgan n. 3, frammento di piccola lama in bronzo e ossa di montone, unici elementi del corredo funerario rinvenuti nella sepoltura (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 113 Kaspan 11, Kurgan n. 14, tumulo in fase di scavo con il rivestimento di pietre laterale e l'accumulo di pietre in corrispondenza della fossa (Foto di G. Bazarbaeva) Fig. 114 Kaspan 11, Kurgan n. 14, il riempimento di pietre rinvenuto all'interno della fossa, soprattutto nella metà occidentale (Foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 115 Kaspan 11, Kurgan n. 14, deposizione dei due corpi sul fondo della fossa, con una pietra di grande dimensioni appartenente alla copertura ancora in situ (Archivio CSRL, foto di G. Bazarbaeva)
Fig. 110 Kaspan 11, Kurgan n. 14, particolare dei due vasi ceramici che costituivano gli unici oggetti del corredo (Archivio CSRL, foto di E. Barinova)
Fig. 116 Kaspan 11, Kurgan 14, Pianta e sezione sepoltura (disegno missione archeologica di Kaspan)
Fig. 118 Cranio dell'individuo femminile da Kaspan 6, Kurgan n. 1 (Foto di E.P. Kitov) Fig. 119 Particolare del cranio che presenta una operazione di trapanazione post-mortem nella zona occipitale (foto di E.P. Kitov)
Fig. 120 Particolare del cranio del cane rinvenuto nella fossa del Kurgan n. 1 (Foto di A.P. Kosintsev)
Fig. 121 Rielaborazione cartina mappa da Google Earth con la localizzazione dei principali siti analizzati
Fig. 122 Necropoli di Besshatyr, i due principali gruppi di kurgan reali
Fig. 123 Pianta del Grande Kurgan di Besshatyr che illustra il tumulo, e le strutture di recinti che lo circondano (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 3, p.28)
Fig. 124 Primo Kurgan di Besshatyr, pianta e sezione (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 10, p.33)
Fig. 125 Primo Kurgan di Besshatyr, pianta e veduta della struttura lignea di camera e
dromos, e particolare interno della camera (da Akishev, Kushaev 1963, figg. 15, 16,
20).
Fig. 126 Terzo Kurgan di Besshatyr, pianta e sezione (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 30, p. 48).
Fig. 127 Sesto Kurgan di Besshatyr, sezioni (da Akishev, Kushaev 1963, fig.35, p.51) Fig. 128 Foto e pianta della struttura lignea composta da dromos, vestibolo e camera, e particolare dell'ingresso alla camera (da Akishev, Kushaev 1963, figg. 38, 40, 45). Fig. 129 Pianta della camera funeraria e andamento della catacomba, Sesto Kurgan di Besshatyr (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 49, p. 61).
Fig. 130 Ottavo Kurgan di Besshatyr, piante e sezioni (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 52, p. 64).
Fig. 131 Kurgan n. 14 di Besshatyr, sezione camera funeraria che mostra una copertura che richiama la forma della tenda chiamata "yurta" (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 55, p. 66).
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Fig. 132 Kurgan n. 25 di Besshatyr, pianta e sezione del tumulo e disegno del materiale del corredo (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 65, p. 73).
Fig.133 Terzo Kurgan di Besshatyr con i numerosi recinti costituiti da massi e menhir (da http://almatyregion-tour.kz)
Fig. 134 Disegno delle varie incisioni rinvenute su alcune pietre e menhir delle strutture a circolo della necropoli di Besshatyr e raffiguranti animali (da Akishev, Kushaev 1963, fig. 66, p.75).
Fig. 135 Pianta necropoli di Ulzhan (da Gass 2016, fig. 194, p. 351) e immagine da Google Earth risalente al 2002 prima che la necropoli fosse inglobata dalle case.
Fig. 136 Kurgan n. 2 di Ulzhan che presenta un doppio strato di rivestimento di pietre (da Gass 2016, fig. 195,2 p. 353).
Fig. 137 Kurgan n. 2 di Ulzhan, pianta e sezione (da Gass 2016, fig. 195,3-4 p. 353). Fig. 138 Necropoli di Boroldaj: foto satellitare da Google Earth, e pianta necropoli con numeri dei kurgan (da Gass 2016, fig. 135, 2 p. 269).
Fig. 139 Fotografia satellitare con la localizzazione di tutti i kurgan della necropoli (da Gass 2016, fig. 143, p. 284)
Fig. 140 Immagine della camera funeraria laterale in cui fu rinvenuto "l'uomo d'oro" e pianta della camera con gli elementi del corredo (da Akishev 1978, fig. 2, 15)
Fig. 141 Fotografia satellitare con la localizzazione dei principali kurgan della necropoli di Turghen (da Gass 2016, fig. 184, p. 338).
Fig. 142 Pianta schematica del Kurgan n. 3 di Turghen con le numerose strutture periferiche (da Gass 2011, fig. 11, p. 64)
Fig. 143 Immagine della strada rituale del Kurgan n. 3 della necropoli di Turghen costruita con pietre rosse esterne e piccoli ciottoli bianchi (da Gass 2011, fig. 12, p. 64) Fig. 144 Immagine satellitare da Google Earth e pianta dei kurgan della necropoli di Zhoan Tobe (da Gass 2016, fig. 202, p. 367)
Fig. 145 la struttura del Kurgan n. 8 della necropoli di Zhoan tobe (da Gass, fig. 204,1 p. 371).
Fig. 146 Strutture in pietra del Kurgan n.8 necropoli Zhoan tobe (da Gass, fig. 48, p. 98) Fig. 147 Pianta e sezione Kurgan n. 8 necropoli di Zhoan Tobe (da Gass, fig. 204,2 p. 371)
Fig. 148 Fotografia e pianta e sezione della strada rituale del Kurgan n. 1 nella necropoli di Zhoan Tobe (da Gass 2011, fig. 23, p. 67; Gass 2016, fig. 203,4-6 p.369)
Fig. 149 Fotografia e pianta strutture circolari n 1 e 2 intorno al Kurgan n.1 della necropoli di Zhoan Tobe (da Gass 2016, fig. 60, p. 112 e fig. 62, p. 113)
Fig. 150 Pianta e sezione della struttura in pietra n. 7 intorno al Kurgan n. 1 della necropoli di Zhoan Tobe (da Gass 2016, fig. 66, p. 115, figg. 67, 69, p. 116)
Fig. 151 Fotografia satellitare da Google Earth e mappa distribuzione dei kurgan della necropoli di Asy Zaga (da Gass 2011, fig. 15, p. 65)
Fig. 152 Larga strada rituale (5 m) che circonda il Kurgan n. 1 della necropoli di Asy Zaga (da Gass 2011, fig. 17, p. 65)
Fig. 153 Grandi kurgan della necropoli di Asy Zaga (da Gass 2011, fig. 14, p. 65) Fig. 154 i due principali gruppi che compongono la necropoli di Kyzylsharyk (da Gass 2016, fig. 161, 2 p.312 e fig. 162, p. 313)
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Fig. 155 Strada rituale che circonda il Kurgan n. 10 della necropoli di Kyzylsharyk (da Gass 2016, fig. 164,3 p. 315)
Fig. 156 Immagine da Google Earth e mappa con la localizzazione dei kurgan della necropoli di Zhylysaj-1 (da Gass, fig. 210, p. 377)
Fig. 157 Immagine da Google Earth e mappa con la distribuzione dei kurgan della necropoli di Aksaj-9 (da Gass, fig. 112, p. 241)
Fig. 158 Fotografia satellitare con la distribuzione dei kurgan nell'altopiano di Kegen (da Gass, fig. 148, p. 300)
Fig. 159 Fotografia satellitare del grande Kurgan n. 2 della necropoli di Kegen con le grandi rampe disposte radialmente (da Parzinger, Gass, Fassbinder 2016, p. 83)
Fig. 160 Fotografia satellitare dei kurgan n. 8 e n.9 della necropoli di Kegen con probabile struttura intorno alla base del tumulo.
Fig. 161 Mappa topografica della necropoli di Shilikty (da Toleubayev, Dzhumataev 2016, fig. 1, p. 253).
Fig. 162 Ricostruzione grafica dell'aspetto che doveva avere la camera funeraria con la copertura di pietra (a Toleubayev 2013, fig. 16).
Fig. 163 Struttura camera funeraria Kurgan di Baygetobe e ricostruzione grafica (da Toleubayev 2013, fig. 5, 16a)
Fig. 164 Mappa topografica con la distribuzione dei kurgan della necropoli di Berel (da Samashev et al. 2000, fig. 1, p. 5)
Fig. 165 Tumulo n. 11 di Berel e il paesaggio della vallata di alta montgna del fiume Bukhtarma (da Francfort, Ligabue, Samashev 2000, fig. 1, p. 778).
Fig. 166 Tumulo in pietra del Kurgan n. 18, necropoli di Berel (da Samashev et al. 2000, fig. 2, p.6)
Fig. 167 Necropoli di Berel, Kurgan n. 2 e con le numerose strutture periferiche (da Samashev et al. 2016, fig. 14, p. 245)
Fig. 168 Gruppo di strutture periferiche rinvenute a circa 60 m dal Kurgan n. 2 di Berel (da Samashev et al. 2016, fig. 15, p. 246)
Fig. 169 immagine satellitare da Google Earth e mappa topografica con distribuzione dei kurgan della necropoli di Pazyryk (da Rudenko 1970, fig. 2, p. 4)
Fig. 170 Sezione dei Kurgan n. 1 e 2 della necropoli di Pazyryk (da Rudenko 1970, fig. 4, p. 16)
Fig. 171 Pianta tumulo n. 5 necropoli di Pazyryk che presenta aree pavimentate disposte radialmente (da Rudenko 1970, fig. 3, p. 15)
Fig. 171a Mappa topografica con la distribuzione dei kurgan della necropoli di Bashadar (da Rudenko 1960, fig. 10, p. 23)
Fig. 172 Pianta e sezione del Kurgan n. 1 della necropoli di Bashadar (da Rudenko 1960, fig. 11, p. 27)
Fig. 173 Pianta e sezione del Kurgan n. 2 della necropoli di Bashadar (da Rudenko 1960, fig. 13, p. 31)
Fig. 174 Mappa topografica che mostra la distribuzione dei kurgan nella necropoli di Tuekta (da Rudenko 1960, fig. 52, p. 94).
Fig. 175 Pianta e sezioni del Kurgan n. 1 della necropoli di Tuekta (da Rudenko 1960, fig. 53, p. 99)
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Fig. 176 Sezione ricostruttiva della fossa e della camera funeraria del Kurgan n. 1 della necropoli di Tuekta (da Rudenko 1960, fig. 54, p. 100)
Fig. 177 Pianta e sezioni del Kurgan n. 2 della necropoli di Tuekta (da Rudenko 1960, fig. 56, p. 105)
Fig. 178 Pianta topografica che indica la distribuzione dei numerosi gruppi di kurgan lungo la vallata (da Gryaznov 1980, fig. 1, p. 4)
Fig. 179 Mappa che mostra il posizionamento dei quattro grandi kurgan dalla forma speciale (a piattaforma) nella necropoli di Arzhan (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, fig. 14, p. 13)
Fig. 180 Kurgan n. 1 di Arzhan con le numerose strutture periferiche (da Gryaznov 1980, fig. 1a, p. 4)
Fig. 181 Pianta e ricostruzione della struttura lignea del Kurgan n. 1 di Arzhan (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, fig. 7, p. 8)
Fig. 182 Sezioni della struttura lignea della camera funeraria centrale del Kurgan n. 1 di Arzhan (da Gryaznov 1980, fig. 7, p. 17)
Fig. 183 Camera funeraria centrale con la struttura per la coppia reale e le sepolture degli accompagnatori (da Gryaznov 1980, fig. 6, p. 16)
Fig. 184 Kurgan sulla strada da Arzhan a Tarlag in fase di scavo (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, fig. 11, p. 11)
Fig. 185 Panorama e pianta schematica del Kurgan n. 2 di Arzhan (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, figg. 16-17, pp. 14-15).
Fig. 186 Serie di lastre verticali (alcune decorate con petroglifi) che circondano la base del Kurgan n. 2 di Arzhan (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, fig. 19, p. 16)
Fig. 187 Pianta schematica del Kurgan n. 2 di Arzhan con l'indicazione delle sepolture e di tutte le altre evidenze (stele, fosse accumuli rituali ecc.) (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010)
Fig. 188 Camera funeraria lignea all'interno della fossa n. 5 con la sepoltura reale del Kurgan n. 2 di Arzhan (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, figg. 33, 36, pp. 27-28) Fig. 189 Rilievo della fascia costituita da tre file di piccole strutture circolari in pietra dal Kurgan n. 1 di Arzhan (da Gryaznov 1980, fig. 5, p. 13)
Fig. 190 Circoli di pietre rinvenuti sul lato occidentale del Kurgan n. 2 di Arzhan (da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, figg. 129-129, p. 144)
Fig. 191 Strutture circolari di pietra rinvenute intorno al Kurgan n. 2 della necropoli di Arzhan ( da Chugunov, Parzinger, Nagler 2010, figg. 141, 142, 144, pp. 154-156) Fig. 192. Il Kurgan di Salbyk prima dell'inizio dell'indagine archeologica (da wikipedia) Fig. 193 Ricostruzione ipotetica dell'originario aspetto del Kurgan di Salbyk (da Marsadolov 2012, fig. 1, p. 60)
Fig. 194 Pianta del Grande Kurgan di Salbyk (da Kyselev 1954)
Fig. 195 Pianta della distribuzione dei kurgan nella necropoli di Tasmola V (da Kadyrbaev 1966, fig. 11, p. 319)
Fig. 196 Pianta e sezione di alcuni kurgan della cultura di Tasmola, da sinistra verso destra: Tasmola VI Kurgan 1; Tasmola V kurgan 3; Tasmola VI Kurgan 2; Tasmola V kurgan 1 (da Kadyrbaev 1966, figg. 12, 20, pp. 320, 327)
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Fig. 198 Pianta della necropoli di Bayke-2 (da Beysenov, Duisenbay 2015, fig. 1, p. 73) Fig. 199 Pianta, sezione e materiali del Kurgan n. 5 della necropoli di Bayke 2 (da Beysenov, Duisenbay 2015, fig. 3, p. 75)
Fig. 200 Pianta e sezione Kurgan n. 1 necropoli di Nurken-2 (da Beysenov 2015, fig. 11, p. 27).
Fig. 201 Placchetta proveniente da una struttura periferica del kurgan n. 2 della necropoli di Nurken-2 (da Beysenov 2013, fig. 20)
Fig. 202 Pianta del complesso chiamato "Kurgan dei 37 guerrieri (da Beysenov 2016, fig. 1, p. 190)
Fig. 203 Menhir parte del "Kurgan dei 37 guerrieri" (da Beysenov 2016, fig. 3, p. 195) Fig. 204 Pianta e sezione del piccolo kurgan n. 11 del Kurgan dei 37 guerrieri (da Beysenov 2016, fig. 2, p. 192)
Fig. 205 Strutture circolari in pietra associati al kurgan nella necropoli di Serekty-1 (da Beysenov 2015 fig. 1, p. 97)
Fig. 206 Diverse tipologie di dromos attestate nella regione del Kazakhstan centrale: 1) Kurgan n. 1 necropoli Nazar-2; 2) Kurgan necropoli Nazar 3; 3) Kurgan 1 necropoli Nurken-2; 4) Kurgan n. 8 necropoli Karashoky; 5) Kurgan n. 1 necropoli Sherybai (da
Beysenov et al. 2016, fig. 1, p. 28)
Fig. 207 Foto satellitare che mostra la distribuzione dei kurgan nella necropoli di Kremenivka (da Gershkovych, Romashko 2013a, fig. 1,3, p. 20)
Fig. 208 Pianta e sezione Kurgan n. 5 necropoli di Kremenivka (da Gershkovych, Romashko 2013a, fig. 2, p. 21)
Fig. 209 Piattaforma in pietra che costituisce il nucleo del Kurgan n. 5 della necropoli di Kremenivka (da Gershkovych, Romashko 2013a, fig. 8,1)
Fig. 210 Pianta e sezione Kurgan n. 7 di Kremenivka (da Gershkovych, Romashko 2013a, fig. 4, p. 23)
Fig. 211 Alcuni dei materiali metallici rinvenuti fra le offerte rituali svolte sulla sommità del Kurgan n. 7 della necropoli di Kremenivka (da Gershkovych, Romashko 2013a, fig. 5, p. 24)
Fig. 212 Mappa topografica che mostra la distribuzione dei kurgan nella necropoli di Bajkara (Parzinger et al. 2003, fig. 1, p. 5)
Fig. 213 La fossa del periodo scita danneggiata dalla ben più profonda fossa del periodo sarmatico (da Parzinger et al. 2003, fig. 24, p. 23)
Fig. 214 Il lungo dromos dai margini fortemente irregolari (da Parzinger et al. 2003, fig. 17, p. 17)
Fig. 215 Ricostruzione della situazione del tumulo durante la prima fase, nei pressi del dromos, con i due piccoli coni di argilla rossa e i numerosi pali verticali (da Parzinger et
al. 2003, fig. 78, p. 100)
Fig. 216 Strato di corteccia di betulla che durante la fase due ricopre l'intera superficie della struttura (da Parzinger et al. 2003, fig. 44, p. 41)
Fig. 217 Ricostruzione virtuale del tumulo durante la fase 4 con la piattaforma in pietra e il cono di argilla sulla sommità (da Parzinger et al. 2003, fig. 82, p. 105)
Fig. 218 Pesi da rete rinvenuti nei pressi della fossa centrale del Kurgan n. 1 (da Parzinger et al. 2003, fig. 35, p. 31)
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Fig. 219 Localizzazione tumulo di Beiram al confine fra Mongolia e Russia (da Davis-Kimball 2000, fig. 1, p. 98)
Fig. 220 il tumulo di Beiram con la soprastante struttura dell'oovo (da Davis-Kimball 2000, fig. 3, p. 99)
Fig. 221 Pianta schematica del tumulo di Beiram con le distinte aree di scavo (da Davis-Kimball 2000, fig. 4, p. 99)
Fig. 222 Piccola scatola in legno rinvenuta all'interno del tumulo di pietra e contenente numerosi oggetti a carattere votivo (da Davis-Kimball 2000, fig. 9, p. 102)
Fig. 223 Grande quantità di astragali offerti come doni rituali nei pressi del tumulo (da Davis Kimball 2000, fig. 11, 103)
23 INTRODUZIONE
Il presente progetto di ricerca di dottorato nasce dalla volontà del Centro Studi e Ricerche Ligabue di Venezia di riprendere le ricerche archeologiche in Kazakhstan dopo una interruzione durata circa 15 anni. In questa ottica fu siglato un accordo con l'Università Ca' Foscari di Venezia che portasse ad una collaborazione fra queste due istituzioni, manifestatosi nella creazione di una borsa di studio per un dottorato a tematica vincolata, volto ad indagare la cultura scita locale in relazione al rinnovato progetto di scavo in Kazakhstan. Se la dimensione geografica (la regione del Semirech'e nel Kazakhstan sud-orientale) e quella cronologica (Età del Ferro, cultura scito-saka) erano elementi prestabiliti del dottorato a tematica vincolata, scelti dal Centro Studi e Ricerche Ligabue in base ai propri specifici interessi di ricerca, il taglio assunto dal presente progetto è stato elaborato e successivamente sviluppato dal sottoscritto nel corso di questi anni, sulla base di una serie di fattori, che inevitabilmente ne hanno condizionato lo sviluppo.
In primo luogo, il tema di questo progetto di ricerca era sotto molti aspetti nuovo per me. Infatti il mio precedente percorso di studi ci aveva portato a lavorare in paesi e su culture diverse, dedicandosi principalmente alle antiche civiltà della Terra dei Due Fiumi, e nello specifico ai territori dell'Alta Mesopotamia. Il mondo delle Steppe del continente euro-asiatico si caratterizza per problematiche molto diverse rispetto a quelle per me abituali, e per una storia degli studi anch'essa molto diversa da quella della grandi civiltà urbane dei due fiumi. Si tratta inoltre di un campo di studi nel quale l'Italia si è affacciata solo piuttosto recentemente, rispetto a paesi che hanno tradizioni ben più radicate in queste tematiche: per queste ragioni all'interno del presente lavoro abbiamo voluto inserire una serie di sezioni introduttive piuttosto ampie sulle problematiche generali dell'archeologia scitica.
In secondo luogo, i ritrovamenti effettuati durante le prima campagna di scavo, e poi nelle due successive in Kazakhstan, che hanno restituito elementi da questo punto di vista molto interessanti, hanno orientato la ricerca verso il tema dell'archeologia funeraria e in particolare verso lo studio dei tumuli funerari (kurgan). La personale passione per la stratigrafia e per gli elementi architettonici di queste strutture, troppo spesso non degnamente valorizzati negli ambienti scientifici locali, hanno inoltre spinto a dedicare particolare attenzione ad alcuni aspetti, fino ad allora forse troppo trascurati, come gli elementi stratigrafici della fossa funeraria e del tumulo. Infatti studiare la stratigrafia significa descrivere la precisa sequenza di avvenimenti, che nel contesto di un tumulo funerario corrisponde alla ricostruzione delle varie fasi del rituale funerario.
Il rituale funerario è uno degli aspetti forse maggiormente studiati del mondo scita, ma fino a pochi anni fa ciò è avvenuto quasi esclusivamente sulla base del racconto di Erodoto nel IV libro delle Historiae -che risulta tuttora molto utile- e sulla base delle deposizioni, soprattutto quelle accompagnate dai ricchi corredi funerari, rinvenute all'interno dei tumuli. Gli aspetti simbolici, religiosi e rituali delle sepolture venivano così studiati attraverso il tramite della produzione artistica scita. L'attenzione
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è, in altre parole, caduta troppo spesso esclusivamente sui ritrovamenti, talvolta eccezionalmente ricchi e senza dubbio meritevoli di grande attenzione, ma non sufficienti a generare un quadro completo nel tentativo di ricostruire tali fenomeni. Al contrario è invece ingiusta la disattenzione di cui sono stati oggetto per lungo tempo (con alcune ammirevoli e meritorie eccezioni), gli elementi strutturali e tipologici del kurgan. In periodi recenti, all'interno di un più ampio panorama di studi creatosi anche grazie alla nascita di collaborazioni e progetti internazionali, lo studio strutturale-stratigrafico dei kurgan è tornato alla ribalta. I risultati non si sono fatti attendere: infatti le conoscenze dei rituali funerari si stanno progressivamente approfondendo, mostrando risvolti e particolari precedentemente insospettati, e rivelando le potenzialità di questo tipo di fonti. Consapevoli che molto ancora deve essere fatto in questo ambito di studi, la presente ricerca intende inserirsi al suo interno.
Infatti studi di vario tipo, più o meno approfonditi, stanno iniziando a comparire nel panorama di studi della cultura scito-saka (Parzinger et al. 2003; Mozolevskiy, Polin 2005; Gass 2016 e numerosi singoli articoli). Lo scopo del presente lavoro è invece tentare di dimostrare come le necropoli di kurgan sciti "reali", ovvero appartenenti ad alti membri della società, acquisissero all'interno della stessa società scita il ruolo fondamentale di centro sociale, politico e religioso per la comunità, sono infatti "Le tombe dei padri" cioè l'epicentro dell'intera comunità, l'unica cosa, secondo le parole del re scita Idatirso, per cui per gli Sciti valeva la pena combattere (Erodoto IV, 127).
Altri aspetti del mondo scita, che sono stati oggetto, in passato, di numerosi e dettagliati studi, non sono stati approfonditi in questo lavoro, che ne privilegia altri, meno studiati o più strettamente collegati al tema della ricerca. Dato tuttavia che essi rappresentano elementi imprescindibili per una valutazione complessiva dell'"universo scita", è opportuno accennare ad essi almeno brevemente in questa sede.
Il mondo delle steppe dell'Asia Centrale è un territorio enorme al centro del continente, a lungo visto come una "terra incognita" che occupa un'area intermedia fra alcuni tra i più potenti imperi che il mondo antico abbia conosciuto: l'Impero achemenide e quello di Alessandro ad Occidente, l'impero cinese ad Oriente. Si tratta di un territorio vastissimo dai paesaggi e climi molto diversi, luogo di scambio e di contatto fra popolazioni distanti ed eterogenee; abitato da personaggi (Gog e Magog, il Prete Gianni) e popoli mitici (gli Iperborei e i Grifoni custodi dell'oro secondo Erodoto; i numerosi esseri mostruosi descritti da Marco Polo nel Milione, ecc.) (Rossi Osmida 2000); meta a partire già dal medioevo di esploratori e predicatori, ma solo in parte lambito dall'asse "culturale" formato dalla "Via della seta."
Alcuni dei popoli che in queste terre risiedevano furono conosciuti, per motivi diversi, anche in Europa: fra questi possiamo ricordare gli Sciti e i Mongoli. Già in età storica gli Sciti dell'Età del Ferro erano conosciuti, nonostante non avessero lasciato un
corpus di fonti scritte, e soprattutto erano temuti perché descritti come popoli feroci,
crudeli e caratterizzati da usanze macabre, tra le quali bere il sangue dei nemici uccisi o crearsi un mantello con i loro scalpi (Erodoto IV, 64). Nonostante ciò i popoli delle
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steppe hanno da sempre suscitato un fascino particolare, legato anche ai misteriosi kurgan1 delle steppe, luoghi di sepoltura di antichi popoli misteriosi. Oggi questa fiabesca aura di mistero è scomparsa, ma è rimasto vivo l'interesse per questa civiltà, legato soprattutto a questioni fondamentali nello sviluppo delle civiltà dell'Asia Centrale, tra le quali possiamo citare: la prima domesticazione di animali come il cavallo e il cammello, l'invenzione e l'utilizzo del carro, lo sviluppo di strategie economiche nomadiche, il rapporto fra le comunità di sedentari, che utilizzavano già da epoche antichissime l'agricoltura, con le comunità nomadi, fino all'affermazione dei formidabili cavalieri e arcieri sciti, utilizzati negli eserciti dei più grandi imperi dell'epoca (Stark 2012).
Gli Sciti dunque tra i popoli delle steppe sono riusciti a ritagliarsi un quadro importante nell'immaginario delle civiltà limitrofe, grazie anche all'opera di Erodoto che, nel IV libro delle Historiae, ne traccia un vero e proprio trattato antropologico (Parlato 2000). Huntingford già nel 1935, nel titolo di un suo articolo si poneva in primo luogo una domanda: "Who were the scythians?" Oggi, a distanza di quasi un secolo si potrebbe rispondere nel modo seguente. Gli Sciti sono un popolo di origine indo-iranica, sulla cui origine ancora si discute (cfr. infra), diffuso in un'area molto ampia dell'Asia Centrale, compresa fra Ucraina e Mongolia, e caratterizzata soprattutto da territori stepposi. Sono conosciuti grazie a varie fonti storiche indirette, fra cui in primis quelle persiane e greche, e in misura minore quelle assire, indiane e cinesi. Si diffusero in Asia in un periodo compreso fra VIII e II sec. a.C. (cfr. infra). Secondo il racconto di Erodoto (I, 106), nel corso del VII secolo a.C. gli Sciti razziarono più volte i regni del Vicino Oriente e si scontrarono con i Medi prima e con gli Achemenidi poi (Samashev 2000, 122).
La loro grande capacità di cavalieri ed arcieri era rinomata, tanto che furono ingaggiati dai più importanti imperi dell'epoca, soprattutto dagli Achemenidi nella lotta contro Alessandro Magno, anche se secondo le fonti antiche si dimostravano spesso imprevedibili, desiderosi più di conquistarsi il bottino che di rimanere fedeli agli alleati (Quinto Curtio Rufo 4.15.5, 4.5.12-18; Arriano An. 4.17.5) (Stark 2012). Il cavallo era l'animale più importante per i popoli sciti, come si evince anche dai numerosi esemplari (in alcuni casi addirittura centinaia) offerti come doni cerimoniali e sepolti all'interno dei kurgan reali. Grazie all'utilizzo del cavallo gli Sciti riuscivano a spostarsi velocemente nelle immense distese steppiche dove praticavano l'allevamento di cavalli, bovini e bestiame minuto come ovini e caprini, e in alcune regioni anche di cammelli. Erano gruppi in buona parte nomadici, ma si adattavano alle caratteristiche ambientali e climatiche del territorio in cui si trovavano, assumendo strategie di semi-nomadismo, e in alcune aree anche di sedentarismo e praticando una transumanza di tipo verticale (Bonora 2008). In alcune zone praticavano anche l'agricoltura, come è stato testimoniato
1 Kurgan è una parola russa, probabilmente derivata da una lingua turca, che indica la tipologia della
tomba a tumulo attestata nelle steppe a partire dal IV millennio a.C.
2 Infine vorrei ringraziare tutte le persone, gli amici e i colleghi che questa nuova esperienza mi ha dato la
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dal ritrovamento di residui di cereali in alcuni insediamenti recentemente scavati (Chang, Tourtellotte 2000).
La loro economia era integrata non solo attraverso scambi commerciali con le civiltà esterne, ma anche attraverso le razzie ai danni delle carovane commerciali. Grazie a questa economia variata e al controllo delle rotte commerciali, gli Sciti raggiunsero elevati livelli di ricchezza, come appare evidente dalla grande quantità di oggetti in metalli preziosi, soprattutto oro, rinvenuti all'interno delle sepolture dei membri più ricchi della società. Produzioni tipiche realizzate in bronzo sono i pugnali, le corte spade (akinakes), le punte di freccia e di lancia, i finimenti dei cavalli, gli specchi e i calderoni.
La produzione artistica scita rappresenta forse la categoria di oggetti di questa cultura meglio conosciuta; infatti gli oggetti artistici da loro creati raggiunsero livelli qualitativamente eccezionali. Gli elementi della gioielleria erano raffinatissimi: tra essi si devono soprattutto ricordare gli ornamenti per le vesti e per i finimenti dei cavalli, sotto forma di placchette auree con raffigurazioni di animali selvatici di vario tipo (cervi, pantere, lupi, leopardi, cavalli ecc.), spesso rappresentati in scene di lotta, ma anche vasellame, faretre e oggetti dal carattere rituale (Schiltz 1994; Jacobson 1995). Gli Sciti riuscirono ad elaborare uno stile proprio, il cosiddetto stile animalistico scito-siberiano, in cui l'animale, soprattutto selvatico e fantastico, era il soggetto principale. Questo stile era fortemente simbolico e costituiva un sistema di segni, che non aveva pretese naturalistiche, ma si caricava di significati simbolici e mitologici, e in assenza di un sistema di scrittura, era utilizzato come espressione dell'ideologia e della mitologia proprie di questa cultura (Baypakov 2000, 97). Gli oggetti con queste raffigurazioni erano infatti considerati sacri a tutti gli effetti.
Nei territori più occidentali la produzione artistica scita risentì degli influssi dell'arte greca e in Scizia si formò uno stile caratteristico proprio della comunità scito-greca che nacque sulle sponde settentrionali del Mar Nero (Jacobson 1995; Meyer 2013). Altri influssi artistici, grazie anche allo scambio di prodotti, furono quelli vicino-orientali, iraniani, e in misura minore cinesi, come attestato nelle famose tombe gelate di Pazyryk.
La produzione artistica scita riflette fortemente la concezione del mondo e i principi religiosi propri di questi gruppi, che sembrano affondare le loro radici nelle concezioni indo-iraniche, relative soprattutto all'Axis mundi che, collocato al centro dell'Universo, unisce le tre sfere del mondo: mondo delle tenebre e della morte, mondo dei vivi e della natura e mondo superiore degli dei (Schiltz 1994; Samashev 2000, 119). Sembra che la religione scita possa aver risentito anche di alcune influenze da parte dello Zoroastrismo. La visione degli Sciti era politeista: esistevano infatti numerose divinità, ognuna dedicata al controllo di una specifica sfera, e dotata di una corrispondente manifestazione zoomorfa. Erodoto (IV. 59) riporta sette divinità, affiancandole al corrispettivo greco: Tabiti-Estia, Papeo-Zeus e la sua sposa Api, Getosiro-Apollo, Argimpasa-Afrodite, Tagimasada-Poseidone ed Ares. Le divinità più
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importanti personificavano le principali forze della natura, ed avevano spesso un carattere fortemente militarizzato; infatti era molto diffuso il culto del capo e del guerriero.
La grande differenzazione nelle dimensioni e nella ricchezza dei corredi dei tumuli funerari mostrano una stratificazione sociale abbastanza accentuata. Alla sommità della piramide si trovava il re, che talvolta era anche a capo di confederazioni tribali più ampie che prevedevano l'alleanza di tribù diverse della stessa regione, come nel caso del defunto inumato nel Kurgan di Arzhan (Gryaznov 1980). Il re era l'intermediario fra terra e cielo, il rappresentante della divinità in terra, il cui animale simbolo era il cavallo, che rappresentava il ruolo divino del sovrano sulla terra. (Baypakov 2000, 95).
La religiosità e ritualità del mondo scita non seguivano le pratiche delle civiltà urbane, ma trovavano manifestazioni diverse, soprattutto in luoghi naturali dall'alto valore simbolico, in siti con petroglifi ecc. Non esistevano invece templi come siamo abituati ad immaginarli. Dunque l'ideologia, la religiosità e la grande ritualità della cultura scita, che senza dubbio doveva manifestarsi anche in questi complessi funerari, la cui complessità può essere percepita, ma ancora non completamente e perfettamente compresa attraverso gli splendidi oggetti rinvenuti nei corredi (Akishev 1978), comincia oggi ad essere contestualizzata. Nel corso del lavoro analizzeremo in quest'ottica numerosi elementi, cercando di ricostruire un quadro, inevitabilmente ancora preliminare, mirato a sostenere questa interpretazione.
In questo appassionante tentativo si sono presentate alcune difficoltà, a partire dalla scarsa quantità di grandi kurgan reali scavati più o meno recentemente, fino al fatto che essi siano stati spesso devastati dai saccheggiatori. Un'ulteriore problematica metodologica risiede nella difficoltà di distinguere, a livello pratico più che teorico, fra gli elementi che possono essere considerati appartenenti al rituale funerario in se, e quelli invece riconducibili a rituali e cerimonie religiose successive, che mostrino una continuità nella pratica rituale della necropoli. Se questa distinzione è relativamente semplice per gli elementi rinvenuti all'interno del kurgan, lo stesso non può dirsi per le strutture architettoniche esterne. Attraverso alcuni indizi tenteremo di dimostrare l'ipotesi, che recentemente sembra suggerita anche da altri studiosi (Parzinger, Gass, Fassbinder 2016), di un uso prolungato nel tempo, e non soltanto collegato agli specifici momenti delle sepolture, dei siti funerari. Difatti gli aspetti funerari e quelli religiosi nella società scita si fondono e sono strettamente connessi tra loro.
Il rituale di sepoltura di un re o di un membro dell'alta società scita diventa un fatto sociale, a cui infatti partecipa tutta la comunità (Erodoto IV, 71). Si crea così tra gli appartenenti al gruppo un legame, un rapporto, che è rafforzato anche dal culto degli antenati, che sappiamo essere uno dei principali del mondo scita. Il kurgan, che si apprestava a diventare la base di questo tipo di culto dell'antenato, di culto del guerriero, o in generale dell'antenato/guerriero, era dunque costruito con una attenzione particolare, seguendo una serie di rituali. In alcuni casi ogni elemento architettonico del
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kurgan sembra potersi spiegare in questa ottica. Una volta chiusa la sepoltura, l'ambiente esterno era talvolta dotato di una serie di elementi che dovevano essere utilizzati, e dovevano necessariamente essere pensati, con uno scopo preciso. Alcune necropoli, per la monumentalità, l'attenzione dei particolari costruttivi, la presenza di numerosi e diversificati elementi esterni non possono così che essere letti come veri e propri santuari.
Oltre alle difficoltà strettamente riconducibili alle problematiche appena descritte, ci sono poi state anche altre difficoltà, che riguardano lo studio del mondo delle steppe in generale, ma che inevitabilmente influiscono sulla realizzazione di ricerche che vertono su queste aree geografiche o su nuclei tematici relativi ad esse. Ciò ha reso auspicabile inserire alcune sezioni introduttive per poter contestualizzare tali problematiche ed evidenziare come eventuali lacune siano talvolta riconducibili a queste difficoltà. I lunghi capitoli introduttivi hanno inoltre l'ulteriore finalità di presentare tematiche delle quali in Italia si occupano solo pochi studiosi. Affrontare problematiche legate alle pratiche funerarie e alla ritualità del mondo scito/saka strettamente interdipendenti con gli aspetti sociali, religiosi, economici senza approfondire quest'ultimi temi avrebbe infatti impedito una completa e corretta comprensione delle problematiche analizzate.
Il lavoro si compone dunque di quattro sezioni separate, che approfondiscono aspetti differenti. La sezione introduttiva include approfondimenti su alcune tematiche ritenute importanti per contestualizzare il presente lavoro. Il primo capitolo è dedicato alla storia degli studi e delle ricerche, che hanno vissuto già a partire dal XVIII sec. ma anche fino a tempi molto recenti -fino alla fine del regime sovietico- vicende molto particolari, che ne hanno fortemente influenzato gli sviluppi. In particolare, la metodologia di ricerca archeologica attualmente praticata nella regione risente della lunga chiusura politica e culturale avvenuta durante il regime sovietico.
Il capitolo successivo affronta l'ambiente e il clima dei territori dell'Asia Centrale. Si tratta di aspetti di importanza strategica per popolazioni nomadiche o seminomadiche come gli Sciti, la cui vita è in buona parte dipendente dall'andamento climatico e dalla ricchezza delle risorse del territorio in cui vivevano. Ciò ha inevitabilmente influenzato in modo consistente anche gli altri aspetti della cultura scita, dalla società all'economia e naturalmente l'ideologia religiosa, la concezione del mondo e le pratiche funerarie.
Il terzo capitolo affronta brevemente la dimensione cronologica della civiltà scita, anch'essa problematica a causa delle difficoltà di elaborare un quadro cronologico solido per la mancanza di fonti storiche, di seriazione tipologiche di fossili guida come la ceramica, e per le costanti condizioni disturbate dei contesti archeologici. L'incertezza delle ricostruzioni cronologiche ha a lungo complicato l'elaborazione di modelli evolutivi soprattutto a livello regionale, delle culture locali di tipo scita, anche se oggi le cose stanno migliorando grazie all'introduzione dei moderni metodi scientifici di datazione assoluta.
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Il quarto capitolo approfondisce vari aspetti della cultura scita, tra cui quello delle sue origini, illustrando le difficoltà di una definizione etnica degli Sciti e i problemi nell'uso delle fonti storiche indirette, che riportano informazioni preziose, ma sporadiche e talvolta contraddittorie sui popoli del continente euro-asiatico nell'Età del Ferro.
La parte introduttiva si chiude con un'analisi del fenomeno del nomadismo, che ha una lunga storia di studi, ma che viene talvolta troppo spesso generalizzato, quando in realtà è costituito da una serie di situazioni diverse anche se correlate tra loro secondo un quadro ben più complesso. I popoli delle steppe euro-asiatiche non si caratterizzarono quasi mai come "nomadi puri", ma esistevano numerose forme intermedie tra nomadismo e sedentarietà. È questo anche il caso del Semirech'e, la regione oggetto del presente studio.
In questi singoli capitoli solitamente (dove possibile) si è proceduto da un livello generale ad uno particolare, ovvero si sono inizialmente affrontate le problematiche ed illustrati i concetti a livello generale, con riferimento all'ampio territorio di diffusione della cultura scito/saka, per arrivare successivamente a parlare nel dettaglio della regione del Semirech'e. È stato infatti necessario operare una scelta mirata tentando di limitarsi ad una singola regione di studio, e oltre alla scelta legata ad interessi del Centro Studi e Ricerche Ligabue per questa regione, essa è stata scelta per la grande ricchezza di testimonianze archeologiche che la caratterizzano.
La seconda parte è dedicata alla presentazione dei risultati delle campagne di scavo effettuate nella necropoli di Kaspan. Ad una presentazione dell'area geografica e delle precedenti ricerche lì svolte seguono i risultati delle indagini geofisiche effettuate preliminarmente per tentare di individuare i kurgan più "promettenti", ovvero quelli non saccheggiati.
Il Capitolo 7 riporta i risultati dello scavo vero e proprio, analizzando in dettaglio la stratigrafia del tumulo e della fossa funeraria dei due kurgan più grandi, elencando i ritrovamenti osteologici e commentando l'assenza degli elementi del corredo. In questo capitolo si riportano anche la stratigrafia e i risultati dello scavo di sei ulteriori piccoli kurgan indagati all'interno della medesima necropoli. Infine il capitolo si chiude con una discussione del rituale funerario individuato nei due kurgan, sottolineando similitudini e differenze tra essi, ma soprattutto tentando di dimostrare la presenza di un rituale di "saccheggio o asportazione rituale" del corredo. In mancanza di una accurata analisi lo stato caotico rinvenuto sul fondo delle due fosse e la mancanza del corredo potrebbero essere attribuiti ad un saccheggio perpetrato da semplici ladri. La discussione della stratigrafia dei kurgan è molto approfondita all'interno di questa sezione, anche in mancanza di una documentazione redatta secondo gli standard metodologici occidentali, a causa delle vicende vissute dalla disciplina archeologica a cui abbiamo già accennato. Per tentare di sopperire a questa mancanza e per rendere più fluida la presentazione, il capitolo è corredato da un'abbondante documentazione grafica, ma soprattutto fotografica.