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CAPITOLO 8 RICOSTRUZIONE DELLA STRUTTURA DEI KURGAN E DEL RITUALE FUNERARIO DI KASPAN: CONFRONTI.

8.1 Confronti: tipologia e costruzione dei kurgan

Gli elementi strutturali e costruttivi, oltre ad alcuni espedienti architettonici dei due grandi kurgan di Kaspan trovano confronti con kurgan provenienti un po' da tutta l'area di diffusione dell'orizzonte culturale scita. Non ci sono, al momento confronti precisi per quanto riguarda l'intera struttura, ma singoli aspetti costruttivi trovano confronti anche molto stretti, forse indizio di contatti diretti tra diverse aree geografiche. In altri casi però i confronti si trovano con contesti cronologicamente lontani rispetto a quello di Kaspan, e in questo caso potrebbe trattarsi del semplice utilizzo parallelo di simili espedienti costruttivi. Nel caso dei contattiinvece, essi potrebbero essere di varia natura (commerciali, culturali, politici, conseguenti a migrazioni ecc.) e potrebbero aver favorito lo scambio di conoscenze e tra cui anche gli elementi costruttivi e rituali tipici della tradizione funeraria. La varietà degli elementi strutturali caratteristici dei tumuli funerari nella cultura scita era infatti veramente molto alta ed essa fu spesso utilizzata, insieme ad ulteriori elementi come la ceramica, o le caratteristiche formali, stilistiche e tipologiche in generale dei corredi, per individuare differenti "culture" regionali di matrice scita. Allo stesso tempo va però considerato che la diffusione di alcuni espedienti tecnici e architettonici piuttosto semplici potrebbe essere semplicemente frutto di casualità o di sviluppi indipendenti, giunti a soluzioni analoghe.

Il basamento in terra battuta era un elemento basilare, forse non sempre documentato, ma sicuramente molto diffuso, che possiamo ipotizzare costituisse un elemento comune in questa tipologia di struttura. Esso trova ad esempio un parallelo simile nel Kurgan di Chertomlyk (IV sec. a.C.), lungo il corso del fiume Dneper (Hellmuth 2007; Rolle, Murzin 1991), dove il livello di fondazione fu realizzato con strati di terra bagnata e compressa. Sicuramente in questo caso la corrispondenza, trattandosi di un elemento molto semplice e vista, sia l'enorme distanza geografica, sia l'ampio intervallo cronologico è frutto di sviluppi paralleli e non di contatti diretti.

Il rivestimento in pietra, definito anche basamento o crepidoma, è un elemento strutturale molto comune nei kurgan di grandi e piccole dimensioni. Esso può avere tipologie diverse, ma la funzione di basamento e di protezione della stabilità del tumulo, soprattutto della parte bassa, era condivisa. I kurgan di Kaspan avevano un vero e proprio rivestimento, per la verità non molto consistente, ma ben proporzionato nei confronti di tumuli che avevano un diametro non estremamente ampio, di circa 30 metri. Soprattutto alla base si trovavano pietre di grandi dimensioni che dovevano contenere e rafforzare il basamento.

84 Confronti tipologici per ogni singolo elemento strutturale del kurgan possono essere trovati con un

grande numero di casi. Per questo motivo saranno qui riportati solo alcuni dei più famosi, più stretti o meglio e più recentemente pubblicati confronti. Nel caso dell'adozione di soluzioni rare o particolari cercheremo di trovare il maggior numero di confronti, ma naturalmente questo paragrafo non può e non vuole includere sistematicamente tutti i confronti possibili.

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In Kazakhstan centrale il rivestimento in pietra era molto diffuso anche nei kurgan di piccole dimensioni, sia come anello di pietre, sia come rivestimento esterno del tumulo, per esempio nella necropoli di Serekty (VIII-VI sec. a.C.) (Beysenov 2014) o in quella di Kosoba (VIII-V sec. a.C.), dove il tumulo, oltre ad avere un rivestimento- basamento in pietra (crepidoma), era solitamente composto da due parti principali, cioè il terrapieno circolare molto compatto e un riempimento superiore più soffice. Nel Semirech'e il rivestimento o basamento in pietra era ugualmente attestato. Nella necropoli di Besshatyr, dove i tumuli erano quasi completamente in pietra, alla base si trovava un crepidoma realizzato con pietre di maggiori dimensioni e meglio deposte (Akishev, Kushaev 1963), a rafforzare queste strutture. Anche i tumuli in terra presentavano spesso questo espediente tecnico. Un rivestimento in pietre quasi completo, ma della sola parte interna del tumulo, di un nucleo più piccolo, il tutto poi ricoperto da altra terra del tumulo si aveva per esempio nel Kurgan n. 2 della necropoli di Ulzhan (Gass 2016, 353; Nurpeisov et al. 2008). Sui Monti Altai i kurgan avevano quasi sempre un tumulo realizzato interamente in pietre o macerie, ma la base presentava solitamente anche in questo caso un crepidoma realizzato con pietre di maggiori dimensioni e meglio disposte sul terreno (Samashev, Bazarbaeva, Dzhumabekova 2000). Elementi strutturali simili sono attestati nelle steppe pontiche, per esempio nel Kurgan di Bratoljubov (V sec. a.C.), dove si aveva un vero e proprio basamento strutturale in pietra interno al kurgan (Kubishev 1991; Kubishev, Koval'ov 1994), come anche nel Kurgan di Berdjansk (IV sec. a.C.) (Boltrik, Fialko, Cherednichenko 1994) e in quello di Babina Mogila (Mozolevskiy, Polin 2005). A Tolstaya Mogila (IV sec. a.C.) il tumulo legato alla prima sepoltura era circondato da un doppio anello di pietre (Mozolevsky 1972; 1979), mentre a Chertomlyk il grande kurgan presentava un imponente rivestimento, simile a quelli di Kaspan, della parte bassa dell'enorme tumulo (Artamonov 1966; Alekseev, Murzin, Rolle 1991).

Il tumulo in terra era molto diffuso, insieme all'utilizzo delle pietre. Nonostante la struttura del tumulo sia stata oggetto di recenti e più rigorosi studi, l'uso del terrapieno circolare non sembra attestato così diffusamente. Questo tipo di terrapieno circolare sembra generalmente costruito principalmente con il terreno proveniente dallo scavo della fossa funeraria, soprattutto nel caso della realizzazione di vere e proprie catacombe che producevano una enorme quantità di materiale di risulta che veniva dunque riutilizzato come parte del materiale di riempimento del tumulo. È il caso per esempio del Kurgan di Tolstaya Mogila, dove il materiale di risulta era stato utilizzato per creare piccole sezioni semicircolari all'interno del tumulo. Un confronto piuttosto stretto sembra invece possa trovarsi nel Kurgan n. 8 della necropoli di Aksuat, dove intorno alla fossa centrale a catacomba era presente un terrapieno circolare a sezione triangolare (Samashev et al. 2010), realizzato con strati diversi di materiale pressato e accuratamente scelto, proprio come a Kaspan, e non con il semplice materiale proveniente dallo scavo della fossa. Non è stato però possibile stabilire, per i due kurgan di Kaspan se il lato meridionale del tumulo avesse una pendenza più dolce, come ampiamente attestato nei kurgan del Semirech'e (Gass 2011; 2016). L'utilizzo dell'argilla liquida nelle architetture dei kurgan è stato recentemente documentato in due

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kurgan della necropoli di Zhoan Tobe nel Semirech'è datati tra il IV e il I sec. a.C. I due tumuli presentano dimensioni ridotte (D. circa 20 m, H. 1,2 m), ma una struttura piuttosto elaborata tra cui almeno due livelli di riempimento del tumulo sigillati da un sottile strato di argilla liquida. Anche l'utilizzo di argilla liquida per riempire completamente la fossa appare poco documentato.

Relativamente alla struttura lignea interna al tumulo, e nella fattispecie alla copertura con assi, si possono trovare molti confronti, essendo questa una tipologia molto utilizzata all'interno dei kurgan sciti, anche con una notevole varietà tipologica. Nella regione del Lago d'Aral, e soprattutto nella necropoli di Tagisken Sud (Itina, Yablonsky 1997) si trovano alcuni confronti interessanti. La grande maggioranza delle tombe ad inumazione aveva infatti una copertura lignea, la quale si caratterizzava più come una vera e propria struttura, talvolta completamente incendiata. In alcuni casi i pali per sostenere la struttura erano posti agli angoli della fossa, ma avevano un carattere puramente rituale (richiamavano l'interno di strutture abitative), poiché le assi di copertura poggiavano sui bordi della fossa che aveva una forma rettangolare o quadrangolare. In alcuni casi era presente un lungo dromos di ingresso, che caratterizzava un gruppo specifico di tombe, in questo caso collocato topograficamente a sud. In questa necropoli non sembra essere attestato il terrapieno circolare e il rituale funerario è difficile da individuare con precisione, data la distruzione degli scheletri legata al saccheggio delle tombe. Aspetti interessanti riguardano l'orientamento degli assi della camera funeraria, che era quasi sempre secondo i punti cardinali (come nel caso dei nostri kurgan), e il posizionamento del dromos sul lato sud-orientale della struttura, mentre l'orientamento del corpo risultava variabile. Questo tipo di copertura della fossa con assi di legno era considerata tipica anche della regione del Semirech'e (Beysenov et al. 2015).

Alcuni paralleli costruttivi si ritrovano anche nella regione dei Monti Urali. In alcune necropoli di questa regione la zona centrale del kurgan era spesso separata dall'area circostante attraverso la realizzazione di un terrapieno (definito anche argine) di argilla compatta con una interruzione sul lato meridionale. Questo materiale doveva essere appositamente preparato e utilizzato con acqua e per la sua compattezza potrebbe aver sostituito la tipologia dei basamenti (o anelli) costruiti in pietra a cui abbiamo precedentemente accennato, soprattutto nei kurgan risalenti a periodi più tardi, di V-IV sec a.C. Questi kurgan erano dotati anche di dromos che si immetteva in grandi camere abitualmente di forma quadrangolare, spesso con una semplice copertura in legno, o con più elaborate strutture di copertura a forma di tenda, o con coperture lignee circolari (Ochir-Goryaeva 2012, 243-245). Elementi simili erano attestati anche negli Urali meridionali, dove alcuni tumuli presentavano un dromos sul lato meridionale, una struttura lignea sopra la camera, una copertura del dromos con legno, e una struttura a terrapieno di terreno vergine intorno alla tomba (Moshkova, Malashev, Meshcheryakov 2011).

I kurgan di individui di elevato status sociale del VI-V sec. a.C. nella regione di Samara-Ural erano caratterizzati da una molteplicità di aspetti e di elementi che rendevano la struttura particolarmente complessa e la identificavano come "reale". Tra

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questi possiamo citare le dimensioni del tumulo, la sepoltura di cavalli sacrificati e un numero di elementi tipici del tumulo come il rivestimento in pietra, il terrapieno di argilla, gli anelli di pietra alla base, i rivestimenti interni alle camere di canne e rami, le strutture di focolari ecc. (Myshkin 2011; Beysenov et al. 2015). Il Kurgan n. 1 della necropoli di Akob-2 nei pressi della città di Orenburg, in particolare, mostra alcune fasi costruttive ed elementi strutturali simili al Kurgan n. 1 di Kaspan. Inizialmente era preparata un'area di forma circolare, al centro della quale veniva costruita una struttura di legno con copertura a cupola/tenda, i cui lati esterni erano rivestiti con strati di corteccia, canne e pelli. Il terrapieno che circondava la struttura era alto 1,5-2 metri e largo 9-11 m ed era formato da sottili strati di argilla. Nel dromos, costruito in legno, era stata invece realizzata una sepoltura collettiva (Morgunova, Krayeva, 2012).

Altri elementi specifici dei rituali funerari simili a quelli individuati nella necropoli di Kaspan possono essere identificati nelle regioni occidentali del Kazakhstan, per esempio nella necropoli di Lebedevka che si caratterizzava per la presenza di un terrapieno, costruito in blocchi di argilla, sopra la sepoltura, e per l'utilizzo di un graticcio di corteccia di pino e betulla. Nella necropoli di Kyryk-Oba II, un kurgan aveva il dromos, e intorno alla fossa una struttura con pali e terrapieno, ma in questo caso la struttura lignea era stata completamente incendiata (Beysenov et al. 2015).

Dal punto di vista costruttivo il dromos è un elemento abbastanza comune nelle strutture del periodo Saka antico dell'Asia Centrale e del Kazakhstan, sia in quelle costruite sopra la superficie che in quelle sotterranee. Molto ben conosciuti in Kazakhstan centrale sono i dromos dei kurgan dalle necropoli della regione del Sary- Arka e della cultura di Tasmola. Le recenti ricerche (necropoli di Taldy-2 e di Nazar) hanno evidenziato in questa regione caratteristiche molto eterogenee e conseguentemente sono state individuate numerose diverse tipologie di dromos. La lunghezza costituisce qui una delle caratteristiche che variano maggiormente, sono infatti attestati dromos da un minimo di uno o cinque, fino a 15 metri (Beysenov 2010; 2014).

Il dromos è da considerarsi una caratteristica tipica delle strutture funebri dei gruppi antico Saka delle steppe orientali, che affonda le radici nella tradizione funeraria della Tarda Età del Bronzo, dunque in Kazakhstan il dromos poteva essere considerato una tradizione locale (Beysenov et al. 2015). Nonostante si ritenga che sia maggiormente tipico di queste regioni orientali, è attestato anche in quelle occidentali (Itina, Yablonsky 1997), nella seconda metà del I millennio a.C. per esempio nella regione del Lago d'Aral (necropoli di Ujgarak) e della città di Ural.

Le sepolture con dromos erano ampiamente attestate anche nel Semirech'e dove ne compaiono due principali tipologie: dromos brevi che portavano a piccole fosse di pianta ovale o sub-rettangolare, e dromos lunghi che dal margine del tumulo degradavano dolcemente verso la grande sepoltura centrale di pianta sub-quadrangolare. Le fosse con dromos, solitamente lungo, si trovavano soprattutto nei kurgan di grandi e medie dimensioni, mentre la tipologia della catacomba e la camera di sepoltura laterale erano più comuni nei kurgan con tumulo più basso (Beysenov et al. 2015). Le più

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antiche tombe con dromos con una struttura di pali lignei apparvero nelle zone orientali della regione nella seconda metà dell'VIII sec. a.C., nelle necropoli di Shilikty e successivamente di Besshatyr. È stato proposto (Ismagil 1996; Moshkova, Malashev, Meshcheryakov 2011) che le tombe con dromos appartenessero alle famiglie nobili e che le sepolture a catacomba e nicchia laterale fossero invece più diffuse tra i gruppi di gente comune. Questa tipologia di tomba con dromos è stata anche utilizzata come indizio dello spostamento di alcuni gruppi dal Turkestan Orientale e dal Kazakhstan sud-orientale, sia verso le steppe del Mar Nero nel terzo quarto del V sec. a.C., che nelle regioni degli Urali Meridionali (Moshkova, Malashev, Meshcheryakov 2011), nella regione del Trans-Ural e nel Kazakhstan occidentale nel IV e III sec. a.C. (Ismagil 1996).

Le stele erano un elemento caratteristico dei kurgan di molte regioni. Potevano essere collocate sulla sommità del tumulo, oppure alle pendici di esso, al di sotto del primo strato di pietre. In quest'ultimo caso era stato ipotizzato (Tishkin) che le stele segnassero il confine settentrionale del monumento funerario (Dashkovsky 2014). Le stele sulla sommità invece venivano generalmente interpretate come simbolo dell'axis

mundi (albero/asse del mondo), ma anche del focolare, della casa, come generico

indicatore della presenza nel territorio (Beysenov et al. 2015, 67). Nella cultura di Tasmola del Kazakhstan centrale, nella necropoli di Taldy-2 furono ritrovate delle stele cadute nella parte bassa del tumulo. Fu ipotizzato che originariamente esse fossero fissate sulla sommità del tumulo in pietra, e che prima della costruzione della parte superiore del tumulo in terra fossero state deliberatamente abbattute (Beysenov et al. 2015). L'utilizzo di stele nella costruzione di kurgan è uno dei tratti più tipici delle necropoli dei monti Altai e del Kazakhstan orientale, per esempio nella cultura di Mayemir, dove sono attestati anche il dromos e sepolture secondarie di animali (Dzhumabekova, Bazarbaeva 2011).

I kurgan di Mayemir presentano somiglianze con il rituale funebre individuato nella necropoli di Shilikty, che a sua volta presenta somiglianze con alcuni rituali del Semirech'e. Le varie somiglianze di rituali funerari complessi fra culture diverse mostravano inequivocabilmente i contatti fra le popolazioni dei monti Altai, del Kazakhstan centrale, del Semirech'e e della regione del lago d'Aral già a partire dal periodo antico Saka. Questo fenomeno evidenzia la complessità, già accennata nel capitolo 4, e l'importante ruolo dei contatti fra regioni diverse nella formazione del mondo culturale scita. Il Semirech'e in particolare, data la sua posizione geografica strategica, il tipo di cultura e le condizioni climatiche e geografiche particolari che resero i gruppi locali semisedentari, giocò un ruolo di primo piano in questo senso. Il processo di semisedentarizzazione che avvenne in questa regione ebbe probabilmente delle conseguenze anche nei rituali funerari, soprattutto nell'utilizzo composito di materiali come pietre, legno e argilla (Beysenov et al. 2015).

La combinazione di elementi costruttivi e architettonici e il loro utilizzo variavano regionalmente all'interno del mondo scita. Oltre a tali differenze regionali, si registrano usi e elementi diversi anche fra necropoli e necropoli della stessa regione, o addirittura all'interno di una stessa necropoli. Inoltre non è possibile tentare di leggere

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queste differenze dal punto di vista cronologico, perché nella maggior parte dei casi datazioni assolute precise sono tuttora mancanti. La corrispondenza di base di vari aspetti del rituale funerario in regioni diverse può peraltro probabilmente essere ricondotta alla già citata omogeneità della concezione ideologica nel mondo culturale scita.