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CAPITOLO 8 RICOSTRUZIONE DELLA STRUTTURA DEI KURGAN E DEL RITUALE FUNERARIO DI KASPAN: CONFRONTI.

8.2 Confronti: sepolture di cane

Se il cane riveste un ruolo di primo piano nella società attuale, grande importanza gli veniva attribuita sin dall'antichità. Risulta infatti essere uno degli animali più anticamente addomesticati (Clutton-Brock 1995; Galibert et al. 2011; Larson et al. 2012) e sepolture di cane (più raramente anche in unione con sepolture umane) sono attestate già a partire da periodi molto antichi, sottolineando quel legame sociale e spirituale che univa il cane e l'uomo (Morey 2006). Un ruolo apparentemente di primo piano il cane lo rivestiva già nelle sepolture delle civiltà dell Oxus durante l'Età del Bronzo, dove è stato associato con la pratica della "caccia reale/aristocratica" (Luneau 2014). Anche la presenza del cane in alcuni contesti più poveri delle steppe è stata messa in relazione alla caccia, poichè il cane in assenza di pastorizia costituiva l'unico animale domestico, necessario per la caccia (Losey et al. 2013).

Nell'orizzonte culturale scita, il cavallo rivestiva senza dubbio il ruolo più importante (Rolle 1989, 101) non solo nella vita pratica di tutti i giorni, ma anche nella spiritualità e ritualità, soprattutto in ambito funerario, dato che, come si è visto nella parte introduttiva, numerosi cavalli venivano sacrificati e offerti in onore del defunto. Anche il cane sembra però trovare un suo posto nel rituale funerario, anche se non con la magnificenza e lo sfarzo che venivano riservati al cavallo.

La sepoltura di canidi costituiva un elemento del rituale funerario diffuso in un'area molto vasta del mondo scita/Saka, e più generalmente del mondo steppico euro- asiatico, secondo modalità, tipologie e tempistiche differenti. Nella regione degli Urali meridionali (cultura di Prokorovski), la sepoltura di cani si trovava generalmente negli strati superiori del riempimento della sepoltura, in alcuni casi anche più in profondità, come nel Kurgan n. 14 della necropoli di Vostochno Kur-Linsky del VI-V sec. a.C., o nel Kurgan n. 4 della necropoli di Krasnopartizanskaya-2 (Beysenov et al. 2015, 69). Anche sul margine opposto delle steppe, sui monti Altai in territorio cinese, sono state rinvenute sepolture sacrificali di vari animali, fra cui cani, come nelle necropoli di Chauki e Tsyunbake dell'antico periodo Saka.

Anche nell'area della Scizia furono trovate sepolture di cani in contesti funerari databili al V-IV sec. a.C., che sono state interpretate alla luce del culto del cane come figura di guardia-guida per il defunto al mondo degli Inferi (Gutsalov 2005, 442). Sepolture di cani, o il ritrovamento di alcune isolate ossa appartenenti a canidi si hanno anche in contesti funerari di ambito sarmatico (Seitov 2011), nei territori della Siberia meridionale (Novikov 1995, 1996, 2001) e talvolta anche in contesti di insediamento (Olsen 1999), mostrando dunque il legame che univa questo animale all'uomo.

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Sepolture di cane o di parti di esso (cranio) sono state rinvenute anche nella necropoli di Shilikty e nel kurgan-santuario di Barsuchj-Log (Parzinger, Nagler, Gotlib 2007). Si tratta di una pratica molto diffusa anche nell'area del Syrdarya interno (Gian Luca Bonora, comunicazione personale).

In altri casi i resti di cani sono stati trovati al di fuori della sepoltura principale, come per esempio nella tomba 138 della necropoli di Bestamak nella regione di Kostanay (Kazakhstan settentrionale) (III-II sec. a.C.), dove essi si trovavano, insieme alle ossa di altri animali, in un fossato esterno, oppure nel Kurgan n. 3 della necropoli di Shushye sul medio corso del fiume Tobol (Hanks 2003).

In particolar modo alcuni confronti sembrano particolarmente interessanti per il caso di Kaspan, soprattutto nel caso del Kurgan n. 1, dove la sepoltura del cane sembrava essere avvenuta successivamente alla sepoltura principale. In alcuni casi della Siberia meridionale e in particolare nell'area di Novosibirsk, gli animali erano stati sepolti durante o subito dopo la violazione della sepoltura primaria. Questo tipo di rituale sembrerebbe dunque avere l'obiettivo di limitare la negatività del mondo degli inferi, liberata a causa della violazione, attraverso un sacrificio cruento, creando una "barriera" tra questo e il mondo dei vivi. La cerimonia prevederebbe dunque la violazione della tomba e il sacrifico del cane, per placare lo spirito turbato (Troitskaya, Shishkin 2004). Sulla base di questi dati, sia la violazione che la sepoltura del cane avrebbero un valore rituale, come sembra nel caso di Kaspan, dove le due fasi sono separate da un arco di tempo, purtroppo non ricostruibile con esattezza in assenza di altre analisi. Tuttavia molto probabilmente dovevano essere strettamente collegate.

Un altro interessante caso è costituito dal Kurgan n. 9 della necropoli di Karagaj Bulak (Kyrgyzistan) per il quale Abetekov (1978) propose una ricostruzione secondo la quale la tomba sarebbe stata depredata molto tempo dopo la sepoltura, dopodichè sarebbe stata richiusa, sarebbe stato deposto il cane e poi, più in alto, in una attività rituale sarebbe stato bruciato e sepolto un secondo cane.

Per quanto riguarda l'interpretazione della sepoltura del cane in un contesto funerario, sono state proposte diverse teorie. Sulla base dell'analisi della presenza di cani nelle sepolture del territorio di Olbia è stato suggerito che esso, in qualità di animale sacrificato, avesse un ruolo apotropaico. La sepoltura dei cani direttamente all'interno delle tombe è stata anche collegata al suo ruolo di custode degli inferi e di guida al mondo sotterraneo per le anime defunte (Papanova 2004). In un altro studio sulle sepolture di cane nell'area del Mar Nero settentrionale (Sinica 2006) è stato ipotizzato che il ruolo generale della sepoltura simbolica fosse di protezione del defunto nel regno dei morti, ma che esso potesse acquisire un significato particolare in base al diverso contesto: negli insediamenti essa sarebbe associata al culto della femminilità e fertilità, mentre nelle sepolture maschili sarebbe una reminescenza del culto "Spaka". Questa parola della lingua meda che significa cane è usata anche in iranico e si ritrova in molti nomi composti fra gli Iranici. Infatti in ambito iranico e indo-europeo il cane e il lupo avevano un ruolo importante nell'ideologia militare (Ivantchik 2005; Asheri, Lloyd, Corcella 2008) ed era legato probabilmente alla figura del capo. In generale

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appare evidente come il cavallo, e in misura minore anche il cane, rivestissero uno

status speciale nei riti commemorativi in ambito funerario, probabilmente quello di

mediatori tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti.

Nel caso dei due Kurgan "reali" di Kaspan n. 1 e n. 4, il cane, oltre probabilmente al valore rituale di guida per il mondo sotterraneo, o comunque di legame fra il mondo dei vivi e quello dei morti, doveva assumere un ulteriore significato, forse apotropaico, ma senza dubbio legato alla violazione della tomba, come mostrano i contesti molto disturbati e la precisa sequenza di avvenimenti.