• Non ci sono risultati.

I decadimenti β Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "I decadimenti β Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza"

Copied!
29
0
0

Testo completo

(1)

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza

I decadimenti β

Lezione 9

(2)

Ipotesi del neutrino

•  Radiazione β identificata con elettroni

•  Decadimento:

AZ

X →

AZ+1

X+e-

–  Inconsistente con conservazione dell’energia:

–  ...e del momento angolare:

•  esistono transizioni tra nuclei senza cambio del momento angolare

•  ma e ha spin ½.

–  Ipotesi: Esiste una particella neutra invisibile (Pauli 1932)

•  è un decadimento in 3 corpi: possibili diverse ripartizioni dell’energia

•  la nuova particella deve avere spin ½

–  Deve essere un nuovo tipo di interazione:

•  elettroni e neutrini vengono creati nel nucleo, ma non partecipano alle interazioni tra nucleoni

•  conservazione del numero leptonico:

–  differenza tra numero di particelle e anti-particelle

–  posso solo creare coppie: o cambiare carica:

–  Le interazioni conservano il numeo di nucleoni (numero barionico)

ee+e ↔ν e+ ↔ν

(3)

Classificazione dei decadimenti β

•  I decadimenti β sono caratterizzati dalla trasformazione n → p oppure p→n

–  A non cambia: transizioni tra isobari

–  servono elettroni o positroni per conservare la carica

•  decadimenti β

-

: n → p+e

-

–  Condizione cinematica:

•  decadimenti β

+

: p → n+e

+

•  cattura elettronica: p+e

-

→n

•  Corollario:

–  tra due isobari vicini sarà sempre possibile un decadimento : valle di stabilità –  se è possibile un decadimento β+ è anche possibile la cattura elettronica

Q = M (A, Z) − M (A, Z +1) − m

e

> 0

Q = M (A, Z) − M (A, Z −1) − m

e

> 0

Q = M (A, Z) + m

e

− M (A, Z −1) > 0

masse nucleari

Q = m(A, Z) − m(A, Z +1) > 0

masse atomiche

m(A, Z ) > m(A, Z +1)

Q = m(A, Z) − m(A, Z −1) − 2m

e

> 0 m(A, Z ) > m(A, Z −1) + 2m

e

Q = m(A, Z) − m(A, Z −1) > 0

m(A, Z ) > m(A, Z −1)

(4)

Tavola dei Nuclidi

Stabile β+

β-

β

-

AZ

X→

AZ+1

X

β

+

AZ

X→

AZ-1

X

(5)

Larghezza del decadimento β

•  Possiamo derivare larghezza del decadimento β (sia differenziale che totale a partire dalla regola d’oro di Fermi:

–  la probabilità di transizione da uno stato iniziale i, ad uno

stato finale f, causata dall’interazione con un interazione H

W

:

•  Dove compaiono:

–  l’elemento di matrice

(ha le dimensioni di un’energia) –  la densità di stati finali:

(spazio delle fasi)

•  Prendiamo come esempio un decadimento β

-

•  Consideriamo il nucleo all’interno di un volume grande V λ = 2 π

! f H

W

i

2

ρ ( E

f

)

f H

W

i

ρ E

(

f

)

= dNf / dEf

Krane, cap. 9

(Z, A) → (Z +1, A) + e

+ ν

e

Dovremo verificare che i risultati non dipendano dalla scelta di V

(6)

La forma dell’interazione

•  Fermi ipotizza un’interazione di contatto:

•  L’interazione H

W

è normalizzata in modo da:

–  Esplicitare una costante GF che parametrizzi l’intensità dell’interazione –  Rimanere con un operatore OX puramente adimensionale

•  Dopo questa normalizzazione l’elemento di matrice diventa:

•  In realtà Fermi ipotizza diversi operatori O

X

relativisticamente invarianti.

•  Lo studio degli elementi di matrice permetterà di determinare la forma di O

X

H

W

( r, r

e

, r

ν

) = G

F

( !c )

3

O

X

δ r − r (

e

) δ r − r (

ν

)

f H

W

i = dr dr

e

dr

ν

( ψ

A,Z+1

(r) ψ

e

(r

e

) ψ

ν

(r

ν

) )

*

H

W

( r, r

e

, r

ν

) ψ

A,Z

(r)

V

= G

F

( !c )

3

dr dr

e

dr

ν

( ψ

A,Z+1

(r) ψ

e

(r

e

) ψ

ν

(r

ν

) )

*

O

X

δ ( r − r

e

) δ ( r − r

ν

) ψ

A,Z

(r)

V

= G

F

( !c )

3

dr ( ψ

A,Z+1

(r) ψ

e

(r) ψ

ν

(r) )

*

O

X

ψ

A,Z

(r)

V

(7)

Elemento di matrice

•  Supponiamo quindi un’interazione di contatto:

•  L’elettrone ed il neutrino uscenti avranno le funzioni d’onda di una particella libera con momento p

e

e p

ν

:

–  L’argomento dell’integrale è diverso da zero solo in una regione di dimensione r0A1/3 di qualche fm.

–  I moduli di pe e pν sono dell’ordine di Q, ovvero al massimo qualche MeV.

–  L’esponente ha quindi ordine di grandezza:

–  Si può sviluppare in serie:

•  Approssimazione dei “decadimenti permessi”:

–  solo il primo termine dello sviluppo –  l’elemento di matrice è indipendente

dai momenti di e e ν.

f H

W

i = G

F

( !c )

3

dr ( ψ

A,Z+1

(r) ψ

e

(r) ψ

ν

(r) )

*

( O

X

) ψ

A,Z

(r)

V

ψe(r) = e−ipe⋅r/!

V ψν(r) = e−ipν⋅r/!

V ⇒ ψe(r)ψν(r) = e−i(pe+pν)⋅r/!

V

normalizzazione: dr ψ(r)2

V

Qr0

! ~ 1 MeV ×1 fm

200 MeV ⋅ fm ~ 10−2

f H

W

i = G

F

( !c )

3

V dr ψ

A,Z+1

(r)

*

( O

X

) ψ

A,Z

(r)

V

e−i(pe+pν)⋅r/! = 1− i(pe+ pν)⋅ r

! 1

2

(pe+ pν)⋅ r

!

#

$% &

'(

2

+…

(8)

Elemento di matrice

•  Con la normalizzazione usata:

–  l’integrale è adimensionale –  si vede che GF ha dimensioni [GF]=[E-2]

La misura di M

fi

per diversi decadimenti potrà determinare la forma corretta di O

X

.

f H

W

i = G

F

!

3

c

3

V dr ψ

A,Z+1

(r)

*

( O

X

) ψ

A,Z

(r)

V

M

fi

= dr ψ

A,Z+1

(r)

*

( O

X

) ψ

A,Z

(r)

V

OX = HW / GF(!c)3

f H

W

i = G

F

( !c )

3

V M

fi

(9)

Spazio delle fasi

•  Lo stato finale è praticamente definito solo da e e ν:

–  il momento del nucleo di rinculo è univocamente definito una volta noti pe e pν –  Il nucleo compensa il momento totale, portantosi una frazione piccola dell’energia:

–  qualunque combinazione di pe e pν è accettabile purché soddisfi il vincolo Q=Te+Tν –  La massa del neutrino è molto piccola:

•  vedremo che misure dirette forniscono mν<2 eV

•  Tν=Eν=pνc

•  Il numero di stati finali per elettroni con un certo modulo del momento è dato dal volume che questi possono occupare spazio delle fasi diviso per la costante di Planck h=2πħ

•  Lo stesso vale per i neutrini:

Enucleo

(

pe+ pν

)

2

2Mnucleo = O Q2

Mnucleo

"

#$ %

&

' = Q× O 10

(

−3−10−5

)

dNe =V × 4πpe2dpe (2π!)3 dNν =V × 4πpν2dpν

(2π!)3

(10)

Spazio delle fasi

•  Il termine di spazio delle fasi diventa quindi:

–  con la condizione che Ef=Ee+Eν

–  Una relazione utile tra i differenziali relativistici si ricava da:

–  Inoltre:

•  Possiamo esprimere ρ(E

f

) in termini:

–  del momento dell’elettrone –  dell’energia dell’elettrone

–  dell’energia cinetica dell’elettrone:

•  Nel seguito useremo preferenzialmente quest’ultima.

ρ(Ef) = dN

dEf = dNe dNν

dEf =V × 4πpe2dpe (2π!)3

V × 4πpν2 (2π!)3

dpν dEf

p2 + m2 = E2 ⇒ 2 pdpc2 = 2EdE pdp = 1 c2 EdE pν dpν

dEf = Eν c2

dEν

dEf = Eν c2

d(Ef − Ee)

dEf = Eν c2

ρ(Ef) = (4π)2V2

(2π!)6c2 pe2pνEνdpe ρ(Ef) = (4π)2V2

(2π!)6c4 peEepνEνdEe ρ(Ef) = (4π)2V2

(2π!)6c4 pe

(

Te+ mec2

)

pνEνdTe

Eν = Q − Te pe = Te2 + 2mTe

(11)

(4π)2V2

(2π!)6c4 pe

(

Te+ mec2

)

pνEνdTe

GF2!6c6

V2 Mfi 2

Larghezza di decadimento

•  Tornando alla regola d’oro di Fermi:

•  Mettendo assieme tutti i fattori si ottiene una probabilità di decadimento differenziale:

–  che è indipendente dal volume V

•  In realtà non si può trascurare l’interazione coulombiana elettrone-nucleo

–  Dà una correzione all’elemento di matrice, calcolabile numericamente F(Z,Te)

•  La forma dello spettro dell’elettrone è da:

dλ = 2π

!

λ =

! f HW i 2ρ E

(

f

)

dλ = GF2c2

3! Mfi 2 pe

(

Te + mec2

)

pνEνdTe

1 λ

dλ

dTe ∝ pe

(

Te + mec2

)

pνEνF(Z,Te)

•  Definiamo l’integrale adimensionale:

•  La probabilità di decadimento è f (Z,Q) =

= 1

(mec2)5 0 pec T

(

e + mec2

)

pνEνF(Z,Te)dTe

Q

λ =GF2(mc2)5

3! Mfi 2 f Z,Q

( )

(12)

Correzione Coulombiana

6429

Cu

6428

Ni Q=653 keV

6430

Zn Q=579 keV

β- β+

http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/nuclear/beta2.html

(13)

Decadimento β

•  Riassumendo:

–  lo spazio delle fasi del decadimento in tre corpi dà la distribuzione differenziale di energia degli elettroni:

•  Se m

ν

=0, p

ν

cE

ν

=E

ν2

=(Q-T

e

)

2

–  La larghezza totale è:

•  dove:

dT

e

= G

F2

c

2

3

! M

fi 2

p

e

( m

e

c

2

+ T

e

) p

ν

E

ν

F Z,T (

e

) dp

e

= G

F2

c

4

3

! M

fi 2

p

e2

p

ν

E

ν

F Z,T (

e

)

dT

e

= G

F2

c

3

! M

fi 2

p

e

( m

e

c

2

+ T

e

) ( Q − T

e

)

2

F Z,T (

e

)

λ = G

F2

M

fi 2

( m

e

c

2

)

5

3

! f Z,Q ( )

f Z,Q

( )

= d Te

mec2

!

"

# $

%& pe

mec 1+ Te mec2

!

"

# $

%& Q − Te mec2

!

"

# $

%&

2

F Z,T

(

e

)

0 Q/mec2

(14)

Misura della massa del ν e

•  In un decadimento beta

•  il limite cinematico per l’energia osservabile dell’elettrone è

–  il Q-valore della reazione è calcolato per massa nulla del ν.

•  Lo spettro di energia dell’elettrone è dato da (mantenendo tutti i

fattori dimensionali):

•  m

ν

dallo spettro vicino al limite di energia, usando la trasformazione:

plot di Kurie

•  Se m

ν

d≠0 (Z, A) → (Z +1, A) + e

+ ν

e

T

e,max

= m(Z, A) − m(Z +1, A) − m

ν

= Q − m

ν

K(E) = dλ dTe F Z,T

(

e

)

peTe

!

"

##

$

%

&

&

1 2

∝ Q − T

(

e

)

E

ν

pνc

http://dx.doi.org/10.1103/PhysRevLett.96.042503

187Re

dT

e

= G

F2

m

e5

c

3

! M

fi 2

F Z,T (

e

) p

e

( m

e

c

2

+ T

e

)

× Q − T (

e

) ! " ( Q − T

e

)

2

− m

ν2

c

4

# $

1 2

∝ Q − T

(

e

)

#$

(

Q − Te

)

2− mν2%&

1

' 2

()

*)

+ ,) -)

1 2

(15)

Misure di m ν e dal decadimento di 3 H

Facciamo alcune considerazioni sulle formule precedenti.

•  Rate:

se siamo interessati ad esplorare una zona ΔE intorno all’end-point, vediamo che la frazione di eventi rilevante è:

siccome ΔE sarà dell’ordine del limite che si vuole raggiungere, è importante avere un Q-value il più basso possibile;

•  Intensità della sorgente:

il tasso di eventi dipende dalla

dimenzione della sorgente e dalla vita media:

avere N troppo grande crea problemi di autointerazione con la sorgente, quindi ci si orienta verso τ brevi.

•  I due requisiti sono in parte in contraddizione, dato che

•  Risoluzione:

la risoluzione energetica σE sarà comparabile al limite di massa

accessibile. Avere un basso Q, permette di avere risoluzione energetiche

moderate:

•  Il decadimento esclusivo in questo campo di ricerca è quello del trizio:

3 5

2 2

⎟⎟⎠

⎜⎜⎝

=⎛ Δ Δ

×

×

≈ Δ Γ

Δ

Q E Q

E Q

E dE

dN E

τ N dt

dN =

1 5

Q τ

3

H →

3

He + e

+ ν

e

Q = 18.574 keV T

1 2

= 12.3 yr

Q m E

E ν

σ ≈

Opzionale

(16)

Misure di m ν e dal decadimento di 3 H

Lo spettro di energia e l’accettanza che ci interessa impongono dei vincoli piuttosto forti agli apparati:

•  Se siamo interessati ad esplorare un range di circa 10 eV intorno al limite dello spettro, la frazione di elettroni che ci interessa è di

bisogna quindi eliminare gli elettroni non interessanti, altrimenti soffocherebbero il segnale.

•  Elettroni di qualche decina di keV

vengono assorbiti in pochi cm di aria o in poche decine di µm in un altro materiale.

•  Bisogna quindi ridurre al minimo:

–  le perdite di energia all’interno della sorgente;

–  le perdite di energia nel percorso tra sorgente e rivelatore.

•  Risoluzioni energetiche di pochi eV e con

non possono venire raggiunte in base alla risposta di un rivelatore.

•  L’unico apparato in grado di soddisfare tutti questi requisiti è un analizzatore magnetico.

Range di elettroni in aria

0.00 0.20 0.40 0.60 0.80 1.00 1.20

0.008 0.013 0.018 0.023 0.028

Energia cinetica [MeV]

Range [cm]

http://physics.nist.gov/PhysRefData/Star/Text/contents.html 10

3

10 5 .

1 ×

⎟⎟ ≈

⎜⎜⎝

⎛ Δ Q

E

104

E ≈ σE

Opzionale

(17)

Misure di m ν e dal decadimento di 3 H

•  La tecnica usata dagli esperimenti più recenti (Mainz, Troitsk, Karlsruhe) è quella degli specchi magnetici.

–  In campo magnetico non uniforme è costante del moto:

•  momento magnetico della corrente dell’elettrone

•  proporzionale al flusso di B nella spira sottesa dall’elettrone.

–  elettroni emessi dalla sorgente seguono le linee del campo magnetico;

–  la maggior parte di questi viene riflessa indietro alla seconda strozzatura;

–  l’energia minima per raggiungere il rivelatore viene modulata dal potenziale degli elettrodi.

mνe <2 eV Esperimento di Troitsk,

Phys. Rev. D 84, 112003, 2011 http://arxiv.org/abs/1108.5034

µ = p2 2meγB

KArlsruhe TRItiun Neutrino experiment

Opzionale

(18)

Spettrometro di KATRIN

Opzionale

(19)

Osservazione del neutrino

•  Fino ad ora abbiamo visto solo evidenza indiretta del neutrino

•  La prima rivelazione diretta del neutrino fu fatta da Reines e Cowan nel 1956

•  Utilizzarono la reazione di decadimento β inverso

–  La sorgente di antineutrini utilizzata fu un reattore nucleare

•  fra i prodotti della fissione ci sono emettitori β a vita media breve

•  Osservazioni:

–  la sezione d’urto d’interazioni di neutrini è molto piccola

–  Ė relativamente facile costruire un bersaglio attivo di massa elevata che contiene protoni liberi (H)

νe + p → e+ + n

σνp ≈ 5.6GF2Eν2

(

!c

)

2 π

(20)

Esperimento di Reines e Cowan

•  Il segnale da rivelare è relativamente semplice

–  l’antineutrino interagisce con il protone

•  vengono prodotti un positrone e un neutrone

•  il positrone si annichila con un elettrone e produce due fotoni

•  i fotoni a loro volta producono altri elettroni per effetto compton

•  Quanto descritto è rapidissimo, pressocchè istantaneo: segnale prompt

•  Il neutrone compie numerosi urti elastici e rallenta

–  Con un certo ritardo avviene la cattura di un neutrone da parte di un nucleo

–  Viene emesso anche in questo caso un fotone

•  alla fine elettroni e positroni

•  Segnale ritardato

νe + p → n + e+ e+ + e →γ +γ

γ + e →γ' + e

n + p → d +γ n + ZAX → A+1ZX +γ

Opzionale

(21)

•  Il segnale è pertanto una coincidenza ritardata (di circa 1 ms ) fra:

–  il segnale dovuto all’annichilazione del positrone –  il segnale dovuto alla rivelazione dei fotoni

della cattura del neutrone

•  La tecnica viene utilizzata anche oggi come mostrato nella figura proveniente da un articolo dell’esperimento Chooz che cerca le oscillazioni di neutrino

•  M. Apollonio et al. – Eur. Phys. J. C27 p 331 (2003)

Esperimento di Reines e Cowan

Opzionale

(22)

Spin isotopico

•  Abbiamo visto che le interazioni nucleari sono identiche tra neutroni a protoni

–  differenze dovute alla interazioni elettromagnetiche

•  Possiamo assumere che per le interazioni forti esista una unica particella:

–  il nucleone N

–  che può trovarsi in due stati di carica, p ed n

–  in pratica ha un grado di libertà interno, come lo spin:

–  spin isotopico I: N ha I=1/2, ed i due stati p I3=+1/2, n I3=-1/2

•  Questo grado di libertà interno, dovrebbe dare due stati degeneri:

–  degenerazione rotta dalla carica:

•  Sistemi di nucleoni possono trovarsi in stati ben definiti di spin isotopico:

–  deutone: esiste in unico stato di carica: I=0

•  essendo il nucleone un fermione la funzione d’onda deve essere antisimmetrica

•  Funzione d’onda orbitale per L=0,2 è simmetrica

•  Funzione d’onda di spin per S=1 è simmetrica

•  Funzione d’onda di spin isotopico, per I=0, è antisimmetrica:

Q = A

2 + I3, A = numero di massa p = 1

( )

0 , n =

( )

01

1

2( p n − n p )

(23)

Spin isopico

•  Esempio: I=1/2

•  Esempio: I=1, I=0

•  Per questi nuclei, decadimenti β tra membri di un multipletto sono mediati dagli operatori I

±

che trasformano p⇔n

17F I3=+1/2, Jπ=5/2+ 17O I3=-1/2, Jπ=5/2+

14O I3=+1, Jπ=0+ Excess mass 8.0 MeV

14N* I3=0, Jπ=0+ Excess mass 5.2 MeV

14C I3=-1, Jπ=0+ Excess mass 3.0 MeV

14N I3=0, Jπ=1+ Excess mass 2.9 MeV

(24)

Determinazione della costante di Fermi

•  Nella maggior parte dei casi, si usa il tempo di decadimento per stimare l’elemento di matrice.

•  Esistono particolari decadimenti in cui per ragioni di simmetria si può valutare con precisione M

fi

=√2.

•  Sono tutti decadimenti β

+

, tra elementi di un tripletto di spin isotopico con J

π

=0

+

:

•  Sono sempre in competizione con cattura elettronica o altri stati finali:

•  Infine, invece della vita media, è tradizione usare il tempo di dimezzamento:

•  La costante di Fermi nel decadimento β si ricava dunque a partire dal valore misurato ft:

Γ = 1 τ

BR 1+ P

EC

2

2

ln

/ 1

= τ t

ft = f Z,Q ( ) BR t

1/2

( 1+ P

EC

) = ln 2 π

3

!

G

F2

( m

e

c

2

)

5

Γtotale

frazione di decadimenti β 0+→0+ frazione di decadimenti per EC

I

I = 1, I

3

= +1 = 2 I = 1, I

3

= 0 , I

I = 1, I

3

= 0 = 2 I = 1, I

3

= −1

(25)

Decadimenti super-permessi

Correzioni e-nucleo e struttura nucleare.

G

F

= 1.14962 ± 0.00015 ( ) ×10

−5

GeV

-2

I3=+1

I3= 0

(26)

Riassunto

•  Nel decadimento β, un elettrone ed un neutrino vengono prodotti all’interno del nucleo.

–  cinematicamente il nucleo bilancia il momento, ma riceve poca energia.

•  La prima teoria del decadimento β di Fermi: interazione di contatto.

•  Calcolo della probabilità di decadimento dalla “regola d’oro”

–  intensità dell’interazione data da una costante G

F

=1.1×10

-5

GeV

-2

–  nei decadimenti “permessi” l’elemento di matrice non dipende (in prima approssimazione) dal momento di elettrone e neutrino

–  lo spettro del decadimento viene descritto completamente dal termine di spazio delle fasi.

•  In alcune transizioni l’elemento di matrice è quasi calcolabile:

–  concetto di spin isotopico (o isospin) e misura della costante di Fermi

•  Prime proprietà del neutrino:

–  massa: m

ν

< 2 eV (decadimento del trizio:

3

H→

3

He)

–  sezione d’urto (esperimento di Reines e Cowan)

(27)

ESERCIZI

(28)

Esercizio 9.1

Trascurando l’interazione coulombiana tra elettrone (o positrone) e nucleo, la probabilità di decadimento

differenziale per i decadimenti β permessi è data dalla formula:

Trovare un’espressione approssimata dello spettro di energia per decadimenti in tre corpi:

•  nei due casi limite in cui Q≪m

e

c

2

e in cui Q≫m

e

c

2

•  Calcolare la larghezza di decadimento totale nei due casi

•  Per entrambi stimare 〈T

e

〉 e mostrare che vale Q/3 nel primo caso e Q/2 nel secondo.

d λ

dT

e

= G

F2

c

2 π

3

! M

fi 2

p

e

( m

e

c

2

+ T

e

) ( Q − T

e

)

2

(29)

Esercizio 9.2

Data la sezione d’urto:

–  assumendo che tale sezione d’urto sia indipendente dallo stato

legato di p in un nucleo, calcolare il libero cammino medio in Fe di un anti-neutrino di 1 MeV.

Considerando un reattore nucleare di 700 MW

–  quante fissioni avvengono al secondo?

–  qual è l’ordine di grandezza di energia e flusso degli anti-neutrini a 10 m dal reattore?

–  Quante interazioni per ora sono attese in 200 l di H

2

0?

(considerare l’interazione solo con H)

σ ν ( p → e

+

n ) ≈ 5.6 G

F2

E

ν2

( !c )

2

π

Riferimenti

Documenti correlati

•  ℓ = lunghezza lungo la traiettoria di riferimento della particella sincrona, corrispondene al valore nominale di p e R nel campo dipolare B. •  Per

–  le perdite di energia all’interno della sorgente;. –  le perdite di energia nel percorso tra sorgente

In questo caso l’energia della diseccitazione è trasferita ad un elettrone atomico che viene emesso con un’energia cinetica pari alla differenza fra l’energia

Lo spettro energetico dell’elettrone nel decadimento β è continuo e non monoenergetico, come atteso in un decadimento a due corpi.. Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione

Limitando in modo opportuno il numero di neutroni è possibile avere in ogni evento di fissione un solo neutrone à la reazione a catena e la produzione di energia sono

Riassumendo, nel caso dei quark up e down la prossimità delle loro masse, unita alla possibilità di processi di creazione/distruzione di coppie quark-antiquark, determina un

Dato che il livello di Fermi, in un nucleo stabile, ` e lo stesso sia per protoni che per neutroni (altrimenti il nucleo potrebbe trovare una configurazione energeticamente pi`

Lungo la traiettoria circolare, in uno o pi`u punti, vi sono cavit`a RF dove un campo elettrico alternato a frequenza ω RF cede energia alle particelle... Il sincrotrone `e