CURA
DELLA
CAMERA
DI
COMMERCIO
INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO
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'
N. 211
~
LUGLIO 1960
L.
~
I~impronta
Lexikon Elettrica
N. 211
LUGLIO 1960
COMITATO DI REDAZIONE:
Ono Oott. GIUSEPPE ALPINO Dott. AUGUSTO BARGDNI Pror. 0011. ARRIGO BORDIN Dott. CLEMENTE CElIDDNID Pror. Dott. GIOVANNI DALMASSO Dott. GIACOMO FRISETTI Pror. Dott. F. PALAZZI-TRIVELLIDott. GIUSEPPE FRANCO Direttore relponsabile
MENSILE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA E AGRICOLTURA 01 TORINO
pago
C.
BERTOLOTTI - Navi e ammiragli del Po torinese 3 E. BA TTISTELLI - La pubblicità vinicola9
R. FASANO - L'industria automobilistica nei paesideII'E.F.T.A. 1]
S. LAMPITELLI -
Il
colore nella vita moderna15
R. ZEZZOS _ Lungastoria del calfè
19
G. LEGA - Nuovi impieghi industriali delle materie
plastiche rinforzate
17
Rassegna della tecnica - a cura di G. F.
Mi-chelelli
19
Note di CRONACA CAMERALE:
Comunicazioni ferroviarie
36
Congiuntura economica del mese di giugno
1960
39
Rassegna del commercio estero torinese nel
mese di giugno
1960
.
4l
Sinossi dell'Import-Export
46
Borsa Valori _ Rassegna del mese di luglio
1960
51
Tra i libri (G. B.):ERCOLE CALCATERRA: Le caratteri,tiche ,trutturali del-l'.conomia it.liane - libri ricevuti •
Fiere, Mostre, Esposizioni e Congressi Interna-zionali
1960
Il
mondo offre e chiede56
57
CASSA
DI
RISPARMIO
FONDATA NEL 1827
MORGfX RONC.O C[OES SUSA TORRE. PElLICE BUSCASede centrale:
TORINO
Via X X Settembre, 31
2J
Dipendenze In Torino
13J
Dipendenze nelle 6 Provincie
Piemontesi e nella Valle d'Aosta.
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E
AMMIRAGLI
DEL
PO TORINESE
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-NEl 1638 MARIA CRISTINA DI FRANCIA ISTITUIVA LA CARICA DI "AMMIRAGLIO DEL PO u.
LE BARCHE DUCALI, PAVESATE A FESTA, RISALGO'NO' IL FIUME.
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di
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Ammiraglio
del PO
»
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38
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di Francia, Reggente del
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e
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e
ll
e
raffiguranti
gli altri
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i
e
intonanti l
e
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e
i Duchi
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e
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come
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e
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i
diressero
verso
Torino,
accompa-gnati
dalle molte
«
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e
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Cort
e
. Dopo un miglio,
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Du-ca condurre
la
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«
a
riposarsi
alquanto
in
alcune
isolette
che sul
fiume
e
rano
»; così,
la
regale
Cop-pia scese
nella più leggiadra
«
ac-comodata
·
.
con·
tanto
artificio che
veramente
tal
e
dalla natura par
ea
fatta
»
.
Quivi molt
e
sorprese
li
attende-vano.
Entrati in
«
una
spelonca che
sotto
il
monte
era,
tutta
circondata
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a
piccole
caverne
»
dalle quali
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sciva
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una
di qu
e-ste
comparve
un
attore
in
ves
t
e
di
Alfeo,
fium
e
innamorato di
Arethu-sa, il quale cominciò a recitare versi
in
'lod
e
dei
Du
c
hi.
E quando
il
Du
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chiese
un rinfr
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narra
il
cronista
-
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che si
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l
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lli
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«
che
per
al-quanto
spaz
i
o sopra
il fiume
vi
si
t
e
nd
ea
»,
furono ricevuti,
con
gran-di
cerimonie, dai più autorevoli
per-sonagg
i
,
mentre sulle rive fuochi
di
g
i
o
i
a
brillav
a
n
o e
l
e artig
li
eri
e
fa-cevano
udire
il
l
oro
tu
ono
festante
.
Nel
1678
venne
organ
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a
t
a al
Castello del Valentino,
per
ordine
di Madama Reale, una festa in
oc-cas
i
o
n
e
del
giorno
n
a
t
a
li
zio
di
S
.A.
R.
Vittorio Amedeo II. Anche
in
questa festa,
chiama
t
a
«
I portici
di Atene
»,
d
opo
i
fuochi di
artifi-z
i
o,
si
v
id
e avanzare su
l
Po il
va-sce
llo
di Nettuno,
tutto di
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amine
d
'oro e orna
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di festoni, guidato
d
a
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nave di Minerva,
e
passare
sotto
i
portici
di
Atene,
la
c
ui
gran-d
e
mole
era s
t
a
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a
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nt
a
t
a
dal
Ca-s
t
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llam
on
t
e.
La
cronaca
registra
che
«arsa
la
mO'le
e
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finiti i
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ochi,
le
Alt
e
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li
s
i
ritirarono nel
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t
e
llo d
e
l
Valentino
».
«
P
e
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servire
di div
e
rtim
en
t
o
alle
specchiarsi
in acqua
fra du
e
vec-chioni
-
il Po
e
]' Adige -
che gli
stanno coricati
ai
fianchi
versando
acque
dall'urne.
A poppa
fanno ala
al tim
one
due
cavalli
marini aBe cui
sq
uame s'atteggiano
arrampicanti
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bellissi
mi
putti.
Si
eleva
nel
m
e
zzo
della imbarcazione
un
qua-drato
,
d
e
tto a
Venezia
«
Tiemo
»
con
un
te
tto tutto dorato
e scolpito,
sos
t
e
nuto
da
dodi
ci pilastrini dorati
e
ornati
da rabeschi a
bassorilievo,
tra i quali apransi
dieci
fines
trelle.
L
'
int
e
rno
d
e
l
«
Tiemo
»
è
tutto
di-pinto con
figurazioni
a
llegoriche e
scene storich
e
.
Perfino il timone
fu
guernito
di
intagli
come
la
ribolla
ch
e
lo
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eg
ola.
L'artefic
e
che
eseguì
gli intagli principaIi di qu
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mira-bil
e
lavora
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è
Matteo
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e
ran; qu
e
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el timon
e
sono
di
certo
«
monsieur
Egidio
»
.
Il
tra-spor
to a
Torino
avvenne
per via
fluviale; non
dovette essere
certa-m
e
nt
e
agevo
le
risalire
il
Po mal
go-vernato di
quei t
empi con simile
im-barcazione pesante
e
d
elicata neHa
fattura
es
terna! Per
facilitare
am-ministrativamente
la
navigazione al
bucintoro, Carlo Emanuele II di
Sa-voia
emanava il
30 giugno
1731 un
decr
e
to col
quale ordinava a
tutti i
Coman
danti delle
piazze
sul
fium
e
di
lasciar
passare
la peota
e
le
per-sone ch
e
la
conducevano
«
senza
r
e
cargli né permettere gli venga
re-cato impedim
ento
o
ritardo di
sorte
alcuna
,
somministrandogli
anzi in
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di bisogno
ogni
aiuto
et
assi-st
e
nza,
per quanto
si stima cara
la
grazia
nostra
»
.
Il bucintoro
impie-gò due mesi
a
p
ercorrere
la distanza
da
Ven
ezia
a
Torino
e
ci vO'lle
tutta
la
bravura dell
'
equipaggio
venezia-no per riuscire
brillantemente
nella
Il COSIDDETTO " BUCINTORO DI SAVOIA" VARATO NEL 1730.
difficile
impresa.
Giunto
al
Valen-tino,
il bucintoro
fu
collocato sotto
un'ampia tettoia,
che
p
er esso era
stata appositamente costrutta al
ca-stello del Valentino,
e
n
e
fu
affidata
la
custodia ai veneziani che
lo
ave-vano
trasportato dalla loro
città, ai
quali
fu
concesso
il privilegio
d
ella
«
barchetta
al
Valentino
»
.
Molte volte
quindi il Po
fu
testi-mone
di feste
nautich
e:
ricordiamo
in particolare
quell
e
in
occasione
di
altre
nozze
reali: nel 1776
,
quan-do
si
celebrarono le
nozze
di Carlo
Emanuele
IV colla Principessa
Clo-tilde di Francia
e,
successivamente
,
nel 1842,
qu
elle
di Vittorio
Ema-nuele
di Savoia
e
Maria Ad
elaide
d
'Austria. Il
vecchio
Eridano non
vide
mai uno
spettacolo
nautico più
grandioso
di quello
che si svolse
quella
sera, 8 maggio 1842,
in onore
degli Augusti Sposi.
Non appena
scese
la notte,
tra
le
piante
che
scendevano
alle
rive
dai declivi della
collina s'accesero
mille
e
mille lampioncini di vario
colore.
Le ville sulla collina,
da San
Vito a Superga, apparvero
sfolgo-ranti di luci. La
chiesa
del Monte
dei
Cappuccini disegnava sul
ci
e
lo
con migliaia
di
lumini la
sua forma
elegante,
mentre
all'ingresso d
e
lla
Val Salice
compariva graziosament
e
un
attendamento militare
illumina-to. Tutt
'
intorn
o al Bucintoro,
gui-dato da
marinai
in
giubb
a
rossa
e
b
erretto
alla v
e
n
e
ziana
,
sciamavano
numeros
e
b
arche
,
inghirlandate
con
globi
policrami
, e
ved
ev
ansi
muo-vere sull
'
onda quattro
grandi
e alt
e
fortezze
natanti, di forma quadrata,
con
torrione e
b
all
atoio,
guarnite ad
ogni
piano
di difensori.
Giungevano all
e
20
nella loggia
reale le
L
oro
Maestà con
le
Reali
Famiglie e
la
Corte
.
Molti spari di
artiglieria annunziarono l'arrivo
d
ei
Sovrani
e
dettero
il
segno
d
'
inizio
della festa.
Gli artiglieri
piemontesi
ebbero
la bravura di mostrare
-uniti in
singolare
frat
ellanza
-
due
el
ementi
che sono
in
perpetuo
anta-gonismo:
l'acqua
e
il fuoco.
Dap-prima,
molte
fiamm
e
di diverso
co-lore
si videro galleggiare sull'
ac-qua, dondolandosi dolcemente;
poi
avanzarono
,
f
e n d e n d o
agilmente
l'onda, delfini
e
cavalli
marini
che
dalle
narici
e
dai fìatatoi del
capo
NEI TEMPI ANDATI, NAVIGANDO SUL PO, I TORINESI ARRIVAVANO FINO ALL'ADRIATICO. NE FA FEDE, TRA L'ALTRO, LA CRONACA DEL VIAGGIO EFFETTUATO DA UNA NUMEROSA CONFRATERNITA PARTITA DA TORINO IL 25 FEBBRAIO 1725 SUL BARCONE DI PADRON PIETRO GOGGIA ...
IL VAPORETTO" ANGELO BROFFERIO" CHE SCESE IN PO NEL 1884.
sorta attribuirono ancora
agli
ere
di
dei Conti Conterio di Sant'Alb
ano
l'ufficio di
«
Ammiraglio del
Po »
,
ma
il
titolo
e
il
grado
furono
sempr
e
e
d
es
clusivamente
da
allora
in
poi
onorifici.
Rimase
invece,
per quanto
rudim
entalmente
organizzata
,
l'am-mini
strazione
dei
servizi
fluviali n
e-gli
Stati di Sua Maestà Sarda,
e
chi
scrive
ha
sotto
gli occhi
una
copia
del Regolamento
(firmato
D
e
Gr
e-gori
e
controfirmato Compayr
e
Se-gretario)
«
d'Ordine
di S.M.
ema-nato p
er la
navigazione sovra
i
'
l
fiu-me
Po in data
de 7 aprile 1746
»
.
Ed
al
Regolam
ento il Signor
«
Gio-sepp
e
D
e
Gregorj,
Consigliere
e
Generale
delle
Finanze
di
S.M.
»
premetteva
queste
poche righ
e:
«
Essendo di
somma conseguenza
particolarm
ente
n
elle
presenti
cir-costanze
di
guerra, che
la
Naviga-zione sul
fiume
Po
venghi ampliata
e
si
esercisca
COn
la puntualità ed
esattezza
corrispond
enti
alle
urgen-ze
del Regio
e
Pubblico
Servizio
,
si
è
degnata S.M
.
di
comandare
con
R
egio Suo Viglietto delli 5 del
cor-rent
e
a
Noi diretto
che se ne
do-vesse
far pubblicare
il
seguente
R
e-golamento,
d
'Ordine
suo compillato
,
con
incaricarsi di farlo puntualm
en-te
osservare.
In
ubbidi
enza per
tanto
d
ei Sovrani
Comandi
,
sendovi in
primo luogo deputati il Sig.
Carlo
Am
edeo
Bongioanni
e
il Signor
Av-vocato
Gio Francesco
Cado per
in-vigilare
alla d
etta Navigazione,
il
primo
di residenza
al
Borgo di Po
d
ella presente Città
ed il
secondo
nella Città di Casale:
si ordina:
1.
Che
tutti indistintamente
li
Pa-roni
o
altri Proprietarii di Barche
sul
Fium
e
Po p
e
r tutta l'este
nsione
d
e'
Stati di S.M
.
debbano fra
il
te
rmine di giorni otto dopo la
pub-blicazione
d
el presente
consegnare
a
qu
ello di d
etti D
eputati
che gli
lanciavano
favill
e
color
dell'
oro.
Si
accesero
poi
sul fium
e
i fuochi di
gioia -
come
allora
venivano
chia-mati
-
tanto bizzarri
e
nuovi
e
di
tale
imponenza che
m
ai i torinesi
prima
d
'
allora avevano
ammirato
.
Intanto
,
fin
da
principio d
ello
spettacolo, ce
nto
cannoni
dissemi-nati
sulla collina prospiciente
al
ca-s
tell
o
del
Valentino
,
tuonavano
,
te
-n
endo bordone
al
fragore
dei
fuo-chi d
'artificio
e
agli spari
dei
can-noni delle fortezze natanti.
Tra
il
frastuono
d
ella fes
ta
piro
tecnica,
verso
le
22,
ebbe
inizio una finta
battaglia
fr
a sei b
arche
d
ella r
egata,
protette
d
all
e
fortezze
natanti
e
sei
al
tre
imbarcazioni
,
mosse
al
loro
as-salto.
Quasi un
'ora durò la mischia,
cade
nza
ta dal fuoco intensissimo
d
ell
e
artiglierie
che
sparavano
bom-b
e
incendiarie e
fumogene
.
D
e
nse
nubi di
fumo coprivano
il
fium
e
sa-lendo
lenta
mente
nell'aria,
m
entre
brillavano nel buio le
rosse bocche
dei mortai,
disp
oste
a
bordo d
elle
fortezze
natanti.
La
emozionante
battaglia navale
ebb
e
te
rmine,
tra
il clamore
del-l'enorme
popolo riv
ersatosi sulle
rive
del Po
,
quando l'incendio d
ella
nave capita
na
assicurò la
vittoria
dell
e
fortezze
. A
coronamento
dello
spettacolo
venne
illuminata
sulla
riva
destra d
el fium
e
una
stupenda
costruzione
a
colonnato,
disegnata
dall'a
rchitettp
Sada
.
Ma di
altre
storie
fu t
estimone
il
grande
fium
e torin
ese: fu infatti
pro-prio
sul Po
che
il
buon Carlo
III
di
Savoia
(qu
ello
che
i meno rispettosi
dei
suoi sudditi chiamavano
il
Sa-grestano)
fuggì da Torino
con
la
sua
famiglia
e
pochi cortigiani a
Chi-vasso, e
di là
a
Verc
elli. Come
del
Po si
servirono
spesso
i
corrieri
du-cali
p
er
giungere a
Torino durante
6
[
CRONACHE ECONOMICHEl'
epico
assedio
del 1706, nonchè
gi-tanti
e
pellegrini.
Si ricorda
a
que-sto
proposito
anche
la gustosissima
narrazione (riportata
in una
pubbli-cazione
del 1911) di un p
ellegrinag-gio
di tutta una
confraternita,
par-tito
il
25 febbraio d
el 1725
sul
bar-cone di un certo Padron Pietro
Gog-gia
di
Torino
e
giunto
«al Ponte di
Lagoscuro tutto
con ottima
salute
in
undici
giorni
di navigazione
sul
Po,
.
pendente
la quale
si
recitava
al
mat-tino l'Officio
piccolo della Bea
ta
Vergine,
al
dopo pranzo il Vespero
e
t
verso sera
il
Rosario ...
».Per tornare
p
erò
al
nostro
«
Am-miraglio del Po
»,la sua nomina
data dunque
dal
gennaio 1638,
ma
pare che
un
ammiraglio effettivo
del
Po
esistesse
già
fin dal 2 maggio
1629 in persona di Andrea
Pellegri-no
e
che
Aymone Conterio o
Gon-tery,
Conte di Sant'Albano,
sia
stato
il
secondo,
non il primo
supremo
reggitore dell'amministrazione delle
vie
fluviali del Piemonte;
e
un altro
Conterio, don Paolo di Sant'Albano,
figlio di Aymone,
veniva
nominato
il
20 luglio 1651, e
un t
erzo
,
don
Felice
Giacinto Conterio,
era
chia-mato all
'alta
carica
il 31 marzo 1697
trasformando definitivamente il suo
nome da Conterio in Gonte
ry.
Dopo di lui pe
r parecchi
anni
patenti
ed
editti e
documenti d'ogni
NEL 1911, SVOLGENDOSI LE ESPOSIZIONI CELEBRANTI IL CINOUANTENARIO DELL'UNITA' D'ITALIA, IL COMITATO D'ALLORA ORGANIZZO' UN SERVIZIO DI VAPORETTI; NAVE «AMMIRAGLIA" NE FU
far
à
più comodo
,
iJ numero
e
capa-cit
à
dell
e
Barche che
hanno
,
la
quantità
degli uomini
e cavalli che
t
e
ng
a
no ad
uso d
e
lle medesime
ed
jJ
nom
e
cognom
e
e
luogo
d'abita-zion
e
d
'e
ssi cons
e
gnanti; 2.
Tutti
li
Barcaioli,
Portonari, Pescatori
ed
altri Uomini pratici
della
Naviga-z
ion
e
dovranno pure
fra il detto
ter-min
e
cons
e
gnarsi alli
rispettivi
Si-gnori
Ordinari de
'
Luoghi ne'
quali
hanno la loro
abitazione, spiegando
il
Nome, Cognom
e
e
Patria
e
la
Prof
e
ssion
e,
che eserciscono: ..
. Ed
affinchè sempr
e
possa
sapersi
l
a
quantità
e
la
capacità
delle Barche
di cadun
Parone,
occorrendo che
qualcuno
di
essi si
accomprasse,
o
v
e
nd
e
sse ad altri
,
o
per
qualche
ac-c
id
e
nt
e
restasse
con
un minor
nu-m
e
ro d
e
l
già consegnato, sarà
in
ob-bligo
tanto l'Accompratore,
che
il
V
e
nditor
e
di denunciarlo
al
detto
Sig. Bongioanni
,
locchè
anco si
pra-ticarà in
quelli
,
che ne avessero
fat-to fabbricar
e,
e ciò rispetto a
tutti
,
la prima
volta che gli occorrerà
di
approdare allo sbarco
di questo
Borgo del
Po ...
»
.
E
il Regolamento
continua
avver-t
e
ndo che sarà comminata
una
«
pe-na
di
Scudi
due d'oro
»
a ch
iunqu
e
contravverrà agli obb
li
ghi
portati
dal Regolamento
stesso; che v' è
il
dovere assoluto
per
«
li Paroni di
Barche
,
prima d'incominciar
a
farle
scaricare,
di
consegnar a
detto
de-putato
tutta
l
a roba, che
avranno
condotto, spiegandone
li
rispettivi
Proprietari
,
ove
ne
avranno
fatto il
carico e
quando ne
saranno
par-titi
.
.
.
»
.
Inoltre
«
quando
si saranno
desti-nate Barche per qualche
carico che
riguardi
il Servizio delle Regie
Aziende o quello
della presente
Cit-tà
,
i Paroni
saranno castigati
nella
pena
di
scudi
dieci d'oro
e anche
maggiore
secondo
1'esigenza de'
casi
,
se in vece
di far il
carico ordi
-nato si faranno
lecito di prenderlo
in
tutto
o in
parte
con
robe
appar-tenenti
a
Particolari,
salvo
giustifi-cassero
d'averlo fatto per
compir
quello
di qualche Barca
che
restasse
in tutto
o
parte disoccupata dopo
d
'
aver caricato
tutto
ciò che
sarà
stato comandato ...
Quando poi de'
Paroni
,
che comanda
ti
per
servizio
di d
e
tt
e
Aziende e
città si
rendes-LA MOTONAVE "VITTORIA n, VARATA NEL 1935, FU LA PIU' GRANDE CHE AVESSE MAI SOLCATO
LE ACQUE DEL FIUME TORINESE.
sero
renitenti,
oltre
la
pena
sud-detta di
scudi
dieci d'oro,
incorre-ranno anche
quella del
carcere, ad
arbitrio
nostro
...
Si proibisce
a
Bar-caioli, che sono al servizio
di
qual-che Parone, d'abbandonar tal
ser-vizio sotto
pena del
carcere
,
salvo
che abbino avvertito
il
medesimo
per
lo meno quindeci
giorni
prima,
siccome anche
non
sarà
lecito a
Pa-roni
di
li
cenziar
detti Barcaioli
se
non precedente avviso
come
so-vra ...
»
ecc. ecc
.
E
l
a vigi
l
anza
ufficiale
sulIa
navi-gazione
del Po
continuò
,
con
poche
varianti, anche
durante
la
domina-zione
francese. Troviamo infatti in
data di Torino 17 Frimaio Anno IX
(8
dicembre 1800) un decreto
fir-mato Carlo Botta P.
e controfirmato
Marchetti Segretario, con
cui
«
sono
deputati Ispettori per invigilare
su
l-la navigazione del Po li cittadini
Bianco Baldassarre
e
Manfredo
Pao-lo
(che
però
si
firmava Manfredi) il
primo residente in questo comune,
il
secondo
in Casale
»
e
la
vigilanza
del primo
si
doveva
esercitare
dal-l'origine del fiume a Crescentino,
quella del secondo da Crescentino
al
confino
della Cisalpina
.
..
Di
sgraziatamen
t
e
di
tutt
o
questo
movimento sul Po che doveva pure
avere
una certa intensità se
si
rite-neva necessaria una
specia
l
e
rego-lamentazione, non troviamo più
traccie nei documenti
e
nelle
cro-nache della prima metà del
secolo
XIX. Vi troviamo invece narrato
qualche tentativo di navigazione a
vapore anche su
l
Po piemontese.
Casale venne sempre ritenuta
capo-linea della navigazione del fiume
e
fu in quella Città appunto
che
nac-quero
l
e
prime idee della
utilizza-zione
del
vapore
per accelerare,
di-r
e
mo
anzi
,
per
ripr
e
nd
e
r
e
il
cam-mino
sulla via
d'acqua.
Così
trovia-mo in
data 18
maggio
1825
d
e
ll
e
Regi
e
Patenti
a favor
e
di
un
Signor
Gius
e
pp
e
Raffael
e
Vita
e
Soci p
e
r
lo
stabilimento
d
e
lla
navigazion
e
a
vapore sul
Lago Maggiore
,
sul Po
e sul
Ticino
p
e
r
anni
15. Il
s
e
rvizio
padano avrebbe
dovuto da
princi-pio compi
e
rsi con
du
e
batt
e
lli
a
va-pore,
uno
ascend
e
nte
,
l'altro disc
e
n-d
e
nt
e,
rimorchiando
pur
e
alcun
e
barche per
il
trasporto
d
e
ll
e
m
e
r-canzie. Non sappiamo pmtroppo
quale
esito abbia avuto
l'iniziativa
,
ma poichè
non n
e è
giunta
memoria
a
l
cuna
,
bisogna ritenere
che sia
naufragata
prima
di cominciar
e
.
A
Torino il 4
agosto
1840 uno
scrittore che si
firmava Vinc
e
nzo
Papèra di Lucia, in Toscana
,
pub-blicava un
opuscoletto cont
e
nent
e
«
Cenni
su
l
battello
a vapore ch
e
primo partirà da Torino
p
e
r V
e
ne-zia co
ll
'
aggiunta
di una
poesia sullo
stesso soggetto
»,
opuscoletto d
e
di-cato a
un
signor
«
Giovanni
Giusep-pe Giolitti da Torino -
primo in
Piemonte - a
condurre
nuovo
g
e
-nere di navigazione
sul
Po -
vinti
gli ostaco
li
della natura - colla forza
del
vapore
- quelli della invidia
e
della maldicenza -
co
ll
a costanza
dell' animo, -
eccetera
,
ecc.
».Il piroscafo del Giolitti,
costruito
in un
cantiere sul
fiume,
era
desti-nato
a compiere
due
volte
la
setti-mana il tragitto fra Torino
e
Vene-zia
impiegando trenta
ore
nell'
an-data
e
il doppio nel Titorno. Lo
scafo era
in ferro
e
a fondo piatto
con
motore a
vapOTe,
di 12
cavalli;
poteva contenere 120 persone,
di-stribuite
in
sa
l
e
di prima
e seconda
classe
,
con
annesso ristorante. Il
servizio,
a quanto pare
,
non
ebbe
L'INGLORIOSO NAUFRAGIO DELLA "VITTORIA» IL 3 MAGGIO DEL 1940.