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Cronache Economiche. N.211, Luglio 1960

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(1)

CURA

DELLA

CAMERA

DI

COMMERCIO

INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO

'E~I~E:;\1I4~~~lp~

'

N. 211

~

LUGLIO 1960

L.

~

I~impronta

(2)

Lexikon Elettrica

(3)

N. 211

LUGLIO 1960

COMITATO DI REDAZIONE:

Ono Oott. GIUSEPPE ALPINO Dott. AUGUSTO BARGDNI Pror. 0011. ARRIGO BORDIN Dott. CLEMENTE CElIDDNID Pror. Dott. GIOVANNI DALMASSO Dott. GIACOMO FRISETTI Pror. Dott. F. PALAZZI-TRIVELLI

Dott. GIUSEPPE FRANCO Direttore relponsabile

MENSILE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO

INDUSTRIA E AGRICOLTURA 01 TORINO

pago

C.

BERTOLOTTI - Navi e ammiragli del Po torinese 3 E. BA TTISTELLI - La pubblicità vinicola

9

R. FASANO - L'industria automobilistica nei paesi

deII'E.F.T.A. 1]

S. LAMPITELLI -

Il

colore nella vita moderna

15

R. ZEZZOS _ Lungastoria del calfè

19

G. LEGA - Nuovi impieghi industriali delle materie

plastiche rinforzate

17

Rassegna della tecnica - a cura di G. F.

Mi-chelelli

19

Note di CRONACA CAMERALE:

Comunicazioni ferroviarie

36

Congiuntura economica del mese di giugno

1960

39

Rassegna del commercio estero torinese nel

mese di giugno

1960

.

4l

Sinossi dell'Import-Export

46

Borsa Valori _ Rassegna del mese di luglio

1960

51

Tra i libri (G. B.):

ERCOLE CALCATERRA: Le caratteri,tiche ,trutturali del-l'.conomia it.liane - libri ricevuti •

Fiere, Mostre, Esposizioni e Congressi Interna-zionali

1960

Il

mondo offre e chiede

56

57

(4)

CASSA

DI

RISPARMIO

FONDATA NEL 1827

MORGfX RONC.O C[OES SUSA TORRE. PElLICE BUSCA

Sede centrale:

TORINO

Via X X Settembre, 31

2J

Dipendenze In Torino

13J

Dipendenze nelle 6 Provincie

Piemontesi e nella Valle d'Aosta.

(5)

NAVI

E

AMMIRAGLI

DEL

PO TORINESE

L

a

prim

ave

r

a

pro

ss

ima

ve

drà

a

T

or

in

o, C

On l'inau

g

urazion

e

d

e

ll

e

gra

ndi Esp

os

izioni C

e

l

e

br

a

tiv

e

d

e

l

Ce

nt

e

n

a

ri

o

d

e

ll

'Unit

à

d

'

Italia

,

d

e

ll

e

ag

ili

e

l

egge

r

e

mot

o

n

av

i

so

lcar

e

l

e

ac

qu

e

d

e

l P

o

in un r

eg

olar

e

s

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rvizi

o

di lin

e

a tr

a

i'l

Pont

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Umb

e

rt

o e

l

a

zo

n

a es

po

s

itiv

a

di Corso Polonia

.

L'inizi

a

tiv

a

,

v

o

luta

dal C

o

mitato

«

It

a

li

a '

61

»,

h

a

urt

a

to

c

ontro

mol-t

e

diffi

c

oltà

, s

oprattutto t

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cnich

e,

p

e

r

c

h

è

il

r

eg

im

e

d

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l Po

è

a Torino

m

o

lto irr

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golar

e e

il fondo mut

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vo-li

ss

imo. A

ve

d

e

r

e

sup

e

rficialm

e

nt

e

il

g

r

a

nd

e

fium

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o

s

i dir

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bb

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ab-ba

s

t

a

n

za

facil

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alla navig

a

zion

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poi-c

h

è

l

e

su

e

riv

e

sono distanti l'una

d

a

ll

' a

ltr

a

più di un c

e

ntinaio di m

e

-tri

e

l

e ac

qu

e se

mbrano abbondanti

e

tranquill

e

. E

'

p

e

rò un

'

illusion

e

p

e

rch

è

il P

o e

ff

e

ttiv

a

m

e

nt

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naviga-bil

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s

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gr

e

to

, è

un fium

e

d

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ntro

il

fium

e, è

un c

a

nal

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str

e

tto ch

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biso-g

na conosc

e

r

e

palmo

a

palmo s

e

non

c

i si vuoI

a

r

e

nar

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. Tuttavia

,

no-Il

os

tant

e

gli

o

st

ac

oli

, è

ormai sicuro

c

h

e

il prog

e

tt

o

andrà a buon fin

e

val

e

ndo

s

i d

e

ll

a

collaborazion

e

d

e

l

Comun

e

di Torino

,

ch

e

p

e

ns

e

rà a

f

a

r rimuov

e

r

e

i r

e

litti

d

e

lla

vecchia

Di

ga

F

e

rault

a

mont

e

d

e

l

Pont

e

I

sa

b

e

lla

e

a m

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tt

e

r

e

a disposizion

e

d

e

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C

o

mitato una draga

tra l

e

più

m

o

d

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rn

e, e

d

e

lla Gestion

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Gov

e

rna-tiv

a

d

e

lla Navig

a

zion

e

sui

Laghi

,

il

c

ui Ufficio

T

e

cnico sta da

t

e

mpo

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fficacem

e

nt

e c

oop

e

rando col S

e

r-v

izio

Trasporti

di

«

Italia

'

61

»

.

L

e

moto navi

,

già in canti

e

r

e

a

V

e

n

e

zia

,

saranno alm

e

no tr

e,

lun-g

h

e

quasi 25 m

e

tri

,

capaci di

115

p

asseg

g

e

ri

,

molto m

a

no

v

ri

e

r

e e

v

e

-loci

,

tanto

da pot

e

r ag

e

volm

e

nt

e

sup

e

rar

e

i

20 Km/ora. Gli scali

sa-rann

o

fissati

,

il

primo tra

il

Pont

e

Vittorio

e

il Pont

e

Umb

e

rto

,

il s

e

-condo all

'

incirca all

'

alt

e

zza

d

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l

Ca-st

e

llo d

e

l

Val

e

rrtino

e

il

t

e

rzo,

c

h

e

fung

e

da scalo principal

e,

aI

Pa-diglion

e

Sard

e

gna d

e

lla

Mostra d

e

l-l

e

R

e

gioni n

e

lla

zona

e

spo

s

itiva

d

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l

Par

c

o Mill

e

fonti, poco più a mont

e

d

e

lla stazion

e

d

e

lla

funivia ch

e

por-terà

al Parco

Europa

di Cavor

e

tto.

L

e

cors

e

saranno mO'lto fr

e

qu

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nti

e ac

c

a

nto al

se

rvizio di linea si

con-ta

di istituir

e

anch

e

un

s

e

rvizio

tu-ri

s

tico

ch

e

faccia appr

e

zzar

e

a

stra-I

c.

BERTOLOTTI

I

ni

e

ri

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d it

a

li

a

ni

, c

ompr

es

i i t

o

rin

es

i,

a

lcuni

sc

ono

sc

iuti

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pitt

oresc

hi

an-g

oli d

e

ll

a

capital

e

pi

e

mont

es

e e

d

ei

s

uoi imm

e

di

a

ti dint

o

rni lun

go

il

fium

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.

Qu

es

t

o

f

e

r

v

or

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marinaro in un

a

citt

à

co~ì

a

lpin

a e co

ntin

e

nt

a

l

e

n

o

n

manch

e

r

à

di su

s

citar

e

qualch

e s

or-riso

,

così com

e, a

tort

o, s

i

s

orrid

e

quand

o

di

se

nt

e

p

a

rl

a

r

e,

m

o

lt

o s

e-riam

e

nt

e

, d

e

l

pot

e

nzi

a

m

e

nt

o

d

e

ll

a

flotta Svizz

e

ra

.

Tuttavia Torin

o

v

a

nt

a a

n

c

h

e

i

n

qu

e

sto campo d

e

ll

e a

nti

c

h

e

tr

a

di

-zioni b

e

nch

è

si

a

no p

oc

hi i torin

es

i

c

h

e

sappiano

e

s

se

r

e s

tat

a assa

I m

onor

e

,

n

e

gli anti

c

hi

s

tati di Pi

e

-NEl 1638 MARIA CRISTINA DI FRANCIA ISTITUIVA LA CARICA DI "AMMIRAGLIO DEL PO u.

(6)

LE BARCHE DUCALI, PAVESATE A FESTA, RISALGO'NO' IL FIUME.

mon

t

e,

l

a carica

di

«

Ammiraglio

del PO

»

.

Infatti

co

n

patenti ducali

datate

lO

genna

io 16

38

Maria

Cri-stina

di Francia, Reggente del

Du-ca

t

o

di

Sa

vo

ia

,

i

st

itui

va

l

a ca

ri

ca

di Ammiraglio del

Po

e

d

eg

li

altri

fiumi navigabili,

chiaman

do

a

co-pr

irl

a

il

conte

Aimone Gontery,

Ge-nerale

d

e

ll

e

P

os

t

e,

'

confe

r

en

d

og

li

a

ut

orità e g

iuri

sd

izion

e s

u tutto

quanto

concerneva

il

comme

r

c

io

e

movimento

fluvial

e

d

e

H

o

Stat

o e

ri-ves

t

e

nd

o

lo

di ampie

pr

eroga

tiv

e e

d

es

t

esi

privilegi, ritenuto che

(secon-do

s

i

esprimeva

Carlo

Emanu

e

l

e

II

in

un

s

uc

cess

ivo Editto d

e

l

23

mar-zo

164

9)

« e

r

a

l'

offÌc

io

di

Ammira-g

lio

non meno

co

n

s

id

era

bil

e

di

que

ll

o

di

un Princip

e, anzi

più che

necessario all'interesse della

Coro-na

e

m

ezzo

più

oppor

tuno d

'a

lcun

a

ltr

o

per

la

manutenzione dei

n

e-go

tii

».

«

In

quell'

e

po

ca

(aggiunge

il

cro

ni

s

ta da

cui

togliamo

questi

cen

ni)

propensa

e

propizia alle

f

e

-s

tività

, è

da

ritenersi che non

s

i

sia

lasciat

a

sfuggire

occasione così

op-portuna

p

er

darsi b

e

l t

e

mpo

e

sfog-g

iar

e

siccome

qu

e

lla d

e

ll

'

ins

e

dia-m

e

nt

o

in pot

e

r

e

d

e

l nuovo

Ammi-raglio

>}.

Il

che si

può facilmente

c

r

e

d

ere

ricordando

l

e

gaie,

f

es

to

se

riunioni, cui alla Villa

d

e

l Parco,

al

Valentino

e

a Mirafiori

,

i Duchi di

Savoia solevano

invitar

e

la loro

brillant

e

Cort

e

il

cui

non ultimo

spasso,

tra una

caccia ed

una

«

ac-ca

d

e

mia

»,

tra un ballo

,

-una :m

e

-

-renda

e

d una pa

ssegg

iata in

car-rozza,

era

sovente

una rumorosa

fu-É,d

tra l

e s

il

e

nti

, ve

rdeggi

a

nti

sponde

del

Po

,

sulle grosse

e

b

e

n

ornate

4

I

CRONACHE ECONOMICHE

b

arc

h

e

d

e

ll

a

Casa

duc

a

l

e.

R

es

t

aro

no

famose fra

l

e

f

es

t

e

nautich

e

quelle

fatte in occasione

d

e

ll

e

noz

ze

di

Carlo

Emanu

e

l

e

I

con

l'Inf

a

nt

e

di

Spagna

Caterina

d

'

Austria n

e

l

1585,

i quali co

mpirono l'ultima

parte del

loro

viaggio

di nozz

e

sul

fium

e,

im-bar

ca

nd

os

i

a

Moncali

e

ri

per

g

iun-gere

al Castello

d

e

l Val

en

tino.

-

Una

cro

nac

a

del

t

e

mpo

c

i dà

i

particolari

di

questo solenne viaggio

fluvial

e,

compiuto

s

u di un

'iso

la

arti-ficiate,

cos

truita

sopra zatteroni.

Gi

à

a

M

o

ncali

e

ri

,

prima di

imbarcarsi,

g

li

Augusti Sposi vennero

incontrati

e

ossequiati dal

Po

...

in

persona,

u

sc

ito

appositamente

d

a

l

suo

l

e

tt

o

so

tto l

e

spoglie

di un figur

a

nt

e

« ignudo

in

parte e

t in

parte

cope

rto

di

veli

d'or

o,

d

'a

lga

e

t

simili altri

ornamenti

»

. Sul fium

e e

rano div

er-se

i

so

l

e

tt

e ver

di; n

e

l

cavo

dell

e

loro

grotte si

trovavano

gentili

donz

e

ll

e

raffiguranti

gli altri

fiumi pi

e

mon-t

es

i

e

intonanti l

e

laudi d

e

i Duchi

Sabaudi, in

risposta

e

a chiosa

d

e

lla

canzone

intonata dal Po. Gli sposi

sa

lirono

s

u

«

una

galeotta

armata di

r

e

mi

come

una

galea

reale

»,

tutta

pav

esa

ta

e

fiorita di broccati

e

s

i

diressero

verso

Torino,

accompa-gnati

dalle molte

«

fr

eg

atte

»

d

e

lla

Cort

e

. Dopo un miglio,

volle

i1

Du-ca condurre

la

sposa

«

a

riposarsi

alquanto

in

alcune

isolette

che sul

fiume

e

rano

»; così,

la

regale

Cop-pia scese

nella più leggiadra

«

ac-comodata

·

.

con·

tanto

artificio che

veramente

tal

e

dalla natura par

ea

fatta

»

.

Quivi molt

e

sorprese

li

attende-vano.

Entrati in

«

una

spelonca che

sotto

il

monte

era,

tutta

circondata

d

a

piccole

caverne

»

dalle quali

u

sciva

no limpidi rivi

, da

una

di qu

e-ste

comparve

un

attore

in

ves

t

e

di

Alfeo,

fium

e

innamorato di

Arethu-sa, il quale cominciò a recitare versi

in

'lod

e

dei

Du

c

hi.

E quando

il

Du

ca

chiese

un rinfr

esco -

narra

il

cronista

-

videsi spar

ir

e

una

gro

tta

che si

s

t

endeva

lun

g

h

essa

l'i

so

la

e

comparve

un

a

m

ensa

«

ric-c

hi

ssima e

l

a

uta

»

..

Giunti

a

l

Valentino,

accostat

i

si ad

un b

e

lli

ssi

mo

ponte

«

che

per

al-quanto

spaz

i

o sopra

il fiume

vi

si

t

e

nd

ea

»,

furono ricevuti,

con

gran-di

cerimonie, dai più autorevoli

per-sonagg

i

,

mentre sulle rive fuochi

di

g

i

o

i

a

brillav

a

n

o e

l

e artig

li

eri

e

fa-cevano

udire

il

l

oro

tu

ono

festante

.

Nel

1678

venne

organ

izz

a

t

a al

Castello del Valentino,

per

ordine

di Madama Reale, una festa in

oc-cas

i

o

n

e

del

giorno

n

a

t

a

li

zio

di

S

.A.

R.

Vittorio Amedeo II. Anche

in

questa festa,

chiama

t

a

«

I portici

di Atene

»,

d

opo

i

fuochi di

artifi-z

i

o,

si

v

id

e avanzare su

l

Po il

va-sce

llo

di Nettuno,

tutto di

l

amine

d

'oro e orna

to

di festoni, guidato

d

a

lla

nave di Minerva,

e

passare

sotto

i

portici

di

Atene,

la

c

ui

gran-d

e

mole

era s

t

a

t

a

i

nve

nt

a

t

a

dal

Ca-s

t

e

llam

on

t

e.

La

cronaca

registra

che

«

arsa

la

mO'le

e

t

finiti i

gi

u

ochi,

le

Alt

e

z

ze

R

ea

li

s

i

ritirarono nel

Ca-s

t

e

llo d

e

l

Valentino

».

«

P

e

r

servire

di div

e

rtim

en

t

o

alle

(7)

specchiarsi

in acqua

fra du

e

vec-chioni

-

il Po

e

]' Adige -

che gli

stanno coricati

ai

fianchi

versando

acque

dall'urne.

A poppa

fanno ala

al tim

one

due

cavalli

marini aBe cui

sq

uame s'atteggiano

arrampicanti

due

bellissi

mi

putti.

Si

eleva

nel

m

e

zzo

della imbarcazione

un

qua-drato

,

d

e

tto a

Venezia

«

Tiemo

»

con

un

te

tto tutto dorato

e scolpito,

sos

t

e

nuto

da

dodi

ci pilastrini dorati

e

ornati

da rabeschi a

bassorilievo,

tra i quali apransi

dieci

fines

trelle.

L

'

int

e

rno

d

e

l

«

Tiemo

»

è

tutto

di-pinto con

figurazioni

a

llegoriche e

scene storich

e

.

Perfino il timone

fu

guernito

di

intagli

come

la

ribolla

ch

e

lo

r

eg

ola.

L'artefic

e

che

eseguì

gli intagli principaIi di qu

esto

mira-bil

e

lavora

veneziano

è

Matteo

Cal-d

e

ran; qu

e

lli d

el timon

e

sono

di

certo

«

monsieur

Egidio

»

.

Il

tra-spor

to a

Torino

avvenne

per via

fluviale; non

dovette essere

certa-m

e

nt

e

agevo

le

risalire

il

Po mal

go-vernato di

quei t

empi con simile

im-barcazione pesante

e

d

elicata neHa

fattura

es

terna! Per

facilitare

am-ministrativamente

la

navigazione al

bucintoro, Carlo Emanuele II di

Sa-voia

emanava il

30 giugno

1731 un

decr

e

to col

quale ordinava a

tutti i

Coman

danti delle

piazze

sul

fium

e

di

lasciar

passare

la peota

e

le

per-sone ch

e

la

conducevano

«

senza

r

e

cargli né permettere gli venga

re-cato impedim

ento

o

ritardo di

sorte

alcuna

,

somministrandogli

anzi in

caso

di bisogno

ogni

aiuto

et

assi-st

e

nza,

per quanto

si stima cara

la

grazia

nostra

»

.

Il bucintoro

impie-gò due mesi

a

p

ercorrere

la distanza

da

Ven

ezia

a

Torino

e

ci vO'lle

tutta

la

bravura dell

'

equipaggio

venezia-no per riuscire

brillantemente

nella

Il COSIDDETTO " BUCINTORO DI SAVOIA" VARATO NEL 1730.

difficile

impresa.

Giunto

al

Valen-tino,

il bucintoro

fu

collocato sotto

un'ampia tettoia,

che

p

er esso era

stata appositamente costrutta al

ca-stello del Valentino,

e

n

e

fu

affidata

la

custodia ai veneziani che

lo

ave-vano

trasportato dalla loro

città, ai

quali

fu

concesso

il privilegio

d

ella

«

barchetta

al

Valentino

»

.

Molte volte

quindi il Po

fu

testi-mone

di feste

nautich

e:

ricordiamo

in particolare

quell

e

in

occasione

di

altre

nozze

reali: nel 1776

,

quan-do

si

celebrarono le

nozze

di Carlo

Emanuele

IV colla Principessa

Clo-tilde di Francia

e,

successivamente

,

nel 1842,

qu

elle

di Vittorio

Ema-nuele

di Savoia

e

Maria Ad

elaide

d

'Austria. Il

vecchio

Eridano non

vide

mai uno

spettacolo

nautico più

grandioso

di quello

che si svolse

quella

sera, 8 maggio 1842,

in onore

degli Augusti Sposi.

Non appena

scese

la notte,

tra

le

piante

che

scendevano

alle

rive

dai declivi della

collina s'accesero

mille

e

mille lampioncini di vario

colore.

Le ville sulla collina,

da San

Vito a Superga, apparvero

sfolgo-ranti di luci. La

chiesa

del Monte

dei

Cappuccini disegnava sul

ci

e

lo

con migliaia

di

lumini la

sua forma

elegante,

mentre

all'ingresso d

e

lla

Val Salice

compariva graziosament

e

un

attendamento militare

illumina-to. Tutt

'

intorn

o al Bucintoro,

gui-dato da

marinai

in

giubb

a

rossa

e

b

erretto

alla v

e

n

e

ziana

,

sciamavano

numeros

e

b

arche

,

inghirlandate

con

globi

policrami

, e

ved

ev

ansi

muo-vere sull

'

onda quattro

grandi

e alt

e

fortezze

natanti, di forma quadrata,

con

torrione e

b

all

atoio,

guarnite ad

ogni

piano

di difensori.

Giungevano all

e

20

nella loggia

reale le

L

oro

Maestà con

le

Reali

Famiglie e

la

Corte

.

Molti spari di

artiglieria annunziarono l'arrivo

d

ei

Sovrani

e

dettero

il

segno

d

'

inizio

della festa.

Gli artiglieri

piemontesi

ebbero

la bravura di mostrare

-uniti in

singolare

frat

ellanza

-

due

el

ementi

che sono

in

perpetuo

anta-gonismo:

l'acqua

e

il fuoco.

Dap-prima,

molte

fiamm

e

di diverso

co-lore

si videro galleggiare sull'

ac-qua, dondolandosi dolcemente;

poi

avanzarono

,

f

e n d e n d o

agilmente

l'onda, delfini

e

cavalli

marini

che

dalle

narici

e

dai fìatatoi del

capo

NEI TEMPI ANDATI, NAVIGANDO SUL PO, I TORINESI ARRIVAVANO FINO ALL'ADRIATICO. NE FA FEDE, TRA L'ALTRO, LA CRONACA DEL VIAGGIO EFFETTUATO DA UNA NUMEROSA CONFRATERNITA PARTITA DA TORINO IL 25 FEBBRAIO 1725 SUL BARCONE DI PADRON PIETRO GOGGIA ...

(8)

IL VAPORETTO" ANGELO BROFFERIO" CHE SCESE IN PO NEL 1884.

sorta attribuirono ancora

agli

ere

di

dei Conti Conterio di Sant'Alb

ano

l'ufficio di

«

Ammiraglio del

Po »

,

ma

il

titolo

e

il

grado

furono

sempr

e

e

d

es

clusivamente

da

allora

in

poi

onorifici.

Rimase

invece,

per quanto

rudim

entalmente

organizzata

,

l'am-mini

strazione

dei

servizi

fluviali n

e-gli

Stati di Sua Maestà Sarda,

e

chi

scrive

ha

sotto

gli occhi

una

copia

del Regolamento

(firmato

D

e

Gr

e-gori

e

controfirmato Compayr

e

Se-gretario)

«

d'Ordine

di S.M.

ema-nato p

er la

navigazione sovra

i

'

l

fiu-me

Po in data

de 7 aprile 1746

»

.

Ed

al

Regolam

ento il Signor

«

Gio-sepp

e

D

e

Gregorj,

Consigliere

e

Generale

delle

Finanze

di

S.M.

»

premetteva

queste

poche righ

e:

«

Essendo di

somma conseguenza

particolarm

ente

n

elle

presenti

cir-costanze

di

guerra, che

la

Naviga-zione sul

fiume

Po

venghi ampliata

e

si

esercisca

COn

la puntualità ed

esattezza

corrispond

enti

alle

urgen-ze

del Regio

e

Pubblico

Servizio

,

si

è

degnata S.M

.

di

comandare

con

R

egio Suo Viglietto delli 5 del

cor-rent

e

a

Noi diretto

che se ne

do-vesse

far pubblicare

il

seguente

R

e-golamento,

d

'Ordine

suo compillato

,

con

incaricarsi di farlo puntualm

en-te

osservare.

In

ubbidi

enza per

tanto

d

ei Sovrani

Comandi

,

sendovi in

primo luogo deputati il Sig.

Carlo

Am

edeo

Bongioanni

e

il Signor

Av-vocato

Gio Francesco

Cado per

in-vigilare

alla d

etta Navigazione,

il

primo

di residenza

al

Borgo di Po

d

ella presente Città

ed il

secondo

nella Città di Casale:

si ordina:

1.

Che

tutti indistintamente

li

Pa-roni

o

altri Proprietarii di Barche

sul

Fium

e

Po p

e

r tutta l'este

nsione

d

e'

Stati di S.M

.

debbano fra

il

te

rmine di giorni otto dopo la

pub-blicazione

d

el presente

consegnare

a

qu

ello di d

etti D

eputati

che gli

lanciavano

favill

e

color

dell'

oro.

Si

accesero

poi

sul fium

e

i fuochi di

gioia -

come

allora

venivano

chia-mati

-

tanto bizzarri

e

nuovi

e

di

tale

imponenza che

m

ai i torinesi

prima

d

'

allora avevano

ammirato

.

Intanto

,

fin

da

principio d

ello

spettacolo, ce

nto

cannoni

dissemi-nati

sulla collina prospiciente

al

ca-s

tell

o

del

Valentino

,

tuonavano

,

te

-n

endo bordone

al

fragore

dei

fuo-chi d

'artificio

e

agli spari

dei

can-noni delle fortezze natanti.

Tra

il

frastuono

d

ella fes

ta

piro

tecnica,

verso

le

22,

ebbe

inizio una finta

battaglia

fr

a sei b

arche

d

ella r

egata,

protette

d

all

e

fortezze

natanti

e

sei

al

tre

imbarcazioni

,

mosse

al

loro

as-salto.

Quasi un

'ora durò la mischia,

cade

nza

ta dal fuoco intensissimo

d

ell

e

artiglierie

che

sparavano

bom-b

e

incendiarie e

fumogene

.

D

e

nse

nubi di

fumo coprivano

il

fium

e

sa-lendo

lenta

mente

nell'aria,

m

entre

brillavano nel buio le

rosse bocche

dei mortai,

disp

oste

a

bordo d

elle

fortezze

natanti.

La

emozionante

battaglia navale

ebb

e

te

rmine,

tra

il clamore

del-l'enorme

popolo riv

ersatosi sulle

rive

del Po

,

quando l'incendio d

ella

nave capita

na

assicurò la

vittoria

dell

e

fortezze

. A

coronamento

dello

spettacolo

venne

illuminata

sulla

riva

destra d

el fium

e

una

stupenda

costruzione

a

colonnato,

disegnata

dall'a

rchitettp

Sada

.

Ma di

altre

storie

fu t

estimone

il

grande

fium

e torin

ese: fu infatti

pro-prio

sul Po

che

il

buon Carlo

III

di

Savoia

(qu

ello

che

i meno rispettosi

dei

suoi sudditi chiamavano

il

Sa-grestano)

fuggì da Torino

con

la

sua

famiglia

e

pochi cortigiani a

Chi-vasso, e

di là

a

Verc

elli. Come

del

Po si

servirono

spesso

i

corrieri

du-cali

p

er

giungere a

Torino durante

6

[

CRONACHE ECONOMICHE

l'

epico

assedio

del 1706, nonchè

gi-tanti

e

pellegrini.

Si ricorda

a

que-sto

proposito

anche

la gustosissima

narrazione (riportata

in una

pubbli-cazione

del 1911) di un p

ellegrinag-gio

di tutta una

confraternita,

par-tito

il

25 febbraio d

el 1725

sul

bar-cone di un certo Padron Pietro

Gog-gia

di

Torino

e

giunto

«

al Ponte di

Lagoscuro tutto

con ottima

salute

in

undici

giorni

di navigazione

sul

Po,

.

pendente

la quale

si

recitava

al

mat-tino l'Officio

piccolo della Bea

ta

Vergine,

al

dopo pranzo il Vespero

e

t

verso sera

il

Rosario ...

».

Per tornare

p

erò

al

nostro

«

Am-miraglio del Po

»,

la sua nomina

data dunque

dal

gennaio 1638,

ma

pare che

un

ammiraglio effettivo

del

Po

esistesse

già

fin dal 2 maggio

1629 in persona di Andrea

Pellegri-no

e

che

Aymone Conterio o

Gon-tery,

Conte di Sant'Albano,

sia

stato

il

secondo,

non il primo

supremo

reggitore dell'amministrazione delle

vie

fluviali del Piemonte;

e

un altro

Conterio, don Paolo di Sant'Albano,

figlio di Aymone,

veniva

nominato

il

20 luglio 1651, e

un t

erzo

,

don

Felice

Giacinto Conterio,

era

chia-mato all

'alta

carica

il 31 marzo 1697

trasformando definitivamente il suo

nome da Conterio in Gonte

ry.

Dopo di lui pe

r parecchi

anni

patenti

ed

editti e

documenti d'ogni

NEL 1911, SVOLGENDOSI LE ESPOSIZIONI CELEBRANTI IL CINOUANTENARIO DELL'UNITA' D'ITALIA, IL COMITATO D'ALLORA ORGANIZZO' UN SERVIZIO DI VAPORETTI; NAVE «AMMIRAGLIA" NE FU

(9)

far

à

più comodo

,

iJ numero

e

capa-cit

à

dell

e

Barche che

hanno

,

la

quantità

degli uomini

e cavalli che

t

e

ng

a

no ad

uso d

e

lle medesime

ed

jJ

nom

e

cognom

e

e

luogo

d'abita-zion

e

d

'e

ssi cons

e

gnanti; 2.

Tutti

li

Barcaioli,

Portonari, Pescatori

ed

altri Uomini pratici

della

Naviga-z

ion

e

dovranno pure

fra il detto

ter-min

e

cons

e

gnarsi alli

rispettivi

Si-gnori

Ordinari de

'

Luoghi ne'

quali

hanno la loro

abitazione, spiegando

il

Nome, Cognom

e

e

Patria

e

la

Prof

e

ssion

e,

che eserciscono: ..

. Ed

affinchè sempr

e

possa

sapersi

l

a

quantità

e

la

capacità

delle Barche

di cadun

Parone,

occorrendo che

qualcuno

di

essi si

accomprasse,

o

v

e

nd

e

sse ad altri

,

o

per

qualche

ac-c

id

e

nt

e

restasse

con

un minor

nu-m

e

ro d

e

l

già consegnato, sarà

in

ob-bligo

tanto l'Accompratore,

che

il

V

e

nditor

e

di denunciarlo

al

detto

Sig. Bongioanni

,

locchè

anco si

pra-ticarà in

quelli

,

che ne avessero

fat-to fabbricar

e,

e ciò rispetto a

tutti

,

la prima

volta che gli occorrerà

di

approdare allo sbarco

di questo

Borgo del

Po ...

»

.

E

il Regolamento

continua

avver-t

e

ndo che sarà comminata

una

«

pe-na

di

Scudi

due d'oro

»

a ch

iunqu

e

contravverrà agli obb

li

ghi

portati

dal Regolamento

stesso; che v' è

il

dovere assoluto

per

«

li Paroni di

Barche

,

prima d'incominciar

a

farle

scaricare,

di

consegnar a

detto

de-putato

tutta

l

a roba, che

avranno

condotto, spiegandone

li

rispettivi

Proprietari

,

ove

ne

avranno

fatto il

carico e

quando ne

saranno

par-titi

.

.

.

»

.

Inoltre

«

quando

si saranno

desti-nate Barche per qualche

carico che

riguardi

il Servizio delle Regie

Aziende o quello

della presente

Cit-tà

,

i Paroni

saranno castigati

nella

pena

di

scudi

dieci d'oro

e anche

maggiore

secondo

1'esigenza de'

casi

,

se in vece

di far il

carico ordi

-nato si faranno

lecito di prenderlo

in

tutto

o in

parte

con

robe

appar-tenenti

a

Particolari,

salvo

giustifi-cassero

d'averlo fatto per

compir

quello

di qualche Barca

che

restasse

in tutto

o

parte disoccupata dopo

d

'

aver caricato

tutto

ciò che

sarà

stato comandato ...

Quando poi de'

Paroni

,

che comanda

ti

per

servizio

di d

e

tt

e

Aziende e

città si

rendes-LA MOTONAVE "VITTORIA n, VARATA NEL 1935, FU LA PIU' GRANDE CHE AVESSE MAI SOLCATO

LE ACQUE DEL FIUME TORINESE.

sero

renitenti,

oltre

la

pena

sud-detta di

scudi

dieci d'oro,

incorre-ranno anche

quella del

carcere, ad

arbitrio

nostro

...

Si proibisce

a

Bar-caioli, che sono al servizio

di

qual-che Parone, d'abbandonar tal

ser-vizio sotto

pena del

carcere

,

salvo

che abbino avvertito

il

medesimo

per

lo meno quindeci

giorni

prima,

siccome anche

non

sarà

lecito a

Pa-roni

di

li

cenziar

detti Barcaioli

se

non precedente avviso

come

so-vra ...

»

ecc. ecc

.

E

l

a vigi

l

anza

ufficiale

sulIa

navi-gazione

del Po

continuò

,

con

poche

varianti, anche

durante

la

domina-zione

francese. Troviamo infatti in

data di Torino 17 Frimaio Anno IX

(8

dicembre 1800) un decreto

fir-mato Carlo Botta P.

e controfirmato

Marchetti Segretario, con

cui

«

sono

deputati Ispettori per invigilare

su

l-la navigazione del Po li cittadini

Bianco Baldassarre

e

Manfredo

Pao-lo

(che

però

si

firmava Manfredi) il

primo residente in questo comune,

il

secondo

in Casale

»

e

la

vigilanza

del primo

si

doveva

esercitare

dal-l'origine del fiume a Crescentino,

quella del secondo da Crescentino

al

confino

della Cisalpina

.

..

Di

sgraziatamen

t

e

di

tutt

o

questo

movimento sul Po che doveva pure

avere

una certa intensità se

si

rite-neva necessaria una

specia

l

e

rego-lamentazione, non troviamo più

traccie nei documenti

e

nelle

cro-nache della prima metà del

secolo

XIX. Vi troviamo invece narrato

qualche tentativo di navigazione a

vapore anche su

l

Po piemontese.

Casale venne sempre ritenuta

capo-linea della navigazione del fiume

e

fu in quella Città appunto

che

nac-quero

l

e

prime idee della

utilizza-zione

del

vapore

per accelerare,

di-r

e

mo

anzi

,

per

ripr

e

nd

e

r

e

il

cam-mino

sulla via

d'acqua.

Così

trovia-mo in

data 18

maggio

1825

d

e

ll

e

Regi

e

Patenti

a favor

e

di

un

Signor

Gius

e

pp

e

Raffael

e

Vita

e

Soci p

e

r

lo

stabilimento

d

e

lla

navigazion

e

a

vapore sul

Lago Maggiore

,

sul Po

e sul

Ticino

p

e

r

anni

15. Il

s

e

rvizio

padano avrebbe

dovuto da

princi-pio compi

e

rsi con

du

e

batt

e

lli

a

va-pore,

uno

ascend

e

nte

,

l'altro disc

e

n-d

e

nt

e,

rimorchiando

pur

e

alcun

e

barche per

il

trasporto

d

e

ll

e

m

e

r-canzie. Non sappiamo pmtroppo

quale

esito abbia avuto

l'iniziativa

,

ma poichè

non n

e è

giunta

memoria

a

l

cuna

,

bisogna ritenere

che sia

naufragata

prima

di cominciar

e

.

A

Torino il 4

agosto

1840 uno

scrittore che si

firmava Vinc

e

nzo

Papèra di Lucia, in Toscana

,

pub-blicava un

opuscoletto cont

e

nent

e

«

Cenni

su

l

battello

a vapore ch

e

primo partirà da Torino

p

e

r V

e

ne-zia co

ll

'

aggiunta

di una

poesia sullo

stesso soggetto

»,

opuscoletto d

e

di-cato a

un

signor

«

Giovanni

Giusep-pe Giolitti da Torino -

primo in

Piemonte - a

condurre

nuovo

g

e

-nere di navigazione

sul

Po -

vinti

gli ostaco

li

della natura - colla forza

del

vapore

- quelli della invidia

e

della maldicenza -

co

ll

a costanza

dell' animo, -

eccetera

,

ecc.

».

Il piroscafo del Giolitti,

costruito

in un

cantiere sul

fiume,

era

desti-nato

a compiere

due

volte

la

setti-mana il tragitto fra Torino

e

Vene-zia

impiegando trenta

ore

nell'

an-data

e

il doppio nel Titorno. Lo

scafo era

in ferro

e

a fondo piatto

con

motore a

vapOTe,

di 12

cavalli;

poteva contenere 120 persone,

di-stribuite

in

sa

l

e

di prima

e seconda

classe

,

con

annesso ristorante. Il

servizio,

a quanto pare

,

non

ebbe

(10)

L'INGLORIOSO NAUFRAGIO DELLA "VITTORIA» IL 3 MAGGIO DEL 1940.

però

prati

ca e

continuativa

attua-z

ion

e

.

Nel

1867 !'ing

eg

n

e

r

e

S

eve

rino

Grattoni sottoponeva

poi

esso

pure

al Consiglio

Municipal

e

Torin

e

s

e

al-c

uni

studi

,

f

avorevo

lm

e

nt

e

accolti,

p

er

rendere

n

av

ig

a

bil

e

il Po

da

To-rino fino

a Venezia,

ma bi

sog

na

ar-rivare al

1

8

70

per vedere a

Torino

un

altro vaporetto,

il

cui

nom

e

fu

"

Torquato Ta

sso

».

Ad

esso

seguì,

nel

1884

,

il

più noto

«

Ang

e

lo

Brof-ferio

»,

capace

di una quarantina di

passeggeri,

massi

cc

i

o e

antiestetico;

il Broff

e

rio non

se

pp

e

conquistarsi

i

favori

d

e

i torin

es

i

e

un anno dopo

il varo,

n

e

l 1885

,

finì

ingloriosa-m

e

nt

e,

con

un

precoce

disarmo

,

il

s

uo br

e

v

e

p

e

riodo di

servizio.

Ed

eccoc

i

arrivati,

n

e

l 1911

,

a

ce-l

e

brar

e

il

cinquantenario

d

e

ll'Unità

d

'

Italia: l

e

riv

e

d

e

l Po

si

arricchi-sco

no di Padiglioni

e

giardini e

non

s

i può non p

e

n

sare

all'

organizza-zione

di una

regolare

linea di

navi-gazione.

Furono

allora costruiti,

dai

Can-ti

e

ri Bagli

e

tto di Varazz

e,

du

e

vapo-r

e

tti lunghi 17 metri

,

con motori da

40

CV

,

batt

ezza

ti

«

Roma

»

e

«

To-rino

»

e

tr

e

motoscafi da

crociera

lunghi m

e

tri 12, i quali tutti

e

ntra-rono in

servizio

il 29 april

e

1911

con generale soddisfazione.

E la

Gazzetta

d

e

l Popolo del 3 maggio

così commentava:

«

Una

passeggia-ta dal

vecchio

ponte in pietra al

Pilon

e

tto

sopra

uno di questi

vapo-retti

è

una

cosa

v

e

ramente d

e

lizio-sa, soprattutto

p

e

r lo

spettacolo

d

e

ll

e

riv

e

così

ricch

e

di palazzi

e

di

padiglioni artistici

»

.

Fu un br

eve

periodo d

'

oro: L

'

E-s

posizion

e

fu

smontata,

poi

venne

la

prima

guerra

mondiale .

..

81

CRONACHE ECONOMICHE

Passarono

gli anni ed ecco che

n

e

l maggio 1935

viene varata

in Po

la

grande

moto nav

e «

Vittoria

»

, a

du

e

ponti e capace

di ben

300

p

as

-seggeri.

Essa naviga,

, J

ù o m

e

no

f

e

lic

e

m

e

nt

e,

p

e

r tr

e

anni

e su

«

La

Stampa

»

d

e

l 22 maggio 1935 l

eg

-giamo che

il qu

o

tidiano in qu

es

tio-n

e

aveva

d

e

ci

so

di

offrire

«

alle sue

abbonate e

in particolare all

e

mam-min

e,

piac

evo

li piccoli viaggi in

moto

nave

'>.

Durant

e

qu

es

ti

viaggi

«

alla gioia

di na

v

igare

s

i

aggiun-gerà

qu

e

lla di udir

e

uno

scelto

pro-g

ramma di musich

e

eseguite

dal

do-polavoro

della Stampa. Inoltr

e,

a

tutti i bambini

sarà offerta, a

bordo

d

e

l naviglio

,

dalla Banca Anonima

di Cr

e

dito, una invit

a

nte m

e

r

e

nda

».

N

e

l 1938 tuttavia l'armator

e,

che

e

ra

il

Col. Am

e

d

eo

Sac

e

rdot

e,

trova

più

conveniente

fare smetter

e

alla

«

Vittoria

»

la navigazion

e

p

e

r

far-la funzionar

e

come caffè-ristorante,

ancorata

ai murazzi di Po, davanti

allargo Cairoli. La nave

è

p

er

ò

visi-tata ripetutam

e

nt

e

dai ladri e

il

suo

proprietario

comincia a

cercarle

un

miglior impiego

.

Nel 1940 v

e

ngono

smontati e venduti

i motori

e

infin

e

lo

scafo viene ceduto

al Signor Gi

a

-como Massano

,

proprietario dei

Ba-gni

Diana in Corso Moncalieri.

Qu

es

t'ultimo lo riv

e

ndette per 4000

lir

e

all' appaltatore

del

«

porto

»

di

S

e

ttimo

,

ch

e

aveva appunto

bisogno

di un grosso natante per sostituir

e

gli

antiquati

barconi adibiti

al

tra-ghetto sul

Po tra Settimo

e

San

Mauro.

Bisognava p

e

rò farlo sc

e

ndere il

Po

,

scavalcando

la Diga Michelotti

e

qu

es

ta

fu

una fra le più ...

epiche

impr

ese

torinesi di marineria. Il 2

maggio 1940

,

approfittando di un

periodo di piena, la

«

Vittoria

»

or-mai disarmata inizia la navigazion

e

alla

volta di Settimo

con

e

quipaggio

a bordo

e

scortata

da

a

lcuni

bar-caioli.

L

egg

iamo p

erò

n

e

i

rappor

ti

ufficiali p

e

rv

e

nuti

a

l

Comune

c

h

e

v

e

rso l

e

ore

17

«

vista

la diffi

co

lt

à

d

e

lla manovra

,

aggravata

dall

'

im

-barcam

e

nto di acqua

,

lo

scafo

,

ab-bandonato dal p

e

rsonal

e e

trasci-nato dalla corrente,

si

inc

ag

lia

su

ll

a

diga Mich

e

lotti »

.

,

racconta

«

La

Stampa

»

del

3

m

aggio

1940

«

ri-mas

e

sospeso

tra

acqua

e

cielo,

qua-le un

grosso

c

e

tac

eo

arenato,

fin

o a

quando la

chiglia

e

bb

e

un

s

ini

stro

scricchiolio

e

cedette

in

più punti

p

e

rm

e

tt

e

ndo

all'acqua

di inv

adere

la

stiva

».

La st

essa

violenza

d

e

ll'

ac-qua

spinse in

avanti

il p

esa

nt

e scafo

che

a

lla fin

e

passò la

diga.

Rip

resa

dalla

vorticosa corrente,

pur

conti-nuando

a far acqua

d

a

ll

a

f

a

ll

a,

l

a

ex

motonave pros

eg

veloce

s

ul Po.

Lo

scafo

in

seg

uito dai barcaioli

su

un

'a

ltra navic

e

lla fu

raggiunto

pri-ma d

e

l Pont

e

R

eg

ina

Margherita,

ma

i loro

s

forzi di f

er

mar

e

la

corsa

d

e

l b

a

rcon

e

t

e

rminarono in un ind

e

-siderato

bagno. La

ex

motonave

ri-pr

e

nd

eva

la sua

corsa senza

dir

e-zione

e

andava a

urtar

e

contro

un

pilon

e

d

e

l Pont

e

R

eg

in

a

M

a

r

g

h

er

it

a.

Qu

es

to urto d

e

tt

e

il

colpo di

grazia

allo scafo che pro

segu

i

va

ancora per

50 metri

e

poi

affondava

all

'

altezza

di Piazz

a

Carrara

,

poco

dopo

il

Mo-tov

e

l

o

dromo

.

Con qu

es

to naufr

ag

io finiv

a

me-lanconicam

e

nt

e

l'

e

poca d

e

lla

«

Vit-toria

»

ev

id

e

nt

e

m

e

nt

e

inadatta

a

l

Po di Torino

,

perch

è

troppo p

esa

nt

e

e

poco manovri

era

. Es

sa

ris

e

ntiv

a

for

se

d

e

ll'influ

e

nza d

e

l p

er

iodo

po-litico

che

vo

l

eva c

h

e

tutto

fosse

«

grande ad ogni

cos

to

»,

indip

e

n-d

e

nt

e

ment

e

dall

e

n

ecess

ità

e

conve-ni

e

nz

e.

Vennero comunque subito

dopo

gli anni

bui d

e

lla

guerra

e

qu

e

lli f

a-ticosi d

e

l dopogu

e

rra. E

oggi,

tor-nati t

e

mpi migliori, quando Torino

si

accing

e

ad

esse

r

e

per sei

m

esi

,

n

e

l 1961

,

il

centro

d'

a

ttrazion

e

di

tutta Italia in

occasione

d

e

ll

e

C

e

l

e-brazioni C

e

nt

e

nari

e

d

e

ll'Unit

à, ecco

che

la flotta torin

ese

sta

p

e

r

rina-scere,

più bella

e

num

e

ro

sa

di qu

e

l

che

non

sia

mai

stata.

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