D.U.P.
Documento Unico di Programmazione 2021-2023
Provincia di Latina
2
1. Premessa pag.3
2. Sezione strategica pag.5
2.1 scenario internazionale pag.5
2.2 scenario nazionale pag.7
2.3 scenario regionale pag.9
2.4 Valutazione della situazione socio economica del territorio locale pag.11 2.5 Evoluzione dei flussi finanziari ed economici pag.33
3. Analisi delle condizioni interne pag.34
3.1 La macrostruttura pag.35
3.2 Patrimonio immobiliare pag.49
3.3 Le partecipazioni ed il gruppo pubblico locale pag.52
3.4 Partecipazione altri enti pag.58
3.5 Risorse, impieghi e sostenibilità economica finanziaria pag.59
4. Definizione degli indirizzi generali di natura strategica pag.67
5. Rendicontazione pag.70
6. Gli obiettivi strategici pag.80
7. Sezione operativa pag.85
8. Gli obiettivi operativi pag.100
9. Programmazioni settoriali pag.122
Allegato 1) - Piano del fabbisogno del personale 2021/2023
Allegato 2) - Programma triennale opere pubbliche 2021/2023, Elenco annuale dei lavori 2021 e Programma biennale forniture e servizi 2021/2022
I N D I C E
3
Il perseguimento del “valore pubblico” rappresenta la mission di ogni Pubblica Amministrazione da attuarsi, nell’ambito del processo di allocazione delle risorse, attraverso la pianificazione, la programmazione e la progettazione delle politiche pubbliche che devono tener conto anche dell’influenza di fattori ambientali interni, esterni e di contesto. Nel tracciare la strada delle proprie azioni, l’ente non può fare a meno di tenere in considerazione tutti i fattori endogeni ed esogeni che influenzano l’attività e ne condizionano le scelte.
In particolare, la programmazione è il processo di analisi e valutazione che, comparando e ordinando coerentemente tra loro le politiche e i piani per il governo del territorio, consente di organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie per la realizzazione di fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle comunità di riferimento.
Nel ridisegnare l’intero sistema di bilancio, l’armonizzazione si è fatta carico di ridefinire in maniera radicale sia gli strumenti che il ciclo della programmazione; tali innovazioni sono state introdotte dal decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione contabile e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli artt.1 e 2 della legge 5 maggio 2009 n.42” successivamente modificato e integrato dal D.Lgs. n.
126/2014.
Il Documento Unico di programmazione è la principale innovazione introdotta nel sistema di programmazione degli Enti locali.
Questo strumento funge da guida strategica ed operativa dell’Amministrazione, riunendo in un solo documento le analisi, gli indirizzi e gli obiettivi che stanno a monte del bilancio, del PEG e della loro successiva gestione, secondo una visione complessiva ed integrata dei documenti di programmazione, non solo contabile, a partire dal programma politico. Ha una sua precisa e distinta identità sia rispetto al Bilancio che al PEG di cui non costituisce un allegato ma il presupposto indispensabile per l’approvazione dello stesso.
Il DUP, presupposto fondante di tutti gli altri documenti destinati a guidare l’attività di programmazione finanziaria, gestione e rendicontazione, costituisce il documento di collegamento e di aggiornamento scorrevole di anno in anno che tiene conto di tutti gli elementi non prevedibili nel momento in cui l’amministrazione si è insediata.
Nel DUP è compresa tutta la programmazione dell’ente, anche quella in materia di lavori pubblici, personale e patrimonio: il DUP si raccorda con il bilancio, consentendo una lettura degli obiettivi secondo gli aggregati di missione e programma.
1. PREMESSA
4
Il contenuto minimo e le condizioni necessarie da considerare sono contenuti nell’Allegato 4/1 del D.lgs n. 118/2011, e sono volti a prefigurare una situazione di coerenza valoriale, qualitativa, quantitativa e finanziaria e a rendere più trasparente e veritiera la rappresentazione contabile della situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell’ente.
A norma dell’allegato 4/1 del D.lgs n.118/2011 il DUP si compone di:
- una sezione strategica (SeS), che individua le principali scelte del programma da realizzare nel corso del mandato amministrativo e copre un orizzonte pari a quello del mandato amministrativo;
- una sezione operativa (SeO), concernente la programmazione operativa pluriennale e annuale dell’Ente e copre un orizzonte triennale, pari a quello del bilancio di previsione.
La SeS sviluppa le politiche di mandato che l’ente vuole sviluppare nel raggiungimento delle proprie finalità istituzionali e nel governo delle proprie funzioni fondamentali, nonché gli indirizzi generali di programmazione riferiti al periodo di mandato in coerenza con il quadro normativo di riferimento, con le linee di indirizzo della programmazione regionale e tenendo conto del concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale, conformemente alle procedure e ai criteri stabiliti dall'Unione Europea.
Nella Ses, inoltre, anche sulla scorta dell’analisi delle condizioni esterne e interne dell’Ente, si individuano gli obiettivi strategici e gli strumenti attraverso i quali l’Ente intende rendicontare il proprio operato in maniera sistemica e trasparente per informare i cittadini del livello di realizzazione dei programmi e di raggiungimento degli obiettivi.
La SeO ha carattere generale, contenuto programmatico e costituisce lo strumento di supporto del processo di previsione definito sulla base degli indirizzi generali e degli obiettivi strategici fissati dalla SeS.
La SeO contiene la programmazione operativa dell’ente predisposta in base alle previsioni ed agli obiettivi fissati nella SeS, costituendo guida e vincolo ai processi di redazione dei documenti contabili di previsione dell’Ente.
5 ANALISI DELLE CONDIZIONI ESTERNE
In questa sede ci si propone di definire il quadro strategico di riferimento all’interno del quale si inserisce l’azione di governo della nostra amministrazione.
Questa attività deve essere necessariamente svolta prendendo in considerazione:
a) lo scenario nazionale ed internazionale per i riflessi che esso ha sul comparto degli enti locali ed in particolare sulle province;
b) lo scenario regionale per i riflessi della programmazione regionale sul nostro ente;
c) lo scenario locale, inteso come analisi del contesto socio-economico e di quello finanziario dell’ente.
LO SCENARIO ECONOMICO INTERNAZIONALE, ITALIANO E REGIONALE
Tra gli elementi citati dal principio applicato della programmazione, a supporto dell’analisi del contesto in cui si colloca la pianificazione operativa e finanziaria, sono citate le condizioni esterne.
I recenti documenti programmatori tracciavano, pertanto, seppur sinteticamente, lo scenario economico internazionale, italiano e regionale, riportando le linee principali di pianificazione regionale per il successivo triennio.
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 è tuttavia piombata sulla scena internazionale, e poi su quella nazionale, l’emergenza sanitaria da SarsCovid-19 che ha stravolto ogni precedente analisi strategica, sia in termini attuali che prospettici ed ha condizionato ogni precedente definizione di indirizzi generali di natura strategica.
Riguardo a tali mutate condizioni esterne, l’analisi strategica ha quindi l'obiettivo di approfondire i seguenti profili, con specifico riferimento agli effetti della pandemia, pur nella consapevolezza che qualunque dato pronostico ha in sé l’alea legata all’assoluta novità dello scenario di riferimento:
- gli obiettivi individuati dal Governo per il periodo considerato anche alla luce degli indirizzi e delle scelte contenute nei documenti di programmazione comunitari, nazionali e regionali;
- la valutazione corrente e prospettica della situazione socio-economica del territorio di riferimento della domanda di servizi pubblici locali anche in considerazione dei risultati e delle prospettive future di sviluppo socio-economico;
- i parametri economici essenziali utilizzati per identificare, a legislazione vigente, l’evoluzione dei flussi finanziari ed economici dell’ente e dei propri enti strumentali.
SCENARIO INTERNAZIONALE
La fase di moderata decelerazione dell’attività economica che aveva interessato molte delle maggiori economie nello scorso biennio sembrava essersi interrotta tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.
La diffusione della pandemia da coronavirus (COVID-19), dapprima in Cina e poi nel resto del mondo, ha cambiato radicalmente il quadro determinando un crollo dell’attività economica e un deterioramento della situazione economica di intensità mai registrata dalla Grande Depressione.
2. SEZIONE STRATEGICA (SeS)
6
Nei primi mesi del 2020, il ciclo economico internazionale, già in decelerazione dall’anno precedente, è stato colpito violentemente dagli effetti negativi della pandemia. L’emergenza sanitaria e le connesse misure di contenimento hanno generato una recessione globale che si differenzia dai precedenti episodi storici principalmente per due aspetti: l’origine epidemiologica, del tutto esterna rispetto alle tipiche fonti di disequilibrio finanziario ed economico, e i canali di trasmissione che hanno coinvolto contemporaneamente l’offerta e la domanda con una rapidità e un’intensità eccezionali.
Di fronte alla prospettiva di una flessione eccezionale dell’attività, gli Stati e le banche centrali di Ue, Usa e Giappone hanno predisposto misure di intervento straordinarie sia monetarie che fiscali.1
Il volume del commercio mondiale di beni, che aveva sperimentato nel 2019 un forte rallentamento rispetto all’anno precedente per vari fattori esogeni (guerra dei dazi, Brexit, tensioni geopolitiche), nel primo trimestre del 2020 ha registrato un brusco calo congiunturale (-2,5 per cento da -0,5 per cento del quarto trimestre 2019, fonte Central Planning Bureau) e le evidenze relative ad aprile indicano crolli di importazioni ed esportazioni in tutte le economie avanzate.
Le stime indicano tutte una fase di marcata recessione, la Commissione europea ha rivisto2 le proprie previsioni economiche, indicando per l’economia della UE una contrazione del PIL del 7,8 percento nel 2020. Per contenere la caduta del livello dell’attività causata dagli effetti del lockdown sia sulla produzione delle imprese, sia sulla domanda interna e in particolare sui consumi privati, istituzioni internazionali, governi e banche centrali nei principali paesi hanno implementato tempestivamente ingenti misure a sostegno dei redditi di famiglie e imprese.3
Gli effetti della crisi hanno investito l’economia mondiale e dell’Unione europea nel suo complesso;
vari studi, sin dalla prima fase di acuzie della pandemia (FMI e Commissione UE) hanno evidenziato al
1 Fonte: Rapporto Annuale ISTAT 2020
2 Autumn economic forecast, di novembre 2020.
3Si veda il Riquadro “Gli interventi di contrasto alla crisi COVID-19 nella Ue e nei principali paesi avanzati”.
7
riguardo l’importanza di un coordinamento internazionale nelle politiche di risposta all’emergenza sanitaria.4
In tale contesto, la recessione da Covid-19 a livello europeo ha prodotto un primo effetto: la sospensione del patto di stabilità, il vincolo che impone di ridurre il deficit strutturale fino al raggiungimento dell’“obiettivo di medio termine”, ovvero il pareggio di bilancio.
Per ridurre gli squilibri economici tra i paesi dell’Unione Europea, l’Eurogruppo, nella riunione del 9 aprile 2020, ha attivato un nuovo strumento per fronteggiare i costi diretti ed indiretti dell’emergenza sanitaria: si tratta di una nuova linea di credito, Pandemic Crisis Support, che ogni paese UE può decidere di utilizzare o meno, con risorse pari a 240 miliardi, prevista nel fondo salva stati, il MES, Meccanismo europeo di stabilità; ogni stato puòà accedervi chiedendo un finanziamento pari al 2% del proprio PIL.
Il peso del maggior debito è stato affrontato con l’aiuto delle banche centrali: la Banca centrale europea ha acquistato i titoli di stato dei diversi Paesi dell’Eurozona, non potendo intervenire con finanziamenti diretti. In questo modo è stata scongiurata la crescita dello spread dei paesi più indebitati, tra cui l’Italia, che finanziano le maggiori spese derivanti dalla Pandemia Covid-19 con l’emissione di titoli di stato. Il percorso di rientro dal debito sarà difficile per un paese come l’Italia già fortemente indebitato: si prospettano misure drastiche.
Va aggiunto che a luglio 2020, in sede di Consiglio europeo straordinario, è stato raggiunto un accordo su un articolato pacchetto per la ripresa, basato sul programma Next Generation EU e sul quadro finanziario pluriennale dell’Unione 2021-2027. Si tratta di un pacchetto articolato di 1.824,3 miliardi di Eur che combina le risorse del QFP 2021-2027 pari a 1.074,3 miliardi di Eur e le risorse del Recovery Fund; in base all’accordo la Commissione sarà in grado di contrarre prestiti sui mercati fino a 750 miliardi di Eur. Le risorse del programma Next generation EU saranno destinate a sette programmi distinti:
dispositivo per la ripresa e la resilienza (Resilience and Recovery Fund), REACT-EU, Orizzonte Europa, InvestEU, Sviluppo rurale, Fondo per la transizione giusta (JTF) e rescEU.
SCENARIO NAZIONALE
La crisi determinata dall’impatto dell’emergenza sanitaria ha investito l’economia italiana in una fase caratterizzata da una prolungata debolezza del ciclo: dopo la graduale accelerazione del triennio 2015-2017 la ripresa si era molto affievolita, lasciando il passo a un andamento quasi stagnante dell’attività.
Il Governo, approvando il 24 aprile 2020 il Documento di economia e finanza 2020-2021, ha accompagnato la presentazione del documento al Parlamento con una relazione che giustifica il deficit aggiuntivo necessario ad affrontare l’emergenza sanitaria da Covid-19.
La nuova definizione dei dati programmatici ha creato le condizioni per il varo della più grande manovra che il Governo Italiano abbia mai messo in campo dal dopoguerra ad oggi e che prevede il sostegno economico necessario all’imprenditoria ed alle famiglie dopo due mesi di chiusura totale che ha messo in ginocchio il sistema produttivo italiano. Per raccogliere informazioni dirette sulle valutazioni e le scelte degli operatori in questa difficile fase, l’Istat ha condotto in maggio una rilevazione speciale su
“Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria COVID-19” rivolta alle imprese di industria e servizi di mercato che ha fornito prime indicazioni utili anche sulle prospettive di breve termine.
Nella prima fase dell’emergenza sanitaria (conclusasi il 4 maggio), il 45 per cento delle imprese ha
4Cfr. studio curato da ricercatori della banca d’Italia “Nessun paese è un’isola: per una risposta coordinata al Covid-19”
8
sospeso l’attività, in gran parte a seguito dei decreti del Governo e per una quota minore (circa una su sette) per propria decisione; tra le unità che si sono fermate prevalgono largamente quelle di piccola dimensione tanto che l’insieme rappresenta il 18 per cento del fatturato complessivo. In quella stessa fase, il 22,5 per cento delle unità produttive sono riuscite a riaprire dopo una iniziale chiusura. Bisogna, invece, sottolineare che le imprese rimaste sempre attive sono meno di un terzo in termini di numerosità ma costituiscono la componente più rilevante quanto a peso sull’occupazione e sull’economia: il 62,7 per cento degli addetti e il 68,6 per cento del fatturato nazionale.
In tale contesto il decreto legge varato il 13 maggio, ribattezzato Decreto Rilancio, ha messo a disposizione le risorse per sostenere i redditi dei lavoratori e degli imprenditori, fornire liquidità al comparto delle imprese e della pubblica amministrazione, erogare credito all’economia e rafforzare il sistema sanitario. Gli scenari di previsione del DEF si limitano al biennio 2020-2021 e tengono conto delle risultanze dell’anno 2019, del nuovo quadro macroeconomico e degli effetti finanziari associati ai provvedimenti legislativi approvati fino a metà aprile 2020.
Il PIL, così come stimato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha subito una contrazione dell’8% nel 2020 per avere un rimbalzo al 4,7% nel 2021. La previsione per il 2021 si basa sull’auspicio che dal primo trimestre del 2021 si renda disponibile su larga scala un vaccino contro il COVID-19 e che ciò dia luogo ad un’ulteriore ripresa dell’attività economica.
Il Documento di Economia e Finanza traccia una strategia per rientrare dall’elevato debito pubblico:
questa dovrà basarsi non solo su un bilancio primario in surplus, ma anche su una crescita economica assai più elevata che in passato. In tale contesto le misure urgenti e di rilancio economico messe in atto dal
9
Governo rispondono alla esigenza di aumentare ulteriormente le risorse per il sistema sanitario, la protezione civile e la sicurezza pubblica, inoltre sono stati rifinanziati i sostegni ai redditi dei lavoratori e degli imprenditori più colpiti dalla crisi, all’occupazione, alla liquidità delle imprese e alla erogazione di credito all’economia.
Un ulteriore pacchetto di misure urgenti di semplificazione e crescita è stato dedicato alla semplificazione delle procedure amministrative in alcuni settori cruciali per il rilancio degli investimenti pubblici e privati (soprattutto appalti, edilizia, green economy, fisco, procedure complesse per l’avvio delle attività di impresa e per le opere pubbliche, banda ultra larga).
L’emergenza Covid-19 ha imposto di accelerare il processo di digitalizzazione, a tal riguardo il Piano nazionale di ripresa e resilienza – Next Generation Ue, contiene interventi importanti per la Pubblica Amministrazione sull’asse digitalizzazione e innovazione. L’impegno chiave è quello di cambiare la PA per favorire l’innovazione e la trasformazione digitale del settore pubblico, dotandola di infrastrutture moderne, interoperabili e sicure. A questo si accompagna l’obiettivo di accelerare, all’interno di un quadro di riforma condiviso, i tempi della giustizia e di favorire la diffusione di piattaforme, servizi digitali e pagamenti elettronici presso le pubbliche amministrazioni e i cittadini. La realizzazione degli obiettivi di crescita digitale e di modernizzazione della macchina pubblica costituisce una chiave di rilancio del sistema Paese. In questo quadro particolare valore rivestono pure l’impatto di genere (ad esempio in relazione allo sviluppo dello smart working e all’accesso a posizioni dirigenziali) e quello sui giovani (ad esempio in relazione al reclutamento straordinario per l’esecuzione del Pnrr). Complessivamente il capitolo digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA beneficia di fondi per circa 11 miliardi.
Il Governo ritiene altresì strategico incentivare gli investimenti volti a promuovere forme di economia circolare e a favorire la transizione ecologica aumentando la competitività e la resilienza dei sistemi produttivi a shock ambientali e di salute perseguendo con fermezza politiche di contrasto ai cambiamenti climatici finalizzate a conseguire una maggiore sostenibilità ambientale e sociale.
Queste innovazioni dovranno essere allineate al Green Deal europeo, che resta la strategia chiave dell’Unione Europea per i prossimi decenni. A livello nazionale, si lavorerà sull’attuazione del Green and Innovation Deal che la Legge di Bilancio ha finanziato per il triennio 2020-2022.
SCENARIO REGIONALE
L’epidemia dell’inverno 2020, producendo brusche e rilevanti modificazioni dello stile di vita, delle abitudini lavorative e produttive ha accentuato gli squilibri e le distorsioni socio-economiche. Questi effetti e le conseguenti decisioni di politica economica hanno stravolto le prospettive economiche e finanziarie di medio-lungo periodo – sia per l’Europa, sia per l’Italia, sia per tutte le regioni. 5
Nel primo semestre del 2020, parallelamente all’azione del Governo nazionale, le politiche della Regione Lazio, sono state concentrate, da un lato, nelle attività del Servizio Sanitario Regionale per il trattamento, assistenza e prevenzione dei pazienti affetti dal virus e del resto dei cittadini della regione e, dall’altro lato, negli interventi di sostegno ai settori produttivi e ai fabbisogni delle famiglie, dei soggetti fragili e dei lavoratori rimasti esclusi dalle forme tradizionali di assistenza e da altri tipi di sostegno previsti a livello nazionale.
5 fonte: Documento di Economia e Finanza Regionale 2021- anni 2021-2023 – Pubblicato in Burl n.156.
10
Una parte rilevante del finanziamento delle policy regionali – sia per l’emergenza, sia in funzione anticrisi, sia di sostegno alle famiglie e alle imprese – ha riguardato la rimodulazione delle risorse dei Fondi Strutturali e d’Investimento Europei e del Fondo di Sviluppo e Coesione. In primis, con il concorso di fonti di finanziamento europee e nazionali, un primo gruppo di interventi («Regione vicina») ha sostenuto i settori produttivi con l’immissione di liquidità e l’occupazione in lockdown attraverso il recepimento della convenzione nazionale in tema di anticipazione sociale in favore dei lavoratori destinatari dei trattamenti di integrazione al reddito che consente che le banche forniscano un’anticipazione dei trattamenti ordinari di integrazione al reddito e di cassa integrazione in deroga rispetto al momento di pagamento dell’Inps.
Successivamente, con un nuovo intervento «Pronto cassa», sono stati distribuiti prestiti a tasso zero – per un importo unitario di 10mila euro – a imprese e detentori di partita IVA.
La distribuzione del credito, originariamente stimata in 55,5 milioni è stata – a seguito di un incremento delle risorse regionali e di un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti – ampliata a 375 milioni; sono stati estesi 100 milioni di euro di finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti già stanziati, per il sostegno a qualunque fabbisogno di liquidità delle imprese connesso all’emergenza COVID-19, ed è stato attivato un nuovo plafond per le PMI sul Fondo centrale di Garanzia a seguito della previsione dell’art. 13 del D.L. n.23/2020.
I principali interventi settoriali, hanno riguardato la cultura, il turismo, le attività di promozione culturale ed animazione territoriale, l’editoria e l’emittenza televisiva e radiofonica locale, la distribuzione locale della stampa quotidiana e periodica, lo sport e la mobilità sostenibile, le branche manifatturiere dell’agro-alimentare.
Per il mercato del lavoro, le famiglie e gli interventi sulla società regionale: (i) è stato sostenuto lo smartworking per le imprese, per i titolari di partita IVA e per i Comuni; (ii) sono state accelerate e semplificate le pratiche delle imprese vincitrici dei bandi ed è stata varata una “moratoria regionale straordinaria 2020” che ha interessato i rimborsi dei prestiti finanziati o garantiti dalle misure agevolative regionali, i termini relativi ai procedimenti per la concessione di sovvenzioni regionali e le scadenze degli avvisi già pubblicati; (iii) per le imprese che realizzano lavori pubblici sono state adottate misure straordinarie per il pagamento dei lavori e spese tecniche, finalizzate a mitigare la crisi di liquidità delle imprese; (iv) per i titolari di licenza per l’esercizio del servizio di taxi o di autorizzazione per l’esercizio del servizio di noleggio con conducente sono stati previsti indennizzi a fondo perduto.
Per contrastare la povertà, il rischio emarginazione e aumento delle diseguaglianze, gli interventi – per una spesa complessiva di 21 milioni – sono stati concentrati sul sostegno ai Comuni e al terzo settore per provvedere all’assistenza alle famiglie ed attivare buoni spesa, pacchi alimentari e medicinali per chi ha più bisogno.
La programmazione economico-finanziaria regionale di medio e lungo termine, alimentata dalle
«lezioni» apprese dall’attuazione della politica unitaria 2014-2020, è stata proposta sotto-forma di
«indirizzi di policy» nel documento «Un nuovo orizzonte di progresso socio-economico-Linee d’indirizzo per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze: politiche pubbliche regionali ed europee 2021-2027» (da ora in poi: Indirizzi 2027).
In Indirizzi 2027 sono stati analizzati e discussi, nell’attuale frangente storico dominato dall’incertezza, le principali sfide europee per il futuro e gli indirizzi generali e settoriali per sviluppare idonee ed efficaci politiche pubbliche per passare dall’economia lineare a quella sostenibile.
11
I principali elementi che hanno concorso alla definizione delle policy regionali per il lungo periodo provengono dall’insieme di obiettivi, politiche e strumenti – mondiali, europei e nazionali – che, prevalentemente tra il 2019 e il 2020, hanno concorso ad accelerare i processi di transizione dal «modello di crescita infinita» al «modello di sviluppo sostenibile».
In questo sfondo di pianificazione, gli Obiettivi Tematici del ciclo di programmazione europeo 2014- 2020 sono stati ricondotti agli Obiettivi di Policy del ciclo di programmazione 2021-2027 e, in entrambi i casi, gli interventi portanti (definiti Azioni Cardine e Progetti per la Ripresa e la Resilienza) sono stati innestati nel programma di governo per la X e l’XI legislatura. La programmazione economico-finanziaria regionale per il triennio 2021-2023 assume – dunque – le conclusioni di Indirizzi 2027 per la programmazione di lungo periodo rimodulando le policy per il triennio 2021-2023 nell’alveo sia del pilastro strategico dello sviluppo sostenibile regionale sia di quello incentrato sull’attenuazione delle diseguaglianze socio-economiche.
Nell’attuale contesto, il DEFR Lazio 2021 ha tenuto conto dei potenziali scenari di sostegno finanziario, per la «transizione verde», la «transizione digitale» e «l’equità», previsti dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility). L’ammontare complessivo delle risorse finanziarie per una Regione Lazio «più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini» è stato stimato in circa 6,5 miliardi; oltre la metà – il 54,4 per cento – deriverà dalle risorse dei Fondi Strutturali di Investimento Europeo e dalle risorse per lo sviluppo rurale, quasi il 40 per cento riguarderà il sostegno del Fondo di Sviluppo e Coesione e la quota restante proverrà da trasferimenti statali.
Valutazione della situazione socio-economica del territorio locale6
Dopo aver brevemente analizzato le principali variabili macroeconomiche e le disposizioni normative di maggior impatto sulla gestione degli enti locali, in questo paragrafo intendiamo rivolgere la nostra attenzione sulle principali variabili socio economiche che riguardano il territorio amministrato.
A tal fine verranno presentati:
l’analisi del territorio e delle strutture;
l’analisi demografica;
6 sito: https://www.tuttitalia.it/lazio/provincia-di-latina/statistiche/
12
l’analisi socio economica.
Analisi del territorio e delle strutture
La conoscenza del territorio provinciale e delle sue strutture costituisce attività prodromica per la costruzione di qualsiasi strategia.
Per questo motivo, successivamente alla rappresentazione cartografica del territorio provinciale, vengono riportati i principali dati, presi a base della programmazione, riguardanti i Comuni della Provincia, il territorio e le sue infrastrutture.
13 Il territorio è composto da 33 Comuni: 7
Comune Popolazione al 31/12/2019
(ISTAT) residenti
Superficie km²
Densità abitanti/km²
Altitudine m s.l.m.
1. LATINA 129.133 277,62 465 21
2. Aprilia 74.961 178,11 421 80
3. Sabaudia 20.130 145,37 138 17
4. Cisterna di Latina 37.133 144,16 258 77
5. Fondi 39.643 143,92 275 8
6. Terracina 45.418 136,59 333 22
7. Pontinia 14.894 112,10 133 4
8. Itri 10.672 101,10 106 170
9. Sezze 24.788 100,47 247 319
10. Cori 10.740 85,31 126 384
11. Formia 38.026 74,17 513 19
12. Monte San Biagio 6.304 65,10 97 133
13. Sonnino 7.503 63,82 118 430
14. Priverno 14.085 56,98 247 151
15. Lenola 4.161 45,24 92 425
16. Sermoneta 10.052 45,00 223 257
17. Minturno 20.290 42,14 482 141
18. Maenza 3.060 42,13 73 358
19. Spigno Saturnia 2.914 38,74 75 46
20. Campodimele 597 38,38 16 647
21. Prossedi 1.198 35,37 34 206
22. San Felice Circeo 10.305 32,63 316 98
23. Bassiano 1.477 32,40 46 562
24. Santi Cosma e Damiano 6.866 31,61 217 181
25. Norma 3.823 31,22 122 410
26. Castelforte 4.325 29,71 146 134
27. Gaeta 20.208 29,20 692 2
28. Roccagorga 4.335 24,49 177 287
29. Roccasecca dei Volsci 1.119 23,50 48 376
30. Sperlonga 3.236 19,49 166 55
31. Rocca Massima 1.115 18,17 61 735
32. Ponza 3.396 10,16 334 10
33. Ventotene 748 1,75 429 18
7 www. tuttitalia.it/lazio/provincia-di-latina/31-comuni/superficie/
14
Sul territorio provinciale di una superficie di circa 2250 km2, l’estesa chilometrica della rete stradale di competenza provinciale ammonta a 730 km circa. Sono presenti 12 comuni costieri per un’estensione della costa di circa 1000 km2.
La Provincia di Latina, è l’unica nel Lazio a non avere un collegamento autostradale né una maglia di collegamenti trasversali all’Autostrada A1; è dotata di 2,7 stazioni ferroviarie ogni 100 mila abitanti, di 55 km di rete ferroviaria, non adeguata all’Alta velocità, di circa 35 approdi per la nautica da diporto, non è dotata di uno scalo aeroportuale civile.
Analisi demografica 8
L’analisi demografica costituisce certamente uno degli approfondimenti di maggior interesse per un amministratore pubblico: non dobbiamo dimenticare, infatti, che tutta l’attività amministrativa posta in essere dall’ente è diretta a soddisfare le esigenze e gli interessi della propria popolazione.
Analisi demografica
Popolazione legale al censimento (2011) n° 544.732 Popolazione residente al 31 dicembre 2019
Totale Popolazione n° 576.655
di cui:
Maschi n° 285.153
Femmine n° 291.502
nuclei familiari n° 241.987
Popolazione al 1gennaio 2018
Totale Popolazione n° 575.577
Nati nell'anno n° 4.566
Deceduti nell'anno n° 5.233
saldo naturale -667
Immigrati nell'anno n° 13.975
Emigrati nell'anno n° 13.631
saldo migratorio +344
Popolazione al 31 dicembre 2018
Totale Popolazione n° 575.254
di cui:
In età prescolare (0/6 anni) n° 34.806
In età scuola obbligo (7/14 anni) n° 43.282 In forza lavoro 1ª occupazione (15/29 anni) n° 90.276
In età adulta (30/64 anni) n° 285.697
In età senile (65 anni e oltre) n° 121.193
8 sito: https://www.tuttitalia.it/lazio/provincia-di-latina/statistiche/
15
Popolazione residente ai censimenti
Andamento demografico storico dei censimenti della popolazione in provincia di Latina dal 1861 al 2011.
Variazione percentuale popolazione ai censimenti dal 1861 al 2011
Censimento Popolazione Var %
num. anno data rilevamento residenti
1° 1861 31-dic 64.518 -
2° 1871 31-dic 119.782 85,70%
3° 1881 31-dic 119.705 -0,10%
4° 1901 10-feb 142.146 18,70%
5° 1911 10-giu 154.788 8,90%
6° 1921 01-dic 163.705 5,80%
7° 1931 21-apr 188.570 15,20%
8° 1936 21-apr 237.333 25,90%
9° 1951 04-nov 283.699 19,50%
10° 1961 15-ott 319.056 12,50%
11° 1971 24-ott 376.238 17,90%
12° 1981 25-ott 434.086 15,40%
13° 1991 20-ott 476.282 9,70%
14° 2001 21-ott 491.230 3,10%
15° 2011 09-ott 544.732 10,90%
16
Popolazione per età e sesso al 01.01.2020
Distribuzione della popolazione al 01.01.2020 - Provincia di Latina
Età Maschi Femmine Totale
%
0-4 12.030
51,7%
11.230 48,3%
23.260 4,0%
5-9 13.786
51,3%
13.087 48,7%
26.873 4,7%
10-14 13.820
50,8%
13.392 49,2%
27.212 4,7%
15-19 14.152
51,7%
13.211 48,3%
27.363 4,7%
20-24 15.755
53,3%
13.831 46,7%
29.586 5,1%
25-29 16.499
51,8%
15.360 48,2%
31.859 5,5%
30-34 17.795
51,7% 16.602
48,3%
34.397 6,0%
35-39 19.257
51,7% 17.967
48,3%
37.224 6,5%
40-44 21.761
50,8%
21.045 49,2%
42.806 7,4%
45-49 23.496
49,9%
23.637 50,1%
47.133 8,2%
50-54 23.150
49,3%
23.774 50,7%
46.924 8,1%
55-59 20.639
48,5%
21.923 51,5%
42.562 7,4%
17
60-64 17.367
48,2%
18.660 51,8%
36.027 6,2%
65-69 15.809
48,0%
17.101 52,0%
32.910 5,7%
70-74 15.234
47,8% 16.632
52,2%
31.866 5,5%
75-79 10.387
45,7% 12.359
54,3%
22.746 3,9%
80-84 8.208
43,3%
10.730 56,7%
18.938 3,3%
85-89 4.202
38,1% 6.822
61,9% 11.024 1,9%
90-94 1.492
32,3%
3.130 67,7%
4.622 0,8%
95-99 295
24,5%
908 75,5%
1.203 0,2%
100+ 19
15,8%
101 84,2%
120 0,0%
Totale 285.153
49,4% 291.502
50,6% 576.655 100,0%
Popolazione per classi di età scolastica al 01.01.2020
18
Distribuzione della popolazione per età scolastica al 01.01.2020
Età Totale Maschi
Totale
Femmine Totale
Maschi+Femmine
di cui stranieri
Maschi Femmine M+F %
0 2.164 2.017 4.181 380 320 700 16,7%
1 2.362 2.223 4.585 360 316 676 14,7%
2 2.494 2.272 4.766 366 335 701 14,7%
3 2.547 2.321 4.868 396 304 700 14,4%
4 2.463 2.397 4.860 359 318 677 13,9%
5 2.623 2.483 5.106 352 331 683 13,4%
6 2.706 2.594 5.300 352 317 669 12,6%
7 2.794 2.620 5.414 382 365 747 13,8%
8 2.774 2.670 5.444 351 318 669 12,3%
9 2.889 2.720 5.609 325 314 639 11,4%
10 2.804 2.730 5.534 274 288 562 10,2%
11 2.784 2.694 5.478 309 266 575 10,5%
12 2.791 2.638 5.429 254 242 496 9,1%
13 2.775 2.691 5.466 253 239 492 9,0%
14 2.666 2.639 5.305 254 237 491 9,3%
15 2.738 2.593 5.331 254 225 479 9,0%
16 2.782 2.670 5.452 247 236 483 8,9%
17 2.754 2.608 5.362 264 203 467 8,7%
18 2.856 2.638 5.494 292 199 491 8,9%
Popolazione Provincia di Latina 2001-2019
Andamento demografico della popolazione residente in provincia di Latina dal 2001 al 2019. Grafici e statistiche su dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno.
19
Dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno.
Anno Data rilevamento Popolazione residente
Variazione assoluta
Variazione percentuale
Numero Famiglie
Media componenti per famiglia
2001 31 dicembre 491.431 - - - -
2002 31 dicembre 497.415 +5.984 +1,22% - -
2003 31 dicembre 512.136 +14.721 +2,96% 195.667 2,61 2004 31 dicembre 519.850 +7.714 +1,51% 198.758 2,59 2005 31 dicembre 524.533 +4.683 +0,90% 201.871 2,59 2006 31 dicembre 528.663 +4.130 +0,79% 204.713 2,58 2007 31 dicembre 537.213 +8.550 +1,62% 209.533 2,56 2008 31 dicembre 545.217 +8.004 +1,49% 216.443 2,52 2009 31 dicembre 551.217 +6.000 +1,10% 221.912 2,48 2010 31 dicembre 555.692 +4.475 +0,81% 225.240 2,46 2011 (¹) 8 ottobre 559.207 +3.515 +0,63% 228.066 2,45
2011 (²) 9 ottobre 544.732 -14.475 -2,59% - -
2011 (³) 31 dicembre 544.887 -10.805 -1,94% 228.939 2,38 2012 31 dicembre 552.090 +7.203 +1,32% 233.959 2,36 2013 31 dicembre 569.664 +17.574 +3,18% 236.407 2,41 2014 31 dicembre 572.472 +2.808 +0,49% 237.965 2,40 2015 31 dicembre 574.226 +1.754 +0,31% 241.060 2,38 2016 31 dicembre 574.891 +665 +0,12% 242.965 2,36 2017 31 dicembre 575.577 +686 +0,12% 243.647 2,35 2018 31 dicembre 575.254 -323 -0,06% 242.763 2,36 2019 31 dicembre 576.655 +1.401 +0,24% 241.987 2,37
(¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.
(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.
(³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre 2010.
Variazione percentuale della popolazione
Variazioni annuali della popolazione della provincia di Latina espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della regione Lazio e dell'Italia.
20
Flusso migratorio della popolazione
Numero dei trasferimenti di residenza da e verso la provincia di Latina negli ultimi anni.
Dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2019.
Anno 1 gen-31 dic
Iscritti Cancellati Saldo
Migratorio con l'estero
Saldo Migratorio
totale DA
altri comuni DA estero
altri iscritti
(*)
PER altri comuni
PER estero
altri cancell.
(*)
2002 9.256 1.270 3.144 8.171 319 134 +951 +5.046 2003 9.164 3.445 10.335 8.223 370 277 +3.075 +14.074 2004 10.208 3.465 1.892 8.179 419 241 +3.046 +6.726 2005 10.919 2.067 367 8.641 426 318 +1.641 +3.968 2006 10.772 2.001 267 9.171 449 165 +1.552 +3.255 2007 9.963 6.969 189 9.013 352 183 +6.617 +7.573 2008 11.282 5.767 166 9.437 595 261 +5.172 +6.922 2009 10.067 4.529 158 8.926 508 320 +4.021 +5.000 2010 10.304 3.740 171 9.484 447 614 +3.293 +3.670 2011 (¹) 7.318 3.025 174 6.784 307 351 +2.718 +3.075
2011 (²) 2.361 893 73 2.548 120 896 +773 -237
2011 (³) 9.679 3.918 247 9.332 427 1.247 +3.491 +2.838 2012 13.343 4.266 2.230 11.717 412 958 +3.854 +6.752 2013 9.708 3.108 18.389 10.342 609 3.208 +2.499 +17.046 2014 10.001 3.177 3.204 9.988 978 2.873 +2.199 +2.543 2015 9.633 3.525 689 9.773 971 914 +2.554 +2.189 2016 9.931 3.229 709 10.529 1.096 1.242 +2.133 +1.002 2017 9.497 3.952 710 10.588 1.050 1.253 +2.902 +1.268 2018 9.799 3.419 757 10.853 1.074 1.704 +2.345 +344 2019 10.794 3.300 867 11.688 1.403 1.718 +1.897 +152
21
(*) sono le iscrizioni/cancellazioni nelle Anagrafi comunali dovute a rettifiche amministrative.
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre) (²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.
Movimento naturale della popolazione
Dettaglio delle nascite e dei decessi dal 2002 al 2019.
Anno Bilancio demografico Nascite Variaz. Decessi Variaz. Saldo Naturale 2002 1 gennaio-31 dicembre 4.899 - 3.961 - +938 2003 1 gennaio-31 dicembre 4.962 +63 4.315 +354 +647 2004 1 gennaio-31 dicembre 5.020 +58 4.032 -283 +988 2005 1 gennaio-31 dicembre 4.916 -104 4.201 +169 +715 2006 1 gennaio-31 dicembre 5.152 +236 4.277 +76 +875 2007 1 gennaio-31 dicembre 5.123 -29 4.146 -131 +977 2008 1 gennaio-31 dicembre 5.500 +377 4.418 +272 +1.082 2009 1 gennaio-31 dicembre 5.512 +12 4.512 +94 +1.000 2010 1 gennaio-31 dicembre 5.600 +88 4.795 +283 +805 2011 (¹) 1 gennaio-8 ottobre 4.045 -1.555 3.605 -1.190 +440 2011 (²) 9 ottobre-31 dicembre 1.417 -2.628 1.025 -2.580 +392 2011 (³) 1 gennaio-31 dicembre 5.462 -138 4.630 -165 +832 2012 1 gennaio-31 dicembre 5.430 -32 4.979 +349 +451 2013 1 gennaio-31 dicembre 5.254 -176 4.726 -253 +528 2014 1 gennaio-31 dicembre 5.150 -104 4.885 +159 +265 2015 1 gennaio-31 dicembre 4.871 -279 5.306 +421 -435 2016 1 gennaio-31 dicembre 4.793 -78 5.130 -176 -337 2017 1 gennaio-31 dicembre 4.758 -35 5.340 +210 -582 2018 1 gennaio-31 dicembre 4.566 -192 5.233 -107 -667 2019 1 gennaio-31 dicembre 4.207 -359 5.107 -126 -900
22
Cittadini stranieri residenti in provincia di Latina al 31.12.2019
Distribuzione per area geografica di cittadinanza (al 31.12.2019)
Gli stranieri residenti in provincia di Latina al 31 dicembre 2019 sono 55.214 e rappresentano il 9,6% della popolazione residente.
Continenti di provenienza degli stranieri in provincia di Latina
Nazioni di provenienza degli stranieri residenti in provincia di Latina
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 37,6%
di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'India (21,5%) e dall'Albania (4,5%).
23 Analisi socio-economica 9
Le imprese
Dall’analisi Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio su scala nazionale, l’anno 2020 consegna un bilancio di demografia imprenditoriale in ulteriore ridimensionamento.
L’avanzo pari ad appena 19mila unità, si assottiglia di circa ¼ rispetto ai valori targati 2019 (risultavano circa 27mila le imprese in più), segnando un ulteriore punto di minimo in serie storica.
Tale saldo è l’esito della differenza tra le 292mila iscrizioni (in decelerazione di quasi 61mila unità rispetto allo scorso precedente) e le 272mila cessazioni (oltre 53mila in meno rispetto allo scorso anno).
In termini relativi, tali esiti determinano il rallentamento di entrambi i tassi di natalità e mortalità che mettono a segno un punto di minimo inesplorato nella serie storica decennale: rispettivamente il primo si attesta al 4,80% (a fronte del 5,79% del 2019) ed il secondo risulta pari al 4,48% (a fronte del 5,35% dei dodici mesi precedenti).10
Di seguito si riporta la tabella riepilogativa dei tassi annuali rilevati su base nazionale a partire dal 2010:
L’osservazione dei dati Movimprese, relativa all’anno 2020 e pubblicati da Osserfare, l’Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Latina sulla base dei dati messi a disposizione da Unioncamere ed Infocamere, conferma il Lazio ai vertici nazionali in termini di crescita, con un tasso di sviluppo del +1,03%, sebbene in rallentamento rispetto ai valori riferiti all’analogo periodo 2019 (+1,40%), per un differenziale inalterato rispetto alle dinamiche rilevate su scala nazionale (+0,32% il tasso di crescita).
Di fatto, come avviene su scala nazionale, la minore crescita è attribuibile al duplice ridimensionamento sia delle nuove aperture che delle cessazioni, nella misura del 20% circa per entrambi.
Il saldo a fine anno ammonta a 6.801 unità in più, confermando il ridimensionamento già evidenziato rispetto ai valori riferiti ai dodici mesi precedenti (9.206 unità aggiuntive).
9 http://cameradicommerciolatina.it/
10 http://cameradicommerciolatina.it/i-dati-movimprese-relativi-alle-province-di-frosinone-e-latina-per-lanno-2020/
24
Disaggregando il dato laziale a livello provinciale, si evidenziano comportamenti imprenditoriali piuttosto diversificati: il frusinate conferma la stazionarietà già emersa in corso d’anno, mentre, fatta eccezione per la maggiore crescita del viterbese (+0,57%, a fronte del +0,45% riferito al 2019), gli altri territori condividono il rallentamento del tasso di sviluppo imprenditoriale evidenziato su scala regionale.11
Gli esiti su scala nazionale e per la regione Lazio disaggregati per province, sono riportati nella tabella successiva:
L’universo imprenditoriale della provincia di Latina chiude a fine anno con 57.663 unità registrate delle quali 47.104 attive, pari all’81,7%. Ammontano a 2.908 le nuove iscrizioni (a fronte delle 3.637 dei dodici mesi precedenti), per un tasso di natalità in flessione al 5,04% (rispetto al 6,31%
del 2019); altrettanto avviene in termini di cessazioni, attestatesi a 2.656 unità in meno, per un tasso di mortalità anch’esso in rallentamento al 4,61% (5,53% il precedente, pari a 3.186 cancellazioni nel corso del 2019). Si conferma, dunque il trend emerso in corso d’anno, in quanto l’esito conclusivo è di un turnover imprenditoriale in frenata e di un tasso di crescita quasi dimezzato, che si ferma allo 0,44% (a fronte del +0,78%, riferito ai dodici mesi precedenti).
Si conclude, dunque, un anno all’insegna della discontinuità e che con le complessità che nel corso dei mesi si sono riproposte in ragione dell’evolversi della pandemia, lascia intendere il procrastinare di alcune decisioni, sia in termini di avvio di nuove iniziative imprenditoriali, che di dolorose scelte di chiusura dell’attività, soprattutto con riferimento ai segmenti che rappresentano la principale fonte di sostegno al reddito familiare, nell’incertezza dell’evolversi dei contagi, con le relative limitazioni allo svolgersi delle attività economiche.12
Per quanto attiene l’andamento demografico per settore economico, il quadro riassuntivo relativo alla provincia di Latina per l’anno 2020, disaggregato per settori economici, viene evidenziato nella tabella successiva, elaborata sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:
11 http://cameradicommerciolatina.it/i-dati-movimprese-relativi-alle-province-di-frosinone-e-latina-per-lanno-2020/
12 http://cameradicommerciolatina.it/i-dati-movimprese-relativi-alle-province-di-frosinone-e-latina-per-lanno-2020/
25
La discontinuità rispetto allo scorso anno cui si è accennato è rappresentata, in primis, dallo sprint delle Costruzioni, la cui accelerazione (+1,74% la variazione dello stock, a fronte del +1,43%
riferito ai dodici mesi precedenti) è frutto soprattutto dall’eccezionale rimbalzo realizzatosi nella seconda trimestrale. Al riguardo le misure previste di rilancio del comparto hanno avuto, come già evidenziato, effetti significativi anche su scala nazionale e regionale.
Altrettanto, si evidenzia la crescita significativa delle attività di pulizia e disinfestazione che, in piena emergenza Covid, hanno registrato una crescita esponenziale della domanda da parte delle imprese di sanificazione e di interventi indispensabili per garantire le condizioni di sicurezza previste dai protocolli.
Un ulteriore segnale di discontinuità è riferibile alle attività commerciali che restituiscono un esito sostanzialmente neutro, a fronte della perdita targata 2019 (-0,39%); tale miglior risultato è determinato dalla più contenuta flessione del segmento al dettaglio, che conferma dinamiche negative, sebbene risultino dimezzate rispetto allo scorso anno (61 unità in meno, a fronte delle -121 targate 2019). In tale segmento è compreso il canale delle vendite on-line che, dopo il rallentamento della prima semestrale, a settembre aveva recuperato la consueta corsa, tuttavia nell’ultima porzione d’anno torna a ridimensionare il passo, per una crescita cumulata pari ai ¾ del saldo targato 2019 (+34 unità, +12,2% la variazione dello stock).
Le attività di ristorazione ed i pubblici esercizi dopo la pesante apertura d’anno, condizionata dalla pandemia, cui è seguito un secondo trimestre fortemente penalizzato dal lockdown ed un periodo
26
estivo sotto tono, confermano un bilancio magro per una crescita complessiva che si riduce a poco più del 50% in termini tendenziali (appena 39 sono le imprese in più, a fronte delle 88 riferite all’analogo periodo dello scorso anno) con il segmento degli esercizi pubblici che presenta un saldo negativo.
Altrettanto, i Trasporti evidenziano il ritorno alla stazionarietà (a fronte della decrescita pari a - 1,23% targata 2019); su tale recupero in parte possono aver inciso i mutati comportamenti di acquisto dei consumatori tramite il canale on-line, cresciuto esponenzialmente a partire dal lockdown di marzo, favorendo la domanda logistica connessa alle accresciute consegne di prodotti effettuate; d’altronde, l’emergenza sanitaria e le relative misure di contenimento hanno fatto emergere il ruolo fondamentale di tale segmento nella distribuzione di beni sanitari e beni primari.
Passando ai settori tradizionali, l’agricoltura, dopo il pesante disavanzo in apertura d’anno e il recupero realizzatosi nella seconda trimestrale consuntiva l’anno in netta flessione (-0,63% la variazione dello stock, a fronte del precedente -0,31%). D’altronde, le limitazioni alle attività di ristorazione hanno inciso in misura significativa sulla domanda e sulle quotazioni delle produzioni orticole locali, con ribassi significativi in corso d’anno.
Per quanto attiene le attività manifatturiere, il dato consolidato a fine anno si mantiene su un sentiero negativo, sebbene in contenimento (-0,87% la variazione dello stock, a fronte del -1,22%
targato 2019). Nello specifico, i segmenti più penalizzati sono quello del legno e la fabbricazione di prodotti in metallo; diversamente, la riparazione, manutenzione ed installazione di macchine e apparecchiature registra l’avanzo più significativo (+17 unità, +5,25% la variazione percentuale dello stock, in accelerazione rispetto al +3,18% targato 2019).13
Le imprese straniere
La performance delle imprese straniere è influenzata dalla dinamica positiva delle costruzioni, realizzandosi per tale componente un leggero rallentamento tendenziale a tutti i livelli territoriali, con l’unica eccezione della provincia di Latina, che mostra un’accentuazione significativa della crescita.
In provincia di Latina l’universo delle imprese straniere conta 4.550 unità, che costituiscono il 7,89% dell’intero tessuto imprenditoriale. Dopo l’inconsueta battuta d’arresto evidenziata nel corso del 2018, è seguito il deciso rimbalzo nei dodici mesi successivi ed alla fine del 2020 (dati Movimprese), le imprese non indigene mostrano un tasso di crescita positivo (+4,15%), pari a 181 realtà straniere in più.14
L’imprenditoria giovanile
Le imprese giovanili mostrano il ridimensionamento più significativo in termini tendenziali, risultando il rallentamento non inferiore al 20% a tutti i livelli territoriali.
I dati Movimprese relativi all’anno 2020, evidenziano un rallentamento delle dinamiche imprenditoriali anche per quanto concerne l’imprenditoria giovanile. A dicembre 2020 le imprese juniores in provincia di Latina si attestano sulle 5.974 unità con un’incidenza sull’intero universo imprenditoriale locale pari al 10,36%.15
13 http://cameradicommerciolatina.it/i-dati-movimprese-relativi-alle-province-di-frosinone-e-latina-per-lanno-2020/
14 http://cameradicommerciolatina.it/i-dati-movimprese-relativi-alle-province-di-frosinone-e-latina-per-lanno-2020/
15 http://cameradicommerciolatina.it/i-dati-movimprese-relativi-alle-province-di-frosinone-e-latina-per-lanno-2020/