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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.51 (1924) n.2604, 6 aprile

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(1)

L’ECONOMISTA

GAZZETTA S ET T I MA NA L E

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO,BANCHI, F E R R O V I E , I N T E R E S S I P IO V A l i

Direttore: M. J . de Jo b anni a

20 Aprile

Anno LI - Voi. IVI Firenze-Roma

6-13 A p f ile - lF lI a S F f if f

Roma

(4)

-

Via Gregoriana, 5G

n. 2604-05 06

S O M M A R I O P A R T E ECONOMICA.

L a s itu a zio n e f in a n z ia r ia secondo il M in istr o De S te fa n i. Le d iffic o ltà d e ll* a g rico ltu ra

Il m e rc a to fin a n z ia r io in Ita lia nel fe b b ra io 1924. I e s e r c i z i o fe r r o v ia r io .

L a d iso cc u p a zio n e in Ita lia a l 31 d ic e m b re 1923. RI VISTA RI ELIOGRAFICA.

FI NA N Z E DI ST A TO .

La s itu a zio n e fin a n z ia r ia ed e co n o m ic a d e ll’U n g h eria La s itu a zio n e fin a n z ia r ia a u s tria c a .

Il gettito dei m o n o p o li d i S ta to in J u g o sla v ia I v e r s a m e n ti d e lla G e rm a n ia fin o a l 31 d ic e m b re 192,». La s itu a zio n e eco n o m ic a del V enezuela.

L a v ita e co n o m ic a d e lla N o rv e g ia n el 1923. RIV ISTA D E L COMMERCIO.

L e in d u s trie ru sse d e llo S ta to n e l 1923. L ’esp o rta zio n e r u m e n a d i p e tro lio .

La p r o d u zio n e m o n d ia le del fe r r o e d e ll’a ccia io n e l 1923 L’in d u s tr ia s u d -a fr ic a n a dei d ia m a n ti.

N a vig a zio n e ita lia n a su l D a n u b io . L ’in d u s tria m in e r a r ia svedese n e l 1923 L a p r o d u z io n e d elle a u to m o b ili neg li S ta ti U n iti Le e sp o r ta z io n i d i c a o u tc h o u ch d a lla M alesia. RIVISTA D EL MERCA TO DEI VALORI. R a sseg n a S e ttim a n a le . - Gu s t a v o De s l e x.

P A R T E ECONOMICA

I! La situazione finanziaria

secondo il ministro De Stefani.

Alla vigilia della convocazione dei comizi, tra

i molteplici discorsi politici pronunziati, anche

| il m inistro delie finanze ha voluto compiere di-

j chiarazioni, na tu ra lm e n te in favore del regime

fascista, per quanto ridette la amministrazione

della pubblica finanza.

E ’ invero peccato che la parola del ministro

| De Stefani sia om breggiata di tinte così roseg-

gianti da togliere serietà ed efficacia alle sue af­

fermazioni ancorché im p ortanti per le risultanze

che esse adducono.

Nessun dubbio, nessuna preoccupazione, quali

pure nei tem pi più lieti della nostra finanza agi

tavano i Ministri del Tesoro e delle finanze di

altre epoche intacca l’ottim ism o sereno e quasi in­

genuo dell’on. De Stefani. Le spese in aum ento

! sulle previsioni non lo preoccupano perchè le

I entrate sono an c h ’esse in aum ento. Nessun ac-

! cenno al fatto che u n a parte dell’incremento dei

j tributi è dovuto al coincidere in questo anno di

i balzelli aventi carattere tem pora neo con i nuovi

j assestamenti delle imposte dirette perm anenti e

I quindi la profezia sicura che l’attuale stabilità

I

finanziaria d en u n c ia ta dal m inistro non abbia a

|j tem ere scosse o modificazioni nelle previsioni.

Nè la enorme pressione trib u ta ria alla quale

lì si contrappongono esenzioni di poco momento,

j quali le tasse di successione nel nucleo fami­

gliare, l’im posta sui proventi degli am m inistra-

I tori delle società, fa temere al ministro che un

qualche lato della economia nazionale possa ad

un determ inato m om ento soccombere o ribellarsi

all’insopportabile peso dei tributi.

Nè il debito con l’estero che rappresenta u n a

paurosa incognita per molti Stati europei e che

sarebbe catastrofico per l’Italia se dovuto c o r r i­

spondere anche in misura ridotta, tange m enom a

m ente la serena visione (lei futuro, che S. E. De

Stefani tratteggia di una serafica tranquillità.

E n a tu ra lm e n te per il ministro fascista tutti i

meriti della soddisfacente situazione attuale sono

dovuti unicam ente al nuovo regime, m entre è

notorio che le più dure imposizioni e i più se­

veri sacrifici al paese furono richiesti dai m in i­

steri precedenti a quello fascista e soltanto da

quelli.

E si compiace il m inistro di riscontrare nella

riduzione di 500 impiegati dei tre ministeri c o n ­

centratisi sotto la sua gestione, u n a quasi ra g ­

giunta riforma am m inistrativa, m entre è p u r noto

che la spesa complessiva per l’am m inistrazione

dello Stato non h a subito una variazione tale da

potersi con serietà affermare che la riform a ta n to

promessa ed auspicata sia veram ente in atto. Con

la nostra critica non vogliamo tuttavia toglier

merito ad alcuni atti compiuti dalla presente a m ­

ministrazione, i quali han n o condotto ad una

incipiente riduzione della circolazione, ad un ri­

basso nel tasso del danaro manifestatosi con l’a b ­

bassamento del 25 per cento sugli interessi dei

buoni del Tesoro ordinari, in u n a eliminazione

parziale del deficit dell’am m inistrazione ferrovia

ria e della postelegrafonica, dovute in parie a n ­

c h ’esse però più all’au m en to delle tariffe, già

predisposte dai precedenti ministeri che ad una co

spicua riduzione delle spese. Il m inistro De Ste­

fani ha voluto o p p ortunam e nte chiudere il suo

dire d ich iaran d o a titolo di modestia che egli

non voleva rim irarsi nello specchio.

E bene egli ha fatto.

Chi ha vero titolo di compiacenza per r im i­

rare le proprie sembianze è unicam e n te il c o n ­

tribuente italiano, al quale egli non ha saputo

rivolgere quella parola di com m ovente ricono­

scenza che ha formato almeno sempre oggetto delle

manifestazioni del venerando Luigi Luzzatti.

Le difficoltà dell’ agricoltura.

E ’ u n a semplice e dolorosa verità constatare

che l’agricoltura in Italia attraversa un periodo

di difficoltà e non lievi. In questi ultim i anni la

tassazione ha preso di m ira specialmente l’agri­

coltura aggiungendo alle imposte preesistenti e

spesso elevatissime come quelle locali, la tassa

sul vino e l’altra sui redditi agrari. Ciò nel m e n ­

tre che soltanto i prodotti agrari h a n n o d im i­

nuito assai notevolm ente di prezzo, così il grano

e sopratutto il vino — e senza che il consum atore

per taluni elementi principali come il pane e la

carne abbia sentito un sensibile beneficio.

(2)

82 L ECONOMISIA 23-30 Aprile-4 Maggio 1924 - N. 2604-05-06

curazione infortuni, e quanto prima — come da

recente decreto — sulla disoccupazione involon­

taria. A quali altezza sieno giunti i gravami dei

Comuni e delle Provincie sino al giorno in cui

l’attuale Governo emanò la disposizione di non

poter procedere oltre, tanto si era abusato in m e­

rito, è cosa ben nota a quanti si occupano di

agricoltura. Contemporaneamente vennero isti­

tuite le nuove tasse su ricordate pel vino e re d ­

dito agrario, e s’inasprì quest’anno in m isura ele­

vata quella per le assicurazioni infortuni. Nello

stesso periodo i proventi sono sensibilmente di­

minuiti per ciò che riguarda le derrate p rinci­

pali. Ora si aggiungono due fatti nuovi: gli a c ­

cordi commerciali colla Jugoslavia, e quelli con

la Russia; il primo trattato facilita l’importazione

in Italia del bestiame, il secondo del grano; tutto

ciò a compenso di esportazione di prodotti in d u ­

striali. E l ’agricoltura insom ma che fa le spese

di ogni cosa, m entre si ripete la frase che essa

è la nostra principale risorsa, si asserisce che è

meritevole di tutte le cure, ecc.

Le questione che oggi s’impone è precisamente

q u esta. può 1 agricoltura sopportare gli attuali

gravami, dati i prezzi cui si vendono oggi le d e r ­

rate, e nello stesso tempo disporre di quei mezzi

che sono assolutamente necessari per procedere

a migliorie? Infatti si ¡insiste sulla necessità di

produrre di più impiegando larga concimazione

chimica, che è però costosissima, costruendo fab­

bricati rurali, e prom ovendo i lavori occorrenti

e spesso assai onerosi pel deflusso delle acque,

e tanti a ltri? E ’ u n ’analisi quella delle con­

dizioni attuali che non potrebbe farsi che loca­

lità per località, variando i risultati a seconda

di molteplici

elementi

che

sarebbe

troppo

lung? enum erare: sarebbe utile u n ’ inchiesta

ufficiale, ma sappiano quale tempo esigano i

lavori delle Commissioni ministeriali o p a r la ­

mentari inquirenti, le cui conclusioni arrivano

quando è già troppo tardi per provvedere util­

mente. Se però nelle varie regioni le associazioni

agricole locali si facessero prom otrici di speciali

indagini ch iam a n d o a seguire e controllare le r i ­

cerche da elementi che siano garanzia di o b b iet­

tività. quali ad es. i titolari delle Cattedre a m ­

bulanti, i professori di scuole agrarie governative,

si potrebbe arrivare ad un risultato pratico e r a ­

pido. Le varie in d u strie regionali e provinciali

dovrebbero poi essere coordinate e riunite. At­

traverso i rilievi raccolti, che saranno eloquenti,

si dovrà necessariamente arrivare ad una saggia

revisione fiscale, correggendo anzitutto le gravi

esorbitanze commesse dai Comuni. L’agricoltura

non chiede protezioni doganali; chiede solo che

siano conosciute le sue condizioni, e che la tas­

sazione sia proporzionata alle sue risorse.

G

ilbkrto

T

erni

.

Il mercato finanziario in Italia

nel febbraio

1924.

Numeri indici delle quotazioni di borsa

per 1 titoli di Stato e per le azioni.

Il mercato finanziario ha proseguito lungo

mese di febbraio in quell’atteggiamento di s

stegno che domina oramai pressoché ininterrot

da una lunga serie di mesi. Lungo il febbraio

movimento ascendente si è presentato anche pi

deciso che nel gennaio, salvo qualche transitor

fase di realizzo, ed ha determinato talora pi

qualche titolo plus-valenze di diecine e diecine i

punti nelle quotazioni di alcuni titoli fra sedu

consecutive. La speculazione rialzista, alimenta!

dalla larga disponibilità di denaro che si pr

senta in questo mese, cosi come spesso avvier

in questa stagione, ha spinto le quotazioni <

molti titoli ad un livello che sembra sproporzi

nato in confronto col rendim ento dei titoli; molti

rialzi poggiano su previsioni, talo ra infondate, di

piu alti dividendi e sull’attesa di am pliam en ti di

capitali ed emissione di nuove azioni. Il prose­

guile attraverso lungo tem po di cospicui rialzi,

nonché suscitare diffidenze da parte del capitale

privato, prom uove una sensibile corrente di in­

vestimenti, essendo notorio come in genere gli

acquisti da parte dei re d d itu a li avvengano nelle

fasi di prezzi ascendenti. La speculazioue ria l­

zista, cosi lungo durata, e tanto accentuata su­

scita orm ai q u alche preoccupazione, i p e r tu r b a ­

menti che ne possono derivare nell’andam ento

del m ercato finanziario m ostrano quanto sia in­

giustificato e dannoso l’atteggiamento che prevale

ognora in ta lu n i am bienti, per cui si reputa « p a ­

triottica » la speculazione al rialzo e « con tra ria

agli interessi collettivi » la speculazione al ribasso.

Il m ovim ento ascendente trova sempre, la sua

base nella copia dei mezzi disponibili per i r i ­

porti, mezzi concessi con larghezza dalle Banche;

i tassi praticati si sono aggirati in torno al 6 Ij2

per cento. L ’ascesa nei prezzi dei titoli a reddito

variabile trova qualche riscontro nel lieve in a ­

sprim ento avvenuto nei cambi rispetto ai paesi

con valute migliori.

Riguardo ai titoli di Stato il m o vim e nto ascen­

dente si è presentato alqu an to più m arc ato nella

p rim a fase del mese ed ha subito poi qualche

lieve sosta fra oscillazioni in vario senso.

Prosegue sopratutto deciso il sostegno per il

Consolidato 5 per cento, titolo che trova più

largo favore con la riduzione del saggio di frutto

per i Buoni ordinari del Tesoro; l’atteggiam ento

del mercato rispetto a questo titolo prospetta

come o rm ai agevole ed o p p o rtu n a un a nuova

emissione volta a consolidare parte dei debiti re­

dimibili. P e r q u a n to la chiusura del mese non

sia avvenuta al livello massimo, tu tta v ia t r a la

fine di gennaio e la fine di febbraio, pur tenendo

conto della parte di cedola m a tu ra ta , si è avuto

un aum ento di oltre un punto, m entre rispetto

alla vecchia rendita 3 1|2 per cento si è verifi­

cato (sempre tenendo conto della cedola) u n a

^eS8e,'a dim inuzione: il distacco fra le quotazioni

dei due titoli va gra d u alm en te am pliandosi, m an

m ano che si estende il m ercato del 5 per cento.

Con la riduzione nell’emissione dei Buoni del

Tesoro riac quista no favore gli antich i titoli redi­

mibili e per taluni di essi si constatano p lusva­

lenze sensibili; è degna di nota la quotazione di

circa 300 raggiunta dalle obbligazioni ferroviarie

3 per cento, quotazione che non si era registrata

più dopo l’anno 1919.

Per i titoli di Stato, il n u m e ro indice gene­

rale, il quale segna il prezzo medio di un a lira

di reddito netto (computato secondo il metodo

della media aritm etica ponderata) da 18.50 per

il dicem bre 1923 è salito a 19,23 per il gennaio

ed a 19,45 per il febbraio 1924: in quest’ultim o

mese si h a così un rialzo dellT,14 per cento.

Questo indice corrisponde ad un tasso di ca p i­

talizzazione del reddito del 5,14 per cento, contro

5,20 nel gennaio e 5,41 nel dicembre.

Considerando i soli titoli dei debiti perpetui,

si ha nel febbraio l’indice di 19,35 contro 19,18

nel gennaio e così il rialzo è stato di 0,89 per

cento. Il progresso è m olto maggiore, in questo

mese con tra riam en te al consueto, per i titoli re ­

dimibili, parecchi fra i quali h a n n o avuto dei

bruschi sobbalzi in senso rialzista; l’indice è cosi

passato da 20,13 a 21,22 con un progresso di

quasi il 5 e 1¡2 per cento.

(3)

6-13 A prile-4 Maggio 1924 - N. 2604-06-6 L ’ ECONOMISTA 83

azioni m ostra u n a m in o re varia b ilità di cifre. Il

livello complessivo dei prezzi alla fine di feb

braio per i titoli di Stato risulta inferiore di 1 Ij3

p er cento a quello del dicembre 1918.

INDICE COMPLESSIVO DELLE QUOTAZIONI DEI TITOLI DI STATO,

base (100) la quotazione del dicembre 1918

1919 1920 1921 1922 1923 1924 g e n n . fe b b . m a r. a p r. m a g . g iu g . lu g l. ag. s e lt o li . IlOV, d ie . 9 8 ,7 0 9 7 ,9 7 1 0 2 ,0 8 1 0 3 ,1 8 1 0 4 ,4 8 1 0 4 ,0 6 1 0 5 ,1 6 10 6 ,3 1 1 0 6 ,1 0 104 ,9 5 1 0 1 ,6 7 1 0 0 ,0 5 95 ,2 1 9 4 ,6 3 9 4 ,0 6 9 4 ,3 4 9 0 ,9 8 84,31 8 1 ,9 2 8 0 ,7 7 7 7 ,9 6 7 3 ,8 4 8 2 ,6 5 8 1 ,4 0 8 2 ,1 8 8 2 ,4 9 81,81 8 4 ,7 3 8 5 ,2 0 8 3 ,6 4 8 2 ,0 7 8 2 .5 4 8 1 .5 5 8 6 ,0 3 8 2 ,1 3 8 1 ,9 7 8 3 .2 2 8 4 ,7 8 8 2 .8 5 8 3 .6 9 8 6 ,1 9 8 5 ,5 6 8 5 ,0 6 8 8 .0 7 8 7 ,8 1 8 5 ,6 7 9 2 ,7 0 9 2 ,4 4 9 1 ,5 0 9 3 ,2 8 9 5 ,3 6 9 6 ,7 2 9 4 ,0 6 ' 9 4 ,6 3 9 4 ,3 2 9 4 ,8 4 9 5 ,1 5 9 5 ,3 6 9 5 ,4 7 9 6 ,4 0 100,21 101 ,3 5

Passando ai titoli a reddito variabile, presen­

tiam o qui appresso i num eri indici calcolati ri

spetto a 141 società che alla fine del dicembre 1923

avevano complessivamente un capitale di 7375

milioni. Tali indici sono com putati (col metodo

Istituti di credito

Ex ferroviari . .

Trasporti terrestri

Trasporli mattimi

Cotone

. .

Juta

. . . .

Lana . . . .

Lino e canapa

Seta

. . . .

Miniere . . .

Siderurgiche .

Meccaniche

Automobili . .

Elettriche . .

Chimiche

. .

Zuccheri . . .

Altse alimentari

Acquedotti . .

Immobiliari .

Assicurazioni .

Diverse . . .

Indice generale

al 7 e 1|2 per cento; nel breve giro di due mesi

il livello complessivo delle quotazioni è salito

pertanto del 12 e 1|4 per cento senza tenere conto

delle cedole staccate, le quali ra ppresenta no al-

l’incirca un frutto pari a circa 0,70 per cento.

E ’ questa u n a plusvalenza enorm e che ha appet­

tato il livello generale dei prezzi a poca distanza

dal punto che si era raggiunto alla fine del 1918

e ciò m algra do le enorm i dim inuzioni avvenute

con la rovina di parecchie grandi società. P er­

correndo la colonna della nostra tabella che con

fronta i dati del febbr »io 1924 con quelli del di

cembre 1918, si trova che pochissimi sono ormai

gli indici inferiori a 100, e sono quelli per lo

più, dei gruppi di società rispetto ai quali si sono

della media ponderata) secondo i prezzi di com

penso per i successivi mesi, p re ndendo per base

•(100) sia il livello delle quotazioni nel d icem ­

bre 1923, che il livello delle quotazioni nel d i­

cembre 1918.

I n d ic e s u lla b a se

N. d e lle Gap le d ic e m b r e d e l d i c e m b r e 1918 fe b b ra io g e n n aioIn d ic e s u lla b a s e d e l feb b ra io

S o c ie tà (m ilio n i) 1923 19 .‘4 1924 1924 9 1445 116.66 122.96 102.06 106.01 3 315 92.94 106.89 101.39 ex 1.12 115.01 4 61 110,56 122.02 98.38 110.37 8 624 67.76 78.69 101.90 ex 2.21 116.08 12 314 246 02 297 88 109.19 121.08 2 10 162.20 174.36 102.50 107.50 4 76 223.41 247.09 107.08 110.60 ex 0.83 1 60 222.54 279.06 103.00 ex 5.97 125.40 3 425 286.74 310.19 101.66 108.18 ex 6.04 5 245 90.99 95.05 98.09 104.46 6 514 22.44 24.56 103.26 109.45 10 330 20.81 26.24 118.11 126.11 5 249 99.15 105.16 101.63 106.06 ex 0.46 17 1045 96.53 107.88 110.17 115.04 9 292 87.80 103,16 104.98 117.50 6 188 146.82 181.32 106 89 ex 0.66 123 50 7 121 170.47 204.04 107.72 119.69 5 60 96.38 100.74 102.28 ex 0.75 104.52 7 256 153.74 171.02 103.60 111.24 4 80 — — 102.11 9825 14 305 159.34 169.27 100.12 ex 1.27 106.23 141 7375 85.67 96.18 104.81 ex 0.36 112.27 ex 0 36 t i t o l i h a s e g n a to p r e s e n t a t e p i ù g r a v i r o v i n e ( m e c c a n i c h e , s id e ru i "

gich, m inerarie) m en tre sono num erosi i gruppi

di società per i quali si h a n n o degli indici m olto

superiori a 200; per le industrie tessili si oscilla

per lo più fra 200 e 300 e si supera taloi a anc he

questo altissimo livello.

Riguardo al mese di febbraio l’ultim a colonna

della tabella m ostra come i rialzi si siano p re ­

sentati per tu tti i gruppi con la sola eccezione

dei titoli assicurativi; le plusvalenze maggiori si

h a n n o rispetto ad alcuni gruppi di società tessili

alle società m arittim e e ferroviarie, alle saccari

fere e c him iche ed alim entari varie; notevole an

cora l’aum ento p er le società im m obiliari.

Raccogliamo qui appresso gli indici generali

a partire d a ll’anno 1910, tutti q u an ti riferiti alla

base (100) del dicem bre 1918.

g e n n . fe b b . m a r. a p r m ag . g>ug lu g ag- s e ti. o tt n o v . d ie .

1 9 1 9 9 9 . 1 0 1 0 5 .5 3 1 0 6 .9 6 101.91 108.11 11 0 .0 2 1 0 5 .1 9 1 0 0 .9 7 1 0 0 .3 4 9 6 .0 2 9 6 .4 3 9 9 . 4 9 1 9 2 0 1 0 2 .2 3 10 6 .2 7 1 0 6 42 10 5 .9 5 1 0 5 .0 4 9 4 . 3 9 8 7 .1 2 8 6 . 4 2 7 9 .9 2 7 3 .2 4 7 9 7 9 7 9 .6 7 1921 7 5 . 0 8 7 8 . 4 2 7 3 .1 5 72 11 6 8 3 9 6 4 .3 4 62.71 6 6 .0 2 6 9 . 3 4 7 2 .5 6 6 6 91 6 3 8 4 1 9 2 2 6 1 . 8 8 6 0 . 0 9 5 6 . 7 0 5 6 .4 5 5 9 .4 5 6 0 .5 4 6 0 .7 7 6 5 . 7 6 6 7 .4 7 7 0 . 1 6 7 1 . 4 6 7 2 .0 7 1 9 2 3 1 9 2 4 7 2 . 8 2 8 9 . 7 9 7 2 .7 6 9 6 18 7 3 .6 4 7 4 .0 5 7 2 .7 3 72.9 3 7 2 .6 7 8 0 . 5 3 8 1 .4 5 8 0 .1 1 8 1 . 6 3 8 5 . 6 g Ri c c a r d o Ba c h i.

L’esercizio ferroviario.

Dopo la pubblicazione dei risultati conseguiti

nella restaurazione dell’A m m inistrazione ferrovia­

ria d u ra n te i prim i sei mesi della gestione del-

l ’on. T orre risultati che figurano nella relazione

ufficiale dell’esercizio p er l’anno finanziario 1922-

1923 e che non rappresentano se non lo stato ini­

ziale dell’opera dell’alto commissario, è interes­

sante conoscere quali siano stati i concreti p ro ­

gressi com piuti nel semestre successivo, che va

dal 1° gennaio al 31 dicem bre 1923 ed in cui il

p ro g ram m a di risan a m e n to ebbe il suo maggiore

sviluppo. Si h a così m odo di abbracciare e va­

lutare i benefici di un anno di A m m inistrazione

prettam ente fascista in seno al gigantesco p u b ­

blico servizio statale dei trasporti.

(4)

84 L’ECONOMISTA 6-13 ApriIe-4 Maggio 1924 - N 2604-05-06

agenti per chilometro, quale era prim a della guerra,

nonostante la sopravvenuta limitazione delle otto

oro di lavoro che sebbene razionalmente discipli­

nate im portano sempre un notevole aggravio nel­

l’impiego del personale.

Traffico. — I prodotti del traffico hanno dato

nel secondo semestre 1923 un gettito di 1636 mi­

lioni, con un aumento di ben 170 rispetto all’eguale

periodo dell’anno precedente. In particolare il

traffico viaggiatori e bagagli, il quale non ha an-

! cora potuto risentire che in m inim a parte dei

ritocchi di tariffa andati in vigore al 1° novem ­

bre u. s., ha fruttato 645 milioni, cioè 27 in più

del secondo semestre 1922.

Invece dal traffico merci si sono avuti 991 m i­

lioni, con l’aum ento di 144 dovuti al continuo e

I sempre notevole incremento dei trasporti. Si sono

j caricati infatti 2.776.100 carri e 26.879.200 tonn.

di merci con l’aum ento dellTl per cento nei primi,

del 12.5 nelle seconde.

Gestione fin an ziaria.— Per gli introiti indiretti

e per quelli a rimborso di spesa figura per converso

una diminuzione di 28 milioni rispetto al secondo

semestre 1922, dipendente più che altro dal di­

verso modo di contabilizzare alcune partite di

giro, sicché le entrate nel loro complesso presen­

tano u n aum ento di 142 milioni.

Nelle spese ordinarie di esercizio si è avuta

d ’altra parte la riduzione complessiva di circa

192 milioni, rip artita come segue: personale: pa­

ghe, assegno d ’esonero, pensioni e spese diverse

68 milioni, consumo di combustibile per la tr a ­

zione, 14 milioni; forniture ed acquisti varii, con­

sumi, 26; manutenzione ai rotabili, 43; m a n u te n ­

zione delle linee, 13; indennizzi per furti, avarie

ritardi nei trasporti, 17; spese generali e diverse,

11; le spese di personale sono am m ontate a circa

991 milioni, ma in esse sono compresi 51 milioni

di compensi per esoneri e 83 milioni di a n n u a ­

lità per integrazioni delle pensioni.

La diminuzione nelle spese di combustibile è

ora quasi esclusivamente dovuta al m inor co n ­

sumo per la crescente influenza esercitata dal ri

spristino dei premi di cointeressenza e dal loro

recente perfezionamento. Infatti il consumo medio

unitario per locomotiva-chilometro durante il se

mestre si è abbassato a Kg. 18.2 mentre nell’anno

1922-23 fu di Kg. 20.4, ed il consum o medio per

1000 tonn. Km, virtuali rim orchiate è disceso pure

da Kg. 66.5 a Kg. 56 6.

La som m a liquidata per indennizzi sui t r a ­

sporti si è aggirata al 16 milioni di fronte ai 33

del primo semestre 1922, indice del crescente m i­

glioramento nella regolarità e sicurezza dei tr a ­

sporti. Le altre cifre delle spese ordinarie atte­

stano infine della rigida cura colla quale sono

state in ogni campo perseguite tutte le possibili

economie che fossero compatibili colla piena ed

assoluta garanzia della sicurezza dell’esercizio.

Le spese complementari (rinnovamento del m a ­

teriale rotabile e dell’armento) e quelle accessorie

(interessi ed am m o rtam en ti delle somme investite

in lavori di carattere patrim oniale) hanno segnato

invece un aum ento rispettivam ente di 9 35 m i­

lioni per inderogabili esigenze, data sopratutto la

necessità di provvedere ai maggiori impianti p a ­

trimoniali richiesti dal forte increm ento del traf­

fico. Le minori spese globali assom m ano per tal

modo 148 milioni.

Il bilancio totale. — Il complesso fra maggiori

entrate e minori spesesi ha per il semestre co n ­

siderato un beneficio di circa 290 milioni e poiché

nel semestre in corso la gestione finanziaria si

presenta sotto alcuni aspetti anche favorevole

che nei prim i sei mesi dell’esercizio, in quanto

vi influiscono i ritoccni apportati alle tariffe

del novembre 1923 ed alle retribuzioni ed i n ­

dennità del personale dal marzo 1924, tutto la­

scia ritenere che il disavanzo dell’esercizio 1923

1924 sarà anche inferiore ai 374 m ilioni annun­

ziati in sede di bilancio preventivo.

N ell’esercizio successivo poi il bilancio sarà sgra­

vato fortemente anché degli oneri rappresentati

dalle paghe del personale, lim itato in modo che

appare sicuro il raggiungimento del pareggio.

La disoccupazione in Italia

al 31 dicembre 1923.

Com e di c o n s u e to in q u e s ta epoca, la d is o c c u p a ­ zione è v e n u ta a u m e n ta n d o g r a d a ta m e n te a p a r t i r e dal s e t t e m b r e p e r to c ca re il suo m assim o fra il g e n ­ naio e il febbraio . L ’ultim a statistica finora pu b b licata d à p e r il 31 d ic e m b r e 1923 un co m p les so di 258.580 in d ividui c o m p le t a m e n te disoccupati, più 6085 lavo­ r a n t i ad o r a r i o r i d o t t o e 57 301 la v o ra n ti a t u r n o : c o m p le s s iv a m e n te fra t o ta lm e n te e p a rz ialm en te d i­ so ccupati, 320956 in dividui c o n t r o 290 161 in d iv id u i al 30 n o v e m b re e 214.476 al 31 agosto, alla q uale ultim a d ata la diso ccu p azio n e in Italia aveva r ag g iu n to il più basso livello, dal maggio 1921 in poi.

Se p e r a ltr o co n fro n tia m o il n u m e r o dei d iso c cu ­ pati al 31 d ic e m b r e p. p. con quelli degli ultim i due anni alla ste ssa data, tro v ia m o un m ig lio ram en to sen; sibilissim o. Al 31 d ic e m b re 1921 infatti, il n u m e ro dei t o ta lm e n te e p a rz ia lm e n te d iso ccu p ati raggiu ngeva la cifra di 720.433, ed al 31 d ic e m b r e 1922 la cifra di 424.526. Non è i n o p p o r t u n o se g n are in ap p o s ito p r o s p e tt o la rip a r tiz io n e p e r categ o rie di i n d u s t rie dei d iso ccu p ati alle tre date p red e tte.

La dim in u zio n e più cospicua si è avuta t r a gli ad ­ d e tti all’ag r ic o ltu r a ,c a c c ia e pesca. Com plessivam ente, al 31 d ic e m b r e 1921, si avevano 185.866 in d iv id u i fra t o ta lm e n te e p a rz ia lm e n te d is o c c u p a ti; un an n o dopo essi e r a n o r i d o t t i a 119.385 ed al 31 d ic e m b r e ultim o s o m m av a n o ad 87.622 solam ente. La p r o p o rz io n e fra i diso c cu p a ti di q u e s ta ca te g o ria ed il n u m e r o c o m ­ ple ssiv o dei d iso c cu p a ti alle v arie date in esam e non ha su b ito p e r a l t r o alcun sensibile sp o stam e n to , aggi­ randosi s e m p re a t t o r n o ad un q u a r t o dal totale.

Un a l t r o g r u p p o che h a seg n ato u n a fo rtissim a rid u z i o n e di d is o c cu p a ti è q u ello degli a d d e tti alle i n d u s t rie m e tallu rg ich e , edilizie, strad a li ed i d r a u l i­ che : Da un c o m p les s o di 183.579 diso c cu p a li al 31 di­ c e m b r e 1921, q u e s to g ru p p o è sceso infatti a 121.259 ed a 74.416 ris p e t tiv a m e n t e alla fine del 1922 e tlel 1923. P resi insieme, i diso c cu p a ti di q u e s ti d u e g ru p p i r a p p r e s e n ta n o s e m p r e circa la m e tà del totale. La d im in u zio n e verificatasi nel lo ro n u m e ro a p a r t i r e dalla fine del 1921 raggiunse q u as i il 59 p e r cento , e cioè, le g g erm en te s u p e r i o r e alla dim in u zio n e v e r i ­ ficatasi nel tota le dei d iso c cu p a ti (¿5 p e r cento).

La i n d u s t rie e s tra tti v e del so tto su o lo p re s e n ta v a n o al 31 d ic e m b re 1921 un co m p les so di 21.678 fra to tal­ m e n te p a rz ia lm e n te d isoccupati. Al 31 d i c e m b r e 1933 q u e s to n u m e r o e r a r id o t t o a sol 5 961 individui. La d im in u zio n e raggiungeva q u in d i il 75 p er ce n to circa.

P u re del 75 p e r cento circa è s ta ta la dim in u zio n e dei d is o c cu p a ti fra gli ad d etti alle i n d u s t rie che la­ v o r a n o e utilizzano i metalli (in d u strie m etallu rg ich e e m eccaniche). Al 31 d ic e m b r e 1921 il n u m e r o dei d is o c cu p a ti raggiu ngeva in q u e s to g r u p p o la cifra di ben 132.694. Al 31 d ic e m b r e 1923 nq n si avevano più che 33.944 in dividui fra to ta lm e n te e p a rz ialm en te disoccupati.

Nel g ru p p o delle i n d u s t rie che la v o ra n o ed u ti­ lizzano i p r o d o tti d e l l ’ a g r ic o ltu r a caccia e pesca la p e r c e n tu a le della rid u z i o n e è stata v ic ev e rsa legger- g e r m e n t e in f e r io r e alla media. A) 31 d ic e m b r e 1921 i diso c cu p a ti di q u e s to g ru p p o rag giungevano infatti co m p les siv am en te 42 655 i n d i v i d u i ; al 31 d ic e m b re 1923 essi era n o scesi a 19.588, con una rid u z i o n e p ari al 54 p e r cento della cifra iniziale.

(5)

6-13 A prile -4 Maggio 1924 - N. 26(14-05-06 L’ECONOMISTA 85

Nelle in d u s t rie c h im ic h e il totale dei d iso ccu p ati è disceso da 10.465 al 31 d i c e m b r e 1921 a 5113 al 31 i d ic e m b r e 1923, con u n a rid u z i o n e di poco più del 50

p e r cento.

Una p e r c e n tu a le di rid u z i o n e an c h e più bassa si è av u ta fra le i n d u s t rie ed ai se rv iz i c o r r is p o n d e n ti a bisogni collettivi ( tra s p o r ti, forza m o tric e, acqua, j luce e calore, servizi igienici, ecc), dove i disoccu- I pati da 30.228 al 31 d ic e m b r e 1921 so n o ascesi al 31 I d ic e m b r e 1923 a 18.926 con u n a dim in u zio n e p erc en

tuale del 37 p e r ce n to circa.

P u re in f e r io r i alla m edia r is u lta r o n o le rid uzioni segnate dai due g r u p p i degli ad d e tti agli esercizi pubblici e dal p erso n a le non specificato.

Il p e rs o n a le non o p era io segna, infine, fra il 1921 | ed il 1923 un a u m e n to anzic hé una r id u z i o n e ; da 14.840 al 31 d ic e m b r e 1921 i d iso ccu p ati di q u es to sono infatti saliti a 21 398 al 31 d ic e m b r e 1922 e di scesi leg g erm en te a 18.538 al 31 d ic e m b re 1923 rim a­ nendo p e r o anche a qu es ta d ata n o te v o lm e n te al d i ­ so p ra della cifra segnata al 31 d ic e m b r e 1921.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Pr o f. Ri c c a r d o Ba c h i. — Storia della Cassa d i R ispar­

m io delle Provincie Lom barde. - 1823-1922. Volume

in-4°, pag. 320.

in un paese già s c a r s o di s ta tis t ic h e e c o n o m ic h e e finanziarie riflettenti l’a ttu ale vita nazio nale e p rivo quasi to ta lm e n te di r i c e r c h e s t o r ic h e sullo svolgi­ m e n to di d e t e r m i n a t i fen o m en i, un v o lu m e quale quello ed ito a c u r a del m ag g io r is t itu to di r i s p a r ­ mio e co m p ila to in v i r t ù delle lunghe, Assidue e di­ ligenti r ic e rc h e del Prof. R iccardo Bachi, così ben n o to ai n o s tr i le tto r i e ta n to a p p re zza to nel m o ndo co ltu rale , co s titu isce un o p e ra p reg ev o le e p e r il p ro fa n o e p e r lo s tu d io s o e s c h iu d e l’o rizzo n te a nuove e più la rg h e indagini ch e p e r m e t t o n o di t r a r r e d all’es p erien z a del pas sato p iù s ic u re n o r m e p e r lo sv o lg im en to del fu tu ro ,

La s e co la re vita rig ogliosa e benefica della Cassa L o m b a rd a che fu la p rim a in Italia a d e d i c a rs i alla ra c c o lta del r is p a r m i o e al l’eserciz io della benefi­ cenza, il quale co m p ito venne già il l u s t r a t o in una pubblicazione che ebbe luce nel 1916, q u a n d o si c e ­ le b rò il c e n te n a r io della C assa di R isp arm io delle P ro v in c e L o m b ard e, raccoglie c e r t a m e n t e in t o r n o a se i segni dei m o v im en ti politici ed ec o n o m ic i che si sv o ls ero nella L o m b a rd ia , fin dalla c a d u ta dell’Im ­ p ero N apoleonico ai n o s tri giorni.

La ric e rc a dei prof. Bachi è divisa in q u a t t r o p a r ti p r in c i p a li, la l a riflette la funzione della rac colta dei dep o s iti ed in essa viene c o n s id e r a t o in m odo p a r ti c o la re il lo ro volume, la fre q u en z a dei v e r s a m e n t i e dei r im b o rs i, le c o m p a ra z io n e fra la e n t ità e d etta frequenza, la lo ro d is t rib u z io n e t e r ­ r ito r ia l e , la lo ro giacenza m edia, il lo ro m o v im en to stagionale ed il saggio di f r u t t o loro attr ib u ito .

La 2a p a r t e rivolge la indagine agli in v e s tim en ti c o m p iu ti dalla Cassa del d e n a r o affidatogli in fido e q u in d i ai m utui ip o te c a ri alle anticipazioni su titoli e rip o rt i, agli sc o n ti c a m b ia ri, al c r e d ito p e r il c o m ­ m ercio , e l’in d u s t r i a delle sete, al c r e d i t o agrario, ai p r e s t i t i ad enti m o rali, al saggio di f ru tt o degli in v e s tim e n ti ste ssi.

Nella p a r t e 3a e 4a h an n o speciale c o n s id eraz io n e r is p e t t i v a m e n t e l’o p e r a di beneficenza, as sisten za e p rev id e n za c o m p iu ta dalla Cassa e il C red ito F on­ d ia rio ,

V entun d ia g ra m m i i ll u s tr a n o e c o r r e d a n o il testo che pone in luce con a c c u r a t a p rec isio n e e con r a r o ac u m e l’influenza degli av v e n im e n ti s to ric i sulle oscil­ la zioni e sui m o v im e n ti d ella m an ifestazio n e e c o n o ­ mica del r is p arm io .

Ben ha fatto il P ro f. Bachi a r i p r o d u r r e l’avviso col quale il 12 giugno 1823 la C om m issione C entrale di beneficenza di Milano d ava notizie c h e « p e r le p a t e r n e c u r e d ell’ Augusto n o s t r o m o n a rc a » essa aveva a fferra to con t r a s p o r t o il s u p e r i o r e in vito di i n t r o d u r r e nelle p ro v in ce l o m b a r d e lo sta b ilim en to noto col n om e di Cassa di R isp arm io , e già e r e tto in vari rag g u a rd e v o li città di E u r o p a e s in g o l a r­ m e n te in Vienna, cap ita le d ellT m pero.

F IN A N Z E DI STA TO

La situazione finanziaria ed economica

dell’Ungheria.

Il d e p u t a t o Luigi Beck fece n ell’u ltim a se d u ta della C am era u n ’a m p ia es p osizione sulla situ az io n e finanziaria ed ec o n o m ic a del paese. Egli disse che l’in d u s t r i a d u r a n t e l’a n n o 1923 ebbe uno sviluppo fo r­ tissimo. V en n e ro f o n d a te 271 nuove im p re s e in d u ­ striali fra cui fig u ra n o : 70 fa b b r ic h e te ssuti, 48 g ra n d i officine f e r r o e m etalli, 52 fa b b r ic h e p e r la la v o ra ­ zione di artico li chim ici, 16 fa b b r ic h e pellami, 39 fab­ b rich e di c e ra m ic a e 45 g r a n d i magazzini mezzi v i­ veri. L ’U n g h eria dell’a n t e g u e r r a aveva 7000 telai, che poi a n d a r o n o p e r d u t i ; oggi a b b i a m o di nuovo r a g ­ giunta la cifra vecchia. L ’U ngheria p r o d u c e oggi 5 m ilio ni di lana finissima di pecora. Una in d u s t r i a te ssile sim ile, n o n pu ò v en ire c h iam a ta artificiale, tan to più che r a p p r e s e n t a un cap itale di im p re s e, p e r la s o m m a di 360 m iliard i. Le paghe p e r gli o p e ­ rai i m p o r t a r o n o nel 1923 o ltr e 40 m iliard i di c o r o n e . L ’i n d u s t ria dei mulini è a n c o ra m o lto i n d i e t r o : essa ha r ag g iu n to solo il 25 p er ce n to della sua p o s s i­ bilità di p r o d u z io n e ; l’in d u s t r i a della b i r r a stagna in causa della ce s s a ta es p o rta zio n e. Beck dice che l’U n g h eria non ha s a p u to cogliere il m o m e n to o p ­ p o r t u n o p e r m e t t e r s i al pari d e l l’in d u s t r i a m ondiale. L ’inflazione n o n venne s f ru t t a t a p e r in v e s tim en ti utili, poiché il G o v ern o stam p av a banconote, solo allo scopo di c o p r i r e il suo deficit. Il d e p u t a to Sza- kacz d ic h ia r a che le sp e se dello S tato nel m ese di m arzo h a n n o s u b it o un a u m en to d ell’85 p e r c e n to al c o n f r o n to del m ese sco rso .

La situazione finanziaria austriaca.

Con la fine del 1924 d o v r e b b e t e r m i n a r e il co n ­ tro llo fin anziario s ta b ili to dalla Società delle Nazioni su ll’A ustria. In un r e c e n t e d is c o rs o il M inistro delle Fin anze si è o cc u p ato della q u e s tio n e . Egli h a di­ c h i a r a to che l’A ustria non c h i e d e r à una r e v is i o n e dei p r o to c o l li di Ginevra, bensì un r ie s a m e delle cifre allora stab ilite p e r alcuni capitoli del bilancio.

R ig u ard o alla f u t u r a un ità m o n e ta r ia il m i n i s t r o dice che si sta p r e p a r a n d o l’em issio n e del nu o v o « schilling » e delle nuove m o n ete m etalliche. Pel fu tu ro lo « s c h i l l i n g » (scellino) f o r m e r à l’u n i t à m o ­ n etaria del paese. Il G o v ern o non p ensa affatto di m e t t e r e la co ro n a -o ro com e base della fu tu ra s t a ­ bile valuta au s triac a. Il v alore di c o r s o deilo «Schel­ ling» s a r a n n o di 10.000 c o r o n e c a r ta . Il G o v ern o non vuole p ro c a c c i a rs i delle facilitazioni b u d g e t a r ie con un rialzo del v alore della corona, ma si a t t e r r à al v alore della c o r o n a stabilizzata. La em is s io n e d ello « s c h illin g » non significa un c a m b ia m e n to della p o ­ litica m o n e ta ria d ell’Austria.

il gettito dei monopoli di Stato in Jugoslavia.

Nel d ic e m b r e del 1923 il g e t tito dei m o n o p o li di stato in Jugoslavia ha d ato le cifre seguenti : tabacco din , 109.342.779, sale din. 28.158141,22, p e t ro l io din. 2.254.883,40, fiam m iferi din. 8.535.5 >3.01, c a r ta da siga­ r e t t e din. 7.524.623,80, v arie 446.274,41. In totale qu in d i le e n t ra te a m m o n t a r o n o d din. 186.430.979,36.

Nel bilancio p rev e n tiv o le e n t r a t e fig uravano con una cifra a m m o n ta n te a n in a ri 147.788 020,80, p e r cui è stato realizzato un a u m e n to di 35 milioni, 642 588.56. Nel d ic e m b r e del 1922 le e n t r a t e a m m o n t a r o n o a di­ nari 160 mil. 076.158,46 in m a n ie ra cha nello stesso perio d o del 1923 si è av u to un a u m e n to di 26 mil. 354 820,90 dinari.

Nel se co n d o s e m e s t r e del 1923 gli i n tr o it i dei m o ­ nopoli di s ta to sono s t a ti i s e g u e n ti :

T abacco din. 781.486.005,37, sale dinari 170.366.700,— , p etrolio 36.871,54, fiam miferi 76.837.39,53. c a r t i n e da s ig arette 02 097.837,96, c a r te e v alo ri 153.405,490,—, varie 2.693.628,64. In to ta le gli in tr o it i a m m o n t a r o n o e 1.773 097.109,05 con u n a u m e n to di 304.368 984,07 di­ nari risp etto alle p rev isio n i.

I versam enti della Cermania fino ai 31 dicem­

bre 1923.

(6)

86 L’ ECONOMISTA 6-13 A prile-4 Maggio 1924 - N. 2604-05-06

Da q u es ta pubblicazione risu lta che i versam enti s u d d e tti ascendevano alla fine dell’anno sco rso ad un tota le di m a rc h i o ro 8.411.339000, e so no co s tituiti dalle poste s e g u e n ti:

m a rc h i-o r o

In co n tan ti 1,902.544.000

F o r n i t u r e in n a t u ra 3.420.190.000

Cessione di beni 368.512 000

T otale degli incassi rip artiti V ersam enti non ancora r ip a r tit i

In contanti : ricavo di mate riale m ilitare e navale F o r n i t u r e in n atu ra (basti

menti e cavi s o tto m arin i ecc.)

Beni ceduti, e p arti del d e ­ bito pubblico tedesco, (Po­ lonia. Danzica, r e s id u o di 100 milioni sul valore delle m in iere della S arre) T otale dei co n ti in sospeso ;

5 692 246 000 o in sospeso : m a r c h i - o r o 1.462,000 352.237.006 2.185 394.000 2.710 093.000

T o tale com plessivo 8.411399 000

Sulla s o m m a degli in cassi r ip a r tit i 392 milioni di m a rc h i o ro f u ro n o des tin a ti a r i m b o r s a r e gli ariti cipi p e r c a r b o n e fatti alla Germania, in virtù della convenzione di Spa del luglio 1920, m a rc h i o ro 2,6 m il ia rd i s e r v i r o n o a r i m b o r s a r e le spese delle a r ­ m ate di o ccupazione e delle com m issioni di co n tro llo (deduzio ne fatta del valore dei m a rc h i c a r ta se q u e­ s t r a t i dalle a r m a t e e senza t e n e r conto del costo dell’a r m a ta a m e ric a n a ascendente a circa un m iliardo e 72 milioni di m a rc h i oro.

T r e milioni di marciti o ro ra p p re s e n ta n o gli utili conseguiti sul cambio.

T en u to calcolo di q u e s tre tre p o ste prec ed en ti, il saldo disponibile, ascendeva a 2.683.399.000 m a r ­ chi oro.

L’incasso conseguito di 5,7 m iliard i circa fu r i ­ p a r ti lo com e segue : Francia 1 804.192.000 Belgio 1.732.756.000 Gran B retagna 1.318.883.000 Italia 397.932.000 Serbia 262.500.000 Giappone 68.368 000 Romania 33.914 000 Ceco Slovacchia 23.153.000 Polonia 15.120.000 Grecia 20.574 5C0 P o rto g a llo 14.855.000 Tota li m a rc h i o ro 5.692.246 000

N o tere m o a n c o r a che la Germania, nel 1923, p u r sosp en d en d o i pagam enti in co n tan ti ha co n tin u ato le sue fo rn it u re in n a t u ra alle Potenze alleate, esclu sa la F ra n c ia ed il Belgio, e q u es te f o r n i t u r e figurano nei conti della C o m m issione delle riparazioni. J1 va­ lore delle tasse r is u lta dalla differenza tr a la som m a totale dei v e r s a m e n t i a fine 1922, che era di m a rc h i- ore 7,940.426.000. D ette f o r n i t u r e as cen d o n d o d u n q u e a ciraa 470 m ilioni di m a rc h i oro. Bisogna aggiun gervi 45 m ilioni di m a rc h i o ro versati al Belgio.

La situazione economica del Venezuela.

Il co m m ercio del Venezuela, d u r a n te gli undici mesi te rm in ati a fine d ic em b re, è stato r e la tiv a m en te fa vorevole. Il Paese è stato poco to ccato dalla g u e rra e col r i t o r n o dei prezzi n o rm a l i ed an c h e dei tassi più bassi p e r i noli, n o n vi è alcuna rag io n e p erc h è io sviluppo ec onom ico di q u ella Nazione non si p r o ­ segua in m odo co n tin u o .

Sono stati m essi in s f ru t ta m e n to dei giacim enti di c a rb o n e e, p e r q u es to fatto, l’ i n d u s t ria fa dei b u o n i p ro g re ssi. Le es p o rta z i o n i s o rp a s s a n o m olto n o te v o l­ m ente le im p o rtazio n i.

Quanto all’ in d u s t r i a del petrolio, nel 1922 la p rò duzione ha r ag g iu n to un to ta le di 334.923 tonn. Sino ad ora, tutto il p etro lio p r o d o lto al Venezuela e s p e ­ dito da q u es to Paese p ro v ien e un ic am e n te dai giaci­ menti del C a rr ib e a n P e t r o l e u n Co., che è una c o m ­ pagnia am ericana, ma alleata al g ru p p o del Rovai Dutch.

La vita economica della Norvegia nel 1923.

Il 31 d ic e m b r e u. p. la circolazione fid uciaria della Norvegia fu di 395,9 milioni co ro n e , c o n t ro 3836 al 30 n o v e m b re . I p r e s t i t i della Banca di N orvegia fu­ ro n o di 480 m ilioni di c o r o n e al 21 d ic e m b r e u. s. c o n t ro 4545 nel n o v e m p re u. p. Il n u m e r o dei falli­ m enti va d im in u en d o , essi f u ro n o 1661 nel 1921, 964 nel 1922 e 910 nel 1923. La situazione dei prezzi è as ce n d e n te ed alla fine d ell’an n o s c o rs o era del 10 p e r ce n to s u p e r i o r e di quella del 1922. La ragione sta n ell’ascesa dei ca m b i. P a r tic o la r m e rin c a ra ti i g en eri alim e n tari. Il 4 d ic e m b r e u. s. venne deciso l’a u m e n to del tasso o r o su t u tt i i d i r i t t i doganali, eccetto il v e t ro p e r fin estre, isolatori, cavi elettric i, utensili da pesca ed affini. Le e n t r a t e fiscali p e r tu tto l’an n o 1923 sono s ti m a t e a 110 m ilio ni di co ro n e. Assai an i m a t i i m e r c a t i p e r la pasta di legno e la cellulosa. F o r t e m e n t e c o n t r a s t a t o tu il m e rc a t o della c a rta da p a r t e della G erm ania e del Canadà. Ottimi r i s u l t a t i o t t e n n e r o p u r e le i n d u s t r i e delle co n s erv e a lim e n ta ri, dei latticin i, dei tab acch i e le f a b b ric h e di cioccolato. Invece la i n d u s t ria tessile, i calzatu rifici e le in d u s t r i e se ric h e, so ffrirono m olto p e r la c o n c o r re n z a estera. La i n d u s t ria c e m e n tifera ebbe o tti m e d o m a n d e da o l t r e oceano. L’in d u s t r i a d ell’al­ lu m inio h a fatto notevoli p ro g re ssi. P e r la naviga­ zione le condizioni r e s ta r o n o s e m p re difficili. Il n u ­ m e ro dei diso c cu p a ti nel d ic e m b r e u. s. e ra di circa 18.500 c o n t r o 24.000 nell’anno p re c e d e n t e , che sig ni­ fica una dim in u zio n e de! 25 p e r cento,

RIVISTA DEL COMMERCIO

Le industrie ru sse dello Stato nel 1923.

L ’anno 1923 segna c e r t a m e n t e un p r o g r e s s o nel- nell’in d u striS ru ssa, con una anim azione notevole dei m ercati. In p rim a linea un fa tt o re im p o r ta n tis s im o fu l’o ttim o rac co lto del 1922, che p erm ise di elevare la c a p a c ità di acquisto, e la ric o s t ru z io n e delle città. P e r la p r im a volta dal p erio d o 1916-1921 i g en e ri a- lim e n ta ri so n o in c o n tin u a discesa, e si n ota un a u ­ m e n to della p opolazione nelle c i t t à dei Sovieti da 7 milioni a 8,1 m ilio ni. Il buon r a c c o lto p erm is e allo Stato di c o n c e d e re s o m m e im p o r t a n t i alle in d u s t rie , che p o te ro n o così r i a t t i v a r e i lo ro esercizi. Le o r d i ­ nazioni del g overno saliro n o a 300-350 m ilioni r u b li- oro, ed i c r e d iti m e ssi a disposizione delle i n d u s t rie f u ro n o di a l t r i 171 milioni di r u b l i - o r o I n o ltr e le i n d u s t rie r i c e v e t t e r o dalle B anche in fo rm a di d iversi c r e d iti al tri 170 milioni di t s c h e r w o n e tz -r u b li . Grazie alle m ig lio rate condizioni di lavoro, ed al relativ o a u m e n to dei prezzi, sa liro n o an c h e i v alo ri in m i­ lioni di r u b l i p er alcuni r a m i d ’i n d u s t r i a :

1913 1922-21 I n d u s tr ie c o m b u s tib ili 410.5 202,0 M iniere e F e r r i e r e 133,5 18,9 I n d u s tr ie p i e tr e e t e r r a 87,6 17,3 I n d u s t r i e m e ta l lu rg i c h e 726.7 148 6 I n d u s tr ie e le tt ro te c n i c h e 32 2 25.9 C en trali el e tt ric h e — 18,4 I n d u s tr ie tessili 825,9 327,6 I n d u s tr ie c o ra m i 68 2 560 I n d u s t r i e ch im ic h e 186,0 86.2 I n d u s tr ie a l im e n ta r i 620,5 96,2 I n d u s tr ie legname 135,7 56,1 I n d u s tr ie della c a r ta 57.2 23,9 T otali 3384,1 1077,7

L in g o tti d’acciaio greggio e d’acciaio fuso iIn form e:

1923 192Í Stati Uniti 44,000.000 35,603,000 I n g h ilte rr a 8,480,000 5,881,000 F ra n c ia 4,750,000 4,464 000 Belgio 2,185,000 1,539,000 L u s s e m b u rg o 1,117,000 1.368.000 G erm ania 5000,000 9,000000 Czeco-SIo vaccàia 738,000 630.000 Polonia 935.000 930,000 Giappone 500,4)00 500,000

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L’ ECONOMISTA 87 6-13 Aprile-4 Maggio 1024 - N. 2604-05-06

della sua in d u s t ria , e r a im p e d ito dalla r e s is te n z a p a s ­ siva nella Ruhr, ha d im i n u ito se n sib ilm e n te la sua p r o d u z i o n e ; la se c o n d a ha al c o n t r a r i o t r o v a t o negli stessi fatti una r i p r e s a d ’energia, che si m anifesta in tu tte le b ra n c h e della sua attività,

Queste p rev isio n i so n o p e r ò s m e n tit e dalle stati stiche p u bblicate dal «T ex tile I n s titu t », Io r e a ltà bisogna t e n e r c o n to che n o n si t r a t t a che di cifre ap p ro s s im ativ e, dato ch e l’ i n d u s t ria della s e ta a r t i ­ ficiale si è cos titu ita in tem pi m olto r e c en ti. Essa non risale infatti a più di 25 anni.

L’esportazlona rumena di petrolio.

Le e s p o rta zio n i di p etro lio dalla Rum enia, du ran te il 1922, h an n o rag g iu n to 384.142 tomi, c o n t ro 430.22 i tomi, nel 1922, con una dim in u zio n e cioè di -16.084 toni). Il « M o m t e u r du P e tr o le R o u m ein » fa a q u es to p ro p o sito i seguenti c o m m e n t i :

Questa dim in u zio n e è m olto facilm ente spiegabile, ed era già p re v is t a sin dallo s c o rs o anno. Colla cifra attuale di p ro d u zio n e di circa 1.500.000 tonn. di pe tro lio g re z z o p e r a n n o ,te n e n d o c o n to del forte au m en to della popolazio ne della Nazione, in seguito alla an ­ nessione delle nuove p ro v in cie, è im p o s sib ile che la esp o rta zio n e della R um enia si m antenga sulla note vole cifra di 400.000 tonn. all’ anno. P a ra lle la m e n te all’a u m e n to nei mezzi di tr a s p o r t o e, p e r conseguenza alia c re s c e n te possib ilità di i ¡ fo rn irs i di p etro lio nelle regioni più lontane, il consum o i n te r n o ha preso un m aggiore sviluppo e sono d im in u ite le q u a n t ità disponibili p er l’esp o rta zio n e.

Se nel 1922 l’ e s p o rta z i o n e si è m a n te n u t a sulle 430.000 tonn., ciò non fu possibile che in grazia agli sto ck s di p ro d o tti accu m u lati negli anni anni p r e c e ­ denti e che sono §tati e s p o rta ti d u r a n t e il 1922.

E ’ p u r e da n o ta re che d fira n te il 1923 gli stocks dei p ro d o tti h an n o avuto una tendenza al ribasso, cosicché le 384.142 tonn e s p o r t a t e nel 1923 sono state prese, in parte, da qu es ti stocks, che. da 167 407 tonn. alla fine del 1922 so n o ca d u ti e 155 000 to n n . verso la fine del 1923, con una d im in u zio n e di più che 30 000 tonn.

La produzione mondiale del ferro e dell’acciaio

nel 1923.

Le cifre della p r o d u z io n e segnano, m a lg r a d o le difficoltà p olitiche e co m m erciali, un a u m e n to , ecce­ zione fatta p e r la G e rm a n ia ; tu ttav ia non è s ta ta rag giunta nean ch e lo n ta n am en te la p ro d u zio n e del 1913. L ’in te ra p ro d u zio n e e u r o p e a fu di 26.023.000 t o n n e l ­ late nel 1923, c o n t ro 25.985,000 to n n e lla te nel 1922. La p ro d u zio n e del f e r r o greggio in Francia, Relgio e L u s s e m b u rg o raggiunse p r e s s ’a poco q u ella d ell’an t e g u e r r a ed in In g h ilte rr a è s t a t a quella nella prò porzione del 71 p e r cento , ris p e t to al p erio d o p r e ­ bellico.

M entre le cifre della p ro d u zio n e m o n d iale d ell’ac ciaio greggio sta n n o nella p r o p o rz io n e del 07 p er cento ris p e t tiv a m e n t e del f e r ro greggio e d ell’84 p er cento r i s p e t t o all’acciaio della p ro d u zio n e prebellica, quella a m erica n a fu s u p e r i o r e del 42 p e r ce n to p e r l’acciaio greggio e del 30 p e r ce n to p e r il ferro greggio, d u r a n t e l’a n n o 1923.

R i p o rtia m o le cifre p rin c i p a li in to n n ellate inglesi, che tu ttav ia vanno c o n s id e r a t e p ro v v iso rie, p e r q uanto m olto a p p r o s s i m a t i v e : Ferro greggio. 1923 1922 Stati Uniti 39,500,000 26.851.000 In g h ilte rr a 7 300 000 A902.000 F ra n c ia 5,000,000 6,147 000 Belgio 2,118.000 1.578.900 L u s s e m b u rg o 1,350 000 1,650.000 Germ ania 4,000.000 8.000,009 Czeco-S lovacchia 590,000 339,000 Polonia 492 000 458,000 Giappone 300,000 300,000

L’ Industria Sud-africana del diamanti

Il Sud d e l l’A frica p r o d u c e c i rc a il 95 p e r cento del r e n d i m e n t o m o n d ia le in d ia m an ti. La p ro d u zio n e dopo il 1867, epoca nella quale h a n n o av u to luogo le p rim e s c o p e rte di d ia m a n t i n e l l’Africa del Sud, rag ­ giunge un totale di 38 to n n . c o s ta di un v alo re su ­ p e r i o r e ai 200 m ilioni di lire s te rl in e , D’a l t r a p arte, anche se no n v e r r a n n o nuove s c o p erte, le ris e r v e attuali sono sufficienti ad a s s ic u r a re u n o sfru tta

m e n to di alm en o 100 anni. In q u e s to m o m e n to l’ i n ­ d u s t r i a si r i m e t t e dalla più forte crisi che essa a b ­ bia p ro v ata, d o v u ta all’a r r e s t o degli affari nel m o ndo in t e r o ed a n c h e al fatto che il g o v ern o dei soviets ha in o n d a to di d ia m a n t i il m o n d o in te ro . La r ip r e s a è stata le nta, ma gli in ti m i r a p p o r t i sono più inco raggianti.

Secondo un c o n t r a t t o co n clu so col g overno del l’Unione Sud Africana, la p ro d u zio n e dei d ia m an ti d ell’Africa del Sud inglese è c o n t ro l la ta dal sin d acato dei d ia m an ti di L o n d ra . Le q u a n t ità che gli d eb b o n o e s s e r e fo rn ite so n o b as ate sulle - v en d ile d u r a n t e i tr e m esi p r e c è d e n t i la d ata della lo ro fissazione e so n o c o r r e t t e ogni t r i m e s t r e , nello s te sso te m p o in cui viene fissato il p rez zo di v en d ita dei d iam an ti. Siccome ciasc u n o dei p rin cip ali p r o d u t t o r i ha di r i t t o ad sua p r o p o rz io n e definita della p ro d u zio n e r e s ta , finché è possibile, nei lim iti delle cifre fissate.

Navigazione Italiana sul Danubio.

Merita p a r t i c o l a r e rilievo il n o te v o le a u m e n to della b a n d i e r a ita liana nel m o v im en to della naviga­ zione del basso D anubio , m o v im en to che va s e m p re m a g g io rm e n te av v icin an d o si a q u ello di p r im a della g u e rra .

Il D anubio nello s c o rs o anno r im a s e lib e ro alla navigazione p e r t u t t a l’a n n a t a : da ciò uno dei p r i n ­ cipali m otivi d ell’a u m e n to notevole della navigazione nel 1923, in c o n f r o n to col 1922.

Nello s c o rs o 1923, infatti, u s c iro n o dal P o r t o di Sulina 794 navi con co m p les siv e 1.512.791 to n n ellate di re g is t ro , c o n t r o 691 navi con to n n ellate 1151100 nel 1922.

P e r la p rim a volta, l’Italia h a raggiunto il p r im o p o sto nella navigazione del Basso D anubio con 191 navi e 418.085 to n n e lla te r e g i s t r o c o n t r o 103 navi e 345.380 to n n . nel 1922.

La G recia è scesa al te rz o posto, con 135 navi e 152,679 to n n ellate, c o n t r o 170 navi e 180.936 t o n n e l­ late nel 1922.

Seguono nello stesso o r d i n e d e l l’a n n o p re c e d e n t e : la Rom ania con 76 navi e 140.412 to nnellate, c o n t r o 55 navi e 114 955 to n n e lla te nel 1922. L’Olanda con 54 navi e 113.333 tonn. c o n t r o 48 navi e 95.515 tonn. nel 1922. La F ra n c ia con 57 nevi e 77.011 to n n e lla te c o n t r o 60 navi e 85.277 to n n e lla te nel 1922. La G e r ­ m ania con 37 navi e 68.126 to n n e lla te c o n tro 12 navi e 29.601 tonn. nel 1922.

L’Industria mineraria sv ed ese nel 1923.

D u ra n te l’an n o s c o rs o si verificò una d esolante d e p r e s s io n e nelle condizioni d ell’i n d u s t ria m i n e r a r ia del f erro . Il m a g g io r a c q u ir e n te , cioè l’i n d u s t ria si­ d e r u r g i c a della R u h r, ch e in tem pi n o rm ali r i t i r a v a il 70 per ce n to d ell’in te r a p ro d u zio n e svedese, venne a m a n ca re . Si c e r c a r o n o altri c o m p r a t o r i in In g h il­ t e r r a , C zecoslo vacchia ed anche in A m erica, m a i r is u lta ti f u ro n o t u t t ’a l t r o che so d disfacenti.

C o n s eg u en tem e n te si e b b e r o u l t e r i o r i c h i u s u r e di s ta b ilim en ti. L ’o ccupazione p r e s s o alcu n e officine fu in com plesso buona p e r il lav o ro e fabbisogno i n d i­ geno, m e n t r e in quelle p r o d u t t r i c i p e r l’E s te ro si a c ­ certò , che in m edia la la v o razio n e fu del 62 p er ce n to r is p etto ai te m p i no rm ali. I prezzi che al p r in c i p io d ’anno e r a n o assai s o s ten u ti, più t a r d i v e n n e r o a tr o v a r s i su llo stesso livello di quelli del 1914. Una c e rta eccezione si r is c o n t r ò pei' i m in e r a li con c o n ­ te n u to di m an g an ese e f e r r o p e r u n a p e r c e n tu a le com plessiva del 50 p e r cento . M inerale di f e r r o in blocchi fu e s p o r t a t o dalla Svezia d u r a n t e lo sc o rs o anno, p e r un to ta le di 355.000 to n n ellate. S econdo gli u ltim i r a p p o r t i è da a t t e n d e rs i un lieve m ig l io r a ­ m ento nella situazio ne.

La produzione delle automobili negli Stati Uniti.

La p r o d u z io n e di au to m o b ili agli Stati Uniti nel 1923 si è elevata a 4 012 856 v ettu re, r a p p r e s e n t a n t i un v alo re di 254 m ilioni di d o llari. Dal 1922 a l 1923 la p ro d u zio n e è a u m e n ta ta del 55 p e r cento .

Ecco d ’altra p a r te la p r o d u z io n e a u to m o b ilis tic a d u r a n te i dieci ultimi a n n i : in ca m io n s e v e t t u r e : da qu es te cifre risu lta l’e n o r m e e r e c e n te sviluppo d ell’i n d u s t ria au to m o b ilistic a agli S tati U niti: 1914, 569 054; 1915, 892 618; 1916, 1 583.617 ; 1917, 1868.949 ; 1918, 1,153 638; 1919, 1.974.016; 1920, 2.205.197; 1921, 1 661550; 1922, 2.606044, 1923, 4.012.856.

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