L'ECONOM ISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L ESCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO,BANCHI, FERROVIE, INTERESSI P R IV A T I
Direttore : M. J. de Johannis
Anno LI ■ voi. LV Firenze Roma
27 Gennaio ■ 3 Febbraio 192A {
r o m a w - v i a G r e g o r i a n a , 56n.
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S O M M A R I OPARTE ECONOMICA.
La Politica Finanziaria Fascista.
L ’ « Inflazionismo » Bancario. — Gi l b e r t o Te r n i. I l mercato delle merci in Italia nel dicembre 19S3. - Nu
meri indici dei prezzi nel commercio aU’ ingrosso — Ri c c a r d o Ba c h i.
I l mercato finanziario in Italia nel dicembre 19S3. - Nu meri indici delle quotazioni di borsa per i titoli di Stato e per le azioni. — Ri c c a r d o Ba c h i.
Il Franco.
Commercio con l’ Estero italiano dal Gennaio al Novembre 1923. RIVISTA BIBLIOGRAFICA.
RIVISTA DEL COMMERCIO.
La nuova moneta divisionale in Germania. I l tasso di sconto della Re'chsbank.
Fusioni Bancarie in Jugoslavia. ^ La circolazione fiduciaria in Austria.
Le emissioni negli Stati Uniti nel 1923. Costituzione di una Banca Italo-Russa. La politica monetaria Polacca. L a produzione mondiale di oro.
I l costo della vita in Inghilterra. L ’ industria tessile danese.
La produzione saccarifera czeooslovacca.
RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI. Rassegna settimanale. - Gu s t a t o De s i-e x.
PARTE ECONOMICA
L a P olitica F in an ziaria Fascista Se il governo fascista, ad oltre un anno dal suo avvento al potere, non ha potuto mantenere la promessa sfuggitagli certo in un momento di aberrante entusiasmo per la sua vittoria, di por tare la rivalutazione della lira al doppio della quotazione attuale ; se il governo fascista per poter mirare e raggiungere in un tempo non an cor ben precisato, ma che auguriamo non sia lontano, il pareggio del bilancio, ha dovuto ri correre più ad inasprimenti tributari e a più rigorosi accertamenti dei redditi, anziché ad un freno potentemente rigido nelle spese, limitando gli sgravi soltanto alle tasse successorie fra stret ti congiunti ; se il governo fascista, attuando il suo programma, è venuto meno a quei principii Uberi itici eoi quali sembrava volerlo caratteriz zare, iiiàltondosi ad un pseudo regime di libertà nelle questioni dei fitti, mantenendo invece in variata la pesante tariffa doganale, nè riuscendo a restituire all’industria privata l’esercizio di quelle industrie statali delle quali pareva volersi disfare al più presto ; devesi tuttavia riconoscere che sotto il governo attuale la quotazione dei nostri valori di Stato ha subito un’aumento co
stante e crescente, tale da permettere di bene pronosticare nell’ apprezzamento che il mercato finanziario fa della consistenza finanziaria sta tale.
Il Consolidato 5% (4°, 5° e 6° prestito di guer ra) era quotato nella media mensile dell’ ottobre
1920, 69,23 e nel 1921 la media si avvicinava intorno 76-77. Soltanto nel 1922 a partire dal maggio troviamo un movimento ascendente, con le quotazioni medie di 81,37 nel giugno, 81,80 nel settembre, 85,39 nel novembre, 86,94 nel di cembre.
E lungo tutto l’anno 1923, e nel primo mese del 1924 l ’ascensione prosegue costante ed inin terrotta fino a raggiungere di questi giorni la quotazione di 94. Sono quindi oltre 25 punti guadagnati dal 1920, dei quali 9 da attribuirsi al periodo del governo fascista.
Che la quotazione del nostro principale titolo di Stato speculativo sia del tutto genuina e quin di non favorita dalla lenta ed oculata azione del l’ alta Banca, non potremmo sicuramente affer mare ; ma anche se il movimento ascendente fos se dovutamente secondato da una azione artifi ciale, non meno apprezzabile rimane la forza in trinseca del titolo il cui movimento in direzione più alta è dovuto sostanzialmente ai suoi pregi particolari ed alla tranquillità degli investitori del risparmio nei titoli garantiti dallo Stato.
Tuttavia vi è chi traendo auspici da questo indice, certamente favorevole della nostra finan za pubblica, vorrebbe pronosticare il prossimo avverarsi di una conversione, la quale dovrebbe condurre ad alleviare parzialmente le finanze pubbliche dall’onere del servizio degli interessi.
Non vogliamo negare che la via per giungere ad una conversione sia appunto quella di una alta valutazione della rendita, di .guisa che il prezzo del titolo corrisponda ad un interesse inferiore a quello stabilito sul valore nominale, ma dal constatare semplicemente un sintomo che vada favorevolmente maturandosi a vantaggio della operazione, al prevedere che questa sia possibile entro un deterininato tempo, corre una differenza sostanziale, onde, ci è vietato seguire i pronostici frettolosi di coloro che vogliono, ad ogni costo, trarre le conseguenze più brillanti e più inattese dal governo attuale.
Il recente decreto col quale il Ministro delle Finanze riduce l ’interesse sui buoni del Tesoro ordinari è pure altro sintomo favorevole ad una possibilità futura di conversione.
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previsione e annientare per molti anni quel gua dagno lentamente conquistato nell’apprezzamen to sempre migliore fatto dalle borse al consoli dato 5% e agli altri titoli statali ?
In materia di cambi sembra che soltanto da poco siasi raggiunta una certa stabilità ; conqui sta non lieve certamente agli effetti degli scam bi commerciali, ma ancora non determinante quel lento movimento ascensionale che, se an che fallacemente promesso, non è per questo me no desiderabile.
A tale proposito vogliamo anzi togliere ai no stri lettori la illusione che le quotazioni della li ra rispetto a quella di altre valute estere possono aver dato nelle settimane decorse, in quanto che trattasi non già di una maggiore valutazione della nostra moneta rispetto al dollaro, cioè al l’oro, bensì di una caduta del franco francese, del franco belga, del franco svizzero e della ster lina stessa, di fronte al dollaro, quando la lira, manteneva invece invariata o quasi la sua posi zione, senza seguire, come di consueto avveniva, le oscillazioni delle valute più apprezzate.
E nei riguardi interni se si considerano gl’in dici generali del costo delle merci all’ingrosso e gli indici particolari delle varie città italiane sul costo di generi di consumo, non troviamo che si possano riscontrare elementi atti ad affermare di trovarci dinanzi ad una rivalutazione della lira.
Malgrado queste condizioni per ora statiche della economia e della finanza italiana, non pos siamo disconoscere che esse contengono, ancora non ben delineato, ancora non pronunciatosi un dinamismo ascendentale la cui prima manife stazione potrebbe trovarsi nella quotazione del nostro consolidato, 5%.
E ’ possibile pertanto che, fatte salve le conse guenze che possono sempre derivare non soltan to dalle condizioni politiche internazionali, ma anche da quelle economiche degli Stati che ci circondano, si maturi una situazione sempre più propizia a favore del nostro paese e tanto più favorevole e consolidata quanto più essa troverà la propria base in un crescente ritmo di produzio ne, nella formazione di mercati favorevoli all’ ac coglimento della nostra esportazione, in una in tensificazione di tutti i mezzi atti a facilitare la ricostruzione e lo accrescimeno della ricchezza nazionale.
Ciò sembra rientrare nei postulati dell’attuale governo e ciò quindi sarà per dare quei frutti che ansiosamente sono attesi dal paese.
L ' “ Inflazionism o ,, Ban cario
Come prima si parlava d ’inflazione nella cir colazione, che per l’energica opera del Ministro del Tesoro si è venuta di molto riducendo, è ora il caso di parlare d ’inflazionismo bancario. In fatti le banche che erano in Italia 89 nel 1915, sono salite alla fine di giugno dell’anno scorso a 229 ; gl’istituti ordinari di credito che avevano nel giugno del ’ 15 depositi per circa 665 milioni, ne contavano nel giugno passato per 5 miliardi e 879 milioni. Anche tenuto conto della diversa capacità di acquisto della moneta, si rileva il maggior affluire del risparmio verso le banche ordinarie, mentre ciò non è avvenuto nella stessa
misura per quelle Popolari e Cooperative, per quelle di Risparmio, per i Monti di Pietà che esercitano il credito e neppure, cosa notevole, per gli Istituti di Emissione. Oltre le banche ordinarie, solo le Casse di risparmio postali e quelle rurali videro ingrandire i depositi per un multiplo superiore alla svalutazione della mone ta. Il fatto del moltiplicarsi delle banche non de ve d ’altronde recar sorpresa, è cosa comune al l ’Italia ed agli altri paesi che presero parte alla guerra ; s’ indebitarono gli Stati con molteplici emissioni di prestiti di vario tipo, buoni del Teso ro ecc. ; l ’Italia per 72 miliardi solo all’interno; d ’altra parte si costituirono vaste ricchezze mo biliari private in cambio di merci o di altre pre stazioni compensate spesso assai largamente sot to le edigenze assillanti di un periodo eccezio nale. Le somme affluite alle Casse dello Stato presto tornavano in circolazione in mille forme per acquisti, stipendi, salari, sovvenzioni varie, quindi una gran massa di ricchezza che in molta parte non poteva essei’e spesa, ma che venne risparmiata e che ha cercato un rifugio più si curo di quanto non presentasse l ’abitazione dei possessori, dove anche sarebbe rimasta irrediti- zia. Ecco pertanto il sorgere e il diffondersi su larga scala delle banche che pretendevano con maggiore o minore ragione di adempiere all’uf ficio di custodi sicuri e rimunerativi, mentre si creavano lauti posti per i direttori ed impiegati e facili aperture di crediti per quanti avevano preso parte primaria alla costituzione delle ban che stesse. Senonchè, date le spese enormi per i locali, il personale, le tasse, la remunerazione dei depositi, la reclame e tante altre, occorreva ed occorre tuttora guadagnare molto e molto, quindi la caccia agli affari senza troppo guarda re per il sottile e cercarli dappertutto estenden do le succursali ed agenzie.
E così una quantità di affari cattivi.
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razione a suo rischio, e non può essere diversa- mente. Sarebbe inutile una buona amministra zione di un istituto se, col seguire un indirizzo meno rigido ma assai più comodo, non si incor resse in alcun pericolo perche c ’è poi lo Stato che paga, cioè la massa dei cittadini che non ha alcuna colpa e nulla a che vedere.
Quegli Istituti preesistenti alla guerra che eb bero sempre per guida la prudenza e poterono mettere solide fondamenta col costituire forti ri serve, collo scegliere accuratamente la clientela e le zone di attività, godono a giusta ragione la fiducia del pubblico che ha una qualche dime stichezza cogli affari bancari. Esiste però una quantità di risparmiatori che non ha cura e mo do di informarsi ; per questa classe l’effettiva tu tela del suo denaro non è certo cosa facile. Essa per la sua ignoranza o negligenza è condannata, ora qua ora là, ad imparare a proprie spese. Un consiglio solo le può darsi, quello che si diriga alle Casse di risparmio ordinarie che sono sog gette per legge a determinati rinvestimenti con garanzia reale, quando non creda valersi delle Casse postali, garantite dallo Stato, ma che dan no un interesse assai esiguo. Oltre a questo sug gerimento ve ne ha un altro che non dovrebbe essere in ogni caso dimenticato ; rifuggire da que gli Istituti che corrispondono un interesse eleva to per i depositi, che si aggira ora tra il 3 ed il 3,50%, oltre il quale è segno che si ha bisogno urgente di denaro : e rifuggire altresì da quelle banche che fanno eccessiva ostentazione di lusso in tutte le Sedi e succursali, indice di spese ge nerali assai elevate.
Oggi per molti istituti bancari s’ impone un pe- riodo^di severo raccoglimento, occorre da parte dei dirigenti il coraggio di svalutare in vari casi il capitale' sociale, rinunciare a distribuzione di utili o assai limitarla, sopprimere tutte quelle succursali od agenzie che sono passive e non dan no adeguato rendimento, limitare la remunera zione dei depositi, rinunciare a stabilire succur sali dove operano già altre banche e dove dovrà determinarsi una concorrenza dannosa per tutti, abolire il fatto che il pubblico ha incominciato a capire esser cosa fuori di posto per un istituto di Credito e nient’altro che onerosa per i clienti.
E ’ cambiando metodo, è riordinandosi e re stringendosi che molte banche potranno riacqui stare quella fiducia che oggi almeno in parte vedono scossa per un indirizzo non rigido nella selezione degli affari, e per un’ amministrazione spendereccia. La gran virtù sta nel saper provve dere, ed energicamente, quando ancora si è in lem po; nè si creda che il pubblico non sappia comprendere ed apprezzare certi atti coraggiosi da parte di chi è a capo di un istituto. Avveni menti recenti e dolorosi hanno anzi servito a diffondere una certa educazione bancaria.
Gilberto Terni.
Il m ercato delle m erci in Italia nel dicem bre 1925
Numeri indici dei prezzi nel commercio all'ingrosso
I numeri indici. — Presentiamo qui appresso
i numeri indici dei prezzi delle merci nel com mercio ail’ingrosso in Italia, computati prenden do per base (100) la media dei prezzi nell anno
1920. Tali indici sono calcolati rispetto alle prin cipali merci, che dànno luogo a un movimento notevole di affari ; le merci studiate a partire dal gennaio 1923 sono 107 e sono considerate nelle quotazioni ufficiali di Genova, Milano, Roma, Bologna, e per taluna di esse in base a prezzi legali o a prezzi medi di portata generale. Gli indici per gruppi di merci e per la totalità sono formati secondo il procedimento della media aritmetica semplice ; i dati seguenti si riferiscono agli ultimi mesi. L ’indice generale è presentato anche sulla base del quinquennio 1901-1905, del l’ anno 1913 e del luglio 1914, per consentire com parazioni varie col livello dei prezzi anteriori alla guerra.
NUMERI INDICI MEDI ARITMETICI
N. delle voci nel 1923 « die. 1921 die. 1922 nov. 1923 die* 1983
Derrate alimentari veg. . . 23 113,3 110,9 96,3 98,3 Derrate alimentari an. . . 13 120,6 109,6 109,0 111,2
Prodotti chimici . . . . 13 73,5 63,3 66,7 66,0
Materie t e s s i l i ... 13 79,4 77,9 95,0 96,3
Minerali e metalli . . . 18 66,0 64,9 66,0 66,5
Materiali da costruzione . 6 89,1 88,1 84,0 85,3
Prodotti vegetali vari . . 8 113,7 128,8 102,2 101,9 Merci indnstriali varie , . 13 93,8 94,0 96,2 97,0 Indice gen. (base 1920) . . 107 95,2 92,8 91,5 92,4 Indice gen. (base 901-5). . 749,2 730,3
Indice gen. (base 1913) . . 594,6 579,6 Indice gen. (base luglio 1914) 648,1 631,7
L ’indice complessivo ha segnato nel
720,0 727,3 571,4 577,2 622,8 629,2
dicembre proporzione del rialzo è un poco minore di quel la che si era verificata nel novembre, ma mentre allora il movimento ascendente si era concentra to su poche voci principalmente appartenenti al gruppo delle materie tessili, in questo mese di dicembre il movimento rialzista si è presentato più tenue, ma assai più diffuso ; questa maggiore diffusione nell’ ascesa dei prezzi sembra indicare come a determinarla siano intervenuti fattori ge nerali anziché propri al mercato di singole mer ci ; il rincaro nel livello generale dei prezzi si presenta frequente nell’ultima parte dell’anno in coincidenza con gli inasprimenti dei cambi ed in coincidenza con la forte domanda stagionale di alcune merci. Il movimento «scendente è stato registrato dai nostri indici negli ultimi mesi di ciascun anno a partire dal 1920.
con-24 L ’ECONOMISTA
nesse con la produzione industriale ; relativa mente tenui sono stati i mutamenti nei prezzi per il gruppo dei metalli e specialmente per il gruppo dei prodotti chimici, più sensibili invece le variazioni per le fibre tessili, variazioni le qua li sono state notevoli per un breve tratto di tem po nell’estate riguardo alle sete, e più notevoli poi negli ultimi mesi dell’anno per il cotone in relazione con la scarsità del nuovo raccolto. La considerazione delle voci e delle cause che hanno determinato le variazioni nel livello dei prezzi mostrano come queste variazioni non si presen tino quali notevoli indici di ripresa nell’attività economica. Ma d ’altro lato la ristretta variabi lità nella curva generale è documento della con seguita maggiore stabilità nell’economia nazio nale : il campo di variabilità per questa curva generale raggiunge appena 4 punti fra il ricorda to massimo dell’aprile e il minimo dell’ottobre, ed è così sensibilmente più esiguo di quello che si era presentato negli anni anteriori.
L'andamento dei mercati
Derrate alimentari vegetali. — Per le derrate
vegetali, i nostri indici segnano per il mese di dicembre un nuovo rialzo in ragione del 2 per cento, il quale fa seguito a quello del 3 per cento che si era verificato nel mese precèdente : l’ asce sa questa volta è però stata alquanto diffusa, mentre nel novembre si era concentrata su po chissime voci. Malgrado il rialzo, l ’indice di chiu sura dell’anno mostra un ribasso di circa il 12 per cento in confronto con quello massimo del l ’aprile.
Per i cereali, dopo la lunga fase di inattività nel nostro mercato si è avuta verso la metà del mese una certa ripresa di affari la quale ha pro vocato qualche rincaro nelle quotazioni, sia per il grano che per i cereali minori ; le quotazioni per le merci nazionàli sono tuttavia rimaste re lativamente ancora modeste, aggirandosi per il frumento intorno a L. 90 e per il granturco in torno a L. 80 al quintale : un atteggiamento al quanto più sostenuto si presenta per il riso e per il risone su una larga corrente di affari. Le pro spettive sui raccolti cerealicoli dell’emisfero me ridionale sono assai ottimiste; questi raccolti e- serciteranno una grande influenza sull’ andamen to dei mercati nei mesi prossimi.
Riguardo ai legumi, ortaggi e frutta, per le voci considerate nella nostra rilevazione, non sono avvenuti spostamenti di prezzo fra la fine del novembre e la fine del dicembre.
Sul mercato vinicolo continua in genere la scarsità degli affari, salvo qualche ristretta do manda in alcune plaghe, motivata dal più largo consumo determinato dalle feste natalizie : i prezzi si mantengono in generale invariati, ma qualche quotazione (anche fra quelle considera te nella nostra relazione) ha subito falcidie pur conservando carattere prevalentemente nomi nale.
Sul mercato oleario si presenta sempre un an damento piuttosto sostenuto riguardo alle scarse disponibilità di ohi vecchi, mentre incerte sono le quotazioni riguardo agli olii del nuovo
raccol-27 Gennaio 3 Febbraio 1924, N. 2595
to, i quali sono in quantità ristretta per i danni gravi dalla mosca olearia.
Per il caffè è proseguito l’andamento alquan to irregolare che dura da tempo con qualche plu svalenza nelle quotazioni. Alquanto oscillanti i prezzi dello zucchero con tendenza nell’ultima parte del mese a sostegno, dopo la lunga fase discendente. Per gli agrumi, le quotazioni del mercato interno sulle piazze di consumo segnano ascesa, sebbene l ’esportazione sul mercato ame ricano sia gravemente limitata dalla concorren za del prodotto californiano e dalle misure adot tate dal governo degli Stati Uniti contro l’im portatone per ostacolare la diffusione di un pa rassita. Il rincaro stagionale dei limoni determi na in questi ultimi mesi forti sbalzi nei rispetti vi indici, sbalzi che esercitano una sensibile in
fluenza sull’indice complessivo per questo
gruppo.
Derrate alimentari di origine animale. — L ’in
dice per questo gruppo segna un rialzo del 2 per cento: come appare dalla curva tracciata nel- 1 unito diagramma, il livello complessivo dei prezzi per queste derrate ha subito vari sposta menti, in diverso senso, piuttosto sensibili at traverso l ’anno, con prevalente tendenza all’ a scesa. L ’ andamento alquanto irregolare, oscil lante, della curva è il risultato di movimenti in diverso senso presentatisi attraverso l’ anno per le varie sezioni di questo gruppo, ed è prevalen temente il risultato dell’intrecciarsi della discesa nei prezzi del formaggio e della ascesa nei prezzi delle carni.
Variazioni relativamente lievi si sono avute in questo mese rispetto ai pesci conservati. Per il burro si sono verificati nuovi sensibili rialzi, giungendosi in Lombardia sino a circa L. 20 il Kg., rialzi determinati dall'intenso consumo di fipe d ’anno, cui fa riscontro una ristretta dispo nibilità nei frigoriferi; continua invece precaria la situazione del mercato del formaggio sulla base delle ampie riserve : le contrattazioni sono sempre assai stentate e nuove falcidie sono av venute sui prezzi.
Per il bestiame si è avuta nella seconda parte del dicembre la consueta intensità di affari deter minata dall’eccezionale consumo di fine d ’anno e così con qualche rialzo nei prezzi pronunciato specialmente per i bovini rispetto ai capi più giovani e per i suini, mentre il livello dei prezzi è rimasto invariato riguardo agli animali da al levamento e da lavoro. Prosegue il rialzo stagio nale per le uova.
Prodotti chimici. — L ’indice complessivo per
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Materie tessili. —- L ’indice per questo gruppo
segna un rialzo dell’ 1,5 per cento il quale appare tenue in confronto con quello del 6 1/2% con statato nel mese innanzi. Per il cotone sono con tinuate le oscillazioni assai ampie nei prezzi della materia prima per la quale è prevalsa ancora la tendenza ascendentale, malgrado una nuova stima ufficiale americana del raccolto alquanto meno pessimista delle anteriori ; oscillazioni spe culative assai vibrate si sono verificate anche sulla merce egiziana ; la posizione del consumo si è mantenuta alquanto riservata. Per le lane taluna fra le quotazioni del mercato nazionale hanno segnato ascesa, in relazione alla tenden za decisamente sostenuta manifestatasi attraver so le succesive aste londinesi della stagione au tunnale.
Spostamenti minimi sono registrati riguardo alle materie seriche ; una certa ripresa di affari si è verificata lungo la prima decade del mese arrestandosi il ribasso nei prezzi che si era svolto lungo il novembre, ma le transazioni sono state piuttosto laboriose con tendenza alquanto incer ta. E ’ migliorata la posizione del mercato della canapa.
Minerali e metalli. —■ Per questo gruppo tra
il novembre e il dicembre l ’indice segna un rial zo del 7 per cento in confronto col livello medio dei prezzi presentatosi attraverso l’anno 1922. Per il carbone sul nostro mercato le quotazioni sono rimaste invariate : sul mercato britannico gli affari sono stati piuttosto limitati essendo co spicue le ordinazioni anterióri, assorbenti la in tera attività produttiva : la attenzione del mer cato è stata specialmente attratta dal referen dum indetto dalla Federazione dei Minatori sul la proposta disdetta del concordato nazionale. Per i metalli il tono del mercato britannico è stato prevalentemente ottimista sebbene il volu me dei nuovi ordini sia rimasto ancora limitato : la stasi è prevalsa rispetto alla ghisa e ad altri materiali siderurgici, mentre oscillazioni in vario
senso Cón tendenza prevalentemente rialzista si
sono avute rispetto ai metalli non ferrosi : parti colarmente marcata è stata la ulteriore ascesa per lo stagno e le bande stagnate. Sul nostro mercato si sono avuti progressi notevoli per la ghisa, per lo stagno e per il piombo ; notiamo come la ghisa e il ferro chiudano l’ anno ad un livello presso che pari alla media dell’ armo 1922, mentre quanto ai metalli minori emerge il progresso del 50 per cento avvenuto per lo stagno e del 38 per cento avvenuto per il piom bo, del 22 per cento per l’antimonio, del 12 per cento per lo zinco e dell’8 per cento per l’ allu minio.
Merci varie. — Nel gruppo dei materiali da co
struzione, dopo la stasi durata parecchi mesi, si è avuto in questo mese un rialzo dell’l 2/3 per cento unicamente dovuto al progresso della quotazione per i mattoni da L. 177 a L. 192 per migliaio sul mercato milanese.
Per il gruppo dei prodotti vegetali vari si ha una trascurabile diminuzione pari a 1/4 per cen to dovuta a spostamenti in vario senso nei prez zi di parecchie fra le merci studiate. Sul mercato foraggierò è continuata in genere la tendenza stazionaria e la fiacchezza negli affari per cui qualche falcidia si è ulteriormente presentata nei prezzi in alcuni mercati di consumo : si è
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verificata nella prima parte del mese una discre ta esportazione di fieno in Svizzera. Qualche so stegno si è verificato rispetto all’avena in con nessione con la tendenza svoltasi per altri ce reali.
Rispetto al gruppo delle merci industriali varie per le voci esaminate dalla nostra rilevazione, nell’irregolare andamento segnato dalla curva complessiva, dopo la discesa avvenuta nel mese precedente si ha in dicembre un progresso in ra gione dei tre quarti per cento, progresso il quale è essenzialmente dovuto al proseguire del movi mento ascendente che da tempo si viene svol gendo per l ’olio di lino ; è continuata la discesa nelle quotazioni per i pellami greggi mentre perdura rispetto ai pellami conciati.
In un prossimo fascicolo verranno presentati gli indici medi geometrici ed i dati indicanti le variazioni nei prezzi per le merci distinte, non più secondo il loro carattere merceologico, ma secondo il loro carattere economico.
Riccardo Bachi.
II m ercato finanziario in Italia nel dicem bre 1923
Numeri indici delle quotazioni di borsa per i titoli di Stato e per le azioni
li mercato finanziario lungo il mese di dicem bre è stato intonato ancora al rialzo così come lungo la seconda parte del mese precedente. A imprimere un tale indirizzo al mercato contri buisce ancora l’ atteggiamento degli Istituti di credito da parte dei quali si vanno svolgendo larghe operazioni di riporto. Le disponibilità di danaro sono piuttosto abbondanti ed accanto all’ azione degli speculatori professionisti si os serva un largo interessamento al movimento di Borsa da parte del capitale. All’ascesa delle quo tazioni hanno contributo anche i fattori stagio nali, i quali operano abitualmente nell’ultima parte dell’anno; svariati interessi favoriscono l’ ascesa delle quotazioni alla chiusura del ciclo annuale.
Il movimento speculativo si è presentato spe cialmente attivo rispetto ai titoli a reddito va riabile : per molte Società le quotazioni sono alte tanto da corrispondere a un saggio di ca pitalizzazione piuttosto basso in confronto al tasso di frutto corrispondente alle quotazioni dei titoli di Stato e delle obbligazioni industriali. Segnaliamo a questo proposito un dato di par ticolare significato risultante dalla nostra rile vazione degli indici sulle quotazioni dei titoli a reddito variabile : la somma degli indici comples sivi per l’intero anno 1923 corrispondenti ai divi dendi pagati è di 5,24 ; il che significa che sulla totalità delle azioni emesse dalle 133 Società stu diate, il totale dei dividendi distribuiti lungo l ’an no 1923 rappresenta il 5 1/4% rispetto al valore di Borsa complesso di quelle azioni quale si pre senta alla fine del dicembre 1922, saggio questo certamente non elevato. Poiché l ’indice del di cembre per l ’ assieme di queste azioni segna un progresso di circa il 19% per il livello delle quota zioni di Borsa dal dicembre 1922 al dicembre
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1923, si ha che, ove durante l’anno 1924 si distri buissero i dividendi medesimi che si largirono agli azionisti nell’anno ora chiuso, il saggio di frutto in confronto col prezzo odierno di Borsa, decline rebbe alla mite cifra del 4,40 % ; notiamo che il saggio di capitalizzazione per i titoli di Stato nel dicembre era del 5,41 % e che per le obbli gazioni industriali (anche emesse da Società so lide e talora con garanzia ipotecaria) si hanno tassi di frutto più elevati, pur prescindendo dalla aliquota corrispondente al premio per le obbligazioni estratte. La campagna rialzista poggia sulla prospettiva di più alti dividendi sull’esercizio ora chiuso, prospettiva che per qualche Banca e per parecchie Società sembra fondata, per quanto Pincremento di dividendo sia forse tenue.
La campagna rialzista ha accentuato la ten denza, che già si delineava da qualche mese, del capitale privato allo impiego in azioni e che ha consentito lo alleggerimento dei portafogli-titoli per gli Istituti creditizi.
Il movimeno speculativo ha continuato a svol gersi, come nel novembre, principalmente sulle azioni dei Beni stabili e di alcuni titoli bancarii.
Per i titoli di Stato, dopo parecchi mesi di ascesa piuttosto lenta, si è avuto nel dicembre un rialzo pronunziato, per quanto meno marca to di quello che si presentò agli inizi dell’anno, colla restrizione nella successione dei Buoni del Tesoro, il risparmio affluisce assai fiducioso ver so i titoli dei debiti perpetui dello Stato. Feno meno assai carattestico è la traslazione delle preferenze dei risparmiatori dalla vecchia ren dita 3,50 °/0 al consolidato 5 % : questo è dive nuto il titolo principe del nostro mercato: le renitenze così gravi degli anni passati verso uno stabile impiego di questo 5 % sono cessate ; sono scomparsi i timori di minorazioni sul capitale o di falcidie sul frutto, e con la piena fiducia si va gradualmente attenuando la distanza per il sag gio di capitalizzazione fra il 3,50 % ed il 5 %.
Bel mutato atteggiamento del capitale verso i due titoli sono prova i diversi progressi avve nuti nelle quotazioni fra la fine del 1922 e la fine del 1928 :
dicembre dicembre
1922 1923
Rendita 3 1/2% 77,86 78,30
Consolidato 5 % 86,96 9Ì,53
Il consolidato è progredito di oltre 4 punti e mezzo : rammentiamo che nello ottobre del 1920 la quotazione si aggirava intorno a 68.
Per i titoli dello Stato il numero indice gene rale (il quale segna il prezzo medio per una lira di reddito netto, computato secondo il metodo della media ponderata) da 18,16 alla fine di giu gno è disceso a 18,10 alla fine di luglio, ed è poi risalito via via a 18,20 per l’agosto, 18,26 per il settembre, 18,30 per l’ottobre, 18,32 pel novem bre e 18,50 pel dicembre, in quest’ultimo mese il rialzo è pertanto stato del 0,98 per cento. Tra la fine del 1922 e la fine del 1923, l’indice è'sa- lito da 17,74 a 18,50 con un progresso di oltre il 4 per cento.
Il saggio di capitalizzazione rappresentato da questi dati è declinato da 5,52 in luglio, a 5,49 in agosto ed a 5,46 in ottobre e in novembre, e poi a 5,41 in dicembre : va così lentamente declinando, pur rimanendo naturalmente sempre estremamente lontano da quel tasso medio del 3,49 per cento che si aveva lungo l ’anno 1913.
Considerando i soli titoli dei debiti perpetui, si ha nel dicembre l ’indice di 18,42, di fronte a 18,23 nel novembre, a 18,20 nell’ottobre, a 18,16 nel settembre e 18,10 nell’agosto : la miglioria graduale deriva sempre prevalentemente dal Consolidato 5 per cento.
Per i titoli redimibili l ’indice ha sùbito con il dicembre un nuovo lieve regresso da 20,02 a 19,98.
Raccogliamo qui appresso gli indici mensili generali per i titoli di Stato a partire dal 1919 :
G e n n a io Febbraio Ma r z o A p r ile M a g g io G iu g n o L u g li o A go s to S e tt e m b r e O tto br e N ov em b re Dic em br e 1919 18,94 18,80 19,59 19,80 20 05 19.97 20,18 20,40 20,36 20,14 19,51 19,20 1920 18,27 18,16 18,05 17,72 17,46 16,18 15,72 15,50 14 96 14,17 15,86 15,62 1921 15,77 15,83 15,70 16,26 16,35 16,05 15,75 15,84 15,65 16,51 15,76 15.73 1922 15,97 16,27 15,90 16,06 16,54 16,42 16,42 16,90 16,85 16,44 17,79 17,74 1923 17,56 17,90 18,30 18,56 18,05 18,16 1810 18,20 18 26 18,30 18,32 18,50
Passando ai titoli a reddito variabile, presen tiamo qui appresso ì numeri indici calcolati ri spetto a 129 Società le quali alla fine del dicem bre 1922 avevano un capitale di 6.754 milioni. Tali indici sono computati, (col metodo della
27 Gennaio 3 Febbraio 1924, N. 2595 L’ECONOMISTA 27 N. delle Società Capitale (milioni) I N D I C E ( sulla base del dicembre 1918
V A R IA Z fra ottobre e novemb. 1924 IONE •(„ fra novemb. e dicembre 1923 dicembre 1922 novembre 1923 dicembre 1923
Istituti di c r e d i t o ... 8 1270 100,59 110,43 116,66 + 1,26 + 5,65 Ex- Ferroviari... 3 316 71,01 86,46 92,94 + 0,98 + 7,50 Trasporti terrestri . . . . 4 61 99,59 108,26 110,56 + 2,66 + 2,12 Crasporti marittimi . . . . 7 459 62,06 61,75 67,79 + 3,83 + 4,69 T o t o n e ... 11 291 164,57 223,88 246,02 + 8,11 + 9,89 Juta... 2 7 142,88 150,82 ) 62,20 + 4,06 + 7,55 L a n a ... 4 66 169,44 208,28 223,41 + 1,04 + 7,26 Lino e canapa... 1 50 195,04 213,96 222,54 + 3 88 + 4,01 Seta... .... 2 75 262,70 268.69 286,7.4 + 2,25 + 6,72 M in ie r e ... 5 250 66,00 85,45 100,00 + 0,65 + 6,49 Siderurgiche . . . 6 383 20 33 21,93 22 44 + 1,46 + 3,09 Meccaniche... 10 795 20,95 19,02 20,85 + 0,91 + 9.41 A u tom obili... 5 240 69,43 98,24 99.15 + 3,25 + 0,93 E le t t r ic h e ... 16 1077 78,24 91,88 96,53 + 3.86 + 5,07 Chimiche... ‘ 8 253 73,48 83,33 87,80 + 0,19 + 5 37 Zuccheri . ... 5 235 123,48 143,30 146,82 + 2,77 + 1,00
Altre alim entari... 5 86 151,02 162,57 170,47 + 1,12 + 4,86
A cq u e d o tti...■ 5 58 88,62 96,47 96,38 + 0,68 + 0,09
I m m o b i li a r i ...■ 7 250 116,20 142 90 153,74 + 0,53 + 7,59
Diverse ... 17 532 138.57 159,85 159,34 + 2,24 + 0,03
Ìndice generale . • . . . • 129 6754 72,08 81,63 85.67 + 1,90 + 5,90
L ’indice generale per questi titoli ha segnato nel dicembre un progresso di circa ih 6 %, pro gresso fortissimo superiore a quelli realizzati in ognuno dei mesi anteriori dell’anno. L ’indice di chiusura dell’ anno segna una cospicua plusva lenza, pari a circa il 19 % sul complessivo valore di Borsa che le azioni delle Società studiate ave vano alla fine del 1922.
La plusvalenza rispetto al 1922 presenta per tutti quanti i gruppi, con la sola eccezione delle Società meccaniche (Ansaldo) ed è particolar mente ampia per alcune delle industrie tessili, per le Società numerarie, immobiliari, exferro viarie, automobilistiche, elettriche.
Nel-dicembre il movimento ascendente si è svolto rispetto a quasi tutti i gruppi : le eccezioni sono trascurabili. Il rialzo è avvenuto rispetto alla gran maggioranza delle singole Società.
Il livello dei prezzi di Borsa ha pressoché ri cuperato il punto segnato nell’agosto 1920, pri ma della occupazione delle fabbriche.
Raccogliamo qui -appresso gli indici generali
per tutti i mesi dell’ultimo quatrienniò, tutti
quanti riferiti alla base (100) del dicembre 1918 :
lug. ag. sett. ott. nov. die. 1919 105,19 100,97 100,34 96,02 96.43 99,49 1920 87,12 86,42 79,92 73,24 79,79 79,67 1921 62,71 66,02 69,34 72,56 66,91 63,84 1922 60.77 65,76 67,47 70,16 71,46 72,08 1923 72,62 80,53 81,45 80.11 81,63 85,67 Riccardo Bachi I l F r a n c o
Le dichiarazioni del Ministro delle Finanze francese, fanno prevedere che il ribasso del fran co francese continuerà ancora per un buon mo mento e ciò per il motivo che, stando a queste dichiarazioni il Governo francese non avrebbe conosciuto esattamente le vere cause del forte deprezzamento del suo cambio, e non ha previ sto le misure più atte a modificare in meglio la situazione. Le dichiarazioni fatte dall’on. De
Lasteyrie non avranno per effetto di convincere i circoli finanziari esteri.
Il Financial Times dell’8 corr. dichiarava che il tentativo fatto dal Ministro delle Finanze fran cese, di spiegare il tracollo del franco con moti vi psicologici, non è per niente convincente. « L unico fattore psicologico che possa avere at tualmente una influenza sul corso del franco è l’evanescenza della fiducia nel bilancio statale francese e nel valore intrinseco del franco fran cese, quindi nel credito che la Francia può avere all’estero. Per quanto riguarda quest’ultimo punto bisogna prevedere il caso che l’eventuale Consiglio dei Ministri inglesi laburisti abbia a ri chiedere alla Francia il pagamento totale o par ziale dei suoi debiti verso la Gran Bretagna. Il suaccennato Consiglio dei Ministri laburista si troverà in presenza di un compito finanziario dif ficilissimo e non è quindi da escludere la possi bilità che abbia a fare dei passi verso i suoi de bitori. L ’effetto cumulativo di tutti questi fat tori, unitamente al sentimento di incertezza che sorgè nella mente dei capitalisti stranieri che tengono nel loro portafoglio delle obbligazioni della Repubblica, è tutt’altro che rassicurante. Tanto più che durante il mese di dicembre la cir colazione fiduciaria francese venne aumentata di 1,3 miliardi di franchi, e portata ad una som ma complessiva di 39,1 miliardi, quindi assai vi cina alla somma massima concessa di 41 miliar di. Il deprezzamento del franco francese potrà essere arrestato soltanto da una riorganizzazione dell’amministrazione francese allo scopo di con seguire grandi economie, dalla cessazione com pleta dell’inflazione, da un aumento delle impo ste e da una moderazione delle sue ambizioni politiche. La Francia deve cessare di assistere finanziariamente altri paesi, almeno fino a 'che “non avrà rimesso d suo bilancio in buon ordine.
La stampa americana tiene essa pure un lin guaggio che dovrebbe essere seriamente medita to a Parigi. Essa critica severamente ed aperta mente i metodi adottati dal Governo francese nello stabilire il suo bilancio, poiché essi si pre stano ad ingannare deliberatamente l’opinione pubblica.
28 L ’ECONOMISTA
il ribasso del corso delle obbligazioni francesi quotate alle Borse degli Stati Uniti d ’America. La stampa americana rileva l ’eccedenza delle spese sulle entrate, e fa pure notare che la Ban ca di Francia sconta con eccessiva facilità cam biali commerciali, ciò che rivela una grande scarsità di contanti nel piubblico. Non è un se greto per nessuno che in Francia vengono offer te delle grosse partite di merci d ’ogni genere a prezzi seducenti, e le offerte vengono fatte spe cialmente a stranieri i quali naturalmente fanno delle forti rimesse in Francia. Ma d ’altra parte, gli industriali e commercianti francesi sono ob bligati ad aumentare le loro importazioni e pa garle a prezzi che aumentano in proporzione al deprezzamento della loro moneta.
La stampa londinese osserva ancora che il deprezzamento del franco ha già prodotto in Francia un rincaro straordinario del costo della vita. I numeri indici ufficiali di 13 delle princi pali derrate alimentari davano per il 1922 una media di 319 (al 1. agosto 1914 era di 100), e nel quarto trimestre del 1923 essa era salita a 415.
Il pubblico francese — osserva la suddetta stampa — stabilisce una giusta correlazione fra il bilancio della Repubblica, e ne trae la conclu sione che il bilancio statale va accolto con qual che scetticismo, perchè non è sincero, ed anche per il motivo che con la formula delle « spese rimborsabili » il Ministro delle Finanze ha il mezzo di presentare dei bilanci ad usura delphini.
Non bisogna per questo considerare la situa zione finanziaria della Francia sotto un aspetto troppo pessimista. La Repubblica ha soltanto da convincersi che deve fare quanto la Gran Bretagna e l’Italia fecero prima di lei, cioè ri formare radicalmente il suo sistema fiscale per ottenerne un reddito molto più considerevole e sopra tutto ridurre su vasta scala le sue spese. La burocrazia francese occupa tuttora un nume ro esagerato di persone, ed anche l’esercito con ta degli effettivi eccessivamente numerosi, e che potrebbero venire ridotti in forti proporzioni senza che la sicurezza della Francia ne venga di minuita. Basterebbe già di mettersi risoluta- mente sulla via delle riforme fiscali e delle gran di economie per arrestare rapidamente il deprez zamento del franco, ed ottenerne anzi un rialzo. Particolarmente concludenti sono le esperienze fatte dall’Italia.
C o m m e r c io co n T esterò ita lia n o d a l G en n a io al N o v e m b re 1923 Durante l ’intero periodo degli undici mesi che vanno dal gennaio al novembre 1923 hanno prin cipalmente contribuito allo incremento delle im
portazioni, rispetto al corrispondente periodo
del 1922 : i prodotti della 13. categoria (cotoni) con 2243,5 milioni contro 1655 milioni degli 11 mesi del 1922 ; i prodotti della sesta categoria (cereali) con 3325,1 milioni contro 3124,2 milio n i; i prodotti della 27. categoria (pietre, terre
e minerali non metallici « carboni ») con 1573,1 milioni contro 1276,7 milioni (hanno principal mente influito sull’aumento delle importazioni di questo gruppo, i carboni, a causa delle dimi nuite consegne di carboni in conto riparazioni) i prodotti della 1. categoria (animali vivi) con 242,4 milioni contro 213 milioni ; i prodotti della
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5. categoria (prodotti coloniali e zuccheri) con 455 milioni contro 419 milioni ; i prodotti della 10. categoria (semi e frutti oleosi e loro residui) con 358,2 milioni contro 282,4 milioni; i prodot ti della 12. categoria (canapa, lino, juta, ecc.) con 225,9 milioni contro 194,2 milioni; i prodot ti della 14, categoria (lane, crino e peli) con 952.8 milioni contro 809,1 milioni; i prodotti della 18. categoria (ferro, ghisa e acciaio) con 429.4 milioni contro 396,7 milioni ; i prodotti della 19. categoria (rame e sue leghe) con 304,9 milioni contro 266,9 milioni ; i prodotti della 20. categoria (altri metalli comuni e loro leghe) con 108.4 milioni contro 85,3 milioni; i prodotti del la 22. categoria (macchine e apparecchi) con 411,2 milioni contro 362,8 milioni; i prodotti della 24. categoria (strumenti scientifici ed oro logi) con 108,4 milioni contro 62,5 milioni ; i pro dotti della 32. categoria (legni e sughero) con 431.8 milioni contro 365,7 milioni; i prodotti della 38. categoria (concimi) con 114,8 milioni contro 81,1 milioni; i prodotti della 43. (gomma elastica e guttaperca) con 139,2 milioni contro 96,3 milioni.
Sono principalmente diminuite le importazio
ni : dei prodotti della 2. categoria (carni, bro
di, uova ecc.): 144,4 contro 182,8 milioni; dei prodotti della 3. categoria (latte e prodotti ca seari) : 63,9 contro 92,4 milioni ; dei prodotti della 4. categoria (prodotti della pesca) : 272,3 contro 339,8 milioni; dei prodotti della 11. cate goria (olii e grassi animali e vegetali) : 200 con tro 289,6 milioni; dei prodotti della 15. cate goria (seta e seta artificiale) : 426 contro 533 mi lioni ; e dei prodotti della 30. categoria (vetri e cristalli) : 76,6 contro 101,4 milioni.
All ’ esportazione ¡risultano più ¡notevolmente aumentate ; le esportazioni dei prodotti della 3. categoria (latte e prodotti caseari) ; 322,9 con- ro 192,1 milioni; le esportazioni dei prodotti della 11. categoria (olii, ecc.): 243,2 contro 85 milioni ; le esportazioni dei prodotti della 12. ca tegoria (canapa, lino ecc.) : 430,6 contro 409,8 milioni ; le esportazioni dei prodotti della 13. ca tegoria (cotonerie) : 1486,6 contro 1060,6 milio ni ; le esportazioni delle lanerie e dei lavori di crino e di peli (14. categoria) : 262,9 contro 178,1 milioni; l ’esportazione dei prodotti della 15. ca tegoria (seta e seta artificiale) 2413,1 contro 2146,5 milioni ; le esportazioni dei prodotti del la 22. categoria (macchine e apparecchi) : 126,8 contro 110,8 milioni ; le esportazióni dei prodot ti della 32. categoria (legni e sughero) : 89,3 con tro 69,5 milioni ; le esportazioni dei prodotti del la 37. categoria (prodotti chimici inorganici) : 56,1 contro 37,1 milioni; le esportazioni dei pro dotti della 42 categoria (pelli ecc.) 333,6 contro 235.7 milioni; le esportazioni dei prodotti della 43 categoria (gomma e guttaperga, pneumati che) : 164,9 contro 143,1 milioni.
Sono diminuite, in maggior misura le espor
tazioni: dei prodotti della 2. categoria (carni
27 Gennaio 3 Febbraio 1924, N. 2595 L ’ECONOMISTA 29
Nell’insieme, per i nove gruppi, in cui vengo no ripartiti i prodotti delle 52 categorie della tariffa, si hanno pertanto fino al novembre 1923 i seguenti risultati :
All ’importazione si riscontrano più o meno sensibili incrementi, nei confronti del corrispon dente periodo del 1922, in tutti i gruppi meno che per i prodotti del 2. gruppo (olii e grassi ece.) e del 7. gruppo (prodotti chimici ecc.). All’ espor-
tazìone invece tutti i gruppi presentano un in
cremento.
Notevolissimo è l’incremento dell’esportazio ne dei prodotti del terzo gruppo in cui entrano le seterie e le cotoncrie. E questo è d ’ altro can to il solo gruppo in cui le esportazioni superano, ed in misura ragguardevole, le importazioni.
Quelli finora esposti, come il lettore ha vedu to, sono i risultati dei valori delle merci impor tate ed esportate. Ci mancano i risultati quan titativi.
Come abbiamo potuto rilevare in altre occa sioni, agli aumenti ed alle diminuzioni risultanti dai valori delle merci importate ed esportate, in genere corrispondono, aumenti nelle quantità importate ed esportate. Non vi ha tuttavia una esatta corrispondenza giacché fra il 1922 ed il 1923, per alcuni prodotti si sono avute sensibili variazioni di prezzi.
RIVISTA BIBLIOGRAFICA
Comune di Venezia - Comunicazioni dell’ Ufficio di statistica - Il censimento generale del 1 . dicembre 1921 della popolazione di Venezia. — Pag. 52, con tavole.
La popolazione di Venezia che contava 158.000 abitanti nel luglio 1914, esclusa la guarnigione, era diminuita nell’ aprile 1917 (rilevazione per il tessera mento dello zucchero) a 135.000, e ai primi di novem bre dello stesso anno, in seguito al censimento eseguito dal Comando in capo del dipartimento, dopo Capo- retto, a 113.941.
Successivamente in seguito alle incursioni di aero plani si calcola fossero allontanate altre 24.000 per sone. N ell’ ultimo censimento del 1923 la popolazione presente ammontava a 174.487. Le comunicazioni del l’ Ufficio di Statistica danno in dettaglio i risultati del censimento accompagnati da alcune tavole che indicano la estensione del comune, il movimento e la distribu zione della sua popolazione, l ’ eccedenza delle nascite sulle morti e viceversa, la mobilità, la distribuzione della popolazione nei vari settori della città, l’ analfa betismo, le spese del Comune per la istruzione.
RIVISTA DEL COMMERCIO
La nuova moneta divisionale in Germania
Sino alla fine di dicembre 1923 si sono coniate in Germania per 164.585 marchi in monete da due pfen- nings. per 154,153 marchi in monete da 5 pfnnings, per 18.692 marchi in monete da 10 pfennings.
Si annuncia pure che il Governo, per far fronte alla crisi attuale delle monete divisionali avrebbe intenzione di rimettere in circolazione le antiche monete di pfen nings in trilioni, che avranno un valore pari ai renten- pfennigs. Si pensa pure ad aumentare l ’ emissione dei rentenpfennigs.
Il tasso di sconto della'Reichsbank
Si crede che prossimamente la Reichsbank addiverrà ad una riduzione del suo tasso di sconto.
Aumento del tasso di sconto in Danimarca
La Banca Nazionale di Danimarca ha aumentato il tasso di sconto dal 5 al 7 per cento a partire dal 17 gennaio.
Fusioni Bancarie in Jugoslavia
La Banca per il Commercio e l ’ industria, la Banca Centrale e la Banca Centrale di Sconto e Cambi, si sono fuse creando la « Banca Centrale per il Commer cio e l ’ Industria » con un capitale di circa 120 milioni di dinari. Il Consiglio d ’Amministrazione è formato dai membri delle tre Banche che si sono fuse ed è presie duto dal direttore generale della Prima Cassa di Ri sparmio iugoslava.
La circolazione fiduciaria in Austria
La circolazione dei biglietti di banca austriaci si ele vava al 7 gennaio a 6.809 miliardi e mezzo di corone, con una diminuzione cioè di 316 miliardi.
Le emissioni negli Stati Uniti nel 1923
L ’ anno 1923 segna un record per il totale delle emis sioni effettuate agli Stati Uniti. Sono stati sottoscritti 3,061.438.300 dollari contro dollari 3.423.948,320 nel 1922 e 2.624.868 nel 1921, mentre che le autorizza zioni di emissione sono state di 8.125.317.362 dollari contro 6.032.878.600 dollari nel 1922.
Costituzione di una Banca Italo-Russa
Presso il ministro delle finanze ha avuto luogo una Conferenza, cui hanno partecipato il direttore della Banca d ’ Italia, sen. Stringher il ministro Corbino, il comm. Fenoglio, direttore della Banca Commerciale ed il banchiere svedese Aschlberg, direttore della Ban ca Commerciale russa. La riunione avrà lo scopo di studiare le possibilità della creazione di una banca ita- lo-russa intesa ad aiutare e fiancheggiare le relazioni commerciali fra le due Nazioni. Pare che nella riunione siano state gettate le basi della costituenda banca, che assumerebbe il nome (li Banca Commerciale italo-russa.
La politica monetaria Polacca
Il Governo polacco ha rivolto alla popolazione polac ca un messaggio nel quale esprime la speranza che l ’in flazione monetaria sarà arrestata al principio di feb braio.
Il Governo, dice il messaggio, concede vantaggi alla futura Banca di emissione allo scopo di fortificare la base della nuova moneta, che renderà possibile il ritorno del criterio di risparmio nella Nazione nonché lo sviluppo di un credito sano nel paese.
Il messaggio conclude dicendo che il Governo è con vinto di poter vincere la crisi finanziaria con uno sforzo collettivo ; mediante il pagamento delle imposte, le eco nomie necessarie, il lavoro e il risparmio.
Un decreto del Presidente della Repubblica polacca, crea come unità monetaria il fiorino polacco o « Zlotyk» con relative frazioni e multipli.
Il diritto di coniazione è riservato allo Stato.
La produzione mondiale di oro
La produzione totale di oro in tutto il mondo nel 1923 è valutata a 72.500.000 lire sterline contro -64 milioni di sterline nel 1922. In queste cifre figura la produzione delle colonie inglesi per 52.500.000 sterline contro 44.200.000 sterline nel 1922.
Gli Stati Uniti e le Indie continuano ad assorbire la maggior parte di questa produzione di oro.
Il costo della vita in Inghilterra
.
30 L’ECONOMISTA 27 Gennaio 3 Febbraio 1924, N. 2595
cento superiore a quello del luglio 1914 : non presenta quindi nessuna pratica variazione in confronto al mese precedente. L ’ aumento del 77 per cento ora accennato si riferisce ai calcoli eseguiti tenendo presente oltre ai prezzi dei commestibili, anche quelli dell’affitto, del vestiario, del riscaldamento, dell’ illuminazione e degli artìcoli casalinghi diversi ; se invece consideriamo sol tanto le derrate alimentari, vediamo che l ’aumento ri spetto al luglio 1914 risulta del 75 per cento e segna un lieve ribasso in confronto al mese precedente, quan do la corrispondente percentuale ottenuta fu 76. Il mas simo rincaro del costo della vita in Inghilterra si ebbe nel periodo post-bellico, in novembre del 1920, quando l’ aumento rispetto al luglio 1914 fu del 176 per cento, il livello più mite si è registrato nel giugno dell’ anno scorso con un aumento medio rispetto al luglio 1914 del 69 per cento.
L'industria tessile danese
Durante l ’ anno scorso l ’ industria dei tessuti in Da nimarca, ha registrato un regresso nell’ impiego della mano d ’ opera. La ragione sta essenzialmente nella for te concorrenza estera per manufatti di cotone semplici. La statistica commerciale segnala un’ aumentata impor tazione di queste merci.. Lungo il 1923, un forte osta colo per la produzione fu il grave aumento dei prezzi per la lana, come pure e particolarmente dei cotoni, la diminuita produzione del cotone stesso, di maniera che le quotazioni di New York da 27 cents a metà aprile u. s. salirono a 37.60 cents alla fine di novembre u. s. Anche nel ramo confezioni la diminuzione del la voro va ricercata nella concorrenza estera.
La produzione saccarifera czecoslovacca
La produzione di zucchero in Czecoslovaccina ha rag giunto alla fine di dicembre scorso un totale di 960.000 tonnellate, cioè 200.000 tonnellate più rispetto al tota le della campagna precedente. Dato che la produzione non è- ancora terminata, si può prevedere già sin da ora che il totale della campagna in corso sorpasserà il milione di tonnellate, costituendo il massimo toccato dopo la guerra.
R IV IST A DEL MERCATO E DEI VALORI
Rassegna settimanale
L ’ Onorevole Mussolini fra le inevitabili amarezze del la vita politica ha pure delle grandi soddisfazioni. La Borsa gli ha dato una splendida e meritata prova di fiducia e di simpatia coll’ ascesa dei Fondi di Stato. Dal l’ avvento al potere del partito fascista si registrano 12 punti di rialzo sul Consolidato 5 °/„, ed 8 sulla Rendita 3.50 % e la tendenza di questi titoli è spiccatamente all’ aumento. L ’ On. De Stefani ebbe una felice ispira zione negando il rinnovo dei Buoni del Tesoro ordina ri con Scadenza sino ai 6 mesi. Questo saggio provve dimento fece ottima impressione negli ambienti finan ziari ed ebbe la sua ripercussione immediata sui corsi dei nostri fondi di Stato. Infatti questa è la prova tan gibile delle buone condizioni della tesoreria Statale. Se il Ministero delle Finanze si trovasse in istrettezze finanziarie non sarebbe in grado di rimborsare i buoni del Tesoro senza incontrare subito dei nuovi debiti. Il pubblico l ’ ha capito ed allarga i suoi acquisti special- mente nel Consolidato 5 % il quale presenta tuttora un reddito superiore a parecchi titoli azionari i quali at tualmente godono le simpatie della speculazione. Da molto tempo in queste colonne abbiamo richiamato l ’ attenzione dei nostri risparmiatori e degli operatori sull’ opportunità di acquistare i nostri Fondi di Stato e sulle probabili plusvalenze che offrono questi titoli. Nelle ultime rassegne abbiamo maggiormente insistito
in vista dei rilevanti rialzi avvenuti in molti titoli azio nari, rialzi che naturalmente riducono sensibilmente il loro tasso di capitalizzazione col crescere invece del l’ alea dell’ impiego. Questa campagna al rialzo sui no stri Fondi di Stato agevolerà al momento opportuno al nostro Ministro delle Finanze il consolidamento di altri debiti precedenti in un debito perpetuo o redimi bile a lunga scadenza con una operazione vantaggiosa per il Tesoro.
I/’ attenzione del pubblico e dei nostri operatori di Borsa è essenzialmente rivolta ai nostri due principali Fondi di Stato ; il contante continua ad. assorbire quantità ingenti di titoli e questi investimenti di ca pitali non cesseranno neppure quando questi titoli a- vranno raggiunto prezzi maggiori degli attuali. Infatti dove troverebbero questi denari da impiegarsi meglio ed in modo più stabile? Per chi vuole impieghi solo temporanei vi sono è vero i riporti mensili in primari titoli azionari che fruttano ora intorno al 6 % . Nelle prime riunioni di questa settimana il mercato dei titoli azionari presentava un fondo sostenuto ma con poca animazione, mentre sui fondi di Stato il movimento al rialzo proseguiva con ritmo sempre più accelerato. La facilità colla quale si effettuarono ieri le proroghe per fine febbraio servì di motivo ai gruppi dirigenti per dare una nuova spinta ai loro titoli. Il rialzo si limita però ai pochi valori già favoriti dalla speculazione e cioè ai titoli bancari e saccariferi, al Rubattino, ai Be ni Stabili ed al Gaz di Torino. Gli altri valori furono essenzialmente rimorchiati e registrano solo poche lire di aumento, osservandosi sui medesimi minor interes samento speculativo.
I tassi praticati a Torino per i riporti sono i seguenti : Rendita 3 l / 2 % dal 6 1 /4 al 5 3 /4 % ; Consolidato
5 % dal 5 3/4 al 3 1 / 4 . % ; titoli azionari dal 6 l / 2 al 7 1/2 % .secondo i titoli e le contropartite. Si effet tuarono riporti a tassi speciali sulla Banca d’ Italia dal 6 l/2 al 6 % ; sulle Marconi dal 6 l / 2 al 4 % ; sulle Valli di Lonzo dal 5 alla pari, sulle Montecatini dal 6 l / 2 al 5 1 / 2 % ; sull’A nsaldo dal 4 % alla pari, mentre per VEridania dopo la pari si pagò un déport sino a 3 lire, déport che fu assai maggiore a Milano (sino a 12 lire), a Genova (sino a 9 lire) ed a Roma (sino a 5 lire). A Genova si segnalano riporti facili per l ’ abbondanza del danaro: dal 6 3 /4 il tasso scese al 6 1 /4 % . A Roma invece qualche maggior tensione nei riporti: Consolidato 5 % 0.45 circa e valori 7-7 l / 4 % .
Nell’ odierna riunione predominò un certo nervosi smo con tendenza irregolare. Infatti i fondi di Stato ed altre categorie di titoli (Elettrici, Beni Stabili, Snia, Viscosa, Gaz, ecc.) erano in ripresa, altri valori deno tavano pesantezza registrando un regresso. A d esem pio la Comit oscillantissima esordita a 1236 scese a 1225 per chiudere a 1229. Ricercate le Meridionali a 449 e le "Mediterranee a 334.
27 Gennaio 3 Febbraio 1924, N. 2595 L’ECONOMISTA 31
sorsa di rapidi spostamenti. Esso termina oggi a 1229. 11 Credito Italiano ha pure un mercato attivo ma' le sue oscillazioni sono di minor ampiezza. Chiude l’ otta va a 877 dopo un esordio a 883. Banco di Roma 100. Banca Commerciale Triestina 712 circa. Il Banco Am brosiano distribuirà per il 1923 il 9 % . E ’ un Istituto che lavora con oculata prudenza ed estende i suoi affari poco per volta in altre regioni. La sede di Torino in pochi anni ha preso un lusinghiero sviluppo. Il merca to del Rubattino si è allargato in modo rapido e pro mettente. Oggi 595 poi 593. In ripresa anche gli al tri valori di navigazione : LloydSabaudo 203 circa ; Navigazione Alta Italia 268 circa; Cosulich 293; Li bera Triestina 432 circa.
La Fiat si aggira intorno alle 390 lire e le previsio ni per il dividendo 1923 si mantengono sulle 18 lire e cioè con un minimo di 15 ed un massimo di 20 lire. Sul corso attuale il reddito non è molto grasso ; oggi 390 a 387 l/2 .
La Terni reazionata mercoledì a 514 ha pure appro fittato della ripresa degli altri valori favoriti dalla spe culazione e chiude l ’ ottava intorno a 520.
Le Officine di Savigliano accentuarono il loro rialzo su acquisti di arbitraggio con Bruxelles ; e le transa zioni però sono di lieve importanza. Oggi 895.
Sorvoliamo per brevità sugli altri valori siderurgici e meccanici che non subirono varianti degne di rilievo. Nebiolo sostenuto 448 le vecchie e 395 circa le nuove. Officine Monccnisio (ex Bauchiero) 81 circa.
Notevole fermezza dei valori elettrici. Le Elettricità Alta Italia scése mercoledì a 285 migliorarono subito e chiudono a 293 1 /2 . Sip vivamente domandata pro gredisce a 169. In ulteriore ripresa le Selt (Società Ligure Toscana di Elettricità) a 283 circa. Le Ada- mello a 258 circa ; la Seno (Società Generale Elettrica della Sicilia) a 126 circa; la Valdarno a 124 circa; Unione Esercizi Elettrici 110 circa; Negri 138 optate. Sostegno dei saccariferi sempre manovrati : Raffineria 582 circa; Industria Zuccheri 483 circa; la ripresa del- VEridania come pure i déports pagati vanno attribuiti alla lotta di supremazia fra due gruppi finanziari. Cir cola la voce che un’Assemblea straordinaria verrebbe convocata in febbraio per la nomina di amministratori. Sarà interessante seguire questa vertenza. L ’Eridania finisce l ’ ottava intorno a 485. Ieri sino 500 a Milano.
U n ’altro-riparto piuttosto agitato è quello dei valori Fondiari, in prima linea i Beni Stabili. Mentre sabato fecero 780, Cadono mercoledì a 747 per salire ieri nuo vamente a 780 e finire oggi a 782 dopo un corso di 775. Per questo titolo vi è largo interesse speculativo. Le Imprese Fondiarie riperdono tutto il terreno acqui stato nell’ ottobre precedente e chiudono oggi intorno a 120. Calme le Addes, 11 l/2 circa. U n’ altro titolo che offre oscillazioni repentine ed interessamenti è il Gaz di Torino. Sceso in principio di settimana a 695 circa le vecchie e 660 circa le nuove con rapido sbalzo raggiunge ieri il corso di 750 per le vecchie e 718 per le nuove. Chiude la settimana in nuovo progresso a 765 vecchie e 735 nuove.
In promettente ripresa la Snia 1 iscosa intorno a 226 con prevalenza di compratori. L ’ assemblea è convocata per il 23 febbraio per approvare il dividendo di 16 lire e l ’ aumento di capitale a 600.000.000 come già ac cennato in precedenti rassegne. A d amministratore della Snia Viscosa viene nominato il Grand’ Uff. Gido- ni, presidente della Banca Nazionale di Credito.
I Cambi non presentano in questa settimana sposta menti di grande importanza ; solo il Parigi continua le sue rapide oscillazioni. Del resto per giudicare me glio l ’ andamento della nostra valuta dobbiamo guarda re solo il barometro di New Y ork. Laggiù la nostra lira sembra consolidata e le sue oscillazioni non variano da parecchio tempo che di pochi centesimi intorno al corso di 4.35 dollari per 100 lire.
I déports pagati per le proroghe per febbraio degli impegni speculativi sui cambi sono i seguenti : Parigi
da 0.05 a 0 .5 0 ; Svizzera da 1 al l / 2 % ; Londra da 0.12 a 0 .1 7 ; New York da 0.07 a 0.08.
La settimana chiude sui seguenti prezzi : Parigi 103.45; Belgio 9 3 .7 0 ; Svizzera 397 1 /2 ; Londra 97.47 l / 2 ; New York 23.08 l / 4 ; Praga 66.75.
I Premi per fine febbraio si negoziarono sulle seguen ti basi: Consolidato 5 % , 0.80 di scarto dont 0.50 di prem io; Rendita 3 1 /2 % , 0.65 dont 0 .4 5 ; Banca d’ I talia 20 dont 13; Comit 23 dont 15; Credito 15 dont 12 ; Meridionali 8 dont 7 ; Mittel 8 dont 7 ; Fiat 10 dont 7 ; Terni 15 dont 1 0 ; Rubattino 10 dont 9 ; Eri dania 116 dont 13; Raffinerie 15 dont 1 2 ; Snia Viscosa 6 dont 6 ; tutto circa.
Torino, 26 gennaio 1924.
Gustavo Desle x.