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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.51 (1924) n.2622, 10 agosto

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(1)

L'ECONOM ISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO,BANCHI, FERROVIE,INTERESSI PRIVATI

Direttore. M. J . de Jobarmis

Anno U ■ Voi. LVI Firenze-Roma

10-17-24 Agosto 1924

Roma (6) - Via Gregoriana, 56

1 2622 23-24

S O M M A R I O

P A R T E ECONOMICA.

E quilibrio.

Il m ercato fin a n zia rio in Ita lia nel giugno 1924. Quel che ha finora pagato la G erm ania. / debiti in tera llea ti e V opinione am ericana. M ovim ento fe rro v ia rio .

R IV IS T A BI BLI OG RA FIC A. FIN ANZE DI S T A T O . Consolidalo 3 Va Per cento. R endita 3,50 p er cento. B ilancio di previsione. R IV IS T A FI NAN ZI AR IA. Deposili ai M onti di Pietà. M utui F ondiari

R IV IS T A ECO 'O M IC A . Depositi a risp a rm io . R IV IS T A D E L COMMERCIO. C om m ercio Italo-R usso

C om m ercio fr a l’ Italia e la Jugoslavia. In d u stria elettrica.

R IV IS T A D E L M E R CATO DEI VA LOR I. Rassegna Settim a n a le. Gu s t a v o Dk s l k x.

PARTE ECONOMICA

E q u ilib rio .

Fra le opposizioni all’attuale regime di governo

sembra accentuarsi in questi ultimi tempi e più

specialmente in conseguenza del delitto Matteotti,

quella dei liberali, i quali, anche questa volia si

sono accorti di non avere una organizzazione

propria che valga a raccogliere le tendenze della

scuola e che possa quindi funzionare come espres­

sione di uno dei partiti della Nazione. Ben a

proposito quindi i liberali si affannano di questi

tempi onde costituirsi in un partito organizzato,

il che darà finalmente loro un titolo e un mezzo

per la reale espressione delle idee professate da

una parte della collettività.

E’ slrano però che la causa che ha dato mo­

vimento ai nuovi organizzatori ed alla nuova loro

organizzazione provenga quasi specificamente dal

desiderio di fare opposizione all’attuale Governo

e ciò non tanto per combatterlo nel campo della

linea politica, economica, finanziaria, sociale da

esso tenuto, quanto ed ancor più per debellarlo

sulla base di un crimine che il Governo stesso

per primo ha deprecato e che in sostanza non

è men diverso da altri crimini del genere com­

messi da partiti, verso i quali i liberali erano av

versari dichiarati. Ma qualunque possa essere la

causa determinante della nuova organizzazione,

essa ci conforta in quanto le forze liberali del

paese che hanno costituito sempre un baluardo

del regime costituzionale ed una garanzia di ret­

titudine, potranno costituire un giusto equilibrio

sulle forze oltranziste del fascismo che ci governa.

Ma quando noi vediamo i maggiori esponenti

del liberalismo italiano e vogliamo alludere senza

reticenze al « Corriere della Sera » piangere come

agnelli ai funebri dell’on. [¡Matteotti, esaltando

la vittima del crimine come ed ancor più si fosse

trattato di un amico dell’ordine, mentre egli era

un puro esponente di quell’internazionalismo ri­

voluzionario per decenni combattuto ed avversato

dallo stesso quotidiano del liberalismo lombardo,

ci domandiamo se questo mezzo di opposizione

non sia per nuocere più che giovare al libera

lismo italiano, non sia per basare su un futile

pretesto una opposizione, mancante di basi più

serie e più efficaci.

Noi crediamo del resto che i liberali stessi sa­

ranno ben presto per accorgersi come la base di

una loro organizzazione non possa essere quella

di lamentazione per l’uccisione, sia pur nefanda

di un deputato socialista, ma debba materiarsi in

un programma d’ idee che si differenzi da quello

dell’ attuale Governo, quando si voglia fare una

opposizione seria.

E quando un tale programma fosse formulato

in contrasto a quello attualmente seguito dal

Governo, occorrerà che il partito esibisca gli

uomini capaci di porlo in atto.

H'iiberalismo italiano ha tenuto il governo per

oltre un cinquantennio della vita nazionale ed

ha purtroppo manifestato nel decorso del tempo

un tale processo di degenerazione e di decompo­

sizione, da rimanere privo non solo di un’organiz­

zazione che sorreggesse i governi stessi, ma anzi

da trovarsi in contrasto palese con 1’ indirizzo se­

guito dai Governi, in particolare dell’ultimo de­

cennio, nel quale si giunse a quello che può con­

siderarsi un colmo storico, cioè il regime Nitti,

svalorizzatore della guerra, denigratore di ogni

idealità patriottica (basterebbero le sue parole al

momento della marcia di Ronchi), inetto contrai

tattore coi partiti estremi ai quali tutto concedeva,

senza nulla chiedere.

Ma dove sono gli uomini che in opposizione

al Governo attuale, il partito potrebbe domani

proporre per sostituirli al fascimo quando questo

fosse escluso dal reggimento della cosa pubblica

e nel Paese si dichiarasse alla opposizione?

Un Salandra, un Orlando, un Facta, un Al­

bedini, potrebbero forse pensare di governare il

paese anche con un partito liberale sufficiente-

mente organizzato e senza voler accogliere nel

proprio seno gli esponenti dell’estremismo socia­

lista e cattolico alle richieste dei quali dover ce­

dere il 90 per cento del proprio programma,

quando nel paese un Mussolini ed il suo fascismo,

ed i suoi manganelli e la sua milizia ed even­

tualmente le sue mitragliatrici attuasse la oppo­

sizione ?

Ci diceva 1’ altro ieri uno schietto ed onesto

liberale milanese: « No, occorre un periodo tran

sitorio con una dittatura militare di almeno sei

mesi ! ».

(2)

146 L’ ECONOMISTA 10-17-21 Agosto 1924 - N 2622-23-24

liberale dello stesso stampo e dello stesso pro­

gramma1?

Noi riteniamo che la futura organizzazione del

partito liberale potrà rendersi benemerita per

un programma di fiancheggiamento dell’attuale

Governo e magari senza troppe lagrime sul. fere­

tro di un socialista ingiustamente colpito, ma

pur sempre avversario delle idee liberali.

Il m ercato fin a n zia rio in Italia nel giu gn o 1924.

Numeri indici delle quotazioni di borsa per i titoli di Stato e per le azioni.

Il mese di giugno ha segnato un arresto nel

movimento rialzista che da così gran tempo du­

rava tanto pronunziato sul nostro mercato fìnan

ziario: per la maggior parte dei valori le quota

zioni di fine giugno sono inferiori a quelle di

fine maggio.

A questo mutamento di indirizzo può avere

qualche poco contribuito la grossa crisi politica,

ma assai più ha influito la minore abbondanza

di denaro derivata sia dai consueti fenomeni sta­

gionali (scadenza semestrale, raccolto serico, ecc.),

sia dall’atteggiamento restrittivo assunto dagli

istituti di credito di inasprire il tasso dei riporti

e degli scarti per la liquidazione di fine mese:

il saggio dei riporti oscillò in fatto fra il cinque

e mezzo e il sei per cento per i titoli di Stato e

fra il sette e l’otto per cento per i valori azio­

nari. Nelle mutate condizioni, gli operatori hanno

assunto un diverso atteggiamento, e così lungo

il mese si sono svolti molti realizzi, con allegge

riménto delle posizioni, anche da parte della pic­

cola speculazione e le curve dei prezzi, attraverso

oscillazioni piuttosto pronunziate, hanno preva­

lentemente assunto un andamento declinante, pre

ludente presumibilmente a un certo assestamento

del mercato per la prossima fase, solitamente con

trassegnata da un ristretto movimento di affari.

La annunciata emissione delle nuove obbli­

gazioni redimibili 4 e 3|4 per cento segnerà ri­

duzione in quella massa di risparmio ricercante

investimento, che costituì la base del grande mo

vimento rialzista svoltosi lungo i mesi scorsi.

Come appare dagli indici relativi ai vari gruppi

di titoli raccolti nelle tavole presentate più in­

nanzi, attraverso il semestre ora chiuso si è avuto

per i titoli di Stato un fortissimo progresso nel

gennaio e poi un’ascesa anche più marcata nel

maggio, mentre per le azioni il movimento ascen­

dente si è svolto gagliardo lungo tutto il primo

trimestre e poi ha culminato nel maggio: la di­

scesa avvenuta nel giugno per quanto notevole,

è poca cosa in confronto con l’anteriore rialzo.

Le parziali analogie nello svolgimento del mer­

cato per i due gruppi di titoli appaiono dalle ali­

quote percentuali seguenti le quali misurano la

variazione avvenuta negli indici dei titoli fra i

successivi mesi.

Variazione % nel livello dei prezzi dei titoli in con­

fronto con il mese precedente.

Titoli di Stato :

g e n n a i o f e b b r a i o t 3.95 f 1.14 m a r z o f ! .59 a p r i l e + 0.91 m a g g i o g i u g n o f 5.42 - 2.38

Azioni :

f 5 :7 t 7.54 t 7.02 f 0.62 -¡-13.82 —2.92

Il mercato, attraverso questo semestre, ha mo­

strato una forte, eccezionale, variabilità di prezzi:

come avviene dì solito, la variabilità è maggiore

per azioni che per i titoli di Stato.

Il saggio di capitalizzazione — calcolato ri­

spetto ai titoli di Stato in base al costo medio

(media ponderata) di una lira di reddito — segna

una diminuzione notevole lungo il semestre.

Saggio medio di capitalizzazione per i titoli di Stato.

g e n n a i o f e b b r a i o m a r z o a p r i l e m a g g i o g i u g n o

5.20 5.14 5 06 5 02 4.76 4.87

La diminuzione è avvenuta in misura ancor

più pronunziata per i titoli a reddito variabile,

per parecchi fra i quali le quotazioni correnti,

sulla base degli ultimi dividendi, rappresentano

la capitalizzazione al saggio del quattro per cento

o anche a tassi inferiori.

«

Riguardo ai titoli di Stato, notiamo, tra la

fine di maggio e la fine di giugno falcidie con­

siderevoli a determinare le quali hanno certo

molto contribuito gli eventi politici : la vecchia

rendita tre e mezzo, la quale aveva fatto nel mag

gio il progresso enorme di oltre 10 punti, ne ha

perduto circa quattro nel giugno discendendo (al

lordo della cedola) da 93.43 a 89,31: similmente

il Consolidato 5 per cento, dopo essere salito nel

maggio da 97,83 a 102,01, è retrocesso nel giugno

a 100,40. I prezzi dei titoli redimibili (spesso no­

minali soltanto) hanno subito spostamenti assai

minori.

Pertanto il numero indice per i titoli di Stato

(il quale segna il prezzo medio di una lira di

reddito) da 18,50 nel dicembre 1923 è via via sa­

lito a 21,02 nel maggio ed è ripiegato nel giugno

a 20,52: quest’ultima diminuzione è considerevole,

pari al 2,38 per cento; secondo che già abbiamo

notato, il saggio di capitalizzazione è così cre­

sciuto dal 4,76 al 4,87 per cento.

L’indice speciale per i debiti perpetui tra il

maggio e il giugno è passato da 20,93 a 20,41

(—2,49 per cento) e quello per i redditi redimi-

mibili è rimasto quasi immobile da 22.58 a 22 59

(+ 0,05).

La tabella seguente traduce gli indici generali

per i titoli dello Stato in valori proporzionali al

livello del dicembre 1918 e forma così dei termini

comparabili a quelli presentati per i titoli a red­

dito variabile.

INDI(.E COMPLESSIVO DELLE QUOTAZIONI DEI T IT O L I DI STATO, base (100) la q u o ta z io n e del d ic e m b r e 1918

g e n n . f e b b . m a r . a p r . m a g . g'Ug- l u g l. ag- s e l l

Ott.

n o v . die.

1919 98,7 98,0 102,1 103,2 104,5 104,1 105,2 106,3 106,1 105,0 101,7 100,1 1920 95,2 94,6 94,1 92,3 91,0 84,3 81,9 80,8 78,0 73,8 82,7 8L4 1921 82,2 82,5 81,8 84,7 85,2 83,6 82,1 82.5 81,6 86,0 82,1 82,0 1922 83.2 84,8 82.8 83,7 86,2 85,6 85,6 88,1 87,8 85,7 92,7 92,4 1923 91,5 93,3 95,4 96,7 94,1 94,6 94,3 94,8 95,2 95.4 95,5 96,4 1924 100,2 101,3 103 0 103.9 109.5 106.9

La tabella seguente traduce gli indici generali in valoi i proporzionali alla media dell’ultimo

anno anteriore alla guerra :

INDICE COMPLESSIVO DELLE QUOTAZIONI DEI T IT O L I DI STATO b as e (100) la m ed ia <d ell’a n n o

1913

(3)

10-17-24 Agosto 1924 - N. 2622-23-24 L’ ECONOMISTA 147

Passando ai titoli a reddito variabile, presen­

tiamo qui appresso i numeri indici calcolati ri­

spetto a 141 società che alla fine del dicembre

1923 avevano complessivamente un capitale di

7375 milioni. Tali indici sono computati (col me

Istitu t i di c r e d i t o Ex f e r r o v i a r i T r a s p o r t i t e r r e s t r i T r a s p o r l i m a ttim i C otone . . J u ta . . . . L a n a . . . . Lino e ca n ap a S eta . . . . M in iere . , . S id e r u rg i c h e . Meccaniche Autom obili . . E l e t t r i c h e . . C him iche . . Z u c c h e r i . . . A ltre a l im e n ta r i A cq u e d o tti . . I m m o b i l i a r i . A ssic u ra zio n i . D iv erse . . . In d ice g en e rale

L’indice generale per questi titoli mostra nel

todo della media ponderata) secondo i prezzi di

compenso per i successivi mesi, prendendo per

base (100) sia il livellò delle quotazioni nel di­

cembre 1913, che il livello delle quotazioni nel

dicembre 1918.

I n d i c e s u l l a b a s e d e l d i c e m b r e 1918 I n d i c e s u l l a b a s e d e l d i c e m b r e 1923

giugno un ribasso d

questa una aliquota m

N. d e l l e Cap le m a g g i o g i u g n o m a g g i o g i u g n o S o c ie tà ( m i li o n i) 1924 1924 1924 1924 9 1445 130.13 130.31 111.55 1 1 1.70 3 315 108.18 108.01 116.40 116.21 4 61 134.23 125.28 121.41 ex 1.26 113.31 8 624 93.61 82 28 138.09 121.38 ex 1.58 12 314 345.34 335.92 140.37 ex 0.94 116.54 2 10 166.26 172.42 102.50 106.30 4 76 294.99 239.34 132.01 129.51 1 60 365.41 338.71 164.20 152.20 3 425 540.99 570.15 188.67 198.84 5 245 128.23 115.67 140.93 127.12 6 514 29.32 27.1 1 130.64 120 83 10 330 29.75 27.92 142.95 134.15 5 249 167.63 148.32 169.17 149.59 17 1045 115.59 120.93 119.75 125.28 9 292 122.66 116.34 139.70 132.50 6 188 244.25 216.18 166 36 147.24 7 121 252.50 252.57 148.12 148 16 5 60 109.84 111.73 113.97 ex 1.32 115.93 7 256 241.97 234.07 157.39 152.25 4 80 — — 107.21 ex 1.90 107.98 14 305 194.35 188.40 121.97 1 '8.24 ex 1.42 141 7375 114.34 110.82 133.47 ex 0.08 129.36 ex 0.19

circa il tre per cento; è

^

_

ite ma che è pur tuttavia

notevole trattandosi di una variazione negativa

che succede ad una lunga serie di variazioni po

sitive: malgrado questa diminuzione, il livello

dei prezzi per i titoli è pur sempre superiore a

quello del dicembre 1923 in ragione del 29 e un

terzo per cento (oltre a 4,64 per cento, aliquota

corrispondente al complesso delle cedole staccate

lungo il semestre, poste a confronto sempre colle

quotazioni del dicembre 1923) : si tratta di una

plusvalenza imponente, di cui non si aveva esem­

pio negli ultimi anni.

Come appare dall’ultima colonna della tabella,

tra il maggio e il giugno lo spostamento di prezzi

non è stato uniforme per i vari gruppi di titoli :

in tale colonna le variazioni, positive si alternano

con quelle negative, le quali ultime naturalmente

prevalgono. Sono notevoli i ribassi avvenuti nei

titoli di trasporti, in alcuni tessili, nei saccari­

feri e meccanici, ecc. : per gli automobili il re­

gresso del 12 per cento è in reazione regressa del

12 per cento è in relazione constatato il mese

precedente.

Il complessivo livello dei prezzi segna una

plusvalenza in ragione del 12 per cento sulla po­

sizione che si aveva immediatamente dopo la

guerra.

Raccogliamo qui appresso gli indici generali

per tutti i mesi dell’ultimo quadriennio, tutti

quanti riferiti alla base (100) nel dicembre 1918

g e n n . f e b b . m a r . a p r . m a g . giug . 1919 99.10 105.53 106.96 101.91 108.1 1 110.02 1920 102.23 106.27 106 42 105 95 105.04 94 39 1921 75.08 78.42 73.15 72 11 68.39 64.34 1922 61.88 60.09 56.70 56 45 59.45 60.54 1923 72.82 72.76 73.64 74.05 72.73 72.93 1924 89.79 96 18 101.70 100.51 114.34 110.82 l u g 105.19 87.12 62.7! 60.77 72.62 ag . 100.97 86.42 66.02 65.76 80.53 s et t . 100.34 79.92 69.34 67.47 81 45 o tt 96.02 73.24 72.56 70.16 80.11 96.43 79.79 6691 71.46 81.63 die . 99.49 79.67 63.84 72.08 85.67 Ri c c a r d o Ba c h i.

Quel che ha fin ora pagato la Germania

Gli oneri addossati alla Germania dal trattato

di Versailles e dalle decisioni successive della

Commissione riparazioni e dalle varie Conferenze

interalleate si possono riassumere in due gruppi :

1. Debito totale riparazioni, fissato nella Confe­

renza di Londra (1921) in 132 miliardi marchi-

oro, più 5624 milioni marchi oro relativi ai pre­

stiti alleati al Belgio; 2. Obblighi connessi con

l’occupazione, Commissioni li controllo, rimborso

spese armate, ecc., calcolate a fine 1922 a 3536

milioni di marchi.

Quale parte di questo onere totale di 141,1

miliardi marchi oro è stata pagata finora dalla

Germania? Un conto accurato dei pagamenti era

stato pubblicato dalla Commissione riparazioni

alla fine del 1922: esso faceva salire il valore to­

tale delle riparazioni sotto le diverse forme a 7927

milioni di marchi oro; durante il 1923 si sono

distribuiti altri 508 milioni di marchi oro, che

portano detto totale al principio del corrente anno

ad 8412 mil. di marchi oro. A questi devono ag­

giungersi da 1600 a 2000 mil., cui vengono cal­

colati i contributi della Germania alle spese lo

cali delle armate di occupazione, in marchi carta

o servizi (uso baracche, mezzi comunicazione,

ecc.). Il che porta il totale sui 10 miliardi.

Una parte però di queste riparazioni è costi­

tuita dal valore delle proprietà pubbliche dei ter­

ritori passati ad alcuni alleati; circa 2554 mil. di

marchi oro. E’ da ricordarsi che vi è discrepanza

fra i valori calcolati negli accreditamenti alla

Germania debitrice e quelli delle stesse ripara­

zioni calcolate nelle assegnazioni agli Alleati. Ad

esempio, le miniere della Saar sono valutate a

400 milioni di marchi oro dal punto di vista della

Germania; a 300 da quello della Francia.

I pagamenti effettivi a fine 1923 si ripartivano

nei seguenti gruppi : valore proprietà pubbliche

territori ceduti, 2554 mil. di marchi oro, paga­

menti in natura, 4018,5; pagamenti in divise e

numerario, 1826; totale 8398,5 milioni di mai-

chi oro.

Si ha però un’analisi dettagliata solo dei pa­

gamenti a tutto il 1922. Secondo questa i paga

menti in natura a tale data erano essenzialmente

costituiti da: navi (707 mil. di marchi oro); carbone

(949); materiale bellico (318); materiali rotabili

motori, ecc. (867) ; cavi sottomarini (49) ; derrate

ed animali (159).

(4)

L’ECONOMISTA

148 10-17-24 Agosto 1924 - N. 2622-23-24

di cui le pubblicazioni della Commissione delle

riparazioni danno l’analisi della ripartizione fra

alleati, e quindi lasciando da parte le spese del­

l’occupazione franco-belga, coperte localmente

da requisizioni, servizi, ecc. i totali pagamenti

effettuati a fine 1923 si ripartivano fra gli alleati

(in milioni di marchi oro):

D i s t r i b u i t i a t u t t o il 1922 N e l 1923 I n n a t u r a n u m e r .D iv is a , V a l ó r e p r o p r i e t à T o t a l e c e d u t e N a t u r a e d i v i s e I n g h i l t e r r a 512 637 0,5 1.149 168,4 F ran cia 1.645 142 302 1.789 13,4 Italia 242.5 0 5 — 243 155.1 Belgio 646,5 1.075,5 0,6 1.719 12,7 Polo nia 14.5 — 1.776 1.790 0,4 1118 Jugoslavia 150 0,5 — 150 5 G iappone 9 — 59 68 0.39 C ecoslovacchia 15 — 6 21 1,9

Le somme rimanenti andarono assegnate agli

altri alleati minori (Portogallo, Grecia, Rumenta)

e, in parte, sono costituite dal valore delle pro­

prietà pubbliche cedute a Danzica e dalla suac­

cennata divergenza fra i valori calcolati nei ri­

spetti della Germania e degli Alleati.

Solo unà limitata parte di questi pagamenti

è stata però fornita dal reddito nazionale germa­

nico di questi anni. Se dal totale noi togliamo il

valore delle proprietà statali cedute, dei materiali

sequestrati o consegnati all’armistizio (bellici, na­

vi, ecc.), ma preesistenti, l’effettivo contributo dei

nuovi redditi prodotti dalla popolazione germa

nica negli anni in cui questi pagamenti si sono

svolti non raggiunge la metà del valore totale.

Dati i disturbi recati tuttavia all’economia ger­

manica dai pagamenti stessi, è facile valutare le

difficoltà che dovranno superare nei prossimi anni

gli esecutoii del piano Dawes.

Vediamo ora brevemente quanto ha ricevuto

l’Italia in conto riparazioni. L’elemento più im

portante dei pagamenti è stato il carbone, le cui

consegne si iniziarono nell’ottobre 1919. Le quan­

tità successivamente ricevute furono : 1919, tonn-

nellate 114.099; 1920, 1 330.495; 1921, 2.765.209;

1922, 2.480.084; 1923, 1.425.668; 1924 (aprile),

625.637,

L’attribuzione alla Polonia dei bacini carbo­

niferi dell’Alta Slesia e sovratutto la occupazione

della Ruhr, ridussero gravemente le consegne al­

l’Italia dei massimi raggiunti nel 1921. Nell’aprile

1923 si calcolava inoltre a 106.6 milioni ii valore

delle materie coloranti ed a 13,4 quello dei prò

dotti farmaceutici ricevuti. Cospicue le forniture

di bestiame, a tale data calcolati a 13.435 equini,

26.283 bovini e 20 300 ovini. Infine, la fornitura

di 250.000 metri cubi di legname. Le riparazioni

in natura introdotte negli ultimi 16 mesi, oltre il

carbone, sono dalle nostre statistiche doganali

calcolate a :

Bovini: totale 1923, numero 13.184 — Zucchero:

totale 1923, quintali 47.876; gennaio-aprile 1924,

16.958 — Legname : totale 1923, tonnellate 79 917 ;

gennaio-aprile 1924, 2952 — Solfato ammonio :

totale 1923, tonnellate 3889, gennaio-aprile 1924,

8157 — Cellulosa: totale 1923, quintali 26.168;

gennaio-aprile 1924, 174 — Nitrato di sodio e am­

monio : gennaio-aprile 1924, tonnellate 1827.

L’applicazione del piano Dawes necessaria­

mente modificherà questo flusso di pagamenti in

natura : la compensazione fra debiti e riparazioni

potrà salvare il mercato italiano dai turbamenti

economici cui può dar luogo l’ intensificarsi dei

pagamenti delle riparazioni.

Gi n o Bo k g a t t a.

I debiti interalleati e l’ opinione americana.

Il p r o b le m a dei debiti in te r a lle a t i non deve f o r ­ m a r e oggetto di d isc u s s io n e da p a r t e della Confe re n z a di L o n d r a : ecco la p re m e s s a p o sta dagli a m e ­ r ic a n i p e r la lo r o p a r te cip a zio n e, così d e s i d e r a t a , alla C o n feren za di L o n d ra . Non s a re b b e s e r i o p e r i f a u ­

to r i d ell’ a b b i n a m e n to dei d u e p ro b lem i, delle rip a razio n i e dei d eb iti in te ralle ati, c h i u d e r e gli occhi d in n a n zi a q u e s ta ch e è la politica ufficiale del Go­ v ern o a m e r ic a n o . I fau to ri d e l l’ a b b i n a m e n to e della cancellazione h a n n o p e r ò il d i r itt o di o s s e r v a r e che non t u t t i gli a m e r ic a n i sono della s te s s a o p in io n e del lo r o G o v e r n o : e di a u g u r a r s i che l’o p in io n e non ufficiale possa un g io rn o d iv e n ta r e q u ella della Casa Bianca. Nei P aesi « d i d is c u s s io n e » il m u t a m e n t o delle o p in io n i segue s e m p r e la m e d e s i m a v icenda : l’ o p in io n e e r e tica , p r o fe s s a t a da una piccola m ino ranza, a poco a poco ac q u ista l’ o p in io n e pubblica. Q uando la c o n q u i s ta è co m p iu ta , gli u o m in i politici, i quali fino ad allo ra l’avevano u n an im i o p p u g n ata e d ic h ia r a t a parvenza, ingiu sta, a s s u rd a , ad u n tr a t t o s c o p ro n o che a n c h e essi l’ av e v an o s e m p r e p ro fe s­ sata e la t r a d u c o n o in legge. Sulla b ase di q u es to c r it e r io d ’ in te r p r e t a z i o n e s to r ic a , la ca u sa d ell’ab b i­ n a m e n to e della cancellazione non può c o n s i d e r a r s i p e r d u ta . Lo p ro v a il fatto ch e essa è d iscussa. Ecco un volum e di v e r b a li della Gonference on thè Eco­

nom ie A sp ec ts o f thè internai onal affairs te n u ta s i a

Chicago, s u b it o do p o la pu b b licazio n e del r a p p o r t o Daw es, ad iniziativa di un Councii on F oreign Relations. Sono r e l a t o r i scienziati illustri, com e il F is c h e r, il Bogart, il Lay, b a n c h ie ri ed in d u s t ria li, c o m e il se­ g r e t a r i o generale della F i r s t N ational B ank of Chi­ cago, la m aggior banca o r d i n a r i a degli Stati del c e n tr o . La Conferenza è c h iam a ta a d is c u te re il r a p p o r t o dei p e r it i sulle rip a r a z io n i t e d e s c h e ; ma il p r i m o a r g o ­ m e n to all’o r d i n e del g io rn o e q u ello d ei « d eb i ti in ­ t e ra lle a ti e degli efle tti dei lo r o p ag a m e n ti fra c r e ­ d i t o r i e d e b i t o r i » .

Il r e l a t o r e p a r t e da alcuni p rin cip ii g e n e r a l i : «I debiti i n te r n i ed e s t e r i di un Paese c o s tilu i s c o n o a m e n d u e un g r a v a m e sui c o n t r i b u t i naz io n a ti ; ma i debiti es teri, r ic h i e d e n d o d isp o n ib ilità al l’e s t e r o p e r i p ag am en ti, im p o n g o n o d u r e z z e m ag g io ri. Le o s c il­ lazioni am p ie ch e ne co n s e g u o n o nei c a m b i es teri, ca g io n a n o fo rti r i s c h i a d a n n o degli i m p o r t a t o r i e degli e s p o r t a t o r i . Ciò non solo a u m e n ta il co s to del c o m m e r c i o e s te ro , ma le d em o ralizza ». D opo q u e s ta p r e m e s s a , il r e l a t o r e , il quale non c’ im b a razz a di qu es iti sul giu sto e s u ll’ ingiu sto , ma r i c e r c a so lt a n to se i d e b i t o r i p o sso n o pagare, ric o n o s c e in u n p r im o m o m e n to , ch e l’Italia è meglio c h e la F ra n c ia , in g rad o di pagare. « Le finanze p u b b lic h e d ell’Italia m ig lio ran o . Nel 1923 l’ Italia ha r i d o t t o il su o n u o v o in d e b ita m e n to e r e c e n t e m e n t e ha r i d o t t o il suo d e b i to “ flut­ tu a n te „ di 13 m iliard i« . Ma la m ig lio rata co n d izio n e di un bilancio pu b b lico non b asta p e r e s e g u ir e p a­ g am enti all’e s te ro . Bisogna av e re una bilancia del co m ­ m e rc io fav o rev o le. Da q u e s to p u n to di vista le p r o ­ b ab ilità di farsi p ag a re q u alco sa d all’ Italia paiono s c a r s e all’o s s e r v a t o r e a m e ric a n o .

P r i m a della g u e r r a , l’ Italia aveva u n a bilancio sfavorevole del c o m m e r c i o e s te r o . Dopo essa ha co n ­ tin u a to nella m e d e s i m a situazione. 1 p rin c i p a li ca p i­ tali c o m p e n s a t o r i di q u e s to eccesso d elle i m p o r t a ­ zioni sulle e s p o rta z i o n i so n o le spese dei v iaggiatori fo re s tie ri e le r i m e s s e degli e m ig ran ti. F r a tu tt e due to c c a ro n o il s e t t a n t a p e r c e n to d ell’e c ce d en z a sfa­ vorevole... Nè vi è g ra n s p e ra n za ch e l’ Italia possa a u m e n t a r e m o lto i su o i c r e d i t i da q u e s ti c a p ita li ed an c h e dai g u ad a g n i della m a ri n a m e r c a n t i l e ». Se l’I ­ talia d ev e p o t e r p agare, d ev e r i c a v a r n e i mezzi, af­ f erm a il r e l a t o r e , da u n a d im in u zio n e d elle su e im ­ p o rtaz io n i di m e rc i o da un a u m e n t o d elle sue espor- t a z ’oni. Il p r im o m ezzo d e v ’ e s s e r e s e n z ’ a l t r o s c a r ­ tato. « Gli italiani so n o decisi a s v il u p p a r e r a p i d a ­ m e n te il lo ro a t t r e z z a m e n t o in d u s t ria le : Ma q u e s to s v ilu p p o r ic h i e d e m ag g io r copia di m a t e r i e p rim e e s tere. L ’ Italia n o n p u ò r i d u r r e , anzi d ev e e s p a n d e re le su e i m p o r t a z i o n i di m e rc i a m a n o a m a n o che il suo a t t r e z z a m e n t o i n d u s t r i a l e p r o g r e d i s c e » .

Q u an to all’ i n c r e m e n t o d elle e s p o r t a z i o n i non è colpa d ell’ Italia, se essa n o n può f a r e q u a n t o v o r ­ reb b e : « D is g r a z ia t a m e n te p e r essa, i m e r c a t i in cui l’ Italia ten ta di v e n d e r e v an n o a gara ad e s c lu d e re r i g i d a m e n t e i p r o d o t t i m a n u fa tti. S tati p r e v a l e n t e ­ m e n te agricoli, co m e l’U ngheria, im p o n g o n o alte ta­ riffe ed im p i a n ta n o cotonifici ed a l t r e f a b b rich e . Gli alti dazi doganali e s t e r i ; gli ecce zio n ali co s ti delle m a t e r i e p r i m e e la c o n c o r r e n z a delle i n d u s t r i e si m il a ri d ell’I n g h i l t e rr a , della G erm a n ia e di a l tr i Paesi b en e a t t r e z z a t i p o s s o n o r e n d e r e difficile p e r l’ Italia di a c c u m u l a r e i fondi n e c e s s a r i p e r il p a g a m e n to dei debiti e s t e r i ».

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10-17-24 Agosto 1924 - N. 2622-23-24 L’ ECONOMISTA 149

a v e r e l’ i m p r e s s io n e di una specifica r e s p o n s a b ilità a m e r ic a n a nel d e t e r m i n a r e la e s t r e m a difficoltà del- 1’ Italia a p ag are.

Il r e l a t o r e p e r ò c o n t i n u a : « I due P aesi c r e d ito r i. G ran B retag n a e Stati Uniti, h an n o innalzato larifìe p r o t e t t i v e c o n t r o i m a n u fa tti esteri. Queste tariffe doganali lim ita n o i p ag am en ti dei d e b i ti e r e n d o n o d u r i s s i m o il se rv iz io dei deb iti ai d e b i to r i. M éntre i dazi doganali p r o d u c o n o q u e s to effetto cattivo, dan neggiano a l t r e s ì i c r e d i t o r i : «Ai c o n s u m a t o r i dei P aesi c r e d i t o r i i dazi vietano di c o m p r a r e cosi a bu o n m e r c a t o co m e p o tr e b b e r o . I c o n t r i b u e n t i degli s te s s i P a e s i d e b b o n o p ag a re im poste p e r il servizio di q u ella p o rzio n e del d eb ito pubblico che i P aesi d etiito ri non p o sso n o fare »,

La co n c lu s io n e s a r e b b e ch e gli a m erica n i d o v r e b ­ b e r o im i t a r e i cugini inglesi ed a b o l ir e ’ o r i d u r r e g r a n d e m e n t e i dazi do g an ali p e r p e r m e t t e r e agli i t a ­ liani ed ai francesi di e s p o r t a r m olto negli Stati Uniti e pagare con le fo rti es p o rta zio n i i loro debiti di g u e r r a D o v re b b e r o fare, aggiungasi, d ell’ a l t r o gli a m e r i c a n i : r ia lzare di nuovo la q u o ta d ell’ e m i g r a ­ zione italiana negli Stati Uniti, o r a r i d o t t a alla in s i­ gnificante cifra di 4000 all’an n o . Nè 1’ una nè l’a ltra p r o p o s t a e v i d e n te m e n te s e m b r a di facile attu azio n e al r e l a t o r e . Egli non sì pone n e p p u r e il q u e s ito della lo ro a t tu a b i lità . E ’ t a n to p e rs u a s o della inu tilità di ogni sforzo in tal senso, che se n z’a ltro , con un b r u s c o passaggio, co n c lu d e afferm an d o ch e i d eb iti d ev o n o e s s e r e p a r z ia lm e n te o t o ta lm e n te ca n ce lla ti. « Evi d en t e m e n te ; gli Stati Uniti e la Gran B retag n a d e b ­ bono ag ire c o n c o r d i nella lo ro politica dei deb iti in ­ tera lle ati. A m e n d u e le Nazioni h a n n o il d o v e r e di e s s e r e più lib e rali ed av e re una m e n te più a p e r t a alle c o r r e n t i in te rn a z io n a li di q u a n t o non accada p r e ­ s e n te m e n te . E v id e n te m e n te , se la ca n cellazio n e dei d eb iti può r i u s c i r e ad o tt e n e r e la rio rg an izzazio n e finanziaria e politica della G erm ania, della F ra n c ia e d e l l’E u ro p a c o n tin en tale , bisogna a d o p e r a r e la c a n ­ cellazione dei deb iti in te ralle ati, co m e un mezzo p er c o n s e g u ir e la stabilizzazione dell’E u r o p a e del m o n d o ; p oiché è c e r t o che la tr a n q u i l l i t à del m o n d o non può e s s e r e c o n s eg u ita senza q u alch e sacrificio delle Na­ zioni c r e d i t r i c i ».

Se q u i si vo lesse ana liz za re c r it ic a m e n t e la c o n ­ c lu s io n e a cui si è giu n ti da a m e r ic a n i alla co n fe ­ re n z a di Chicago, p a r e c c h i riliev i si d o v r e b b e r o fare. Alla c o n c lu s io n e che i d e b i ti d eb b o n o e s s e re ca n c e l­ lati, gli italian i a r r i v a n o d i m o s t r a n d o ch e quelli so no p r e t e s i d eb iti e che in effetto gli am e ric a n i, an c h e q u a n d o d a r a n n o di fre g o ai loro c r e d iti contabili, a v r a n n o c o n t r i b u i t o u n a q u o ta m o d e s ta al c o s to c o ­ m u n e d e l l’ i m p r e s a c o m u n e . T u t t o ciò ed a l t r o si d o v r e b b e ag g iu n g ere o meglio r ip e t e r e . Qui, in sede di cr o n is t i, c o n t e n ti a m o c i di p r e n d e r e a tto che an c h e negli Stati Uniti, in circ o li non privi d ’ influenza te o ­ rica e p ratica, si co m in cia a c r e d e r e che i c r e d iti d o v r a n n o e s s e r e cancellati. P r e n d i a m o atto an c h e che, p e r d ic h ia r a z io n e a m erica n a, i c r e d i t i v e rs o l’I­ talia d o v r a n n o e s s e r e cancellati, p e r c h è l’ Italia non p u ò p a g a r e ; e che l’ Italia non p u ò p agare, senza su a res p o n s a b ili tà , p e r colpa degli S tati es teri, p r i ­ m is s im i fra q u e s t i gii S tati Uniti, i q u ali opp o n g o n o i n s o r m o n t a b i l i b a r r i e r e doganali c o n t r o le sue e s p o r ­ tazioni. P r o v e n e n d o da fonte a m erica n a, q u e s ta di­ c h i a r a z io n e di « n o n c o l p a » d ell’Italia non è priva di significato.

Movimento fe rro v ia rio .

Il M in istro delle c o m u n ica zio n i r ife r is c e poi sul traffico f e r r o v i a r i o n e l l ’E s e i e i z i o 1923-24.

D u r a n t e l’a n n o fin an ziario 1923-24 le to n n e lla te di m e rc i — a p a r t e il b e s tia m e — a c c e t t a t e pel t r a ­ s p o r t o sulla r e t e f e r r o v i a r i a di Stato a s c a r t a m e n t o n o r m a l e a s c e s e r o a 54.146 000, seg n an d o un n o t e v o ­ lis sim o a u m e n t o d ell’11,8 p e r ce n to r i s p e t t o all’e s e r ­ cizio p r e c e d e n t e , in cui f u r o n o sp e d ite p e r ferro v ia 43.423.000 to n n e lla te di m e rc i.

Q u esto a u m e n t o h a s u p e r a t o ogni p r e v is i o n e , in q u a n t o n ell’a n n o p r e c e d e n t e si era già verificalo r i ­ s p e tto all’e s e r c iz io 1921 22 un a c c r e s c im e n to v era m e n te ec ce zio n ale del 16,2 p e r ce n to , m e n t r e balzi cosi r a p id i s o n o di so lid o seguiti da p e r i o d i r e la tiv a stasi,

P e r meglio a p p r e z z a r e qu es ti ris u lta ti, i q u a l i r i ­ v elan o la c r e s c e n t e p r o s p e r i t à nazionale nel ca m p o delle in d u s t r i e , d e l l ’a g r i c o l t u r a , dei c o m m e r c i , e nel te m p o s te sso la sald a efficienza d ell’o r g a n i s m o f e r ­

r o v ia r io , b as ti c o n s i d e r a r e che negli esercizi s t a t a l i p r e c e d e n t i alla g u e r r a gli a u m e n t i di t r a f f i c o — co m e to nnellaggio s p e d ito — v aria n o da un m a s s im o del 9,7 p e r ce n to nel 1907-08 ad un m in im o d ell’ 1,3 p e r ce n to nel 1913-14.

E’ i n t e r e s s a n t e poi n o t a r e ch e il traffico r a g g iu n t o nel 1923-24 è in v alo re a s s o lu to s u p e r i o r e del 30,7 p e r ce n to a q u e l lo del più fiorente es erciz io p r e b e l ­ lico, cio è il 1913 14. T e n e n d o c o n to che da a l lo r a la r e t e si è a c c re s c iu t a , dopo l’a n n e s s io n e dei n uovi t e r r i t o r i , di c i r c a il 18 p e r ce n to , e rife r e n d o s i quindi, p e r un più e s a tt o ra ffro n to , al traffico p e r u n ità di lunghezza, si ha nel 1923-24 un to n n ellag g io chilo- m e t r i c o s u p e r i o r e d ell’ 11,5 p e r c e n t o - a q u e l lo del 1913-14; p ro v a l u m i n o s a q u e s ta che, dopcf la p a r e n ­ tesi della g u e r r a e q u ella del d o p o g u e r r a , la p r o s p e ­ r i t à e c o n o m ic a della Nazione ha p r e s o a f io ri re co m e co n s eg u en za del r is t a b i l i m e n t o i n t e r n o d e l l ’o r d i n e e della t r a n q u i l l i t à generale.

In p a r t i c o l a r e nei m aggiori p o r t i della r e t e si v e ­ rifi c a ro n o r i s p e t t o al l’ a n n o p r e c e d e n t e i s e g u e n ti au m e n ti nel tonnellaggio delle m e rc i p a r t i t e p e r f e r ­ ro v ia : a G enova 1*8,3 p e r c e n t o ; a Venezia il 15,6 p e r c e n to ; a T r i e s t e il 92,7 p e r ce n to .

Gli a g ru m i sp e d iti dalla Sicilia r a p p r e s e n t a r o n o un traffico s u p e r i o r e di circa il 25 p e r c e n t o a q u ello d ell’a n n o p r e c e d e n t e . Il m o v im e n to delle m e rc i i m p o r t a t e — s e m p r e p e r fe rro v i a — c r e b b e so lt a n to del 6,6 p e r ce n to m e n t r e q u ello dello m e rc i e s p o rt a t e ( c o m p r e s o il t r a n s i to ) c r e b b e del 62,7 p e r cento. La m edia g io r n a l ie r a di c a r r i c a r ic a ti fu nel 1923, 1924 di 18.466 m e n t r e e r a stata di 15.830 n ell’ an n o p r e c e d e n t e e di 14.586 nel 1913-14, Il m a s s im o ca ric o m ed io m en sile r ag g iu n to d u r a n t e l’es e rc iz io fu di di 20.774 c a r r i nel maggio u s.

Il ciclo m e d io dei c a r ri si ab b a ssò a sei g io r n i e 10 o r e da 7 g io r n i e 6 ore, r ile v a n d o u n a p iù r a p i d a circ o laz io n e ed una m ag g io re u tilizzazio n e del m a t e ­ riale r o t a b i l e .

, E ’ d eg n o infine di p a r t i c o l a r e a t te n z io n e il fatto che q u e s to in ten sificato traffico si s v o ls e con u n a r e g o l a r i t à mai rag g iu n ta n e p p u r e negli a n n i ch e p r e ­ c e d e t t e r o la g u e r r a .

Il S o t t o s e g r e t a r i a t o al l’A g rico ltu ra rife ris c e in ­ t o r n o ai più i m p o r ta n ti ed in c o m b e n t i p r o b l e m i che a p p a s s io n a n o l’a m b ie n t e ag rico lo e s e g n a ta m e n t e le q u e s tio n i r e la tiv e ai finanziam ento delle bonifiche. 11 Consiglio ha d e l i b e r a t o di r i t o i n a r e s u ll 'a rg o m e n to in una delle p r o s s i m e riu n io n i.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Mi n i s t e r o d e l l e Fi n a n z e. — Pubblicazioni edite dallo

Stato o col concorso dello S tato (1861-1923). Caialogo

g e n e ra le . Roma, L i b r e r i a dello Stato, 1924. L ’on. De Stefani, da q u ello s tu d i o s o ch e è, ebbe o ccas io n e di c o n s ta t a r e , a p p e n a s a lito al M in istero delle Fin anze, lo s ta to di diso rg an izz az io n e in cui tro- vavasi il se rv iz io ch e si rife riv a all’a t tiv it à e d i to ria le dello Stato. Con la c r e azio n e di u n ap p o s ito P r o v v e ­ d it o r a t o , egli è riu s c i to a d is c ip li n a r e q u e s to i m p o r ­ ta n te r a m o di servizio, affidando al n u o v o o rg an ism o , fra gli a l tr i com piti, an c h e q u e l lo di p r o v v e d e r e ad una o r d i n a t a p u b b lic az io n e di leggi, r e g o la m e n t i, ecc., e, s u b o r d i n a t a m e n t e al giudizio fa v o re v o le di u n a p ­ p o sito C om itato, a n c h e di lavori, s t u d i ,m o n o g r a f ie ,e c c . che p r e s e n t i n o i n t e r e s s e nei r ig u a r d i d ella p u b b lic a a m m in is tra z i o n e ,

Q uesto am p io ed a c c u r a t o elenco d elle p u b b lic a zioni e d ite dallo S tato o col suo c o n c o r s o dal 1861 in poi, che o r a vede la luce, d o c u m e n ta — c o m e g iu ­ s t a m e n te o s s e rv a il M in istro nella d e d ic a a l l’on. M u s­ solini — « il trav a g lio tecnico, g iu rid ic o , a m m i n i s t r a ­ tivo, ch e ha p r e p a r a t o io sv o lg e rs i d e l l ’a t t i v i t à g o ­ v ern a tiv a e degli org an i d es tin a ti a e s t r i n s e c a r l a , e la fatica c o m p iu ta dai n o s t r i p r e d e c e s s o r i n e 'l a g r a ­ duale c o s t r u z i o n e c o n c r e t a d ello S tato u n i t a r i o , r i ­ s o r to dalle m i s e r ie d ei te m p i ».

P a r e c c h ie m igliaia so n o le p u b b lic az io n i r i p r o d o t t e e t u t t e r a g g r u p p a te se co n d o l’a r g o m e n t o t r a t t a t o : giustizia, finanze e te s o ro , m a ri n a , i s t ru z i o n e , e c o n o ­ mia nazionale ecc. co n t u t t i gli e s t r e m i n e c e s s a r i p e r r i n t r a c c i a r l e .

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150 L’ ECONOMISTA 10-17-24 Agosto 1924 - N. 2622-23-24

Esso è s t a t o c o n d o t to a te r m i n e in pochi mesi e te s tim o n ia la g ran d e perizia tecnica di c o lo ro che h a n n o ac c u d i to ad a l le s tirlo : il c o m m . B artolini, p r o v ­ v e d i to r e g e n e rale dello Stato, il cornili. Alberti capo della S e g r e te ri a della C a m e ra e i b ib lio tec ari c o m ­ m e n d a t o r e Calcagno, gr. uff. Lea, c o m m . P i n t o r e co m m . Rovini. Essi h a n n o c o m p iu to un degno e d u ­ r a t u r o lavoro.

An s e l m o Be r n a r d i n o.

FINANZE DI STATO

Consolidato 3 l|2 per cento

Diamo notizia circa la con s iste n za ed il collo ca m e n to al 30 giugno di q u e s t ’an n o dei cin q u e deb iti consolidati, e cioè del co n s o lid ato 3 1[2 p e r ce n to n e t to 1905 ex 3 3|4 p e r ce n to netto , del c o n s o lid a to 3 p e r cento , del c o n s o lid a to 3 1 [2 p e r c e n to n e t to ca­ te g o ri a A c r e azio n e 1902, del c o n s o lid a to an t ic h e r e n ­ d ite n o m in a tiv e 4 1(2 p e r ce n to n etto co n s erv ate es clu ­ s iv a m e n te a fa v o ie delle p u b b lic h e istitu zio n i di be nefìcenza, e del c o n s o lid a to 5 p e r ce n to n e t to ivi c o m ­ p r e s a la p a r t e d es tin a ta al r i s c a t t o delle polizze dei c o m b atten ti.

La co n s isten za è di 44 m iliard i e mezzo di lir e in c a p ita le e di 2 m iliard i e 100 m ilioni di lire in r e n d i t a .

Il co llo ca m e n to è di o l t r e 12 m ilio n i e mezzo di s o tto s c riz io n i, delle q u ali o l t r e 11 milioni e mezzo al p o r t a t o r e e c irc a 900 m ila al n om e e s o lt a n to 6000 miste.

In m edia ogni s o tt o s c r iz io n e ha un v alo re di c irc a 3 500 lire in cap ita le e di c i r c a 160 lire in r e n d i t a . T u tta v ia una g r a n d e varie tà si verifica nel v alore me- | dio di ogni s o tt o s c r iz io n e a seco n d a ch e Sia al p o r

t a t o r e od al n o m e o m i s t a : infatti, le s o tt o s c riz io n i al p o r t a t o r e p r e s e n t a n o un v alore m e d io di 2,500 lire in c a p ita le e di 120 lire in ren d ita, le so tt o s c r iz io n i al n o m e p r e s e n t a n o un v alore m ed io di circa 17 mila lire in capitale e di circa 800 lire in re n d it a , e le sot to s c rizio n i m is te p r e s e n t a n o un v alo re m ed io di 4000 lir e in ca p ita le e di 140 lire in ren d ita.

Rendita 3,50 per cento.

D iam o a lc u n e notizie in t o r n o alla co n s iste n za ed al co llo c a m e n to della vecchia r e n d i t a 3 50 p e r ce n to alla data del 30 g iugno di q u e s t ’anno.

T ale co n s o lid a to r a p p r e s e n t a c i rc a 8 m iliard i e 140 m ilioni di lire in cap ita le e circa 285 milioni di lir e in r e n d it a , ed è d i s t ri b u i t o in 2 m ilioni e 400 m ila inscrizioni.

P e r t a n t o ogni in scrizio n e r a p p r e s e n t a in m edia un cap ita le di q uasi 3,400 lir e e una r e n d i t a di q u as i 120 lire .

Di tali in sc rizio n i, sono al p o r t a t o r e q uasi 1 m i ­ lio n e e 900 mila, p e r un cap ita le di q u a s i 4 m il ia r d i e m ezzo di lir e e p e r una r e n d i t a di o l t r e 150 m ilio n i di lire, e so n o al no m e c irc a mezzo m ilio ne, p e r un c a p ita le di q u es i 3 m iliard i e 700 m ilioni di l i r e e p e r u n a r e n d i t a d i c irc a 130 m ilio ni di lire, m e n t r e so n o m is te m eno di 6000, p e r un capitale di q uasi 23 m i­ lio n i di lire e p e r una re -.d it e di q u as i 800 mila lire.

Ne co n s eg u e che in m ed ia ogni in s c ri z io n e al p o r ­ t a t o r e r a p p r e s e n t a un cap ita le di c i r c a 2300 lire e una r e n d i t a di c i rc a 90 lire, ogni in s c ri z io n e al n o m e r a p p r e s e n t a un capitale di c irc a 7400 lir e e una v en ­ d ita di c irc a 260 lire, e ogni inscrizione m is ta r a p p r e s e n ta un cap ita le di c irc a 3800 lire e u n a r e n d i t a di c i rc a 140 lire.

C o n f r o n ta n d o le posizioni attu ali con q u elle di 10 an n i fa, si t r o v a che, il tito lo è c r e s c i u t o in cap ita le di 43 milioni di lire e in r e n d i t a di 1 m ilio n e e mezzo di lir e e che le in sc ri z io n i so n o a u m e n t a t e di 45 mila, ma, m e n t r e q u e l le al p o r t a t o r e so n o c r e s c i u t e di 98 mila, invece q u elle al n om e sono calate di 49 mila e q u elle m is te di 3000

Bilancio di Previsione.

Un e l e m e n to c a r a t t e r i s t i c o della s ta b ili tà finan­ ziaria c o n s eg u ita dal b ilancio italiano è r a p p r e s e n tato dalla n o te v o le s c arsezza nelle v aria zio n i a p p o r ­ t a te in c o r s o d ’esercizio alla p r ev is io n e calc o lata p e r le sp e s e effettive.

N ell’eserciz io 1923-24 la p r ev is io n e di o l t r e 18 m i ­ lia rd i di lire h a su b it o delle variazioni p e r m e n o di 3 m il ia r d i di lire, ossia p e r c i rc a il 16 p e r ce n to , e, se si tenga il d o v u to co n to di c i rc o s ta n z e eccezionali, si p u ò d ire ch e le variazioni siano s ta te di m e n o ch e

un m il ia r d o e m ezzo di lire, ossia p e r c irc a l’8 p e r cento.

V iceversa n ell’esercizio 1922-23 le v aria zio n i della p rev isio n e e r a n o s ta te di q u as i il 20 p e r ce n to e negli esercizi p r e c e d e n t i avevano to c ca to p e rc e n tu a li al tis ­ sim e, c h e av e v an o r ag g iu n ta la q u o ta p iù elevata di q uasi il 700 p e r c e n to n ell’eserciz io 1917-18.Ma, quel che più conta si è ch e a n c h e negli es erciz i d ’a n t e ­ g u e r r a , q u a n d o la finanza italian a si svolg eva in un r i t m o di r e g o l a r i t à e in un m o to di p r o s p e r i t à di cui non è ca n ce lla to il r ic o r d o , le v aria zio n i della p rev is io n e e r a n o s ta te maggiori di quel che non siasi verificato n ell’es erciz io 1923-24; infatti, l’esercizio 1911- 12 ha to c ca to q uasi il 20 p e r cen to , l’es ercizio 1912- 13 ha s u p e r a t o il 22 p e r ce n to , e l’es e rc iz io 1913- 1914.ha p r e s e n t a t o circa il 16 p e r cen to , cifra eguale a q u ella d ell’es e rc iz io 1923-24, ed anzi m o lto più alta ove si tenga il d o v u to c o n to di c i rc o s ta n z e eccezio­ nali co m e si è d etto .

F r a tta n to , e s s e n d o il ca n o n e fo n d a m e n ta l e di buona finanza, che il p r e v e n tiv o e il c o n s u n tiv o delle spese effettive d e b b a n o il più possibile c o r r i s p o n d e r s i , p o s­ siam o dire- che un o dei r e q u is i ti più i m p o r t a n t i di un a s s e s t a m e n to di bilancio sia s ta to co n seguito.

RIVISTA FINANZIARIA

Depositi ai Monti di Pietà.

M entre i pegni d im in u isc o n o , a u m e n ta n o d ’a l tr o n d e i depositi, p r e s s o i p rin cip ali Monti di P i e t à : l’u n o e l’a l tr o fen o m e n o in te g ra n d o s i a vicenda, com e sin­ to m o c o n f o r ta n t e di un sen sib ile m ig l io r a m e n to nella situ az io n e eco n o m ica della n o s t r a nazione.

Tali d ep o s iti s o n o p assati 689 a 742 miiioni di lire negli ultim i 4 m esi c o n s i d e r a t i e cioè s o n o c r e s c iu t i di 53 milioni di lire dalla fine di g ennaio alla fine di m aggio: e n ell’u ltim o m ese di maggio s o n o an d a ti da 727 a 742 milioni di lire con u n in c r e m e n t o di 15 m i­ lioni di lire. Siam o intor no al mezzo m ilio n e di lire al g io r n o di a u m e n to .

Q u esto a n d a m e n t o si è v erificato in t u t t e le fo rm e di tali d e p o s i t i : ta n to in quelli a r i s p a r m i o , q u a n t o in q u elli in c o n to c o r r e n t e , q u a n t o in quelli su buoni fru tt if e r i, co m e p u r e in qu elli di a l tr e specie.

Al 31 maggio tali d ep o s iti e r a n o cosi r i p a r t i t i : a r i s p a r m i o p e r 549 m ilioni di lire , in c o n to c o r r e n t e p e r 147 m ilio ni di lire, su b u o n i f r u tt if e r i p e r 2 7 m i­ lioni di lire, e di a l t r a specie p e r 19 mil. di lire.

Un a n n o fa, alla fine di maggio del 1923, tali d e ­ positi no n e r a n o ch e 641 m ilioni di lire , ossia 100 m ilio ni di lire di m e n o (ma q u e s to c o n f r o n t o non può c o n s i d e r a r s i del t u tt o es atto , in q u a n t o poste D o r m e n t e s o n o stati c o m p r e s i nel c o m p u to alcuni a l tr i Monti di P ietà che non v en iv an o p e r l’a d d i e t r o c o n s id erati).

Mutui Fondiari.

L’a m m o n t a r e dei m u tu i co n c es si dagli I s titu t i di C r ed ito F o n d i a r i o d u r a n t e i p rim i mesi di q u e s t ’anno p r e s e n / a un g r a n d e i n c r e m e n t o in c o n f r o n t o allo s te s s o p e r io d o d ell’an n o p as sato .

Dal p r im o g en n a io a t u t t o maggio tali m u tu i sono sta ti di o ltr e 100 m ilioni di lire nel 1924, m e n t r e non e r a n o stati che di 52 m ilioni di lire nel 1923. es sen d o così q u a s i r a d d o p p ia ti. N ell’u ltim o m ese c o n s id e r a t o , il maggio, tali m u t u i sono s t a ti q u e s t o a n n o di 30 m ilio n i di lire ed e r a n o sta ti l’a n n o s c o r s o di 12 m i­ lioni e mezzo di lire, con un a u m e n t o di più del doppio.

Siffatto in c r e m e n t o è d o v u to , t a n t o ai m u tu i su beni r u s t i c i q u a n t o ai m u t u i su beni u r b a n i. Nei p r im i 5 mesi d ell’an n o , i m u tu i sui beni r u s tic i sono s t a t i di 44 mil. di lire nel 1924 ed e r a n o sta ti di 18 mil. di lire nel 1923, con una differenza in più a fa­ v o r e d e l l ’an n o c o r r e n t e di 26 mil. di lire, e i m utui su b en i u r b a n i so n o sta ti di 56 mil. di li r e nel 1924 ed e r a n o sta ti di 35 mil. di lir e nel 1923, co n una d iffe ren za in più a fav o re d e l l ’a n n o in c o r s o di 21 m ilio n i di lire.

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10 17-24 Agosto 1924 - N. 2622-23-24 L’ ECONOMISTA 161

RIVISTA ECONOMICA

Depositi a Risparmio.

I d ep o s iti a r is p a r m i o p r e s s o le Casse O rd i n a r ie alla fine di ap r il e h a n n o rag g iu n to r a m m e n t a r e di 10 m il ia rd i e c e n to m il. di lire.

Nei p rim i q u a t t r o mesi di q u e s t ’an n o tali depositi sono passati da 9690 m ilioni di lire, ai 31 d ic em b re 1923, a 10100 m ilioni di lire, al 30 a p r il e 1924, ossia so n o c r e s c iu t i di 410 mil. di lire, e cioè di o ltr e 100 mil. di lire al mese e di c i r c a 3 mil. e mezzo di lire al g io rn o .

P rim a d ella g u e rra , al 31 d ic e m b r e 1913, tali d e ­ positi e r a n o di 2 m iliard i e 600 milioni di lire, c o ­ sicch é si p u ò d ir e che il d e p a u p e r a m e n to della g u e r r a e la sva lu ta zio n e della m o n eta sono stati colmati dai nuovi a p p o r ti , ivi co m p re s i quelli p ro v en ie n ti dalle Casse di R i s p arm io delle Nuove P ro v in cie finalmente ricongiunte, a 11 r Madre Patria.

II p ro ce s s o di i n c re m e n t o non si è verific ato s e m ­ pre con la stessa a n d a t u r a e ha a t t r a v e r s a t o dei p e­ rio d i di m ag g io re e di m in o r e in te n s ità: a t tu a l m e n t e siam o in piena r ip r e s a , e a n d a n d o avanti di q u e s to passo r a g g iu n g e re m o r a p i d a m e n t e una accu m u laz io n e di capitali ch e r a p p r e s e n t e r a n n o un vero a u m e n to di ricchezza da p a r t e delle e c o n o m ie in lividuali in c o n ­ fro n to all’a n t e g u e rr a .

Q uesto sv ilu p p o dei d ep o s iti a r i s p a r m i o p re s s o le Casse o r d i n a r i e tr o v a analo go r i s c o n t r o p r e s s o le Casse posta li, che sono a più d i r e t t o c o n t a t t o della p o p olazione m e n o agiata, e p e r t a n t o vede a c c res ciu to in q u e s ta co n v e rg e n z a il p r o p r i o significato.

RIVISTA DEL COMMERCIO

Commercio Italo-Russo.

Si h an n o a lc u n e notizie da fonte c o m p e te n te c irc a le ragioni e gli scopi che p r e s ie d o n o alla s is te m a ­ zione dei r a p p o r t i c o m m e r c i a l i i t a lo - ru s s i.

Le r e la zio n i co m m e rc i a li fra l’Italia e la Russia fu ro n o s e m p r e notevoli ; le m e rc i che n ell’a n t e g u e rr a r i t i r a v a m o d a l l ’an tico i m p e r o e r a n o p e r g ran d iss im a m aggioranza g en e ri a l i m e n t a r i e m a t e r i e p r i m e ; le m e rc i che a l lo r a in v ia v am o in q u elle reg io n i c o m ­ p r e n d e v a n o s p e c ia lm e n te m a n u fa tti e taluni p r o d o t t i agricoli. La b ilancia e r a favorevole alla Russia, s p e ­ cie a causa dei g r a n d i q u a n t ita tiv i di f ru m e n to e di olii m in e r a l i c h e noi ne im p o r ta v a m o .

Nel 1913 l’I m p e r o Moscovita p r o v v id e al n o s t r o fab b iso g n o di g ran o d u r o nella p r o p o rz i o n e d ell’ 80 p e r ce n to e di g r a n o te n e r o in quella del 25 p er ce n to sul to ta le i m p o r t a t o : a n c h e p e r gli olii m in e ra li le p ro v e n ie n z e r u s s e t e n n e r o nel 1913 il p r im o posto.

La g u e r r a e u r o p e a e gli av v e n im e n ti che ad essa s e g u iro n o r e s e r o im p o s sib ili tali r ifo r n im e n ti e p e r ­ t a n to l’Italia d o v e t te r iv o lg e rs i ad altri m ercati.

Ma è n a t u r a l e che, a d d iv en e n d o s i ad un r i a s s e s t a ­ m e n to d ell’ec o n o m ia r u s s a , i traffici tr a d i z io n a li deli­ b an o av e re n u o v o im p u ls o e m e r i t a r e così di e s s e r e fav o riti.

Lo s te s s o p u ò a f f e r m a r s i p e r le n o s t r e e s p o rta zioni, che d u r a n t e gli anni p r e c e d e n t i alla g u e r r a av e v an o fatto no tev o li p r o g re s s i. Gli ag ru m i, l’olio di oliva, lo zolfo, le f ru tt a secch e, i filati e i tessu ti, le a u t o m o b ili e v arii altri p r o d o t t i d o v r a n n o r i p r e n d e r e le a n t ic h e d es tin a zio n i.

D ’a l tr o n d e , il m o v im e n to c o m m e r c i a le d’im p o r ta zione e di e s p o rta z i o n e d ell’Unio ne delle Repubbliche s o v i e t t i s t e socialiste, p e r q u a n t o lo n ta n e dal ra g g iu n ­ g ere le cifre an teb e llic h e, va m an ifesta n d o un n o t e ­ vole in c r e m e n t o . Sulla b ase delle n o tizie s ta tis tich e p u b b lic ate dal G o v ern o di Mosca, si p u ò rile v a r e che l’e s p o rta z one dalla Russia è stata di 10 milioni di r u b l i - o r o nal 192021. è p as sata a 64 m ilio ni di r u b l i - o r o nel 1921-22. ed è d iv e n ta t a di 131 milioni du r u ­ b l i - o r o nel 1922-23.

Di fro n te a q u e s ta r i p r e s a del m o v im e n to di e s p o r fazione, e al ra v v iv a rs i d ell’a t tiv it à eco n o m ica in ogni cam p o , e r a da la m e n t a r e la s c arsa p a rte c ip a z i o n e ita liana. Infatti a l t r i Stati so p ra v a n z a v a n o le i m p o r t a ­ zioni n o s t r e in Russia, ta n to che, m e n t r e p r im a della g u e r r a o c c u p a v a m o il q u i n t o posto, nel 1922-23 era vaino p r e c e d u t i da b en 11 nazioni. Le im p o rta zio n i in Russia e r a n o s ta te nel 1922-23 di 142 m ilio n i di r u b l i - o r o .

E ra p e r t a n t o o p p o r t u n o il c e r c a r e di f a v o r ir e le a n t ic h e e le n u o v e p o ssib ili c o r r e n t i di traffici fra

l’Italia e la Russia o q u in d i di r i s t a b i l i r e le co n d i zioni n e c e s s a r i e p e r una r i p r e s a delle relazioni eco ­ n o m ic h e in s e n s o più largo.

A tali c r i t e r i si è in s p i ra to l’in siem e degli ac co rd i sti p u la t i nella p r i m a v e r a di q u e s t ’an n o a R om a e la cui at tu a z io n e si è o r a iniziata.

Le a u t o r i t à c o m p e te n ti confidano che lo s p i r i t o di in t r a p r e n d e n z a dei c o m m e r c i a n t i italiani non m a n ­ c h e r à di t r o v a r e un vasto t e r r e n o di u tile re a liz z a ­ zione.

Commercio fra l’Italia e la Jugoslavia

Diamo alcune notizie in t o r n o al c o m m e r c i o di im p o rta z ic n e e di e s p o r t a z i o n e fra l’Italia e il Regno dei S. G. S. d u r a n t e i p rim i cinque, m esi d e l l ’a n n o coi r.

A bbiam o i m p o r t a t o pei’ un v a l o re di 190 m ilio n i di lire ed a b b i a m o e s p o r t a t o p e r un v alo re di 148 mi fieni di lire d im o d o c h é a b b i a m o a v u to u n o sb ilan c io a n o s t r o sfa v o re p e r un v alo re di 42 m ilio n i di lire.

Ciò c h e s q u il ib ra la b ilancia c o m m e r c i a l e d e l l’Ita ­ lia co n la Jugoslavia è c o s t i t u i t o e s s e n z ia l m e n t e dal legno co m u n e, c h e ab b iam o i m p o r t a t o in u n a q u a n t i t à ili 215 mila to n n e lla te p e r un v alo re di 83 milioni di lire.

Nelle re s id u e im p o rta zio n i sono da n o ta rs i : gii anim ali bovini p e r un v a l o re di 24 m ilio n i di lire, i cavalli p e r un v a l o re di 19 m ilio ni di lire , la legna da fu o co e il c a r b o n e di legna p e r un v alo re di 12 milioni di lire.

Nelle es p o rta z i o n i so n o da' r i l e v a r e : i te ssu ti ed al tri m a n u fa tti di co to n e p e r un v alo re di 54 m ilioni di lire, i t e s s u ti ed altri m an u fa tti di lana p e r un v alo re di 16 milioni di lire, la farina di f r u m e n t o p e r un v a l o re di 15 milioni di lit e , i filati di c o t o n e p e r un v a l o re di 12 m ilio ni di lire, il riso p e r un v alore di 10 m ilio n i di lire

Industria elettrica.

I n t o r n o all’a n d a m e n t o d e l l ’ i n d u s t r i a e l e t t r i c a nel n o s t r o paese a b b iam o r a c c o lto a o t t i m a fonte le ul­ tim e notizie di cui si disponga.

L’i n d u s t ria e l e tt ric a sta facendo e n o r m i p r o g re s s i, a t tu a l m e n t e la p r o d u z io n e a n n u a d’en e rg ia e l e tt ric a si aggira ai 5 m il ia rd i e mezzo di k i l o w a t t - o r o , ma p r o s s i m a m e n t e , q u a n d o s a r a n n o ultim ati i la vori in c o rs o di esecuzione e i lavori allo s ta to di p ro g e tt o la p r o d u z io n e a n n u a d ell’en erg ia e l e t t r i c a r ag g iu n ­ g erà da 8 a 10 m iliardi di k i lo w a tt- o ro . P e r i n t e n d e r e la p o r t a t a di q u e s t o tatto, o c c o r r e c o n s i d e r a r e che tale forza viene a c o r r i s p o n d e r e a 10 o 12 m ilioni di to n n e lla te di c a r b o n e , q u a n t ità p r e s s o a poco equi valente al tota le c o m b u s tib i le o ra i m p o r t a l o ogni anno. Il p r o g r a m m a c e n t r a l e della p r o d u z io n e e l e tt ric a é q u ello di c o o r d i n a r e m e d ian te scam bi di en erg ia la forza p r o v e n ie n te dalle Alpi con q uella d eriv a ta da gli A ppennini.

I b ac iq i idrografici italiani h an n o u n a c o n f ig u r a ­ zione p a r t i c o l a r e ; le acque della p enisola p o sso n o v e n i r classificate s eco n d o c h ’esse p ro v e n g o n o dai ghiacciai (p o rta ta m assim a in e s ta t e , d u r a n t e lo scolo, e m in im a in inverno), dalle Alpi ( p re cip itaz io n e m a s ­ sim a in a u t u n n o ed in p rim a v e ra , cioè d u r a n t e la sta gione delle pioggie) e dagli A ppennini (deflusso m a s ­ sim o in in v e rn o e m in im o in estate). La p o r ta t a dei fiumi è a b b o n d a n te e lenta vallata del Po, v a ria b ile e t o r re n z i a l e nel r e s t o della penisola (in r a g io n e del b rev e p e r c o r s o dei co rs i d ’acqua), ciò c h e p r o v o c a delle differenze m en sili di p o r ta t a , da una r e g io n e all’a l tr a , s p e sso co n s id e r e v o l i. In p r in c i p io , p e r r i m e ­ diarvi, si è r i c o r s o a delle r is e r v e t e r m i c h e : q u in d i si affrontò il p r o b l e m a d ell’ac c u m u la z io n e artific ia le delle a c q u e (laghi e bacini), e poi si p en s ò di c o n ­ g iu n g e r tra di lo r o le c e n tr a li a reg im e d iv e rso .

Riferimenti

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