G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMEROIO,BANCHI, F E R R O V IE , IN TERESSI P R IV A T I
D irettore: M. J . Johannia
Anno Li • voi. LO Firenze-Roma
6-13
Gennaio
1924
f
r o m a n i
- via Gregoriana, 56 n. 2592-93
S O M M A R I O PARTE ECONOMICA.
L ’ imposta globale sui redditi. - Gi l b e r t o Te r n i.
Grano e pane. - Fe d e r i c o Fl o r a.
I l mercato finanziario in Ita lia nel novembre 1923 - N u meri indici delle quotazioni di Borsa per i titoli di Stato e per le Azioni - Ri c c a r d o Ba c h i.
I debiti di Stato dell’ esposizione finanziaria De Stefani. La situazione del Tesoro al 30 novembre 1923. Somme^pagate per riparazioni.
r i v i s t a' b i b l i o g r a f i c a.
FINANZE DI STATO.
Bilancio romeno 1923.
La eirvolazione fiduciaria in Bulgaria. Prestito inglese alla Banca di Danzioa. La crisi dell’ Unione Monetaria Scandinava.
Una Banca di emissione in Albania. II Bilancio Lettone in avanzo.
RIVISTA DEL COMMERCIO. •
Movimento^ del Porto di Genova nel 1923. L'esportazione di zucchero dalla Cecoslovacchia. Esportazione di petrolio dalla Jìussia.
Utili delle industrie russe. Situazione economica della Crimea. Commercio estero della Cina.
R IVISTA D E L MERCATO E D E I VALORI.
Rassegna finanziaria annuario.
PARTE ECONOMICA
L'imposta globale sai redditi
La nuova imposta è una modifica di quella complementare istituita, con decreto luogotenen ziale del 17 novembre 1918; l ’importanza di tale riforma non-sta tanto nel bavero introdotto aliquo te diverse, del resto più miti, quanto nello stabi lire 1 imposta stessa su redditi diversamente cal colati e che risultando assai più elevati la rendo- .no-capace di un gettito assai più forte. La prece
dente imposta complementare traeva il suo ali mento ¡dalla somma complessiva dei redditi accer tati superiori alle lire diecimila e assoggettati alle imposte dirette ordinarie nonché alle straordina rio. Come alìquote d a l l i %' saliva all’8% quando il reddito superava le 75 mila lire; l ’attuale ri forma dell imposta stabilisce le stesse fonti di en trata colla differenza fondamentale che colpisce le .sole persone fisiche e non le società commerciali t ,gh Enti collettivi, porta il limite minimo di red dito complessivo accertato a lire seimila, stabili sce detrazioni per ogni figlio in ragione di 1/20 del reddito, modifica le aliquote a seconda del vario ammontare del reddito è le diminuisce in con fronto alle precedenti disposizioni, fissa l’aliquota massima al 10%, anziché all’8%, ma solo nei casi di redditi elevatissimi di un milione ed oltre. Pre sa di per sé la riforma andrebbe adunque a van taggio dei contribuenti. Senonchè vengono modi ficate notevolmente lo basi col risultato finale che
risulterà più aspra. Gli antichi od anche recenti accertamenti sui fabbricati hanno subito un'alte razione pel diverso valore della moneta, così an che gli estimi catastali per i terreni, quindi verrà operata automaticamente una rivalutarono dogli imponibili; pei redditi mobiliari poi costituiti da gli interessi a favore dei possessori di titoli di Sta to, di obbligazioni ed azioni di Società commer ciali non si aveva un accertamento qualsiasi.
Esso però fu possibile coll'istitulziono dell’im- posfa patrimoniale ed è tale accertamento che gio verà assai alla nuova imposta globale la. quale, dica la relaziono, «com pleta e corona la faticosa riforma delle' nostre imposte sui redditi mobiliari, sui terreni e sui fabbricati e l ’opera di rivaluta-' zioino per l ’accertamento dei redditi effettivi at tuali. É rappresenta allo ¡stesso tempo (non#fugga ai lettori questo punto) uno strumento fiscale per l’economia nazionale, man mano si ridurrà ed eli minerà il gettilo delle imposte straordinarie che oggi potentemente contribuiscono alle entrate sta tali Pertanto il Governo stesso prevede che le aliquote potranno o dovranno essere aumentate in avvenire. Ciò che è importante allo stato attuale é che le. imposte dirette, naturale alimento della- nuova complementare o globale che si voglia chia mare, verranno alimentate moltiplicando gl'im- ponibili per un determinato coefficente a seconda del tempo in cui vennero calcolati : pei fabbricati la relazione dà intanto disposizioni precise: del 800% se gli accertamenti furono compiuti dal 1891 al 1910; del 250% se dal principio del 1911 alla fine del 1918; del 150% se negli anni 1919 e 1920; del 50% se nel 1921 e 1922. Che la modifica degli imponibili nelle imposte dirette ¡sia uno de gli obbiettivi delle attuali disposizioni è dichia rato tassativamente nella relazione, infatti è detto che « oggetto dell imposta è il complessivo reddi to (netto da tutte le speso d'imposta, passività e carichi di famiglia) risultante dai più recenti ac certamenti per rimpasta sui terreni, fabbricati e redditi mobiliari, e dagli alti) redditi risultanti da documenti già riconosciuti dal contribuente».. A questo punto tuttavia si deve aggiungere qual cosa atta a rassicurare, almeno in parte, i non felici contribuenti italiani; pei fabbricati vengo no ridotte lo aliquote da un massimo che erano, del 27.74% al 10%, le aliquote dei.tributi diretti, i aumentati’ di quanto occorre aH’incirca per fron teggiare la svalutazione della moneta) anziché progressive, come erano,' sono rose proporzionali ; dal complesso dei redditi poi —- sui quali si per cepisce la globale — si detraggono tutte le spese o perdite sopportate nell’anno per la produzione del reddito, lo passività accertate, i preani di assi curazione vita nonché le imposte e tasse di ogni
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FONDAZIONI
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specie, compresa l'imposta patrimoniale effettiva mente pagata nell’anno o la corrispondente an nualità per il contribuente che l'abbia riscattata. C’è poi da aggiungere che vengono abolite, nelle finanze locali, le due tasse sul valore locativo e di fam iglia concedendo in compenso ai Coinuni di. so vrimporre alla globale nella misura massima del 20%. Però tale disposizione per i grandi centri viene praticamente annullata dal fatto che alla tassa di famiglia, invece di quel 20% sulla globa le. può essere sostituita una tassa che è in fondo la stessa, identica cosa, ma con un nome diverso per chè la si chiamerà imposta generale progressiva sul reddito desunta da vari elementi come l’am montare dell’affitto, del l'abitazione, il numero dei domestici, il possesso di automobili o vetture, l'es sere abbonati a teatro in palco o in poltrona — elementi, si noti, solo esemplificativi, in quanto possono esservene altri purché certi e contestabili.
In conclusione l ’imposta globale considerata in sè stessa migliora la precedente detta comple mentare, ma lascia facile adito per l’avvenire ad esercitare una maggiore pressione tributaria con un semplice ritocco delle aliquote» Come provvedi mento collaterale poi — e questo è il fatto più im portante per il pubblico — inasprisce 1 gravami dei tributi diretti in misura rélativamente non alta ih confronto alla svalutazione della moneta per i fabbricati, più alta per i terreni, e quanto ai redditi mobiliari risultanti da titoli rifletterà gli accertamenti della patrimoniale. ' Pertanto le nuove%isposizioni, che andranno in vigore solo dal 1° gennaio 1925, prese nel loro complesso co stituiranno un peso tutt’altro che indifferente. Di fronte allo sforzo tributario cui è già soggetto il Paese di oltre 9 miliardi per imposte varie,. — esclusi quindi tutti gli altri proventi dello Stato, per diverso titolo come privative, proventi delle tasse telegrafiche, postali etc. che hanno carattere volontario da parte del consumatore — sarebbe ben giusto che il Governo, compenetrandosi di tanti sacrifici rassicurasse la massa dei contri buenti per un certo periodo adeguato di tempo non gli saranno chiesti nuovi sacrifici sótto alcu
no forma. Il gravame di ,9 miliardi di imposté è altissimo se si confronta alla massa del rispar mio: 32 miliardi tra Istituti di Emissione, Ban che ordinarie grandi e piccole, Casse di rispar mio. Ranche popolari e cooperative, Casse postali, Casse rurali, Monti di Pietà, 32 miliardi che rap presentano.'la quasi totalità del risparmio nazio nale, giacche il quantitativo di moneta tenuto a casa deve essere relativamnte cosa trascurabile. Se il Governo vorrà dare tale serio affidamento attiverà indubbiamente capitali dall’estero e prov vedere davvero all'incremento della produzione con utile, oltreché dell’economia nazionale, della finanza dello Stato Sarebbe, noi crediamo, il m i glioro modo di cbnchiudere l ’opera finanziaria di un anno di governo.
Gilberto Terni.
Grano e pane
1/argomento, che più ancora dei prezzi del l’uva, appassiona i nostri agricoltori è sempre quello del grano. I prezzi risultanti dall’abbon dantissimo raccolto sono serrare oggetto di ani mate discussioni. Perchè, domandano ovunque i produttori agli economisti, si compera il grano
6-13 G enn aio, 1924. N. 2592-93. americano che costa al porto di Genova da 105 a llO .lire al quintale e si rifiuta il grano nazio nale che si vende da L. 87 a L. 93 al quintale? Perchè l’industria molitoria acquista il grano a- inerigano tanto costoso e respinge quello italiano 'così á buon mercato? Non è forse il caso, per evi
tare ogni sperequazione di prezzi e sopratutto, una eventuale riduzione della superficie seminata, di ristabilire il dazio di confine o di sospendere addirittura rimportazione del grano americano?
La questione, originariamente economica di viene così politica.
E ’ bene, perciò, scriverne.
Intanto è erroneo credere che il mercato nazio nale possa rinunciare ai grami americani. E ’ pri ma questione di qualità. I grani teneri nostrani difettano principalmente di glutine ossia della- sostanza indispensabile per la panificazione e principalmente per la pastificazione, mentre i grani duri americani ne abbondano. E ’ un di fetto che quest’anno si è accentuato. Il grano è più che mai riego di amido ma ancora più degli anni scorsi povero di glutine.
Importare grani duri, anche se più costosi, non è, quindi, un lusso, ma una necessità. Ora i prez zi mondiali del grano si dettano a Cnrcago, a Londra, a Nuova York non già nei mercati ita liani !
Nè potremo riuscire in seguito a rinunciare anche alla importazione dei grani teneri. Il ri corso all’estero non dipende soltanto dalla qua lità, mia ancora piti dalla quantità. Nonostante il copiosissimo raccolto di quest’anno, superiore di ben 14 milioni di quintali alla media del .perio do 1911-22, ed a quello stesso del 1913 ritenuto finora il raccolto massimo realizzabile, l ’Italia dovrà anche per il 1923-24 importare da ll’estero non meno di 15 milioni di quintali, aggirandosi ormai il consumo di frumento complessivo dei 4 L milioni di italiani attuale, intorno ai 76 mi lioni di quintali compresi i sei milioni di quin tali occorrenti per le semine. Il quantitativo è minimo rispetto a quello dell’anno scorso, che ar rivò, a 31 milioni di quintali — cifra, osserva in proposito il Del R io in un lucido commento delle statistiche doganali frumentarie, che non rag giungeremo mai piii — ma sufficiente ad avvi cinare, sia pure per gradi, i prezzi interni a quelli esterni, che per la sovrabbondanza dei rac colti transatlantici ed i minori bisogni europei andranno lentamente avvicinandosi. Se l'annata scorsa con una produzione ovunque scarsa il prezzo medio del grano estero fu di lire 110 al quintale, con il raccolto sovrabbondante attuale i l prezzo per l’anno in corso non dovrebbe supe- |;
rare le L. 100 al quintale. E poco lontano da esso ■ dovrebbe essere all'ultimo il prezzo del grano na zionale non appena le scorte interne andranno j| esaurendosi., In ogni modo è necessario che gli || agricoltori ritornino ad abituarsi ai prezzi mode- jj rati che soli possono rivalutare la moneta e ribas- 1 sare il costo della vita da noi più elevato che al trove. I maggiori prezzi saranno compensati dal le maggiori quantità prodotte. Soltanto le produ zioni prevalentemente basse o non favorite dalla precedente coltivazione delle culture industriali, della canapa, della barbabietola, del lino, sono i perdenti.
6-13 Gennaio, 1924. N. 2592-93. L’ECONOMISTA 3
del dazio di importazione che avrebbe per effetti' di rincarare il prezzo del pane, con grave danno della nazione tutta, tormentata dalla crisi indu striale e commerciale, dalla disoccupazione e da gli ostacoli posti alla emigrazione. Non bisogna dimenticare che il raccolto del 1923 è dovuto a condizioni climatiche che mai si ripetono a breve scadenza. In condizioni normali la produzione na
zionale media oscilla intorno ai 47 milioni, onde per colmare il consumo totale di 76 milioni di quintali inclusa la semente, uno sbilancio di cir ca 20 milioni di quintali che per quanto si vo glia e si faccia è praticamente impossibile pro durre per intero all’interno per ragioni biologiche strettamente legate alle condizioni dell’ambiente. Data questa situazione come pensare alla ripresa, cidi daizio di importazione ora sospeso1?
La deficienza cronica elei nostro raccolto gra nario dipende dalle condizioni naturali, econo miche, demografiche della coltura estensiva meri dionale, che la progredita tecnica agraria e lu so delle nuove razze prodotte con i metodi famosi ded Todaro e dello Strampelli non possono certo entro breve-arco di tempo modificare sensibilmen te. Il raccolto del Mezzogiorno e delle isole non dipende dalla capacita degli agricoltori o dalla ricchezza dei loro mezzi, ma dal regime delle pioggie primaverili solo eccezionalmente favore vole alla cerealicoltura. E ’ vano, quindi, sperare dal Mezzogiorno quel maggior prodotto di 20 mi lioni annui di quintali che affrancherebbe defini tivamente i] consumo italico da ogni dipendenza verso i paesi stranieri. La pianura padana non può dare gran che di più della media di 15 quin tali per ettaro attuali, ottenuti spesso a perdita. Tali essendo i termini della questione, l ’unica soluzione possibile del problema, dall’aspetto eco nomico e politico, è di ridurre il costo d’acquisto dei venti milioni di quintali di grano che dob biamo normalmente e fatalmente comperare in America e in Australia riuscite con costituzioni di « trust » e favori di Governi a mantenere fino ra i prezzi ad un livello molto rimunerativo. L’u nico nostro intento deve essere quello di acquista re questi venti milioni di quintali alle migliori condizioni possibili perfezionando i sistemi di ap provvigionamento, ora affidato a case inglesi ed americane, e sviluppando l ’estportazione delle der rate greggi© e lavorate ottenute da culture inten sive che esigono la maggiore mano d’opera. La sola esportazione della ' canapa basta, ai prezzi attuali a procurarci tre milioni di quintali di frumento.
Ciò anche amimesso che il dazio protettivo po tesse accrescere la resa unitaria, la quale ormai, per merito dei nostri agricoltori, ha raggiunto*le poporzioni massime che le condizioni dell’ambien te., in Italia poco propizie al frumento, ovunque consentono.
In un paese di poca terra e di molta gente (siamo ormai a 135 abitanti per chilometro qua drato, cioè ad una proporzione doppia della Fran cia) è questa l’unica soluzione ammissibile.
Il mercato finanziario in Italia nel novembre 1923
Numeri indici delle quotazioni di Borsa per i titoli - di Stato e per le Azioni.
Il mercato finanziario lungo la prima metà del mese è stato ancora intonato a fiacchezza, a incertezza, con scarsità di affari e tendenza ai realizzi, cosi come avviene di consueto in coinci denza con l ’epoca della pressione monetaria au tunnale. Questa fase di debolezza, di falcidie più
,0 meno sensibili nelle quotazioni, .non è, però, stata quest’anno, di lunga durata, ed è stata se guita, nella seconda metà del mese, da un mo vimento di decisa ripresa. Le « posizioni » sul mercato finanziario risultano alleggerite dallo precedenti operazioni di realizzi e di sistemazio ne; le disponibilità monetarie sono presto risul tate cospicue tanto che i riporti hanno .potuto avero luogo secondo tassi piuttosto miti, sensibil mente inferiori a quelli dell’ottobre, e la copia di mezzi ha favorito larghi movimenti specula tivi al rialzo. Questo rialzo si accompagna bon, l'inasprimento dei cambi e con l’incremento dei prezzi per talune merci di interesse industriale : il coordinamento fra il , rialzo nelle .quotazioni delle azioni e il rialzo nei cam bi e nei prezzi è fenomeno che si presenta frequente per le note ragioni. La campagna speculativa all’aumento b a trovato un addentellato nelle previsioni di in crementi nel .dividendo per parecchie società in confronto con l ’anno innanzi. La campagna si è esercitata con particolare accentuazione rispetto alle azioni della Banca Commerciale, dei Beni Stabili, della Fiat, di alcune società cotoniere. Non ò improbabile che il movimento di ascesa nelle quotazioni abbia a proseguire ancora nelle venture settimane, poiché la tendenza al soste gno, sotto la spinta di svariati interessi, si pre senta non rara nell’ultima parte dell’anno.
Per i titoli dello Stato è proseguita quella tendenza piuttosto calma, alla lenta graduale ascesa che è descritta dal nostro grafico: le (pio- ' tazioni per i titoli principali proseguono con at teggiamenti sostenuti sotto lo stimolo di fiducio si investimenti di risparmio privato e sotto m i nime o nulle influenze di operazioni speculative : nella successione dei mesi non si palesa quella antitesi fondamentale nello svolgimento dei prez zi fra titoli a reddito fisso e titoli a reddito va- ! riabile che è evidente spesso attraverso più lun ghi spazi di tempo. E ’ sempre particolarmente notevole il contegno ascendente del consolidato 5 per cento, per il quale la quotazione Ira superato il corso di 90 (87,95 esclusa la parte maturata della cedola), livello non più mai raggiunto dalle quotazióni di fine mese dopo l’ottobre 1919.
Per i titoli dello Slato, il numero indice ge nerale (il quale segna il prezzo m edio per una lira di reddito netto, computato secondo il melo-* do della media ponderata) dà 18.16 alla fine di giugno è disceso a 18.10 alla fine di luglio, ed è poi risalito via via a 18,20 per l’agosto, 18.26 per il settembre, 18.30 per l’ottobre e 18.32 pel no-, vembre: in questo ultimo mese il rialzo è per tanto stato del 0,11 per cento
Il saggio di capitalizzazione rappresentato da questi dati è declinato da 5,52 in luglio, a 5,49
L’ECONOMISTA in agosto ed a 5,4<> in ottobre e in novembre, va
cosi lentamente declinando, pur rimanendo natu ralmente sempre estremamente lontano da quel tasso medio del 3,49 per cento che si, aveva lungo
l ’anno 1913. »
Considerando i soli titoli dei debiti perpetui si ha nel novembre l ’indice di 18.23 di fronte a 18,20 nell’ottobre, a 18,16 nel settembre e 18,10 nell agosto: la miglioria graditale deriva sempre prevalentemente dal consolidato 5 per cento, poi ché nel novembre una diminuzione di circa 26 centesimi (al netto della maturazione della cedo la) è avvenuta rispetto alla vecchia rendita 3 1/2 per cento.
Raccogliamo qui appresso gli indici mensili generali p e r i titoli di Stato a partire dal 1919:
otti ott. nov. die. 20,36 20,14 19,51 19,20 14,96 14,17 15,86 16,62 15,65 16,51 1.5,76 15 73 16,85 16,44 17,79 17,74 18,26 18,30 18,32 — Tassando ai titoli a reddito variabile; presen tiamo qui appresso i numeri indici calcolati ri spetto a 129 società le quali alla fine del dicem bre 1922 avevano un capitale di 6.754 milioni. Tali indici sono computati, (col metodo della
me-N . de lle s oc ie tà I 'a I N D I C E nella base dei dicembre 1918 di cembro 1922 ottobre1921 novembre1923 Istituti di Credito . 8 1270 100,59 109,05 110,43 E x-ferroviari . . , 3 316 71,01 85,63 86,46 Trasporti terrestri ► 4 61 99 ,-59 105,46 108,26 Trasporti marittimi 7 459 62,06 62,36 64,75 Cotone . . . 11 291 164,57 207,00 223,88 I u t a ... 2 7 142,88 144,93 150,82 Lana... 4 66 169,44 206.12 208,28 Lino e canapa . 1 50 195,04 205,96 213,96 S e t a ... 2 75 262,70 '■ 262,78 268,69 Miniere . . . . 5 250 66,00 84,90 85,45 Siderurgiche . . . 6 383 20,33 21,61 21,93 Meccaniche . . . 10 795 20,95 18,85 19,02 Automobili . . . 5 240 69,43 95,15 98,24 Elettriche . . . 16 1077 78,24 88,47 91,88 Chimiche . . . . 8 253 73,48 83,17 83,33 Zuccheri . . . . ' 5 235 123,’'48 114,30 148,30 A ltre alinentari . . 5 86 - 151,02 164,42 162,57 Acquedotti . . . 5 58 88,62 95,82 96,47 Immobiliari . . . 7 250 116,20 142,15 142,90 Diverse- . . . . 15 532 138,57 163,51 159*85 Indice generale . . 129 6754 72,08 80,11 81,83
oia ai itmelica ponderata) secondo i prezzi di compenso per i successivi mesi;, prendendo per base (100) sia il livello delle quotazioni nel di cembre 1922 che il livello delle quotazioni nel dicembre 1918.
L ’indice generale per questi titoli a reddito variabile ha segnato nell’ottobre un progresso pari a poco meno del due per cento, progresso ec cedente il ribasso constatato il mese innanzi, per cui si è raggiunto e superato il livello indicato dall indice del settembre. L ’indice del novembre ,è il massimo dell’anno in corso © segna una ben co spicua plusvalenza (il 13 1/4 per cento) sul com plessivo valore che le azioni delle società studia te avevano alla fine del 1922. Poiché il mercato finanziario è assai sensibile ai mutamenti di con giuntura e le variazioni che in esìso avvengono hanno sovente significate di indizi premonito ri, questo movimento ascendente eh© da gran tempo prevale sul mercato dei valori è veramente ragguardevole. La plusvalenza rispetto, ancora, al dicembre 1922 ,si presenta per tutti quanti i gruppi di titoli (fatta eccezione per le meccani che, gruppo dominato dagli eccezionali casi del- l ’Ansaldo), la plusvalenza è particolarmente no tevole per le .società ex ferroviarie, cotoniere, la niere, minerarie, automobilistiche, saccarifere, e immobiliari. I nostri indici mostrano poi impo nenti divergenze in confronto col livello del 1918 :. mentre per le azioni siderurgiche e meccaniche il valore si è in complesso ridotto ad appena un quinto per vari rami delle industrie tessili il va lor si è più che raddoppiato.
Nel novembre, per le circostanze già descritte, 1 aumento è stato quasi generale : due soli gruppi (alimentazioni varie, e diverse/ segnano ribasso ed il ribasso è dovuto a pochissime singole sor cietà. Il rialzo è stato particolarmente marcato per i titoli tessili e sopratutto per i cotonieri in connesione con il rialzo contemporaneamente- av venuto nelle materie prime. Da notarsi il mite dislivello per il gruppo delle società immobiliari, poiché al gran rialzo avvenuto nelle, azioni dei Beni Stabili ha fatto riscontro il ribasso per le Imprese Fondiarie.
Raccogliamo qui appresso gli indici generali per tutti i m,esi dell’ultimo quadriennio, tutti quinti riferiti alla base (100) del dicembre 1918:
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6-13 Gennaio, 1924. N. 2592-93. L'ECONOMISTA
I debiti di Stato dell'esposizione finanziaria De Stefani
Il tlato più confortante della recente esposi zio-: ne finanziaria del ministro De Stefani — nota il nostro illustre collaboratore prof. Federico Flora
è quello riguardante la cifra dèi nuovi debiti contratti ad ogni esercizio per saldare i disavanzi del bilancio di competenza.
Il ricorso al debito accenna ormai a. dileguare con grande prestigio del nostro credito entro e fuori i confini del Regno.
Le entrate ordinarie basteranno, o quasi, fra un paio di anni a coprire da sole lo spese ordi narie e straordinarie ricorrenti dell’esercizio e ad estinguere il debito della cassa verso il Tesoro di spensato in tal modo dagli ingenti odierni ap pelli al credito che sottraevano all’agricoltura, all’industria, ai commerci, i capitali necessari al- . la ricostruzione economica del Paese impoverito d.alla guerra e dalla politica sperperatrice post bellica.
Il debito contrattò nei primi cinque mesi del l'esercizio in corso ammonta a circa B40 milioni. Tenendo presente anche in questo caso che il fon do di cassa è salito da 1252 milioni quale era al 1° luglio a 1467 milioni quale risulta al 80 no vembre e deducendo 540 m ilioni d’aumento del fondo di cassa, risulta che il vero fabbisogno fu in questo periodo di circa 825 milioni, pari *a' .circa .65 milioni al mese. Anche queste cifre sono
confortanti.
Ma per formarsi un concetto esatto della loro importanza è necessario completarle con quelle dei debiti degli anni precedenti e susseguenti escludendo per il debito previsto per l'esercizio in* corso, la spesa per gli interessi del debito in teralleato che per ora non pagheremo certo e accettando per il debito probabile dell’esercizio, che avrà principia il 30 giugno dell’anno venturo, le cifre annunciate nel discorso ministeriale. Si ottiene, in tal modo, il prospetto seguente, che compendia, nel modo più conciso e suggestivo la storia finanziaria dell’ultimo decennio contrasse gnata per i paesi tutti avvolti nella mischia, dal- rincremento spaventoso dei debiti pubblici.
a tutti gli investimenti privati verrà a cessare. Il saggio dell’interesse dovrà gradatamente ri bassare rendendo possibili nuove imprese e quin di una ulteriore riduzione del numero dei disoc cupati.
li benefìcio maggiore sarà però per l'economia della Nazione, più che mai bisognosa, per supe rare tosto la crisi edilizia, industriale e commer ciale, dei risparmi di tutte le classi, che nei tem pi' prebellici, favoriti dalla sobrietà, dalla opero sità, dalla rettitudine morale della stirpe, riusci rono a costituire capitali ingenti che restavano quasi per intero a disposizione dei produttori. So no i piccoli rivi che, congiungendosi, formano i grandi fiumi.
Oggi con la graduale rinuncia del Tesoro ad ogni nuova emissione di debiti fluttuanti e conso lidati questi ingenti risparmi ritorneranno ai va lori azionari ed alle imprese produttive prima ab bandonate per mancanza di capitali o per l'alto costo loro occasionato dalla concorrenza dei lu crosi investimenti pubblici, immuni, a differenza dei privati da ogni rischio, ma punto suscettibili di lucri cospicui.
In un paese, ricco soltanto di forze lavoratrici, simile sottrazione del capitale necessario al loro produttivo impiego operata con l ’emissione inces sante di nuovi prestiti pubblici, era un delitto.
L ’on. De Stefani, acerrimo nemico di ogni im piego improduttivo del risparmio nazionale; ha saputo con la sua coraggiosa politica finanziaria impedirlo frenando con inusitata energia l'aumen to cronico del debito e preparandone poi a breve scadenza la definitiva cessazione poiché il pareg gio, anche per le spese transitorie, è in vista. Il debito che minacciava di soffocare lo Stato e la Nazione è, quindi, prossimo a scomparire.
1914-15 . 2 miliardi 929 milioni 1915-16 . . 5 » 162 » 1916-17 . . 15 » 140 » 1917-18 . . 20 » 876 » 1918-19 . . . 19 » 546 » 1919-20 . . 15 » 343 »
#
1920-24 . 12 * » 456 » 1921-22 . . 7 » 145 » 1922-23 . . 2 » 263 » 1923-24 . . 1 » 500 » 1924-25 . . — » 700 », Tl significato del prospettò, confortante ed au spicante, per l’economia della Nazione ed il suo j prestigio non abbisogna di commenti. In quattro anni l’indebitamento si è ridotto da 12 miliardi e 456 milioni a 2 miliardi e 263 milioni.
« La restaurazione finanziaria —• usando le parole dell’on. De Stefani — procede con ritmo armonioso ed irresistibile ». L ’assorbimento del risparmio nazionale compiuto dallo Stato special- niente negli ultimi esercizi quando vennero meno i debiti all’estero, a danno dell’industria, della Banca, della Borsa, è al suo termine. La spie tata concorrenza che i prestiti pubblici facevano
La situazione del Tesoro al 30 novembre 1923
Confrontando la situazione del tesoro al 30 No vembre con quella di un mese prima, troviamo un miglioramento di lire 422.268.065,93 che ag giunte ai 2.823.554.243,61 di lire risultanti al 31 Ottobre, danno per i primi cinque mesi dello eser cizio in corso un complessivo miglioramento di lire 3.245.822 309,54.
Nel mese di Novembre le entrate effettive ordi narie diedero lire 1.313.818.883,89, cioè a diro 808.768.571,57 lire meno che nel mese di ottobre di quest’anno e 447.063.947,27 lire di più che nel Novembre 1922. La minore entrata rispetto al me se di ottobre è dovuta in parte al fatto che il No vembre è mese dispari e non benefica quindi della scadenza delle imposte dirette riscosse per ruoli: le imposte dirette hanno dato cosi nel Novembre circa 206 milioni di lire contro 644' in Ottobre; in parte anche più cospicua, tuttavia, la diminu zione ci è data dalla voce « Entrate diverse.» che nell’Ottobre superò un incasso assolutamente ecce zionale di 600 m ilioni.e,nel Novembre, viceversa, sono di 45 milioni soltanto.
■ - ... — ---L ’ ECON OM ISTA 6-13 G enn aio, 1924. N. 2592-93. nel primo quadrimestre, sale in novembre ad un
incasso, di 258 milioni. Se si fossero incluse anche in Novembre le quote di cambio fra le entrate di verse, queste avrebbero superato quindi un in casso di circa 240 milioni di lire con una diffe renza, rispetto al mese precedente, di soli 360 mi lioni di lire -circa. Sommando questa differenza con la diminuzione verificatasi nelle imposte di rette, arriviamo aH’incirca agli 894 milioni, che si -sono riscossi in meno nel Novembre rispetto al mese precedente. La piccola differenza residua è dovuta a lievi variazioni in più ed in meno, ■verificatesi nelle altre partite.
Confrontando gli incassi del Novembre 1923 con quelli del corrispondente mese del 1922, tro viamo anzitutto un cospicuo aumento negli .incas si -della ricchezza mobile riscossa per ritenute, che da 35 .milioni sale a ben 182 m ilioni'di lire. An che questo salto appare poco spiegabile, poi-c-he si tratta di una categoria di entrate assai poco ela stica. Pare si tratti anche qui di' arretrati, forse già riscossi, ma non -contabilizzati a suo tempo. Sarebbe stato però quanto meno opportuno dato qualche chiarimento al riguardo.
Altri incrementi di entrate degni di menzione -si hanno, sempre in confronto de] Novembre 1922, nelle tasse di registro e di bollo ed ili surrogazio ne del registro e bollo, nelle tasse’ sugli scambi, nelle tasse scolastiche, nell’imposta sul «consumo del caffè, nelle tasse sulla vendita "degli olii mi nerali, nei tabacchi, nei proventi -delle Poste e dei Telegrafi e nelle entrate diverse.
Risultano invece in diminuzione le tasse di successione e di manomorta, quelle sulle profume rie e specialità medicinali, l’imipóste di fabbrica zione sullo zucchero e quella sugli -spiriti, quella -sulla birra, rimpasta sul vino, i proventi del lotto, quelli dei fiammiferi, quelli del chinino e i pro venti dei telefoni.
Le entra-te -effettive straordinarie diedero in Novembre soli 54 milioni di lire contro 52 milioni circa in Ottobre e 90 milioni crea nel co'rrsfHaulen te mese del 1923. La diminuzione rispetto al No vembre 1922 è data- sopratutto dai minori proventi delle alienazioni -di materiali residuali dalla guer ra, dalle minori entrate delle Nuove Provincie (diminuzione apparente, dovuta al fatto che que ste entrate vengono man mano incorporate nelle entrate ordinarie), -dalla progressiva riduzione de gli stralci della gestione approvvigionamenti e consumi, e -così via.
Complessi vamente fra entrate effettive ordina rie e straordinarie, si -ebbe nel. Novembre 1923 un incasso di Lire 1 368.150.951,74 contro cui stanno lire 1.126.415.579.58 di speso effettive ordinarie e -straordinarie : da ciò un avanzo, nel mese di Novembre, di lire 241.735.372,16 che, aggiunto all'avanzo dei quattro mesi precedenti dà un to tale di lire 2.445.800.003,65. Da questa cifra va peraltro dedotto l ’accreditamento in conto bilan cio delle lire l.Ì83.738.734,45 quale residuo della della gestione traffico marittimo, accreditamento- che rappresenta solo una partita figurativa; l ’a vanzo effettivo si riduce così a lire 1 262.001.269.20 Sia gli incassi che i pagamenti in contò costru zioni di ferrovie si contennero nel Novembre co me del resto in tutti i primi cinque mesi dell’eser cizio, in cifre presso-oche insignificanti : i paga menti non arrivarono al milione in tutti i cinque mesi egli incassi neppure a cinquantamila lire.
Il movimento di capitali diede viceversa nel
mese di Novembre un incasso di 241,6 milioni di lire ed *a complesso di pagamenti per 70.1 milio ni, donde una ulteriore ©cedenza di incassi per 171.5 milioni di lire. Nel complesso dei cinque mesi gli incassi in conto movimento di -capitali raggiunsero 1602 milioni di lire ed i pagamenti 124 milioni, con una eccedenza di incassi sui pa gamenti, di 778 milioni di lire circa.
Le partite di giro segnano rispettivamente nel mese di Novembre e nel complesso dei cinque me- «i. " milioni e mezzo e 45 milioni di incassi e 987 mila lir e 23 milioni -circa di pagamenti, con un avanzò netto di 6 e 22 milioni di lire.
Nell insieme si sono avuti in Novembre 1(417.B milioni di incassi in conto entrate di bilancio e 1197.6 milioni di pagamenti, in conto spese di bilancio, donde un avanzo di cassa di 419.7 milio ni di lire. La differenza fra questa cifra e quella di 422.3 milioni di lire che rappresenta, l’ulterio re miglior amento della situazione dei Tesoro, do vuta a variazioni apportate alle cifre precedenti per siste-mazion© delle scritture, per cui il totale degli incassi dei primi quattro mesi è disceso da 8403 -milioni ad 8402 6, ed il -totale -dei pagamenti effettuati nell o stesso periodo è disceso da 5579,5 a 5576.5 milioni di lire.
Con l’avanzo sopra indicato e con le altre di sponibilità di ca-ssa il Tesoro ha pagato in conto crediti e debiti di tesoreria, nel corso del Novem bre, 1250 milioni di lire in più -di quelle incassate allo stesso titolo. Il fondo di cassa che aveva rag giunto al 31 ottobre là cospicua cifra -di 4817 mi lioni di lire, scende così al 30 Novembre a 4005 milioni. Anche qui la differenza occorrente al pa reggio della cifra è dovuta a variazioni introdot te nelle scritture precedenti.
Per effetto delle accennate operazioni di teso reria si è -avuta- nel mese di Novembre una dimi nuzione di crediti per 762 milioni di lire ed una diminuzione di debiti per 2012 milioni. La dimi nuzione dei -crediti di tesoreria riguarda in parti- colar mo-do i pagamenti -da rimborsar©, che da 5693 milioni sono discesi a 4153, diminuzione, per. altro, in parte compensala dalì’auffiento dèi paga menti all’estero per conto di diversi Ministeri da 732 a 1492 milioni di lire. La diminuzione dei de biti di tesoreria riguarda in primo luogo i buoni del tesoro ordinari eh© da 24.035 milioni di lire sono scesi a 23. 456 milioni. Anche i vaglia del tesoro accusano una diminuzione da 1440 a 1301 milioni di lire. Pure in diminuzione risultano i debiti verso bAmministrazione del debito pubbli co, verso il fondo Culto e verso la- Cassa Depositi e Prestiti, in -conto corrente infruttifero, rispetti vamente -da 3396 8 a 2300.8 milioni, da 70.8 a 28.3 milioni e da 787.5 a 557.8 milioni di lire. E final mente anche gli incassi da regolare per dazii d’im portazione risultano discesi da 155.6 a 97.7 milio ni. Viceversa segnano aumenti i debiti fruttiferi e infruttiferi della Tesoreria verso le altre Ammi nistrazioni. rispettivamente saliti da 357 a 407 e da 465 a 540 milioni di lire.
De-6-13 Gennaio, 1984. N. 2592-93. L'ECO N O M ISTA 7
bito pubblico, da 2334- a 2042 milioni, ed altre mi nori) . I debiti di tesoreria nello stesso periodo sono discesi da 41 836,1 milioni a 39.104,6 milioni; di minuzione dovuta ai buoni del tesoro ordinari che da 23.760.8 milioni sono discesi a 23.456.5 milio ni, al debito verso TAmministrazione del Debito publlico passato, da 3.430.8 a 2300.8 milioni di lire, a quello verso il Fondo Culto, disceso da 47.0 a 28.3 milioni, ai debiti fruttiferi e infruttiferi verso altre amministrazioni, discesi rispettivamen te da 416.6 a 406.9 e da 1544.1 a 540 4 milioni di lire, ai vaglia del Tesoro passati, da 1936.5 a 1301.3 milioni di lire e ad altre variazioni mi nori.
11 fondo di cassa è infine disceso da 4579.6 a 4005.7 milioni di lire,
Somme pagate per riparazioni
Ci pare cihe il problema della, restaurazione della Ungheria, — scrive l’on. Peano —< deve estere con tempcrato con l'obbligo che questa ha di soddisfare i suoi debiti verso gli alleati e specie verso l’Italia.
E, qui non conviene dimenticale che Filatila, a cui si richiedono continue rinunzie, hia ricevuto fino al 31 marzo 1983 una somma esigila in conto ripara zioni, mentre ben maggiori sono quelle percepite da gli altri Stati. E’ traro che tali somme nella, maggior parte furono assorbite dall© spese delle armate di occupazione, dalie commissioni di controllo e dagli anticipi fatti secondo gli accordi di Sipa alla, Ger mania per il carbone, mia non è mono vero «che il pagamento di esso mentre ha cimiinuito la, quota diellTtalia, ha beneficiato gli Stati ohe li percepi scono, riducendo le spese di bilancio per il mante nimento delle forze armiate, che venne in parte pa gato dalla Germania.
Il seguente prospetto in migliaia di live è una prova di elio: S om m e p a g a te d a lla G e rm a ni a a tu tt o i l 3 1 m a r z o 1 9 2 3 a i v a ri sta ti. Somme d a d e d u r si pe r s pe se d i o c cu p a z io n e , c o m m is s io n i, a ntioi- ci p e r il ca rb o ne . D if fe re n z a I n g h i l t e r r a ... 1.315.453 1.158 225 157.228 Francia . . . . 2.151.867 1.876.796 275.071 B e l g i o ... 1.753.641 279.257 1.459.384 Italia ... 279,834 39.812 237.022
Altri Sta ti... 344.666 751 343.915
Queste cifre dimostrano come limitata, sia stata la somma fino ad ora riscossa. dall'Italia e se essa deve fare nuove rinuncie per la ricostituzione finan ziaria delFUngheria come già fece per la, ricostitu zione dell’Austria e della Bulgaria, si può- conclude re che al nostro Paese rimangono bensì ì debiti da pagare, mia cihei quasi nulla si è percepito e sarà possibile di percepire dagli Stati vinti.
D IV ISTA BIB LIO G R A FIC A
GIORGIO COLABICH - Pietro Paleocapa uomo di
Stato ed economista (con suoi scritti inèditi in ma
teria cenisuaria). — Editrice Universitaria, Pado va 1924, pag. 360, L. 23.
Proseguendo il lavoro già iniziato dal defunto
sud padre, Pietro Golabinh pubblica uni volume, di non dubbio interesse storico seguendo la, produzione I scientifica edita ed inedita del Paleocapa in mate- i ria eensuaria e particolarmente sui prinicipii adot- ! tati dall’Austria nella formazione dei Catasti e nel- || la attribuaioinie delie diverse forme d i . tributo a seu j| condia degli estimi.
Questa raccolta di scritti diversi che, già formò oggetto di alcune comunicazioni di Giorgio Cola tici! alFLstitiuto Veneto, si riferiscono ad uno stesso spedale aspetto della vita di Paleocapa. forse meno noto, ma per questo non meno interessante.
Va data lode al giovarne Pietro Colatoteli di avere dato alle stampe così preziosa m use di elementi
storici,.
F IN A N ZE D I STATO Bilancio romeno 1923 ■
Alla presenza dei rappresentanti dieil,a stampa, il ministro delle Finanze ha esposto nelle linee gene rali, il progetto del bilancio per 1924. Questo pre vede, di fronte a quello dell’esercizio' precedente, un aumento di 887 milioni nel gettito delle imposte di rette, quali risultano dall’ultimo censimento fiscale, uni aumento di 600 milioni nel gettito delle imposte indirette, di 260 milioni nelle entrate di lid io e regi stro, di un miliardo di monopoli, di 468 milioni nella gestione dei beni demaniali, e di 156 milioni nei redditi del Ministero delFInidri,stria.
Soltanto lo entrate dol Ministero, delle; Finanze sono valutate a 131 milioni al mese. Uè spese presen tano un aumento di 503 milioni nel bilancio' della Guerra e un. aumento di 1.360 milioni nel bilancio del Ministero delle Finanze per Taiceert,armento del debito pubblico interno ed estero, che per la pi ima volta dopo la guerra è stato iscritto in bilancio e per pagare l’interesse sui Buoni del Tesoro- non consolidati.
E’ previsto inoltre un aumento di 343 milioni nel bilancio dlell’Istruzione pubblica,. di 198 milioni in quello dei Culti e delle Belle Arti, di 188 milioni in quello del Ministero ctell’ Interno, di 101 miioni in quello della Giustizia, di 105 milioni in quello del l'Agricoltura, di, 84 in. quello delìTnidlustria, di 101 in quello degli Affari Esteri, di 202 ini quello della Sanità pubblica, di 45 in quello del Lavoro e della co operazione, di 969 in quello delle Comunicazioni, di 1200 in quello dlell©-Ferrovie.
Il ministro ha dichiarato di sperare che il bi lancio del 1923 sarà in pareggio1 e forse si chiuderà con una eccedenza. Terminando ha dichiarata che presenterà <al Parlamento vari progetti dii legge, uno che modificherà le imposte sugli articoli di lusso, un altro tendente a sopprimere in avvenire la tassa sugli affari.
La circolazione fiduciaria in Bulgaria
La circolazione fiduciaria, della Bulgaria am montava al 30 novembre scorso alla somma di 3.977.621,027 levas.
Prestito inglese alla Banca di Danzica.
La Banca d’Inghilterra ha promosso di consen tire alla futura Banca di Danzica,, dopo che il suo ■capitale sarà stato "versato, un prestito di 200.000 lire sterline.
E’ giunto in questi giorni a Danzica uni traspor to di 2.200.000 fiorini in monete dia 1 fiorino. Questa somma è stata messa sùbito in circolazione. Le mo nete d’ argento diverranno moneta legale a partire dal 1° gennaio.
La crisi dell'Unione Monetaria Scandinava
La Gazzetta; di Francoforte' pubblica, una infoi- iniaz,ionie da Stoccolma, secondo la, quale la Dani marca., la Svezia e la Norvegia avrebbero deciso di annullare le disposizioni dell’Unione monetaria scandinava, riguardanti l ’impiego della moneta d’ appoint come mezzo di pagamento legale nei pae si ,cihe fanno parte delFUnionei. La Danimarca e la, Norvegia, le cui monete .sono deprezziate sensibili- mente in rapporto aliai moneta, svedese, creeranno delle nuove monete d’appoint che non avranno cor se negli altri paesi dell’Unionei. Le antiche monete ‘ d’a-ppoint continueranno tuttavia ad esistere sino a che non siano state ritirate completa,mente dalla circolazione.
aciandina-L ’ EC O N O M ISTA 6-13 G enn aio, 1924. N. 2502-98.
va, quantùnque l’Unione stessa continui a esistere, almeno l (.unicamente
Una Banca di emissione in Albania
L Sitata, creata in Albania una. Banca! di emis- sionie con capitale di 5.000.000 di franchi. Oltre ad ca li,itali albanesi, hanno, partecipalo alla creazione di questo Istituito banda,rio dei consorzi francesi, olan desi e svedesi. Disposizioni speciali garantiscono la stabilità dei biglietti di banda emessi da questa banca.
Il Bilancio Lettone in avanzo
Anche ini ottobre il bilancio statale ha dimostra to un avanzo. Al 31 ottobre, l’eccedenza totale per l’ anno fiscale 1923-24 aveva raggiunto 20.340.000 •Lata (franchi oro).
RIVISTA DEL COMMERCIO Movimento del Porto d i Genova nel 1933
Durante Tanna, il movimento portuale di Ge nova ascondo ì primi dati riassuntivi raccolti dal- TUfficio. di statistica consortile dai Io Gennaio a mezzogiorno dei 31 Dicembre 1923, rispecchiano1 la seguente situazione :
Numero di navi arrivate 4360 (più 568 che nel 1922);
Numero di navi partite 4415 (più 635 che nel 192,2);
Tot,aie movimento navi N. 8775 (più 1203 che nel 1922).
La stazza netta dielle predette niavii risulta : per quelle in ai rivo torni, a 981.292 con una, differenza di tonali, 771.0314 in più su quelle corrispondenti del l’anno 1922; per le navi in partenza tonn. 6.988.877 e cioè tomi, 907.621 in più siu quelle corrispondenti rleU’anno 1922; e nel complesso fra arrivi e partenze toun, 13.970.169 di stazza netta,. (tonto. 1.678.655 in più che nel 1922).
La merce sbarcata dalle predette navi arrivate ammontò a tonili. 5.750.070 quella, imbarcata sulle navi in partenza' a tona. 650.642 e nei complesso, a, tonto. 6.400.712.
Sii avrebbe per tanto- rispetto al 1922 un’aumen to di tonn. 782.079 per le merci sbarcate ed un’altro aumento di tonn, 164.713 per le merci imbarcate.
Il movimento co miti (siici al e complessivo dei por to,, risultò quindi superiore a quello del 1922 di tonni, 946.792, non tenendo conto del movimiento di ripar tizione dal .porto alle rivierte per miezizo dii galleg gianti rimorchiati, in tonto. 60.583 superiore a, quello del 1922,. di tonni. 13.348.
Segnaliamo come caratteristici: un primo se rio riprendere del traffico granario con la Russia,: tre carichi completi giunti nei mesi di novembre, e dì dicembre, per circa 18 mila tonnellate,, nonché quasi 20 mila tonnellate- dii manganese; una ripre sa pure di traffico granario col Ganada, e la rispei- dizione per via, di miare di circa 20 mila tonnellate di cereali dal Silos di Genova, in seguito al noto forte liba,siso dei cereali di produzionie, nostra.
L'esportazione di zucchero dalla Cecoslovacchia
II Ministro czecaslovacco delle Finanze ha, vie tato l’esportazione dello zucchero grezzo; può essere esportato solamente lo zucchero che sia già stato ca ricato su vagone.
Questa misura di governo sii giustifica, col fatto ciré parecchi zuccherifici hanno sospeso, o ristretto la loro attività e che vi è da, temer1©, in conseguen za, che i bisogni del mie,reato czeco,slovacco non pos sono essere coperti noi dorso della prossima cam pagna.
D1’ altra parte il governo, cze,eos,lo varco vuple, p u re prevenire, un aumento eventuale, dei prezzi dello zucchero e prenderà a questo scopo, tutte le dispo sizioni necessarie.
La maggior parte delle raffinerie czecoslo,vac che si sono dichiarate prónte, a riservare, sino al 30 settembre 1924, un contingente pari a quello che essi© avevano destinato, nel 1923 al mercato czeco,slo vacco, cioè il 58% della produzione^
Esportazione di petrolio dalla Russia
Durante 1 anno 1922-,23-, la, Russia, ha venduto!' all estero 31 milioni di pouds di prodotti petroliferi per un ammontare di 27 milioni di rubli oro Due s,te cifre comprendono 19.5 milioni di pouds 'di pe trolio, 2.6 milioni di pouds di benzina. 7.5 milioni di pouds di olii grassi. Il resto si compone dii nafta e di combustibili.
Distinta péto regione di produzione,, resporta,- zione si distribuiste come segue : l ’Aztoeft (re,glorile di B-akou) ha consegnato 15 milioni di pouds, per una somma di 13 milioni di rubli oro; la Grozneft (regione di Groisniyi) 4.5 milioni di pouds per 6.7 mi lioni di rubli; TEmbaneft (regione deH’Embs) 12,4 mila poulds per 12,3 m|ila, rubli.
I prezzi per tornio, inglese fot,, erano: nafta pa raffinata 4 lire sterline, 10 scel'ini; petrolio, 3 ster- me 10 sh,; benzina fob>. Novorossiisk 15 sterline 16 sh; e 14 sterline cif veris0 la fine dell’anno'.
Utili delle industrie russe
II Consiglio del Lavoro e, della difesa della Rus sia del Soviet®'ha decretato che le industrie, soviet Uste, che hanno realizzato degli utili nei corso dei- 1 ultimo esercizio, ne debbano versare, il 70 per ,cen to al minimo, al Tesoro di Stato.
Situazione economica della Crimea
Quantunque 1 ultimo raccolto della. Crimea sia stato buono,, la situasi ionia economica della Crimea è criticai : la produzione dei cereali1 che si eleva a 1.400.000 quintali non soidldisiferà il fabbisogno loca le: quella delle col tuie- speciali a (uva, tabacchi ecc.) che ammonta a 570.000 quintali, è ostacolata dalla miancianKa di meizizi finanziari © di crediti.
Commercio estero della Cina
- E valore del commercilo estero della Cina nel 1922 ha raggiunto 1.600.000.0000 taefe, cioè una cifra record che sorpassa di 98 milioni di tale® le cifre dei 1921: e questo quantunque; Tanno sia stato cat- tivo.
Il commercio tra la Cina © la Gran Bretagna noto segna che un pìccolo aumento nel 1921. °Le importazioni agli Stati Uniti sono, diminuite di," cir ca 6.500. ODO ta,els, mia lei esportazioni-sono in legge ro aumento, quanto a, valore,, sul Gì,appone, la Sibe ria Tln,decina, Tinàia, la Germania e l’Olanda, E’ da notare in particolare il forte aumenta della, Ger mania,. Le icioinpagnie di navigazione hanno avuto • un annia,t-a molto dura, In seguito agli scioperi di Hong-Kong, si è avuto una, forte domanda di ton nellaggio su tutta la quota, ma i! traffico non ha su bito alcun migli orarne,nto.
R IV IS T A D E L M ERCATO E D E I V A L O R I Rassegna finanziaria annuale
L,e Borse italiane sono entrate nel nuovo anno con liete prospettive. Si vive un’ atmosfera di fiducia e di buon umore. Durante tutto Tanno 1923 con costanza abbiamo espresso in queste ’ colo,irne il mostrò otti mismo sulle nostre condizioni finanziarie ed econo miche, ed oggi sdamo -lieti dii constatare in tutta la quota delle notevoli plusvalenze, corale risulta dal quadro statistico che, segue la rasségna: Il movimen to di rialzo è stato interrotto solo d,a passeggeri re gressi provocati essenzialmente da ragioni tecniche di borsa. Nel bilancio economico, del 1923 possiamo rilevare cifre confortanti : i depositi fiduciari sono accresciuti dii circa 4 miliardi, f nostri principali prodotti agricoli segnatoio aumenti rilevanti:
GR A NO raccolto 1922 milioni di q,li 43 * raccolto 1923 milioni di q-Ii 61 plusvalenza mil. di q.li 18 Barbabietole 24 28 4 Vino 35 46 1/2 11 1/2 etto!.
Bozzoli 32G mila 434 mila 105 mila q.B
La bilancia commerciale comprese le rimesse de gli emigranti e le spese dei forestieri è quasi in pareggio.
Banca Commerciale Italiana
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Capitale sociale L . 400.000.000 — Riserva L . 180.000.000
Direzione Centrale: MILANO - Piazza Scala, 4-6
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oeneRALC -
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(Legge 4 Aprile 1922, N . 305)
I capitali assicurati presso lTstituto Nazionale delle Assicurazioni oltre che dalle riserve ordi narie e straordinarie dell’Ente sono garantiti dal Tesoro dello Stato.
Le polizze emesse dal predetto Istituto hanno quindi il carattere e le garanzie dei titoli di Stato.
Attualm ente i capitali assicurati presso l’Isti tuto Nazionale delle Assicurazioni ammontano a quattro miliardi e mezzo.
I capitali assicurati non sono soggetti a tassa di successione e sono insequestrabili.
CASSA 01 RISPARMIO DEL BANCO DI NAPOLI
OPERAZIONI
Cassette economiche custodia libretti a risparmio.
» a Enti diversi.
di deleig. a carico dello Stato.
» a Società ferroviarie e ad Enti con garanzia » a Comuni, Provincie e Consorzi di bonificaz. Credito agrario - Mutui ipotecari
4 per cento.
» su buoni fruttiferi (per la Libia) dal 3,25 » di piccolo risparmio operaio . » 5 % » vncolati per riscatto pegno . » 5 % Depositi su libretti ordinari di risparmio al 2,50 %
U F F I C I
La Cassa di risparmio ha complessivamente 61 Uffici ra c coglitori dei risparmi, dei quali 12 in N apoli e 43 nelle provin- cie meridionali e sarde, 4 nelle provincie redente, 1 nella Libia (Tripoli e 1 in America (Chicago). In gennaio 1921 fe stato attivato il serviziodi Cassa di risparmio presso la Sede delBanco in Roma
Situazione al 31 dicembre 1922
ATTIVO
T i t o l i ... Credito a g r a r i o ... C[C col Banco di N a p o l i ... Partecipazione a Consorzi per mutui all’Ist. naz.
di credito pel risorgimento delle Venezie ed a l l’Istituto di credito per le Casse di risparmio . Mutui ipotecari e privati ,
» a Cornimi, Prov. e Cons. di bonif. » a Enti ci gar.a déleg. a carico dello Stato » a Enti diversi . . . . Anticipaz. su polizze ex combattenti . Interessi da e s i g e r e ... Partite v a r i e ... Spese dell’esercizio . , , 549.166.184,27 6.408.842,46 17.881.025,45 » 11.724.637,71 >» I 39.304,58 » i 59.036.094,24 » 38.433.555.46 » 1.807.903,54 » 4.905.934,44 » 173.742,65 » 6.630.347,13 » 2.788.217,68 Totale generale PASSIVO
Pondo di dotaz. riserva e rivai, titoli ® ( libr. ord. al portatore . . L. ' ? n , 1 » » nominativi . «
per riscatto pegni piccoli risp. operai . ^ c3 (
Partite varie . Utili netti dell’esercizio
602.279.764.89 6.617.134,90 297,67 60.614,98 Totale generale L. 698.995.789,61 45.926.447,95 608.957.812,44 22.778.895,17 21.332.634,05 698.995.789,61
Comp.ia Italo-Argentina
di =—
;
-Assicurazioni Generali
Capitale sociale Lst. 2.000.000 c/1. interamente sottoscritti Assicurazioni: V IT A - INCENDITRASPO RTI - INFORTUNI LA COMPAGNIA IT ALO-ARGENTINA
D I ASSICU RAZIO N I GEN ERAL]
ha la esclusività, per tutto il territorio della Repubblica Argentina, della riassicurazione dell’
ISTITUTO NAZION. D ELLE ASSICU RAZION I DEL REGNO D ’IT A L IA
le cui riserve sono garantite dal Tesoro dello Stato
Banchiere: BANCO ITALO-BELGA
Direttore Generale: Roncaglia cav. rag. Armando
Avenida de Mayo 963 £ ? ; 2945,S r o í
Questa Compagnia emetterà polizze sulla vita in.Ère italiane al cambio del giorno
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CASSA AAZIODALE D U S S I Q I H GSfi“ ? “:“
Sede Centrale in
Fondata con legge 8-7-1883, N. 1473. Autorizzata ad operare col privilegio della esclusività in Tripolitania — Cirenaica — Trentino — Alto Adige e nella Venezia Giulia ed esercente l’as sicurazione obbligatoria contro gl’infortuni in agricoltura, in sessantuna provincie del Regno
Direzione Generale : ROMA 38 - Piazza Cavour, 8
Sed i dei com partim enti :
ALESSAN D RIA - ANCONA - AQ U ILA - A R E Z Z O - B A R I - BENEVENTO - BEN G ASI - B E R G A MO - BOLOGNA - C A G L IA R I - CA LTA N ISE T TA - C A SERTA - C A T A N IA - CH IETI - COSENZA CREMONA - F IR E N ZE - FO R LÌ’ - GENOVA - LECCE - MILANO - NAPOLI - N O VARA - PADO VA - PALERM O - PERU G IA - PISA - POTENZA - REGGIO C A L A B R IA - REGGIO E M ILIA - RO MA - SASSARI - SIENA - TORINO - TRENTO - TRIESTE - TR IPO LI - UDINE - V E N E ZIA - V I CENZA - FIUME.
49 Sedi Secondarie — 434 Agenzie — 86 Ambulatori medici — Sub Agenzie in tutti i comuni di importanza agricola od industriale.
La Cassa Nazionale Infortuni è Istituto pubblico ed organo ufficiale delle Assicurazioni per gli Infortuni sul Lavoro.
L ’Istituto non ha scopo di lucro.
La corrispondenza e i vaglia diretti alla Cassa Nazionale Infortuni dagli assicurati godono fran chigia postale.
La Cassa Nazionale concede lo sconto del 5 per cento sul premio ai propri assicurati che da un anno sono soci dell’Associazione degli Industriali d’ Italia per prevenire gli infortuni del lavoro — Mi lano, 13 -— Piazza Cavour, 4.
A cura della C. N. I. viene pubblicata la:
R a sse g n a d ella P revid en za S ociale
Infortunistica e Assicurazioni Sociali — Legislazione, Medicina e Questioni del Lavoro. ANNO X — 1923 - Abbonamento annuo : Italia e Colonie L. 40 - Estero L. 75