• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.51 (1924) n.2598, 24 febbraio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.51 (1924) n.2598, 24 febbraio"

Copied!
10
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO,BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PR IV A TI

II

Direttore : M. J. de Jobamiis

Anno LI - Voi. IVI Firenze-Roma

Ih

Febbraio -

1

Marzo 19Z4

R o m a ^ - v ia G r e g o r ia n a , 56

il. 2598-99

S O M M A R I O

P A R T E ECONOMICA. I titoli di debito d ello Stato.

La ricch ezza N a zion ale e le r ip a ra z io n i.

P rog etto di legge B elga sul c o n tr o llo delle a ssicu ra zion i su lla vita. R IV IS T A BIBLIO G RA FIC A.

R IV IS T A D E L COMMERCIO. II c o m m e r c o estero della T u rchia.

L ’ ind ustria sid eru rgica in G erm an ia n ell’ a n n o 1923. La p rod u zion e della ca rta in G erm an ia.

R IV IS T A D E L M E R CA TO DEI V A L O R I. Rassegna S ettim an ale. - Gu s t a v o De s l e x.

PARTE ECONOMICA

I titoli di debito dello Stato.

Il governo fascista sorto ed affermatosi con un programma di riforme, di semplificazioni ammi­ nistrative, di unificazioni, di epurazioni, di sfron­ damenti ecc., ha fino adesso dovuto più che altro preoccuparsi, per quanto riflette la sistemazione finanziaria del paese, del consolidamento del bi­ lancio, senza turbare le fonti delle contribuzioni e cercando di limitare per quanto possibile le spese.

Ma conseguito tale intento alcuni dei problemi che formano parte del suo programma potranno essere opportunatamente affrontati e fra questi oggi vogliamo ricordare: l’uno la riforma tribu­ taria e sopratutto la semplificazione della esa­ zione dei tributi, l’ altro la unificazione del de­ bito pubblico.

In merito al primo problema abbiamo già scritto e scriveremo ancora a sostegno del nostro convincimento, ripetuto durante un cinquanten­ nio, che il sistema tributario italiano sia parti­ colarmente vessatorio, non soltanto per quanto riflette la gravezza e la molteplicità dei tributi, ma ancora e fortemente per quanto concerne la forma della loro esazione, che riesce costosa per l’erario ed oltremodo penosa, incivile ed incomoda per il cittadino.

Vogliamo invece oggi accennare brevemente ad una proposta che viene autorevolmente avanzata in occasione di una difesa contro le stolide voci messe in circolazione da inconsulti interpretatori del rialzo delle quotazioni del consolidato 5 °|°, intese a preconizzare una prossima conversione del titolo.

È noto invece che per virtù di legge il conso­ lidato 5"|0 non può essere convertito prima del

; II che esclude di per sè la pos­ sibilità di una così prematura manovra dello Stato per valorizzare il titolo. La conversione in­ vece viene operata dagli stessi investitori e dagli stessi speculatori che portando il titolo verso al­ tezze pi ossi me alla pari ne riducono in tal modo il ìendimento ad un tasso sempre più prossimo al 5 °[0 anziché il 61(2 o il 7 qual’era allorché il Consolidato toccava appena 1’ 80 °[0 del valore nominale.

La proposta di cui abbiamo accennato riflette una graduale conversione dei numerosi titoli di debito pubblico che infiorano il Gran Libro dello Sfato e che, mentre da una parte non hanno un mercato, non hanno dall’altra neanche un signifi­ cato derivante da caratteristiche proprie che pos­ sano costituire una particolare attrazione per de­ terminate categorie di risparmiatori. Vogliamo accennare ad esempio alle obbligazioni 3e3,50°ro netto, cieate nel 1908 e nel 1910, il consolidato 3,50°[o netto del 1902 (da non confondersi con quello del 1906) i certificati ferroviari 3,65°|0 netto, i certificati ferroviari di credito 3,50 netto ; i quali tutti non hanno neppure quella origine storica e politica che possano giustificare ad esempio la lendita a favore della S. Sede (che mai alcuno penso di riscuotere) il debito feudale 3°|0 di Mo­ dena, il prestito Pontificio Blount, le obbligazioni delle ferrovie Vittorio Emanuele, le obbligazioni del Banale Cavour ed altre che posseggono già un collocamento o che lentamente stanno estin­ guendosi per effetto degli ammortamenti.

La proposta s’ indugia appunto a dimostrare Ja convenienza che avrebbe lo Stato di semplifì caie 1 amministrazione del debito pubblico of­ frendo ai loro portatori il titolo principe del nostro mercato e cioè il consolidato 5 °[0 ed al­ lettando i detentori ad accettare la conversione aggiungendo qualche leggero vantaggio sulle quo­ tazioni correnti, lasciando però un largo limite di tempo affinchè il capitalista possa gradual­ mente convincersi della utilità del cambio.

Ed ugualmente la proposta cui abbiamo ac­ cennato contiene un progetto di conversione della massa cospicua di Buoni del Tesoro che rappre­ senta quel contingente di impegni a breve sca­ denza, origine costante di preoccupazioni per i reggitori della finanza pubblica in consolid. 5 “p,. E bene intendere però che la proposta contiene il merito principale da noi vivamente appoggiato di far consistere 1 operazione in una conversione obbligatoria.

Inutile spiegare ai nostri lettori quanto penosa riuscirebbe ai detentori di un titolo a caratteri­ stiche speciali come il Buono del Tesòro, una conversione imposta per forza di legge, ancorché essa dovesse racchiudere un qualche vantaggiò di indole pecuniaria.

(2)

42 [.’ ECONOMISTA 24 Febbraio - 2 Marxo 1924 - N. 2598-99

comodo, lasciando giocare gran parte del nuovo risparmio verso l’ acquisto del consolidato 5°[0 anziché verso i Buoni del Tesoro di cui non do­ vrebbero compiersi ulteriori emissioni.

Procedendo per gradi si eviterebbe natural- menle da una parte la possibilità di una rica­ duta nelle quotazioni del consolidato, dall’ altra j le ripercussioni che deriverebbero col sottrarre dal mercato titoli a breve scadenza e quindi suf­ ficientemente liquidi quali occorrono alle Banche, alle Casse di Risparmio, al commerciante, all’ in­ dustriale, all’ uomo di affari che investe in titoli a breve scadenza per sostituirvi un titolo a lungo termine come il Consolidato.

Noi concordiamo perfettamente con la proposta che abbiamo qui succintamente riassunta e vor­ remmo che il Ministro delle Finanze traesse oc­ casione dalle prossime scadenze dei Buoni del Tesoro per studiare ed eventualmente attuare non soltanto la conversione di questi titoli, ma | anche quella dei minori, di cui abbiamo fatto cenno nel corso di questa nostra breve nota.

La ricchezza Nazionale e le riparazioni.

Sono assai interessanti e istruttive le tabelle pubblicate a cura dell’Associazione Bancaria Ita­ liana e dovute al dott. Mario Alberti, uno dei tre esperti italiani nella Commissione interalleata per lo studio dell’ attuale situazione economica della Germania.

Le tabelle si basano sui calcoli eseguiti sinora sulla ricchezza media per abitante tradotti in dollari, per evitare le complicazioni delle svalu­ tazioni monetarie: ci dicono, a saperle leggere, una quantità di cose.

Innanzi tutto, vi è un Paese la cui ricchezza si è enormemente accresciuta a causa della guerra e, ancora più, del dopo guerra: e questo Paese è la Repubblica degli Stati Uniti di America. Le cause di questo arricchimento sono principal­ mente due. Durante il conflitto, la poderosa or ganizzazione tecnica dell’ industria americana e la fertile vastità del territorio permise a quello Stato di eseguire colossali rifornimenti, ai Paesi dell’ Intesa, di prodotti finiti, materie prime e generi alimentari ; ed in tal guisa essa mutò ra­ dicalmente la situazione della propria bilancia internazionale dei pagamenti : riassorbendo la massima parte dei titoli americani detenuti da capitalisti esteri ed acquistando per di più azioni e valori stranieri. In secondo luogo, terminata la lotta, gli Stati Uniti, con la loro coraggiosa po­ litica dell’ azionista — la quale fece fallire in due anni per 12 a 14 miliardi di lire oro di in­ dustrie belliche e non si spaventò di una tem­ poranea disoccupazione, che toccò i 2 milioni di lavoratori — rimisero immediatamente in ordine la finanza e l’ economia nazionale, e, elevando il dollaro al disopra del prezzo dell’ oro, ribas­ sarono i prezzi in guisa da divenire larghissimi esportatori ; rifacendosi in tal modo una inau­ dita prosperità industriale, con la conquista di tutti i mercati che prima venivano divisi, nel­ l’America e nell’Oriente, fra la Germania e l’ In­ ghilterra.

Riassumendo una serie degli elementi raccolti dall’ Alberti, si può esprimere questo, ed alcuni altri importanti fenomeni, con la tabellina se­ guente (in dollari) :

PAESI Stati Uniti Inghilterra Francia (1) (2) (3) 2000 3600 3600 1555 1431 1573 1657 1211 1626 Italia 630 487 597 Belgio 1494 1274 1598 Germania 1240 966 436

Queste cifre bastano a mostrare la diversità di interessi dei vari Paesi dell’ Intesa di fronte al problema delle riparazioni, Diversità che ap pare ancora più chiara, ove si tenga conto di quest’altro quadretto : PAESI (1) (2) (3) Stati Uniti 2000 3701 3597 Inghilterra 1555 1690 1528 Francia 1657 1726 1637 Italia 630 567 630 Belgio 1494 1596 1487 Germania 1240 436 836

Considerando questi due quadri, si vede che per l’ Inghilterra, per la Francia e per il Belgio la più favorevole delle soluzioni è la prima, cioè l’ esecuzione integrale del trattato di Versailles. Il che si comprende agevolmente, ove si rifletta ai due fatti seguenti : 1) che questi tre Paesi as­ sorbono una larga percentuale delle riparazioni tedesche, sulle quali poi il Belgio ha parecchi diritti di priorità; 2) che l’ Inghilterra ha più crediti verso gli Alleati che non debiti verso l’A­ merica ; al Belgio la più parie dei debiti sono stati rimessi; e la Francia, pur avendo debiti assai larghi, conta però crediti non insignificanti.

Viceversa, per l’ Italia, i suoi debiti verso gli Alleati superano considerevolmente i crediti che vanta sulla Germania, anche, se dato il mancato pagamento dell’ Austria, dell’ Ungheria e della Bulgaria, spetti a noi non già solo il 10 per cento sui risarcimenti tedeschi, ma la media ponderata fra il 10 ed il 25 cento.

Questa diversità di interessi spiega le diverse politiche degli Stati dell’ Intesa verso la Germania, Francia e Belgio tengono fermo, per quanto è possibile, sul trattato di Versailles. L’ Italia, per contrario, ha più interesse alla remissione totale dei debiti interalleati, perchè essa le creerebbe un beneficio, anche se non ricevesse più nemmeno per un marco dalla Germania.

Gli Stati Uniti hanno già guadagnato talmente jj nella guerra, che preferiscono di gran lunga il riordinamento dell’Europa a qualunque indennità. ' Ma si dimostrano più restii a condonare i debiti interalleati.

L’ Inghilterra, infine, da una remissione gene­ rale dei debiti interalleati e contemporanea ri­ duzione delle riparazioni alla Germania viene a j perdere qualcosa in confronto della sua ricchezza prebellica. Questa perdita è però inferiore ai danni che le arreca, si può dire quotidianamente, fa t­ tuale sconcerto economico, il quale sottopone le sue potenti industrie ad una serie alternata e rin- novantesi di alti e bassi ; per i quali ogni svalu­ tazione di moneta estera provoca una concor­ renza improvvisa nell’ interno stesso del Paese, a base di «dum ping»; ogni miglioramento della sua moneta significa rallentamento delle espor­ tazioni ; ogni aumento del dollaro in confronto dell’Europa Continentale trascina con sè — come appunto avviene in questo momento — una va­ lutazione della sterlina. Così che, per cause af­ fatto indipendenti del suo grande e fortunato sforzo di risanamento finanziario, f Inghilterra soffre di una crisi cronica provocata dai disor­ dini dell’Europa e chi le consuma assai maggiori ricchezze del quanto non possa renderle la quota del 25 per cento di riparazione alla quale avrebbe diritto.

(1) Ricchezza di ante-guerra per abitante.

(2) Ricchezza, meno danni ed indebitamenti esteri ed interal­ leati per abitante. . . . . .

(3) Ricchezza, detratti i debiti, ma aggiunte le riparazioni in­ tegrali (132 miliardi di marchi oro).

(1) Ricchezza prebellica.

(2) Col mantenimento di tutti i debiti interalleati e di tutte le

riparazioni. „

(3)

24 Febbraio - 2 Marzo 1924 - N. 2598-99 L’ ECONOMISTA 43

Progetto di legge Belga

sul c o n tr o llo delle a s s ic u r a zi o n i sulla v i t a .

Il Belgio ad esempio di molti altri paesi sta per avere una legge sul controllo dell’ assicura­ zione sulla vita. 11 Senato ha iniziato lo discus­ sione di un progetto che fu presentato nel luglio 1920 e che dopo essere stato esaminato dalla commissione dell’ Industria a del Lavoro, è stato risottoposto con poche modificazioni nel mag­ gio 1922.

Una tale legge è necessaria ? A questa questione il « Moniteur des Intérêts Materielles » esita a ri- ; spondere affermativamente. Questa legge colmerà una laguna della legislazione belga. La sua uti­ lità non è più ora contestata neanche dai più ardenti partigiani della libertà economica. Essa si giustifica sopratutto per due ragioni : anzitutto la facilità degli abusi ai quali dànno luogo sotto il regime dell’ attuale legislazione le operazioni ! assicurative; poi, il particolare interessamento di cui sono degni coloro che ne sono vittime, j! Certo le regole imposte alle Società Commerciali in materia di costituzione, di sottoscrizione al | capitale di bilancio ecc., si applicano anche alle Società di assicurazioni sulla vita. Esse costitui­ scono delle garanzie che, in modo generale, pos­ sano risultare sufficienti per gli azionisti, obbli­ gazionisti e anche per la clientela d’ altronde |j spesso passeggera, di una Società Commerciale

qualunque.

Ma le Società di Assicurazioni sulla vita si dedicano ad operazioni il cui meccanismo si ri­ ferisce alla regola generale di una clientela per­ manente assai degna di considerazione e parti­ colarmente della protezione statale. Questa clien­ tela è costituita dagli assicurati.

' L’assicurazione sulla vita che viene praticata più usualmente e d’altronde più razionalmente, i è l’assicurazione mista, consistente in un con- ' tratto pel quale mediante il pagamento regolare di una quota chiamata premio, viene assicurato un capitale determinato pagabile a se stesso ad una data fissa ovvero ai propri eredi al momento della propria morte se la morte stessa ha luogo prima dalla data stabilita dal contratto. L’assi­ curazione sulla vita in virtù della quale il capi­ tale non è pagabile al beneficiario che al mo­ mento della morte dell’ assicurato si riscontra sempre più di rado. In massima generale si può dire che l’assicurazione sulla vita ha per fine di ! indennizzare almeno parzialmenle una famiglia dalla perdita prematura del suo capo, del suo

sostegno, di chi guadagna insomma, ovvero as­ sicurare a questi una riserva per i suoi tardi | giorni.

Si tratta dunque di un’ opera di previdenza assai raccomandabile presentando un reale inte­ resse sociale e che non si potrebbe abbastanza incoraggiare. Malgrado i gran benefici dell’assi­ curazione svolta con criterio, bisogna tuttavia riconoscere che questa nel Belgio non è ancora sufficientemente penetrata nelle abitudini e che spesso si urta presso il pubblico contro resistenze che da molto tempo non incontra più nei paesi vicini, in Francia, in Olanda, in Germania, in Svizzera. Questo proviene senza dubbio non sol­ tanto da una indifferenza contro cui la propa­ ganda non ha reagito abbastanza, ma anche da delusioni procurate da alcune società Belghe che : sotto un regime di libertà per così dire assoluto si sono impegnate in imprese assicurative sulla vita senza cura di seguire le regole che la scienza j ha tracciato per tali operazioni e dalle quali ! non è possibile scostarsi senza che ci si esponga a risultati disastrosi i quali disgraziatamente non !! risultano che assai tardi agli occhi del profano Il senza esperienza.

Le società di assicurazioni sulla vita che vuol Il raggiungere convenientemente la sua missione

non può disporre in modo arbitrario dei premi ! che essa riceve dai suoi assicurati. Èssa deve co

stituire una riserva per far fronte ai suoi impe gni, per far fronte cioè ai sinistri che si verifi­ cano nella sua clientela ovvero per pagare i ca pitali assicurati alle rispettive scadenze.

Questa parte dei premi è quella che chiamasi « riserva matematica »; essa deve venir calcolata secondo determinata regola. Essa appartiene in realtà agli assicurati. Ma la legislazione attuale non riconosce a questa alcun diritto speciale a tale riserva che la parte al patrimonio della Società e che quest’ultima può utilizzare a suo ! criterio come semplice riserva commerciale. Si vede subito a quale abuso possa condurre tale | sistema. Prevenire tali abusi, salvaguardare gli | interessi degli assicurati è l’oggetto del progetto di legge belga, che tende all’ organizzazione di un controllo delle imprese assicurative sulla vita non solo pei- la sorveglianza delle imprese già in ! attività, ma anche e sopratutto per una regola­ mentazione preventiva alla quale tutte saranno obbligate di sottoporsi. E’ sopratutto questa re­ golamentazione preventiva che caratterizza il progetto.

Ma se in questa materia, conviene accettare una certa restrizione alla libertà, non si può an­ dar troppo lungi in questa via. Bisogna evitare di cadere in un sistema rigoroso il quale soppri­ merebbe ogni libertà commerciale sopratutto co­ me diceva il Sen. Delauny nella seduta del 4 di­ cembre, limitando la scelta delle basi tecniche, racchiudendola in limiti troppo stretti, restrin­ gendo la diversità dei modi e delle combina­ zioni dei vari tipi assicurativi, imponendo me­ todi di calcolo delle riserve matematiche che non sono accettabili che da parte di compagnie aventi grazie al loro passato di già lungo, delle riserve speciali che loro permettono di scambiare l’ am­ montare del loro passivo, cosa impossibile per le compagnie giovani o di mediocre importanza. C’è effettivamente uno scoglio contro il quale i nostri legislatori faranno bene di tenersi in guardia.

Secondo il progetto di legge attualmente sot­ toposto ai deliberati del Senato le imprese di as­ sicurazione sulla vita per funzionare nel Belgio, dovranno ricevere l’autorizzazione preventiva, che non potrà esser loro accordata che quando esse abbiano giustificato di esser regolarmente costi­ tuite, sotto la forma di Società per Azioni e di Associazione di Mutue Assicuratrici che la loro organizzazione finanziaria e le. basi delle loro { operazioni sono conformi ai principi della tecnica assicurativa e che le condizioni dei loro contratti escludono ogni speculazione che si rivelerebbe distruttiva dell’ammontare, dei premi e dei van­ taggi dell’ assicurazione.

Per 1’ avvenire non ci saranno dunque più le due forme di Società Assicurative per la vita : la Società per Azioni e l’Associazione Mutua As­ sicuratrice. La cooperativa non è più ammessa, tuttavia le Cooperative hanno la facoltà di sus- ! sistere assumendo la forma della mutualità fin- tanto che esse beninteso non facciano dell’Assi­ curazione un oggetto di commercio e che si li- Il mitano ad assicurare i loro membri. Pretendendo fare opera completa di risanamento gli autori del progetto propongono d’interdire ogni opera­ zione di risparmio di capitalizzazione o di Assi­ curazione comportante la cumulazione delle som­ me da ripartirsi tra gli interessati, sia per via di estrazione a sorte, sia per effetto di una stipula­ zione di sopravvivenza propria di ogni patto ma­ tematicamente determinato in funzione dei con­ tributi o della partecipazione individuale.

(4)

altri-!■ 44

|

_

menti. Ora in generale questo non è il caso. Tutte le combinazioni finanziarie che favoriscono lo spirito d’economia che spingono al risparmio, riempiono un ruolo utile e non'meritano d’essere col [lite da ostracismo. Il Ministro del Lavoro condanna la tontina. Noi la condanniamo con lui se si tratta della tontina pura. Ma alcune Società praticano la tontina con alcune modifì cazioni che la rendono una operazione eccel lente.

Prima di cominciare o di continuare le loro operazioni, le imprese di assicurazioni sulla vita saranno tenute a sottomettere specialmente al , Ministero dell’Industria e del Lavoro, un espo­ sto delle basi e dei metodi adottati per il calcolo dei premi netti, dei carichi e delle riserve, per la determinazione del valore di riduzione e del valore di riscatto delle polizze e se ha luogo, per la partecipazione ai benefìci, anche un espo­ sto delle spese di primo impianto, d’amministra­ zione e di esercizio.

L’autorizzazione di funzionare sarà dato da decreto reale su avviso di una commissione spe­ ciale che sarà istituita presso il Ministero del­ l’Industria e del Lavoro sotto il nome di « Com­ missione di Assicurazioni private » e che in realtà sarà incaricata di esercitare il controllo stabilito dalla futura legge. Legalmente, questo non sarà che un comitato consultativo, ma in pratica il Ministro non farà che ratificare le sue decisioni. Sarà dunque un organismo chiamato a rappre­ sentare una parte importante, quello che dovrà portare il legislatore a determinare saggiamente la sua opera e le sue attribuzioni. Il progetto di legge prevede che questa commissione sarà com­ posta di nove membri scelti tra le persone com­ petenti in materia di tecnica e di diritto di as­ sicurazioni. Su proposta del Signor Dignette se­ natore di Liegi, il ministro ha accettato che la Commissione sia composta di tre funzionari, tre direttori di Società e tre attuarii. Così composta, la Commissione presenterà ancora l’inconveniente di comprendere uomini chiamati a deliberare sulle sorti dei loro concorrenti. Non ci sarà m o­ tivo di trovare, per formare questo Comitato, personalità competenti all’ infuori di Società di Assicurazioni, in modo che sia completamente indipendente e che le sue decisioni non possano essere mai sospettate di parzialità.

Le attribuzioni della Commissione di Assicura­ zioni private potranno essere definite in maniera più precisa. Indipendentemente da quelle che gli sono devolute dalla presente legge, diee il pro­ getto, la Commissione delibererà su tutte le que­ stioni che le saranno sottoposte dal ministro in­ torno ad assicurazioni private.

Tuttavia, sotto riserva dell’ approvazione del Ministro, la più ampia facoltà gli è concessa, in ciò che concerne la fissazione del valore di ri­ scatto e di redazione, la valutazione delle basi del funzionamento di una impresa, il calcolo delle tariffe, i cambiamenti onde essa colpisce i premi, j le clausole delle polizze, il modo di calcolo e di collocameuto delle riserve, l’ apprezzamento delle condizioni sulle quali un prolungamento di autorizzazione potrà essere accordata, ecc.

Vi sono d’altronde delle disposizioni rientranti nelle garanzie da darsi agli assicurati. Bisognerà aggiungere una cauzione chè sarà riscossa dalle Società e che può sembrare superflua, se le ri­ serve matematiche, calcolate scientificamente, hanno fatto oggetto di collocamento costituente una garanzia sufficiente per gli assicurati. I di­ ritti di questi, in ciò che concerne queste riserve comportano : 1° la distribuzione, per privilegi dei valori rappresentanti suddette riserve alla liqui­ dazione delle operazioni d’assicurazione e 2* la facoltà di reclamare i valori di riscatto del con tratto o la riduzione dell’assicurazione, nelle con­ dizioni determinate dalle clausole generali della

24 Febbraio 2 Marzo 1924 - N, 2598-9S

polizza e al massimo a partire dal 3° anno, allor­ ché i premi cessano prematuramente di essere pagati.

Il progetto di legge non forma regole precise per i calcoli delle riserve matematiche. E’ que­ sta una questione lasciata all’apprezzamento della Commissione, che si vedrà, sarà investita di po­ teri molto estesi.

Il progetto non specifica e non commenta di più come dovranno essere collocate le riserve ma tematiche. Esse saranno collocate, dice l’ art. 17, sulle condizioni da determinare dai regolamenti di controllo.

Le società estere sono autorizzate a trattare nel Belgio operazioni di assicurazione sulla vita, sotto la riserva che i loro paesi d’origine accor­ dino dei vantaggi equivalenti alle Società Belga. Esse dovranno depositare e conservare in Belgio, nelle condizioni che saranno determinate dai re­ golamenti di controllo, il valore rappresentativo delle riserve matematiche spettante a tutti i con­ trolli sottoscritti in Belgio e nella colonia del Congo, sia prima, sia appresso la messa in vi­ gore della presente legge.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Ge o r g e Ba r n ic h — Le Bilan de la Ruhr et les ripa- rations. Bruxelles, Ed. Flambeau 1924

L’A. pone con molta chiarezza la posizione attuale del problema della Ruhr fornendo dati precisi tolti quasi tutti dai documenti ufficiali e parlamentari francesi sul bilancio economico della occupazione della Ruhr. Egli riassume altresì in forma concisa e chiara quali sono le condizioni di una soluzione del problema che è già costato somme ingenti alla ji Francia e che tanto danno ha recato alla economia ¡j generale dell’Europa, [.’opuscolo di una sessantina ¡! di pagine si presenta oltremodo interessante per chiunque voglia acquistare una precisa idea dei ter- li mini della controversia.

Pr o f. Do t t. Vit t o r io Vil l a v e c c h ia. — Dizionario di

Merceologia e di chimica applicai. — Hoepli, Mi­

lano 1924. Pag. 1663

E’ questo il 2° volume dell’ormai famoso ed unico dizionario italiano di merceologia al quale la bene­ merita Casa Hoepli attende curando la pubblicazione della quarta edizione che viene offerta al pubblico riveduta, corretta ed ampliata a seconda delle più j moderne cognizioni. Il dizionario è indispensabile ] per quanti si dedicano al commercio ed anche a tutti coloro che desiderano tenere al corrente la propria I coltura e rendersi conto della origine e dell’uso di ; prodotti e di merci che quotidianamente si sentono rammentare.

So c ie t à d e l l e Na z i o n i— Bureau International du Tra- vail — La durée du Travail dans l’industrie — Pays Bas. — Génève 1923,

Nella serie di studi e documenti sui salari e sulla durata del lavoro il nuovo opuscolo porta un con­ tributo interessante per quanto riflette i Paesi Bassi.

Ca m e r a d i Co m m e r c ioe In d u s t r ia d i Mil a n o. — Uf­ ficio di Statistica — Il commercio all’ingrosso del

bestiame da macello in Milano — Milano 1924. —

Pag. 62.

Alla stregua di grafici di prospetti e di numeri indici preceduti da una succinta relazione è facile rendersi conto per merito di questa pubblicazione ! del movimento del mercato di carni da macello nella ; piazza di Milano. Si sono indicate le varie tariffe at­ tinenti a questo genere di commercio, nonché le ope- | razioni da compiersi a termini del regolamento del | Municipio di Milano.

(5)

11

24 Febbraio - 2 Marzo 1924 - N. 2598-99__ V ECONOMISTA 45

li com m ercio estero della Turchia.

Secondo una statistica pubblicata dalla Direzione Generale delle Dogane, le importazioni in Turchia, nel primo semestre dell’anno 1923 si sono elevate a circa lire turche 62 500.000 e le esportazioni a lire turche 30.700 000. Risulta quindi una differenza di 31900000 lire turche in più per le importazioni.

La Turchia dunque importa il doppio di quanto

esporta. '

I paesi di provenienza sono per ordine a impor­ tanza, i seguenti : Inghilterra Ltq. 9 839.538 Italia » America » 7,343,9/3 Francia » 6 592,718 Egitto » 3,512.000 Germania * 2100 000 Altri stati * 6,365 000

II paese che importa meno in Turchia è la Spagna, le cui importazioni raggiungono complessivamente appena le Ltq. 2500.

1 prodotti più importati sono: il cotone e le co­ tonate; le derrate alimentari, i cereali e i loro de­ rivati; gli oli industriali; i prodotti farmaceutici; il lino e i prodotti per la fabbricazione dei filati.

I prodotti di minore importazione sono i concimi chimici che rappresentano un valore di appena 5.000

lire turche. .

I paesi importatori dei prodotti turchi sono, per ordine d’importanza: l’Italia, l’Inghilterra, la Germa­ nia, l’America e la Francia.

I prodotti che costituiscono la base delle espor­ tazioni, sono: tabacco, frutta, legumi, lana grezza e minerali grezzi.

ferro e dell’acciaio, per mancanza di materie prime e penuria di capitale circolante, dovette sottostare a forti riduzioni nell’orario di lavoro ed in parte pro­ cedere alla chiusura totale degli esercizi. Soltanto nel luglio si manifestarono nuovi miglioramenti con un mercato assai animato. Ma dall’agosto in poi colla spaventosa caduta del marco carta, la situazione andò peggiorando ancora, senza più sollevarsi.

L’esportazione dei prodotti in ferro ed in acciaio dal gennaio al settembre 1923 raggiunse le 361.937 tonnellate contro 521 544 tonn. nello stesso periodo del 1922. Alla fine del 1923 la situazione dell indu­ stria del ferro e dell’acciaio è gravissima. Essenzial­ mente le mancano i capitali per rimettere in moto ì suoi stabilimenti; inoltre la produzione tedesca e di­ venuta troppo costosa, per poter affrontare la con­ correnza sul mercato mondiale.

La produzione della carta in Germania. Durante il 1922 la Germania ha quasi raggiunto nell’industria della carta la produzione prebellica, come può rilevarsi dalla seguente tabella:

1922 1923

Legnaie lavorato me- 7.100.000 7.800.0C0

Pasta di legno prodotta: _

meccanica tonn. 610.0C0 647.000

chimica » 721.000 839.000

Produzione carta * 1.582.000 1.611.000

Il legname lavorato è stato per la massima parte indigeno (circa due milioni di tonnellate, avendone importato tonnellate 852.468 contro 1.284,873 nel 1913). Di contro alla diminuzione nell’esportazione e della cellulosa si ha un aumento in quella della carta. Basti osservare che quella da stampa, specialmente per i giornali, è salita da tonnellate 68.749 a 148.000

RIVISTA DEL MERCATO DEI VALORI

L’Industria siderurgica in Germania nell’ anno 1923. Per l’industria siderurgica tedesca il 1923 è stato l’anno peggiore, che siasi mai verificato nell’ultimo quinquennio, ed ha superato lutti quelli disastrosi che si verificarono negli anni dell’anteguerra. Già nel 1922 i competenti in materia presagirono con piena certezza una ¿.tremenda crisi economica, che doveva trovare le sue basi nella mancanza di condizioni e conseguente riduzione di lavoro. La caduta del marco carta, che in principio apportò numerose commis­ sioni, fu poi la causa principale della crisi che ha travagliato le industrie.

Particolarmente provata fu l’industria del ferro e dell’acciaio, che in altri tempi era una industria spic­ catamente d’esportazione i cui centri, come Solingen, ' R -tnscheid e Velbert si trovano nella zoim occupata

1 ed altri in quella di confine. Già alla fine dell’anno 1922 si manifestarono gravi segni d’un regresso continuo. Per l’aumento delle spese di fabbricazione, ed altre i spese relative si verificarono forti rialzi nei prezzi j di vendita che ben presto raggiunsero quasi quelli !| del mercato mondiale. Il capitale circolante divenne sempre più scarso e stabilimenti che in avanti men­ silmente disponevano di centinaia di tonnellate di materiale in magazzino, dovettero accontentarsi per insufficienza di mezzi di piccoli lotti. Il tasso di sconto domandato dalle Banche fu troppo alto per il rifornimento di capitale circolante per il piccolo in dustriale. I termini di pagamento conseguentemente dovettero essere tutti molto abbreviati. Ordini nuovi, ■ sia esteri che interni, giunsero in misura molto

scarsa. In tanti casi si riscontrarono annullamenti di ordinazioni per il forte rialzo dei prezzi, verificatosi nel frattempo.

Un incaglio grave per il commercio coll’estero furono i diritti di esportazione, il controllo gover- i nativo sulle esportazioni ed infine le alte tariffe fer­ ii roviarie, che provocarono l’aumento di tutti i generi i; di merci. Un momento favorevole, si verificò nel feb­ braio 1923 per l’artificiale sostenutezza del marco, ! dovuta agli interventi del Reich, politica che già nel­ l’aprile u. s. dovette abbandonare essendosi nel frat­ tempo esauriti i mezzi necessari.

Lo sperato incremento dello smercio all’estero jj eenne a mancare per il motivo che i prezzi dei pro-I; .lotti tedeschi erano sempre ancora superiori a quelli del mercato mondiale. Nel giugno u. s. l’industria del

La macchina del rialzo è sempre tenuta sotto pres­ sione ed ogni settimana segna nuovi progressi nella via dell’ ascesa. A nulla sinora valsero i consigli di prudenza e moderazione rivolti al pubblico ed agii operatori di Borsa. Ancora ieri nel « Sole » un auto­ revole Agente di Cambio di Milano, l’ ottimo amico Vimercati, un valoroso reduce delle patrie battaglie di Borsa con saggie parole esortava gli speculatori a frenare i loro slanci ritenendo che per molti titoli i prezzi odierni non corrispondono più al loro red­ dito, nè al loro valore intrinseco. A questo ammoni mento le Borse rispondevano con una ripresa dei titoli favoriti dalla speculazione. Anonimi cronisti di Borsa da qualche tempo scrivono invece che siamo appena all’ inizio della campagna di aumento, che una pioggia di denaro inonderà le Borse e via di­ cendo, qualificando di ottuso chi non fosse del pa­ rere di comperare allegramente. I nostri cortesi let­ tori già sanno che siamo degli ottimisti della prima ora, che manteniamo le nostre opinioni per le ra­ gioni più volte espresse in queste colonne, ma com­ batteremo gli eccessi speculativi che conducono tosto o tardi a disillusioni gravi ed a danni che colpiscono anche gii innocenti.

(6)

L’ ECONOMISTA j che già nel 1931 il Governo potrà procedere ad una

prima riduzione del saggio dell’ interesse sul Conso­ lidato 5%. Per tutta la settimana il Consolidato si è ! aggirato intorno a 95 % e ieri scese per un momento j a 91,65 per migliorare subito. Si chiude oggi per il

Consolidato 5 per cento, a 91,55 per contanti e 91,65

per fine febbraio e per la Rendita 3,50% a 82,325 per contanti e 82,50 per fine febbraio.

Da qualche tempo tutti i titoli a reddito fisso sono ricercati con scarsi venditori. Anche le Obbligazioni industriali sono domandate ed in progresso.

Obbligazioni Austriache 6,50 percento ricercate a 520

più interessi,

Purtroppo in questa settimana dobbiamo segna- ; lare un lieve rincrudimento delle divise pregiate,

mentre il Parigi registra un nuovo traccolio.

L’ attività dei titoli bancari perdura e ci avvici- [ niamo allo stacco di grosse cedole che la specula­ zione desidera scontare anticipatamente. Uno sbalzo rilevante segna la Banca d’ Italia salila giovedì in­ torno a 1675, su iniziativa genovese. Oggi 1665. Anche la Comit e il Credito Italiano registrarono discrete plus-valenze. Il corso di 900 accennato qualche mese fa non è più < visé », bensì sorpassato nella riunione di martedì. L’ottava chiude a 1257 e 891,50. Perdura l’ insistente domanda di Banco Roma e Banca Agri­

cola Italiana le quali registrano un lieve progresso

a 105 e 260,

La Banca Commerciale Triestina chiude il suo bi­ lancio con un dividendo di L. 40 (8%) ed effettua un aumento di capitale da 50 a 75 milioni, riservando però agli azionisti solo la metà delle nuove azioni con opzione da esercitarsi entro il 29 febbraio, cioè una nuova a 505 ogni 4 azioni attuali. I diritti di opzione si aggirano sulle L. 40. Corso attuale 7.73

Il movimento ascensionale delle Meridionali ha preso proporzioni insperate per un titolo che si muo­ veva con passi lenti. Sono oltre L. 30 di rialzo, supe­ rando brillantemente la pari. Si accenna all’ interes­ samento di un nostro primario Istituto di Credito che avrebbe per base une combinazione coi deten­ tori esteri (svizzeri ed olandesi) delle obbligazioni sociali e si vocifera che verrebbe loro proposto un lauto compenso in Consolidato (?). Qualora queste trattative giungessero in porto, l’ Amministrazione avrebbe le mani libere per la distribuzione dei futuri dividendi ed in considerazione degli ingenti utili delle Meridionali sul suo portafoglio di titoli (essenzial­ mente elettrici) si avrebbe affidamento di ben altro dividendo per il 1924 (1923 L. 15 probabili) sfiorato il 515 su naturali realizzi il titolo retrocede ieri a 508, per chiudere oggi nuovamente ricercato a 518. Migliori ma più calme le Mediterranee. Oggi 342.

Il Rabattino ha proseguito il suo rialzo nonostante abbondanti realizzi; raggiunto martedì 620 chiude l’ottava a 615, restando il mercato di questo titolo assai elastico. Fermezza degli altri valori di Naviga zione: Navigazione Alta Italia 265, Cosulich 450; Li bera Triestina 451 ; Lloyd Sabaudo 310 circa.

La Fiat è stata fra i titoli più movimentati della quota con scambi enormi. Su voci poco attendibili di dividendo di circa L. 25 il titolo balzò martedì a 414, anche per ricompra di una posizione genovese, ma su larghe vendite retrocedette sino a 391 fattosi ieri, per riprendere vigorosamente nella stessa Borsa a 398 e chiudere la settimana a 3981(2 II bilancio di un’Azienda di quell’ importanza presenta molta eia sticità e senza dubbio permetterebbe la distribuzione di un dividendo probabilmente anche di L. 30, ma coi criteri di prudenza che valgono in questa Azienda, non è probabile che si faccia uno sbalzo da L. 15 a 25 nel dividendo e riteniamo sempre probabile che il dividendo sarà limitato a L. 18, massimo 26. Sinto- ■ (natica l’offerta insistente di Spa intorno a 86. Nulla è noto sinora sulle risultanze del bilancio chiuso al 31 dicembre.

La Terni ha approfittato della ripres genaerale per fare un nuovo passo avanti sulle buone impressioni della recente assemblea. Raggiunse ieri il corso di 533 e chiude pure oggi a 533. D’ora innanzi si nego zieranno le Uva nuove raggruppate che valgono circa 270. A quando il raggruppamento delle Reggiane, Elba,

Ansaldo, San Giorgio, Isotta, Fraschini, ecc. ?

Il rialzo delle azioni dei Beni Stabili si accentua dando luogo a frequenti altalene. Oggi 830. Imprese

Fondiarie 123; Fondi Rustici 340; Bonifiche Ferraresi

380 circa ; Aedes 12 circa.

Attivi scambi si effettuarono nei due esponenti l’ industria della seta artificiale registrando nell’ ot­

24 F ebbraio - 2 Marzo 1924 - N. 2598-99 tava una ripresa nei corsi. Saia Viscosa da 228 salì martedì a 236,50 per chiudere oggi a 2321|2. S’ in­ tuisce che per ragioni ovvie non vi è convenienza per i dirigenti di lasciare sviluppare il movimento di rialzo prima dell’ opzione di marzo. La Chàttllon aperse l’ ottava con oltre L. 20 di aumento a 414 ed oscillò tutta la settimana fra 403 e 407 con ottimo assorbimento. Oggi chiude a 406. Il titolo incontrò molte simpatie ed il suo mercato si sviluppa in modo lusinghiero. I confronti sono sempre utili e riesce interessante conoscere l’andamento di quell’ industria auesteio ed i risultati ottenuti. Abbiamo così coni pilato una piccola statistica delle principali fabbriche di seta artificiale di Francia, Belgio, Svizzera ed In­ ghilterra : La Soie Artificielle La Soie Artificielle d’ Isieux. . . . La Soie Artificielle de Tubize . . . frs. 100 5700 147,91 Parti Fondatori 2640 60 82 Frs. 100 1880 50,20 Parti Fondatori 1950 89,55 La Soie Artificielle de Tubize . . . Viscose Suisse . . Frs. 50 cioè un decimo di az 640 22,50 ordinaria Frs. 50 670 25 —

cioè un decimo di az. preferenziale Frs. az. di godimento (pro­ duzione attuale kg. 5500)

La Soie Artificielle

T iscose Belge. . priv. fis. 75

11700 2790 700 — 100 — cup. » 75 2740 100 — La Soie Artificielle d’Obourg . . . > 250 2555 103,50 Courtaulds Lt d.

Londra . . . . scellini 20 scell. 63 scell. 3 -Una nuova vigorosa spinta si riscontra nel reparto saccarifero; specialmente accentuato il rialzo delle

Raffinerie Ligure-Lombarda raggiunse mercoledì il

corso di 680 per chiudere l’ ottava più calma intorno a 670. Industria Zuccheri 540 circa; T Eridania mer­ coledì quota 522 e si aggira intorno a 515 per il resto della settimana.

Fermezza delle Montecatini intorno a 235.

L’ assorbimento dei valori elettrici per parte del portafoglio si mantiene costante. Il pubblico ha ca­ pito che questi titoli sono al riparo dei rischi indu­ striali ed offrono invece un reddito rimuneratore che va crescendo col tempo. Ad esempio si ritiene pro­ babile la distribuzione di L. 20 sulla Selt Ligure To

scava di Elettricità) di fronte alle L. 18 distribuite per

il 1922 e così coi prezzi attuali il reddito corrisponde al 7% circa. E’ lecito quindi intravedere prezzi su­ periori; questo primario titolo dovrebbe almeno ri­ guadagnare la cedola. Oggi 301 circa. E’ stato accolto con molte simpatie V Adamello e questo valore sarà una seconda edizione della Selt. Il suo mercato ha già una larga base. E’ probabile che per il 1923 non procederà ad un aumento di dividendo (8%), ma si j intravede nei prossimi esercizi il 10%. Oggi 264 circa, j

Seso(Generale Elettrica della Sicilia) 125,50 circa. Sembra

un titolo appetitoso con L. 10 di probabile dividendo.

Valdarno 123 circa; verrà anche il suo turno. Attivi

scambi in Sip intorno a 166 e sostenuta T Elettricità

Alta Italia sul 292..

Fra i titoli locali torinesi va segnalato un violento spostamento nei corsi della Cartiera Italiana pagata ieri sino 850 per chiudere oggi a 820 su voce di un probabile maggior dividendo (1922 L. 35)

Anche le Azioni Gaz Torino migliorarono i loro corsi chiudendo la settimana fermo intorno a 825. L’assemblea è convocata per il 18 marzo per appro­ vare un dividendo di L. 40 (1922 L- 30)- Il lodevole programma instaurato dalla nuova amministrazione principia a dare i suoi frutti. Come è noto questa Società ha già l’ esercizio di 17 Officine a Gas e nel 1924 proseguendo la sua politica di espansione assumerà l’esercizio di altri gazometri ex Municipali (Livorno, Alessandria, ecc ).

Il modesto utile ricavato dal suo gazometro di Torino è largamente compensato dal maggior mar­ gine nella vendita del Gas ottenuto dalle altre offi­ cine e da partecipazioni in varie aziende.

(7)

L’ ECONOMISTA 47 dei fiammiferi Riuniti che fecero ieri una punta sopra

il corso di 350 e chiude oggi in volata a 370. Continua a circolare la voce della distribuzione gratuita d’una azione ogni cinque attuali (?). Stazionaria la Nebiolo in­ torno a 455. L’Assemblea avrà luogo verso il 20 marzo per approvare il dividendo di L. 30 uguale a quello del precedente esercizio,

Il dividendo verrà pagato in marzo pochi giorni dopo F Assemblea. Animate transazioni in Schiappa­

relli intorno a 115. Oggi 113 1[4. In lieve rialzo le

azioni Cotonificio Valli di Lanzo a 216. Oggi chiudono a 215. Corre insistente la voce che il dividendo sarà ' di L. 10, mentre nel precedente esercizio corrispon­ deva a 16. Si vocifera inoltre che per raggiungere le L. 10 l’Azienda avrebbe dovuto attingere alle sue co- 1 spicue riserve. Informazioni ila fonti industriali sul­ l’andamento attuale dell’ industria cotoniera non sa- j rebbero troppo liete. Si afferma che il prezzo odierno .i

di vendita dei filati non corrisponde più a quello del cotone greggio e che si riscontrano difficoltà nelle | vendite. Anche in Inghilterra si notano sintomi di | stasi e si tornerebbe a parlare di limitazione di pro­ duzione. Queste informazioni sarebbero in stridente contrasto col maggior dividendo che si propongono di distribuire vari cotonifici di altre Regioni. Queste aziende saranno state più abili ed avranno conse guito forti utili con fortunate operazioni sul cotone greggio. Oppure i loro Amministratori ritengono op­ portuno fare prelevamenti a favore degli azionisti |j sulle copiose riserve ammucchiate in questi ultimi [

esercizi (?).

Tedeschi in lieve contrazione a 115 circa. Officine

i Moncenisio ex Bauchiero con discreti scambi a 84. | Oggi 85. Non verrà riguadagnato nel prezzo di Borsa i una parte almeno delle L. 20 che rimborseranno agli j

azionisti? Lunedì sotto gli auspici della Banca Com­ merciale verranno introdotte nelle Borse di Milano, j Torino e Genova, le azioni Stabilimenti Dalmine. Già ! vennero negoziate privatamente intorno a 160 e si ritiene probabile che il pubblico riserverà buona ac­ coglienza al nuovo titolo. Il capitale sociale di 45 mi­ lioni è diviso in 450.000 azioni da L. 100 Nei primi 3 esercizi l’Azienda distribuì l’8% e per il 1923 il di-

j

videndo è previsto in L. 10 con abbondante lavoro per l’esercizio in corso.

Conte è noto la Dalmine possiede 3 grandiosi sta­ bilimenti per lp sfruttamento dei Brevetti Mannes- mann per la fabbricazione di tubi senza saldatura colle lavorazioni affini occupando un’ area di metri quadrati 800.000. La produzione solita da 18.000 ton nellate n el'1920 a 31.000 nel 19^3 con una potenzialità Il degli impianti di 46.000 tonnellate di tubi e pali, e I così si trova in grado di servire tutte le richieste | del mercato italiano. Le ordinazioni raggiungono già

l’ imponente cifra di 35.000 tonnellate.

La Società Anonima Ambrosetti ( Trasporti) offre in | opzione ai suoi azionisti dal 20 al 20 febbraio l’opzione di 65.000 nuove azioni a L. 40 più interessi, portando cosi nuovamente il capitale a 5 milioni.

Il denaro è sempre abbondante ed Riporti facili in­ torno al 6%. La settimana chiude per i cambi: Parigi 101,60; Bruxelles 87 noni.; Svizzera 400; Londra 99;

New York 25,08 ; Praga 66,70.

I Premi per fine marzo sembrano interessanti ed I a chi vuole operare con prudenza e limitare i suoi rischi, l’acquisto di titoli a premio è sempre indicato. I Si negoziarono sulle basi seguenti: Consolidato 5 per

cento 0,90 di scarto dont 0,60 di premio ; Rendita 3,50 I per cento 0,80 dont 0,60 ; Banca d’ Italia 35 dont 20 ; Comit 25 dont 20; Credito Italiano 25 dont 15; Fiat 10

dont 10; Rubattino 12 dont 11; Meridionali 15 dont 13;

Mediterranee 12 dont 10 ; Terni 15 dont 13; Adamello 10

dont 10; Raffinerie 22 dont 15; Eridania 20 dont 15;

Montecatini 11 dont 1; Chàtillon 20 dont 15; Snia Vi­ scosa 7 dont 5 tutto circa.

Torino, 16 febbraio 1924.

Gu s t a v o De s l e x.

Le nostre Borse hanno attraversato una settimana movimentata. La tendenza fu irregolare; infatti men­ tre talune categorie di titoli industriali continuando la loro salita raggiungono alte vette, i valori bancari dopo un ottimo esordio di settimana cambiarono } direzione avviandosi sulla strada della discesa. La spiegazione delle larghe ed insistenti vendite nei ti­ toli bancari si trova nei dividendi proposti per l’eser cizio in corso. l)a vari mesi si riteneva sicuro un aumento di dividendo per la Banca Commerciale e j per il Credito Italiano e taluni lo speravano anche per la Banca d’Italia. Questo maggior dividendo sem­ 24 F ebbraio - 2 Marzo 1921 - N. 2598 99

brava giustificato dal brillante andamento dei nostri principali Istituti di Credito e dai lauti utili conse­ guiti. Già martedì incominciò a circolare la voce che le amministrazioni dei nostri maggiori Istituti di credito intendevano seguire una politica di ecces­ siva prudenza limitando la distribuzione dei dividendi a quelli del precedente esercizio e cioè 60 lire per la Banca d’Italia e per la Comit e 45 lire per il Cre­ dito Italiano. Questa notizia inaspettata ebbe l’effetto di una doccia fredda per gli operatori di Borsa e per i detentori di questi titoli, e subito calmò i dollari speculativi. Anzi questa delusione provocò un re gresso notevole nei corsi dei valori bancari.

L’esame del bilancio di queste Aziende e la rela zione del Consiglio all’Assemblea attenueranno senza dubbio l’impressione sgradevole ricevuta dal pub­ blico all’annuncio dei dividendi immutati. Con la massima facilità le nostre Banche maggiori potevano aumentare i dividendi ma esse preferirono accre­ scere in larga misura le già cospicue riserve. La Comit porta la sua riserva ufficiale da 180 a 200 mi­ lioni ciò che corrisponde a 250 lire per azione. Questa tattica di estrema prudenza deve inspirare fiducia ; si potrà discuterne l’opportunità ma non si può ri­ volgere un biasimo all’amministrazione, se ritiene conveniente accrescere gli accantonamenti palesi ed occulti. Quasi tutte le Aziende industriali hanno in questi ultimi anni valorizzato i loro fondi accanto nati distribuendo lauti dividendi ed in parecchi casi riservando ai loro azionisti la gradita sorpresa di azioni gratuite. Il comparto bancario registra pure | enormi profitti durante e dopo guerra, ma sinora ì continua a tesoreggiare per essere corazzato nella dannata ipotesi di una crisi bancaria. Del resto anche sui corsi attuali il reddito della Comit è del 5 per cento e 5 1/3 per il Credito Italiano, ma si ha la fi­ ducia assoluta che questo reddito sarà costante e tosto o tardi si dovranno in un modo o nell’altro valorizzare le riserve superflue. E chissà se qualche sorpresa, questa volta gradita, non venga riservata in un non lontano avvenire agli azionisti : un aumento di capitale con opz’ one agli azionisti a condizioni eccezionalmente favorevoli per frontaggiare l’espan sione sempre crescente dei nostri Istituti di Credito. Infatti la Comit va ad impiantarsi a Fiume, nella Ju­ goslavia ed in Egitto. Probabilmente questi aumenti di capitale non sono imminenti; ¿questione di tempo.

Anche questi lauti compensi portano vantaggi non ! indifferenti ai detentori di azioni.

In altri momenti si poteva temere che questa de­ lusione dei dividendi su titoli di primaria impor­ tanza per le nostre Borse avrebbe scombussolato la nostra speculazione e modificato radicalmente la tendenza dei nostri mercati.

Ma oggi con l’ambiente attuale, con la corrente impetuosa all’aumento e per ragioni di opportunità politica in vista delle prossime elezioni, non è pre­ sumibile che i nostri mercati si guastino in modo durevole. Quando la notizia di questi dividendi sarà ufficialmente conosciuta dal pubblico potremo assi­ stere a qualche momento di debolezza di cui i diri- ! genti approfitteranno probabilmente per rientrare in i titoli primari realizzati recentemente.

Troppi sono ancora gli interessi dell’alta finanza per mantenere l’ambiente delle nostre Borse favore­ vole ad altre emissioni di titoli azionari.

Abbiamo assistito stamane ad una borsa nervosa. In ulteriore ribasso i valori bancari con repentine oscillazioni. La Comit da 1270 cadde a 12S3 per rial­ zarsi a 1268 restando poi offerto all’ ultimo momento a 1261. Il Credito Italiano da 903 ripiegò a 897 per chiudere a 900. 1 valori Fondiari invece spiccarono j

un nuovo rapido volo.

I nostri fondi di Stato hanno subito l’influenza dei I valori bancari perdendo circa mezzo punto sui corsi di chiusura della settimana precedente.

Chiudono l’ottava per il Consolidato 5 per cento a 94.45 per contanti e 94.70 per fine marzo, e per la

Rendita 3.50 per cento a 80.75 per contanti e 81.10 per

fine marzo. Lunedì Borsa di rialzo quasi generale: in | quel giorno anche gli ex ferroviari subirono una ! nuova spìnto spuntando per breve momento '648 j per le Meridionali e 367, per le Mediterranee le quali chiudono oggi a 541 e 352. Animati i titoli di navi­ gazione con varie oscillazioni in entrambi i sensi; chiudono oggi : Rubattino 648,- Navigazione Alta Italia circa 167; Consulich da 475 a 495; Llogd Sabaudo 364; In nuovo sensibile sbalzo la Libera Triestina ieri a 542, oggi 558.

(8)

48 L ’ ECONOMISTA 24 Febbraio - 2 Marzo 1924 - N. 2598-99 domani a 398 ed aggirarsi tutta la settimana intorno

a 400 circa. Chiude ferma oggi a 404.

La Spi fece una rapida mossa sopra la pari ma la ripresa fu di breve durata e si ritornò ai prezzi anteriori. Le voci sui risultati dello scorso esercizio sono discordi e nulla di positivo è trapelato Oggi 92 circa. Ottimo contegno della Terni: lunedì 570, ma dovette pagare il suo tributo al regresso dei valori bancari e giovedì scese sotto 560 per finire l’ottava a 561. L’Ansaldo salì rapidamente senza note ragioni ieri a 28. Si attribuisce al Governo l’intendimento di rafforzare la nostra marina da guerra; è ovvio ag giungere che in tale caso i nostri maggiori cantieri navali ne potranno trarre un notevole vantaggio. Un importante spostamento si registra in questa setti­ mana nei corsi deU’Elba e dell’/ina. Toccarono i corsi di 112 e 294, ma infine di settimana subirono una lieve reazione e quotano oggi rispettivamente a 104 e 275 circa. Qualche domanda di Dalmine intorno a 162. Tutto il gruppo fondiario si muove.

I Beni Stabili hanno sfiorato ieri il corso di 1000 cioè 5 per volte il loro valore nominale! Il titolo è sempre manovrato abilmente e gli spostamenti di di prezzi sono violenti. Voci accreditate lasciano in­ travedere un dividendo di circa 23 mila lire. La set timana chiude a 1008 dopo un’apertura a 988. Anche i Fondi Rustici in vista dell’imminente opzione regi­ strano un beneficio di una trentina di lire sorpas­ sando il corso di 400. Oggi 400 circa. Le Imprese Fon

diarie sono oggi ricercate intorno a 140. In meno di

un mese sono aumentate a Roma le Immobiliari di circa 200 punti su acquisti primari di provenienza milanese. Pare che si intenda valorizzare le proprietà fondiarie (Immobili e terreni) in inventario a prezzi irrisori. Il dividendo proposto è di 55 lire. Corso at­ tuale 955 circa. Le Bonifiche Ferraresi accentuarono la loro ascesa a 465. Aedes 13 circa.

Animate transazioni nei titoli della seta artificiale

Saia Viscosa e Chàtillon. La Snia Viscosa raggiunse

mercoledì il corso di 250 ex 16 lordo mentre sabato scorso valeva prima dell’Assemblea 245 circa. Il rialzo di 20 punti circa è dovuto all’impressione favorevole lasciata dalla esauriente relazione presentata alla As­ semblea e dalle dichiarazioni verbali fatte dal Pre­ sidente. Su domanda di un azionista di quanto sarebbe accresciuta la cifra totale degli impianti a brevetti che figura nel bilancio del 31 dicembre se. 163.400 000 onde portare la produzione giornaliera da 15 a 25 mila kili entro il corrente anno, il Presidente diede assicurazione che l’importo totale degli stabilimenti sociali non avrebbe subito variazione sensibile nel bilancio 1924 giacché le spese dei nuovi impianti sa­ rebbero state sopportate dalla produzione del cor rente esercizio. Interrogato sull’entità e l’influenza dei ribassi recenti di prezzi dei filati di seta artifi­ ciale avvenuti negli Stati Uniti il Presidente rispose che con queste riduzioni il prezzo di questi filati, senza tenere alcun conto del dazio d’entrata è ancora superiore ai prezzi di vendita praticati in Italia dalla Snia Viscosa. Egli aggiunse che questi ribassi nei prezzi di vendita in America sono stati concordati dalle fabbriche colà esistenti per ostacolare la crea zione di nuove fabbriche già progettate, a cui si è ora rinunciato in seguito a questa abile tattica delle aziende americane.

La Snia Viscosa chiude oggi intorno a 238 su ven­ dile di operatori che comprano i diritti di opzione che fecero da 6 1/2 a 8 lire. L’Assemblea della Chà­ tillon, di martedì, approvò il dividendo d i-20 lire ed annunziò la convocazione di un’Assemblea straordi­ naria per il 2 aprile per l’aumento di capitale da 50 a 60 milioni per fronteggiare l’acquisto delle azioni Cascami seta, avvenuto recentemente sulle quali la Chàtillon già avrebbe un bel margine di beneficio. L’ interessamento speculativo su questo titolo si estende ed il suo mercato presenta molta elasticità con repentine oscillazioni. Mentre la settimana pre­ cedente terminava a 440, lunedì esordisce a 461, e chiude a 448 per salire mercoledì dopo lo stacco della cedola di 20 lire lorde a 465 ex. Giovedì su realizzi precipitati il prezzo cadde a 450 circa per rialzarsi rapidamente ieri a 445 e finire l’ottava a 437 dopo 434 con larghi scambi. I premi su questi titoli sembrano interessanti ed il loro acquisto è consi­ gliabile a chi prudentemente intende limitare il pro­ prio rischio.

Un altro importante compartimento segna nuovi progressi: è quello saccarifero sempre in auge. La

Raffineria è salila ieri sopra i 705; l’Industria Zuc­

cheri a 595 circa, le Monterotondo sopra 100 lire e le Gulinelli a 192 circa. Eridania 545 circa.

Una violenta ascesa e avvenuta sulla Montecatini. Con affari animati ieri aggiunse 265 circa. Oggi fra 210 e 264 con 268 all’ultimo momento. Non sono an­ cora note ufficialmente le intenzioni dell’Ammimstra- zione per quanto riguarda il dividendo che dovrebbe essere fra 16 e 18 lire. Corre insistente la voce di un’opzione offerta agli azionisti della Montecatini, su azioni di altra impresa e si accenna al grandioso impianto idroelettrico in corso di costruzione per azoto nell’alto Adige, (Merano),

Sempre in ottima vista i titoli elettrici. L’ Ada-

mello è salito a 279, la Selt a 315, (dividendo propo­

sto 20 lire). La Seso a 139, la Valliamo a 139, mentre su taluni realizzi VAdarnello retrocedette a 273 circa, la Selt a 308 e le Seso a 135, VElettricità Alta Italia a 291, la Sip a 169 circa. Gli azionisti dell’Alta Italia e della Sip sono convocati per il 24 marzo per ap­ provare un dividendo uguale al precedente esercizio e cioè 20 e 10 lire rispettivamente.

Il rialzo delle azioni Fiammiferi ha fatto nuovi sensibili progressi, passando da 385 a 428 circa ma questi corsi cedettero su alcuni realizzi e si chiude oggi 391 dopo una discesa a 380.

L’Assemblea del Gas di Torino avrà luogo il 18 marzo; come #ià è noto il dividendo proposto è di 40 lire; il titolo termina oggi a 4i0 per le azioni vec­ chie e circa 830 per le azioni nuove. Fra gli altri locali torinesi segnaliamo la ripresa delle Officine

Moncenisio (ex Bauchiero) a 91; Lunedì verranno rim­

borsate le 20 lire per azione. Corre voce che il Go­ verno non tarderà a passare alle fabbriche di mate­ riale ferroviario importanti ordinazioni per materiale fisso e rotabile rese necessarie per rimettere in stato normale la nostra rete ferroviaria e provvedere al crescente sviluppo del traffico. La Filut (Lime Rivoli) convoca i suoi Azionisti per proporre un di videndo di 4.50 lire per il 1923 e l’aumento di capi tale da 7 a 10 1/2 milioni offrendo le nuove azioni in opzione agli azionisti alla pari (50 lire) in ragione di una nuova ogni due vecchie. E’ veramente peccato che il mercato del titolo sia lasciato in completo ab­ bandono dagli interessati. Si notarono spostamenti sensibili di prezzi quasi senza contrattazioni effetti- tive. Oggi il loro corso si aggira intorno a 60 lire.

L’Assemblea della Tedeschi è convocata per il 26 Marzo con un dividendo proposto di 5 lire. Con una direzione omogenea, con un nuovo indirizzo indu­ striale, questa vecchia e primaria azienda dovrebbe riacquistare le antiche simpatie. Oggi 112. Ricercate le Stearinerie Lanza e la Schiapparelli a 123 e 122 ri- spettivame te sulla notizia dell’aumento di capitale per le Schiapparelli da 12.600.005 a 20.400.000 con opzione agli azionisti alla pari (L. 76). L’Assemblea j straordinaria è convocata per il 19 marzo. La Para­

matti distribuirà 20 lire (1922-18) la Manifattura Bor- gosesia paga 50 lire (1922 L. 30) mente la Manifattura di Cuorgnè propone 100. lire (20 per cento) (1922, lire

100). L’Assemblea della Nebiolo avrà luogo il 18 Marzo per bilancio e modificazioni statutarie, dividendo già noto 30 lire che verrà pagato il 25 marzo. Baratti e

Milano ora pareggiate 29 circa. La Cioccolatto Moriondo e Gariglio distribuirà probabilmente 15 lire come

negli esercizi precedenti. Corso attuale 176 circa

Pittaluga 168 circa. '

L’Assemblea deU’Unione Cementi è convocata per il 28 Marzo con lo stesso dividendo del 6 per cento dell’anno precedente. (L. 1.50) Corso attuale 24 circa. 11 Parigi continua le sue frequenti e repentine oscil­ lazioni, mentre le altre divise presentano scarso in­ teresse. La settimane chinde: Parigi 106.95, Bruxelles 84 75. Svizzera 402 1/2, Londra 99.95, New York 23.25,

Praga 67.65

/ premi sono sempre interessanti in questi mo­ menti di frequenti larghi spostamenti di prezzo. Con­

solidato 5 per cento, 60 di scarto dont 0,40 di premio; Banca d’Italia 20 dont 15; Comit 20 dont 15; Credito

12 dont 10; Meridionali 11 dont 10; Mediterranee 8 dont 7; Rabattino 11 dont 9; Eridania 15 dont 12;

Terni 12 dont 10; Fiat 9 dont 7; Adamello 8 dont 7; Seso 6 dont 6; Valdarno 6 dont 6; Chàtillon 15 dont

13; Snia Viscosa 6 dont 7 tutto circa.

Torino, 1 marzo Ì924.

Gu s t a v o De s l e x.

(9)

mmmm

generali

V

enezia

Società Anonima - Fondata nel 1831

c a p it a l e s o c ia l e in t e r a m e n t e v e r s a t o

L. 13.230.000

Cauzione presso il R. Governo a garanzia speciale degli Assicurati Italiani

OLTRE 1 4 2 m i l i o n i D I DIRE

P a l a z z i c i i p r o p r i e t à d e l l a C o m p a g n i a i n

Venezia • Roma • Riilano ■ Torino ■ Firenze

Genova ■ Napoli - Palermo - Trieste - Verona

Assicurazioni sulla Vita e Rendite Vitalizie.

Assicurazioni contro gli Incendi e rischi accessori. — Assicurazioni contro il Furto con iscasso e con violenza. — Assicurazioni dei Trasposti Marittimi e

Terrestri.

Capitale por A sionrazioni galla Vita in vigore:

ire UN MILIARDO e 5oo M1UGS1

D anni pagati :

Oltre DN MILIARDO e 5oo R iU O II

Per schiarimenti, informazioni, tariffe e stipula­ zioni di contratti, rivolgersi alla Compagnia in Ve­ nezia, od alle sue Agenzie in lutti i principali Comuni d’Italia, le quali rappresentano anche le Spett. « So­

cietà Anonima italiana d'Assicurazione contro la Grandine e di Riassicurazioni » e « Società Anonima italiana d'Assicurazione contro gli Infortuni » con

f de in Milano.

monte dei raschi di Siena

a S e z i o n i a n n e s s e :

DISSI DI RISPARMIO. CREDITO i i D I M E MONTE PIO

Succursale di R O M A S. Silvestro, 62

Filiani in Abbadia S. Salvatore, Arezzo, Asciano, Buonconvegno, Casteldepiano, Castelflorentino, Ca- stelnuovo Berardenga, Cecina, Certaldo, Chian- ciano, Chiusi, Colie d’ Elsa, Empoli, Firenze, Gros. sete, Livorno, Lucca, Massa Marittima, Montevar­ chi, Monticiano, Piombino, Pistoia, Pistigliano, Poggibonsi, Pontedera, Portoferraio, Porto Santo Stefano Radicondoli Roma, S. Gemignano. San Quirico d’Orcia, Sinalunga e Torrita.

Anno 351 d’esercizio

Operazioni

Depositi: Libretti di risparmio ordinario a piccolo risparmio e speciale al 3, 3,25 e 3,50 per cen to- libretti di deposito vincolati al 3,25 - 3,50 - 3,7o e al 4 per cento - Buoni fruttiferi a scadenza fis­ sata dal 3,25. al 4 per cento . Conti correnti a vista al 2,5 per cento.

Impieghi : Mutui ipotecari e fondiari a privati e a Enti morali - Conti correnti guarentiti da ipote­ che da titoli e da cambiali . Acquisto di titoli e riporti - Sconti cambiari - Prestiti su pegno. Diverse: Effetti all’incasso - Assegni su c/c infrutti­

fero - Depositi per custodia e amministrati - As­ sicurazioni operaie, popolari di maternità.

|

B A N C O DI

R O M A

SOCIETÀ ANONIMA - CAPITALE L. 150.000.000 INTERAMENTE VERSATO

Se d e So c i a l e e Di r e z i o n e Ce n t r a l e: ROMA, Corso Umberto I, 307 (Palazzo proprio) - ROMA

FILIALI IN ITALIA: Alba, Albano Laziale, Anagni, Andria, Aquila, Arcidosso, Arezzo. Assisi. A versa, Avezzano, Bagni di Lucca, Bagni di Montecatini, Bari, Bene Vagienna, Bibbiena, Bologna, Bolzano, Bra, Brescia, Camaiore, Canapiglia Marittima, Canale, Canelli, Cacate Brianza, Carrù, Castellamonte, Castel- nuovo di Garfagnana, Castiglion Fiorentino, Catania, Cecina, Celano, Centallo, Ceva, Chiusi, Città di Ca­ stello, Como, Cortona, Cotrone, Cuorgnè, Fabriano, Fermo, Firenze, Foggia, Paiano della Chiana, Foligno, Fossano, Frascati, Frorinone, Gaiole in Chianti, Gallipoli, Genova Grosseto, Gubbio, Intra, Ivrea, Livorno, Lucca, Luserna San Giovanni, Marciana Marina, Merano, Messina, Milano, Modica, Mondo!, Montesam- pietrangeli, Napoli, Nocera Inferiore, Norcia, Novi Ligure, Oneglia, Orbetello, Orvieto, Pagani, Pallanza, Palermo, Pietrasanta, Pinerolo, Piombino, Pontedera, Portoteiraio, Porto S. Giorgio, Potenza, Roma, Salerno, Sansevero, Saronno, Segni-Scalo, Siena siracusa, Tagliacozzo, Tivoli, l orino, Torre Annunziata,

Torre Pellice, Trento, Trieste, Velletri, Viareggio, Viterbo. FILIALI NELLE COLONIE: Bengasi, Tripoli d’Africa.

FILIALI ALL’ESTERO: Francia: Parigi, Lione. Spagna : Barcellona. Taragona, Montblach. Svizzera : Lu­ gano, Chiasso. Egitto: Alessandria, Cairo, Porto Said, Monsourah, Tantali. Beni Magar, Beni Soueff, Bibeh. Dessook, Fashn, Kafr-El-Cheikh, Magaglia, Mehalla Kebira, Minich, Mut Gamr, Zagazig. Malta: Malta. Turchia: Coslantinopoli. Asia Minore: Smirne, Scalanova, Solzia. Siria: Aleppo, Alessandretta, Beyrulh, Caiffa, Damasco, Giaffa, Tripoli. Palestina: Gerusalemme, Rodi.

O p e r a z i o n i e s e r v i z i d i v e r s i :

DEPOSITI IN CONTO CORRENTE liberi e vincolati - CONTI CORRENTI DI CORRISPONDENZA in Lire italiane e valuta estera. — DEPOSITI A RISPARMIO. — SCON IO E INCASSO EFFEIT I, senqplici e documentati, sull’Italia e sull’Estero. — ANTICIPAZIONI E RIPORTI su valori pubblici e industriali. — OPERAZIONI DI CREDITO AGRARIO. — EMISSIONE GRATUITA ED IMMEDIATA DI ASSEGNI CIR­ COLARI pagabili a vista sulle principali piazze d’Italia. — LETTERE DI CREDI I O E CHEQNES sulle principali piazze d’Italia e dell’Estero. — ESECUZIONE DI ORDINI sulle Borse italiane ed estere. — APERTURE DI CREDITO, libere e documentarie. — VERSAMENTI SEMPLICI E TELEGRAFICI per tutti i paesi del mondo. NEGOZIAZIONE DI DIVISE ESTERE a vista e a termine. — CAMBIO MONETE E BUONI BANCA ESTERI. — SERVIZIO DI CASSA per conto di amministrazioni e privati. — PAGAMENTO

Riferimenti

Documenti correlati

Poiché adunque il risanamento della circo­ lazione europea non può effettuarsi senza il concorso delle riserve degli Stati Uniti, i pae­ si europei hanno

Per il caffè il mercato nazionale si è presen tato piuttosto attivo con prezzi relativamente so stenuti segnanti spostamenti in vario senso se condo le qualità

E’ slrano però che la causa che ha dato mo­ vimento ai nuovi organizzatori ed alla nuova loro organizzazione provenga quasi specificamente dal desiderio di fare

Le variazioni dei cambi e del saggio d ’inte­ resse h a n n o reso più convenienti investimenti nei titoli di quei mercati in cui maggiormente saliva il] saggio

Appena potrei comprendere simile funzione delle Ca­ mere di commercio, quando fosse limitata alla rileva­ zione dei prezzi delle merci all’ingrosso, per le quali,

In conclusione la realtà superò la previsione specie nella Ricchezza Mobile e nelle imposte dirette, nei tabacchi e lotto, ma il vero aumento fu nei ricuperi e

Il movimento speculativo si è presentato spe­ cialmente attivo rispetto ai titoli a reddito va­ riabile : per molte Società le quotazioni sono alte tanto da

Si è accentuata la tendenza al rialzo per il caffè nel Brasile e in altri mercati, malgrado qualche arresto negli acquisti : anche sul nostro mercato sono