• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1241, 13 febbraio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1241, 13 febbraio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L’ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

S C IE N Z A E C O N O M IC A , F I N A N Z A , C O M M E R C IO , B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXV - Voi. XXIX

Domenica 13 Febbraio 1898

N. 1241

GLI E ffiT T I DEL DAZIO SOL GUANO

I difensori del dazio sul grano hanno sempre in ­ vocato, per g iu s tific a re il provvedim ento che grava sui consum atori, la necessità di proteggere la a g ri­ coltu ra; ed anzi per ottenere questo balzello che co ­ stituisce il caposaldo di un regim e protezionista, si sono a suo tempo c o s titu iti in gruppo p olitico che si chiamò « p artito a grario. » — M olte volte i nom i delle cose e le frasi che li accompagnano hanno la fortuna di convincere la gente senza che si porti nem m eno discussione o riflessione su quello che con cieca leggerezza si crede. Così è avvenuto che si è parlato di interessi della agri­

coltura difesi dal dazio sul grano, e si è parlato

degli agricoltori che d i questo dazio si giovavano. Appena nella recente discussione fattasi alla Camera si è osservato quasi alla sfuggita da alcuno che non tutti g li a g ric o lto ri si giovavano del dazio sul grano, che anzi essi non dovevano c o s titu ire la m aggio­ ranza, ma solo una frazione del totale e che il van­ taggio che i pochi a g ric o lto ri conseguivano era a danno, s’ intende di tu tti i consum atori, ma anche degli a ltri a g ric o lto ri.

Sarebbe m olto interessante avere il mezzo di d i­ m ostrare q ua li e quanti sieno g li a g ric o lto ri che dal dazio sul grano traggono e ffettivo giovam ento ; quali e q ua nti sono in d iffe re n ti alla esistenza del dazio; e q u a li e quanti in fin e ne traggono perdita.

Giacché è evidente che per chi produce solo il grano di cui ha bisogno, cioè quello ohe occorre per il m antenim ento della fa m ig lia a grico la, per la semina e per il p ro p rie ta rio , il prezzo del fru m en to sul mercato è affatto indifferente, giacché non de­ vono com perarne nè se è m o lto caro, nè se è a buon m ercato.

Per tu tti g li a g ric o lto ri invece, che o non p rod u ­ cono affatto grano, o ne producono meno di quanto è loro necessario, il prezzo alto del fru m en to produce il danno della m aggiore spesa.

Infin e tu tti g li a g ric o lto ri che producono p iù grano di quello che abbisognano, ricavano dalla vendita della esuberanza un u tile m aggiore o m in ore se­ condo sia p iù o meno alto il prezzo del grano e q uin d i secondo esista o non esista il dazio e se­ condo sia p iù o meno alto.

E chiaro q u in d i che la popolazione agricola sotto questo aspetto si può rite n e re divisa in tre cate­ gorie :

g li in d iffe re n ti, perchè non com prano nè vendono grano ;

i gaudenti vendono il grano a L . 7,SO p iù di quello che non com porterebbe il mercato senza dazio ;

i danneggiati che devono com prare il grano di cui abbisognano a L . 7,5 0 più di quello che Io com prerebbero se il mercato fosse libero.

Il dazio q u in d i preleva una somma da tu tti i con­ sum a tori, com presi anche i p ro p rie ta ri ed a g ric o l­ to ri che producono meno del lo ro bisogno, per farla guadagnare ai p ro p rie ta ri ed a g ric o lto ri che p ro d u ­ cono grano più del lo ro bisogno.

P er vedere veram ente come stieno le cose, b i­ sognerebbe avere le statistiche della produzione d i ogni p ro p rie ta rio , il che del resto im p orterebbe un lavoro im m enso, essendo le proprietà divise su circa q u a ttro m ilio n i d i in d iv id u i.

Basterebbe avere la produzione di ciascun com une per fo rm a rsi una idea approssim ativa della d ivision e d i queste tre categorie; ma anche le statistiche per com une mancano affatto e bisogna accontentarsi di quelle per p rovincia ; le q u a li certo non servono alla dim ostrazione del quesito che abbiam o posto, ma danno una idea, per quanto languida, d e ll’ enorm e sposta­ mento di interessi che viene creato dai dazi nella stessa a g ric o ltu ra .

È noto che la produzione del fru m en to in Ita lia varia dai 40 ai 45 m ilio n i di e tto litri, cioè dai 32 ai 37 m ilio n i di q u in ta li circa.

Tenuto noto della im portazione ed esportazione del fru m e n to , delle farine e d e lle paste di fru m en to, si trova che la media approssim ativa dei consum o è d i 40 m ilio n i di q u in ta li com presi circa 4,2 m ilio n i per la semina ; il consum o m edio anche per ogni abitante sarebbe di 1 22 c h ilo g ra m m i, cioè u n etto­ litro e mezzo, non compresa la farina.

Ora supponiam o che ogni p rovin cia costituisca una proprietà complessiva e vediam o quante p ro vin cie producono meno d i un e tto litro e mezzo per abitante: P rim a di tutto, ecco Sondrio che se ha bisogno in media d i un e tto litro e mezzo p e r abitante, siccom e con una popolazione di 1 3 5 m ila a bitan ti, non p ro ­ duce che 4 0,00 0 e tto litri di grano, cioè il 0 ,0 7 per abitante, è costretta a com perare g li a ltri 1 9 2 m ila , pagandoli L . 7,5 0 di più.

Poi viene N apoli che a vendo una popolazione d i 1,156 m ila abitanti non ha che una produzione d i 150 m ila e tto litri cioè 0 ,1 3 per a b ita n te ; una defi- cenza d i c irca un e tto litro ed u n terzo per abitante sulla media generale, in o g n i modo una deficienza ragguardevole ;

(2)

Cuneo, Como, B elluno, Venezia, Reggio C alabria, Messina producono in media da un terzo a due q u in ti d i e tto litro per abitante, Bergam o e V erona si a v­ vicin an o a mezzo e tto litir o ;

A le ssa n d ria ,T o rin o , Genova, M ilano, T reviso, U dine oltrepassano il mezzo e tto litro per abitante ma non raggiungono i tre q u in ti. Invece N ovara, Brescia e Massa C arrara stanno into rn o ai due terzi di e tto ­ lit r o ; — Piacenza Palerm o e Sassari in to rn o ai tre q u a rti; - Lecce, T rap an i ed A sco li into rn o ai qua ttro q u in ti, e Cremona Pavia e C a g lia ri in to rn o a ll’ e t­ to litro .

Sono q u in d i ventinove p ro vin cie che producono meno di un e tto litro per abitante, m entre il fa b b i­ sogno m edio è di un e tto litro e mezzo.

V i sono poi cinque p ro v in c ie : L ucca, Firenze, A v e llin o , B ari, Catanzaro, che stanuo v icin o ad un e tto litro e un q u in to ; Rom a, R ovigo e M antova che superano questa m isura ; anzi, Mantova si avvicina a ll’ e tto litro e mezzo.

A bb ia m o q u in d i 36 p rovin cie che debbono com ­ perare dalle a ltre e d a ll’ estero una quantità più o meno cospicua di fru m en to e sostenere il re la tivo aggravio.

Per contro, ecco il prospetto delle P ro v in c ie che producono al di là della media e q u in d i vendono il grano alle a ltre e ne ricavano il vantaggio derivante dal dazio ;

Produz. per abitante Ettolitri Produz. pcrTabitante Ettolitri

Firenze ... 1.6 2 S ien a . . . . . 2.4 0 C h ie ti... 1 .7 0 Salerno. . . . 2.45 G irg e n ti . . . . 1.71 Pesaro U rb in o . . 2.51 Piacenza . . . . 1.74 Macerata . . . 2.66 Padova . . . . ‘ 1.78 C altanisetta. . 2.7 3 C a ta n ia ... 1.79 Ravenna . . . 2.90 A q u i l a ... 1.82 P erugia. . . . 2.96 1 9 0 A n c o n a . . . M o dena... 2.07 Pisa . . . . . 3.31 Potenza. . . . . 2.17 T eram o. . . Bologna... 2.23 F e rra ra . . . . 3.49 A r e z z o ... 2 .2 4 Benevento . . 5.62 F o r l ì ... 2 .3 3 Campobasso . 4.17 Reggio E m ilia . 2.3 8 Foggia . . . . 4.37 Grosseto . . . . 2.3 8 C a se rta . . .

E se si potessero avere le statistiche per Com une si avrebbe, la stessa sperequazione che dim ostrerebbe chiaram ente che anche tra g li a g ric o lto ri i l dazio serve a togliere del denaro di tasca agli u ni per darlo agli a ltri; per p ro d u rre questa sperequazione lo Stato prende per sè una cinquantina di m ilio n i.

IL SISTEMA TRIBUTARIO DI TORINO

SECONDO IL PARTITO SOCIALISTA

N o n è frequente, anzi di una ra rità piuttosto s ig n ifi­ cante quanto deplorevole, che i socialisti si occupino di finanze, di im poste, di tasse e d i spese pubbliche. Ora com inciano, è vero, a vedere tutta la im portanza delle questioni che si collegano con quella m ateria, ma, in generale, i p iù hanno ancora troppo da fare coi capitalism o e col colle ttivism o per occuparsi delle m isere questioni trib u ta rie . E p p u re se v ’ è argo­

m ento che avrebbe dovuto a ttira re 1’ attenzione del socialism o è il sistema fiscale, perchè da esso, come è o gg i praticato in quasi tu tti i paesi, deriva no in ­ g iu s tiz ie , sperequazioni, p ertu rb a zio n i e in c o n v e n ie n ti m o lte p lic i. T u tto c iò è sentito però in m isura assai v a ria secondo lo s vilu pp o della ricchezza e l'altezza delle im poste, nonché l ’ im perfezione m aggiore o m i­ nore del sistema d’ im poste in v ig o re . M a poiché nel nostro paese il male esiste, e non da ora soltanto, sarebbe stato doveroso per un p a rtito come il socia­ lista lo occuparsi fin dal p rim o suo sorgere della questione trib u ta ria unendo i suoi sforzi a q u e lli dei pochi lib e ra li che hanno sem pre considerato l ’ o rd i­ nam ento ita lia n o delle im poste difettoso in m olte sue p a rti. I socialisti hanno bensì chiesta p iù volte la im ­ posta progressiva, ma il p iù spesso si sono ben g ua r­ d a ti di uscire dalle vaghe afferm azioni e di concretare q ualche rifo rm a positiva.

C i pare, q u in d i, che non vada passato in silenzio lo studio fatto di recente dalla sezione torinese del p a rtito socialista ita lia n o sul sistema trib u ta rio del com une di T o rin o , studio di cui abbiam o sott’ occhio un ’ analisi accurata del dott. L u ig i E in a u d i} p u b b li­ cata nella « R ifo rm a sociale ». Il p artito socialista ita lia n o n o m in ò tempo fa una com m issione per lo studio della finanza m u n ic ip a le di T o rin o o la re la ­ zione da quella pubblicata, o ltre l ’esame c ritic o del sistema trib u ta rio m u nicipa le e del sistema fina n ­ z ia rio generale, contiene alcune proposte. P er questa volta ci lim itia m o a considerare il problem a come se l ’ è posto la Com m issione socialista : in quale prò porzione contribuiscono rispettivam ente a ll’ e rario m u­ n ic ip a le una fam ig lia povera, una fa m ig lia agiata e una ricca? A questa interessante dom anda, osserva l ’ E in a u d i, la Com m issione risponde classificando le entrate com unali torinesi in tre grandi ca te g o rie : il dazio consum o con le m in o ri tasse di m acellazione, sug li esercizi p u b b lic i e di occupazione del suolo p u b ­ b lic o per L . 7 ,0 7 3 ,0 0 0 ; la sovraim posta sui fa b b ri­ cati per L . 1 ,6 0 1 ,0 0 0 e la tassa sui dom estici, v e t­ tu re , b icicle tte e cani, in L . 162 ,0 00 , ed adottando a lcu ni c rite r i fissi rispetto alla ripercussione di ogni im posta s u lle v a rie classi d i c itta d in i. In fa tti il dazio consum o si rip artisce , secondo la C om m issione, in ragione del consum o delle derrate soggette a dazio ; conosciuto il consumo d i queste derrate in una fa­ m ig lia , è conosciuta esattamente la quota che viene pagata dalla fa m ig lia medesim a per im posta daziaria; la sovraim posta sui fa b b rica ti si rip e rc u o te esatta­ mente su tu tte le fa m ig lie , in ragione del fitto pa­ g a to ; le tasse sui dom estici, v e ttu re , b icicle tte e cani gravano quasi esclusivam ente sulle classi agiate e ricche e trattandosi d i im posta d ire tta se ne conosce esattamente l ’ am m ontare, conosciuti g li ele m e nti tassabili in una data fam ig lia.

(3)

13 febbraio 1898 L’ E C O N O M I S T A 99 pagano le fa m ig lie per dazio consumo e la quasi

certezza che se si conoscono con precisione i quan­ tita tiv i dei consum i si può avere un dato com ples­ sivo assai prossim o al vero. A d ogni modo fintanto che la teoria della traslazione non avrà dato un largo sussidio di dati la dim ostrazione che la coin ­ cidenza degli accennati tr ib u ti non avviene come è presupposto q u i, sarà certo logico di attenersi ai presupposti p rin c ip i.

L ’ E in a u d i crede che la teoria della tralsazione dei trib u ti adottata dalla Com m issione socialista t o ­ rinese abbia l’ effetto socialm ente benefico di in cita re a m utare l’ assetto trib u ta rio italia no antiquato ed op­ prim ente, ed a sostituire ad imposte g ra va n ti, nella opinione universale, sulle classi la v o ra tric i, a ltre im ­ poste pagate prevalentem ente dalle classi ricche. Ora, q ui si può osservare a ll’ egregio scritto re che prim a di tu tto va dim ostrato q u a l’ ò effettivam ente il carico fiscale gravante ciascun con tribu e nte e q u in d i va ricercato se e come avviene la ripercussione ; soltanto in base a questa dim ostrazione può essere giustificato il tentativo di rovesciare parte del ca­ rico su a ltre sp a lle ; ma non è giusto accettare una teoria dalla ripercussione soltanto o p rincip alm e nte perchè le conclusioni che se ne possono tra rre conducono a sollecitare un m utam ento di sistema. Giustizia trib u ta ria dev’ essere e n ie n t’ a ltro quella che si ha da cercare in tu tti i m odi di a p p lic a re ; q u in d i va scrutata con m olta pazienza e grande sincerità la ripercussione dei trib u ti. A tito lo di notizia il tentativo della com m issione socialista torinese ci pare m e ri­ tevole d’ essere segnalato. A llo scopo di d eterm ina re quale sia il consum o dei generi soggetti a dazio in fam iglie di varia condizione, la Com m issione si è valsa delle rice rche com piute dalla signorina Gina Lom broso, a ggiungendovi però i dati re la tiv i ad otto

fam iglie benestanti.

Le fam iglie studiate dalla C om m issione sono ra g ­ gruppate nelle seguenti cate go rie :

Categorie Condizione Numero dei componenti la famiglia Entrata annua Fitti A Operai poverissimi 6 L . 4 8 0 6 0 B » di condiz. media 6 1 04 0 1 2 0 C * » superiore 6 1 6 0 0 2 0 0

]> Impiegati inferiori 5 com presi i 2 6 0 0 4 0 0

E Id. superiori 5 dom estici 5 8 0 0 8 0 0

F Reddituari 6 * 1 9 0 0 0 1 8 0 0

a Id. — » 6 0 0 0 0 4 0 0 0

Questi dati rappresentauo tu tti la media di tre fa -m iglia -meno la categoria D , che dà la -media di 2 fa ­ m iglie e la categoria G, che dà una sola fa m ig lia della quale si è potuto sapere il re dd ito, il fitto , il n u ­ mero di dom estici, di vetture, ec., rna non la quan­ tità dei generi consum ati. L a spesa del fitto , viene fatto osservare, non dà sem pre l’ im pressione di c o r­ rispondere alla media reale delle va rie categorie di persone nella città di T o rin o . Sebbene v i siano fa­ m iglie appartenenti alle classi E ed F , le q u a li si accontentano di alloggi di un valo re in fe rio re ris p e tti­ vamente alle lir e 8Ó0 e 1800 pure ve ne sono altre certo p iù num erose, la cui spesa supera notevolm ente tale c ifra ; il punto medio deve, secondo ogni apparenza di probabilità, trovasi alquanto al disopra d i essa.

Ora riassum endo i calcoli che sono stati fa tti dalla Commissione sul dazio consum o com unale si avrebbe per le sei categorie di fa m ig lie di cui si potè sta­ b ilire il consumo, queste tasse pagate in cifra asso­ luta e per 1 00 0 lire d’ entrata.

Categarie : A B c n E F

Tassa effettiva , . 18.97 30.71 55.6! 80.73 84.68 93.64 Per 1000 d’entrata 39.5 38-2 .»»co 00 3 Í 1 14.6 4.9

Non possiamo rife rire q u i il procedim ento seguito, ma noterem o che venne dedotto dalla imposta delle due u ltim e categorie l’ e quivalente del dazio per le derrate consumate dalle persone di s e rviz io ; ciò, perchè l’ alim en to che loro vien dato non è a ltro che una parte del s a la rio ; ma del resto anche com p u ­ tando il dazio sui consum i dei dom estici fra le tasse pagate d a lle fam ìglie prese in esame, si ha nella cate­ goria p iù ricca un aum ento di con tribu zion i solo del­ l’ uno per m ille . Ossia la differenza non m uterebbe gran fatto, ed essa è certo assai notevole, tanto che esa­ m inando il prospetto ci pare si possa tra rn e la con­ vinzion e che i l consumo qua ntitativam e nte conside­ rato delle categorie E ed F deve essere in fe rio re alla m edia reale, tenuto conto che la categoria E com prende le fam iglie a ve n ti una entrata di 5 8 0 0 lire e quella F di 1 9 ,0 0 0 lire . È da osservare poi che su certi p ro d o tti poco consum ati dalle fa m ig lie po­ vere e m o lto invece da q uelle agiate, il dazio go­ v e rn a tiv o di consumo grava in m isura assai sensi­ bile e q u in d i se si calcolasse non solo il dazio co­ m unale, ma anche q uello g overna tivo , si vedrebbe che la sproporzione nelle p erce ntu ali p u r rim anendo forte, lo sarebbe certo un po’ meno di q uello che risu lta dalle c ifre suesposte trovate dalla C om m is­ sione socialista torinese.

E anche a ll’ E iria u d i non pare possa accettarsi senza m olte ris e rv e il prospetto dei consum i, poiché scrive che « andrebbero m aggiorm ente a p p ro fo nd iti g li studi sui consum i della classe F a lcu n i dei q u a li sem ­ brano per la loro tenuità stranam ente contrastare con la elevatezza del re d d ito e col n um ero dei com ­ ponenti la fa m ig lia »,

Quanto alle altre im poste, quella sui fabbricati è in T o rin o del 44 per cento della e rariale , ossia del 5 ,3 6 2 5 per cento sul re d d ito lordo ; ogni fam iglia rim borsa col fitto al p ro p rie ta rio della casa L. 5 ,3 6 per ogni 1 0 0 lire d’ im posta. Quanto alle tasse sui ric c h i in T o rin o si pagano 4 lire per una domestica 8 per un dom estico, da 20 a 80 per le v e ttu re , 25 pei cani, 5 per le b iciclette. I l carico per ogni ca­ tegoria ris u lta il seguente:

Quota della so­ vrimposta fabbri­ cati in cifre asso­

A B c D E F O lute . . . . Quota per 1000 3.22 6.43 10.72 2I.45 42 90 96.52 214 lire d’entrata. Quota media d’imposta sui do­ mestici in cifre

6.7 6.2 6 7 8.2 7 4 5.1 3 6

assolute .

Id. per 1000 lire 4 8 22 90

d’entrata . . 1.5 1 4 1.2 1.5

Som m ando insiem e i tre g ru p p i d’ imposte si o t­ tiene il seguente quadro :

Entrata A B C D E F O L. 480 1040 1600 2600 5800 19000 60000 Dazio ed eserciz. 18.97 39.71 55.61 80.73 84.68 93.64 173 '1 Fabbricati . . 3-22 6.43 10.72 21.45 42.90 96.52 214 Vetture e dome­ stici. . . . 4.00 8.00 22-00 90 22.19 46.14 66.33 106.18 135.58 212.16 477

(4)

La C om m issione per re nd e r ancor più evidente la progressività a rovescio ha calcolato in base ai dati di fatto suesposti le quote di im poste pagate dalle fa m ig lie avente un re dd ito progressivam ente crescente da 5 0 0 ad 80000 lire a ll' anno.

Essa ha ottenuto così un prospetto — che non crediam o, necessario di rip o rta re perchè ha un s ig n i­ ficato troppo speciale, rife re n d o si a una solat città — dal quale risu lta che u n 'e n tra ta di 5 0 0 lire paghe­ rebbe a T o rin o per dazio consum o e im posta sui fa b b rica ti il 47 per m ille , un re d d ito di 5 0 0 0 per quelle due im poste, p iù l ’ altra sulle v e ttu re e dom e­ stici il 55 per m ille , una entrata di L . 1 2 ,0 0 0 il 14 per m ille , una di 2 5 0 00 il 10 per m ille , una di 8 0 ,0 0 0 lire il 7 per m ille . Sono c ifre che vengono date per m ettere in luce l’ in g iu sto sistema trib u ta rio del com une di T o rin o , e certo il resultato al quale è giunta la Com m issione è gravisssim o. Resta a vedere se è esatto, e se non lo è in quale m isura. C oloro che hanno argom enti per confutare o correggere la dim ostrazione data dalla sezione torinese del p artito socialista dovrebbero fa rli conoscere.

E se le cose stanno approssim ativam ente come è d ich iarato dalla C om m issione torinese, una rifo rm a indubbiam ente s’ im pone e la tossa di fa m ig lia , anche progressiva, m erita d’ essere accolta. Ma vedrem o in a ltro a rtico lo ciò che ha proposto la Com m issione.

LE EMISSIONI DI VALORI NEL 1897

D ia m o il solito prospetto delle em issioni di v a lo ri com piuto nel passato anno, ma è bene a v v e rtire su­ bito che diventa sem pre p iù d iffic ile di seguire i r i­ corsi al c re d ito fa tti nei v a ri paesi. La voga delle « in tro d u z io n i » p iù o meno clandestine, toglie q ua l­ che valo re alle c ifre che si form erebbero tenendo conto delle sole em issioni pubblicate e il Moniteur

des intérêts matériels ne dà due esempi.

In F ra n cia le g ran d i com pagnie fe rro via rie hanno fatto in s c riv e re sul listin o u ffic ia le della borsa di P a rig i delle obbligazioni 3 per cento e specialm ente 2 ’ / 2 per cento per la somma di 182 m ilio n i di fr., cioè per la metà del totale delle richieste fatte al c re d ito di questa categoria, secondo il censim ento che ha fatto i l p eriodico belga accum ulando tutte le creazioni di v a lo ri che sono state portate a sua co­ gnizione. Nel B elgio, in o ltre , esso Ita potuto notare in totale 193 m ilio n i, ma le iscrizio n i del listino o fficiale della borsa d i B ru xe lle s di tito li n u o v i belgi od emessi da società anonim e belghe salgono a 250 m ilio n i. A nche defalcando da questa c ifra i tito li c re a ti prò forma, oppure q u e lli che si rife risco n o a im prese create a ll’ estero è im possibile di essere si­ c u ri anche approssim ativam ente delle c ifre che sono fo rn ite come sintesi di una inchiesta anche coscenzio- samente fatta.

D evesi d ire per questo che il prospetto, che r i ­ produciam o p iù sotto, è p riv o di valore? A l con­ tra rio , come statistica ha un certo valore, perchè in m odo esatto è stato tenuto conto di ogni richiesta fatta pubblicam ente o in form a mascherata e segretamente, per quel tanto alm eno che fu possibile, sia che coloro che fanno tali richieste al c re d ito abbiano interesse a so ttra rs i agli sguardi a ltru i, sia che al con trario si tra tti

di tito li d’ un collocam ento tanto sicuro che la pub­ b lic ità riesca del tutto in u tile . È da aggiungere che il sistema del p eriodico belga di d ivid e re le em issioni secondo i paesi che prendono a prestito è di m ag­ g io r interesse di quello che consiste a d istinguere le richieste al cre dito fatte a L o n d ra , a P a rig i a B e rlin o , a B ru x e lle s od A m sterdam per conto di d e b ito ri del paese o per conto d e ll’ estero. Ciò che interessa non è già di conoscere la potenza finan­ ziaria di qualche mercato capitalista o di conoscere a che porta si batte per a ve r denaro, quanto di sa­ pere chi batte alla porta per chiedere p re stiti.

In realtà i paesi che hanno capitali da prestare sono s e i: l ’ In g h ilte rra , la G erm ania, la F ra n cia , la O landa, la Svizzera e il B elgio, cioè i paesi che ac­ cum ulano c re d iti s u ll’ estero senza che le lo ro p ro ­ prie re nd ite, azioni od obbligazioni di società o di im prese in d u s tria li si spandano al d i là delle loro fro n tie re , paesi che non sono trib u ta ri d e ll’ estero per il loro m ovim ento fina nzia rio, ma al co n tra rio espor­ tano capitali e vedono ogni anno accrescersi il va­ lore della lo ro fortu n a m o bilia re . Nel 1897 quei sei m ercati di capitali sono stati rich iesti di una somma complessiva d i 10 m ilia rd i e in questa somma le em issioni nazionali sono entrate per 6 m ilia rd i e a/ 5 ossia per poco p iù di due terzi,

I paesi d’ E uropa del secondo rango, q u e lli che investono i capitali a ll’ inte rn o, ma sono obbligati ancora a ric o rre re ai m ercati esteri, sono sette : A ustria, U ngheria, D anim arca, Spagna, Italia , N orvegia e R u s s ia ; essi hanno domandato insiem e circa 1575 m ilio n i a ll’ in fu o ri delle conversioni e in questa cifra la Russia figura per più della metà con un notevole m ovim ento di espansione ind u stria le.

I 700 m ilio n i rim a n e n ti sono p o rta ti in conto di paesi fu o ri d’ E uropa, il saldo delle rich ie ste essendo conversioni di tito li vecchi.

Se si passa a u n esame più m in uto delle em is­ sioni si è c o lp iti da questo fatto : 1’ In g h ilte rra e la G erm ania fig u ra n o esse solo nel m o vim e n lo delle em issioni propriam ente dette per 5 ,7 55 m ilio n i, ossia per quasi due terzi del totale generale che non rag­ giunge i nove m ilia rd i e su quei 5 ,7 55 m ilio n i un m ilia rd o solo è rappresentato da p restiti di S tati, di p ro v in cie e di com u ni. Il resto, ossia quasi 5 m ilia rd i è stato chiesto per conto d i società, fe rro vie , banche, in d u s trie , eoe. E quei 5 m ilia rd i rappresentano quasi i 8/ , di tu tte le em issioni di accomandita in d u stria le od a ltro ; il che vuol d ire che tutto il m ovim ento econom ico è stato concentrato in quei due paesi dove fioriscono le im prese di e le ttric ità , le m iniere a u rife re , le fabbriche di b irra , il ciclism o e qualche a ltra manifestazione dello s p irito di in izia tiva .

(5)

L’ E C O N O M I S T A 101 13 febbraio 1898

derlo lentnm ente con le leggi fiscali. P er quanto si faccia non si p erve rrà a d im in u ire la funzione che ha nel mondo econom ico questo m ercato, in cui si

negoziano v a lo ri sempre p iù num e ro si, sempre p iù d iffu si, in ogni paese, nei v a ri strati di q u e lli che risparm iano. PAESI MUTUATARI PRESTITI DI STATI di provinole e di città STABILIMENTI di credito STRADE FERRATE e Società industriali CONVERSIONI TOTALI del 1897 T O T A L I del 1896 Africa... 1,500,000 > 122.185,000 » 123,685,000 34,917,000 Germania . . . . . 457,512,500 429,100,000 1,469,675,000 17,149,000 2,373,436,500 7,725,179,975 (*) America latina. . . . » 180,620 000 7,500,000 44,663,150 84,829,000 317,602,150 765,999,100 Austria-Ungheria . . . » 167,005,050 43,319,000 61.906,250 272,230,300 257,527,000 B elg io... 77,377,000 14,110,000 57,554,100 44,168,850 193,210,550 99,842,000 (*) B u lgaria... 31,000,000 » « » 31,000,000 4,000,000 Canada... . » 57.732.000 » 69,957,500 10.000,000 137,689,500 47,561,000 C h in a ... » » 45,535,000 » 45,535,000 400,000,000 Congo ... » » 1,800,000 » 1,800,000 15,000,000 Danimarca . . . . 76,120,000 1 » 24,680,000 100,800,000 » Egitto . . . . » » 20,343,150 » 20,343,150 4,000,000 Spagna ... 184,000,000 » 40,932,600 » 224,932,500 402,875,000 Stati-Uniti . . . . » » 131,150,000 » 131,150,000 677,285,950

Francia e col nie . . . » 15,343,150 18,400,000 361,886,750 427,473,000 823,102,900 965,836,150 (*) Gran-Brettagna e colonie » 543,775,000 32,725,000 2.822,267,500 » 3,398,767,500 3.082,836,700 ( • ) I t a l i a ... 2,136,000 34,620,000 12,200.000 » 48,956,000 164,552,000 Giappone... 111,385,700 » » » 111,385,700 » Lussemburgo. . . . > » » » » 2, 100,000 Norvegia... 25,000,000 » 6,250,000 42,840,000 74,090,000 35,360,000 Paesi-Bassi e colonie . . » 14,710,150 7,586,450 133,044.600 » 155,341.200 903,246,600(*) Portogallo e colonie . . » » » 1,748,000 » 1,748,000 14,044,450 0 Rumania... •» » 700,000 * 700,000 58,000,000 R ussia... 120,000,000 273,700,000 355,407,030 9,497,500 758,604,530 801,349,000;*) Serb ia... 17,000,000 •» » » 17,000,000 S v iz z e ra ... 84,272,150 19,900,000 33,751,550 24,248,000 162,171,700 149,249,000 (*) Transvaal... » » 40,087,500 » 40,087.500 60,666,700 Turchia . . . » 2,536,000 28,850,000 » 31,386,000 50,640,000 Totali . . .g n . 2,166,489,300 883,496.450 5,861,884,580 684,88',350 9,596,755,680 16,722,037,625

(*) Le cifre segnate con asterisco comprendono le conversioni fatte nei paesi relativi.

n i « t

li

vm

m

degli

u h

I

talia

La mancanza d’ una rigogliosa in d u stria saccarifera indigena ha fatto sì che ra re volte il Parlam ento italiano si dovesse occupare della legislazione degli zuccheri. E d in vero, rig u a rd o alla produzione della barbabietola e della sua in d u stria , noi siam o stati il popolo p iù p ig ro d’ E uropa. M éntre a ll’ estero s o r­ gevano e si m o ltip lica va n o le fabbriche di zucchero più potenti del m o n d o ; l'Ita lia , in parte perchè fia c ­ cata da fierissim a c ris i economica ed in parte perchè vittim a d’ in g iu s tific a ti tim o ri, v id e nascere e m o rire alcune piccole fabbriche, delle q u a li solo pochissime Sl salvarono dalla generale ro v in a . Quasi tutte r i ­ masero v ittim e delì’ im previdenza perchè la volontà ( i fare non fu sorretta nè dalla capacità tecn i-a nè dalla preparazione agricola. Q ualcuna, quella di R ie ti, perchè condotta con p iù sano e severo c rite rio uscì vittoriosa dalla d iffic ile lotta, ed o ra, per quantità di materia prim a lavorata e per m odernità di p rò - cedimenti tecn ici, è la prim a d’ Italia . Essa è l’ unica che abbia assicurato a ll’ e rario un largo e sicuro provento, dim ostrando che a ll’ in d u stria saccarifera

italiana non mancano condizioni favo revo li di c lim a e di terreno, ma capitale copioso e sopratutto un personale in te llig e n te , perseverante, dotato di vasta c u ltu ra e di profonda conoscenza tecnica '). Tale in ­

(6)

sufficienza di preparazione ha fatto si che l’ ind u stria , tranne g li u ltim i anni, avesse conseguilo lenti e d e ­ boli progressi. Ciò si può vedere dai prospetti che seguono : Anni 0 Campagne Fabbriche esistenti Fabbriche che lavorarono Zucchero greggio prodotto Reddito della imposta 1879 2 1 quintali 193 Lire 6,210 1880 2 1 1,016 32,711 1881 3 2 635 23,757 1882 5 4 1,918 70,228 1883 5 4 3,539 . 119,979 1884-85 5 3 7,223 232,578 1885-86 5 3 1,252 40,320 1886-87 6 4 1,768 80,406 1887-88 6 2 1,836 82,069 Anni 0 Zuccherogreggio

prodotto dalle fabbriche

di iTotàle (1) Reddito della imposta Campagne Rieti ’ Savigliano 1888-89 qnintali 4,440 quintali quintali 4,475 Lire 250,392 1889-90 6,283 - 6,358 355,727 1890-91 7,876 - 7,884 441,092 1891-92 11,022 4,702 15,274 879,742 1891-93 7,277 3 378 10,655 590,155 1893-94 8,196 3,270 11,471 687,716 1894-95 14,881 6,017 20,898 1,252,824 1895-96 19,684 6,791 26,475 1.769,078

Come si vede, negli anni a noi p iù prossim i, si nota un notevole risve g lio da parte delle fabbriche m aggiori. Ma ciò non è tutto, poiché I’ anno testé decorso, ad iniziativa della « Società L ig u re L o m ­ barda per la ra ffin eria degli zuccheri » una nuova fabbrica sorse a S iuig ag lia, ed un’ a ltra, forse' ne sorgerà a Ravenna. M entre u n ’ altra società, con a capo il com m . P iaggio, si è costituita a Roma con lo stesso o b b ie ttivo .' Questa vigorosa ripresa nella coltura e n e ll’ ind u stria della barbabietola, per quanto tardiva, era naturale che avvenisse. Essa in fa tti, non solo ha favo revo li, in Italia , le condizioni n a tu ra li ma anche le disposizioni legislative. Perchè se l’ im ­ posta di fabbricazione nello zucchero indigeno è sotto diversi aspetti difettosa, pure essa mise sem pre al rip aro l’ ind u stria nazionale dalla concorrenza estera.

In Ita lia le relazioni tra il pubblico erario e le fab brich e di zucchero sono regolate dalla legge del 27 agosto 1883 - testo unico - e dal regolam ento 20 marzo 1884. La legge lascia lib e ro il p rod u tto re di adottare uno dei metodi d’ im posizione da essa p re scritti e che si basano sulla quantità effettiva di

(1) VI contribuì anche, ma in minima proporzione, una pic­ cola fabbrica posta nelle vicinanze di Monza.

prodotto ottenuto o sulla densità dei sughi defecati. Col p rim o sistema lo zucchero estratto viene colpito inte gralm e nte , senza deduzioni di sorta ; nel secondo, invece, si scrive a carico del fabbricante una cjuan- tità di zucchero greggio corrispondente a 1300 g ram m i per ogni e tto litro di sughi defecati e per ocmi centesimo di c u i risu lte rà in fe rio re a ll u nità la densità a 13 gradi di tem peratura. N e ll’ uno e n e l­ l’ a ltro caso il saggio della imposta è fissalo in L . 6 7,20 per lo zucchero d i 2® classe ed in L . 70,1 •> per q uello di 1 " classe.

A d onta del doppio metodo la base vera e na­ turale della legge è l’ im posta sui sughi defecati, poiché ta li sono i benefìzii da essa p rod o tti che nes­ suno d eg l’ in d u s tria li nazionali ha optato per quella sullo zucchero prodotto. E la legge sapeva di con­ cedere un trattam ento d i favore alle fabbriche che sceglievano il m etodo dei sug hi, poiché tale sistema lo p ro ib ì a q uelle che avessero lavorato la m ateria p rim a im portata d a ll’ estero, cercando così di rag­ giungere 1’ o bb iettivo propostosi, che era q uello di inco ra gg iare la coltivazione nazionale della bietola e l’ in d u stria d e ll’ estrazione che da essa avrebbe do­ v u to a lim entarsi. Il metodo usato dalla legge per ra gg iun g ere questo doppio o bb ie ttivo era dotato, i n ­ fatti, di molta e ffic a c ia ; poiché il ra pp o rto legale di re ndim ento è ta'e che circa il 20 °/0 dello zucchero prodotto sfugge a ll’ imposta quando essa viene c o m ­ m isurata alla densità dei sughi defecati. La quan­ tità di zucchero che in tal m odo resta esente da tassa, è tale che avrebbe dovuto sospingere l ’ in d u stria ad un grado sem pre più largo ed intenso di a ttiv ità ; poiché se allo zucchero esente, il quale si può anche calcolare come una rid uzio ne d’ im posta, si aggiunge la forte protezione doganale concessa, si ha un be­ nefizio così largo e sicuro di cui nessun’ altra in ­ dustria dispone. La sola protezione doganale è in ­ fa tti, per ogni q u in ta le di L . 2 0 , 8 0 per lo zuc­ chero di 2 a classe e di L . 2 8 ,8 5 per q u e llo di p rim a classe, essendo il dazio risp ettivo di L . 88 e di L. 99. In un a ltro paese, p iù avveduto, sareb­ bero bastate queste a rtific ia li e favorevoli condizioni per ric h ia m a re l ’ attenzione d eg l’ in d u s tria li p iù a c­ c o rti. Invece così non fu. F ortunatam ente, però, da qualche anno si nota un salutare risveg lio, e tutto dà a sperare che a ltri te rre n i saranno sottoposti alla coltu ra della bietola per am m annire la m ateria prim a alle fabbriche che sorgeranno in un prossim o a vve nire . A ta l’ uopo parecchi capitali si sono ra c ­ c o lti, a ltri se ne raccoglieranno tra breve, i quali tu tti troveranno u n ’ u tilis s im o im piego se la dolorosa esperienza del passato avrà appreso agl’ in d u s tria li ita lia n i come una dilig en te preparazione tecnica ed a gricola sia indispensabile al prosperoso esercizio d e ll’ in d u stria .

Ma com unque vadano le cose, è necessità inde­ c lin a b ile che sia m odificata la legge del 1 88 3, poiché un elem ento nuovo e di lunga portata è ven uto ad a lterare profondam ente la relazione che esisteva tra la legge stessa e l’ in d u stria .

(7)

13 febbraio 1898 L’ E C O N O M I S T A 103 sfruttando, in m isura sempre m aggiore, la m ateria

prim a lavorata. Ma ora, in questo rig u a rd o , si è raggiunta e sorpassata ogni p iù ardita previsione, poiché la cristallizzazione in movimento, questa tormentosa aspirazione dei tecnici più vale nti, è un fatto co m p iu to ; di modo che le melasse p iù non esistono. M ediante questo nuovo e portentoso pro­ cesso di lavorazione, g l’ in d u s tria li si vide ro note­ volm ente aum entare i benefizii, già considerevoli, che la legge avea loro concesso, benefizii che, o rm ai sorpassano di gran lunga q u e lli che il legislatore si era proposti e che avrebbe potuto prevedere. Si comprende, dunque, l ’ insistenza dei cap ita listi ita ­ liani nel dom andare che la legge del 1883 non venga cambiata per un lungo periodo di tempo. Essi, prim a d’ investire il loro capitale in nuove fabbriche di zucchero, vogliono essere s ic u ri d ’ un p ro fitto con­ siderevole e d u ra tu ro : in questo caso, come sem pre, il capitale nazionale si mostra tim id o e d iffidente. Sarebbe, però, gravissim o e rro re cedere alle sue pretese, poiché le fabbriche di zucchero p iù non disporrebbero di una protezione doganale logica e necessaria, ma di un enorm e p riv ile g io , tanto più odioso in quanto che a ltre in d u strie , come le a g ri­ cole, conducono una vita di stenti e di trib o li. La finanza dello Stato, d’ altra parte, andrebbe inco ntro ad un nuovo e grave pericolo poiché a ll’ accresciuta produzione indigena, colpita in m isura così esigua, andrebbe di pari passo la d im inu zio ne d e ll’ im p o r­ tazione estera dello zucchero che, per l’ alta gabella a cui è soggetta costituisce una delle fonti p iù co­ piose del p ub blico erario.

In tali con dizion i d i fatto, è im possibile rim a n ­ dare ad un tempo p iù o meno prossimo la soluzione del complesso problem a : bisogna a p p ig lia rs i ad una pronta decisione, inform andola ad un radicalo con­ cetto di rifo rm a .

(Continua)

Luigi Fontana- Russo.

SCIENZA BUROCRATICA E SCIENZA CONTABILE

Lacune e inosservanza iella le n e nella nostra c e e t a it à ti State

Il Comm. Giuseppe C erboni, già ra gio nie re generale dello Stato e ora consigliere alla C orte de’ C onti, l’ au­ tore della s crittu ra a metodo logism ografìco, fa un ’ im p o r­ tante pubblicazione '),s u lla q u a le ò b e n e rich ia m a re l ’ at­ tenzione di q ua nti sono studiosi della scienza a m m i­ nistrativa in genere e d e ll’ economia del paese in ■specie.

Mette conto di esporre per som m i capi qualcuno nei p rincip ali argom enti, che traggono le o rig in i e le ragioni e il d iritto dagli in o p p u g n a b ili postulati nella scienza, suffragata da lunga esperienza e da

|P°*jz'° n i d i legge, tu tto di inosservate.

Il Comm. C erbo ni si propone, e riesce p erfetta­ mente nel suo assunto, di d im ostra re che non

ap-) Giuseppe Cerboni. Dei mezzi per conseguire la

i oima della burocrazia e della contabilità e per at- aare il decentramento dicasteriale nell’Amministra-Ai,riv* . ° Stato. — Roma, Società Editrice Dante •Alighieri.

pena il parlamentarismo sarà m eglio inteso ed edu­ cato tra noi, a llora la scienza d e ll’ am m inistrazione entrerà n e ll’ anim o dei suoi m e m b ri, e quella che il volg er uso tira nn o appella burocrazia, p ig lierà largo posto tra g li studi a m m in is tra tiv i e si farà se­ gnacolo di nuova scienza, come s’ è già fatta scienza la diplomazia. E come questa ha per scopo g li studi sulle re lazio ni esterne o inte rn azion a li, così la buro­

crazia, dovrà studiare e sta b ilire a lum e di ragione

le teoriche e le norm e con cui g li u ffic i p u b b lici in ­ te rn i lim inosi da com porre e da esercitare, in guisa che essi producano, col m in im o mezzo e in m aggior copia, quei s e rvig i, che una società p o litica , q u a lu n ­ que sia I’ o rd in e delle idee su cui i tem pi vorra nn o la si atteggi o si costituisca, in correspettivo del d a-'-* baro e delle prestazioni che paga, ha d iritto e b iso ­ gno, per m eglio vive re e prosperare.

Il chiarissim o autore prosegue a dim ostrare nella sua pubblicazione che g li stu d i a ttin e n ti alla burocrazia e q u e lli a ttin e n ti alla contabilità si accompagnano, si mescolano e si com pletano siffattam ente tra loro, da fo rm a r quasi un ¡stesso ram o del grande albero della scienza d e ll’ am m inistrazione, poiché la contabi­

lità entra in ogni com binazione della scienza buro­ cratica, come questa in quella : né v ’ è fra lo ro a l­

tra differenza che la p rim a può d irs i pars magna d e ll’ altra e perciò da aversi sem pre presente e in grande rispetto. Dalle q u a li d im ostra zio ni, continua il C erboni, a pp arirà ben chia ro come g li accentra­

menti e i discentramenti a m m in is tra tiv i, a v o le r che

siano razionali e d u ra tu ri, han da ra ffe rm arsi per via dei dettam i che scaturiscano dal perfezionam ento delle due scienze s u rricorda te, cioè la scienza buro­

cratica e la scienza contabde, le quali hanno in sé

stesse i mezzi per rip a ra re i d ife tti e per conseguire le desiderate rifo rm e .

* »

Se per m e rito del O om m . C erboni, il nostro paese possiede una form a di b ila n cio e un sistema di re n d i­ m ento d i con ti d e ll’ A m m in istra zio n e Generale dello Stato veram ente a m m ire vo li, nel restante del sistema della C om putisteria di Stato havvi una grave lacuna; la mancanza cioè di un impianto computistico, da c u i d eriva re il rendim ento dei conti, che vien fatto a braccia e lavoro pesante di v e rific a to ri su v e r ifi­ c a to ri e la conseguente mancanza di un riscontro

contabile.

Questa lacuna è tanto più rip ro v e v o le dopo il p o r­ tato scientifico della s c rittu ra doppia perfezionata a metodo logism ografìco, che, applicato, assicurerebbe insiem e ad una completa d im o s tra tiv ità anche il ri­

scontro contabile, imposto tassativamente da dispo­

sizione di legge, ma tu tt’ ora mancante.

D a ll’ istitu to del riscontro contàbile il Com m en­ datore G erboni predice una economia di più m i­ lio n i a ll’ anno, senza tema d ’ ingannarsi, perchè ben so io, scrive, qual m ole di lavo ro pesa oggidì su lla A m m n iistra zio n e pel servizio del risco n tro , lavo ro che l’ opera m anuale delle persone, per quanto essa venga impiegata con zelo e con coscienza non farà mai sicuro e com piuto, e lascierà sem pre in c e rti delle fin a li sue risu lta nze . Invece colla is titu zio ne del r i­

scontro contabile a metodo s c rittu ra le il lavoro v e r­

(8)

m aterie p a trim o n ia li in generale e sulle officine e sui magazzini e sulle trasform azioni delle m aterie in p a rtico la re , che furono sempre e sono tu tt’ ora tra i suprem i desiderata d e ll’ am m inistrazione.

I l Com m . Gerboni chiude il suo opuscolo col voto del M in g h e tli, confortato da q u e lli de’ va ri congressi u n iv e rsita ri o di ra gio ne ria per lo sdoppiam ento dello a ttu a li facoltà u niv e rsita rie di giurisprudenza, onde si abbia fina lm en te la tanto propugnala facoltà di scienze p o litich e a m m in is tra tiv e , in cui la R agioneria p ig li il posto che le si compete come scienza form ale avente contenuto p ro p rio , ragguardevole, fino a’ n o ­ stri g io rn i poco a vve rtito .

Da questa rapida som m aria rassegna, chia ro ap­ parisce il sentim ento del bene p ub blico che u n ic a ­ mente ha fatto dettare questo lib ro al C om m . C e rb o n i, com petentissim o in m ateria.

E d ora io m i d om a n d o : avrem o finalm ente un G overno che voglia seriamente occuparsi di s im ili questioni? che com prenda che il benessere d i una nazione si procura colla pazienza, studiando ogni sin ­ golo problem a, prom ovendo ogni singolo m ig lio ra ­ mento ?

Giova sperarlo, poiché qualche accenno, che il Governo iutenda m ettersi sulla buona via e re car vantaggio anche in questo ram o al paese, l’ abbiam o avuto.

L ’ O nor. D a n ie li nel rife rire sul re nd icon to d e l- i l ’ esercizio 9 5 -9 6 propose e 1’ O nor. L u z z a lti, m in i­ stro del Tesoro, di c o n fo rm ità presentava il 9 G iugno p. p. un disegno di legge per — la istituzione del

riscontro effettivo sui magazzini e depositi di ma­ terie e di merci di proprietà dello Stato. —

L a giu n ta generale del b ila n cio , a mezzo dello stesso O nor. D a n ie li, dopo soli dieci g io rn i presen­ tava alla Camera il nuo vo progetto contenente dispo­ sizioni della massima im portanza.

Ora è da desiderare col C om m . C erboni, che la eccellente in iz ia tiv a non cada nel baratro d e ll’ oblio. D i questo ci affida la solerzia e la competenza d e l- 1' O nor. L uzzatti, che v o rrà d i certo veder portata a te rm in e nel m ig lio r modo la lodevole impresa.

S periam olo n e ll’ interesse dei nostro paese, che ha i m ig lio ri elem enti p er riu s c ir v itto rio so , quando ta li elem enti siano s v ilu p p a ti con lo studio, con l ’ arte, con la pazienza.

Rag. Cibo Bb e n a

Rivista Bibliografica

Eugène Petit. — Etude criliqae des différentes théories

de la valeur (dans l’échange intérieur). — Paris,

Arthur Rousseau, 1897, pag. 320.

M entre in Ita lia , in Germ ania e in A u s tria la le t­ teratu ra econom ica si è a rric c h ita negli u ltim i anni d i n otevo li studi in to rn o alla teoria del valore, in F ra n cia questa parte della scienza economica (e non soltanto questa a d ir v e ro ) è stata piuttosto trascurata. T anto p iù opp ortu no riesce q u in d i il lib ro del d r. P e tit sulle v a rie teorie del valo re nello scambio in ­ terno, lib ro che espone critica m e n te , con m olta com ­ petenza le p rin c ip a li teo rie e ne fa conoscere alcune crediam o per la p rim a volta in F rancia. L 'A u to re

con m olta chiarezza e con estesa conoscenza degli s c ritto ri che in modo particolare trattarono del va ­ lo re , o d a ll’ aspetto d o ttrin a le o da quello storico, si occupa della teoria classica (che veram ente non si può d ire una sola e ben d e fin ita ) di quella dal costo di rip ro du zion e (che studia in C arey, Bastiat e F e r­ ra ra ) delle teorie socialiste (S ism ondi, P ro u d h o n , R odbertus, M a rx ) d i alcune teorie dissidenti e in fin e delle teorie u tilita rie e in particolare di quella della u tilità - lim ite , ossia del grado finale di u tilità . C h iu ­ dono il lib ro alcune pagine di conclusione, nelle quali l’ A uto re ha ripreso alcune delle osservazioni c ritic h e da lu i esposte nel corso d e ll’ opera e ha ten­ tato d i fo rm u la re in te rm in i c h ia ri i p rin c ip i teorici in o rdin e al valo re , come egli li intende.

P regio in d is c u tib ile dì questo lib ro sono l’ accu­ ratezza della esposizione delle varie teoriche e g li apprezzamenti b re v i ma quasi sempre acuti e con­ vin c e n ti che e g li ne d à: si è q u in d i davanti a uno studio non solo coscenziosamente fatto, ma anche m editato e perciò is tru ttiv o .

Thomas Mackay. — Tlie State and Charily. — London, Macmillan, 1898, pag. 201.

È un nuovo volu m e di q uella u tilissim a colle­ zione di m anuali del citta d in o inglese, in iz ia ta già da parecchi anni da M acm illan, e per la speciale competenza d e ll’ A u to re nella m ateria è un lib ro che m e rita tutta l’ attenzione di chi si occupa della be­ neficenza e v u o l conoscere le vicende storiche di essa n e ll’ In g h ilte rra e lo stato presente della que­ stione in to rn o al m ig lio re ordinam ento da darsi alla carità legale e alla beneficenza p rivata, nonché alle re lazio ni tra queste due form e di carità. L ’ A utore n arra le p rim e vicende storiche della legislazione sui poveri, rife ris ce le o p in ion i d eg li econom isti della seconda metà del secolo passato, le inchieste com ­ p iu te sulla m ateria in discorso, g li effetti che da esse d eriva ro no sulla opinione pubblica, espone la legge sulle is titu zio n i di beneficenza, i d overi dei com m issari della carità, analizza ciò che rig u a rd a la cooperazione fra le agenzie di soccorso legali e vo ­ lo n ta rie e term ina occupandosi dei servizi o sp ita lie ri

e d e ll’ assistenza medica.

Questa operetta offre, come vedesi, una trattazione d e ll’ im p o rta n te argom ento sotto v a ri p u n ti d i vista e sebbene rig u a rd i solo l’ In g h ilte rra , non è p riva di u tilità pratica anche per studiosi degli a ltri paesi. George E. Vincent. — The social mìnd and education.

— London, Macmillan, 1898, pag. IX-155. L ’ A u to re , che professa la sociologia nella grandiosa U n iv e rsità di Chicago, si occupa in questo lib ro della istru zio n e dal punto di vista sociologico, ossia vuo le ris c h ia ra re i p ro b le m i che ad essa si rife risco n o va­ lendosi dei p rin c ip i della filosofia sociale, nella spe­ ranza di poter d ilu c id a re m aggiorm ente talu ne idee e di m eglio d e fin ire alcuni scopi da raggiungere m ediante la istruzio ne . P ertanto si occupa con molta d o ttrin a della m entalità sociale e del suo svilu p p o , della filosofia soci le quale scientia scientiarum, d ello svo lvim en to del pensiero sociale e in d iv id u a le , d e ll’ integrazione d eg li stu d i, della m entalità sociale in relazione a ll’ istruzio ne e del m ig lio r corso di studi da adottare.

(9)

13 febbraio 1898 L’ E C O N O M I S T A 105

Avv. Vincenzo Camanni. — La partecipazione dei la­

voratori al profitto della impresa. — Roma, tip. della

Casa editrice italiana, 1397, pag. 140 (L. 1,50). L ’ argom ento è stato o rm a i trattato con tanta in ­ sistenza da s c ritto ri di ogni paese, che è assai d if­ ficile d ire qualche cosa di nuovo o d’ interessante sulla partecipazione al p ro fitto ; soltanto si può se­ g uirne sem pre, con vantaggio, le applicazioni e i loro re sultati. L ’ avv. Camanni ha v olu to rip re n d e re in esame tutto il tema, occupandosi a nzitutto del con­ cetto teorico della partecipazione e delle sue basi etico-econom iche. E g li crede che la partecipazione sia una conseguenza della libe rtà del lavoro, ma non se ne mostra ciecam ente entusiasta, e dopo avere esposto con competenza in che essa consiste, come viene considerata dalla scienza, quali applicazioni ha avute, e alcune questioni speciali re la tive alla par­ tecipazione, crede di poter concludere che le due opposte co rre n ti di idee, d i fatti e di sentim enti te n ­ denti da una parte a vilipe nd ere, d a ll’ altra a esa­ gerare il sistema della partecipazione al p ro fitto sono del pari erronee ed esagerate. La partecipazione è aneli’ essa, egli dice, al pari degli a ltri fatti econo­ m ici, una form a e vo lutiva, la cui esigenza e le cui funzioni sono determ inate da cause storiche e da fattori sociali, che hanno agito p rim a, o che agiscono contem poraneam ente alla medesima. N on è q u in d i a sperare da questo sistema p iù di quanto esso può dare n e ll’ am biente e nelle condizioni che la c irc o n ­ dano ; v o le r pretendere di p iù sarebbe cercare lo im possibile e tale sarebbe, allo stato attuale della in d u stria , la pretesa soppressione del salario per mezzo della partecipazione.

Queste parole dicono con quale s p irito I’ A uto re ha trattato il tema e il suo lib ro se non può d i­ spensare dalla lettura di a ltre m onografie sul m e­ desimo argom ento p iù ric c h e di fatti e di dati è però una delle m ig lio ri trattazioni che siano state p u b ­ blicate in Ita lia n e ll’ u ltim o tempo sulla partecipa­ zione al p ro fitto .

Rivista Economica

La e m ig ra z io n e it a lia n a a l l ’ A rg e n tin aLe im p o r­

ta z io n i d i g ra n oL a s itu a z io n e d e lla C h in a d a l

la to econom ico e fin a n z ia r io .

L a e m ig ra z io n e it a lia n a a ll ’ A r g e n t in a . — In un recente a rtico lo l’ Economiste français tratta della em igrazione italiana a ll’ A rg e n tin a , citandola come un esempio im ita b ile di espansione coloniale. È questo il sistema p iù sicu ro ed econom ico di colonizzazione, scrive l’ autorevole p eriodico francese, da p re fe rirsi alle spedizioni m ilita ri e alle occupa­ zioni te rrito ria li.

G li e m igran ti rappresentano una quantità nazio­ nale che non si perde espatriando. È così che le nazioni operano la loro espansione senza sforzi o conquiste.

L ’ Ita lia s fe rrin a ta nei suoi te n ta tiv i di conquista coloniale, se ne rifa con la sem plice espansione al- 1’ estero e inonda le due A m eriche con la pletora della sua popolazione.

Dal 1857 al 1897 l’ Italia ha visto 1 ,0 3 2 ,7 0 2 suoi

connazionali sta b ilirsi nella R epubblica A rg e n tin a , e questa immensa colonia, sebbene alle dipendenze di un paese estero, non è perduta per la patria, dalla quale riceve im p o rta n ti p rod o tti che ne a li­ mentano I’ esportazione, e alla quale deve notevoli economie che rie ntran o nella penisola. Se nza co n ­ tare che m o lti e m igranti dopo un certo tem po r im ­ patriano in condizioni di relativa agiatezza, m entre a ltri espatriano in num ero sempre m aggiore e rie m ­ pire i vuo ti lasciati e ad aum entare i benefici d i codesta proficua em igrazione.

L ’ em igrazione degli a ltri paesi ó m olto al disotto d e ll’ italiana.

Ecco le cifre tota li dal 1857 al 1897 : E m ig ra n ti spagnuoli . » tedeschi . » austriaci . » francesi . » inglesi . . » svizzeri » belgi . . . . N. 2 9 1 ,0 6 3 . . » 2 5 ,0 1 9 . . » 2 7 ,3 6 6 . . » 152,371 . . » 32,22 3 . . » 2 3 ,6 8 6 . . » 2 8 ,5 6 6 G ii spagnuoli- si stabiliscono di preferenza nelle città e si occupano del piccolo com m ercio, m entre g li ita lia n i preferiscono le campagne che essi hanno trasform ate c o ll’ indefesso lavoro, ricom pensando la r­ gamente l’ ospitalità argentina.

L ’ em igrazione Svizzera è in d im inu zio ne e co­ m incia e segnalarsi una corrente e m igratoria dalla T u rc h ia e dal Marocco.

La popolazione totale d e ll’ argentina è di a bitan ti 3 ,951.911 dei q ua li 1 ,0 01 .52 7 stra n ie ri, con un au­ mento di 2 m ilio n i fra il censim ento del 1869 a q uello del 1895.

N el dicem bre del 1 897, il n nm ero di im m ig ra n ti ebrei era di 7,097.

A lla fine del 1891 la popolazione delle colonie a gricole isra e litich e era di 2 ,9 5 5 e nel 1 8 9 6 di 5 ,8 6 5 Le sei colonie isra e litich e situate nelle m ig lio ri pro­ v in c e , non hanno ottenuto i buoni ris u lta ti degli ita lia n i, mancando agli ebrei l’ a ttitu d in e e la pas­ sione per l’ a g rico ltu ra .

L e im p o r ta z io n i d i g ra n o . — L o stesso p erio dico francese osserva che il mercato gran a rio dipende oram ai unicam ente dalle flu ttu a z io n i dei paesi p ro ­ d u tto ri. Il prezzo del grano, che aveva alquanto r i ­ piegato, ria lzò di qualche cosa sul mercato a m e ri­ cano, ma il rialzo non può che essere passeggero, tanto p iù che 1’ andamento delle semine in E uropa lascia presagire, se la stagione si m anterrà propizia, un largo raccolto.

L ’ Economisle rip ro du ce d a ll’Evening Corti Trade

List di Londra il seguente prospetto nel quale,

dopo di a ve r dato le esportazioni dal 1 agosto 1897 al 22 gennaio 1 89 8, calcola a quanto am m ontino ancora le esportazioni p ro b a b ili :

(10)

E d ecco ora, secondo i calcoli d e ll’ U ffic io d’ a - g ric o ltu ra ili W ashington, I’ am m ontare del raccolto del fru m en to e frum entone negli u ltim i sette anni, rappresentato in bushels (equivalente a circa lit. 55).

Frumento Frumentone 1891 ... 611.780.000 2.060.154.000 1892 ... 515.949.000 1.628.464.000 1893 ... 396.131.725 1.619.496.431 1894 ... 460.287.416 1.212.776.052 1895 ... 467.102.947 2.151.138.580 1896 ... 427.684.347 2.283.875.165 1897 ... 530.149.000 1.902.968.000 I l valore della produzione del grano agli S tati U n iti è stim ato quest’ anno di L . 2 ,1 4 2 ,7 9 5 ,0 0 0 e q uello del frum entone di 2 ,5 0 5 ,5 6 5 ,0 0 0

L a s itu a z io n e d e lla C h in a d a l la to econom ico e’ fin a n z ia r io . — U Economiste européen, (rat laudo della questione a ll’ o rdin e del g io rn o, crede che i ten ta tivi d e ll’ Europa per im p ian ta rsi nella Cina avranno per effetto di p ro d u rre un risve g lio in q u e ll’ im m ane paese addorm entato.

Riassum iam o le considerazioni d e ll’ autorevole scritto re , che conosce bene le condizioni della Cina.

Non bisogna poi credere che la China sia rim a ­ sta com pletam ente in d iffe re n te alla c iv iltà occiden­ tale e che il contatto che si è s ta b ilito con questa su a lcu ni p u n ti del suo te rrito rio sia stato senza r i ­ sulta ti.

Veram ente un tale contatto non è stato m olto esteso ; il lito ra le m a rittim o è il solo dove siansi im p ia n ta ti in modo solido la nostra c iv iltà e i nostri costum i : furon o aperti i p o rli a ll’ E urop a, ma la penetrazione è mancata, ostacolata a ogni passo da dogane rovinose e da b a rrie re di ogni genere ele­ vate dai m a n d a rin i. L ’ im m enso m ercato di codesto paese è appena sfiorato dal com m ercio estero.

Senonchè m entre la vecchia China si ostina a r i ­ m anere fedele alle antiche tra dizion i e respinge ogni tentativo d e ll’ Occidente, sorge una giovane C hina, la quale si rende conto perfettam ente delle sue r ic ­ chezze, che conosce la p ro p ria forza e non ignora i p e ric o li cui va in c o n tro co ll’ isolam ento. Essa v o r­ rebbe a p p ro fittare delle necessità d e ll’ ora presente, e gelosa di s ta b ilire più ta rd i la p rop ria in d ip e n ­

denza, accetta di s e rvirsi m om entaneam ente dello stran iero per rifo rm a re il paese.

Una tale situazione non potrebbe essere p iù c r i ­ tica. T u tto è da fare e da rifo rm a re ; le strade non esistono più ; i canali debbono riscavarsi ; più nessun porto, non acqua potabile nella città , non fogne, non illu m in a z io n e ; i paesi di fro ntiera ind ifesi. Non e si­ ste nè esercito, nè flo tta ; bisogna ric o rre re a ll’ estero pei p restiti e ci vogliono m ilia rd i. O ccorre q u in d i a p rire le porte e lasciar penetrare da tutte le parti

i barbari dell’occidente.

U no dei mezzi adottati dalla giovane China per m o dificare una tale situazione e fa r penetrare più rapidam ente n e ll’ into rn o il com m ercio e l’ ind u stria , è la costruzione delle fe rro vie . Il successo delle sole due linee in a ttiv ità di servizio, attesta l’ enorm e circolazione inte rn a della C hina, m algrado la p rim i­ tiv ità dei mezzi ora esistenti, per c u i si possono prevedere fin d’ ora le conseguenze com m erciali che avrà la m o ltip licazion e delle strade ferrate n e l­ l'in te rn o del paese. Ma per co s tru irle ed exploiter le ricchezze del paese, bisogna creare delle fonti di rendita e la p rim a organizzazione da farsi è quella delle finanze d e ll’ im pero.

Col tra tta to d i S im m o sa ki, la C hina si è im p e ­ gnata di pagare al Giappone 2 0 0 m ilio n i di taels ; a cui si aggiunsero a ltri 50 m ilio n i per la re tro ce s­ sione di L ia o -T u n g .

La China ha dovuto, per conseguenza, c o n tra rre p re s titi per far fronte ai pagam enti p iù u rg e n ti. P er ciò che rig u a rd a i re sidu i ancora da pagarsi, la China ha una certa la titu d in e che porta per conse­ guenza una variazione sensibile s u ll’ am m ontare del - ì’ indennità. Essa può liq u id a re nel prossim o m ag­ gio un 5 0 0 m ilio n i di lire , m entre che il totale, com prendendo l’ interesse e il costo d e ll’ occupazione giapponese sarebbe di L . 4 1 2 ,5 0 0 ,0 0 0 pagando in maggio 1 90 2. Ora essa ha potuto fa r fronte ai suoi im p eg ni ric o rre n d o al capitale europeo, e con ciò ha aperto la breccia dalla quale passerà tutto il resto.

Il D ebito esterno della China am m onta a L ir e 9 6 7 ,6 2 3 ,0 0 0 il cui servizio è coperto pel doppio dal re dd ito delle dogane m a rittim e . L e im poste in C hina rappresentano appena una quota di L . 1,75 per

abitante- _

D el resto la C hina ha risorse facilm ente re a liz ­ zabili.

Se si pone mente alla sproporzione esistente fra l ’ estensione delle te rre e l ’ im p o s t a fondiaria e la lassa

sul sale, si vede che la China può realizzare im m e­ diatam ente delle entrate considerevoli.

In o ltre la China ha im p o rta n tissim e m in iere. R sig. D e trin g , m em bro del servizio delle dogane, ha consigliato testé il governo im p e ria le a confidare | 0 m in iere a ll’ esercizio degli s tra n ie ri.

T ra tm a n , console inglese a C h u n g -K in g , constata, che i g ia cim en ti d i carbone fossile a Szechuan, ba­ sterebbero da soli a pagare tutto il debito p u b b lic o . La necessità di tro va re risorse per liq u id a re com ­ pletamente 1’ ind e nn ità del Giappone e per prose­ g u ire le fe rro vie , fin irà per decidere il governo chínese ad accettare l ’ introm ission e degli s tra n ie ri nei p ro p ri a ffa ri.

I negoziati che conduconsi in questo m om ento a Pekino affretteranno questo inte rven to, il quale, a sua volta affretterà le rifo rm e .

La questione in fa tti ha un lato p iù serio della semplice necessità di concludere u n prestito, poiché nessun governo può oram ai sussistere, sia pure in C hina, senza strade e senza mezzi fina nzia ri.

È ciò che g li s p iriti illu m in a ti a P ekino hanno compreso, e forse aiutando la riorganizzazione fin a n ­ ziaria del paese, le nazioni di E u ro p a c o n trib u i­ ranno p iù sicuram ente, di q uello che colle d im o ­ strazioni n a va li, a rendere alla C hina la forza di svilu pp o che le manca e a creare una potenza colla quale dovrem o fare i conti p iù ta rd i.

IL 1 1 E H T 0 COMMERCIALE DEI PORTI DI CATANIA E RIPOSTO

nel biennio 1894-95

La Camera di commercio di Catania ha p u b ­

b lica to la sua relazione sul com m ercio dei p o rti di Catania e R iposto negli anni 1 8 9 4 -9 5 .

Il m o vim e n to com plessivo m a rittim o delle m e rci nei p orti di Catania e di R iposto da seguenti i re ­

Riferimenti

Documenti correlati

E non parliamo dei finanzieri teorici che notarono come la sproporzione tra le imposte dirette e quelle indirette sia andata sempre più aggravan­ dosi a danno

Abbiamo in Italia la fortuna di un esercito che, per molti aspetti, merita ogni elogio; e a dir vero i capi di esso non hanno mai mostrata la tendenza di

— L ’andamento delle campagne in Italia prosegue eccellente e col sole di questi giorni i fru­ menti sono sensibilmente migliorati, essendosi anche potuti

Le cause della ostinata condotta della U nione dei meccanici vanno ricercale, com e già notam m o in altro articolo, nelle tendenze socialiste dallo quali i suoi

chiedeva maturità di studi e di meditazioni, e d’altronde urgendo di sistemare senza altri indugi i debiti degli enti locali delle isole, coronando e

« In m odo speciale essa poi ritiene che le pic­ cole potenze inferiori ai 2 0 0 cavalli le quali possono essere direttam ente concesse dai prefetti ed a cui

Abbiamo voluto riferire largamente i vari punti del piano di riforma che il prof. Alessio ha studiato con cura il difficile e complesso problema ha trascurato

A questa doppia disam ina egli ha consacrato oltre duecento- cinquanta pagine della sua opera, ossia circa u n terzo di essa e il resto lo ha dedicato a