• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1280, 13 novembre

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1280, 13 novembre"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

l'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A SE T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER R O V IE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXV - Voi. XXIX

Domenica 13 Novembre 1898

N. 1280

SULLA FINANZA ITALIANA

A ttendiam o con una certa impazienza che i l G o­ verno abbia occasione d i esporre il suo program m a finanziario, perchè se q u e llo che lascia tra sp a rire la stampa officiosa fosse vero anche in parte, si d o ­ vre bb ero avere delle n ovità. A buon conto sembra assodato che il consuntivo 1 8 9 7 -9 8 si sia chiuso con una diecina d i m ilio n i d i disavanzo, il che, a vero d ire , sarebbe abbastanza confortante, date le spese per i tu m u lti di m aggio e date le perdite per il mancato dazio sul grano. Però sarà bene aspettare che il consuntivo sia effettivam ente pubblicato e di avere sott’ occhio le c ifre , per form arsi un chiaro concetto dello stato delle cose. In quanto a ll’ eser­ cizio in corso, non sono noti che elem enti troppo inco m p le ti per farsi un preciso g iu d izio del come vanno le cose, ma sem brerebbe che, sulla base del b ila n cio preventivo, non v i sia g ran che a temere. S oltanto non può a meno di im p e n sie rire una certa tendenza, che non si è ancora bene determ inata, ma che tu tta via ingom bra l’ aria e quasi si lascia fiu ta re come una burrasca che si a v v ic in i : la tendenza cioè d i allargare le spese. P rim a la M arina sem brava r i ­ chiedere u n non piccolo rin fo rzo di diecine di m i­ lio n i; poi, nei via g g i dei M in is tri nel m ezzogiorno, si fecero promesse che im p lich e re b b e ro spese non p iccole ; in fin e , le divergenze sorte tra il M in istro delle Finanze ed il suo Sottosegretario, lasciano so­ spettare che il G overno sia disposto a far d e b iti per aum entare le dotazioni di c e rti se rvizi.

C ontro tale sintom atica tendenza, a M ila n o si è alzata una voce autorevole, q uella d e ll’ on. C olom bo, per raccom andare la persevernza nelle econom ie, per m ostrare i p e ric o li che d erive re bb ero da u n aum ento del debito pubblico, per fa r risa lta re la necessità di m antenere e rafforzare il pareggio del bila n cio . La accoglienza che da a lcu ni organi o fficiosi ebbero le raccom andazioni del deputato di M ilano, lascierebbe supporre che nelle sfere governative sia tornato ostico quel ric h ia m o alle vere c on dizion i del paese; ma \ noi persistiam o a credere che l ’ on. V a c c h e lli non possa esser disposto a com prom ettere la sua fama di uom o rig id o e tenace, perm ettendo che in qua­ lunque modo venga variata la p o litica finanziaria che da qualche anno era abbastanza rig orosa m en te seguita.

Siam o co n vin ti che un qualunque atto del G overno che, anche colla m aggiore buona volontà, tendesse a m ostrare la disposizione d i accrescere il debito e d i a lla rg are la spesa, farebbe una pessima im p re s ­ sione, specie sui m ercati esteri, dove si am m irano

bensì g li sforzi degli ita lia n i per rim e tte re in buon o rdine il loro b ilancio e la loro econom ia, ma si m ostra poca fidu cia n ella lo ro perseveranza e si teme che con troppa leggerezza si possa perdere Con un solo colpo di testa quel vantaggio che in questi u ltim i anni si è conseguito al prezzo di g ran d i sa­ c rifiz i.

C om unque, il G overno ancora non si è esp licita ­ m ente d ich iarato per una finanza meno dispendiosa, e non g li farem o il to rto di credere che c e rti a r­ tic o li di g io rn a li, che evidentem ente rice vo no d irette com unicazioni dai M in is te ri, rappresentino veram ente un inte nd im en to del G abinetto d i m e tte rsi, perciò che rig u a rd a la finanza, su di una via m o lto p e ri­ colosa.

N on d iv id ia m o il pensiero delP on. F o rtu n a to , che, allo stato attuale delle cose, in m ateria dì finanza non v i sia n u lla da fa re ; meno ancora d iv id ia m o il .concetto d e ll’ on. Saracco che un ten tativo di r i ­ form a trib u ta ria metterebbe in grande scom piglio le entrale dello S ta to ; noi crediam o che m ai come al presente m om ento sia evid en te la urgenza di dar mano alle rifo rm e trib u ta rie p iù ra d ic a li, e queste rifo rm e , se com piute colla dovuta prudenza, non te­ m iam o che recherebbero nocum ento alla finanza dello Stato. Sarebbe q u in d i accolta certam ente con favore la dich iarazion e che facesse il M in iste ro d i volere a ffrontare la questione di una graduale rifo rm a dei trib u ti. Però l’ argom ento è tra i p iù a rd u i e non vediam o ancora n e g li atti del G overno quella energia e quella risolutezza, che sarebbero ind ispensabili quando volesse veram ente tentare una profonda s i­ stemazione del sistema trib u ta rio .

F ra tta n to pochi g io rn i c i separano dalla apertura delia Camera, e q u in d i nel discorso della Corontì, che, speriam o, non si lim ite rà a vaghe fra si, in c u i, poiché si prom ette m olto, si sa di poter poco m an­ tenere, — si avrà, senza dubbio, occasione per dare un p rim o cenno degli inte nd im en ti del G o verno ; seguirà poi la presentazione dei progetti di legge di indole fina nzia ria, e I’ on. V a c c h e lli d ovrà nella pros­ sima esposizione finanziaria d ire qualche cosà d i più preciso.

(2)

722

L’ E C O N O M I S T A

13 novembre 1898

o p in io n e ; ma se la sua tendenza si mostrasse diversa, è probabile che non avrebbe con sè che l ’ appoggio di quella stampa che ha buone ra g io n i per amare le g ran d i spese.

L i POLITICA DELLO SCONTO

Egregio Collega,

M i perm etta d i osservare come l ’Economista n e l- l’ accusarm i d i contraddizione ha confusi tra di loro due fa tti essenzialmente d is tin ti, ed ha applicate allo stesso o rdin e di cose, due m ie o p in io n i, che rife ­ rendosi a cose diverse possono facilm ente d iffe rire . E se le chieggo cortese o spitalità, non è tanto per i l fatto personale in sè, quanto perchè si tra tta d i argom ento della p iù grande im portanza scientifica e pratica per bene regolare q u e lla che io chiam o po­ litica di sconto.

I due fa tti, d is tin ti, che l’Economista insiem e ha confusi sono ; 1° l ’ interesse norm ale del capitale in u n paese, la cui m isura m in im a è per lo p iù in d i­ cata dal corso del consolidato e d i a ltri tito li d i p rim ’ o rdin e ; 2° il saggio temporaneo dello sconto da p arte delle Banche d’Emissione, inteso a d ife n ­ dere le ris e rv e m e ta lliche o alm eno a tem perare in u n dato m om ento il ria lzo del cam bio.

Che si tra tti d i due fa tti essenzialmente d is tin ti, lo vede chiu nq ue osservi quanto accade ogg idì. A i corsi attu ali il consolidato inglese è capitalizzato alla borsa a 2 ,5 2 per c e n to ; lo sconto della Banca d’ In ­ g h ilte rra è al 4 per cento: ra pp o rto come 100 a 154. ì l consolidato tedesco si capitalizza a 3 ,1 8 per cento ; lo sconto della Banca d e ll’ Im p e ro è al 5 ra p ­ porto come 100 a 177.

Eccole adunque due tra i m a gg iori paesi d’ E u ­ ropa, che le presentano appunto q uel fenomeno eh’ E lla ritie n e im possibile, di « capitale a buon m ercato e d i alto saggio dello sconto » : i l che si­ g nifica che le m ie osservazioni erano basate sui fa tti è sulla realtà delle cose assai p iù d i q u e lle d e l- l ’Economista. A g g iu n g e rò anzi che o rm a i la pratica insegna che se si v u o le avere un interesse basso n orm ale del capitale in un paese, bisogna, quando occorre, a ve r I’ energia d i elevare presto e fo rte ­

m ente i l saggio dello sconto delle Banche d’ em issione. Nè si potrebbe citare in co n tra rio l ’ esempio della F ra n c ia , dove il consolidato è a 2 ,9 4 per cento e lo sconto della Banca al 3. L o sconto della Banca d i F ran cia al 3 si intende in carta od in argento r in v ilito d i fronte a ll’ estero; c h i desidera oro (com e lo danno le Banche d’ In g h ilte rra e di G e rm an ia) paga ancora un prem io che ta lvo lta è salito fino al- l ’ H per m ille . Col p rem io attuale del 6 p e r m ille , lo sconto a tre mesi alla Banca di F ra n cia per carta internazionale è del 5 ,4 0 per cento a ll’ anno, e q u in d i p iù elevato d i q ue llo delle Banche di L o n d ra e B er­ lin o cioè nel ra pp o rto di 1 0 0 a 184. Q u in d i anche l ’ esempio di P a rig i conferm a la m ia tesi.

S i è appunto perchè da m o lti anni ho dato al problem a « la necessaria ponderazione » che non m i sono lasciato in d u rre in e rro re da apparenze s u p e r­ fic ia li o da confusione di fenom eni econom ici d iv e rs i. Benché alla lunga siano fra di lo ro c o rre la tiv i, 1’ interesse n orm ale del capitale e il saggio delle Banche d’ emissione, come cose distinte, sono re go ­

la ti da fa tto ri d ive rsi. L ’ interesse del capitale è il ris u lta to del complesso delle condizioni econom iche e p olitich e d i uno Stato e v a ria lentam ente ; il sag­ gio dello sconto delle Banche d’ emissione è in flu e n ­ zato, ad o gn i m om ento, sopratutto dalle condizioni m onetarie in te rn e ed estere d i u n paese e spesso ha oscillazioni fre qu en ti. La sola Banca d i F rancia si sforza (senza riu s c irv i) d i m antener pressoché co­ stante il saggio dello sconto, ma va ria quasi ogni g io rn o il prem io sul!’ o ro, i l che può essere anche

, adunque, come non v ’ ha alcuna con trad d i­ zione fra le o p in ion i da me manifestate nella Nuova Antologia. In « P o litica di lavoro » studiando le c o n ­ d izio ni perm anenti della prosperità economica d i un paese, ho riconosciuto per l’ Ita lia la necessità d i una finanza p iù fo rte e di una m ig lio re organizzazione della circolazione e del credito, affinchè l’interesse norm ale del capitale tenda a scendere n e ll’ in d u strie e n e ll’ a g ric o ltu ra ; nel che spero E lla converrà di buon grado con me. E come mezzo necessario v i annoverai pure (pagg. 7 38 ) una corretta politica di sconto, il che venne d a ll’ Economista dim enticato. N el recente a rtico lo , « sopra il ria lzo del cam bio », studiando u n problem a del tutto d ive rso, rico no bb i la necessità di com battere l ’ e rro re così fatale a ll’ Ita lia di un basso saggio di sconto da parte delle Banche d’ emissione (ed è di queste e non delle a ltre che feci parola) in tem pi di a rb itra g g i a noi sfa vorevoli o d i burrasche m onetarie.

P u r troppo dopo tan ti e rro ri di credito, d i c irc o ­ lazione e d i politica m onetaria commessi dal nostro paese, il rito rn o alla via buona non può essere che graduale e d iffic ile . Possono anche a pp arire neces- sa rii dei tem p eram en ti: e l ’ invocata lib e rtà del sag­ gio dello sconto non può essere accordata alle B an­ che che quando queste abbiano rip re so il baratto dei b ig lie tti o alla pari o con prem io. Ma appunto per ciò stim o p iù necessario che u n gio rn ale auto­ re vole come YEconomista non s i lasci in d u rre in e rro re sopra i te rm in i fondam entali d i due p rob lem i essenzialmente d is tin ti. G iova che tu tti concorriam o a c o s titu ire in paese una corre tta opinione circa le fu n zio n i essenziali delle Banche d ’ emissione e circa la necessità di una p o litica di sconto regolata se­ condo la necessità del m ercato m onetario e del corso dei cam bi. Perchè è assurdo credere che tutta E u ­ ropa sbagli e che soli n oi siamo i sapienti !

M i perm etta assicurarla che in questa questione non solo ebbi sempre « idee chiare e coerenti », da me apprese n e g li stu d i e nella pratica com piuta in In g h ilte rra , ma che m ai m i sono lasciato per un solo m om ento fu o rv ia re da qualsiasi considerazione d i « opportunism o ». P er una corretta e vigorosa p o litica di sconto, alla quale m i pare che anche l’Economista propenda, - del che viva m e nte m i fe lic ite re i - ho com battuto per quasi ven t’ anni nella stampa, nei discorsi alla C am era, n e g li a rti­ co li Aq\\’A ntologia, d i cui m i perm etto sopratutto ric o rd a re quello del novem bre 1 88 9, in c u i tra tta i distesamente del problem a. Ma per c a rità , non con­ fondiam o lo sconto delle Banche d ’em issione, che è il regolatore, con 1’ interesse norm ale del capitale, che solo in parte ne è effetto !

(3)

13 novembre 1898

L ’ E C O N O M I S T A

723

ribassare lo sconto m entre il cam bio sale. E tutte le debolezze d i questa p o litic a m onetaria, g li sconti bassi e di favore, m entre 1’ a rb itra g g io di borsa ci depaupera, E lla li vedrà da me costantemente con ­ fu ta ti nella Nuova Antologia del novem bre 1 88 9, gennaio 1891, m aggio 1 8 9 3 , fino ai p iù re cen ti s c ritti da L e i ric o rd a ti.

N el rin g ra zia rla di m olte cortesi parole che E lla ha p ure avute a m io rig u a rd o , m i perm etta d i espri­ m erle l ’ a ugurio di poter d’ ora innanzi lavo ra re con­ cordi nel d istruggere g li e rro ri e i p re g iu d iz ii che in Ita lia ancora im pediscono l ’ adozione di uua savia p olitica di sconto.

M i creda

Suo Dev mo Maggiorino Fer r a r is. A questa lettera che ci d irig e Ton. M. F e rra ris ag­ g iu n g ia m o alcune considerazioni per c h ia rire bene la questione e il nostro pensiero ; e saranno c o n ­ siderazioni affatto o b b iettive , perchè rile van do quello che ci parve una contraddizione tra i due a rtic o li d e ll’ on. M . F e rra ris , non abbiam o avuto a ltro inten­ dim ento se non q u e llo d i discutere su argom ento m olto im p orta nte per il paese e in to rn o al quale ci sembra che v i sia una grande confusione d i idee.

Ci affrettiam o a d ire che la lettera d e ll’ on. M. F e rra ris sposta la questione, ma lascia ancora in noi il dubbio che, m algrado la nota sua competenza, il desiderio del bene prossimo lo sospinga, senza che se ne renda esatto conto, per due vie che sono in c o n c ilia b ili.

A buon conto m ettiam o bene in sodo due p re ­ messe:

1 . ° La Banca d’ In g h ilte rra e la Banca di F ra n ­ cia alzano il saggio dello sconto e la seconda ag­ giunge u n prem io per il baratto dei b ig lie tti in oro, il che sotto un certo aspetto equivale ad un au­ m ento del saggio dello sconto, p e r difendere le loro proprie riserve metalliche; così dim inu isco no le cam biali in portafoglio, dim inu isco no la circolazione dei b ig lie tti e q u in d i il baratto. — N iente di tutto questo possono fare g li Is titu ti di emissione ita lia n i perchè non barattano i loro b ig lie tti in moneta m e­ ta llica , nè in grande uè in piccola q u a ntità, nè con l’ alto nè col basso saggio dello sconto. — I due fatti q u in d i non soffrono tra loro paragone perchè si svolgono in condizioni così diverse da m uta rn e totalm ente lo scopo e la funzione.

2 . ° La Banca d ’ In g h ilte rra e la Banca di F r a n ­ cia o rd in a ria m e n te m utano il saggio d ello sconto prevenendo o seguendo le m utazioni del saggio stesso su! m ercato libe ro ; così che si prevede un rialzo del detto saggio delle Banche quando quello del m ercato lib e ro sale, si prevede che le Banche lo d im inu isco no quando scende sul mercato libe ro . E se in un dato m om ento tra il saggio di sconto bancario e q ue llo del m ercato libe ro v i è una d if­ ferenza, tu tti com prendono che non può essere d u ­ re vo le , perchè a ltrim e n ti le Banche perderebbero tutta la loro clientela se scontassero a un prezzo di m o lto p iù caro a paragone del mercato lib e ro , la perderebbe il m ercato libe ro se contro le Ban­ che mantenesse un alto saggio d i sconto.

A nche questo fatto non è com pletam ente a p p li­ cabile alle condizioni nostre. G li Is titu ti di emissione hanno un portafoglio rid o tto orm ai a cifra così pic­ cola, in causa del lim ite d e lla circolazione e delle

im m obilizzazioni e di a ltre ra g io n i che n on andrem o annoverando p e r m o tiv i fa c ili a in te n d e rsi, che di poco potrebbero aum entare la entità del loro sconto e q u in d i m entre una grande restrizione renderebbe a d d irittu ra vuoto il lo ro portafoglio, la maggiore espansione di esso viene lim ita ta dalle cause suac­ cennate.

Queste due premesse ci perm ettono d i osservare q u in d i che se g li Is titu ti di emissione aumentassero il saggio dello sconto non potrebbero fa rlo come la Banca d 'In g h ilte rra o quella d i F ra n cia per d i­ fendere le loro rise rve, le q u a li sono in ta n g ib ili; — e d ’ altra parte la m aggiore e m inore espansione del loro portafoglio avrebbe una lim ita ta influenza in quanto non potrebbe avere che o scillazio ni poco ampie per determ inare un sensibile m o vim e n to nel m ercato.

A nostro avviso, q u in d i, il saggio u ffic ia le dello sconto in Ita lia dovrebbe avere due o b b ie ttiv i d ive rsi: il p rim o trascinare g li a ltri Is titu ti ed i b an ch ieri ad aum entare il saggio dello sconto libe ro , non temendo più la concorrenza degli Is titu ti d i e m issio ne ; — il se­ condo d i rin c a ra re il prezzo del denaro, invogliando così il capitale estero a cercare im piego in Ita lia , e con ciò stesso d eterm ina nd o u n m ig liora m e nto nella situazione m onetaria.

N on sappiamo se abbiam o reso chiaram ente il con­ cetto nostro, ma vogliam o d ire : - se g li Is titu ti di em is­ sione portassero il saggio dello sconto al 7 od a l- !’ 8 per cento ; il m ercato lib e ro a poco a poco ségui- rebbe g li Is titu ti stessi m o lto da v ic in o ; e n ello stesso tem po g li Is titu ti esteri, che non possono im piegare che al 4 od al 5, invie re bb ero i loro cap itali in Italia per lu c ra re della differenza e con ciò stesso si deter­ m inerebbe una d im inu zio ne d e ll’ aggio.

E si noti che appunto il fatto che le Banche estere aum entando il saggio dello sconto difendono le loro riserve, m entre in Ita lia le rise rve m e ta lli­ che d e g li Is titu ti non hanno bisogno di difesa alcuna essendo in ta n g ib ili perchè non è ammesso il baratto, fa sì che m entre la politica dello sconto in In g h il­ terra ed in F r a n c it (q u i con aggiunta del p rem io sul baratto in o ro ) è riv o lta a seguire il m ovim ento delle ris e rv e ed a m o de ra rlo , e q u in d i è continuam ente oscillante, secondo che v i sia im portazione od espor­ tazione d’ oro ; in Ita lia non v i sarebbe m o tivo di m utazioni nel saggio dello sconto se non nei casi in c u i esso rimanesse al disotto di quello delle Banche estere e minacciasse q u in d i di perdere la sua fu n ­ zione di eccitam ento al capitale estero ad im p ie ­ g arsi in Ita lia . — Se cioè il saggio u fficia le italiano fosse al 6 ; dovrebbe rim a n ere (fin o a che le n o ­ stre con dizion i econom iche e m onetarie non fos­ sero radicalm ente m utate) a tale altezza, anche se il saggio di sconto delle Banche estere oscillasse dal 2 al 4 od anche al 5 ; dovrebbe alzarsi quando quello estero si avvicinasse al nostro, per m antenere sem­ pre una notevole distanza. E perciò, tranne pochi casi, si dovrebbe stare sempre tra il 6 ed il 7 per cento. Diam o queste c ifre a solo m otivo di esempio.

(4)

724

L’ E C O N O M I S T A

13 novembre 1898

Ma se Ton. M. F e rra ris accetta queste premesse, e ci pare im possibile che ciò non sia, viene allora evidente e flagrante la contraddizione che abbiam o rile vata tra il denaro a buon mercato e l'alto saggio dello sconto. — La distinzione che l’ on. M. F e rra ris tenta di fare tra interesse e saggio dello sconto non regge affatto per e vita re la contraddizione stessa. L ’ interesse del debito p ub blico segna il grado di fid u cia che gode lo Stato o, se si vuole, la rim u n e -

j

razione che il p ub blico è disposto ad accettare per prestare i suoi d enari allo Stato. A determ inare tale j grado di fidu cia entrano elem enti complessi di varia natura, Che n u lla o poco hanno che fare col denaro j a buon mercato « destinato a ra v v iv a r le stanche forze p ro d u ttric i e ridestare le energie latenti ed assopite i della economia nazionale. » La produzione, il c o m - ¡ m ercio, l ’ a g ric o ltu ra non hanno bisogno che la ren- 1 dita sia alta, cioè p iù m ite l’ interesse del debito p ub blico, ma avrebbero piacere di trovare a buon m ercato il denaro per im p ie g a rlo nella in d u stria loro e perciò a un basso saggio dello sconto; e saremmo disposti a desiderarlo noi p ure questo denaro a buon m ercato, se la esperienza e la riflessione non ci aves­ sero m ostrato o rm a i troppo chiaram ente che il v a n ­ taggio m om entaneo di un basso saggio di sconto n elle condizioni a ttu ali d’ Ita lia , si paga poi troppo duram ente con sacrifizi d i a ltro genere, come sono l’ aggio, il corso forzato e le crise in d u s tria li.

A nostro avviso q u in d i è erroneo l’ am m ettere la possibilità che I’ Ita lia , nel disordine econom ico in cui si tro va , e nel quale sem pre p iù si ingolfa per la scarsa saggezza dei suoi governanti, possa avere il denaro a buon mercato; e fa r credere alla na­ zione la possibilità di questo vantaggio è creare c o l­ pevolm ente una illu sio n e . A llo stesso modo che la nostra scarsa coltu ra tecnica ci obbliga a m a gg iori dispendi nelle in d u strie , che la nostra inesperienza econom ica ci conduce a perd ite colossali, le con di­ zioni generali rich ied on o anche che il capitale che si a vventura a ll’ alea delle in d u strie sia altam ente rim u n e ra to , cioè sia caro. V u o i d ire che quello stesso u tile finale che n e g li a ltri paesi si ritra e con u n determ inato lavo ro , n o i non possiamo ric a va rlo che colla sobrietà e col m a gg ior la v o ro ; la sobrietà per ora non manca, il m a g g io r lavo ro lascia ancora qualche cosa a desiderare per essere ra gg iun to.

T u tto il resto è illu s io n e ; non abbiam o sentito ualche anno fa p rop o rre che la legge sul cre dito fo n ­ ia rio stabilisse che il saggio d’ interesse delle cartelle fosse del 2 4 a ffin ch è 'la a g rico ltu ra potesse avere a buon m ercato il danaro? I! proponente non pen­ sava nem m eno al ra pp o rto che passa tra il prezzo delle cartelle fon dia rie e l’ interesse del denaro !

N oi con tinu iam o q u in d i a m antenere il nostro c on cetto: — i l saggio d ello sconto degli Is titu ti di em issione deve essere lib e ro , perchè lasciarlo a ll’ a r­ b itr io del G overno v u o l d ire m antenerlo basso a r­ tific ia lm e n te ; a g li Is titu ti di emissione il G overno non perm ette di alzare il saggio dello sconto quanto sarebbe conveniente per una larga e bene intesa p o litica m onetaria (abbiam o anzi avuto dei M in is tri che assumendo il porta fog lio volle ro essere sa lu ta li da un ribasso del saggio dello sconto e tro va ro no com piacenti g li Is titu ti) ; a llora g li Is titu ti v o g lion o alm eno che lo sconto sia tanto basso da assicurare lo ro una certa cifra di portafoglio e perciò dom an­ dano nel lo ro interesse, e con tro l ’ interesse generale, la facoltà d i fare sconti d i favore. E s i n o ti bene,

che la resistenza del G overno a concedere i ribassi dim ostra da una parte che è convinto che sarebbe p ue rile che in Italia il saggio dello sconto fosse al due od al tre, d a ll’ altra che non ha il coraggio di p o rta rlo al 6 od al 7, e lo m antiene apparentemente al 5 procurando al paese ed agli is titu ti g li inco nve ­ n ie n ti di tu tti e due i sistem i.

Con ciò crediam o di avere spiegato bene il c o n ­ cetto nostro e se l’ on. M. F e rra ris non è del nostro parere siamo s ic u ri che m etterà a c o n trib u to la sua d o ttrin a e la sua esperienza — delle quali non ab­ biam o mai dubitato — per in d ic a rc i dove sia l’ e rro r nostro.

LA RIFORMA DEI TRIBUTI LOCALI”

IY .

L’attuale distribuzione del carico tributario. P er vedere come siano attualm ente d is trib u ite le im poste com unali, basta prendere in esame quei tr ib u ti che hanno veram ente im portanza finanziaria e che per essere generalm ente applicati perm ettono d i is titu ire c on fron ti com pleti e ra zion ali. Sarebbe ozioso e inconcludente ragionare sulla distrib uzio ne del carico trib u ta rio che d eriva dai d ir itti di peso e di m is u ra , di appalto d i banchi per fiere e m e r­ cati, dalle tasse scolastiche e s im ili; per quanto v i

possano essere anche in questa m ateria dei d ir itti fiscali com unali delle sperequazioni e delle anom alie dannose e d e p lo re vo li, si tratta sempre di tasse, nel senso scie ntifico della parola, aventi scarsa p ro d u t­ tiv ità e pienam ente g iu stifica te . I l C oniglia!», p a r­ tendo p ure da questo concetto, lim ita le sue rice rche sulla d istrib uzio ne del carico trib u ta rio alle imposte veram ente tali ; cioè alle sovraim poste sui te rre n i e i fab brica ti, al dazio consum o, alla imposta sul be­ stiam e e a quella di fa m ig lia e finalm ente alla im ­ posta d i m acellazione. E d e gli, tenendo conto non della reale loro incidenza, nè dei caratteri effettiva­ m ente dati loro dalla legge, ma solo di q u e lli che nella intenzione d i queste dovrebbero assumere, cosi le raggruppa : form e di tassazione diretta reale (so­ vrim p o ste e tasse sul bestiame agricolo, sulle bestie da tiro e da soma e sugli esercizi e riv e n d ite ) — ■ form e di tassazione diretta personale e generale — (im posta d i fa m ig lia e sul valor locativo) form e di tassazione generale indiretta (dazio consumo e tasse di macellazione).

O r bene, la statistica u fficia le sui b ila n ci c o m u ­ n a li p re v e n tiv i pel 1895, ci offre modo d i cono­

scere i p rove nti di ciascuna di quelle im poste, cosi pel complesso dei C om uni del Regno, come pei Co­ m u ni C apoluoghi di P ro v in c ia , pei C om u ni chiu si e pei C om u ni a pe rti, ed anche di d istinguere q u e lli chiu si nelle 4 classi in c u i sono sud divisi per ra ­ gione di ta riffe daziarie, e se aperti secondo che sono o no Capoluoghi di P ro v in c ia , C ircon da rio o ] D istre tto . Così, avverte i l prof. C o n ig lia n i, la d is tr i­

buzione del carico trib u ta rio può esser fatta oggetto diesarne, ponendola in confronto approssim ativo colla d istrib uzio ne delle varie form e d i ricchezza. In fa tti i C om uni C apoluoghi di P ro vincia e q u e lli chiusi

(5)

13 novembre 1898

L’ E C O N O M I S T A

725

d i 1® e 2® classe (cioè con popolazione agglom erata di p iù di 2 0 ,0 0 0 abitanti) rappresentano i centri u rba n i più im p o rta n ti ove la ricchezza im m o b ilia re urbana ha_ im portanza m aggiore, ove si raccoglie una parte ingente della ricchezza com m erciale e in ­ d u stria le , in cui sono a ttra tti i possessori di g randi re d d iti desunti da fonti lontane, e in cui in fin e hanno sede prevalente le classi econom icam ente im p ro d u t­ tive (ca p ita listi non im p re n d ito ri, professionisti ecc.); i C om uni di terza classe, e in m in o r grado q u e lli di quarta e i C apoluoghi aperti possono ritenersi ancora come sedi di ricchezza com m erciale, in d u ­ striale e im m o b ilia re urbana, sebbene in q u e lli

prevalga già la ricchezza fondiaria e abbia im p o r­ tanza piccola la ricchezza delle classi im p ro d u ttiv e : i C om uni aperti non C apoluoghi hanno in fin e c a ­ ra tte re quasi esclusivam ente a g ric o lo , essendo q u iv i tra sc u ra b ili i re d d iti m o b ilia ri e personali di classi p ro d u ttiv e o im p ro d u ttiv e . Tenendo presenti queste qua lità econom iche delle varie specie di C om uni e la natura delle varie categorie di im poste locali, il g iu d izio sul sistema trib u ta rio attuale può d e ri­ varsi con- facilità e sicurezza m aggiore. — V ediam o, adunque, come secondo le varie classi di C om uni si d is trib u iv a n o le im poste com unali nel 1895 (in m ilio n i e decim i di m ilio n i) :

IMPOSTE T u tti i Comuni Ca p o lu o g h i d i P ro v in c ia (N. 69 ) COMUNI C H IU SI T u tti i 345 Comuni chiusi COMUNI A P E R T I d i l a classe (N. 14) di 2a classe (N. 49) di 3a classe (N. 167) d i 4a classe (N. 115) C a p o lu o g h i d iP ro v in c ia , C ir c o n d a ri o D is tr e tt o ] Noi* Capo-luoghi T u tti I 3913 Comuni ap erti Reali immobiliari : Sovrimposta terreni... 79.2 5.4 22.2 7.5 10.3 4.7 44.7 6.6 78.7 85.3 » fabbricati... 50.8 27.3 Reali mobiliari:

Sul bestiam e... 14.9 1.7 0 .9 0.3 1.3 0 .5 3.0 0.4 11.5 11.9 Di esercizio e rivendita. . . . 5.7 1.8 1.4 0.4 0.6 0.2 2.6 0.3 2.8 3.1

Indirette sui consumi generali:

Dazio di c o n s u m o ... 152.1 101.1 76.5 2.5 27.6 3.8 133.9 2.2 16.0 18.2 Imposta di macellazione. . . . 4 3.4 2.5 25.0 0.6 0.1 3.7 — 0.4 0.4

Dirette personali :

Sul valore locativo... 1.7 0.9 0.7 0.2 0.1 0.1 1.1 0. 1 0.6 0.7 Di famiglia... 21.9 3.4 1.6 1.1 1.5 0 .6 4.8 O cc 16.4 17.2

Il prospetto s u rrip o rta to m ette in luce v a ri fa tti che il nostro autore così in d ic a : Nel sistema delle im poste re ali si può costatare uno s q u ilib rio enorme fra la tassazione della ricchezza im m o b ilia re e quella m o b ilia re ; appena il capitale agricolo cade sotto una tassazione in d iz ia ria di qualche im portanza per mezzo d e ll’ imposta sul bestiam e; i m ise ri p rove nti d e ll’ im ­ posta d ’ esercizio e riv e n d ita , che derivano quasi sem­ pre dalla in d u stria e dal com m ercio m in u to e ra re vo lte si estendono fino agli esercizi m a gg iori, non pos­ sono certo c o s titu ire una su fficie nte tassazione reale del capitale m o b ile ; per quasi 3 /4 poi questi pro­ v e n ti sono d e riv a ti da im prese esercitate nei C om uni di carattere prevalentem ente o puram ente a g ric o lo ; e perciò a una tassazione d ire tta percossa alla fonte può d irs i sfugga interam ente il capitale in ve stito nel- l ’ in d u s tria e nel com m ercio non a gricolo e special- m ente quello re la tiv o alle im prese m a gg iori che non hanno im m ediato contatto col consum atore.

Quanto poi alle im poste im m o b ilia ri, crede il C o- n ig lia n i che ci sia una non lieve disuguaglianza d i carico , per cui la p rop rie tà fon dia ria riesce p iù che non sia giusto gravala, in confronto di quella u r­ bana ; per convincersene, egli dice, basta considerare la tenue c ifra della sovrim posta sui fa b b rica ti nei C om uni capoluoghi di P ro v in c ia , fra cui p ure sono le m a gg iori città italiane. E ’ un putito sul quale q u a l­ che ris e rv a ci pare necessaria, perchè non crediam o

che il re dd ito dei fa b b rica ti sia iq realtà g ra va to meno fortem ente di q ue llo della terra. E ’ da consi­ derare che se il contingente dell’ imposta sui te rre n i è rim a sto quasi in ta tto , non ostante le c ris i e le v i­ cende econom iche, la protezione doganale ha specie n e g li u ltim i d ie ci anni frenata la d im inu zio ne d e i prezzi dei p ro d o tti a g ra ri e d’ altra parte la im posta e ra ria le sui fab brica ti è andata progressivam ente a u ­ m entando e con essa, sebbene un po’ meno ra p id a ­ mente, anche la sovrim posta *).

Restano le tassazioni generali d ire tte e in d ire tte ; ma queste non possono compensare lo s q u ilib rio di carico nelle tre p arti della tassazione reale. In ta n to va notato, che più di tre q u a rti dei p ro ve n ti com ­ plessivi d i quelle imposte generali d irette e in d ire tte * i

(6)

726

L’ E C O N O M I S T A

13 novembre 1898

è raccolto nei c om u ni di 1% 2* e 3* classe e questo non può c on du rre a rite n e re come compensati que gli s q u ilib ri, perchè se in quei com uni trova la sua sede la m a gg ior parte della ricchezza im m o b ilia re urbana e m o b ilia re , iv i è attratta anche una parte g ra n d is ­ sima dei m a gg iori re d d iti fo n d ia ri, cosicché anche questi sopportano e in m isura eguale che non li co m ­ pensa d e ll’ eccesso di aggravio reale, le tassazioni d i­ rette o in d ire tte applicate in quei cen tri. E se anche q uelle im poste generali servono a colp ire quei re d ­ d iti che per la lo ro natura sfuggono alle im poste re a li (re d d iti personali d e riv a n ti dal lavoro, ece.) ciò non tog lie che in esse si m anifestino gravi v iz i di d is tri­ buzione, perchè non è sui re d d iti m a g g io ri, capita­ lis tic i o professionali, che si riversa il carico m ag­ g io re di quella nuova tassazione, è invece sui re d d iti m in o ri, sul sala rio dei la v o ra to ri. In fa tti - così spiega la cosa il C o n ig lia n i - basta ra m m e nta re il carattere d i progressività inversa che hanno nella lo ro in c i­ denza le im poste sui consum i necessari e generali per convincersi che la disuguaglianza d i trattam ento creata a danno dei re d d iti m in o ri da un complesso di tassazione in d ire tta con u n provento d i ben 156 m ilio n i non può essere affatto compensata da im poste

personali d ire tte , da cui si ricavano appena 23 m i­ lio n i fossero anche queste (e non lo sono affatto) ap­ plicate con a lti m in im i d'esenzione e con saggi ra ­ pidam ente progressivi. V ’ ha di p iù : quasi 1’ 80 per cento dei p ro ve n ti delle im poste personali d irette si rife risce ai C om uni chiusi di 4* classe e ai C om uni a perti, rig u a rd a cioè p ic c o li cen tri o com unità sparse di carattere quasi esclusivam ente agricolo, in c u i son ra ri i g ran d i re d d iti cap italistici e professionali, in cui anche la ricchezza m o bilia re è scarsa, in cui v i ­ vono sopratutto piccoli esercenti, p iccoli p ro p rie ta ri e i la v o ra to ri del suolo, in c u i q u in d i quelle imposte d irette personali o cadono sul salario o aggravano le in g iu stizie create dallo s q u ilib ro della tassazione reale.

Se invece delle varie specie di C om uni si c o n s i­ derano le varie parti d* Ita lia si possono pure tro ­ vare differenze degne di nota. D ivid en do il paese in una regione N ord (P iem onte, L o m b ardia , L ig u ria , V eneto ed E m ilia ), in una centrale (Toscana, M a r­ che, U m b ria , Lazio), in una regione Sud (A b ru z z i, C am pania, P uglie, Basilicata, C alabria), e in una re ­ gione insulare (Sardegna e S ic ilia ) si ha la seguente d istrib u zio n e ( in m ilio n i e decim i d i m ilio n i) :

I M P O S T E

N O R D C E N T R O

s u r »

IS O L E

Tutti

i Comuni

i capoluoghi

di Provincia

Senza

i Comuni

Tutti

Senza

i capoluoghi

di Provincia

Tutti

i Comuni

Senza

i Capoluoghi

di Provincia

Tutti

i Comuni

Senza

i Capoluoghi

di Provincia

Sovrimposta terreni. .

44.6

44.1

13.6

12. 1

13.1

5.5

5.6

5.2

Id. fabbricati

24.6

12

13.2

4.6

9.5

4.7

3.6

2.3

Imposta sul bestiame

4

6

3.1

1.8

Id. esercizio e rivendite

3.5

1

0.6

0.6

Dazio consumo. .

.

.

57.5

16.9

33.1

7.7

37.8

18.2

22.6

17.1

Imposta di macellazione

1. 7

0.9

1.2

0.3

Id. sul valore locativo

0.6

0.1

0.2

Id. di famiglia . . . .

6.3

8.1

— — —

2.7

Tenendo presente che il rapporto della ricchezza m o b ilia re alla im m o b ilia re va decrescendo v ia via che si va dal N o rd al S ud d’ Ita lia e che decresce pure via via (quando si prescinda da' N ap oli e dalla C am pagnia) il quoziente dalla densità di popolazione appare subito a ll' occhio che la d istrib uzio ne rela­ tiva di quelle v a rie fonti d ’ entrata è co n tra ria ad ogni previsione desunta dalla natura econom ica di q uelle re gio ni. Così, dato lo s vilu pp o m aggiore della ricchezza m o b ilia re nel N ord che nel Sud i l ra p ­ porto tra la tassazione im m o b ilia re e q u e lla m o bi­ lia re dovrebbe essere m aggiore nel N ord che non nel S ud e n elle Isole, invece le im poste im m o b i­ lia r i danno nel N o rd quasi d ie c i volte come quelle m o b ilia ri, come sette volte n e l Sud e cinq ue volte nelle isole. P arim ente si nota una grande irre g o la ­ rità nel ra pp o rto tra la tassazione del capitale in ­ d ustriale e com m ercia le (tassa d’ esercizio e riv e n d ita ) e quella della p rop rie tà e del capitate a g ric o lo (so­ vrim posta sui te rre n i e im posta sul bestiame) perchè quel ra pp o rto è d i i a 14 n e l N ord, di 1 a 2 0 nel centro e d i 1 a 12 nelle Isole.

R ig u a rd o poi alla tassazione in d ire tta si tro va che al N ord i suoi p rove nti sono di U , in fe rio ri a quella della tassazione d iretta reale, al C entro già l i egu a ­ g lia n o , nel Sud li superano di quasi * / „ n elle Isole ne sono il doppio. A nco ra , considerando i com uni non capoluoghi di p ro v in cia si vede ancor p iù ac­ centuato q u e ll’ aum ento re la tiv o della tassazione in ­ d ire tta dal N o rd al S ud : al N ord il provento del dazio sta nei C om u ni non capoluoghi a q u e llo delle sovrim poste come 1 a 3 .3 , nel centro come 1 a 2 .1 6 , nel Sud come 1 a 0 .8 3 , n elle Isole come 1 a 0 .4 3 .

Da u ltim o le due im poste d irette personali (s u l v a lo r locativo e di fa m ig lia ) danno nel N o rd ap­ pena V n de* prodotto d elle imposte reali e * /, e */* risp ettiva m e nte nel Sud e nelle Isole ; i lo ro p ro ­ ve n ti sono q u in d i, scrive il C onegliani, m a gg iori là dove quelle im poste non hanno possibilità di por­ tare nuovo speciale carico sulla ricchezza m o bilia re e dove d i necessità raddoppiano il carico sulla r ic ­ chezza im m o b ilia re o sul salario agricolo.

(7)

13 novembre 1898

L’ E C O N O M I S T A

727

m o b ilia re urbana e q uella ru ra le , quasi totalm ente esente da tassazione d iretta la ricchezza m o b ilia re e i re d d iti del capitale e del la v o ro im p ro d u ttiv o (in ­ tendendo per questo con espressione poco felice, a nostro avviso, le professioni lib e ra li e s im ili) e colla tassazione in d ire tta e d ire tta personale aggrava lo s q u ilib rio del carico fra le varie classi capitaliste e ne crea uno ancor peggiore a danno dei p icco li re d d iti deila classe lavo ra trice.

E ra forse possibile, ric o rre n d o ai dati re la tiv i alle popolazione ed esem plificando con qualche larghezza d i c h ia rire m eglio i d ife tti della distribuzione attuale delle imposte c o m u n a li; ad ogni modo dei c on fron ti che ha fatto il C on iglia ni ris u lta già abbastanza per d i­ m ostrare che i ris u lta ti sono g ra v i. E risu lte re b b e ro m aggiorm ente ta li se si tenesse conto del sistema trib u ta rio delle P ro v in c ie che si riso lve tu tto nelle sovraim poste im m o b ilia ri (quasi 86 m ilio n i e mezzo sopra quasi 89 d i entrate o rd in a rie ) per la quale cosa viene m aggiorm ente squ ilibrata e ingiusta la d i­ stribuzione del carico trib u ta rio locale tra le varie form e di proprietà e di re d d iti. I d ife tti del sistema vigente risu lte ra nn o, del resto, ancor m eglio anche da un rapido sguardo alle va rie specie d i tassazione che form ano il sistema trib u ta rio locale.

L i STATISTICA MONETARIA

e T avvenire della questione dell’ oro

I l sig. de F o v ille , d ire tto re della Zecca in F ra n ­ cia, ha pubblicato il 3° ra pp o rto annuale al M inistero delle finanze, in cui il valente economista non solo si occupa di ciascun paese, ma dà alcune statistiche ria ssu ntive, che m e ritan o di essere conosciute.

D ando un ’ occhiata in d ie tro e considerando lo stato presente della questione, s i vede che la produzione dei m e ta lli preziosi, specie d e ll’ oro, è sem pre stata in ragione d iretta dei progressi d e ll’ espansione com ­ m erciale e coloniale. Le vecchie contrade hanno e- sau rito da lungo tem po i g ia c im e n ti d’ oro che la natura aveva nascosto nel loro terreno. L ’ oro, sui tem pi sto ric i è sem pre venuto dai paesi n u o v i o dai paesi addorm entati che si ris v e g lia v a n o . L a Spagna ha prodotto m olto oro agli a ntichi e da g ran tempo non ne produce più. L ’ a rriv o dei popoli in c iv iliti in A m e rica è stato subito seguito da u n grande s v i­ luppo della produzione dei m e ta lli preziosi ; poi v i ebbe un rallentam ento quando l’ esplorazione d e l­ l ’ A m e ric a cessò di essere attiva. L ’ im portazione della c iv iltà occidentale, per mezzo della Russia n eg li U ra li ed in S iberia v i d eterm inò e p iù ancora v i d e te r­ m inerà una abbondante produzione di oro. La fe r­ ro v ia Transiberiana eserciterà u n ’ azione decisiva a questo proposito.

Il popolamento d e ll’ A u stra lia e della C alifo rn ia da parte della razza anglo-sassone ha avuto il mede­ sim o effetto, del pari che la diffusione degli inglesi nelle re gio ni sud africane e n e lle s o litu d in i d e ll’ A u ­ s tra lia d e ll’ Ovest. Cosi esplorazione e colonizzazione in contrade nuove o ris v e g lio d i vecchi paesi as­ so n n iti sono le condizioni di una forte produzione di m e ta lli preziosi. Dopo un potente im p ulso in questo senso, succede un periodo di calm a, perchè g ia c im e n ti a u rife ri presto si esauriscono, in un g iro d i ve n ti o trenta anni al piu.

È m olto probabile che se g li europei divengono padroni della Cina, v i scoprano d e ll' oro benché i cinesi siano dei vecchi popoli in c iv iliti e lo stesso è probabile che avvenga n e ll’ A frica centrale ed an­ che in d ive rsi p u n ti d e ll’ A m e rica. La produzione d e ll’ oro non corre dunque pericolo d i ferm arsi, c’ è piu ttosto da temere c o ll’ attuale ra pid ità delle in tra ­ prese nelle terre ancora v e rg in i, c h e essa cresca troppo celerem ente.

La produzione d e ll’ oro nel 1897 è p iù che ra d ­ doppiata in confronto al periodo 1880-88 ed è certo che aum enterà ancora sensibilm ente n e g li u ltim i sgoccioli d i questo secolo e nei p rim o rd i del secolo prossim o. L e statistiche dim ostrano che dalla sco­ perta d e ll’ A m e rica fino a tu tto il 1897 è stato p ro ­ dotto n e l m ondo in te ro per 4-7,736 m ilio n i d’ oro e per 57 m ilia rd i e 47 m ilio n i d’ argento. La p rodu­ zione totale dei m e ta lli preziosi è stata q u in d i di 1 04 m ilia rd i 7 8 4 m ilio n i di lire , 105 m ilia rd i in c ifra tonda.

Quanto a ll’ oro e a ll’ argento che esistevano nei paesi occidentali p rim a della scoperta d e ll’ A m erica, si calcola che ammontassero ad un valo re di circa un m ilia rd o , cifra in sig n ifica n te al confronto della produzione v e rific a ta s i dal 1493 fin o ai n ostri g io rn i.

Non seguirem o il sig. de F o v ille nella sua disa­ m in a delle flu ttu a z io n i avvenute nella produzione dei m e ta lli preziosi e n elle risp e ttive p ro p o rzio n i; è in ­ teressante invece riassum ere il suo lavo ro a p artire dalla scoperta delle m in ie re australiane e californiane nel 1 851, dal quale anno la produzione d e ll’ oro r i ­ cevette un colossale im p ulso, m entre quella del- l’ argento, pure progredendo, rim ase al disotto della p rim a .

D al 1851 al 1 875, la produzione annua dei me­ ta lli preziosi raggiunse 9 3 0 m ilio n i in m edia, tre volte e un quarto p iù che dal 1801 al 1 8 5 0 e quasi c in q u e vo lte p iù che nel secolo X Y I I I . In questa produzione di 9 3 0 m ilio n i annui, I’ oro figu ra per i due terzi.

D al 1 87 6 al 1 88 5 la produzione complessiva dei due m e ta lli continua a crescere, ma d i poco, e co- testo aum ento è unicam ente dovuto a ll’ argento m entre d im inu isce l ’ estrazione d e ll’ oro. In tale periodo sono p ro d o tti ogni anno 109 0 m ilio n i d ’ oro e argento, che si d ivid on o in p a rti pressoché u g u a li fra i due m e ta lli.

Dal 1887 al 1 890, un nuovo progresso conside­ re vole si è effettuato nella produzione dei due m e ­

ta lli presi insiem e, che sale a 1 34 0 m ilio n i per anno, dei q ua li p iù di 7 5 0 d ’ argento, m e ntre la p ro d u ­ zione d e ll’ oro decresce.

F in a lm e n te dal 1891 al 1897 v i è un nuovo in ­ cre m e n to : la produzione annua riu n ita d e ll’ oro e d e ll’ argento tocca 203 4 m ilio n i a nn ui, cioè se ne è prodotto in un solo anno p iù che in ve n ticin q u e a nn i, in media nel secolo X V I I ; che in d icio tto anni nel secolo X V I I I ; che in nove a nn i ne! periodo 1 8 0 1 -5 0 .

N e ll’ u ltim o periodo 1 8 9 1 -9 7 l ’ oro rip ig lia il so­ pravvento, e nel 1897 l ’ oro ha una preponderanza assoluta, toccando 1211 m ilio n i 7 0 0 m ila lire , contro 1161 m ilio n i d’ argento.

(8)

728

L’ E C O N O M I S T A

13 novembre 1898

p a rtire dal 1871 v i fu un graduale ribasso che toccò il punto p iù accentuato nel 188 3 (4 9 4 m ilio n i). F in o al 1888 la produzione rim ase debole (sui 5 5 0 m i­ lio n i in media) ma nel 188 9 si ebbe un aum ento dapprim a lento, poi dopo il 189 3 sempre p iù con­ siderevole colla produzione del Transvaal e succes- sivam eute con quella del Colorado e d e ll’ A ustralia d e ll’ Ovest.

Ecco, per m ig lio re intelligenza, le medie della p ro ­ duzione d e ll’oro per i v a ri p eriodi 1 8 5 0 -1 8 8 0 e la produzione annua dal 1881 al 1 897.

(M ilioni 1856-60 694.9 1861-65 637.4 1866-70 671.7 1871-75 599.0 1876-80 572.0 1881 533.9 1882 528. 6 1883 494.4 1884 527.2 1885 562.0 1886 550.2 di lire) 1887 548.1 1888 571.1 1889 640,0 1890 615.9 1891 677.1 1892 760.0 1893 816.2 1894 939.0 1895 1.032. 9 1896 1.051. 5 1897 1.211.7

N e ll’ anno in corso la produzione del 189 7 sarà superata ; la produzione d e ll’ oro nel Transvaal o l­ trepasserà nel 189 8 d i circa 40 per cento quella del 1897 e quella d e ll’ A u s tra lia d e ll’ Ovest è quasi doppia da un anno a ll’ a ltro . È dunque m olto p ro ­ babile che la produzione d e ll’ oro toccherà q u e ­ st’ anno 1 40 0 m ilio n i e ve ro sim ilm e n te nel 1 9 0 0 sor­ passerà 1 6 0 0 m ilio n i. Nè può d irs i dove si ferm erà poiché i l solo Transvaal p ro d u rrà 6 0 0 m ilio n i d’ oro p e r anno nel 1 9 0 1 -1 9 0 2 ossia una q uantità m a g ­ g io re di quella prodotta in tu tto il mondo nel 1 883. A lt r i 2 0 0 m ilio n i d’ oro si può calcolare la p ro ­ duzione annua d e ll’ Ovest—A u stra lia ; aggiungendo il K lo n d y k e , la S iberia e i n u o vi te rrito ri, non è esa­ gerato il calcolare una produzione annua d i 1 70 0 a 1 8 0 0 m ilio n i d’ oro e forse due m ilia rd i cioè il qua­ d ru p lo d i q uella del 1 883.

T u tto quest’ oro come si d is trib u irà nella c irc o la ­ zione e quale influenza eserciterà sui prezzi ? È ciò che interessa vedere. Dai dati s u rrip o rta ti re su lte ­ rebbe adunque che la produzione d e ll’ o ro, dopo di avere rip ieg ato per circa u n terzo dal 1 8 6 0 al 1883, aum entò di o ltre 1 4 0 per cento dal 188 3 a! 1 89 7. In questo u ltim o anno, è del 75 per cento p iù elevata della media del periodo quinquennale 1 8 5 6 -1 8 6 0 , nel quale la produzione dei placers c a lifo rn ia n i ed a u stralia ni toccarono l’ apogeo.

A nziché m ostrare segni d’ indebolim ento, la p ro ­ duzione d e ll’ oro o ffre tu tti i sintom i di un grande e prossim o increm e nto , che sarà probabilm ente d u ­ re vole . È oram ai p re ve d ib ile che l’ estrazione di oro. che è salita a 1211 m ilio n i nel 1897 con tro 4 9 4 n e l 1 8 8 3 , si a vvicine rà a 1 4 0 0 m ilio n i nel 189 8 e può prevedersi, fra cinque o sei anni, una p ro d u ­ zione di oro d i 1 6 0 0 a 1700 m ilio n i di lire per anno. C om ’ è dunque che 1’ oro è ancora tanto cercato che non si avverte nessuna tra ccia del suo rialzo o del suo ribasso nei prezzi ; che 1’ A m e rica, l'In g h il­ te rra , la G erm ania, la F rancia si disputano tanto questo m e ta llo ; che tutte le g ran d i banche m in a c ­ ciano di rialzare lo sconto quando lo stock d ’ oro m inaccia di d im in u ire ?

P rim a di p ro n u n zia rci su questo punto, conviene com pulsare qualche statistica. Il ra pp o rto del s i­ g n o r de F o v ille , rip ro d u c e il calcolo fatto dal d i­ re tto re della Zecca degli S tati U n iti circa g li stocks

m o ne ta ri dei m etalli preziosi esistenti nei p rin c ip a li paesi. Secondo questi calcoli v i sarebbero nei d i­ versi paesi del m ondo, comprese China, Giappone e Ind ie 4 ,3 5 9 ,6 0 0 ,0 0 0 d o lla ri di oro monetato e 4 ,2 6 8 ,3 0 0 ,0 0 0 d o li, d i argento monetato, n e ll’ antico ra pp o rto fra i due m etalli di 16 a 1.

Il d o lla ro valendo fr. 5 .1 8 alla pari sarebbero 2 2 ,5 8 0 m ilio n i di lire in oro monetato che esistereb­ bero nel mondo e 2 2 ,1 1 0 m ilio n i di lire in argento. Il sig. F o v ille pensa che v i è un po’ di esagera­ zione in questa valutazione e fa notare che, oltre

I’ oro m onetato, v i è una grande quantità di oro che adempie l’ u ffic io di moneta, e cioè l’ oro in verghe che è depositato n elle banche e che circola da una banca a ll' altra.

Q u in di dei 48 m ilia rd i d’ oro e dei 57 m ilia rd i d’ argento, in cifra tonda p ro d o tti dal 1 49 2 al 1897 non resterebbero allo stato di moneta o di lingots facenti funzione di moneta che 22 m ilia rd i e mezzo di oro e 2 2 m ilia rd i di argento.

I l resto, una piccola parte rappresenta il n atu­ rale consum o dovuto a ll’ uso, e il rim anente va r i ­ cercato nelle applicazioni in d u s tria li della g io ie lle ria , d e ll’ o reficeria, della d ora tura, ecc.

Il consumo ind u stria le d e ll’ oro che ha raggiunto il massimo nel 1 8 8 0 -8 4 , è venuto declinando dopo d ’ a llora fino al 1 897. V alu tan do lo in 3 1 0 m ilio n i d i lire per anno, rappresenta circa il 60 per cento della produzione totale d e ll’ oro dal 1881 a ll’ 84 e il 30 per cento soltanto dal 188 4 al 1 897.

Così stando le cose, a com inciare dal 1898 ven­ gono ad aggiungersi annualm ente da 9 0 0 m ilio n i ad un m ilia rd o di oro allo stock m onetario, ossia un aum ento del 4 a! 4 1 |2 per cento a ll’ anno.

Ora, dacché la produzione d e ll’ oro è destinata a crescere da 1600 a 180 0 m ilio n i per anno, si può concludere che p rim a d i ve n ti anni, anche am m et­ tendo un aum ento nel consum o in d u stria le , lo stock della moneta d ’ oro e dei lingots a ssim ila b ili, sarà ra d d o p p ia to .

Sic rèbus stantibus dovrebbesi d edurre come con seguenza il ribasso dello sconto delle banche m ag­ g io ri, m entre avviene precisam ente il co n tra rio .

L a v e rità è, che fatta astrazione di m o lte p lic i cause p.e carie e tra nseu n ti, delle q ua li sarebbe in u ­ tile occuparsi in un breve a rtico lo ria ssu ntivo, v i sono novantanove p rob a b ilità su cento che i paesi i q u'di oggi hanno la carta-m oneta, come l’ Ita lia , il Brasile^ l’ A rg en tina , il C h ili, la Spagn a, il P o r- ogallo, la G recia ecc., fra 15 o 20 anni rito rn in o t alla circolazione m etallica aurea.

L a abbondante produzione d e ll’ oro facilitereb be una tale operazione, e I’ eccesso di tale produzione troverebbe nuovo im piego per parecchi m ilia rd i.

N on si parla poi se il tipo d’ oro fosse in trod otto come ne è intenzione, n e ll’ India e nelle contrade m e rid io n a li d e ll’ Asia e nella Cina.

Ma a ll’ in fu o ri del cam po ipo tetico, il com m ercio del m ondo c iv ile per le nazioni che hanno il tipo aureo aum enta ogni g io rn o ; i paesi che una volta si trovavano alla coda, G erm ania, A u s tria -U n g h e ria , Russia, sviluppano ogni di p iù le loro in d u strie , uscendo d a ll’ epoca p a tria rc a le ; senza p arlare degli Stati U n iti che da soli rappresentano un m ercato gigantesco per l ’ oro.

(9)

l-13 novembre 1898

L’ E C O N O M I S T A

729

l ’ A m e rica fosse di 1 6 ,3 6 8 m ilio n i di lir e : che dal IS S I al 1870 la produzione d’ oro fosse di 1 3 ,4 4 3 m ilio n i, o s s i^8 3 per cento circa della q ua ntità d oro prodotta in precedenza aumentandone il prezzo di circa il 23 per cento.

N el 1897 la quantità d 'o ro prodotta dopo la sco­ perta d e ll’ A m erica è stim ata di 47,73 6 m ilio n i. R i­ sulta da questi co n fro n ti che l’ enorm e svilu pp o nella produzione d e ll’ oro, supponendo che per ciascuno dei v e n ti anni prossim i, sia in media di 160 0 m i­ lio n i anziché di 1207 come nel 1897, non potrà esercitare una sensibile influenza sui prezzi.

D ire che non esacerberà nessuno sarebbe troppo, ma è m olto probabile e v erosim ile che essa eserci­ terà m olto meno influenza che dal 1831 al 1876, specialm ente se le g ran d i banche continueranno ad im m agazzinare come per il passalo il m etallo aureo nelle loro sacrestie a p ro p ria salvaguardia e a ga­ ranzia dei loro tito li fid u c ia ri c irc o la n ti sul m ercato.

Il Commercio italiano a tutto settembre 1898

Si è visto con qualche analisi il C om m ercio in ­ ternazionale a tu tto agosto, ora diam o le c ifre som­ m arie di q uello a tu tto settem bre, nel qual mese la im portazione fu di 198 m ilio n i e la esportazione di 171 m ilio n i, in aum ento di 2.7 m ilio n i per la prim a in paragone al 1897 e di 2 4 .0 m ilio n i per le espor­ tazioni.

Così che nel totale dei nove mesi del 1 8 9 8 con­ secu tivi in nove mesi del 1897 si hanno i seguenti ris u lta ti :

1897 1898 D ifferenza

Importazione 856,000,845 998,407,453-4- 137,406,608 Esportazione 772,639,021 859,309,387 + 86,670,366 1,628,639,866 1,852,716,840 + 224,076,974" L a im portazione della categoria cereali nel 1898 ha dato una m aggior c ifra di 1 18 m ilio n i ; per contro sta la m aggiore esportazione di cotone, 14 m ilio n i, seta, 50 m ilio n i, legno e paglia 14 m ilio n i.

C A TEG O R IE secondo la tariffa doganale

I. II. I I I . IV . V. V I. V II. V ili. IX . X. X I. X II. X I I I . X IV . XV. X V I. X V II.

S p iriti, bevande ed oli . . G eneri colon., droghe e tabacchi.

resine e profum erie. Colori e gen eri per ti

concia ... ta li filam entosi esci, il cotone. Cotone..._... ... L an a, crino e p e li... . S e t a ... ... . Legno e p a g lia ... C arta e l i b r i ... P e lli... ... M inerali, m etalli e loro lavori.

c ris ta lli... C ereali, fa r., paste e prodotti ve

g e t.,n o n com presi in altrecateg , n im ali,prodotti e spoglie di a n i­ m ali non com presi in a ltre cat, Oggetti d iv ersi... T otale delle prim e 16 categorie M etalli p re z io s i...

T otale generale

ESPO R TA ZIO N E

C A TEG O R IE secondo la tariffa doganale

I. S p iriti, bevande ed o l i ... .. . II. G eneri colon, droghe e tabacchi. I I I . P ro d o tti c h im .,g en eri m edicinali,

j resin e e p ro fu m erie ... IV . Colori e generi per tin ta e per

concia... V. .Canapa, lino, ju ta ed a ltri vege-

I ta li filam entosi, esci, il cotone. V I. ¡Cotone... V II. ¡L ana, crino o peli... V i l i . S e ta ... IX . ¡Legno e p a g lia ... X. I C arta e l i b r i ... X I. P e lli... X II. ¡M inerali, m etalli e loro la v o ri.. X I I I . ¡P ietre, t e r r e , vasellam i, v e tri e

c ris ta lli... X IV . C ereali, fa r., paste e prodotti ve | g etali, non com pr. in a ltre cat. XV. A nim ali, prodotti e spoglie d i a n i­

m ali, non compr. ìu a ltre categ. X V I. Oggetti d iv e rs i...

X V II.

Totale delle prim e 16 c a te g o rie .. M etalli p re z io s i... 29,665,909 8,833,513 35,621,684 36,169,790 13,395,108 , 277,071,444 -+ 60,310.690 + 7,957,997 + 19,509,090+ 29,939,125 + 54,394,121 + 73,254,003 102,142,828 19,932,437 Lire 10,743,462 1,428,333 65,227 2,478,047 859,309,387 13,965,500 873,274,887 8,786,003 14,084,798 5,352,250 50,693,545 14,985,994 469,584 2,999.010 2,866,839 5,806,249 2,965,522 5,181,664 1,778,863 + 86,670,366 -+ 1,098,600 - 87,768,966 Totale generale.

Ed ecco in fin e il prospetto delle riscossioni do­ ganali.

Titoli

d i riscossione 1898 1897 Differenza

L ire D azi d ’im portazione 159,053,337

L ire 160,169,159 Lire 1 115,822 D azi d i E sportazione 845,327 777,181 + 68,146 Sopratasse di fa b b ri­ cazione... 2,693,508 2,168,108 + 525.400 D iritti d ì statistica . 1,951,188 1,307,433 + 643,755 D iritti di b o llo . . . 813,730 811,462 + 2,268 D iritti m arittim i . . 5,511.605 5,303,628 + 207,977 T a s sa speciale sugli zolfi di Sicilia. . 371,493 158,879 + 212,614 P ro v en ti d iv e rsi . , 473,194 451,564 + 21,630 T o tale . 171,713,382 171,147,414 + 565,968 IM PO RTA ZIO N E V alore delle merci im portate dal l'g e n n . al 31 agosto d e ll’ an n o 1898 D ifferenza col 1897 L ire 34,776.491 42,843,601 L ire + 12,065,422 — 3,186,152 37,513.152 - 485,372 23,288,600 — 1,600,677 18,666,375 108,725,070 47,607,042 76,758,343 35,068,582 11,137,187 36,681,065 122,266,532 4 - 2,635,109 -t- 8,837,413 — 1,679,479 — 10,397,028 — 2,394,810 +- 1,122,138 — 1,477,055 - i- 14,013,924 92.723,359 - 265,892 214,915,333 +117,959,068 76.823,208 13,613,348 + 2,613,705 - '353,706 993,407,453 + 137,406,608 3,669,600 — 2,573,600 997,077,053 +134,833,008

Rivista Economica

i i ripopolamento delle acque pubbliche - / marm i di C a rra ra - La revisione delle convenzioni fe rro v ia ­ rie del 1885 - Commercio della Germania.

Il ripopolamento delle acque pubbliche. — Gol tito lo : « O rig in e e svilu pp o deH’a qu ico ltura g over­ nativa in Ita lia » il d oti. E nrico G iacobini, ha p ub­ blicato n ella « R ivista M a rittim a » un interessante stu d io, d ire tto specialm ente a m ettere in luce l ’ opera d e l m inistero di a g ric o itu ra per i l ripopolam ento delle nostre acque pubbliche.

A provare la bontà di questa M em oria ci basta ric o rd a re che l’ illu s tre p ro f. Pavesi, d ire tto re del ga­ binetto zoologico dell’ U n ive rsità di Pavia l’ ha g iu d i­ cata o ttim a e riassum ente le cose essenzialissime con m inuzia ed esattezza.

(10)

730

L’ E C O N O M I S T A

13 novembre 1898

N on seguirem o l ’autore nella sua dotta rice rca sto­ ric a , e ci ferm erem o alla parte p ratica, alle notizie cioè da lu i diligentem ente raccolte, circa l ’ opera del m inistero in favore del ripopolam ento delle acque n el­ l ’ u ltim o decennio (1 8 8 8 -1 8 9 7 ).

A n z itu tto per ra v viv a re la pescosità d elle acque italiane, il governo p ro v v id e alla creazione di due stazioni di piscicoltura : l ’ una per rip op ola re le acque d e ll’ Italia settentrionale, l’ altra quelle dell’ Ita lia cen­ tra le, m e ridionale ed insulare.

La prim a fu is titu ita in Brescia nel 1 8 8 7 ; la se­ conda in Roma nel 1895 presso il Museo a g ra rio go­ v e rn a tiv o .

V i è pure un terzo Is titu to : la stazione di pisci- c o ltu ra della p rovin cia di B ellu no , un in c u b a to rio per le trote, per sem inare g li a va no tti nei d iv e rs i corsi d’acqua della p rovin cia .

La stazione, che trovasi sulla sponda sinistra del torre nte A rd o , n ella località denom inala F is te rre , fu is titu ita d a ll’ am m inistrazione p rovin cia le d i B ellu no , ma negli u ltim i anni ne assunse le spese a p ro p rio carico il m in iste ro d’ a g rico ltu ra .

A d agevolare l’ opera della stazione di Brescia fu ­ rono is titu iti ta lu n i in c u b a to ri di uova d i pesci, a Peschiera, Cam pione, C hignolo, V erbano, v illa Ca­ puana a F iu m e la tte (per i c o rre g o n i), O rla , e M o r- begno.

A M onastier, p rovin cia d i T re viso , il M in iste ro nel 189 2 si assunse un in cu b a to rio , per salm o n id i, fo n ­ dato da un p riv a to ; incoraggiò la stazione ittio g e — nica di V eron a fondata d a ll’ accademia d’ a g ric o ltu ra per rip o p o la re le acque della p rovin cia e inizia re la p iscicoltura n e ll’ A dig e colla coltivazione dei salm o- n id i e delle a n g u ille .

L ’ esempio dato dal G overno stim olò corpi m o ­ ra li e p riv a ti; sorsero in c u b a to ri in V icenza, B o r- gotaro, P itig lia n o (G rosseto), A lfedena (A q u ila ), per im p ulso delle a m m in is tra zio n i m u n ic ip a li; in V elo d’ A stico a cura della Società veneta d i pesca; in A ngera e in G erm ignaga a cura delia Società lo m ­ barda d i pesca.

T rasvola nd o su quanto il dott. G iacobini dice in ­ torno a ll’ insegnam ento e a lle conferenze sulla p is c i­ c u ltu ra , agli studi ittio lo g ic i, alle esposizioni e con­ corsi di p iscico ltu ra ecc. rip ro d u c ia m o la tabella d im ostra tiva riassum ente il n um e ro dei pesci e dei crostacei im m essi nelle acque p ubbliche per cura del governo dal 1 8 8 8 a tu tto il 1897.

Nome dei pesci e d ei crostacei Trote di fiume . . » di lago . . . » campione . . » arcobaleno . . Salmerino americano Corregono . . . . T e m o lo ... Anguilla... Gambero . . . . N um ero complessivo d al 1888 a l 1897 5, 942, 660 8,274, 950 2,404,000 94,500 261,000 11,192, 500 3,000 6,280,465 35,412 T otale 34,488,487

L a p iscico ltu ra g overna tiva in Ita lia si è d ire tta a ll’ a rric c h im e n to delle sole acque dolci.

I l M in iste ro d’ a g ric o ltu ra , tu tta via , ha pensato d i in iz ia re l ’ allevam ento di alcune fra le p iù pregiate specie di pesci d i m are, ideando nel 189 6 l’ im p ia n to d i una stazione ittio g e n ica m arina che possa atten­ dere al ripopolam ento delle acque salse, come fanno

sta b ilim e n ti co n sim ili a D u n b a r in Iscozia, e D ilolo presso l ’ isola di T e rra n ova, a F lò d e w ig in N orve gia .

Si sono eseguili studi per rim p ia n to di una tale stazione in A nzio, ma d iffic o ltà finanziarie ne v ie ­ tarono fino ra l’ attuazione.

Il M in is te ro stesso in o ltre concede u n ’ annua sov­ venzione fina nzia ria alla famosa stazione zoologica di N ap oli per ¡studi sui pesci e sulla pesca di m are, s tu d i che il governo vorrebbe anche riv o lg e re a questioni di p iscicoltura m arina.

In fondo si tratta di un alto interesse da tu te ­ lare, di un im p orta nte fonte di produzione da in co ­ ra gg iare.

I marmi di Carrara. — Diam o le c ifre esatte della produzione dei m a rm i di C arrara n e ll’ u ltim o decennio : A nni 1888 1889 1890 1891 1892 1893 1894 1895 1896 1897 tonn. Produzione 138,585 140,904 164,095 151,716 164,171 161,792 156,938 141,811 147,609 136,512 Esportazione 125,374 120,804 142,885 136,633 140,600 126,113 119,137 136,832 139,689 135,064 Stando a g li S tu d i degli ing e gn eri e geologi inglesi m andati ad esaminare le cave di C arrara dal s in d a ­ cato Carrara Marble quarries Ltd, la quantità di m arm o estratto n eg li u ltim i 2000 anni è una fra ­ zione in s ig n ific a n te in confronto a q uello che tuttora rim a n e da estrarre.

La revisione delle convenzioni ferroviarie del 1885. — Su proposta del m in istro dei la v o ri pub­ b lic i, ed in seguito a deliberazione del consiglio dei m in is tri, è stata is titu ita per decreto reale una c o m ­ m issione con incarico d i esam inare g li e ffe tti delle v ig e n ti convenzioni per l ’ esercizio delle R eti fer­ ro v ia rie M editerranea, A d ria tic a e S icula e proporne l’ o rdinam ento che si re p u ti p iù opportuno di attuare alla scadenza del p rim o ventennio, dopo il quale è data facoltà al governo e alle società esercenti di far cessare le dette C onvenzioni.

La C om m issione, presieduta d a ll’on. senatore G a­ g lia rd o , è composta d i nove senatori, nove deputati e sette fu n z io n a ri dello Stato delegati dai m in iste ri del tesoro, della guerra, dei la v o ri p u b b lic i, d el­ l ’ a g ric o ltu ra e com m ercio e delle poste e tele grafi. Commercio della Germania. — L ’U ffic io im p e ­ ria le di statistica a B e rlin o , segna il seguente mo­ vim e n to com m erciale della G erm ania dal 4. gennaio a tu tto il settem bre 1 8 9 8 , in confronto dello stesso periodo del 1 89 7, secondo il peso :

1898 . T o n n ellate 1897 a 10C0 chil. Eccedenza sul 1897 Eccedenza sul 1897 Im portazione 3 1 ,2 4 2 ,3 6 2 2 9 ,2 3 5 ,5 6 9 2 ,0 06 ,79 3 Esportazione 2 2 ,1 7 6 ,7 0 6 2 0 ,1 9 4 ,1 8 8 1 ,9 8 2 ,5 1 8 Secondo il valore (n on com presi i m e ta lli preziosi) :

1898 1897

In 1000 m archi

Im portazione 3 ,9 8 1 ,4 9 4 3 ,5 3 8 ,3 9 4 4 4 3 ,1 0 0 Esportazione 2 ,8 9 2 ,1 7 3 2 ,8 2 0 ,5 4 5 71,62 8

Riferimenti

Documenti correlati

Abbiamo in Italia la fortuna di un esercito che, per molti aspetti, merita ogni elogio; e a dir vero i capi di esso non hanno mai mostrata la tendenza di

— L ’andamento delle campagne in Italia prosegue eccellente e col sole di questi giorni i fru­ menti sono sensibilmente migliorati, essendosi anche potuti

Le cause della ostinata condotta della U nione dei meccanici vanno ricercale, com e già notam m o in altro articolo, nelle tendenze socialiste dallo quali i suoi

chiedeva maturità di studi e di meditazioni, e d’altronde urgendo di sistemare senza altri indugi i debiti degli enti locali delle isole, coronando e

« In m odo speciale essa poi ritiene che le pic­ cole potenze inferiori ai 2 0 0 cavalli le quali possono essere direttam ente concesse dai prefetti ed a cui

oliva sono sempre sostenuti nonostante i molti ar­ rivi dalla Spagna, e che ricercatissime sono le qua­ lità buone che scarseggiano assai e a cui non possono

Abbiamo voluto riferire largamente i vari punti del piano di riforma che il prof. Alessio ha studiato con cura il difficile e complesso problema ha trascurato

A questa doppia disam ina egli ha consacrato oltre duecento- cinquanta pagine della sua opera, ossia circa u n terzo di essa e il resto lo ha dedicato a