OAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
DI TORINO
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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE (III GRUPPO)
CRONACHE
ECONOMICHE
cronache
economiche
mensile a cura della camera di commercio industria artigianato e agricoltura di torinonumero 317/8 maggio-giugno 1969
Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni deb-bono essere Indirizzati alla Direzione della Ri. Vista. L'accettazione degli articoli dipende dal ,iudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati e siglati rispecchiano sol canto il pen-siero dell'autore e non impegnano la Direzione della Rivista nè l'Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es .. sere inviate in duplice copia. I: vietata la ri .. produzione degli articoli e delle note senza '-aUtorizzazione della Direzione. I manoscritti. anche se non pubblicui, non si restituisco"c.
Direttore responsabile: Primiano Lasorsa Vice direttore: Giancarlo Biraghl
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sommano
l. Mallè3 Gli avori del Museo Civico d'arte antica di Torino - parte I
G. Zandano
16 Oro, dollari e speculazione
F. Zito
19 L'istruzione professionale e la qualificazione degli addetti all'agricoltura
M. Gatti
23 L'industria alberghiera
P. Condulmer
31 La formazione storica della regione geografica piemontese
F. Alunno
44 Considerazioni sulla localizzazione industriale In provincia di Torino
C. M. Turchi
59 Le eccezionali prospettive economiche del mercato sudafricano
A. Cocito
97 Aspetti dell'agricoltura americana: risicoltura e allevamenti bovini
A. Vigna
103 Alcune idee per vivere meglio
108 Attualità economiche: i niziano lavori del sistema autostradale tan-genziale di Torino
111 Tra i libri
116 Dalle riviste
Direzione, redazione e amministrazione
CAMERA DI COMMERCIO
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Gli aVOrI
del Museo Civico
d'arte
antica
di Torino
(ParteI)
Luigi MaZZè
lVumerosa e assai intenssante in pùi, pct1,ti, la collezione di avori p1'ende le mosse da alcuni « novacttla» (msoi) a figure d'ani-mali e da pettini a omati anima-listi ci e geometrici d'arte ta1'do-romana d'Egitto o di Siria, S e-guono v(l,1'i pezzi d'epoca roma-nica, tra cui alcuni occidentali, mentre ad arte siculo-araba ap-pa1'tengono cofanetti con O1'nati dipinti, Risalta in pa1,ticolaTe u.n cofanetto del secolo XIII (ispano-ambico o dell' Egitto isla-mico?) acquistato nel 1953, Esso è TettangolaTe, con coperchio a piramide t1'onca, molto alto in confTonto alla dimensione assai bassa del C01'pO sottostante; le facce del copeTchio sono b01'date sui lati lunghi da un intaglio a treccia (fonnante fascia comple-tamente occl1tsa, senza « fondo ») e da intaglio a elegantissimi gi-Tali a tenninazioni fogliate sui lati bTevi, La fascia veTticale di base del cope1'chio è invece intagliata con iscTizione cufica continua; il C01pO è bordato sui quattro lati da fascia a t1'eccia eguale a quella del copeTchio, Su di questo vengono a collo -carsi tre gmndi statJe in b1'onzo dorato a motivi incisi e con desinenza a g1'ande palmetta tTi-lobata - anzi quasi a fonna di CU01'e - essa p1t1'e con 01'nati incisi; una statJa anteri01'e scen-de alla serratura decomta da
In copertina a colori: Cofanetto ispano·arabico o dell'Egiuo isla· mico, secco XII·XIII. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).
grandioso motivo polilobato a foglie incise; due statJe poste-Tiori giungono fino alla base, con tenninazione uguale al motivo di pa1'tenza, Sul coperchio, inol-t1'e, si dispongono angolarmente, salendo dal basso e scendendo dagli spigoli tenninali del piatto supeTi01'e, otto bandelle doppie, liscie, a capo lanceolato. Una bandella doppia pe1' angolo è anche (anzi em in 01'igine) alla fascia di base ve1,ticale del co-peTchio.
Nei campi Tisultanti da questa 1'iassunzione tettonica Tealizzata dalle fOTniture in metallo, stanno isolati, con largo nspit'o, meda-glioncini cÌ1'colari intagliati a Tilievo piatto, con motivi em-blematici di uccelli. ]III a l'aspetto del cofanetto dà l'imp1'essione che la pU1' bella fornitum b1'onzea non sia nata cosi com' è, tutta assieme con la parte ebumea, poiché le statJe gmndi segnano un gusto non del tutto omogeneo con gli intagli dell' av01'io e sia esse che le min01'i vengono in alcune zone a comprime1'e eccessivamente gli intagli, specie sul tergo del copeT-chio; la stessa iscTizione cufica ne Tisulta compTomessa.
La definizione del cofanetto -un pezzo eccezionale conf01'tato dalla p1'esenza all'inte1'no, del frammenta1'io, 1'arissimo rivesti-mento di stotJa pe1'siana a meda-glioni con cervi e aquile,
PTobabil-mente un po' piu antico, del se-colo XII - non è del tutto facile. La fonna complessiva riprende un tipo di antica ascendenza me-sopotamica, familiaTe alla Pe1'sia sassanide e che poi tTapassa, con vasta ditJttsione, al mondo isla-mico, La deco'razione, anche se, nel caso specifico, diverge assai dalla p1'oduzione ispano-moTesca
Arte tardo-rom.n. d'Egitto (1) o di Siri. (1), Novacula a figure d'animali - Manico di rasoio. (Foto Arch, Museo Civico, Torino).
Arte siculo-araba, sec. XII-XIII. Cofanetto con ornati dipinti. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).
(cofanetti di Cordova dei secoli X-Xl e seguenti), ha pero in comune con essi non solo la pw'-ticolarità del lavoro ad intaglio (mentre i cofanetti a?'Clbo-siculi sono solo dipinti sull' avor-io) ma anche l'elemento dec01'ativamente 1'isolto dell'iscrizione cttfica pure intagliata; tuttavia il tipo dei medaglioni e i loro motivi indi-cano W~ gusto islamico premi-nente, con riattacchi a 1'epert01'io 1'iecheggiante, fra l'altro, omati <li cemmiche mesopotamiche, di Rhages, L' ope?'Cl semb?'Cl p' ro-p01'7'e, nel combinw'si dei stwi elementi, una provenienza non di1'ettamente orientale, bensi l'in-se1'imento in una cultu?'Cl isla-mica fra una origine ispano -araba (ta1'diva comunque 1'ispetto ai pù~ noti tipi (li avorio
cordo-41
CRONACHE ECONOMICHEvani) e tm' origine islamica di Egitto, con deltazione, sempTe, al sec, XII-XIII; al XIII as-segnando comunque le g?'Clndi stafje cu01'iformi incise e lavo-?'Clte a 1'ilievo, m'l'e in tal foggia e in questo genere d'oggetti; esse, nel cofanetto tOTinese, vanno as-sumendo, specie nei montanti a gimli palmettati sul fondo striato, un sapore affine a ceTti « dé-C01'S » de i bronzi di lYlossul.
TT' è poi ttltta una se1'ie di dittici o valve di ditt'ico appw'-tenenti al secolo XI TT e di ori-gine francese o tedesca o fiam-minga,
Una valva di dittico con la Incoronazione della TTergine e Natività. (Fmncia, prima metà del sec. Xl TT) ha due ordini di figurazioni con due pannelli
qua-drilobi sovrapposti combacianti, Nei pennacchietti risttltanti si collocano elementi quasi a punta di diamante ma che, negli angoli maggiori, paiono alte7'Clzione d'un trifoglietto e, nelle losanghe cen-t7'Clli, diventano quadrifogli, Al di là della manie7'Cl, la valva t1'ova un bell' accoTdo 1'itmato di forme, con equilibrio di pieni e vuoti, a1'1nonica1'ispondenza delle composizioni nei quadrilobi che sono, in 1'ealtà, compenetrazione d'un quad1'ilobo con una losanga, Tale motivo ha pennesso al J( oechlin di stabilù'e un g1'UppO « a déc01' quadrilobé», la cui riu-nione vale solo peT tale inqua-dratu7'Cl, pTesentando nello stile gli aspetti più opposti,
Crocifissione (FTancia, ciTca se-condo terzo del sec. XI V), è un dittico di « plaquettes », ognu -na con inquadTatuTa inte1'-na (entro la bm'dum liscia) ad cachi ogivali, sottesi da tTilobatum, co -Tonati da (( crochets » con fioTone mediano e posanti su esilissime colonnine a capitello fogliato. Il dittichetto cOITisponde a un tipo diffuso e frequente anche nell' accoppiamento delle due sce-ne. La placchetta della CTocifis-sione che si avvale d'una mp-presentazione proponente in pri -mo piano Longino e il pOTta-spugna e lJUÒ dirsi anzi imper-niata sul (( Colpo di lancia », spinge all'estremità la Madonna e Giovanni ma ne evita il sci-volm'e in secondo piano calcan-done l'espressione e nndendone drastici i gesti, molto calcolati entro il complesso di dÙ'ett1'ici geometrizzanti, che formano salda
cerniera a tutta la composizione nel suo spingersi fino alle co-lonnette. Sebbene qualche e le-mento abbia timbTo geTmanico, pTeferiamo l'assegnazione del dit -tico alla Francia, ammettendo il filtmrvi di suggestioni Tenane. Postulare un'origine tedesca su modello francese mi pare, in qttesto caso, capzioso.
Una Adomzione dei 11!Iagi (F1'ancia, secondo terzo del secolo Xl 11), è una valva sinistTa con ar -cata ogivale che ne inclttde un' al -tra triloba a fondi occlusi, sotto timpano t1'iangolm'e peTCO-rso da cespi di foglie (( flamboyantes »; nei pennacchi, due tondi inter-namente quad1'ilobati con due teste, una maschile e una fem -minile, viste di lronte. Nell'Ado-1'azione dei 1\11 agi, la Vergine che tiene sulla mano sinistTa un uc-cellino, è incoTonata da un angelo, il bambino le sta 1'itto sul
ginoc-chio destro. Un secondo angelo scende dall'alto, ma è OTa in paT-te monco; la valva fu del l'esto deturpata con due fori al centro. Essa è inventaTiata come tede-sca, ma pa1'e piuttosto d'origine fTancese e di qualità assai note-vole, sebbene molto sciupata lJe'r consunzione e 1·ottuTe. Non è da nega1'e qttalche inflessione t e-desca t1'a Tenana e lm'enese, ma i tipi, la fluidità delle forme, cel·ta gentilezza d'atti Testano ti-picamente fTancesi.
M olto diffuso fu il lJa1,tito di tondi internamente quad1'ilobati, inseTiti nei pennacchi, ma pe'r lo lJi'/,~ vuoti o con un l'igonfia-mento centTale; ne sono esempi in molte placchette o dittici; TaTO il caso di teste inse1'ite nei qua-dr-ilobi come, oltre al nostro pezzo, nel dittico di collezione Pincé di Ange1's. L'iconogTafia de ll'Ado-mzione dei 1I1agi, com'è nella
Arte ispano-arabica o dell'Egitto islamico, secco XII-XIII. Cofanetto con forniture in metallo.
(Foto Arch. Mus~o Civico. Torino).
valva torinese, sembra disp01'si di preferenza nel secondo quarto o
se-condo te?'zo del' 300, naturalmente con molte variazioni interne.
La valva di dittico con la Donnizione della VeTgine (Ger-mania, metà del sec, XI V) è 'wn pezzo di grande effetto de -condivo, elegante e fiQ1'ito, in
-q~wdrato in alto da tTe ogive a timlJani, (( fleu?'ons » accostati fo?' -mando un (( ?'amage» con altTi t?'ifogli dall'incassat~~ra pTonun-ciata, sotto un bOTdino di sfeTu
-lette. La scena è affollata ma onlinata, p?'eciso e minuzioso il
tmttamento dei pCl?,ticola?'i, specie del lenzuolo, con andamento
feT-mo e lucido, quasi miniaturistico
senza secchezze né durezze. La-VOTO di qualità notevole e ?'affì-nata. La valva taceva paTte d'~tn
dittico di ( plaquettes», Essa
appartiene ad un momento già avanzato nel' 300, come tutti q~~ei casi di dittici, polittici, plaqt~ettes che - a differenza dalle opeTe del
tCl?'do '200 o del p?'i?no '300 (entro il pri?no te?'zo del secolo), in cu'i le figure, sia quando molto pausate, sia quando piu
in-fittite, hanno quasi l'aspetto di
statuette inse1'ite o almeno di
Francia, secondo terzo sec. XIV. Valva di dit-tico: Adorazione dei Magi.
(Foco Arch. Museo Civico, Torino).
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CROttACHE ECONOMICHEelementi ad alto ?'ilievo, allusivo
ad uno spazio avvolgente -
p?'e-sentano invece, e sempre piu
mCl?'cata avanzando nel tempo, l'intenzione di r'isolvere le figuTe
in un bassoTilievo. Ciò anche se
at~menti l'uso di sistemCl?'le su
piu piani, intenzione - in sé -spazic~le ma Tealizzata non
spa-zialmente bensi pittoricamente,
gUCl?'dando (e spesso male o con-tmddittoriamente) l'aggetto dei piani ma raTamente secondo una
logica diminuzione con valori di «( stiacciato ».
La valva potTebbe generica-mente rientmre nel tipo dal Koechlin definito « ad arcatur'e», paTtizione labile peT il suo pr'e -sentarsi in modi molto differenti
e il suo frequente scivolaTe verso
altr'e par'tizioni pr'oposte dal me
-desimo studioso.
Assai stTetto è il nesso col
dittico « à plaqt6Cttes» con l'I n-coronazione e la « D01'1nitio » del 1V[ useo C Cl?'olino-A ugusteum di Salisbt~rgo; anzi, la ( Dormitio » è concepita esattamente nella
stessa iconogr'afia, la stessa com-lJosizione, la stessa distribuzione delle figure, mutando solo i par-ticolaTi di bt~sti e teste nel gr'uppo
a sinistTa dell' osser'vatore, mentTe, r'imangono pressoché identiche la
scalatum delle file di per'sone e l'ubicazione di queste
singolCl?'-mente, Per la Ver'gine e il letto c'è quasi identità di dettagli nello sviluppo del panneggiato, con lievi vCl?'ianti dovute ad ttna r'i-pTesa del tema non mate Tialisti-camente pedissequa, Il pezzo di Salisburgo si dimostra piu mf-finato ed elabomto, quello di Torino appoggia maggio?'mente
su effetti di lisciate super'fici; e se si potr'ebbe pensare ad una
( deTivazione», si può anche
Ti-tener'e semplicemente che i due pezzi, usciti dal medesimo atelieT,
indichino una produzione ripe-tuta di opere in piu esemplaTi
in cui l'intagliator'e si concesse
vCl?'ianti. Vor'1'emmo notCl?'e, an-che, C01ne l'aTchitettur'a dei tim-pani aTchiacuti abbia un lineaTi-smo par'ticolarmente legato e
Tisol-ventesi in decorative nervature, che paTe insapol'arsi d'una (
So/!-deTgotik» in termini (
parleria-ni »,
Nel dittico con otto scene della
vita di CTisto (Fmncia o Ger-mcmia, 20 metà del sec, XI F) le due valve pr'esentano ognttna due Q1'dini figmati, divisi
cia-SC~tnO da dt~e colonnine sottilis-sime spCl?'tenti, ognuna, una ser'ie di sei timpani acuti per' ogni Q1'dine; i timpani sono interna-mente intagliat'i a tr'ifogli, le guglie sono fior'onate sui corsi
esterni e altTi intagli a trifoglio
stanno negli intervalli, Le
gu-glie a timpano, dall'intaglio
for'-temente scavato, sottendono
ar-catelle ogivali a lOTO volta
inclu-denti ttna sottile tr-ilobatum e desinenti tutte, anche q~telle alle estr'emità esterne, in capitellini pensili. Il cono delle stoTie è da sinistr'a (dell'osservatore) a
destm, iniziando dal basso:
l'An-nunciazione, dagli accent~wti
rit-mi; la Natività (prossima per cer'ti dati iconogmfici e d'esecu
-zione ad alt1'C~ nostra ((plaq~~ette»); l'Adomzione dei Magi; la PTe-sentazione di Gesu al tempio; poi, riprendendo sulla fila supe-TiQ1'e nello stesso ordine: la Fla-gellazione; il Crocifisso tm M Cl?'ia e Giovanni; la Deposizione dalla
Cr'oce; la Deposizione nel
Sepol-CTO, L'intaglio è molto asciutto e ac~do, condotto per' piani la -minCl?'i, con r'obusti sottosquadri; l'effetto d'insieme, per l'ammasso dei panneggi, la minuzia della r'esa, la pCl?'te decoTativa è 1'icco e ornativo, qua e là appaiono ancor'a tmccie di doratum che doveva esser estesa a tutta la
superficie,
N ella congeTie di dittici Cl
stQ1'ie sacre o di valve r'imaste isolate o di placchette combinate a dittico, è tale la var-ietà di
caratteri da pezzo a pezzo che, si dovTà conveniTe, le pitt, volte pToposte par'entele
fm
pezzi dimusei e collezioni diverse,
r'i-mangano del tutto gratuite; esse
sono spesso solo iconogr-afiche e
n-Francia, circa se·condo terzo sec. XIV. Dittico: La Vergine gloriosa incoronata da Angelo; la Crocifissione.
trar qualche scena 1'ipetuta esat-tamente o qttasi nell'impianto e nei dettagli descrittivi, ma sono, anche questi, pochi casi di fTonte ad una vaTietà di soluzioni ico-nogmfiche in cui se avviene di t1'ovare « 1'ipl'ese» con le piu diverse altemzioni, interpolazio -ni, sostituzio-ni, non mancano spesso, anche in ope1'e di qualità med'iocre o addil'ittum scadente, innovazioni iconogmfiche inte-1'essantissime, intelligenti, pe' r-sonal'i, che è forse eccessivo met-tere in debito sempre a « mo-dell i» di grande Scttlt~tra, pit-tura, miniapit-tura, o'reficeTia, In tal modo, avvicinamenti tra pezzo e pezzo TÌlnangono quasi sempre parziali, frammentari, indica-tivi di certe affinità subito con-traddette da altri dati indicanti sensibilità opposte,
Il nostro dittico, a ceTnie1'e, ClO che lo -indicherebbe come fm ncese, puo aggiungere a fa-vore d'una tale p1'ovenienza la sottigliezza impuntata dell'orna
-to che lo 1'icop1'e sulle due zone delle a1'Chitetture, come un Tica-ma tTapanato, trovando buona 1'i -spondenza nell' etJetto pitt01'ico accidentato delle scene, assai in-cassate e 'rotte da p1'ofondi sotto-squadri, cosi da assorbiTe nel-l'etJetto chictToscttrale molto mosso le in sé mm'cate cadenze linem'i, All' etJetto accoTdato e fuso del-l'insieme che Tisulta assai legato, non Tisponde poi, ad un esame pm'ticolaTe, la qualità dell'in-taglio che non è di PTim' oTdine, ma media, con qualche parte un po' g1'ossolana e soluzioni d'espe-diente,
OltTe a pTopende1'e pe1' una datazione alla seconda metà del '300, inclino a dubita1'e d'una oTigine francese, del Testo messa in dubbio da alcuni studiosi per alcuni dittici passibili di raf-f1'onto, mentre prop1'io su dati come quelli otJeTti da ~tn dittico vaticano affine, il 111 oTey fondo la sua esclusione di tutto un gTUppO di dittici « alla fmncese »
(Foto Arch. Museo Civico, Torino).
ma di imitazione tedesca, cosi come altTi emno di imitazione italiana, Con opere tedesche, ap-punto, puo accoTdaTsi la soht-zione iconografica, nel dittico t01'i-nese, della scena dei 111 agi e il pa1,ticolare, nella Natività, della VeTgine seduta allattante,
PeT un alt1'o dittico con la Natività e la CTocifissione, della seconda metà del sec, XI V, un' oTigine ge1'manica pot1'ebbe esseI' conf01'tata, oltTe che dal paTticolaTe della VeTgine allat-tante, dal StW tipo massiccio e
laTgo e, nella CTocifissione, dalla Ve1'gine densa di fOTme e Tigida nell' aspetto e nel volto che è peTO intenso pUT nella f1'eddezza, Resta comunque piena la deri-vazione da esemplaTi francesi cui è tolta l'att1'attiva di eleganze aTistocTatiche, slanci lù'ici, ab-bandoni sentimentali, 1'itmi ca-nori e squisitezze - anche se sttpeTficiali - di fOTme caTez-zate, a fav01'e d'un 1'accoglimento d'atJetti piu intimi, d'una 1'ealtà
Francia o Germania, 2a metà del sec. XIV. Dittico: OttO scene della vita di Cristo. (Foto Arch. Museo Civico. Torino).
pU/ i!nmecliata e pesante, di un' efficacia pù't diretta del segno e del taglio seppt~re a momenti qt~asi TOZZO e cn~do, cio che non
esclude memorie « cortesi» del linguaggio imborghesito dalla franca espressività, forse meglio da cogliere nei mis~~rati gruppi laterali della Crocifissione. Spe
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CRONACHE ECONOMICHEcie nelle Pie donne emerge una umanità insolita, da ricollegare a una verità di vita quotidiana e, se mai, a esempi della scultura di cattedrali e di cori.
Assai belle infine, due valve di scatolette di specchio. La pri
-ma, con « L'incontro e il
Con-vegno galante» è francese, della
metà cu·ca del '300. Il tondo a bordino liscio è intemamente
1·i-solto a ottalobo nei cui soprarchi si inseriscono teste grottesche Cl orecchioni. Il risultato è molto felice, le lobature sono r-egolari e uguali (in altri casi l' ottalobo alterna lobi, esalobi, quadrilobi,
di-sposizione), Divide il campo cen-trale in due parti un albero sotto cui stanno due coppie: a sinistra 'Wt giovane incontra una dama; a destra un giovane imberrettato e un abito corto a cintuTa, carezza lo, dama in volto e l'abbraccia, Assai elegante era l'originaria apparenza del nostro tondo con i quattro gTandi elementi fogliacei esterni che mediavano il tTapasso dal cù'colo al quadrato, peT altro solo alludendolo e dando al tondo un aspetto fiorito, senza s trin-gerlo in modo massiccio come è in parecchi casi di chiusur'a an-golare a corpi di draghi, in un pezzo del Fictoria and Albert 111 useum di Londra, o in altri di collezioni private, dei ]III usei di Oxford, di Munster, di Ra-venna, del 1Iluseo del Bm'gello a Firenze, della Galler'ia N a-zionale di Perugia, del Lo'uvre, Il motivo angolare esteTno delle quattro foglie nervate è del Testo raro in confronto a quello dei rnostTi; lo troviamo in pochi esemplm'i, tra cui le valve di
specchio del Louvre e della colle -zione Le Roy (Petit Palais) ove esse sono del medesimo tipo e chiudono superfici internamente impostate a polilobo (un ennea-lobo la prima, un esagono la seconda) ma in entrambe, a paTte il diverso soggetto, è diverso il caratteTe e lo stile dell'intaglio - anche di minor qualità - di fronte al pezzo torinese che, fra le valve di specchio a « Scene galanti », è una delle piti, armo-niose,
Meno facile la localizzazione della seconda valva di specchio con « Corte d' amo Te n, Il 1'ilievo è compresso ma assai denso, disteso e stondato, Elegantissimi la composizione e il r'itmo; il pezzo è di qualità assai alta, Fra gli esemplar'i contenenti qttattTo scene galanti, raTa è la disposizione di questo tipo; per' lo piu pTedomina un effetto di carico pittoTicismo tra Tilievi figu'rati, bordura, eventuali 01'-nati di riempimento mentr'e nel pezzo di Torino è Ticer'cata ww
chiara evidenza emergente delle
scene, con un risultato di nitore f01'lnale su cui l'andamento div a-gante e cantante dei Titmi lineari
è fortemente valorizzato. Però la Tesa degli alberi, anzi, delle loro chiome fronzute, è di marcato convenzionalismo e con qualche banalità di sviluppo,
Tut le valve a quattro scene, può esseTe confTontata con la nostTa quella, pitt antica, dalle consonanze molto strette, del Lo
u-V1'e, già coll, Revoil; essa è fm'se un po' asciutta d'intaglio, con r'itmi lineaTisticamente più COm -plessi e scene dagli interni geo -metTismo molto studiati (vere ese r'-citazioni alla VillaTd de li orme -cour't); l'andamento degli albeTi, pi~i, min'uzioso e, all' appar'enza, 1Jiù trito, è in Tealtà piu logico e
vm'io, È invece pùi, stTettamente legata alla nostTa, peT stile, la
valva con scene galanti della collezione Kofler'-TnmigeT di L u-cema (già St'roganof]) ma meno fine. Dato però il caratteTe so -stanziale assai diveTso - nella
Francia o Italia settentrionale (?) a metà sec. XIV. Valva di scatoleCC3 di specchio: Corte d'Amore (quattro scene galanti).
(Foto Arch. Museo Civico, Torino). Francia, circa metà sec. XIV. Valva di scatoletta di specchio: L'incontro ~
Il convegno galante. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).
sensibilità del Tilievo al di là delle jorti affinità iconogmfiche, compositive e tematiche - sOTge il dt~bbio che la valva t01'inese (e a ciò spinge anche qttalche paTti-colare tipologico dei volti) olt1'e alla singolaTe inoTganicità del -l'incontro di t1'onchi e jTonde, sia una buona deTivazione it{~
liana settent'/'ionale da un oTi -ginale jmncese; in tal modo si 1'isolverebbe' anche un divaTio di tempo che, contTa?'iamente alla datazione proposta dal Koech-lin al pezzo di T01'ino, cioè al-l'inizio del' 300, può esse1'e spo -stato intoTno alla metà del secolo, almeno,
'.È piuttosto copiosa la Tap-p1'esentanza della p1'oduzione ita-liana tm l'estTemo '300 e il '400, La lastm con l'Adomzione del vitello d' 01'0, opem dell' Italia
SettentTionale (Venezia f), fine del sec, XIV o inizio XV, è jmmmento, di lato di cassetta; pezzo assai singolaTe - già col-legato ad altTe stoTie con sottin -teso simbolico - con elementi di cultuTa Taffinata, d'intonazione ancora « C01'tese », calata pe1'ò in modi già bOTghesizzanti, ment1'e l'esecuzione unisce a larghezze jm'mali e plastiche e a qualche sottigliezza, anche molte somma-1'ietà convenzionali ed eS1Jedienti, Alcuni volti sono modellati con minuziosa e pTecisa 1'iceTC{~ veTi -stica, efficacia espTessiva, caTat-teTizzazione, alt1'i sono Tisolti in clichés, Mi paTe evidente l 'ap-paTtenenza ad atelie1' veneziano, se non senz' a,lt1'o degli EmbTiachi, di diTezione analoga, con data -zione alla fine del' 300 o già agli inizi del secolo successivo,
1Ila in qt~est'ambito spicca fra tutti i pezzi (per lo più serie di frammenti da cassettine, di molto vaTia qtwlità) , il grande altarolo a sp01'telli con pannelli appli-cati; scene della vita e della Pas-sione di CTisto, d'Italia Setten-trionale (T'eneto f), bottega degli Emb1'iachi, al pr'imo quaTto del sec, Xv.
Ogni scena consta di tTe (nel Calvario cinque) placchette « bom-bées» in osso, Le scene sono: sportello sinistro (dall'alto), An-nunciazione, N atività, Adora-zione dei M agi; centro: (dal basso), Battesimo, Flagellazione, CTisto e Caifa, Salita al Calvario, C1'ocifissione: sportello destTo (dal basso), Getsemani, Cattum di C1'isto, Resu1'1'ezione. N aturcd-mente, pe1' una sequenza corretta di lettum, mentTe lo spm'tello
si-Italia settentrionale, 211. metà sec. XV. Cofanetto in osso con scene di caccia e i dodici Apostoli.
(Foto Arch, Museo Civico, Torino),
Italia settentrionale 2· metà sec. XV. Cassetta in osso con gli Apostoli sul coperchio (e scene sacre sui lati).
(Foto Arch. Museo Civico, Torino).
Italia settentrionale, c. 1470. Pace: Vergine in trono col figlio (<< Vierge glorieuse »).
nistro rimane compi'uto ~n sé, le ulteriori scene vanno segttite (dal basso in alto proségttendo da sinistm a destm) considemndo legati il C01'pO centrale e lo Sp01' -tello destro, cosi da giungere senza scara alla Rist~rrezione, mentre alla Crocifissione spetta la zona più in vista non perché scena fi-nale ma « momento» moralmente 1'iassuntivo, l n relazio ne ai
pan-nelli, di proporzioni assai slan-ciate, snelle so no anche le figure; fine l'intaglio sottile e asciutto, a
12
I
CRONACHE ECONOMICHE(Foto Arch. Museo Civico5.Torino).
momenti secco e pungente, Ele-ganti i moduli figurali, La te l'1ni-nazione della cuspide è inclusa in fascia continua di lastrine d'osso ad angeli p1'otesi,
È un esemplare di assai buona qualità fra i prezzi di carattere monumentale degli Embriachi, da confrontare con altri cono-sciuti, Ttdtavia nella produzione en01'1ne della bottega, nonostante distinzioni, dispersioni, sopmt-tutto scomposizioni di complessi, restandone migliaia di piastrine
isolate, pcr cos~ dire vaganti, non si è ancora, al di là dd/a definizione di tip i d' oggett i, di mggruppamenti per c([.1'atler,i e -ster ni, di individuazione CCI'to utilissima dei numerosi soggetti 1'eligiosi e p1'ofani, 1'aggiunta li na conoscenza precisa di quella che 1'esta una vasta messe di lavori dalla gene1'ica analogia, entro la quale è certo difficile ma non dovrebbe esser- impossibile, 1'iu-nire gruppi stilisticamellte più omogenei; e questo sia detto rendendosi conto della
sfuggi-bilità di tanti p'l'odotti ad una connessione, per l'aspetto cosi ditJuso assunto dal « genere» di alta1'Oli, trittichetti, cofanetti, E in primo luogo non si dimenti-cherà che, al di f~w1'i di ateliers affini o di p1'oduzioni corrent'i assimilate, l'atelier stesso degli Embriachi in VenezicL e le StW filiazioni in altre sedi dell' Italia
• settentr-ionale, non vanno visti quasi mai come segnati dall'im -pronta strettamente pe1'sonale di un maest1'o ma attivi sul piano d'un lavoro di comunità,
seb-bene qualche opem migliore, ed anche di gmndi dimensioni, pcr-metta di individuare ttna mano 1'esponsabile (di Baldassare ad esempio), con accenti personali ben definiti che non si 1'itro-vano, ad esempio, in tante scene e last1'ine che ne sono p1'essoché la ripetizione, compù~ta mecca-nicamente, Dato il modo di lavoro a lastrine staccate, spesso l)J'e-fabbricate pe1' se1'vir'e all'occa-sione, con molti elementi desc rit-tivi divenuti di 1'epe1'torio e tra-scorrenti fino alla noia da un tritt'ico all' altro, da un cofanetto all' altro, ci si puo pure chiedere se non avvenisse una certa divi-sione scalata dei compiti, per clli, in last1'ine in serie, anche delle migliori, certe parti secondarie di sfondi (monotoni clichés presta-biliti di torrette o d'alberi) fossero senz' altro lasciate solitamente al compimento di minori aiuti,
SemlJer e, nel 1899, dallo Schlos-ser con aggi'unte, nel 1929, della Longhul'sl; ma gli aspetti, os-servati nell'intaglio delle singole laslrine, divergono spesso enor-memente, Assai diveno è infatti il nwdido delle figure e l'anda-mento dell'intaglio tra il dossale della Ce1'tosa di Pavia, acce1'tato a Baldassa1'e - 1402-1409
-e il dossale del Fictoria and Albert Museum A 11-1928 con storie del Nuovo Testamento e dei Fa ngeli apocrifi, là asc1'itto alla prima metà del '400, ter-mine lato ma prudente, crediamo, per via di manierismi ed espe-dienti che non ci sembTCtnO piu del primo periodo, Cosi dive1'ge il trittico del Museo Civico di Torino da entmmbi e da un trittico del Victoria and Albert J1Iusewn, 1606-1861, con tre Storie di C1'isto e Santi, pero n'tenuto, mi par giustamente, dell'iniziale '400 (al quale sono stilisticamente p1'ossimi t'l'ittici dei lIIusei di BeTlino, del Bar-gello, del LOt~v1'e), mentre un lasso entro il primo qum-to ci pare giustificabile pe1' il trittico torinese, in questo conf01'tati an-che dalla data intorno al 1420 proposta dal Philippovich pe1'
m/, trittichetto del Tiroler Lan -deslnuseum d'Innsbntch, affine al nostro pe1' stile anche se meno 1'icercato nei moduli, oltre ad essere piu semplice nella parti-tura ad 1m solo m'dine di lastrine molto alte, con figw'ine 1'elativa-mente grandi, Come impianto generale, comunque, è ntile il confronto col grande trittico cu-spidato con Storie dell' Infamia e Passione di C1'isto al Jl'1useo di Clnny, PaTigi, che ha pure tln' assai complessa serie di bOT-dure e fasce decoTOtive d'inc01'-niciatura, mentre il timpano cusp'idato si pTesenta, caso non frequente, percorso da una fila d,i
« (leurons »; non possiamo non notare, in questo celebmtissimo pezzo, come i « fleurons » di clzitlsnra siano tutt'altro che fini né lo sono le figu1'etie delle slorie,
Arte aostana U) ultimo quarto sec. XV. Pace:: Adorazione dei pastori.
Riteniamo pe1'tanto il nostro esemplaTe, anche se ft~ oggetto di 1'esta1~TO - pe1'altro senza a1'bitri - nella architett1~1'a incor-niciante, comp1'ùnendo al limite superiore alcune piastTine, un caso dei migliori e più tipici d'1m gusto t'eneto in tennini padovano-veronesi dalle ascen-denze fiorentine evidenti, Da no-tare come i dettagli ambientali di edifici, torrette, capanne, rocce, boschetti, sebbene ad evidenza già ?'isolti in tipi fissi (che ogni
(Foto Arch. Museo Civjco, Torino).
collabomtore o aiutante lJotesse 1'ilJ?'endeTe facilitamdo i lavori se1'iali) sono ben lontani dagli insulsi e meschini moduli ste-1'otipi incontrabili ad ogni passo in tanti cofanetti anca?' com-pleti o in tante placchette scom-poste,
A d altro orientamento conduce la cassetta con gli Apostoli, l'An-mmciazione, Adm'azione dei
l\IIa-gi e altre scene sacre, dell'Italia Settentrionale, seconda metà del sec, X V. Questa cassetta
tra in un gl'UppO di opere la cui attl'ibuzione fu assai discussa
tra la Fiandra, il Tù'olo, il
Piemonte, l'I nghiltel'Ta,
pl'open-dendo alcuni auto1'i anche per la
Francia di N m'd-Est,
]IIla è da accoglie1'e - e la seguiamo anche se negli ultimi anni si riaffel'ma una tendenza a rinvel'diTe l'inflazionismo fran-cese del Koechlin - la pùi,
ra-gionata e precisa disamina del MOl'ey che, studiando tutto un
complesso d'opel'e « à fonds
guil-lochés » sia tabernacoli che
cofa-netti, coperture di specchio, pet-tini, paci, ha stabilito pel' pezzi sul tipo della nostra cassetta in qttestione (senza con cio preten-dere a una definizione genel'ale dell'insieme di qtwlle 01Jere,
al-c'une delle quali costituiscono casi a sé), la localizzazione all'Italia settentrionale, in termini che al-ludono ad un clima padano tra
Veneto e Lombardia, Egli ha cosi citato il cofanetto di Torino
in pl'ossimità di alcuni
tabenw-coletti (del M ttseo Al'cheologico
di Milano del Museo Civico di
CTemona; del Duomo di
Mon-za; del Museo di Karlsl'uhe) e di alcttni pettini (Louvre, Pa -rigi, Deutsches Museum, Ber-lino),
Vogliamo indical'e, come pun-to di l'iferÌ1nento molto stl'in-gente per l'impianto, la
distl'i-buzione di scene, la loro
l'iqua-dratura (in cornici e modanatttre esattamente uguali), la bordum,
il tmtto dell'intaglio, il
cofa-netto con « scene di gioco e caccia »
del Louvl'e (già coll, Revoil)
at-tribuito in passato anche al
Pie-monte; un secondo con analoghi soggetti già nella collezione in-glese Douce; un tel'ZO al Museo
di Cluny, pUl'e con scene di gioco e caccia; un qual'to, a soggetto
galante e una « giostra», al Vic -tOl'ia and Albel't .111usettm, cui
si lega un quinto, con soggetti
galanti e di caccia, di nuovo al
Louvre, nonché un coperchio al
Museo di CluUons sur Mame, Il cofanetto di TOl'ino è cel'to
l'unico a sostituire ai pannellini
14
1
CRONACHE ECONOMICHEcon giullm'i e « folli» del cope1'-chio, le figure degli apostoli ma
cio non va al di là del divm"io
iconografico,
Interessa, poi, come
l'esectt-t01'e abbia desunto i temi da fonti
che, se si manifestano spicca-tamente popolm'esche (gli apo-stoli potrebbero derivare da tipi
stereotipi d'illustrazioni xilografi-che divttlgative), non mancano
di 1'accoglie1'e, nelle scenette
late-mli, che hanno PU1' particola1'i perfino grotteschi, 1'ic01'di d'ttna
1Jiu vecchia e raffinata cultura
« internazionale» che qua e là
1'ipunge, ment1'e d'altro lato ce1'te soluzioni, che 1'ovesciano anche
l'iconogmfia, appaiono dettate
da adattabilità descTittiva senza p1'eoccupazioni, ingenua ma pUT
sapida, come la greppia (tm
l'alt1'o indicando una insolita
condensazione della scena « P1'e -sepio» col tema «]III agi ») so-spesa in mia e lavorata nel suo int1'eccio vimineo in modo da
pal'el'e, piuttosto, una ghit'landa.
La Pace con la Vel'gine in
tTono col figlio (( Vierge
glo-rieuse») con custodia in ctwio,
d'Italia Settent?'ionale, c, 1470,
dal tm'do '800 ha 1'isvegliato
l'in-te1'esse degli specialisti, assieme
ad ttn g1'UppO d'altre paci « à fond
guilloche » una delle quali, anzi,
già della collezione E, Baboin
di Lione (om alla collezione
Kofler-T1'unige1' di Lucema),
1'i-prodotta dal Koechlin, si
po-t1'ebbe diTe propl'io il punto di
partenza della nostm, poiché se
la Ve1'gine vi è sotto un
baldac-chino tanto piu sontuoso, a tenda
conica e il t1'ono ha un poster-I gale merlato e pannellato a guisa di « creneaux», pel' di piu con
la presenza di due angeli
1'eggi-baldacchino, la figum della
Ve1'-gine col figlio è, nel tipo, gesto,
panneggio, p1'essochè uguale alla
nostm, cio che potTebbe indu1'1'e anche a Supp01'1'e che a base delle due mffigumzioni vi sia stata
una xilogl'afia, cosa che meglio spiegherebbe anche certa dignità
di tipo e complessità di pa1,titi di
pieghe - che la xilogmfia puo
aver tmtto da un dipinto -
mel/-tre la qualità dell'intaglio è molto
mediocre, forse appena
lieve-mente pi'u curata nell'esemplare
Kofler-Truniger, il cui effetto è
piu vivace nella dimensione 1/in po' più slanciata della pace, nella distTibuzione del rilievo oc-cupante quasi l'intel'o camlJo, nella maggior leggeTezza dell' m'-catura che è 1Jentalobata, Se in
base all'intaglio si pot1'ebbe qttasi
parlare d'ttl1ico autore per i due pezzi, il dubb'io puo sorgere lJer
la completamente differente
co/!-cezione dell'impianto che è a nordico agglomerato deco1'ativo nel pezzo ora a Lucerna e
em-1Jiricamente, ma
dichia1'Cllamen-te spaziale, nel lJezzo di Torino,
con tutt' altTa estensione e senso
di lJattse e quindi anche altro
valore della g1'affittura «
guil-lochée »,
Un' alt1'a pace con
l'Adora-zione dei past01'i, d'arte aosta-na (?), ttltimo quarto del sec, X V,
ha caratteri aspri e paesani;
l'accento n01'd co non implica
senz' altro origi ne straniera
sviz-zeTo-tedesca o francese; non è da esclttde1'e una pToduzione lo-cale, Il pezzo segna l'unico caso, in una pace, di Tapp1'esentazione della « Adomzione dei Pasto1'i»
secondo un'iconogmfia di st1'etta
de1'ivazione dalla pittu1'a, come
sottolineo il Koechlin; ma ci chiediamo anche qui se l'indi-scutibile 1'ifeTimento non sia
me-diato e p1'ecisamente da una
xilogmfia, con la quale - co me
non con ttn dipinto - la pace avrebbe cosi in comune le
mal-destTe ma efficaci ingenuità, le
1'ossezze del segno faticato e
popo-lare, il mcconto affettnoso, gli
sbilanciamenti fm'mali, l'te horror
vaCU2 »,
La qualità d'intaglio è
senz'al-tTO popolaTe ma l' opem ha una stta vitalità e attTattiva e la con-vinzione d'una « immagine », an-che per via dei tmtti dipinti,
La cttltura da cui discende la figumzione è fmnco-fiamminga;
Italia settentrionale, metà sec. xv. Cassetta in legno intarsiato e intagli in osso: Scene di caccia e araldiche.
~n relazione alla p?'ovenienza, un'origine aostana o, almeno,
dalla zona alpina adiacente, Non vedo la necessità d'una data-zione all'inizio del ' 500, anche il
riferi?nento del Koechlin a
ico-nografia di pittum « rinascime n-tale » è fu O?' di luogo; l'impianto, entTo una cultum pittorica fmn-co-fiamminga sta per'fettamente
entro la metà o (per' via dei fondi)
poco oltre, del '400, si che pur
(Foto Arch, Museo Civico, Torino),
considemndo una tar'diva
deri-vazione paesana dell' avo?'io, si puo mantenere un ultimo quarto del ' 400 (si vedano anche le volutine ancora « internazionali» del manto della VeTgine),
Oro, dollari e speculazione
1. Dopo i preoccupanti sussulti del 1968,
e la corsa all'oro delle prime settimane del 1969,
il sistema monetario internazionale sembra es
-sere entrato di nuovo in una fase di relativa calma. Anche il trapasso di poteri da J ohnson a Nixon è avvenuto senza alcun scossone: gli
cc gnomi di Zurigo » stanno a guardare. Il clima
di ansia timorosa che ha accompagnato, nel
corso dell'anno appena finito, le riunioni dei
Governatori delle banche centrali dei principali
Paesi non si è rinnovato in occasione delle
recenti riunioni di Basilea e di Garmish.
Quali fatti nuovi sono intervenuti a rass
i-curare l'opinione pubblica? V'è ragione per rite
-nere che il sistema monetario internazionale
poggi oggi su basi piu solide, rispetto a ieri?
La risposta è senza dubbio negativa. Il live
llo-record raggiunto dal prezzo dell'oro alcune settimane or sono (45 dollari l'oncia sul mercato
libero di Parigi, 42,50 sui mercati di Londra e
Zurigo) dimostra che gli speculatori si sono
soltanto concessi una pausa, in attesa forse che
la nuova amministrazione repubblicana degli
USA chiarisca meglio le sue intenzioni. La speculazione, da un momento all'altro, potrebbe
ricominciare. Sembra dunque opportuno fare il
punto, ancora una volta, sul sistema monetario
internazionale, alla luce degli ultimi
avveni-menti e dei piu recenti provvedimenti proposti
per fronteggiare la speculazione.
2. Per quale motivo l'aumento del prezzo
dell'oro - a differenza di quello degli altri
metalli, anche pregiati - desta viva preoccu
-pazione, in una parola cc fa notizia»? Una
ri-sposta, anche se approssimativa, è che il mondo
occidentale ha escogitato un sistema di regola -mento degli scambi internazionali (per molti
versi assurdo) che lega le condizioni di vita di
ciascun paese alle sorti del metallo giallo. In
ques.to sistema monetario, le riserve valutarie (vale a dire, il cc potere d'acquisto inte
rnazio-naIe» che ogni paese deve tenere per poter coprire eventuali disavanzi nella bilancia dei pagamenti) sono costituite in massima parte
da oro e da monete di ?'iserva, cioè monete di
alcuni paesi economicamente forti, quali gli
Stati Uniti. Sin dal 1934<, gli USA si
impegna-16
/
CRONACHE ECONOMICHEGianni Zandano
vano a convertire in oro, al prezzo di 35 dollari
per oncia, qualsiasi quantità di dollari venisse
loro offerta dalle banche centrali straniere. Le
enormi riserve d'oro di Fort Knox erano di
po-nibili per fronteggiare le richieste di conversione.
Questa garanzia di convertibilità del dollaro-carta in lingotti d'oro rendeva il dollaro (c altre monete nazionali, come la sterlina, ad
$ per oncia 4 3 4 2 4 1 O 3 9 3a 7 36 35
PREZZO DELL'ORO
SUL MERCATO LIBERO DI LONDRA
($ USA per oncia di fino)
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Ì'-,/'/
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/
Ille--/
34 1 965 1966 196fl G F M A M G L A 5 O N D G 196a 1969esso collegate da rapporti fissi di cambio)
cc buono come l'oro», almeno da un punto di
vista teorico, come strumento di riserva valu
-taria, çd anzi preferibile all'oro dal momento
che i dollari possono essere investiti in buoni
del tesoro USA e procurare quindi un reddito
al paese che li possiede (mentre i lingotti d'oro
sepolti nei sotterranei delle banche centrali non
producono alcun reddito ed anzi comportano
delle spese). Il sistema ha funzionato abbastanza
bene negli anni dell'immediato dopo guerra
ed in gran parte degli anni cinquanta. I guai
cominciano con l'inizio degli anni sessanta. L)enorme espansione - storicamente senza
pre-cedenti - del commercio internazionale richiede continui e rilevanti aumenti della cc liquidità
internazionale» (intesa come l'insieme delle
riserve valutarie nette dei vari paesi), proprio
Trw.l STIME DELLE FONTI E DEGLI USI DELL'ORO, 1958-1967
-I
1958I
1959I
1960 I FON"rr E USI II
Prorlilzionc di oro 1.050 1.125 1.175 "enditr dell'UHSS . - - - -220 250 200\'ariazioni nelle riserve auree ufficiali dei
Paesi ciel mondo occidentale
+
680+
695+
335 Altri llSi (oro "scomparso ») 590 680 1.040richiede un maggior capitale liquido e plU
ampie scorte monetarie. Queste aggiunte ai
mczzi di pagamento esistenti non sono potute
avvcnire se non in parte modesta sotto forma di
nuovo oro.
Come si può osservare dalla tav. l, nel
pcriodo 1958-1967, la produzione di oro è aumen-tata da un anno all'altro ad un ritmo moderato: in media l'aumento annuale è stato all'incirca
di 1,2 miliardi di dollari. D'altra parte le ven-dite di oro sovietico - determinate da
circo-stanze eccezionali, quali cattivi raccolti di ce -reali, ecc. - sono state inferiori, in tutto il periodo, ai 2,7 miliardi di dollari. L'afflusso
totale di oro sul mercato, nel periodo sotto rassegna, è stato quindi dell'ordine di 15 mi-liardi di dollari. Chi ha assorbito quest'oro? Quali canali ha preso? Dalla tav. l si può leggere la quota di oro che è andata ad integrare
le riserve auree ufficiali dei Paesi del mondo
occidentale: questi paesi, in dieci anni, hanno
assorbito meno di 3 miliardi di dollari di nuovo
oro. E i 12 miliardi residui, quali strade hanno preso? In parte indubbiamente hanno preso
strade rispettabili: l'oro è un metallo utile, con
molteplici usi data la sua malleabilità, dutti-lità ed inalterabilità e molte industrie ne fanno uso (in particolare quella elettronica, quella della gioielleria, ecc.). Ma gli usi industriali hanno assorbito una quota relativamente mo-desta dell'oro prodotto: la maggior parte della domanda è venuta invece dai tesoreggiatori, dagli speculatori. Sono costoro che hanno assor-bito, al mcrcato libero di Londra prima, e poi
al mercato libero di Parigi enormi quantitativi d'oro, sottraendolo alle riserve auree delle
banchc centrali. L'oro - utile nell'attuale
si-stema come mezzo per il regolamento dei rap-porti commerciali internazionali - è diventato
co i una « merce scarsa Il.
3. Come ha reagito il sistema a questa Il car ità » di riserve auree? Utilizzando sempre
più il dollaro. Il canale piu importante di
ali-mentazione della liquidità internazionale è
co-I
1961 1962I
1963I
196""I
1965I
1966 1967 (IN MII,JONI DI DOLL.\RT USA)1.215 1.295 1.355 1.405 1.4-.0 1.440 1.410
260 200 550 450 550 -
-- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --
-+
630+
330+
840+
750+
215 - 50 - 1.600 845 1.165 1.065 1.105 1.775 1.490 3.010sti tui to dai deficit anmwli della bilancia dei
pagamenti degli Stati Uniti. Sono questi deficit (dovuti alle spese militari all'estero, agli inves ti-menti esteri ed agli altri trasferimenti unilate -rali) a rendere disponibili al resto del mondo i dollari necessari per adeguare l'insieme delle riserve valutarie alle esigenze di un commercio mondiale in espansione. Il risultato di questo meccanismo è che, nel corso di pochi anni, le
banche centrali dei paesi occidentali hanno accumulato riserve in dollari assai superiori
al valore dell'oro depositato a Fort Knox a garanzia della convertibilità del dollaro. le
dollaro non è piu dunque cosi « buono come
l'oro ». La nuova situazione è dominata dalla consapevolezza che se le banche centrali pr
e-sentassero i loro dollari per la conversione in oro (complessivamente si tratta di oltre 26 miliardi di dollari), gli Stati Uniti non
sareb-bero in grado di aderire alla richiesta (nei
sotter-ranei di Fort Knox vi sono oggi poco piu di lO miliardi di dollari in oro), e sarebbero quindi costretti ad accettare un aumento del prezzo
dell'm·o. La « corsa all'oro Il cui si è assistito nel 1968 si spiega in buona parte con questa aspettativa, che non ha mancato di invogliare a
manovre speculative i privati operatori ed anche
qualche banca centrale: l'oro Il scomparso» (ed
in gran parte teosoreggia to) nel solo triennio 1965-67 ammonta ad oltre 6,2 miliardi di dollari (tav. l)! E ciò nonostante che i prin-cipali paesi occidentali abbiano combattuto una
dura battaglia contro la speculazione al rialzo. Proprio per evitare che un aumento del prezzo
dell'oro al di sopra della parità ufficiale provo -casse sfiducia verso il dollaro e le altre monete ad esso collegate da rapporti fissi di cambio, nel 1961 si costituiva il cosiddetto « pool de l-l'oro »: USA, Gran Bretagna, Francia, Germania
Occidentale, Italia, Olanda, Belgio e Svizzera decidevano di mettere in comune le loro ri-sorse auree per intervenire sul mercato e man -tenere il prezzo dell'oro vicino ai 35 dollari l'oncia. Il sistema ha funzionato nel periodo
1961-1967, ma il suo costo, già nel '67, era
divenuto intollerabile: si calcola che i paesi membri del « pool)) abbiano venduto agli spe -culatori un quantitativo d'oro pari a 1,6 miliardi di dollari nel 1967, e a 1,5 miliardi nel solo primo trimestre del 1968. In altre parole, il
sistema portava al depauperamento delle riserve
auree a vantaggio della speculazione, che
con-tinuava fiduciosamente ad assorbire oro in
attesa di un aumento del prezzo. Queste,
(insieme all'uscita della Francia dal (( pool ))) in
rapida sintesi, le ragioni che ne hanno
provo-cato lo scioglimento e hanno portato all'
isti-tuzione - negli accordi di W ashington del
marzo 1968 - del doppio me?·cato dell'oro.
Oggi le Banche centrali non intervengono piu
sul mercato libero dell'oro, dove il prezzo è
lasciato al libero gioco della domanda e
del-l'offerta. D'altra parte i trasferimenti ufficiali di oro tra le banche centrali continuano ad avvenire al prezzo di 35 dollari. Questa nuova
impostazione non è priva di grossi pericoli.
V'è anzitutto la possibilità che le banche centrali
meno rispettabili acquistino oro dagli USA
al prezzo ufficiale di 35 dollari, per rivenderlo
al prezzo piu eleva~o del mercato libero. Ma il pericolo piu gl'a ve è un altro: il differenziale
che si è stabilito tra il prezzo dell'oro-moneta ed il prezzo dell'oro-merce si presta ad essere
interpretato come un indice della misura in
cui il dollaro è svalutato rispetto all'oro: un
indice della fiducia da riporre nel dollaro.
Man mano che questo divario aumenta - e
qui sta il vero significato delle preoccupazioni
suscitate dall'aumento del prezzo dell'oro - cre -sce il pericolo di una nuova ondata di
conver-sioni di dollari in oro, che determinerebbe il co
l-lasso dell'intero sistema monetario occidentale. 4. In questo « background)) di speculazione contro il dollaro, si inseriscono tutti i tentativi di speculazione contro le monete dei singoli
Paesi occidentali: monete che costituiscono,
per cosi dire, la « prima linea di difesa» del
dollaro. È proprio per fronteggiare queste
ma-novre speculative che il Governatore Carli ha
da tempo proposto all'attenzione delle banche
181
CRONACHE ECO/'IOMICHEcentrali dei principali Paesi dell'occidente un sistema che, se adottato, potrebbe « tagliare le unghie » alla speculazione. Il « Piano Carli » si
fonda su di un concetto molto semplice. Grossi
pericoli per l'attuale sistema monetario ca
tu-riscono anche dalla possibilità che, a cau a di
un andamento sfavorevole dei conti con l'estero,
la moneta di un determinato Paese dia segni
di debolezza, proprio come è accaduto alla
sterlina prima e al franco francese poi: la pro -spettiva di una svalutazione di questa moneta
induce gli speculatori a trasferire i loro fondi in altri Paesi (nel caso del franco francese, circa due
miliardi di dollari si sono trasferiti in Germa
-nia), allo scopo di realizzare cospicui guadagni.
Ovviamente, la fuga di capitali in queste cir -costanze indebolisce ancora di piu la moneta in
difficoltà, e può addirittura precipitare la crisi.
Il « Piano Carli)) si propone di porre rimedio a
questa situazione, impegnando tutte le banche centrali che lo sottoscrivono ad identificare ed a restituire automaticamente al paese d'origine la « moneta calda » affluita nelle loro casse. Se ciò avvenisse, è chiaro che gli speculatori ne
uscirebbero a mani vuote. Naturalmente il
(( Piano Carli)), anche se si prospetta di una note -vole semplicità nella concezione, è assai difficile
da applicare praticamente: la difficoltà prin-cipale è costituita dal fatto che occorre dis tin-guere i capitali puramente speculativi da quelli
che hanno invece come obiettivo il finanzia
-mento di onesti investimenti. Ma non si tratta
di una difficoltà insuperabile, soprattutto se si considerano i pericoli impliciti nell'attuale si
-tuazione. È indubbiamente difficile prevedere
quali conseguenze potrebbe avere una crisi
monetaria: ma sullo sfondo del vicolo buio che
il mondo occidentale imboccherebbe in simile
evenienza si intravede lo spettro pauroso di
una depressione tipo « anni trenta )), con le
ri-percussioni economiche e politiche che tutti
conosciamo. Un vecchio proverbio dice che chi
non ricorda il passato è destinato a riviverlo.
Non resta che sperare che i responsabili del
nostro sistema monetario internazionale