ECONOMICHE
A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO E t i g S l • N. 101 • MAGGI01951 • L.250
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crini ni ini sita, j ione:
T O R I N O - VIA A N D R E A D O R I A, 7 - T E L . I N T . 47.285 - 42.007
cStahlimento :
C A S T E L L A M O N T E - T E L E F O N O 13 - C. C. I. T O R I N O 04388
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INGG.
AUD0LI & BERT0LA
PANORAMA ECONOMICO
DELLA PROVINCIA DI TORINO
NEL MESE DI MAGGIO 1951
L E I N F O R M A Z I O N I E I P A R E R I R I P O R T A T I N E L « P A N O R A M A E C O N O M I C O » N O N SONO L ' E S P R E S S I O N E
U F F I C I A L E D E L L ' O P I N I O N E D E G L I O R G A N I D I R I G E N T I D E L L A C A M E R A D I C O M M E R C I O , I N D U S T R I A
E A G R I C O L T U R A , MA L ' E L A B O R A Z I O N E D E L L ' U F F I C I O S T U D I , D O C U M E N T A T A DA I N D A G I N I E S P E R I T E
P R E S S O N U M E R O S E I M P R E S E T I P I C H E N E I V A R I R A M I D E L L A P R O D U Z I O N E E D E L C O M M E R C I O
S I T U A Z I O N E G E N E R A L E
Pur non essendosi del tutto eliminate
al-cune discordanze nei vari campi
dell'econo-mia nazionale, la congiuntura economica
na-zionale e quella provinciale sono andate
as-sumendo un atteggiamento più preciso.
Si notano alcuni indizi di un certo
miglio-ramento della situazione, sia per quanto
ri-guarda il progressivo alleggerimento delle
scorte straordinarie — il che ha portato al
risanamento di alcune 'particolari
situazio-ni — sia per quanto concerne un
congela-mento iniziale delle posizioni di debito, in
cui erano venute a trovarsi taluni Enti
pub-blici. I pagamenti sono stati infatti ripresi;
il che è di rilevante importanza per molte
industrie della nostra provincia che
forni-scono materiali e prodotti a varie
ammini-strazioni autonome e statali.
Non si sono notati sostanziali mutamenti
nell'atteggiamento delle Banche e in
con-fronto ai richiedenti di sovvenzioni
crediti-zie; eppertanto non pare che, almeno per
ora, vi sia più larga possibilità di
finan-ziamenti.
Ciò nonostante, si può già considerare
co-me qualche affare, sia pure di non grande
importanza, sia stato effettuato.
Mentre le vendite sul mercato interno
per-mangono stazionarie, quelle verso l'estero
sono in netto progresso. Ciò fa prevedere
negli ambienti competenti una più facile
pos-sibilità per le nostre industrie di inserirsi, in
misura sempre maggiore, nella economia
in-ternazionale per surrogarsi agli altri Paesi
tradizionalmente fornitori ora impegnati
nel-l'attuazione di piani di riarmo. Conferma
di questo probabile svolgimento economico
è la recente presa di contatto con diversi
mercati esteri; buoni contratti sono stati
con-clusi intanto con la Grecia e con l'Estremo
Oriente.
La rianimazione delle nostre esportazioni
ha investito in questo mese tutti i settori. Ciò
è dovuto alla varietà dei Paesi che
richie-dono i nostri prodotti e alla ripresa del
mo-vimento commerciale con mercati che
ave-vano, come l'Argentina, nei mesi scorsi
sen-sibilmente ridotto gli scambi con il nostro
mercato.
Per quel che riguarda le vendite all'interno
permane ancora un certo ristagno; si è in
periodo di assestamento dopo le difficoltà
ri-levate nei mesi decorsi e le previsioni sono
soggette a troppi elementi in via di
chiari-ficazione e di ricerca di equilibrio tra
l'of-ferta e la richiesta, sia per quanto concerne
le scorte sia per le disponibilità degli
acqui-sitori e l'indirizzo verso i rifornimenti e i
consumi.
E' certo, ad ogni modo, che in complesso
il quadro generale della nostra economia
ri-vela alcuni elementi favorevoli che
permet-tono delle previsioni discretamente
ottimi-stiche.
A G R I C O L I IT R A
Nel mese in esame le condizioni
atmosfe-riche sono state piuttosto sfavorevoli rispetto
all'agricoltura. Le pioggie continue e
vio-lente e qualche grandinata hanno causato
gravi danni alle colture foraggere e alle
piante di frutta. Il fiume Dora è straripato
tra Ivrea e Vische, allagando le campagne
vicine.
La temperatura è in genere ancora
fred-da ed abbonfred-danti nevicate si sono verificate
in località di montagna.
La disponibilità della mano d'opera
brac-ciantile è sufficiente per i lavori stagionali.
Non si è lamentata alcuna deficienza nella
fornitura dei concimi chimici e dei prodotti
antiparassitari.
Lo stato sanitario del bestiame, in
com-plesso, è buono. Limitati sono i casi di afta
epizootica localizzati in poche località e
quelli di pseudo-peste tra i polli.
I prezzi del bestiame vivo e morto
ten-dono al rialzo. Gli allevamenti dei bachi da
seta si presentano bene.
Permangono piuttosto elevati i prezzi delle
frutta di stagione, data la scarsità del
pro-dotto, a causa delle condizioni climatiche
sfavorevoli.
I N D U S T R I A
In quasi tutti i settori industriali della
pro-vincia il ritmo produttivo si è mantenuto
normale rispetto al mese precedente,
segnan-do anche un marcato incremento nei cicli
produttivi a carattere stagionale. Le giacenze
dei prodotti sono in lieve aumento in
con-seguenza della contrazione avutasi nelle
ri-chieste.
Per quanto riguarda i rifornimenti di
ma-terie prime la situazione è progressivamente
migliorata, pur registrandosi ancora, in
al-cuni settori, qualche difficoltà.
La disponibilità dell'energia elettrica è
sta-ta superiore a quella normale per le
abbon-danti precipitazioni atmosferiche.
I N D U S T R I A M E T A L M E C C A N I C A
L'attività dell'industria automobilistica
continua ad essere assai favorevole, sia per
quanto riguarda il mercato interno, sia
so-prattutto nei confronti delle vendite
all'e-stero.
Nel settore delle industrie
metalmeccani-che si riscontra, per due delle maggiori ditte
della provincia, una grave crisi, le cui
ori-gini e cause sono assai lontane e i cui
svi-luppi non è ancora dato prevedere
chia-ramente.
Un notevole interessamento per giungere
ad una favorevole sistemazione si è
manife-stato da parte degli organismi finanziari e
delle Autorità.
La meccanica di precisione si trova sul
mercato interno in una fase di atonia
aggra-vata dalla concorrenza della produzione
este-ra specialmente di quella germanica. Ciò
no-nostante essa riesce a mantenere una
di-screta corrente di esportazione verso i Paesi
dell'Oriente Asiatico.
Sempre buona la situazione dell'industria
delle macchine da ufficio e telescriventi che
ormai si è decisamente affermata sul
mer-cato mondiale entrando in concorrenza con
la stessa industria americana e inglese.
Riportiamo di seguito i dati della
produ-zione siderurgica di marzo degli stabilimenti
in provincia di Torino:
/ d a affinazione t. —
ghisa comune
d a f o n d e r i a,
5 1 9( lingotti » 28.427
acciaio grezzo >
s p U l a t o p e r g e t t-
> l u glaminati a caldo (acciaio) > 19.959
altri prodotti siderurgici finiti » 749
laminati da ferro a pacchetto » 540
ferroleghe » —
I N D U S T R I A C H I M I C A
Durante il mese è continuata la tendenza
al ribasso, determinata in gran parte
dal-l'atteggiamento negativo del pubblico. Sul
mercato nazionale è stata invece molto attiva
la ricerca dei prodotti destinati
all'agricol-tura (concimi chimici e anticrittogamici).
Anche per questa industria sono ora
me-no sensibili le difficoltà per
l'approvvigio-namento delle materie prime.
Le esportazioni, pur mantenendosi ad un
buon livello, presentano però una certa
fles-sione rispetto ai mesi precedenti.
I N D U S T R I A T E S S I L E
annoverarsi anche quelli dovuti alla
pres-sione fiscale.
Per quanto sui mercati d'origine si sia
registrata una situazione migliorata, i pochi
acquisti vengono effettuati con molta cautela
dovuta alla situazione generale ancora
as-sai incerta.
Il problema delle scarse vendite potrebbe
trovare una risoluzione nello smercio di
tes-suti misti a prezzi convenienti. Ma il
consu-matore italiano, nonostante la sua scarsa
disponibilità d'acquisto, non appetisce il
tes-suto misto e limita in questo settore i
pro-pri acquisti. Ciò ha costretto parecchie ditte
ad apportare riduzioni di prezzo sul loro
campionario invernale anche in
conse-guenza dei ribassi che si sono verificati sui
mercati d'origine.
Ancora la produzione unitamente alle
vendite sulle piazze del mercato
Inter-no e per forniture di ragguardevole entità,
sono alla ricerca di combinazioni e di
sboc-chi che sistemino la situazione e che resboc-chino
una auspicata ripresa, eliminando
l'ingom-bro delle scorte di magazzeno.
Per l'esportazione si è avuto durante il
mese qualche rallentamento nel ritmo delle
vendite. Esso è dovuto anche alle misure
restrittive adottate dalla Germania e dalla
Svezia, le quali dal regime della libera
im-portazione sono tornate al regime delle
li-cenze e dei contingenti.
Cotone. — La pesantezza degli affari nel
settore cotoniero si è ripercossa
sull'indu-stria ed ha provocato una tendenza al
ribas-so risentita dalla filatura.
Una maggiore disponibilità di
finanzia-menti potrebbe facilitare assai la ripresa
delle attività nella vasta gamma dei vari
generi di produzione e di confezioni.
Nonostante la stagione, che dovrebbe
es-sere favorevole allo smercio delle telerie e
delle cotonate, non si è registrato che un
movimento ridotto di acquisti, doyuto alle
condizioni accennate nei mesi precedenti per
gli accaparramenti effettuati dalla clientela
per misura precauzionale.
Il che vale sempre più a dimostrare
l'in-fondatezza delle preoccupazioni da parte
de-gli acquisitori.
Non mancano infatti, negli ultimi giorni
del mese, sintomi significativi di ripresa
do-vuti appunto alla migliorata situazione
ge-nerale.
Seta. — Le notizie della campagna
baco-logica in corso sono buone. Gli allevamenti
risultano però ritardati per il persistere del
maltempo.
Il ripiegamento dei prezzi ha spinto la
tessitura nazionale a qualche acquisto per
venire incontro alla scarsa entità degli
stocks.
La decisione presa dalla Germania di
rila-sciare licenze di importazione di seta allo
scopo di permettere la prosecuzione dei
con-tratti in corso è un elemento decisamente
favorevole al risveglio delle contrattazioni
internazionali nel campo serico.
Sul mercato interno le vendite
perman-gono limitate.
Tessili artificiali. — La situazione
dell'in-dustria dei tessili artificiali non appare
mu-tata dal mese precedente. Pur mantenendosi
scarse le vendite sul mercato interno, le
ri-chieste dall'estero continuano ad affluire
numerose.
I N D U S T R I A C O N C I A R I A
L'andamento delle varie attività di
pro-duzione e di scambio nel campo conciario è
sempre imperniato sullo squilibrio dei
di-versi settori e fortemente influenzato dalla
situazione dei calzaturifici. Eppertanto,
nono-stante la parziale ripresa dell'esportazione
del greggio, le transazioni non hanno
risen-tito il rinvigorimento che avrebbe potuto
se-gnare un notevole passo verso il risveglio
decisivo a causa del moderato tono
produt-tivo industriale.
Cosi anche le vendite del greggio risultano
influenzate dalla tendenza al ribasso dovuta
alla persistente fiacchezza delle forniture di
conciato.
La situazione calzaturiera permane perciò
il perno regolatore del mercato e
dell'indu-stria delle pelli.
E D I L I Z I A
Nel mese di maggio l'edilizia sia in
To-rino che nei maggiori comuni della
provin-cia ha avuto una notevole ripresa. Sono state
messe in cantiere numerose costruzioni. Gli
alti costi di produzione rendono però assai
perplessi gli imprenditori circa la possibilità
di vendere o affittare con un margine di
convenienza i nuovi fabbricati; tuttavia in
relazione alla grave penuria di abitazioni
non vengono finora segnalate difficoltà del
genere.
Le industrie collaterali (cementifici,
for-naci) svolgono pure una ragguardevole
at-tività.
A R T I G I A N A T O
In maggio nessuna variazione di qualche
importanza si è delineata nei riguardi delle
questioni che concernono l'artigianato
lo-cale. I problemi locali sono strettamente
col-legati a quelli che interessano la generalità
delle categorie artigianali e tra essi sono
segnatamente da annoverarsi il credito e la
organizzazione dell'esportazione.
Per far maggiormente conoscere al
pub-blico le peculiari qualità di determinate
la-vorazioni si sta allestendo una mostra
col-lettiva e permanente.
Le costruzioni edili in corso favoriscono
le specializzazioni dell'artigianato che
colla-borano all'opera delle imprese.
Nel campo della moda le iniziative in atto
potranno maggiormente valorizzare la
con-fezione dei generi di gran lusso.
C O M M E R C I O
Premettiamo la solita tabella dei prezzi
all'ingrosso relativi al mese di maggio del
1951. Le merci sono così classificate: I.
Pro-dotti alimentari e agricoli; II. Tessili e pelli;
III. Metalli; IV. Combustibili e affini; V.
Chi-mici ed affini; VI. Varie.
IN AUMENTO
I. Risi, frutta, piselli, carni fresche bovine,
uova, strutto.
III. Acciai al cromo-nichel, lamiere zincate;
ferro, leghe, laminati a caldo.
VI. Sabbia per i manufatti di cemento.
IN DIMINUZIONE
I. Farina, pollami e conigli, olio, formaggi,
latte, burro.
II. Lane, pelli gregge bovine ed equine,
pel-li conciate bovine, equine, ovine e
ca-prine.
III. Lamiere nere, vergella dolce, filo ferro
cotto, crudo e zincato, alluminio, nichel,
piombo, rame, bronzo, ottone, argento.
Nei confronti del mese precedente la
con-giuntura di maggio non presenta, sotto il
punto di vista commerciale, mutamenti
sen-sibili.
Nel campo alimentare, assai influenzato
dai fattori stagionali, si registra un
conside-revole ribasso di tutti i prodotti del latte.
Sul mercato del bestiame i prezzi sono
so-stenuti, altrettanto si verifica, come
conse-guenza, per le carni fresche.
Normali le oscillazioni di prezzo sul
mer-cato delle uova, del: pollame e dei conigli,
per questi ultimi permane nelle quotazioni
l'intonazione debole che, secondo il consueto
ciclo stagionale di produzione, dovrebbe
continuare per tutta la stagione estiva.
Il prezzo della frutta fresca non ha ancora
subito alcuna sensibile flessione: ciò è dovuto
unicamente alla stagione inclemente, che ha
ritardato e danneggiato la produzione
frut-ticola.
Nel settore dell'abbigliamento si registra
un lieve ribasso per i tessili in genere; più
sensibile è il ribasso verificatosi per i
pel-lami, greggi e conciati.
Il comportamento della clientela dei
ma-gazzini e dei negozi in Torino non ha segnato
maggior interessamento agli acquisti in
con-fronto al mese precedente, malgrado che
la curva dei prezzi sia in fase discendente.
C O M M E R C I O E S T E R O
La situazione del commercio con l'estero
è sensibilmente migliorata nel mese di
mag-gio. Buoni contratti per le esportazioni sono
stati conclusi con la Grecia e con i Paesi
dell'estremo Oriente. La rianimazione delle
esportazioni investe tutti i settori, ma in
special modo quello dei vini e liquori,
quin-di quello delle automobili e degli autocarri
e dei motori elettrici. Gli scambi con
l'Ar-gentina si sono intensificati e si sono
im-prontati ad una vivacità quale non si
veri-ficava da parecchi mesi.
La importazione dall'estero delle materie
prime risulta ora meno difficile.
Le esportazioni sono considerevolmente
aumentate, sia con i Paesi dell'area del
dol-laro, come con quelli dell'area della sterlina.
Rimangono pressoché stazionari con la
Fran-cia e il Belgio.
Nell'America del Sud, esclusa la ripresa
delle importazioni da parte dell'Argentina,
le esportazioni con i rimanenti Paesi
per-mangono stazionarie.
Buona la corrente di scambi con la
Jugo-slavia; discreta con la Polonia e la Rumenia,
che importano macchinari e parti di
mac-chine.
Con i Paesi orientali il traffico è il
con-sueto per i tessuti di cotone stampati, le
au-tomobili ed i veicoli a motore,
particolar-mente diretti in India.
C R E D I T O
Nel mese in esame non sono stati
segna-lati particolari mutamenti nelle posizioni
creditizie e nella politica seguita dalle
ban-che rispetto ai richiedenti del credito.
In un certo senso, per il mercato del
de-naro, si può dire che si sia iniziata una fase
regolata sul livello stabilizzatosi nei mesi
scorsi ed orientato ad una stretta vigilanza,
in modo da evitare ogni fenomeno di
di-storsione.
L'afflusso dei depositi presso gli istituti
postali e di credito ha registrato un
anda-mento debole. Oltre che al noto motivo di
una relativa scarsità di denaro, il fenomeno
è dovuto anche ad un motivo di carattere
stagionale. Esso è infatti in relazione con le
maggiori spese delle classi agricole che sono
state piuttosto elevate per il prezzo
mag-giore degli anticrittogamici e dei concimi
chimici. Anche i risparmi del ceto cittadino
si mantengono assai bassi in concomitanza
con la necessità delle spese inerenti alla
stagione estiva.
Il costo del denaro non accenna a
dimi-nuire.
I l O R S A V A I , O R I
La nota dominante del mese è data
dal-l'importante complesso dei dividendi messi
in pagamento dalle società industriali,
ope-razione che, dopo quella conclusa in aprile,
chiude per quest'anno il ciclo delle
rimune-razioni del capitale investito nelle imprese
azionarie.
In genere la rimunerazione è stata
vera-mente cospicua in rapporto al valore
nomi-nale dei titoli e delle stesse valutazioni di
Borsa: fattore questo che avrebbe dovuto
dare un certo impulso al mercato, perchè
in effetti la concreta tangibilità del
dividen-do è un elemento decisivo all'investimento e
alla partecipazione all'impresa.
L'ottimo tasso di capitalizzazione offerto
dai titoli doveva essere un incentivo verso
una maggiore fiducia.
Invece, seguendo l'andamento del mercato,
notiamo durante la prima settimana un certo
interessamento verso le azioni dei grandi
gruppi elettrici che godono sempre le
carat-teristiche di titoli di prevalente
investimen-to (medie giornaliere, azioni trattate 139.000
circa).
Nella seconda settimana il diagramma delle
quotazioni segna lievi cedenze all'inizio, sotto
l'insistenza delle vendite che non trovano
immediata pronta contropartita, ma che
tut-tavia restano tamponate sui minimi da una
modesta corrente di acquisti, la quale è
ba-stata a migliorare il tono del mercato,
fa-cendo riguadagnare qualche frazione e
de-notando al centro delle negoziazioni Fiat,
Montecatini, Fibre e nuovamente gli elettrici
(titoli trattati 72.000).
La terza ottava interrotta da due festività
non consecutive, è venuta a trovarsi in
con-dizioni del tutto negative per abbozzare
mo-vimenti da cui potesse trarsi una tendenza:
unica constatazione possibile è quella della
sostenutezza del mercato, nonostante l'esigua
frammentaria attività (titoli trattati 53.000)
La settimana precedente ai riporti (titoli
trattati 83.000) ha denotato la
incomprimi-bilità delle quotazioni, come se si fosse
rag-giunto un grado di pressione limite, per cui
c'è stato un tentativo di carattere
professio-nale diretto a sollevare un po' le sorti della
quota; ciò non di meno il mercato già a
metà settimana ha accusato segni di
stan-chezza.
In realtà bisogna tenere presente che le
perdite subite dal listino di Borsa in questi
ultimi mesi, specie per qualche titolo
stret-tamente locale, non incoraggia a nuovi
inve-stimenti, anche perchè le notizie
riguar-danti alcune industrie di primaria
importan-za della nostra provincia sono poco
rassi-curanti per quanto concerne la crisi di mezzi
liquidi e l'insufficienza delle commesse.
Occorrerebbe ricondurre la Borsa alla sua
funzione di mercato dei finanziamenti,
me-diante l'eliminazione di bardature
contra-stanti con il dinamismo e la concentrazione
delle negoziazioni incompatibili con
l'afflus-so del risparmio e dei capitali, nonché
me-diante l'abolizione di altri istituti creati per
amministrare finanziamenti, i quali per
es-sere troppo lenti e dispendiosi nelle loro
ge-stioni non arrivano sollecitamente e a buon
mercato a rifornire di linfa vitale le
ane-mizzate aziende industriali.
Il settore dei titoli di Stato, senza un
au-mento del quantitativo giornaliero degli
scambi, ha segnato durante il mese una certa
sostenutezza, concretatasi in vantaggi di
qualche frazione per la grande maggioranza
dei titoli: poco attivi i Buoni del Tesoro
pluriennali; stazionarie le obbligazioni
para-statali del gruppo IRI, salvo le IRI-Mare+9;
Immutate le cartelle fondiarie; trascurate le
obbligazioni industriali f r a cui molto
pesan-ti le Nebiolo 5,50 e 7% e le Savigliano 7%.
Dati statistici (raffronto prezzi compenso
aprile-maggio) ;
per 63 titoli azionari: aumento medio
0,94%.
Suddivise per settore le percentuali
risul-tano come segue:
in aumento: alimentare 6,92; tessile
ma-nifatturiero 2,99; assicurativo 2,81;
chimico-estrattivo 2,43; cartario 1,02; gas-elettricità
0,97; immobiliare 0,69; trasporti-navigazione
0,48; automobilistico 0,40;
in ribasso: meccanico-metallurgico 6,15.
Titoli di Stato: Rendita 3,50%+0,25;
Ren-dita 5 % + l ; Redimibile 3,50%-f2,50;
Redimi-bile 5%— 0,25; Ricostruzione 3,50%+0,25;
Ri-costruzione 5%+0.50; B.T.N. 5%+0,25.
Quantitativi trattati (media giornaliera):
Azioni 88.000 (91.000 aprile); Rendita 3,50<a
mezzo lotto (1/2); Rendita 5% un lotto e
mezzo (1 1/2); Redimibile 3,50% lotto e mez
zo (1/2); Ricostruzione 3,50% due lotti e
mezzo (6 1/2); Ricostruzione 5% tre lotti (5
1/2); B.TN. 5% dieci lotti (13).
Riporti tassi: Rendita 5% 4% (3% aprile);
Redimibile 3,50% .3% (3%); Ricostruzione
3,50 e 5% 5% (5%); titoli azionari 7,50%
(7 3/4%); Nebiolo 6% (2 1/2%).
Dividendi (v. pag. seguente).
Opzioni e prezzo medio diritti: Ilva
asse-gnazione gratuita 85.
Cambi esportazione: dollaro 624,89
massi-mo (invariato) 624,87, minimassi-mo (624,86).
Dividendi pagati in maggio 1951.
«OOIIfiTA D i v i d e n d o Valore Titoli Pere, dividendo r i s p e t t o n o m i n a l e coinp. m a g g i o vai. noni. oomp. nia.ggio
Ferr. Mediterr
75
1500
2700
5
2,77
N.A.I
450
2000
9600
22,50
4,68
Terni
12
200
187
6
6,41
Seso
140
2000
1920
7
7,29
Incet . .
8
100
112
8
7,14
Fornara . . .
24
150
328
16
7,31
Moncenisio
100
1250
870
8
11,49
Ilva
14
200
169
7
8,28
Schiapparelli
25
150
385
16,66
6,49
Mira Lanza
150
1350
2225
11,11
6,74
Anic
12
100
182
12
6,59
Monteponi
75
250
1390
30
5,39
Talco Grafite
( 400 saldo
1 200 acc.
3000
9600
20
6,25
Amiata
75
600
1370
12,50
5,47
Romana Zuccheri . . . .
20
3000
800
6,66
2,50
Snia Viscosa
225
1200
3500
18,75
6,42
Beni Stabili
150
2500
3800
6
3,94
Silos
250
200
7750
12,50
3,22
Cartiere Italiane . . . .
100
1000
1750
10
5,71
Fornaci
15
100
192
15
7,81
Eternit
400
2000
6500
20
6,15
T U R I S M O E T R A S P O R T IL'avvenimento saliente del mese di
mag-gio dal punto di vista turistico è stata la
Esposizione dell'Arte Tessile e della Moda
che ha richiamato considerevoli masse di
visitatori sia dall'Italia come dall'estero.
Han-no partecipato ufficialmente 7 nazioni ed
ol-tre 300 espositori.
Al 30 del mese è stata inaugurata la prima
Esposizione dell'Arte Sanitaria al Palazzo di
Torino Esposizioni. L'esposizione radunò i
maggiori medici e studiosi europei in vari
congressi. Numerose manifestazioni artistiche
e culturali affiancarono la Mostra.
Nel campo dei trasporti si segnala u n
in-cremento nel traffico delle merci per
fer-rovia e su strada ordinaria dovuto a fattori
stagionali. La disponibilità dei carri
ferro-viari risulta sempre sufficiente, anche i
car-buranti, i lubrificanti e pneumatici non
di-fettano.
C R O N A C H E
ECONOMICHE
M E N S I L E A C U R A D E L L A C A M E R A D I C O M M E R C I O I N D U S T R I A E A G R I C O L T U R A D I T O R I N O D O T T . A U G U S T O B A R G O N I P R O F . D O T T . A R R I G O B O R D I N P R O F - A V V . A N T O N I O C A L A N D R A ' é ó t r u ' A z g a c/e D O T T . C L E M E N T E C E L I D O N I O P R O F . D O T T . S I L V I O G O L Z I O P R O F . D O T T . F . P A L A Z Z I - T R I V E L L I D 0 T T- G I A C O M O F R I S E T T I D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L ES O M M A R I O
P a g i n aPanorama economico della provincia di Torino nel mese di maggio 1951 5
Situazione dei mercati ^
Les investissements en France : d'où vieni, l'argent, oft v a - t - i l j
{H. Laufenburger) ^
Le industrie di ventisei Paesi a Bruxelles (A. Sellando) U
Il problema dello zolfo (O. Cosmo)
1 3I mais ibridi americani in Piemonte (G. Gelidonio) |<i
Alcune considerazioni sul disavanzo delle Ferrovie dello Stato
(A. Savoja) ^
Attcrraggi sulle vette per la misurazione delle coltri nevose . . . . 2 «
Notiziario estero
II « quarto punto » nel Perù - Lettere d'oltre confine 3 1
L'importanza assunta dall'Elaterio nella produzione e nel prezzo
delle patate (G. Della Beffa)
L'industria e l'agricoltura
3 6Cartelloni di Toulouse Lautrec. ( A . Pacchioni)
Lettere al direttore - Polemica sulla malattia del castagno (A.
Bira-ghi e A. Gotta) ^
Rassegna tecnico-industriale (Osscrv. industriale della C.C.I.A.) . . 4 3
Consuntivi e commenti (E. Castellari) - o
Il mondo offre e chiede
Produttori italiani . . . . -
mMovimento anagrafico
e gCatalogoteca ^
Elenco delle pubblicazioni della C. C. I. A di Torino
S I T U A Z I O N E
DEI MERCATI
ITALIA. — Tutti i nostri mercati dal mese
eli marzo si vanno normalizzando, dopo la
scossa ricevuta dalla guerra coreana. Due dati
particolarmente significativi sono i seguenti- il
prezzo dell'oro e delle valute è in costante
re-gresso, segno che le occupazioni speculative e
le preoccupazioni inflazionistiche sono
svanite-e l'indicsvanite-e dsvanite-ei prsvanite-ezzi all'ingrosso dsvanite-ellsvanite-e matsvanite-erisvanite-e
industriali (base 1938=100), che dal dicembre
1950 supera l'indice generale (stessa base) ora
t e n d e a r i t o r n a r e al di sotto. In altre parole
anche sui nostri mercati incominciano ad
av-vertirsi ì ribassi internazionali delle materie
p r i m e industriali, di cui scriviamo nel p a n o
-r a m a « Este-ro ».
Quanto ai mercati agricoli, le prospettive dei
prossimi raccolti sono buone, ed il periodo di
saldatura è facilitato dalla disponibilità di
ab-bondanti scorte di cereali presso i molini.
P e r il prossimo f u t u r o si prospetta insomma
un periodo di calma. Ma non bisogna d i m e n
ticare che nel q u a d r o della congiuntura si t r o
-vano s e m p r e molti elementi inflazionistici: è
q u a n t o sottolinea, soprattutto nel capitolo
all'Italia, la recente indagine dell'economia e u
-ropea a cura degli esperti dell'O.N.U.
Se il tono della nostra economia dovrà
di-venire più vivace, gli stimoli alla domanda
sa-r a n n o p u sa-r e stimoli all'inflazione, senza una
oculata politica creditizia, monetaria e fiscale.
ESTERO. — Le quotazioni di n u m e r o s e m a
-terie prime, dallo stagno alla gomma, dalla
lana al cotone e al cuoio, sono diminuite in
modo più o m e n o sensibile sui mercati i n t e r
-nazionali.
Talvolta i prezzi al m i n u t o si sono adeguati
ai nuovi livelli delle quotazioni all'ingrosso. E
negli Stati Uniti si è avuto il caso clamoroso
dei ribassi di concorrenza nei g r a n d i magazzini
di N e w York e di altri grossi centri.
All'ori-gine di questi movimenti dei prezzi sta almeno
u n a causa comune: l ' a d a t t a m e n t o degli stoks,
ingrossati dagli acquisti speculativi dei mesi
passati, ad u n a situazione ormai quasi
stabilizzata. Ma vari fattori possono t u r b a r e n'el p r o s
-simo f u t u r o il nuovo equilibrio: l'ampiezza e
il r i t m o del r i a r m o ; le misure di ripartizione
internazionale delle materie p r i m e ; il successo
e l'insuccesso delle politiche antinflazionistiche;
e l'attuazione del p r o g r a m m a di costituzione
di « riserve strategiche » da p a r t e degli Stati
Uniti.
LES INYESTISSEMENTS
EN FRANCE:
D'OÙ VIENT L'ARGENT, OÙ VA-T-IL?
H E N R Y L A U F E N B U R G E R
P a r l a n d o di i n v e s t i m e n t i nelle imprese pubbliche in F r a n c i a , a n z i t u t t o l ' A u t o r e chiarisce
come, oltre a quelle statizzate, vi siano le a l t r e che s t a n n o a cavallo t r a l'economia pubblica
e la p r i v a t a a cui p a r t e c i p a lo S t a t o .
E s a m i n a t a la situazione degli i n v e s t i m e n t i si viene però alla conclusione che la m a g g i o r a n z a
dei fondi c o n t i n u a ad essere allacciata al settore p r i v a t o .
Malgrado il c a r a t t e r e più accentuato d e l l ' i n t e r v e n t o pubblico, in c o n f r o n t o della F r a n c i a , si
può con certezza affermare che l ' I t a l i a conserva essa pure, come base della sua v i t a l i t à
eco-nomica e finanziaria, l ' i n i z i a t i v a p r i v a t a .
Un document officiel, la Revue « Statistiques et Etudes
fi-nancières » publiée par le Ministère frangais des Finances,
affirme la prépondérance du secteur public sur le secteur
prive en ces term.es: « En Italie, les investissements publics
absorberaient en 1949-50 les 7/1 Oe des fonds disponibles pour
la création de capitaux. En France la proportion
correspon-dante est d'au moins 64 % ».
En ce qui concerne mon pays, le 3e Rapport de la
Com-mission des Investissements publié dans le Supplément
statis-tique n. 9-1951, du Ministère des Finances fournit des
préci-sions sur la portée de cette affirmation. Il en résulte que si
l'Etat joue un róle dominant dans la formation des fonds
né-cessaires à l'investissement et en revendique une fraction
im-portante pour les entreprises publiques, il n'étouffe pas pour
autant l'economie privée. Tout au contraire, l'initiative privée
reste le ressort déterminant de l'épargne pour laquelle l'Etat
n'a trouvé jusqu'ici que des succédanés précaires. Quant à
l'emploi des sommes destinées à l'investissement, il met en
évidence que l'économie privée reste le principal beneficiane
au doublé titre de l'équipement et de la réparation des
dom-mages de guerre. L'étude qui va suivre met en évidence que
le secteur public ne touche que superficiellement l'économie
du pays. L'initiative privée reste en France le moteur de la
vie économique. Ces constatations s'appliquent m u t a t i s m u t a n
-dis ò l'Italie, et je suis heureux de les soumettre à
l'appré-ciation des lecteurs éclairés de Cronache economiche.
* * •
Sans aucun doute, le point de vue juridique et politique
marque depuis la libération une sensible avance. Après
l'éta-tisation des chemins de fer, de la Banque d'émission, des
grands établissements de crédit, après la place importante
prise par les sociétés d'economie mixte à participation
majo-ritaire de l'Etat dans la construction aéronautique, dans
l'in-formation, dans l'industrie cinématographique, voici que la
nationalisation a enrichi le secteur public des Cliarbonnages, du
Gaz, de l'Electricité. A la différence des entreprises étatisées
et des participations publiques dans les sociétés d'économie
mixte qui font partie du domaine privé de l'Etat, les
Cliar-bonnages, l'Electricité, le Gaz, etc., appartiennent à la Nation
représentée à raison de 33% chaque fois par la collectivité
publique, les syndicats ouvriers, les usagers. Alors que l'Etat
est responsable du financement des entreprises publiques
pro-prement dites, les organismes des entreprises nationalisées
as-sument cette tàche pour leur compte et ne recourent à l'Etat
que subsidiairement à titre de garant de certaines de leurs
émissions.
Ces précisions étaient nécessaires pour démontrer que le
terme « secteur public » couvre en plus des entreprises
éta-tisées, des établissements qui sont à cheval sur l'économie
publique et privée, en ce sens que leur gestion revient pour
un tiers seulement à l'Etat, les deux autres tiers des sièges
d'administrateurs étant occupés par des travailleurs et par des
consommateurs.
Si l'Etat assume lui-mème les investissements dans les
en-treprises publiques proprement dites, il intervient simplement
pour les faciliter dans le secteur dit nationalisé. Il engage des
capitaux dans ses propres entreprises, il en prète aux
éta-blissements nationalisés comme d'ailleurs à certaines industries
privées.
Et voici posée la question de la formation des capitaux
requis pour l'investissement. En 1949, comme en 1948, les fonds
publics ont joué, en apparence, le ròle prépondérant dans
l'in-vestissement effectué à raison de 1290 milliards de francs dans
la métropole, en Afrique du Nord et dans la France
d'outre-Mer.
Répartition des fonds investis en 1949
(milliards de frs)
F o n d s p u b l i c s ( E t a t ) T o n d a p u b l i c s loca il x A u t r e s r e s -s o u r c e -s T o t a lMétropole
710
400
1100
A f r i q u e d u N o r d etc.
42
39
48
129
Territoires d ' o u t r e - M e r etc.
35
—14
49
S a r r e
3
—3
6
E n s e m b l e (chiffres arrondis) 790
40
460
1290
Les sources de ces capitaux sont au nombre de quatre:
émissions, autofinancement, crédit bancaire, budget.
A) Émissions de valeurs mobilières 1949
(en milliards)
I. - Valeurs à revenu fixe:
Secteur public et semi-public
Émissions publiques 109
E m p r u n t s par les groupements des sinistrés 14
E m p r u n t s émis pour les entreprises nationalisées 14,3
E m p r u n t s du Crédit foncier 4
Secteur prive
Obligations industrielles 9,8
II. - Valeurs à r e v e n u variable:
Actions et parts dans les sociétés à responsabilité
limitée 50
201,1
B) Autofinancement
I. - Secteur nationalisé (Electricité, Gaz de
France, Cie Nationale du Rhone) 9,7
II. - Industrie privée (sidérurgie, mines de fer,
textile, etc.) 86,8
III. - Agriculture (privée) 30
IV. - Logement (particuliers) 120
eux ont été mobilisés par contrainte. Alors que les emprunts
et moyens de trésorerie constituent des apports volontaires
les ressources d'impót tant frangaises qu'américaines (dans là
mesure ou l'arde Marshall repose sur des contributions levées
aux Etats-Unis) on été formées par contrainte, soit au total
522 milliards. Mais un examen quelque peu approfondi révèle
que de par leur origine les produits d'impots représentent des
fractions de revenus privés qui ont été simplement mobilisés
(mais non pas formés à l'origine) par des mesures de
puis-sance publique.
Meme si nous rangeons toutes les ressources engagées par
vote de contrainte dans les moyens de financement public, la
majorite des fonds continue à se rattacher au secteur privé'.
La surprise est plus grande encore lorsque nous nous
tour-nons du coté de l'emploi des capitaux. Voici le tableau officiel
de la Commission des investissements pour l'exercice 1949.
Emploi des fonds d'investissements
(en milliards)
I . S e c t e u r p u b l i c I I . S e c t e u r n a t i o -nalisé I I I . L o g e -m e n t S e c t e u r p r i v é Agri- A u t r e s c u l t u r e a c t i v i t é sA) Réparation des
dom-mages de guerre
30
B) Modernisation et
équi-p e m e n t 50
40
230
160
12050
350
70
590
140
400
246,5
Total A = 420; Total B = 870; Total A + B = 1290.
Total I + II = 350; Total III = 940.
C) Crédit bancaire
P r é f m a n c e m e n t , environ 40
TOTAL A — C = 487,6
D) Budget et Trésor
Impòts spéciaux (épargne forcée) et recettes
as-similées 242
E m p r u n t s et moyens de trésorerie 230
Contrepartie de l'aide américaine 280
Ressources diverses 50
802
T O T A L G E N E R A L A + B + C + D = 1290
(chiffre arrondi)
Les ressources disponibles pour l'investissement peuvent se
diviser en deux groupes: celles qui se sont. offertes
spontané-ment, celles qui ont été mobilisées par contrainte.
Parmi les premières, revètent un caractère nettement privé:
l'autofinancement dans toutes les branches autres que le
secteur nationalisé (237 milliards) (1), les fonds qui ont été
offerts lors des émissions, quelle que fut le destinatane (201
milliards), la moitié au moins des crédits bancaires (20
mil-liards). Aìnsi l'épargne privée et Vautofinancement privé ont
fourni 458 milliards, alors que l'économie publique en a
ap-porté le solde des trois première rubriques soit 29,7 milliards.
Mais, dira-t-on, la quatrième rubrique represente l'épargne
publique.
Oui, en ce sens que les fonds d'investissement ont passé
par le budget public et par le Trésor, que certains d'entre
(1) Le secteur nationalisé n'enregistre qu'un autofinaneemente de
9,7 milliards.
Ainsi sur les 1290 milliards d'investis en 1949, le secteur
public n'a employé en tou et pour tout que 350 milliards, soit
30% à peine; la grosse part ayant été réservée au secteur privé:
540 milliards pour l'industrie et les transports, 120 milliards
pour l'agricolture, 280 pour la construction.
Si nous faisons abstraction de la réparation des dommages
de guerre pour ne retenir que l'équipement, la situation reste
encore favorable au secteur privé qui prend 590 milliards
(63%) contre 350 milliards (37%) pour le secteur public,
c'est-à-dire les entreprises étatisées et nationalisées.
Le tableau changerait si l'on tenait compie d'un mode de
financement particulier de l'inflation. Dans la mesure où l'Etat
y recourt pour investir, il pratique une véritdble
expropria-tion de catégories privées (rentiers, titulaires de créances,
ti-tulaires de revenus relativement rigides tels que les traitements
et salaires) afin d'alimenter le secteur public (budget). Mais
là encore il peut arriver (comme en France de 1946 à 1948)
que l'Etat prète les fonds procurés par l'inflation à des
entre-prises privées ou à l'agriculture pour des besoins
d'inves-tissement.
Et du point de vue de l'origine et de celui de l'emploi des
fonds d'investissement, il faut donc renverser la proportion de
64: 36 donnée officiellement pour l'importance du secteur
pu-blic et du secteur privé.
ha situation n'a pas changé en 1950, année au cours de
laquelle quelque 300 milliards de capitaux sont allés
directe-ment vers l'investissedirecte-ment alors que 775 ont passé par les
caisses publiques: Caisse autonome de la Reconstruction,
Fonds de modernisation et d'équipement, Trésor public. Mais
l'aide américaine mise à part, le gros de ces 775 milliards
re-présente de l'épargne privée, volontaire ou forcée. Et le secteur
privé, compte tenu de la reconstruction, a utilisé en 1950
en-core deux tiers aux moins des ressources d'investissement.
Alla tradizionale Fiera di Bruxelles si
è conferita quest'anno una particolare
importanza e una non comune solennità,
dovendosi commemorare il primo
venti-cinquennio della f o r t u n a t a istituzione.
Veramente la Fiera di Bruxelles,
crea-ta nel 1919 in seguito ad una
delibera-zione del Consiglio comunale della città
e attuata per la prima volta nel 1920
conta ora 32 anni di vita: se il 25" a n n i
-versario della sua attività non è
cele-brato che quest'anno ciò è dovuto alle
sospensioni imposte dagli anni di guerra
e dal prolungarsi dell'occupazione
mili-tare dei suoi imponenti edifici.
Questa Fiera sorta in un m o m e n t o in
cui il Belgio impoverito e danneggiato
conosceva una profonda depressione
economica e concepita quale rimedio al r i
-stagno degli affari del primo dopoguerra,
ha visto a u m e n t a r e di anno in anno la
sua importanza e la considerazione degli
ambienti industriali e commerciali del
mondo intero. A buon diritto essa si situa
oggi al primo piano tra le più importanti
Fiere campionarie d'Europa. Alcuni dati
permettono di rilevare il suo costante
sviluppo:
A n n o S u p e r f ì c i e i n m e t r i q u a d r a t i N u m e r o dei p a r t e c i p a n t i N a z i o n i r a p p r e s .1920
19.500
1.602
14
1924
42.200
2.798
23
1934
50.000
2.416
26
1947
75.000
3.113
24
1948
80.000
3.731
30
1949
90.000
4.061
30
1950
105.000
4.180
34
M A N I F E S T A Z I O N E R I U S C I T A
La Fiera, apertasi il 21 aprile — con u n a
seduta accademica e u n a g r a n d e serata
i n a u g u r a l e cui partecipò S.A.R. il P r i n
-cipe Baldovino — e p r o t r a t t a s i fino al 6
maggio, è stata oltre che il proficuo e
abituale incontro di espositori e di
com-pratori di ogni Paese, anche l'occasione
per la città di B r u x e l l e s di m a n i f e s t a r e
in questo primo q u a r t o di secolo di a t t i
-vità u n buon gusto, u n piacere
dell'ele-ganza e dello sfarzo, non più conosciuti
dall'ormai lontano 1935. I g r a n d i palazzi
del Centenario, sedi della Fiera, sorgenti
su una a m e n a collina alle p o r t e della
città in u n magnifico scenario di giardini
fioriti e di f o n t a n e zampillanti si sono
prestati benissimo a tale scopo.
La mole degli affari ed il g r a n n u m e r o
di visitatori, favoriti da u n t e m p o s p l e n
-dido, h a n n o assicurato il successo della
LE I N D U S T R I E
D I V E N T I S E I P A E S I
A B R U X E L L E S
A L F O N S O B E L L A N D O
Fiera che pure ha subito l'influenza della
tensione internazionale che grava oggi in
generale sulla vita economica. Si è infatti
riscontrata una riduzione nel n u m e r o dei
partecipanti, passati da 4180 nel 1950 a
4120 m e n t r e il n u m e r o delle nazioni
rappresentate è sceso da 34 a 26.
In compenso la superficie di 105.000
metri quadrati di cui gli espositori h a n
-no disposto si è dimostrata largamente
irisufficiente ed è stato necessario
rifiu-tare molte migliaia di metri quadrati
sollecitati.
E' interessante notare come la più f o r
te partecipazione straniera sia stata q u e
-st'anno quella della Germania
occiden-tale che era r a p p r e s e n t a t a da ben 553
espositori contro i 290 del 1950.
La Francia (427 espositori), gli Stati
Uniti (345 espositori) e la G r a n B r e t a
-gna (343 espositori) che seguono
nel-l'ordine, non si sono di molto scostati dal
n u m e r o dei partecipanti dell'anno p r e
-cedente. Tra le partecipazioni straniere
assai notevole è stata quella della
Ce-coslovacchia che esponeva macchinari,
calzature, ceramiche, porcellane, m a t e
-riali isolanti e da costruzioni e quella
della Jugoslavia con tappeti, tessuti, p r o
-dotti agricoli, legno, botti, ecc.
Lo sforzo degli espositori belgi di
off r i r e un quadro completo del livello r a g
giunto dal loro paese in campo i n d u
-striale, si può dire raggiunto. In generale,
la produzione meccanica e quella di a p
parecchiature elettriche erano tra le m e
-glio rappresentate. La produzione tessile
era raccolta nel V Salone internazionale
del Tessile che ha fatto p a r t e integrante
della Fiera. Le otto nazioni partecipanti
(tra cui l'Italia) hanno dato u n a
completa e varia rappresencompletazione della i n d u
-stria tessile del Continente.
LA P A R T E C I P A Z I O N E ITALIANA
L'Italia era r a p p r e s e n t a t a da circa un
centinaio di ditte. La partecipazione u f
-ficiale dell'Istituto Nazionale per il
Com-mercio Estero (I.C.E.) e dell'Assessorato
per l'Industria e il Commercio della
Re-gione Siciliana ha consentito una concreta
assistenza ai nostri espositori e la
realiz-zazione di un buon padiglione italiano
nel Palazzo delle Nazioni.
P a r t i c o l a r m e n t e apprezzata è stata la
a b b o n d a n t e rassegna di macchine
calco-latrici, apparecchi per cinematografia,
macchine p e r maglieria e da cucire. Le
ditte siciliane h a n n o soprattutto p r e s e n
-tato ceramiche, conserve e prodotti
ali-mentari, vini e m a n u f a t t i dell'artigianato
locale.
Una parola a parte va detta sul grande
stand allestito a cura
dell'Amministra-zione Monopoli di Stato che esponeva le
diverse varietà di tabacchi greggi che
interessano il mercato belga ed un ricco
campionario di sigari e sigarette.
La stampa di Bruxelles si è occupata
di questa partecipazione ricordando che
l'Italia occupa il primo posto in Europa
nella produzione del tabacco greggio, con
65 milioni di kg. per anno e nella
espor-tazione che si è aggirata lo scorso anno
sui 12 milioni di kg.
E' noto come il Belgio sia uno dei paesi
che più importano il tabacco italiano che
è per giudizio u n a n i m e altamente
ap-prezzato.
Anche se la scarsità dello spazio
ri-servato agli espositori stranieri non ha
permesso alle nostre ditte di dare una
idea più precisa della varietà delle
no-stre produzioni, si può comunque
affer-m a r e che la nostra partecipazione ha
p i e n a m e n t e soddisfatto e ha contribuito
efficacemente al pieno successo della più
grande manifestazione commerciale di
una nazione i cui r a p p o r t i di interessi
con l'Italia si vanno facendo s e m p r e più
intensi e benefici.
Sezione della Metallurgia.
G I A N D O M E N I C O C O S M O
IL P R O B L E M A
D E L L O Z O L F O
I . - l'IIOlMZIOMi E I H S I ' O V I U I I . I T À 1VEL HO.MM»
Il m u t a m e n t o della congiuntura economica internazionale,
verificatosi nel secondo semestre del 1950 dopo lo scoppio delle
ostilità nella lontana e piccola Corea, ha determinato — come
è a m p i a m e n t e noto — serie difficoltà negli approvvigionamenti
delle materie p r i m e di base. Fra gli altri è sorto il problema
dello zolfo, reso tanto più acuto in quanto gli sviluppi di varie
produzioni industriali — tipica f r a tutte quella del r a y o n —
richiedono una costante e regolare disponibilità di zolfo.
Se fino ai primi anni del secolo ventesimo, il più i m p o r t a n t e
produttore nel mondo di zolfo era l'Italia, la situazione è a n
data successivamente m u t a n d o per lo sviluppo della p r o d u
-zione di zolfo negli Stati Uniti d'America. Risale infatti al
1904 l'applicazione in quel paese s u larga scala di un metodo
non molto costoso per ottenere lo zolfo dai giacimenti situati
in profondità mediante apposite trivellazioni attraverso cui
viene immesso ad alta pressione d e l vapore surriscaldato
nella massa di zolfo che viene così condotta alla superficie
allo stato liquido.
Tabella n. 1. - Principali paesi, produttori di zolfo
(Dati i n 000 tonn.)
Paesi 1937 1948 1949 1950
Stati Uniti 2786 4947 4821 5192
Italia 364 174 189 213
Giappone 230 41 62 —
Nel 1950 la produzione di zolfo era a u m e n t a t a negli Stati
Uniti di circa mezzo milione di tonnellate, superiore a quella
del 1949: nel gennaio 1951 risultò salita a oltre 459.000 tonn.
Il che significherebbe u n r i t m o a n n u a l e di 5,5 milioni di tonn.
Esistono però gravi preoccupazioni negli Stati Uniti p e r la r a
-pidità di e s a u r i m e n t o dei giacimenti. Se nel 1930 si riteneva
che tali giacimenti a v r e b b e r o a v u t o u n a d u r a t a di oltre u n
centinaio d'anni, tale stima v e n n e ridotta al b r e v e limite di
u n ventennio; secondo n u o v e valutazioni anzi, rilevava
preoc-cupato « The Times » di Londra, tali r i s e r v e non d o v r e b b e r o
d u r a r e più di un quindicennio.
Ciò spiega p e r c h è u n a delle principali m a t e r i e p r i m e a d
essere colpita d a p r o v v e d i m e n t i restrittivi, p e r q u a n t o
concerne l'esportazione, sia stata a p p u n t o lo zolfo. E ' stato i n t r o
dotto così il sistema delle assegnazioni ai paesi amici degli S t a
-ti Uni-ti. La ques-tione della r e l a t i v a ripar-tizione è stata oggetto
di a p p r o f o n d i t e discussioni i n seno a l Comitato dello Zolfo —
cioè uno dei sette Comitati verticali istituiti in seno alla I.M.C.
( I n t e r n a t i o n a l Material Conference) di Washington — f r a gli
interessi dei consumatori europei e le tendenze restrittive degli
Stati Uniti. Il Comitato starebbe preparando un rapporto sui
metodi di espansione della produzione, sul consumo e sulla
sostituzione dello zolfo con altri materiali. Il totale delle
asse-gnazioni trimestrali all'esportazione doveva essere n e l 1951
di circa 250.000 tons. (tonnellate lunghe), che vennero poi
ridotte a 230.000 nel secondo trimestre. Le assegnazioni
con-cordate sono di 95.000 tons. alla Gran Bretagna, 21.250
all'Au-stralia, 20.000 alla Francia, 17.500 alla Nuova Zelanda, 14.500
al Sud Africa. E ' d a rilevare che nel 1950 rispetto a d una
esportazione statunitense complessiva di 800.000 tons., la Gran
Bretagna da sola assorbì 438.000 tons.: prima delle sue d i
-missioni dalla carica di Ministro per il Commercio, Harold
Wilson aveva dichiarato che l'industria del rayon inglese
su-birebbe — con assegnazioni trimestrali di 90-95.000 tons. alla
G r a n Bretagna — u n abbassamento del 25-30 % i n rapporto
agli indici di produzione raggiunti a fine anno 1950.
Si c o m p r e n d e dall'esposizione f a t t a come ora gli inglesi si
vadano e n e r g i c a m e n t e m e t t e n d o alla ricerca di altre fonti di
r i f o r n i m e n t o o di mezzi sostitutivi. Dato che più di 30 milioni
di tons. di carbone vengono a n n u a l m e n t e consumati i n G r a n
B r e t a g n a dalle centrali produttrici di energia elettrica a base
termica con u n contenuto medio dell'I,25 % di zolfo, all'incirca
375.000 tons., che viene disperso nell'atmosfera attraverso i
fumaioli, si pensa s e r i a m e n t e a l recupero. « Le importazioni
inglesi di zolfo — scriveva la " The Times Review of I n d u s t r y "
(n. maggio 1951) — provenienti nella quasi totalità dagli Stati
Uniti h a n n o raggiunto u n a m e d i a nel triennio 1948, 1949 e 1950
di 393.000 tonnellate l u n g h e all'anno, superando nel 1950 le
438.000 tons. p e r u n " v a l o r e d f 4,4 milioni d i sterlineTUn m e
-todo pratico e d efficiente di r e c u p e r a r e lo zolfo emesso dalle
principali centrali t e r m i c h e dovrebbe consentire di ottenere
circa 275.000 tons. all'anno dì zolfo ».
3 . - L ' A N D A M E N T O D E L L A l ' I l O U l Z I O V E D I Z O L F O I N I T A L I A
Tabella n. 2 - Produzione italiana dì zolfo greggio
Anni
tonn.
Anni
tonn.
Anni
tonn.
1938 380.345
1943 137.934
1948 173.646
1939 355.826
1944
77.902
1949 188.544
1940 330.695
1945
75.177
1950 213.000
1941 299.009
1946 143.023
1942 226.994
1947 148.432
Come r i s u l t a dai dati esposti nella tabella, la p r o d u z i o n e
nazionale è a n c o r a b e n l o n t a n a d a l l ' a v e r r a g g i u n t o il livello
prebellico. Rispetto ad u n a p r o d u z i o n e di 213.000 t o n n . di zolfo
greggio, o t t e n u t a nel 1950, il G r u p p o M o n t e c a t i n i ha p a r t e c i
-p a t o da solo con 80.000 tonn. circa. I n q u e s t o d o -p o g u e r r a il
r a p p o r t o f r a p r o d u z i o n e c o n t i n e n t a l e della zona della R o m a
-g n a - M a r c h e (ove sono le m i n i e r e della M o n t e c a t i n i in via di
e s a u r i m e n t o ) e p r o d u z i o n e siciliana si è s e n s i b i l m e n t e scostato
a f a v o r e della p r i m a : così, a d esempio, lo zolfo f u s o greggio
p r o d o t t o n e l 1948 a m m o n t ò a 77.000 t o n n . p r o v e n i e n t i dalle
m i n i e r e del c o n t i n e n t e ed a t o n n . 96.700 f o r n i t e da qu e ll e
siciliane.
N e l corso del 1949 a d u n a u m e n t o d e l l ' a s s o r b i m e n t o i n t e r n o
a v e v a f a t t o r i s c o n t r o u n a d i m i n u z i o n e d e l l e e s p o r t a z i o n i che
r i s u l t a r o n o scese da 83.000 t o n n . n e l 1948 p e r u n v a l o r e di
2.5 m i l i a r d i di lire a 73.000 t o n n . n e l 1949 p e r u n v a l o r e di
2.6 m i l i a r d i di lire. Nel 1938 le e s p o r t a z i o n i a v e v a n o s u p e r a t o
le 230.000 t o n n . N e l 1948 i p r i n c i p a l i paesi a c q u i r e n t i di zolfo
italiano r i s u l t a r o n o la F r a n c i a , che h a a s s o r b i t o il 75 % delle
esportazioni totali, la J u g o s l a v i a (5,5 %) e l'Egitto (5,5 %). Nel
1949 t r o v i a m o i n v e c e al p r i m o posto s e m p r e la F r a n c i a , c h e
assorbì solo p i ù un' q u a r t o delle e s p o r t a z i o n i totali, m e n t r e
q u a s i u n q u i n t o r i s u l t ò s p e d i t o in E g i t t o : al t e r z o posto c o m e
a c q u i r e n t e figura l ' U n i o n e Sovietica.
N e l 1950 l ' e s p o r t a z i o n e i t a l i a n a è a m m o n t a t a a 239.526 t o n n .
c o n t r o sole 73.118 n e l 1949: i n effetti l ' i n c r e m e n t o delle e s p o r
-tazioni risale ai p r i m i mesi dello scorso a n n o p e r l'esecuzione
dì u n i m p o r t a n t e c o n t r a t t o c o n c e r n e n t e la c o n s e g n a di 150.000
t o n n . di zolfo greggio a l l ' A u s t r a l i a e alla N u o v a Z e l a n d a . N e l
p r i m o t r i m e s t r e del 1951 p e r ò l ' e s p o r t a z i o n e di zolfo r i s u l t a
scesa a 43.126 t o n n . r i s p e t t o ad u n a di 49.951 nello stesso p e
riodo del 1950. Ciò si spiega, q u a n d o si osservi che l ' e s p o r t a
-zione r a g g i u n t a nel 1950 f u possibile soltanto a t t i n g e n d o alle
scorte esistenti presso le miniere, che all'inizio dello scorso
a n n o s u p e r a v a n o le 150.000 tonn. I n f a t t i p e r o t t e n e r e nel 1950
u n a p r o d u z i o n e di zolfo greggio raffinato di 213.000 tonn. si
d o v e t t e r o e s j r a r r e n o n m e n o di 1.800.000 tonn. di m i n e r a l e
grezzo.
D ' a l t r o n d e n e l g e n n a i o 1951 la p r o d u z i o n e di zolfo fuso
greggio (base 100 la m e d i a m e ns i le 1938) r i s u l t a v a solo di 56
con u n a staticità p r e o c c u p a n t e , in q u a n t o — dato che nel
luglio 1950 l'indice p r o d u t t i v o e r a a 59 — ciò d i m o s t r a che
l ' i n d u s t r i a nazionale, e p a r t i c o l a r m e n t e q u e l l a siciliana, n o n è
s t a t a in g r a d o di s f r u t t a r e la situazione c o n t i n g e n t e a motivo
d e l l ' a r r e t r a t e z z a delle sue a t t r e z z a t u r e .
3 . - L ' A T T I V I T À D E L L ' E N T E Z O L F I I T A L I A N I E D I L P R O G R A M M A D I R I O R G A N I Z Z A Z I O N E
L ' i n d u s t r i a e s t r a t t i v a dello zolfo si t r o v a da t e m p o in Italia
in serie difficoltà sia p e r l ' a u m e n t o dei costi di esercizio, sia
p e r l ' i m p o v e r i m e n t o di m o l t i g i a c i m e n t i coltivati. Nel 1933
v e ni va p e r t a n t o (R.D.L. 11 d i c e m b r e 1933, n. 1699), costituito
in R o m a l'Ufficio p e r la v e n d i t a dello zolfo italiano:, nel 1940
(L. 2 a p r i l e 1940, n. 287) la d u r a t a di t a l e o r g a n o v e n i v a p r o
-r o g a t a a t e m p o i n d e t e -r m i n a t o , a s s u m e n d o la d e n o m i n a z i o n e
di E n t e Zolfi Italiani.
L'azione dell'E.Z.I. si svolge e s s e n z i a l m e n t e n e l s e t t o r e
c o m m e r c i a l e ed è d i r e t t a alla n o r m a l i z z a z i o n e del m e r c a t o i n
-t e r n o ed allo s v i l u p p o d e l l ' e s p o r -t a z i o n e : presso l'E.Z.I. v e n n e
p u r e costituita, con gestione a u t o n o m a , u n a sezione
tecnico-i n d u s t r tecnico-i a l e con comptecnico-ittecnico-i dtecnico-i a ppo ggtecnico-i o e m tecnico-i g l tecnico-i o r a m e n t o dell'tecnico-in-
dell'in-d u s t r i a m i n e r a r i a dell'in-dello zolfo. P e r la realizzazione dell'in-di tali scopi
l'E.Z.I. v e n n e d o t a t o di u n c o n t r i b u t o a n n u o dello S t a t o di
4 milioni di lire a p a r t i r e dall'esercizio 1940-41 p e r i p r i m i
t r e esercizi e di 1 m i l i o n e p e r i successivi esercizi. P e r s e
-g u e n d o l'E.Z.I. a n c h e scopi sociali, p e r finalità assistenziali ai
m i n a t o r i siciliani esso r i c e v e t t e u n ' a s s e g n a z i o n e di 3 milioni di
lire a l l ' a n n o p e r 12 esercizi finanziari consecutivi a d e c o r r e r e
dall'esercizio 1939-40.
D u r a n t e l'esercizio 1948-49 il p r e z z o di costo dello zolfo
i t a l i a n o si è r i v e l a t o s u p e r i o r e al p r e z z o di realizzo, d e t e r m i
-n a -n d o u -n g r a v e disagio p e r le m i -n i e r e . R i s p e t t o alla q u a -n t i t à
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SOCIETÀ PER AZIONI - Capitale versato e riserve Lit. 650.000.000