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Cronache Economiche. N.293-294, Maggio - Giugno 1967

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(1)

CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIAItATO E AGRICOLTURA

DI TORINO

293

/4

SPEDIZIDNE IN ABBDNAMENTD POSTALE (III GRUPPO)

CRONACHE

ECONOMICHE

(2)
(3)

cronache

economiche

mensile a cura della camera di commercio industria artigianato e agricoltura di torino

numero 2934 maggio-giugno 1967

Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni deb· bono essere indinzzilci alla Direzione della Ri· vista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio Insindacabile della Direzione. Gli scrini firmati e siglati rispecchiano soltanto il pen· sìero dell'autore e non Impegnano la Direzione della Rivista nè l'Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es-sere Inviate in duplice copia. E' vieuta la ri-produzione degli articoli e delle note senza l'autOrizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati. non si restituiscono.

Direttore responsabile: Prof. Dott, Giuseppe Carone

.

sommano

L, Mallè

3 Arti decorative nel romanico in Piemonte

E. G, West

15 Regional Planning: Fact and Fallacy

l. Peretti

31 Il rifornimento idriCO attuale e futuro dell'acquedotto municipale

torìnese

G, Dematteis

44 Gli squilibri territoriali in Piemonte in una prospettiva geografica A, Me;

55 Artigianato ed industria di fronte ai problemi dell'estetica industriale

N. Bottinelli

63 Il livello dei costi di distribuzione in Italia U, Bardelli

66 Alluvioni stroncate G, Sacerdote

71 Quarant'anni di storia del commercio estero Italiano R, Zezzos

76 Gli agrumi « frutti del sole),

83 Tra i libri

92 Dalle riviste

Direzione, redazione e amministrazione

(4)

CAMERA DI COMMERCIO

INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA

E UFFICIO PROVINCIALE INDUSTRIA E COMMERCIO Sede: Palazzo Lascaris • Via Vittorio Alfieri 15. Corrispondenza: Via Vittorio Alfieri. 15

- Torino (120) - Casella Postale 413. Te/egrammi: Camcomm.

Te/efoni: 55.33.22 (5 linee). Te/ex: 21247 CCIA Torino C/c posta/e: 2/26170.

Servizio Cassa: Cassa di Risparmio di Torino • Sede Centrale • C/c 53.

BORSA VALORI

Via San Francesco da Paola. 28. Te/egrammi: Borsa.

Te/efoni: Uffici 54.77.04 • Comitato Borsa 54.77.43 • Ispettore Tesoro 54.77.03.

BORSA MERCI

Via Andrea Doria. 15.

Te/egrammi: Borsa Merci· Via Andrea Doria. 15. Te/efoni: 55.31.21 (5 linee).

GABINETTO CHIMICO MERCEOLOGICO

Laboratorio analisi chimiche· Via Andrea Doria, 15 Te/efono: 55.35.09.

Laboratorio stagionatura ed assaggio sete, lane ed altre materie tessili· Strada del Righino, 3

(5)

Arti decorative

n

e

l romanICO

In Pielnonte

In coperuno o color;: Mosaico pavimentale del Duomo d, Acqui -Arte tardoromana o altomedievale~ - Tonno, Museo Civico.

Luigi lJallè

.llolti codici miniati si con-.\'l'n'III/O I/ci /Jw/!.t!.iori arehi"i di

J "('/'cl'lli, .vOl'arCl, h '/"{'o, in partI'

((]Jposilwllenll' ('seguiti per chiese o I/IO/wstl'ri {ol'oli o alli/l'ilO per-<'1'/1 l/t il'i bCII presto: codici

il/1-Pagina mlmaca. del fogliO 7 v del Codice CXLVIII, Homiltae S. Gregoril, S. Pietro e il diacono Percus SCnttore del volume, Vercelli, Duomo, ArchiVIO Capitolare. (Foto Arch. Museo CIVICO, Torino).

(Foto Arch. Museo C,VICO, Torino).

por/anti ha la Biblio/eca Sa :::.io-naie di Tori 110 II/{( i n {!.l'Ilel"l' /101/ direttamente cOllI/essi COli l'am-biente religioso c artistico pie -montese. La parte prl'rol/lrl/lica annovera ottimi esclI/plari tl/Ilora scarsamente studiati.

Sota è la difficoltà, per 7a pizì antica miniat/lra II1N!iocC'alc. di fissare gli "scriplo/'ia » di ])ro-dz/':::.iol/l' e Il' sedi r!cff,li « allumi-natori II. dl'limitalldo COli SiCll-/'e:::.:::.a Il' scuolc, il loro rrlff,gio cl'a:::.iol/e, i colleff,omcllti: Cl bUOI/C possibilità di disfin:ioni stili-stiche 11011 ne rispondono di

ana-loghe SII scambi di l iliri c i Il

t('/'-jcrel/:::'c di 1/1Odi, su sposlal/lenti di ateliers o di sillp,oli miniatori, slIlla jorma:::ionc di centri dal-l'ali, sui rapporti artistici - de-sumibili in parte da più ferII/C Iloti:::.ic storiche

fra

ahba:::.ie e )/lOna.~leri piemolltesi con quelli d'altre l'l'gialli, a cominciure dal fiorente ccntro mOllastico lom-bardo di Bobbio. L'aiuto che in casi simili jJorw il eonfronlo COli l'oreficcria coeva nOli ha luo{!.o, per la pOl'crtà 1l1llllcrica e l'ete-rogeneità delle oreficerie rima.·tl' .

.-lZl"archi'Uio capitolarc di r el'-cl'lli, {'" Isidoro \I o " .1pollo .1l e-dieus Il otJre bellissillle grandi miniature, di spicc(/ti acccllli irlandesi Ilei complicati intrecci c /Iella gamllla (predominio di viola c marroni SII gialli e <'adi) inducendo II/l({ dat(/:ioll{' al sec.

IX-X . • 1110 stesso arclzÌl'io, le (I Ilolllilial' S. Grc{!.orii )) haI/ilO Ire miniature CI piena pagina, belle sopl'attllllo qllelle col P

(6)

Pagina miniaca al foglio 3S del Codice CCII, lsidorus o Appollo Medicus. Angelo miscico sotco un'arcata Vercelli, Duomo, Archivio Capicolare. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).

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Locralor .l'barbato in bordura a teste di rapaci, e con S. Gregorio JI agno solto arcata ad intrecci di gusLo irlandese; il codice, nonostante le influenze nordiche, potrebbe essere italiano setten-trionale, non meglio precisabile, con datazione al sec. IX-X. An-cora a Vercelli il « 111 artirolo-gium Rabani Mauri » contiene, fra 7Jarti diveTse, in un Salterio, disegni a penna raffiguranti per /0 più' il Cristo, in presentazioni e funzioni varie; lo stile è otto-lIiano, della seconda metà del sec. X (impoTtazione o inte1-pre -tazione locale P). Benchè gotico trecenLesco è prezioso infine un rotulo 1'ip1'oducente l'intero ciclo romanico di affTeschi in S. Eu-sebio, distmtto nel '700.

PrimaTia importanza ha il Sacramenta1'io di TtVannondo al-l'archivio capitolaTe d'Ivrea, da-tabile fra il 998 e il 1002, adomo di 62 miniature, eseguito per il « praesul HT armttndus » amico di Ottone 111. La gamma è di pochi timbri netti senza accoTdi e senza luci; l' icono-grafia - e si aggiunga, lo stile carolingio-ottoniana; compo-nenti bizantine non vanno acce n-tuate perchè già sottintese nel-l'arte ottonùtna e da essa forte-mente trasmutate. Si puo par-lm'e di libera interlJ1'etazione senza riprendere dai modelli l'ac-censione fantastica, le violenze espressive. N ellinearismo asciut-to rientrano anche 1'icordi di mi-Iliature annene e catalane. Forse il codice nacque in uno scripto-riwn milanese specializzato in disegni colorati, più' che in allu-minature vere e proprie, div ul-gando ww stile in quegli anni improntante anche cicli d'affre -schi piemontesi, di libera infle s-sione regionale. L'archivio di Jt.rea possiede molti altri codici romanici dei secco XI e XII, di grande bellezza ed importanti, allcora in attesa di studi appro-fonditi.

Se il Piemonte non conobbe

- o almeno non se ne ha traccia e neppure notizia da antiche

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Pagina miniata al foglio 80 del Codice LXII, Martirologium Raboani Mauri - CriStO benedice la regina dei Psalmi, Vercelli, Duomo, Archivio Capitolare. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).

fonti - mosaici paTietali pTero -manici (di cui non fu priva, sebbene 1'a1'i, la LombCl1'dia) mmanici, diffusi fUTono in epoca romanica i mosaici pavimentali. Capitolo intTicato, specie per le datazioni, in paTte appoggia-bili ma senza assolutezza, alla costruzione o 1'icostn~zione delle chiese. Si puo 1'elativamente ri-compoTr'e un quad1'o geneHLle con pavimenti, in alc'uni casi, am-plissimi (a S. M aTicL M aggior'e di rercelli il mosaico 1'icop1'iva il presbite1'io e tt~tta la navata centmle) sì che p1'esumendo logi-camente un più' esteso patrimonio originario ed essendo questo dislo-cato lungo tre secoli, con più' di un caso di documentati 1'estaw'i conservativi nello stesso periodo romanico, e di complementi a seguito di ampliamenti edilizi, si

puo pensm'e esistessero gn~ppi di specialisti stabilizzatisi nella 1'e -gione, impegnati pressochè in continuità, p1'og1'essivamente in-troducendo novità stilistiche in relazione ai più ampi svilu,ppi nella cerchia padana. Un ese m-pio discusso è la paTte più raf-finata del mosaico lJavimentale già alla cattedrale di Acqui (ora al Museo Civico di Torino), tanto divergente da quella si cu-mmente databile intomo al 1067, quando il vescovo Guido volle la 1'icost1'uzione della chiesa. Tale pm·te più antica, di a'rguto gusto nan'ativo, di slanciato ed ele -gante disegno, combina dati natt~­ ralistici ad alt1'i g1'otteschi; vi si vedono un cammello, ttn diav olo-m'ciae. Essa pt~O 1'itene1'si degli 1dtimi tempi imperiali, già di clima lJaleocristiano. Appare

(8)

gico che il vescovo Guido sf rut-tasse, affiancandole a mosaici nuovi, decorazioni pavimentali 1'ecuperate da edifici della tarda 1'0manità,

Poco d01JO i mosaici lombm'di di Galliano (chiesa di S, Vin-cenzo e Battistel'o) del 1007-1015, si hanno da noi quelli di Santa Gù~stina di Sezzadio nell'ales-sand1'ino (1030 c,); qtwnto l'i-mane non p1'esenta che motivi ornamentali, di buonct fattura, in tesseTe bianche e ne're, Lct seconda pm'te dei mosaici d'Ac-qui, ancora a tesseTe bianche e nere, bene s'accoTda con la data-zione pTesunta al 1067; il Giona ingoiato dalln balena, Ical'o, i

motivi ol'namentali, le iscrizioni, seguono disposizione di forme addensate, massive, calcolando i fondi come equivalenti dei « pie-ni»; l'andamento delle tessere 1Jl'ocede angolizzando, con i1'1'ego -lm'ità, non in ftmzione di movi-mento nè di col01'e-atmosfel'a, con gttstosa ntdezza, con sommaTie TiceTche di luce,

Tl'a il chiude1'si del sec, XI

e l'ctp1'iTsi del XII s01'gevano cicli mosaicati in Lombm'dia (Pavia, Mantova) ed in Emilia (Reggio) e 1'iflessi tocca1'ono il mosaico di S, Salvat01'e di To-Tino (T01'ino, Museo Civico) per-venuto lactmoso, che ricopTiva il pTesbiterio con tma grande

figu-Pagina miniata del Codice senza numero: Evangeliario, Adorazione dei Re Magi, Sogno dei Magi, Erode, Strage degli Innocenti, Vercelli, Duomo, Archivio Capitolare. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).

6

1

CRONACHE ECONOMICHE

Pagina miniata del foglio 9 v. del Codice CXLVIII, Homiliae S. Gregarii, Un Santo diacono, Ver-celli, Duomo, Archivio Capitolare.

(Foto Arch. Museo Civico, Torino).

1'azione cos1110g1'afica ispirata alle « Etimologie» di S, Isidoro di Siviglia, La disposizione delle tessere 1'icoTda quella del mosaicI) d'Acqui - e la datazione è pros-sima - ma con maggior sciol-tezza di curve per quanto ancora con ce1'ta secchezza, sì che con-vince la datazione del POTteT in-tOTno al 1105. Colpisce, pure nel-l'unità della tecnica, la diffeTenza d'effetti tra le figure nate da ispi1'azione strettamente 1 'oma-nica e nostrana e gli animali araldici in cui il sussidio di esemplm'i di stoffe orientali (peT-siane, sicule) induce libertà ed agevolezza di contoTni ignote alle p1'ime e indipendente dal poni di qt~este in chiaro Stt SCU1'O e di quelle in scw'o su chia1'o; basti confrontare con i nuovamente Tudi motivi interni ai medaglion-cini della incorniciatma,

(9)

Paginl miniata al foglio 52 v. del Codice LXXXVI - Messal Beaci Warmundi - La benedizione dell'acqu:l, Ivrea. Duomo. Biblioteca Capitolare. (Foco Arch. Museo Civico. Torino).

(10)

Mosaico della Basilica di S. Salvatore - Particolare del lato anteriore sinistro, Torino, Museo Civico.

(Foto Arch. Museo Civico, Torino).

(11)

tesseTe rosate, difjondendo zuna-ture suggestive o sfruttando le tinte per sottolineare dettagli, Figu1'e e sfondi vanno così tro-vando lusione, È quanto si 1'i-scontra nelle poche parti 1'imaste sane da malintesi 7'ifacimenti, del mosaico del dttOmo di Novara, già esteso a tutta la navata mag-gioTe (simboli degli Evangelisti, fiu,mi del pamdiso, Adamo ed Eva) del 1125 circa, di eccel-lente e sensibile fattum; ma più, splendenti e coloristicamente de-licati sono i resti da S, NI aria JIaggiore di Vercelli, del 1148 c, (lVIuseo Leone), che facevano parte d'u,na vasta stesu1'a di scene bibliche, favole e motivi decora.tivi (molt,i fmmmenti, non distn~tli, si dispe1'se1'o), f01'se il mosaico di più, alto pregio in Piemonte per morbidezza di co-lore (fini gamme di ve1'di-g1'igi e di 1'osati entro il bianco e ne1'o) e per accorta e sensitiva dispo-sizione delle tessere, creando sot-tili mezzi toni, difjusioni, 0112-brature tenui, Segnano fissazione di schemi i più, tm'di mosaici rimasti a Ca.sale Monfe1'1'ato,

Mosaico della Basilica di S. Salvatore -Animali alati affrontati. Torino, Museo Civico.

ora nell' ambulacro del duomo (1218), Il mosaico del duomo di Aosta nella sua zona più, antica, figumnte l'anno e i mesi, 1'i-chiama quello di S, Salvatore di

(Foto Arch. Museo Civico, Torino).

T01'ino; ma altra è la disposi-zione per masse delle tessere nei tondi in chiaro su scuro, e, in zonatura scura tutta tmita, nella fascia maggi01'e, L'effetto è più,

Mosaico pavimentale del Seminario Vescovi le di Ivrea, Torino, Museo Civico. (Foto Arch, Museo Civico, Torino),

(12)

Tergo della legatura di evangelario in lamina argentea con rappresentazione dell'Arcangelo Michele, seconda metà sec. XI, Vercelli, Duomo, Biblioteca Capitolare.

greve, per gm,ndi masse in cui la polic1"omia assume tutt' altro significato che nelle libere sgm-natt~re d'I V1'Ut, Novara, Ver'celli e le sagome si stampano con altro valm'e che nel mosaico tor'i -nese, La seconda par'te d'Aosta, con intenzione narTativa e grot-tesca, di fattu,m conente; è già gotica, del tardo sec, XIII, e costituisce fedto isolato,

Fr'a le m'ti industriali scal'sa è la 'produzione o importazione d'avori (cassetta bizan tino-ra-vennate al Duomo di Vercelli, sec, VIII c,); altrettanto quella di smalti; lJiù ampia la ora-fesca in genere ma non tale da consentire indagini sistematiche, Al Tesor'o del Duomo di

17er-10

I

CRONACHE ECONOMICHE

(Foto Arch, Museo Civico, Torino),

celli - il cui pezzo più antico è tma cassetta in a'rgento domto a spioventi, contor'nata di sfe-rule, longobar'da - la Tilegatum dell' evangelaTio in m'gento sbal-zato, porta nel l'ecto la }III aestà e i simboli degli Evangelisti e sul verso S, Eusebio, in b01'dum a girali, Una iscrizione che ac-cenna ad un « rea; Ber'engal'ius » dovrebbe riferirsi al secondo B e-l'engal'io, alla metà del sec, X (950-961); lo schema è bizantino ma flesso - con carattere tipica-mente Pl'ot01'omanico - secondo suggestioni germaniche che, se non appaiono di derivazione ca-l'olingia, non ancora rientrano nel clima ottoniano, ric01'dando piuttosto tma sensibilità

barba-rica, Splend'ida la l'ilegat'/.br'a d'li/! secondo evangelario del tesoro veTcellese, r'ecando s'/.bllallto aureo '/.bn Crocifisso « réservé)) a parli smaltate e con testa sbalzata di riporto, la l'ergine e S, Giovanni a smalti « cloisonnés», a.l pari dei sei tondi col sole, la lw1Cl e

i simboli degli Evangelisti. 1 n bm'dura, tondi con busti d'angeli a sbalzo, tra filigrane e caston i, questi '/.bltimi inquadTClndo a.nche la. croce, Sul piatto arge'nteo, Wl grande angelo cT'/.bcifeTo, sbalzato entro cornice di giTali, Que-st' opera è fra le capitali nella st01'ia del « cloisonné» italiano, datata in genel'e all' avanzato se-colo XII ma da l'etToceder'e alla seconda metà dell' XI, non molto più tm'di della celebre r'ilegat'/.bra aurea dell' (l1'civescovo Ariberto al Duomo di Milano, di cui è meno l'affinata ma non infel'iore in originalità, inducendo novità e in parte indipendenza, Il tim-bro dominante lombardo-bal 'ba-'rico emeTge dai CCtr'atter'i di rnassa

(13)

infles-Legatura d'evangelario in lamina d'oro con figurazioni sbalzate e parti a smalto cloisonné, seconda metà sec. XI (fronte), Vercelli, Duomo, Biblioteca

Capitolate. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).

(14)

Crocefisso in lamine d'argento e di rame dorato, lavorato a sbalzo, sec. XII, Casale Monferrato, Duomo.

(15)

sioni personali, in pw largo

ambito padano, non solo in ore-ficerie ma in pittuTe paTietali e

in sculture (1l1ilano, l'àona, Pavia), Una c( cassetta del pre -sepe» a loggia d,i « bursa» j' ac-foglie nella decorazione

anima-/istica acerbe tradizioni

nord-g{'l'lnaniche, La cassetta dei S, Nazario e Celso, a qu,attro

spio-venti, spinge arcaismi carolingi e ottoniani in un linguaggio « co

-masco » già del tardo sec, XI I, con tipica sospensione delle figure

,in spazio indeterminato,

Due gTandi croci monumentali, pe1' appensione al sommo di

transetti, sono s07Jravvissttte: ai duomi di rercelli e Casale, La croce di Vercelli, in lamina a.r-gentea, j'egge un grande C1'isto sbalzato che subì s7Jinti resta.uri

e

In

alterato soprattutto nel capo;

alle estremità della croce sono

sbalzati, e TÌ1nasero poi in pa1'te

tagliati, la rergine e S, Gio-vanni, un vescovo con donatore, il sole e la luna in tondi, tma piccola mandorla col Cristo in maestà, L'insieme risale alla prima metà del sec, XII, con tw'da derivazione da opere otto-niane assorbita nel predominante

spi1'ito 1'omanico avanzato,

ma-turo, di marca pavese, Occone

notare però, sotto i piedi del

C'risto, ww last1'C/ sbalzata con

la Discesa al Limbo, pervasa da violenza di sentimento acceso, sotto l'impeto di stilizzazione l

i-new'e acuta e d'uno sbatteTe vi-vido di lttci: rilievo più antico, di ricupero da altra opera, di evidente stampo carolingio alpw'i

dell' alt'ra lCtst'/'a decurtata, con

l'Ascensione, in cima alla croce,

entrambe di uno stesso autore,

in 1'elazione con sbalzi 1'enani

del sec, IX-X, wniche tes

timo-Grande crocefisso romanico di lamiera d'ar~ gento e rame dorato, Cattedrale di Vercelli.

(Foto Arch. Museo Civico, Torino).

nwnze d' w'te carolingia p1tra 1'Ì1naste in Piemonte,

Cassetta reliquiario di S. Eldrado, XIII sec. - (verso) Arcangeli, Angeli ed Apostoli, Novalesa, Chiesa parrocchiale.

(Foto Arch. Museo Civico, Torino).

(16)

D'altro accento la croce di Casale - ivi dal 1403, in p".e-cedenza al Duomo di Alessan-d1-ia - col gmnde C1'isto in

m'gento sul nudo piano di base,

Al principio del movimento

dise-gnativo e luministico e della carica esp'ressività fa luogo tma

semplificazione formale ed tma

accentuazione plastica sotto il lume largamente modellante, al dinamismo inquieto subentra una

statica distensiva nei piani

pla-stici, una umanità più, conC1'eta

senza sminui1'e la nobiltà che si

atteggia a mistim momle più

che a d?'ammatica ?naestà, L'in -di1'izzo nordico di Ve1'celli è cibbandonato pe1' caratte1'istiche

che potrebbe1'o dirsi

p1'e-antelami-che, già stilla metà del sec, XII,

Al sec, XII 1'isalgono i

pic-chiotti in Monzo, p1'ivi di bat-titoi, del p01'tale della cattedmle

di StiSa, a possente 1'ilievo, mf-figurando l'uno una testcl di t01'O, l'all1'o una testa di lupo tra due belve e gimli; la fattum

g1'andiosa non esclude precisione nitida di dettaglio, fm'te è l'espres-sività che acco1'da 1'ealismo qtwsi agg1'essivo e libe1,tà fantastica favolosa, Contrastata l'attribu-zione: arte mosana-Im'enese, nel-l'ambiente d'influenza di Nicolas de Ve1'dun, a fine sec, XII o p1'oduzione dell' Italia settent1'io-naIe sotto ascendente mosano? Un unico confTonto puo fa1'si, stilisticamente legato se PU?' non decisivo, con i picchiotti dell' abba-ziale di Paye1'ne, nella Svizzera romanza, p'resso il lago di N eu -chatel (om alle p01'te dell' adia-cente t1'ibunale): più, generica -mente invece, con quelli già a S, Gennain-des-P1'ès, o?'a al Louvre, Ancor-a a fine secolo ma d'al-t1'0 spirito è la gnmde cassa di S, Eldmdo alla pm'?'occhiale dellci Novalesa, in legno 1'ivestito di lamina m'gente a a sbalzo e

ce-sello, con figu1'e in partimenti Ci fascia palmettata; il co?'Onamento è aggiunta d'ugentesca, Gli sbalzi

hanno qualche tratto, più monde

che formale, di calma classica:

singola1'e la foggia di Teliqlliario tanto arcaica, ancora di schema

altomedievale, Lo stile 'induce

all'ambiente antelamico, pero

for-temente attutendone il

plasti-cismo,

Oggetto « wnico » è lo splendido, massiccio anello d'oro al ~II1 useo

Civico di Torino, col mezzo busto del Salvatore (?) Cl guisa d,i castone, in sbalzo smaltato,

af-fiancato da dtie cmpi maestosi di

aquile; gli elementi di stile e la densa, 1'obusta 1'esa plastica, in-ducono ad accostamenti, hW1'

del-l'orefice1'ia, con sculture di capi-telli, amboni, cibaTi d' m'te lom-barda del sec, XI-XII con forti 1'isonanze germaniche, ma la pro-venienza piemontese consente di situa1'e il stlpe1'bo anello nel giro di penetmzioni lombm'de nella

nost'ra ngione anche se esso, allora, fosse stato importato per

esser destinato ad tm alto perso-naggio (non del ttlttO sicw'anunte

nn ecclesiastico),

Picchiocti dell'antica porta della Cattedrale, in bronzo cesellato, sec. XIII -Susa, Duomo. (Foto Arch. Museo Civico, Torino).

(17)

Regional

Planning: Fact

It is common knowledge that, despite its scientific aspirations, economics sometimes turns out to be no more than a vehicle for fashionable ideology. Econ-omists, however, can always try to do bettero Particularly, when writing about issues of important public concern they must attempt to weed out personal prejudice from what purport to be essays in ob-jective analysis.

Of all the branches of eco -nomics, that of "regional eco -nomics " seems to be the most overdue for such treatment. Most would agree, at least, that a case for planning for "regional balance" made out according to strict economic Iogic has so far been hindered by blurred criteria and vague definition of terms. Greater

preclslOn is crucial to any ser-ious and unbiased consideration of the subject. This article is an attempt to bring into clearer focus, and to subject to criticaI examination, some of the more popular concepts and ideas found in present-day discus -sion of regional planning in Britain.

Political

jactors.

The present l'evi val of re -gionalism, and of talking ancl writing about regional prob-lems, has hacl its ongm in political rather than in econom -ic thinking. In particular, it appears to have deveioped from the political anxieties caused by the Iocal unemployment scares of 1962 ancl 1963.

In October, 1963, for ex

-and Fallacy

E.

G. West

ampIe, MI'. George Chetwynd, Director of the N orth East Development Council, referrecl to the " strong move at gover n-ment level and within the 10-calities for a new industriaI Iocation poIicy based more pos-itively upon the regions. " The following month Mr. Heath, then Secretary of State for Inclustry, Trade ancl Regionai DeveIopment, acknowledged that " the concept of looking at the structure of a region as a whole is a new one ... The regional approach will mean looking at the problems of a region, of all kincls, as a whole, so as to set it growing again. " On the 10th December, 1964, Mr. George Brown outlined the government's proposals for the organization of regional economic planning, giving the

Pianificazione

regionale: realtà ed

i"usione'~

È noto che l'economia, nonostante

le sue aspirazioni scientifiche, diviene talvolta niente altro che un semplice

mezzo per divulgare ideologie alla

moda. Gli economisti, tuttavia,

pos-sono empre cercare di far meglio. Specialmente negli scritti concernenti questioni di interesse pubblico essi devono sforzarsi di eliminare i

pre-giudizi personali da ciò che rite

n-gono essere saggi di analisi obiettiva. Fra tutte le branchie dell'economia, quella de « l'economia regionale)) sembra ncce. sitare maggiormente di un simile trattamento. I più dovre b-bero convenire, per lo meno, che un

caso di programmazione di « e qui-librio regionale)) tracciato secondo

una rigorosa logica economica è stato finora ostacolato da confusi

criteri e vaghe definizioni di termini. l'na maggiore precisione è indispe

n-abile per qualsiasi seria ed im

par-ziale considerazione del problema. Qucsto articolo rappresent:l un te

n-tativo di porre sotto pill chiara luce,

nonchè di assoggettare ad un esame critico, qualcuno dei più popolari

concetti ed idee che affiorano nelle

attuali discussioni di pianificazione regionale in Inghilterra.

Fa,tto'f'i poUtici.

Il presente risveglio del reg

iona-lismo, e dei discorsi e scritti su pro-blemi regionali, ha avuto origine nel

pensiero politico piuttosto che in quello economico. In particolare,

sembra essersi sviluppato in seguito alle ansietà politiche causate dai timori della locale disoccupazione del

1962 e 1963.

Nell'ottobre 1963, ad esempio, il Sig. George Chetwynd, Direttore

del North East Development Council, riferì u « un forte movimento a

li-vello governativo e presso gli organi

locali mirante ad una nuova politica

di industrializzazione basata più pos i-tivamente sulle regioni )). Il mese se

-guente, il Sig. Heath, poi Secretary of State for Industry, Trade and Regional Development, riconobbe che

« il concetto di guardare alla str ut-tura di una regione come un tutto è

nuovo ... Avvicinarsi alla questione regionale significa considerare tutti i problemi di una regione come un tutto, così da porre le premesse per

un nuovo sviluppo n. Il lO dicembre del 1964, il Sig. George Brown ac-cennò ai progetti del governo per

l'organizzazione di piani economici

regionali, dando i nomi delle città

in cui gli uffici statali di pianificazione

avrebbeTo dovuto essere situati.

Suc-* Il 1Jresente Gj·ticolo, che dibatte 'Un argomento di viva attualità, è Tipreso, per gentile concessione deUa Direzione, dalla Tivista londinese "Lloyds Bank Review" (nurnero di aprile 1966).

La traduzione italiana è del dl'. G.

Fabbri, dell'Ufficio studi della C.C.I.A.A.

di Torina. (N. d. R.)

(18)

names of the cities in which

the English economic pl

an-ning boards would be situated.

Subsequently, regional councils

have been set up throughout the country, but it is too early even now to see clearly ho"" regional planners are actually going to pIan. Two regional

studies by officials from several ministries, one of the North

West and the other of the

West Midlands, were published in July, 1965. A white paper

on the Scottish economy (Cmnd.

2864) appeared last January. Such studies have been de

-scribed as providing the spring

-board for the future work of the economic planning councils and their associated economic

planning boards of civil ser-vants. Meanwhile, the latest

crystallization of government ideas in gei1eral terms is to be

found in Chapter 8 of The

N ational Flan, published m

September Iast year.

Taking their cue from such

statements and developments, several economists are now

working with new intensity

{)n the problems of regional

·cessivamente, consessi regionali sono stati insediati in tutto il paese, ma è ancora prematuro per vedere chia

-Tamente come i programmatori sta n-no attualmente lavorando ai piani. Due studi regionali di funzionari

provenienti da diversi ministeri, lillO del North 'Vest e l'altro del West Midlands, furono pubblicati nel luglio 1965. Un rapporto sull'economia scozzese uscì lo SCOl'SO gennaio. Tali studi sono stati giudicati come con-dizione preliminare per il lancio del

futuro lavoro dei consessi -di

piani-ficazione economica e dei loro

asso-ciati uffici di programmazione costi-tuiti da funzionari dello Stato. Frat-tanto, la più l'ecente formulazione in tel'milli generali delle idee govel'na-tive si trova nel capitolo VIII de l'he National PIan, pubblicato nel

settembre dello scorso anno. Prendendo l'avvio da tali esp osi-zioni e svolgimenti, diversi economisti starillo ora lavorando con nuova lena ai problemi dell'equilibrio, della pro

-sperità e dello sviluppo regionali. È da sperare che questi studi rico

-16

1

CRONACHE ECONOMICHE

balance, regional prosperity and regional growth. It is to be

hoped such studies wiU rec og-nize two prime considerations.

First, the need for precise d

ef-inition. Second, the need to

express propositions in such a way that their correctnes' i

capabIe of being judged e m-pirically.

What is a 1'egion?

How, at the outset, would

the economist defme a region ? Certainly he can, in a geo-graphic sense, readiIy identify a national economy. For this is recognizable as an area having

a common currency and a

common tariff boundary and within which there is freedom

to move. But how does he

distinguish one part of the

national economy from anoth -er? If he is to consider for

special attention the "North

East" or the "South West " as regions, why not the North

North East and the South

South West and so on, down to the smallest geographic

seg-ments?

noscano due prime considerazioni.

Primo, la necessità di precise defi

-nizioni. Secondo, l'esigenza di espri-mere proposizioni in modo tale che la 101'0 correttezza sia suscettibile di

esseTe giudicata empiricamente. Cos'è una 1'egione?

In primo luogo come dovrebbe l'economista definire una regione?

Certamente egli può, in un senso geografICo, prontamente identificare una economia nazionale. Questa è riconoscibile come un'area avente una comune m.oneta ed una comune

tariJfa doganale ed in cui sussiste libertà di movimento. Ma in che modo egli distingue una parte d el-l'economia nazionale dall'altra? Se

deve considemre in particolaTe il

« North East)) o· il « South 'Vest )) come regioni, perchè non il North

North East ed il South South vVest e

così via, giù sino alle pill piccole porzioni di territOTio geografico?

Bisogna ammettere che le defini-zioni regionali sono sempre arbitrarie,

It must be admitted that

regional definitions are always arbitrary, whatever theil'

pur-pose. The research workel' is often surprised at the grcat differences in his findings whcn

he slightly alters the map gl'id

defining his region. And ofTicial

sources are not too helpful.

Thus, the new Abst1'ctct oj Re -gional Statistics gives figures for

areas and regions which in

most cases differ from planning

regions. It seems, in fact, that the criteri a for the selection of regions for ordinary discussion are frequently based upon con-ceptions 'which are scntimcntal or traditional, rather than sci-entific. vVhere this is so,

eco-nomie analysis inevitably be-comes involved with personal values at every turn, and tends

to lose any scientific pretensions

it may have.

Not that value judgements are useless. Indeed, they are

necessary to provide some guide for any social science in

vestiga-tion. But to filI such a r6Ic

they must be reasonably

mean-ingful, easiIy recognizable and generally acceptable. In 'iVes

t-qualunque sia il lOTO scopo. Il l'icer-catore è spesso sOTpreso delle grandi differenze nelle sue scoperte quando

chiammente modifica la q uadretta-tura della mappa che individua la sua regione. E le fonti ufficiali non sono sempre di utilità eccessiva. Così, il

nuovo Abstract of Regional Statistics

olTTe dati di aree e regioni le quali

nella maggior paTte dei casi

diffcTi-scono da quelle che inteTcssano la

pianificazione. Sembra, infatti, che i criteTi di selezione delle Tegioni peT

1'0I'dinaria discussione si basino

frc-quentemente su concezioni che sono sentimentali o tmdizionali, piuttosto

che scientifiche. Ove ciò si verifica, l'analisi economica oglli momcnto

implica inevitabilmente

apprezza-menti pcrsonali e tende a perdere ogni

pretensione scientifica che potrebbe

avere.

~on che i giudizi di valorc siano inutili. Invero, essi sono neccssari a

(19)

crn democracies it is usual, for instance, [or economists to pre[-ace thcir analysis with one

\'aluc judgement in particular: an explicit presumption in

fa-,"our of individuaI freedom o[ choicc. This is usuaIly coupled with an open recognition of the principle that such freedom should be curbed by gove rn-ment onIy when it is exercised so as to cause harm to other

individuals.

The introduction of the

no-tion of "a regioll" has con-fused thcse traditional pre mis-ses. Apart from the difficulty of defming the boundaries of a

region, the concept of "the regio n as a whoIe " carri es with

it overtones which are

supra-individuaI. In other words,

regionalism is frequently sug-gestive of an organi c State

distinct from an environment wherein individuals co-operate and compete under common laws; it carri es the

impli-cation that regions are col-lectivities, with ends of their

own separate from those of

the individuals who comprise

them.

l'icono. cibili e generalmente accet-tabili. Nelle democrazie occidentali, ad esempio, gli economisti sogliono premettere alla loro analisi un giu-dizio di valore in particolare: una esplicita supposizione in favore della libertà individuale di scelta. Ciò è di norma accompagnato da un aperto l'iconoscin1.ento del principio che tale libertà dovl'ebbe essere limitata dal governo solo quando viene esercitata in modo da causare danno agli altri individui.

L'introduzione della nozione « re-gione» ha confuso queste tradizionali preme e. Prescindendo dalla diffi-coltà di definire i confini di una regione, il concetto di « l'egione come un tutto» comporta caratterizzazioni che sono sopraindividuali. In altre parole, il regionalismo suggerisce fre-quentemente uno stato organico di

-stinto dall'ambiente in cui gli indi-vidui cooperano e competono sotto leggi comuni; ne consegue che le l'egioni sono collettività, con fini loro propl'i di tinti da quelli degli individui che sono in esse compresi.

Consider, for instance, the

so-called problem of "popula-tion drift." Wherc some per -sons seek to migrate between two places, it is not consistent with the individualist premiss to object that the interests of

either pIace may be violated. Both are onIy geographic ab -stractions. It is quite legitimate

to argue that the migrant may

cause possible net 111Juri to

other individuals, such as those

living in the regio n to which he moves or 111 that from which he has come. Of com'se, the local politician may en-com'age in others the l'ornanti c

or organic view of the region,

even though he does not share

it himself. Thus, in popular metaphorical language, he may tell peopie that "the regional ship must be kept afloat."

Nobody, of course, likes to be

accused of deserting a sinking

ship; but this is the sort of

implication for those who leave.

MeanwhiIe, the politician him-self will be preoccupied with visions of the population drain

***

Si consideri, ad esempio, il cos id-detto problema del « trasferimento della popolazione». Ove gli individui cercano di migrare da un luogo ad un altro, non è coerente con la pre -messa individualistica obiettare che gli interessi di entrambi i posti pos-sano essere violati. Ambedue sono soltanto delle astrazioni geografiche.

È del tutto legittimo argomentare che l'emigrante può causare danni ad altri individui, come quelli della regione nella quale esso emigra o della regione da cui proviene. Natu-ralmente, il locale uomo politico può suscitare in altri una visione armo-niosa o romantica della regione, anche se personalmente non la condivide. Così, in un popolare linguaggio meta-forico, egli può dire alla gente che

« la nave regionale deve essere tenuta a galla». A nessuno, ovviamente, piace essere accusato di abbando-nare una nave che sta per affondare; ma di ciò è sospettato chi parte. Nel frattempo, l'uomo politico si preoc-cupa del fatto che la diminuzione di

leading to fewer housing sub-sidies from the centraI

govern-ment, lower rate revenues, or even the ultimate failure of his

area to qualify as a local or

centraI government consti tu-ency, not to mention the im-plied reduction in his politicaI power.

The harms

01

rnig1'ation.

Many writers, who still take seriously the presumption in favour of individualism and

freedom of choice, wilI argue

that, nevertheless, regionalism has a valid case. They will concentrate on what they think are largely technical problems which cause the individuaI ex-ercise of choice to be inefficient and so make regional planning

an unavoidable but genuine alternative, in the sense that

all persons can better pursue their own individuaI interests through the political process, As we have seen, it is consistent with the individualist approach to argue a case for the inter-vention of government where one individual's freedom is so

popolazione determinerà una minore corresponsione di sussidi per l'edi-lizia da parte del governo centrale, minori entrate fiscali, od anche la definitiva incapacità della sua re -gione ad essere qualificata come cÌl'co-scrizione elettorale per un governo locale o centraìe, per non contare la conseguente riduzione del suo potere politico.

I danni della 1nig1·azione. Molti scrittori, che ancora accet -tano seriamente la premessa in fa-vore dell'individualismo e della li-bertà di scelta, sostengono, tutta -via, che il regionalismo rappresenta qualcosa di valido. Essi ritengono che siano i problemi propriamente tecnici a determinare l'inefficienza dell'esercizio individuale di scelta, ed in tal modo fanno della pianifica-zione regionale un'inevitabile ma ge -nuina scelta, nel senso che ogni persona possa perseguire meglio i propri interessi individuali attraverso il procedimento politico. Come si è visto, l'intervento del governo è

(20)

exercised as to cause serious

harm to others, although there are many forms of intervention that are alternatives to current regional planning. But what are

the categories of " harm " that are relevant to the regionalist,

and to what extent do they provide a sufficient, as well as

'a necessary, case for gove rn-ment intervention in the form

of full-scale regional planning? To answer this question we may consider three major ex

-amples of such harm given in the first PTogTess Repor·t (in January, 1965), of tlie De -partment of Economic Affairs. First, there is what the D

e-partment calIs the harm to "the community life in denuded

areas "; second, the alleged congestion that is caused in

other districts; third, the a l-leged harm to economic growth

of the country as a whole. Alleged harrn lo cO'n'/'rnunity

life.

In much ordinary discussion, the tenn "population drift" is spoken of as something that

compatibile con le premesse indivi-dualistiche ove la libertà dell'indi-viduo è esercitata in modo da cau-sare serio danno agli altri, sebbene sussistano molte forme di intervento che sono alternative alla corrente pianificazione regionale. Ma quali

sono le categorie di « danno)) che aSSWl1ono rilevanza per il regiona

-lista, e sino a che punto esse cost

i-tuiscono un motivo sufficiente, come pure necessario, per provocare l'in-tervento governativo nella fonna di una totale pianificazione regionale? Per rispondere a questo quesito si può considerare i tre più impor-tanti esem.pi di tale danno dati dal primo Progress Report (nel gennaio

1965) del Department of Economie Affair . Primo, ciò che il Department chiama il danno alla « vita sociale in aree spoglie "; secondo, la pretesa congestione che si determina in altri

di tretti; terzo, il prete o danno allo viluppo economico dell'intero paese. Il p1'eteso danno (t,zza vitlt sociltle. Ordinariamente, al termine « tra-sferimento di popolazione" si

attri-181

CRONACHE ECONOMICHE

causes harm to collecti"ities of individuals such as regions,

rather than to individuals taken

separately. 'Ve must ask once

more, therefore: "What is the

nature of a region, and in what sense is it an entity which ean be spoken of as something

eapable of suffering harm? " It soon beeomes obvious that no definition ,vhieh merely fol-lows the boundaries of geo

-graphieal eonvention or admin-istrative pratiee wiU satisfy a

regionalist for long. Sooner or

later he wiU, like the Depa rt-ment of Economie Affairs, point ~ ilie ex~~n~ cl ome smt

of psychic unity, eommunity spirit or community life.

The use of this kind of terminology in descriptions of social organization in earlier centuries is, of com'se, widely made. Primitive man is typ-icalIy thought of as having

been a member of a tribe or a clan and possessing little scope for the exercise of indi-viduaI choice. However acc u-rate this picture, the subsequent

development of nation-wide

buisce il significato di qualcosa che causa nocumento a collettività di individui intese q uali regioni; piut-tosto che come individui presi

sepa-ratamente. Si deve perciò ancora

una volta domandare: « Quale è la

natura di una regione, e in che senso si può parlare di essa come entità capace di subiTe un danno?)). È presto evidente che nessuna defini-zione la quale segue meramente i confini di convenzioni geografiche o regole ammini, trative potrà sodd

i-sfare a lungo un regionalista. Presto o tardi egli, come il Department of Economic AIJairs, porrà l'attenzione sull'esistenza di qualche specie di unità psichi ca, spirito comunitario o vita sociale.

L'uso di questo genere di termi-nologia in descrizioni di organizza

-zione sociale nei secoli più remoti è, naturalmente, largamente diffuso. Si

pensa che l'uomo primitivo sia stato un membro di una tribù ed abbia avuto scarsa po sibilità di esercitare

la scelta individuale. Per quanto esatta sia questa immagine, il suc

-cessivo sviluppo di vaste economie

markets has substantially

wcak-ened tbe dependencc of tbe

individuaI upon local gl'OUp . The professional man nowada vs certainly does not think oC hi~­ self primarily as a

regionally-orientated individuaI, noI' cloes

the typical member of a traclc unlOn.

But some people, however,

still seem to be reluctant to accept the fact that thc older

bonds have long since

weak-ened. Why is this? The follo\\'-ing sociological spcculations are

offerecl for what they are worth.

'Vhile economie devclopment

emancipates people who were previously dependent on their

immediate group, it often does

so with a speed which is

be-wildering. It may be that some

people, at some stage, develop such a fear of their new free

-doms that they almost wish to contract out of the process of

modernization and devclopment

altogether. It is at this point,

perhaps, that they begin to yearn nostalgicalIy for the

folk-ways of the pasto (( 'Vhy ",

they wilI demand, "should a

nazionali ha sostanzialmente allen-tato i vincoli di dipendenza dell"in· dividuo dai gruppi locali. Il profe s-sionista al giorno d'oggi non si con-sidera certo in primo luogo un indi-viduo regionalmente orientato; così pure il tipico membro di un sindacato. Qualcuno, tuttavia, sembra ancora

riJuttante ad accettare il fatto che

i più antichi legami si siano da lungo tempo indeboliti. Pcrchè? Le seguenti considerazioni sociologiche sono e po-ste per il valoTe che esse rivcstono. Quantunque lo ."viluppo economico emancipi le persone chc furono in precedenza dipendenti dal proprio diretto gruppo, spesso ciò avviene eon una !'apidità tale da sconcertarc. Può darsi che qualche individuo, ad un certo momento, contragga un tale

timore delle proprie nuove libcrtà chc desideri quasi liberarsi dal 1)1'0-cesso di modernizzazione e di

svi-luppo in ieme. È a questo punto, forse, ehe es i cominciano a pensare

con nostalgia alla vita in comune dci passato. « Perchè li, si chiedono, " do-vrebbe l'uomo allontanarsi'! li. l'na

(21)

prc-man ha ve to move away?" - a question which neatly

as-sumes that no one in bis right

scnscs, not evcn the young or

the cntcrprising, will ever want to movc, at least, not when

there is full local employment.

In so far as this diagnosis is corrcct, it follows that those wbo most profess tbe dcfence or Iocal "community spirit ", and are tbe most eager to

speak for their neighbours in

this respect, reveal themselves as the less aclventurous ele

-ments of society. Their resOl't

to regionalism, in other words,

is simply an expression of their rear of change and of their clesire to liberate their felIows from what they think are the

irrationalities of new economie

prcssures. As one writer has put it:

... in the continuum from thc pre

-individuaI to the post-individual so -{'iety, regionalism finds its setting

in the former rather than in the

latteI' society and proposes to build

permanent institutions on social qual-ities which are disappearing. Because or the transition now in progress, regionalism already takes on many

sume che nessuno, nelle proprie

normali facoltà mentali, neppure il

giovane o l'intraprendente, voglia muoversi, almeno non quando vi è

un locale pieno impiego.

Per quanto corretta sia questa

dia-gnosi, ne consegue che coloro i quali maggiormente profe sano la difesa

di un locale « spixito comunitario» e sono i più desiderosi di parlare in questi termini ai loro vicini, si rive-lano come gli elementi meno avventu-TOsi della società. Il loro ricorso al regionalismo, in altre parole, è se

m-pliccmente un'espressione della loro

paura di mutamento e del loro des

i-dcrio di afTrancare i compagni da ciò

che c si crcdono essere le irrazionalità

delle nuove pressioni economiche.

Ecco come uno scrittore si è espresso

in propo ito:

.. , nel passaggio dalla società pre

-indh'iduale a quella po t-individuale, il

regionali mo trova il suo ambiente nella prima piuttosto che nella econda forma di società e propone di fondare is

titu-zioni permanenti su basi sociali che stanno dissolvendo i. A causa dell'at -tuale mo,'imento di transazione, il re

-or the aspects -or a form of antiquar-ianism. Its vigion lies in the past,

not in the future (I),

*

* *

Even as a proposition,

how-ever, the claim that inte r-regional migration wilI injure

community life is imprecise. Suppose, for instance, that out of a community of 100 persons whom we may cali

"high-lanclers ", 51 are planning

even-tually to move to the "

low-lands " of their country_ An

argument for preventing- the move- that is for interfering

with the freeclom of the 51 to migrate- put forward on the

ground that harm wiU be done to the community life of the

area, wilI again raise the q

ues-tion whether the geographic

location is more important than the people. Confusion may welI

ensue if those regionalists who

also have a meticulous pre-ference for deciding things through majority voting begin to argue that the minority, the remaining 49, shoulcl also

move to the lowlands. For it

gionalismo assume già molti aspetti di una forma di arretratezza, La sua vi-sione giaee nel passato, non nel futuro (1).

***

Anche come proposizione, tutta via,

asserire che la migrazione interreg io-nale nuoci a alla vita sociale è

im-preciso. Si supponga, ad esempio, che in una comunità di 100 persone, che possiamo chiamare « montanari », 51 tiano progettando eli trasferirsi

eventualmente nelle « pianure» del

loro paese. Un argomento per impe-dire lo spostamento - che lede la

libertà di emigrare di 51 ~ afferma a questo proposito che sarà danneg

-giata la vita sociale dell'area; risorge così la questione se la posizione ge

o-grafica è più importante delle

per-sone. La confusione può ben nascere se quei regionalisti, i quali hanno una meticolosa preferenza di decidere le cose mediante il principio della mag -gioranza dei voti, iniziano ad

argo-mentare che anche la minoranza, i rimanenti 49, dovrebbero trasferirsi nella pianura. Poichè si può

as-serire che la solidarietà culturale

may be claimed tbat cultural

solidarity can exist in the ne\\"

regio n as \VeH as in the old.

In other words, it may well be contencled that the clan is the

operative unit rather than the

region, ancl that we shoulcl

bear in mind that the former is potentially mobile while the

latteI' is noto

If we return to the inclivid-ualist presumption, it follows

that, strictly, the only relevant

case of harm being done is

the harm not to psychic

collec-tivities but to other id enti fia ble

persons. lVIoreover, it is further

arguable that the main thing

that constitutes harm is the

interference with the freedom of other individuals. Thus, in the above example, the chief

point at issue 'woulcl be whether

the action of the 51 migrants

impedes the freedom of either

the 49 remaining in the old area (the highlands) or the

freedom of individuals already

(1) \Y. M, KOLL~IORGEN, Crucial

Deficiellcies oJ Regionalism, « The Amer-ican Economie Review», 1945,

Sup-plement 35,

può esistere nella nuova regione così

come nella vecchia. In altre parole, è ben lecito sostenere che il clan,

pitl che la regione, è l'unità

opera-tiva e che si dovrebbe ritenere che il primo è potenzialmente mobile,

mentre la seconda non lo è.

Se si ritorna alla premessa indivi-dualistica, ne segue che, a rigore, il

solo caso rilevante di danno è quello cagionato non alle collettività ps

i-chiche, ma ad altre persone ide

ntifi-cabili. D'altronde, si può ulte rior-mente argomentare che la cosa

prin-cipale che costituisce danno è l'inte r-ferenza con la libertà di altri

indi-vidui. Così, nell'esempio di cui sopra,

il punto rilevante in questione sarebbe

se l'azione dei 51 emigrati intralcia la libertà o dei 49 che rimangono nella vecchia area (le regioni di montagna) o degli individui i quali

già vivono nella nuova area (le pia-nure). J!: difficilmente probabile che

(1) VI', i\I, KOLLMORGEN, Crucial

Deficiencies oJ Regionalislll, « The Ame r-iean Economie Re\'iew)), 1945, Sup-plement 35.

(22)

living in the new area (the lowlands). It is hardly likely

that the 49 remaining high

-landers could claim injury on these grounds. 'iVhether the established lowlanders could do so will emerge in the subsequent discussion on congestion (2).

Alleged hm-m, 01 cO'ngestion.

Next, let us considcr what is probably the most commonly alleged case of harm done: the argument that the drift of population and capitaI brings injuries of congestion to indi-viduals and firms alreacly s it-uatecl in the areas which are receiving the migration.

In 1940, the Royal Commis-sion on the Distribution of the Inclustrial Population (the

Ba1'low Commission) and the 1961 Report of the Committee of Inquiry into the Scottish

Economy (the Toothill

Commit-tee) both put the congestion ar-gument forward as a prom-inent disadvantage of further industriaI expansion in the South East of Britain. News

-i restanti 49 montanari possano recl a-mare un danno per questi motivi.

Se gli abitanti insediati nelle pianure possono farlo emergerà dalla succes-siva discussione sulla congestione (2).

Il p'l'eteso da.nno deUn conge -Sti01W.

Ed ora, consideriamo quello che con probabilità è il più comunemente

preteso caso di danno provocato:

l'argomento che il trasferimento di

popolazione e di capitale procura danni di congestione agli individui

ed alle aziende già situate nelle aree che ricevono il flusso migratorio. Nel 1940, la Royal Commission on the Distribution of the Industriai Population (la Barlow Commissioni ed il· Rapporto del 1961 del

Com-mittee of Inquires into tile Scottish

Economy (il Toothill Committee)

avan-zarono entrambi la teoria della con-gestione come importante remora

all'ulteriore espansione industriale del

sud-est della Gran Bretagna. I

gior-nali, i consiglieri locali ed i

parlamen-tari hanno fatto tutti la stessa as -serzione. Come l'economista dovrebbe

20

I

c R o N A C H E E C o N o M I C H E

papers, local councillors and Parliamentary speakers have all

made the same assertiol1. Row should the economist treat this type of objection? Re shoulcl, first, clemancl strict clefinition and eviclence, and refuse to accept popular assertions me-rely because they have enterec1 the folklore of public debate.

For instance, if the suggestec1 measure of congestion is that of population-clensity it is l e-gitimate to point out that the density of population in

South-East Englancl outsicle the

Greater Lonc1on conurbation is lower than in several areas,

such as Durham, Glamorgan

and Renfrewshire, to which it is often urged new inc1ustry shoulc1 be c1irectec1. Another indication of congestion some-times put forwarc1 is that of the proportion of agricultural lanc1 being turned over to urban use. Rowever, the scale of this development in the South East in the 1950s "vas remarkably

low.

What about traffic conges-tion? To obtain a measure of

considerare questo tipo di obbiezione?

Egli dovrebbe, anzitutto, esigere esatte definizioni ed attenersi al -l'evidenza, e rifiutare di accettare le comuni asserzioni semplicemente

perchè sono entrate a far parte del folclore dei pubblici dibattiti.

Per esempio, se la misu~a suggerita

della congestione è quella della

den-sità della popola,zione, è legittimo

porre in rilievo che tale densità nel

sud-est dell'Inghilterra, ed esclusione della cerchia urbana londinese, è

più bassa che in diverse aree, quali Durbam, Glamorgan e Renfrewshire,

nelle quali spesso si stimola un nuovo processo di industrializzazione.

Un altro indice qualche volta

propo-sto per misurare l'intensità della

congestione è quello della propor -zione di terreno agricolo trasformato per uso urbano. Tuttavia, il grado di questa evoluzione era negli anni

cinquanta notevolmente basso.

Cosa vi è da dire sulla congestione

del traffico? Per ottenere una misura

di quest'ultima si richiedono

com-parative informazioni (non ancora disponibili) sulla velocità del traffico

this we require comparative information (not yet availablc) about traffic speecls in wholc areas, and ,ye should noticc that we cannot argue that, becau e London is congcstccl, the same i true of the wholc of the South East, in Essex, or Kent, or Sussex (3). Simi-larly, it is far from clear that, on grounc1s of traffic congestion, one should c1ivert new inclustry,

say, from rural Essex to Lan-cashire, if such indu try wcrc c1estinecl for the "congestccl"

(2) Some writers argue that i t is a mistake to encourage migration wberc this will « further widen the divergenC'e

between incomes in different ]'cgions »-Lionel Nceclleman, « 'Vhat Are 'Ve to Do About the Regional Problem?» in the JanuaTy, 1965, issue of this

'Re-vicw'. In aut' es::tmple, l'nare than ;')0

per eent. of our highland region, in tenn of its individuals, 'l'il! presumably

have improved incomes a[ler migration, so that divergencies ",il! be reduecd in this case. This example well illustratcs the need to makc explicit whether it is

individuals, or clans, or organic pieees of land which are as umed to be the criteria 1'01' analysis,

(3) See A, E. HOLi\fAKS: Restriction

of Industriai Ewpansion in So'Uth·l~({st

England: A Reappraisal, « Oxforcl

Eco-nomie Papers li, -Iuly 1964.

nelle intere aree, e si dovrebbe os-servare che non è lecito affermare che, se Londra è congestionata, la stessa eo a sia vera peT tutto il s

ucl-est, nell'Essex, o Kent, o Sussex (3). SimilaTmente, non è chiaro perchè, a causa della congestione del traffico,

(2) Qualche scrittore argomenta che è un errore incoraggiare l'emigrazione dove

questa « amplierà ulteriormente la di-vergenza e istente tra i redditi cii dif-ferenti regioni li.

LIONAL NEEDLE)1AN, Cosa si fa per il p]'oblema ]'cgionale?, gennaio 1965,

Lloyds Bank Review. Nell'esempio cii cui sopm, più del 50 per cento della

no tra regione di montagna, in

tcr-mini dei suoi individui,

presumibil-mente avrà aumentato i redditi dopo l'emigrazione, cosicchè le divergenze in questo ca o saranno ridotte. Tale esempio

bene illustra la necessità di stabilire esplicitamente se sono gli individui, o i clans, o le organiche porzioni di

terri-torio che vengono assunti come criterio per le analisi.

(3) Vedi A. E. HOL)[ANS: Restriction of Industrial Ewpansion in South-East England: A Reappraisal, « Oxford

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