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DISPENSA CORSO MCB ECOLIFE MILANO

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Academic year: 2022

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DISPENSA

CORSO MCB – ECOLIFE MILANO

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Indice

Cenni Storici sulla Medicina Tradizionale Cinese Pag. 3

Il TAO Pag. 6

Teoria dei 5 elementi Pag. 8

Trattamento del percorso dei Meridiani Pag. 18

Tecniche di digitopressione Pag. 20

Trattamento generale a “passeggiata” Pag. 21

Meridiani Elemento Acqua Pag. 23

Meridiani Elemento Legno Pag. 46

Meridiani Elemento Fuoco Pag. 63

Meridiani Elemento Terra Pag. 87

Meridiani Elemento Metallo Pag. 104

Tabelle riassuntive Pag. 117

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CENNI STORICI SULLA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Di leggenda si tratta, quando si racconta che un soldato cinese, afflitto da ischialgia, mentre cacciava per procurarsi il cibo, cadde nella neve e vi rimase sommerso ad eccezione di un piede, calzato di pelo.

Scambiato così per un animale, venne ferito da una freccia a lato del malleolo esterno. Tolta la, constatò con gioia che i suoi dolori erano del tutto scomparsi: la freccia, conficcata in quel punto, aveva scacciato il demone che lo affliggeva. La diffusione della notizia e le esperienze successive fecero il resto. Fu l’inizio di questo metodo di cura.

I Meridiani (Jing Luò)

Siamo nel Neolitico quando i punti di agopuntura, o “tsubo”, vengono stimolati con schegge appuntite di pietra. Quando questi “tsubo”, furono scoperti sempre più numerosi e l’efficacia della loro stimolazione divenne sempre meno casuale, allora probabilmente gli antichi Cinesi si rafforzarono nell’idea che strette connessioni dovevano esistere fra le diverse parti del corpo e fra superficie e profondità. L’andamento delle osservazioni e delle conoscenze sul corpo umano portarono alla formulazione di una complessa teoria che, considerando il susseguirsi degli “tsubo”, li vedeva collegati in una rete energetico-funzionale, avvolgente ogni parte del corpo. Le varie parti di questa rete furono chiamate genericamente Jing Luò che letteralmente significa via-collegamento e che è stato tradotto in Occidente col termine impreciso e insufficiente di meridiani.

Simbologia e numeri

Dice una tradizione leggendaria che a trasformare la precarietà dell’esistenza dei primi Cinesi, senza nozioni di caccia o di pesca, né di agricoltura e incapaci di difendersi e di curarsi, furono prima i 3 Augusti (Fuxi, Shennong, Huangdi o, secondo un’altra versione, Fuxi, Nugua, Shennong) e poi i 5 Imperatori. Si può intravedere, nei numeri 3 e 5, che tante volte ritroveremo anche in agopuntura, quanto il simbolismo numerico condizioni il pensiero cinese antico (la numerologia è d’altronde prerogativa di tutte le tradizioni iniziatiche).

Il 3 rappresenta l’organizzazione di ciò che l’Universo era prima che avesse un Cielo, una Terra e l’Uomo. Perciò sono tre gli Augusti, le prime massime potenze benefiche per l’uomo.

I tre augusti e Huangdi

A Fuxi è attribuito l’ordinamento della vita dei Cinesi tramite l’insegnamento della costruzione della casa, dell’allevamento degli animali domestici, della caccia e della pesca; l’organizzazione del popolo attraverso i primi documenti scritti, i Riti e la rivelazione della costituzione dinamica dell’universo sotto forma di 8 trigrammi. Nugua, cui una tradizione attribuisce sesso femminile, è un’armonizzazione di ciò che è diverso, le si attribuisce l’invenzione della musica. Inoltre è considerata un restauratore, per aver provveduto ad aggiustare una colonna del Cielo pericolante, prima che potesse rovinare sulla Terra.

Nelle rappresentazioni Fuxi e Nugua appaiono con viso umano e corpo di drago. Reggono a volte squadra e compasso o il sole e la luna, simboli maschili e femminili, a significare che sarebbero i veri progenitori del genere umano. Shennong, il cui nome significa “Divino Agricoltore”, inventò l’aratro e insegnò a coltivare la terra e a riconoscere le piante medicinali. Quanto a Huangdi, esso è compreso a volte nell’elenco dei 3 Augusti e a volte in quello dei 5 imperatori, ma è comunque sempre presente, forse per indicare l’importanza che

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gli è attribuita. Si tratta dell’imperatore Giallo, come è gialla la razza cinese, e regnò in virtù dell’elemento Terra, il cui colore è giallo come quello delle messi. Per la tradizione il suo regno durò 100 anni, dal 2697 al 2598 a.C. e, sebbene la storia lo citi come personaggio reale, il suo operato è per i Cinesi il compendio di tutta la loro civiltà.

A Huangdi si deve l’organizzazione del governo con sei ministri e funzionari di vario genere, la messa a punto della scrittura, l’origine delle matematiche, delle tecniche industriali; l’adozione dell’oro e dei materiali preziosi quale moneta di scambio; l’invenzione degli abiti civili e militari, dei mezzi di trasporto per l’acqua e per terra, delle armi, e degli utensili e soprattutto l’insegnamento della medicina, specie dell’agopuntura, e delle tecniche di lunga vita.

I 5 imperatori

Quanto al numero 5 che elenca i primi Imperatori, questo può essere messo in relazione col dinamismo dell’universo, l’alternanza ciclica di ogni fenomeno che a partire da un centro si svolge nelle quattro direzioni fondamentali. Riferita all’uomo (centro), l’alternanza si rispecchia nel flusso delle quattro fasi della sua vita. Il numero 5 rappresenta per i Cinesi il termine di riferimento di una classificazione che a partire dai 5 elementi, comprende tutto ciò che appartiene all’uomo e che esso percepisce. Inoltre 5 sono le razze che hanno formato etnicamente la Cina e 5 i testi “classici” che hanno formato culturalmente i Cinesi.

Fasi successive

Dei 5 Imperatori gli ultimi due furono Yao e Shun, modelli di virtù e di dignità dopo i quali sarebbe iniziata la prima dinastia Xia (2207 – 1766 a.C.). Yu il Grande, originario delle regioni sulle rive del fiume Giallo, fu considerato domatore delle acque per le opere di bonifica che effettuò nelle zone paludose. Questa dinastia non è riconosciuta storicamente, ma l’ammissione storica della seconda dinastia la fa implicitamente supporre. Solo a questo punto gli storici iniziano il discorso sulle dinastie, a partire dalla seconda, quella Shang-Yin (1765-1122 a.C.).

In questo periodo la cura delle persone era delegata agli sciamani (Wu), i quali, per primi, hanno cominciato a raccogliere e classificare le varie erbe selvatiche da utilizzare per guarire i componenti delle varie tribù. Ritrovamenti recenti, hanno portato alla luce incisioni che si riferiscono a decine di malattie e al modo di curarle con le erbe.

Tali ritrovamenti sono stati fatti risalire alla dinastia Shang-Yin e vengono datati attorno al 1500 a.C.

Dalla dinastia Chou ai Chin (1122 – 218 a.C.)

L’avvento della professione medica in Cina ha visto il suo diffondersi durante la dinastia Chou (o Zhou) tra il 1122 e il 249 a.C. Nel periodo della dinastia Chou fanno la loro comparsa gli ideogrammi Yi (medicina) e Yao (medico) a dimostrazione che già in quel periodo la medicina aveva una forma professionale. Nel 218 a.C. la dinastia Chin subentrò con la forza alla ormai declinante dinastia Chou.

Questo cambiamento dinastico lasciò tracce molto evidenti nella storia cinese. La feroce dinastia Chin unificò gli stati presenti sul territorio creando il primo grande impero (da cui deriva il nome dell’attuale Cina) e si rese protagonista dei famigerati “fuochi di Chin”, che mandarono al rogo la grande maggioranza dei libri che contenevano le testimonianze e il sapere prodotti nel prolifico periodo della dinastia precedente. Da questa distruzione della conoscenza cinese si salvarono pochi testi tra i quali l’I Ching che conteneva le basi filosofiche sulle quali si fonda il Taoismo.

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La dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.)

Fortunatamente l’insurrezione del popolo cinese rese la vita breve alla dinastia Chin che, dopo 15 anni di dominio, fu obbligata a cedere il passo alla dinastia Han, che regnò dal 206 a.C. al 220 d.C., dando vita ad un evoluzione filosofica, culturale e medica anche grazie alla consacrazione di personaggi di rilievo quali: Confucio, Lao Tze, il medico Chang Chung-ching (autore di un importante testo intitolato Shang Han Lun - Discussione sulle Febbri), o il medico Hua To che per primo utilizzò erbe tossiche per l’anestesia e che sviluppò e utilizzò il Dao Yin per il riequilibrio energetico.

Dalla dinastia Six agli Yuan (220-1368)

Dal 220 al 586 con la dinastia Six e poi fino al 618 con la dinastia Sui, non vi furono fondamentali scoperte o eventi, se non il continuo studio dell’arte medica. Nel periodo della dinastia Tang, tra il 618 e il 906 d.C., fu fondata la prima scuola cinese di medicina e fu raccolta e codificata tutta la conoscenza medica giunta fino ad allora.

Il progredire della medicina cinese continuò anche nella successiva dinastia Sung che vide la formazione di numerose scuole mediche e finalizzò, diagnosi e cure di svariate patologie fino al suo decrescere nel 1279. La dinastia Yuan che gli succedette non portò grossi sviluppi medici, che invece arrivarono con quella ancora successiva.

Dalla dinastia Ming ai Ching (1368-1911)

Fu con l’avvento della dinastia Ming, nel 1368 che la professione medica riprese ad ampliare le sue conoscenze, fino a sfociare nella composizione dell’importantissimo testo scritto da Li Shih-chen nel XVI° secolo dal titolo “Pen Tsao Kang Mu” (Lineamenti e classificazioni di erboristeria), dove erano catalogate piante medicinali, minerali e prodotti animali. Questo testo è stato poi tradotto in varie lingue orientali e occidentali ed è diventato un riferimento primario per l’erboristeria cinese.

La fine delle dinastie imperiali

Durante la dinastia Ching Manciù, tra il 1644 e il 1911, la medicina cinese non solo continua a produrre ricerche e testi importanti, ma entra in contatto con quella occidentale influenzandola, soprattutto, nella prima fase.

Il 17 marzo 1929

Con l’andare del tempo la modernizzazione della medicina ha fatto perdere, in occidente, le influenze tradizionali, mentre in oriente la base storica su cui si fondano i principi medici, non è mai venuta meno. Malgrado ciò, l’influenza della modernizzazione e gli stage che i giovani medici cinesi frequentavano in Giappone all’inizio del XX°

secolo, rese necessaria una scelta su come impostare la cultura medica in Cina. Fu così che nel 1929 le istituzioni dovettero affrontare le rimostranze di quanti vedevano nella MTC una scienza obsoleta da abbandonare, in favore delle nuove tecniche in voga.

Sotto la spinta del popolo, delle organizzazioni di medici tradizionalisti e del governo locale, la diatriba si risolse ufficialmente il 17 marzo 1929, in favore della medicina tradizionale che a tutt’oggi è ancora utilizzata, non solo in oriente, ma anche in occidente e che conferma la sua validità con risultati reali ottenuti da un gran numero di persone nel mondo.

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IL TAO

Lo Yin e lo Yang hanno delle caratteristiche fondamentali che sono l’essere opposti e complementari allo stesso tempo.
Qualsiasi cosa può essere identificata come Yin o Yang a seconda del momento in cui è definita e non in assoluto. I due ideogrammi di Yin e Yang esprimono perfettamente questo concetto, in quanto sono rappresentati con una montagna che ha un lato in ombra (Yin) e il lato opposto al sole (Yang), Per la filosofia taoista, il mondo è un divenire continuo la cui forza propulsiva deriva dalla dinamica dello Yin e dello Yang. Si tratta di due categorie concettuali con le quali è possibile interpretare i fenomeni naturali. Nella tradizione cinese lo Yin comprende ciò che è “sul lato in ombra della collina”, mentre lo Yang ciò che è “sul lato soleggiato”.

Grazie a questi due concetti riusciamo dunque a scorgere nelle dinamiche naturali elementi opposti e complementari dai quali scaturisce il movimento del cosmo; Yin e Yang infatti sono opposti e complementari e si trasformano l’uno nell’altro, come la notte cede il passo al giorno e l’inverno alla primavera.

Si tratta inoltre di due categorie relative, infatti non esiste nulla di totalmente Yin o totalmente Yang, ma nel massimo di espansione di uno di essi è già racchiuso il germe che darà vita all’opposto, come è ben rappresentato nel simbolo del Tao. Per esempio, pensiamo come al culmine della notte comincia a rischiararsi l’orizzonte oppure al fatto che il contatto col freddo estremo produce gli stessi effetti di quello col calore estremo: un’ustione.

Così un albero è sicuramente Yang se confrontato con un sasso, perché si espande e si muove al vento, mentre il sasso è immobile e tende verso la terra, ma sarà Yin se comparato all’uomo, che si muove liberamente ed ha il sangue caldo. Un’altra caratteristica dello Yin e dello Yang è la trasformazione. L’eterno divenire che è il naturale corso della vita, fa si che la trasformazione sia costante.

TAO - è il senza forma o ciò che non si può spiegare. È ciò da cui tutto si genera e cui tutto ritorna. Non ha una connotazione divina, ma è il mistero da cui nasce la vita.

WUIJI - è la forma che piano piano trova una propria dimensione e si trasforma in Taiji sviluppando le differenze al proprio interno TAIJI - il simbolo del yin-yang è lo schema che descrive un grande cerchio (il Tao) in cui le energie complementari yang e yin si avvicendano in un eterno divenire

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Dualità Yin e Yang

Ogni parte del corpo umano ha una connotazione prevalentemente Yin o Yang, le cui principali suddivisioni sono riassunte nella tabella che segue.

Parte Superiore - Parte Inferiore

Tutti i meridiani Yang arrivano o cominciano dalla testa. I loro punti possono servire per richiamare lo Yang verso l’alto o per disperdere lo Yang in eccesso. Inoltre lo Yang tende a salire. Se eccessivo può causare occhi rossi, volto rosso, cefalea etc. Ai piedi cominciano i principali meridiani Yin e i loro punti ivi situati tonificano lo Yin e calmano lo Yang. Nello strato superficiale del corpo scorre l’Energia Difensiva che è Yang, mentre all’interno scorrono il Sangue e l’Essenza, che sono Yin e hanno funzione nutritiva. Gli Organi Yin sono Cuore, Milza, Fegato, Reni, Polmoni e i visceri Yang sono Intestino Crasso, Stomaco, Intestino Tenue, Vescica, Triplo Riscaldatore e Vescica Biliare. Gli organi sono chiamati “Organi Scrigno” perché raccolgono ed accumulano come uno scrigno che contiene un tesoro. I visceri sono “Visceri Officina” perché in essi il materiale viene trattato, elaborato e inviato nei magazzini di raccolta.

Funzione e Struttura

Ogni organo o viscere, come ogni sostanza del corpo umano, anche se classificati come Yin o Yang sono ulteriormente suddivisibili in una parte Yin e in una parte Yang. Così, per esempio, il fegato è un organo, e quindi Yin; ma la sua parte solida, materiale, è Yin mentre le sue funzioni fisiologiche rappresentano l’aspetto Yang. Nessuno dei due aspetti può esistere senza l’altro. Anche nella medicina occidentale, per esempio, le funzioni del fegato sono intimamente legate alla sua struttura. Quando la struttura si sovverte, si disorganizza, anche le funzioni vengono meno. La Milza ha una parte strutturale che è Yin e una parte funzionale che è Yang. La sua funzione è di far salire le sostanze nutritive, che si trasformano in Energia nutritiva e Sangue, che di nuovo tornano alla Milza per nutrirne la struttura Yin. Il cerchio funzionale così si completa.

Agitazione e Calma

L’agitazione, l’ansia, l’insonnia indicano eccesso di Yang. La astenia, il desiderio di dormire, la sonnolenza sono sintomi di eccesso di Yin.

Secchezza e Umidità

La secchezza a carico delle mucose, come le congiuntive secche, la bocca secca, le feci secche e le urina scarse e dense indicano l’eccesso di Yang. Ogni sintomo indicante un eccesso di umidità come in particolare l’edema, i gonfiori, la lingua gonfia, le urine abbondanti e le feci di consistenza molle indicano un eccesso di Yin.

Nella parte posteriore del corpo scorrono i meridiani yang con il “Mare dei Meridiani yang” il Vaso Governatore (Du Mai). La funzione dei Meridiani yang è di rinforzare l’energia difensiva e di aumentare la resistenza ai fattori patogeni.

Nella parte anteriore del corpo scorrono i meridiani yin e al centro il “Vaso Concezione” (Ren Mai). La funzione dei meridiani yin è di nutrire il corpo, il sangue e i liquidi corporei

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TEORIA DEI 5 ELEMENTI (MOVIMENTI)

I cinque elementi o movimenti, vanno intesi come categorie principali sotto cui si raggruppano le manifestazioni della realtà in un preciso ordine spazio-temporale non rigido ma in continua opposizione, trasformazione, al fine di costruire un modello della struttura dell’universo.

La relazione con lo spazio è stabilita mediante i punti cardinali, la relazione temporale mediante le stagioni. Le modalità dell’evoluzione e della trasformazione dei cinque elementi, in quanto movimenti di energia, sono regolati dal binomio Yin-Yang.

Movimento acqua (shui)

Il movimento acqua, composto dai meridiani di R-Rene e VU- Vescica, contiene la massima espressione dello Yin nel fluttuare dei cinque movimenti. È l’elemento che racchiude l’energia di base dell’individuo e che conserva e rivitalizza la stessa per consentirne la ripartenza attraverso l’elemento legno. L’acqua, che tende a scendere, è situata in basso; è di natura Yin e corrisponde al freddo, nord, all’inverno e alla mezzanotte.

Movimento legno (mu)

Il movimento legno è contraddistinto dai meridiani di F-Fegato e VB- Vescica Biliare. È l’elemento che dà il via all’azione verso l’alto dell’energia che è stata creata dall’acqua e che troverà la sua massima espansione nel fuoco. Il legno rappresenta l’est, la primavera, l’alba e lo stato energetico del piccolo Yin (Yang in crescita, Yin in diminuzione).

Movimento fuoco (huo)

Il movimento fuoco è contraddistinto dai meridiani di C-Cuore, MC- Ministro del Cuore, IT-Intestino Tenue e TR-Triplice Riscaldatore. È il movimento che corrisponde al massimo dello Yang è generato dalla spinta del legno e si disperde nella terra dalla quale l’energia tornerà a scendere verso il basso. Il fuoco, che tende a salire, è dunque di natura Yang; è situato in alto e corrisponde al calore, sud, all’estate e a mezzogiorno.

Movimento metallo (jin)

Il movimento metallo, composto dai meridiani di P-Polmone e GI- Grosso Intestino, si pone all’interno dei cinque elementi come movimento che spinge l’energia verso il basso. Il metallo è quindi la spada che taglia (controlla) l’energia in eccesso dell’elemento legno.

Il metallo si situa ad ovest e rappresenta l’autunno e lo stato energetico del piccolo Yang (Yin in crescita e Yang in diminuzione).

Movimento terra (tu)

Il movimento terra è contraddistinto dai meridiani di MP-Milza e ST- Stomaco. In alcune raffigurazioni la terra è posta tra l’elemento fuoco e l’elemento metallo, in altre al centro degli altri quattro elementi. La prima raffigurazione non esclude la seconda e viceversa in quanto, l’elemento terra, in entrambi i casi, è visto come elemento di passaggio tra altri due elementi. Con la raffigurazione centrale si pone la terra fra tutti gli altri elementi, mentre con quella tra fuoco e metallo gli si dà una connotazione più specifica richiamandosi alla sua capacità di veicolare l’energia verso il basso.

Sono due le fonti classiche a cui i sinologi fanno riferimento per chiarire le origini di questa teoria cardine del pensiero tradizionale cinese. Anzitutto l’Hong Fan (La grande regola) che è un capitolo dello Shu jing (Libro della storia o classico dei documenti); esso è diviso in nove sezioni che racchiudono l’insieme delle conoscenze necessarie ad un sovrano saggio per ben governare.

L’Hong Fan, dice la tradizione, fu portato in dono da una tartaruga uscita dal fiume Lo a Yu, il grande.

La seconda fonte è lo Yue Ling, (Trattato sul calendario) che fa parte del Li ji (Libro dei riti). La datazione dei due classici è molto controversa, essendo attribuita ad alcuni sinologi dell’ VIII secolo a.C.; è comunque presumibile, prescindendo dai rimaneggiamenti posteriori, che risalgono agli albori della lingua scritta (V° - IV° sec. A. C.

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Il ciclo di generazione e di controllo

I cinque elementi sono tra loro legati e regolati da una doppia relazione: la prima è chiamata ciclo Sheng (Cheng) o ciclo di generazione, la seconda ciclo Ke (K’o ciclo Ke) o ciclo di dominazione.

L’acqua e il fuoco simboleggiano la totale opposizione dello Yang e dello Yin nei loro valori estremi (grande Yang - grande Yin). Sull’asse orizzontale, che unisce legno e metallo, Yin e Yang sono invece in proporzioni equivalenti. La sequenza ciclica della generazione è legno, fuoco, terra, metallo, acqua: il legno dà origine al fuoco, dalla sua combustione residuano le ceneri che divengono humus, dal sottosuolo vengono estratti i minerali e i metalli, dalla riduzione del metallo deriva l’acqua (2H + O dell’aria).

Per rappresentare graficamente il ciclo Sheng, volendo suggerire la nozione di vita in perpetuo cambiamento, si ricorre al cerchio (simbolo del cielo e del tempo); la terra, centro virtuale dell’anno, viene spostata dall’incrocio degli assi orizzontale e verticale ed inserita in circolo tra fuoco e metallo. Dall’analisi del ciclo Sheng si deduce che ogni movimento produce il successivo ed è, a sua volta prodotto da quello che lo precede: relazione madre-figli. Il ciclo Ke o ciclo di dominazione (o sottomissione) evolve secondo la sequenza: Legno, Terra, Acqua, Fuoco, Metallo, Legno: il legno domina la terra perché la ricopre e se ne nutre, la terra domina l’acqua perché l’argina e l’assorbe, l’acqua domina il fuoco perché lo spegne, il fuoco domina il metallo, fondendolo, il metallo domina il legno perché lo taglia. Dalla rappresentazione grafica di queste azioni del Ke risulta una stella.

Ogni movimento sottomette il movimento nipote ed è a sua volta sottomesso dal movimento nonna. Questo secondo tipo di relazione intercorrente tra i cinque elementi serve a bilanciare il primo, quello della creazione, affinché nell’armonioso alternarsi di generazione e di dominazione, la vita dell’universo possa conservare dei dinamismi equilibrati. Qualora uno degli elementi del sistema presenti delle anomalie di attività, si instaurano delle relazioni patologiche.

Ognuno dei cinque elementi a cui fa affidamento la Medicina Tradizionale Cinese presenta affinità analogiche con le

stagioni, i colori, le reazioni emotive etc., che sono utili a definire le caratteristiche energetiche dell’individuo. Ognuno dei cinque elementi polarizza intorno a sé un gruppo cospicuo di entità disparate;

l’associazione è di tipo analogico tra cose ed eventi che presentano affinità nello stadio evolutivo dell’energia.

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ELEMENTO ACQUA

L’elemento Acqua, composto dai meridiani di Rene (zang) e Vescica Urinaria (fu) contiene la massima espressione dello Yin nel fluttuare dei cinque movimenti. È l’elemento che racchiude l’energia di base dell’individuo e che conserva e rivitalizza la stessa per consentirne la nuova partenza attraverso l’elemento Legno. La fase Acqua è caratterizzata da una situazione di stasi energetica che però al suo interno risulta dinamica. Le foglie che cadono dagli alberi e sono assorbite dal terreno vengono definite morte, in realtà la loro decomposizione è necessaria per dare linfa vitale al terreno che può di nuovo nutrire le radici. Il lavoro di stasi e di fermento delle foglie sotto terra è l’esempio più calzante della fase dell’Acqua.

Nell’individuo, la fase dell’Acqua è quella del sonno, dove si arresta il dinamismo e ci si mette in ricarica per affrontare il risveglio, muniti di forza vitale.

La saggezza è una caratteristica essenziale dell’Acqua che s’identifica con l’ultimo periodo della vita (età avanzata); di fatto gli anziani dovrebbero possedere una saggezza data dalle esperienze di una vita che la memoria conserva e passa alle giovani leve per conferire loro i mezzi per affrontare il futuro.

L’Acqua è un elemento che non dà mai problemi di eccesso, essendo il custode dell’energia vitale, a meno che questo eccesso sia oltremodo stagnante, e quindi non consenta il regolare fluire energetico. Si può quindi dire che, un elemento Acqua, estremamente carico di energia, funzionerà sempre al meglio, mentre la debolezza o la carenza di questo elemento conduce a molteplici problemi.

La carenza, nell’elemento Acqua, è fondamentalmente mancanza di vitalità. Un eccessivo dispendio di energie va ad influire sulla potenza dei reni (custodi del Jing), facendo venire meno la forza che è alla base della vita stessa. Una carenza dell’elemento Acqua può derivare da una vita sregolata che non dà al sonno o al riposo la giusta importanza, da una cattiva alimentazione o da una cattiva respirazione (intesa anche come assorbimento di agenti inquinanti) che non nutrono energeticamente l’individuo nel modo corretto, da un’eccessiva attività sessuale. Sul piano emotivo, l’Acqua perde in forza di fronte a eventi traumatizzanti, un grande spavento o una grande preoccupazione possono incidere sul potenziale di questo elemento, ma anche una delusione negli affetti o lo struggimento per un amore finito possono essere nocivi all’equilibrio dell’Acqua, questo spiega

anche come una persona infelice abbia più possibilità di ammalarsi di una felice. L’eccessiva proiezione dell’energia verso l’alto (Legno e/o Fuoco in eccesso) indebolisce l’Acqua portando disturbi a quella zona (parte bassa) che è, nel corpo umano, strettamente collegata con l’elemento. Quindi problemi si potranno avere agli organi genitali, prostatite o problemi d’impotenza nell’uomo, cistiti o infiammazioni all’apparato uro-genitale nella donna, dolori ai piedi e ritenzione idrica (il trattenere i liquidi evidenzia uno stato di stagnazione), problemi di equilibrio dovuti alla mancanza di una

solida base (l’Acqua), problemi alle orecchie, che sono l’organo di senso collegato all’elemento Acqua, quindi: labirintite, acufene, sordità. Altri segnali di carenza dell’Acqua si possono notare in patologie importanti che interessano i reni e la vescica urinaria.

Considerando quindi, l’Acqua come elemento che comprende in se il principio stesso della vita, appare evidente che il vuoto eccessivo equivale alla morte biologica, così come, una radice non può dare vita, se non è nutrita dall’acqua. Preservare questo elemento, vuol dire rendere più efficiente la nostra energia vitale e quindi darci le basi per favorire al massimo il nostro benessere e la qualità della nostra vita.

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ELEMENTO LEGNO

L’elemento Legno è contraddistinto dai meridiani di Fegato (Zang) e Vescicola Biliare (Fu). È l’elemento che dà il via all’azione verso l’alto dell’energia che è stata creata dall’Acqua e che troverà la sua massima espansione nel Fuoco. Il Legno, come tutti gli altri elementi, è presente nel nostro ciclo energetico e si evidenzia maggiormente in determinate fasi della vita: quando è necessario prendere una decisione o portare a termine un progetto, l’elemento Legno si mette in moto dando la spinta necessaria per vedere chiaramente gli obiettivi.
Ne consegue che se vi è carenza in questo elemento viene meno la capacità di de- finire un obiettivo preciso e in seguito la capacità di impostare una chiara strategia per raggiungerlo. La visione chiara dell’elemento Legno porta, in caso di carenza, a problemi alla vista. È infatti caratteristica del Legno la qualità di “vedere lontano”.

Un Legno in deficit non riesce a mettere a fuoco gli obiettivi e così facendo non può impostare in maniera ferma la strategia per raggiungerli. Spesso si possono trovare, in persone carenti in questo elemento, i meridiani di F e VB scarichi, sia negli stiramenti sia nella loro capacità di veicolare energia.

Diversi sono i motivi per i quali l’elemento Legno può essere in deficit, tra i quali: l’incapacità dell’elemento Acqua di veicolare l’energia sufficiente a consentirne il suo sviluppo verso l’alto; un difetto nell’elemento Fuoco che non consente al Legno di scaricarsi o un eccessivo controllo da parte dell’elemento Metallo che ne blocca l’impulso a salire. La persona che non ha un Legno equilibrato (in senso di carenza) apparirà priva di stimoli, tenderà ad avere le spalle chiuse, avrà un viso abbastanza pallido, difficilmente sarà un punto di riferimento forte per le persone che lo circondano e apparirà debole nell’affrontare situazioni problematiche che gli si presentano. Per ciò che riguarda l’aspetto patologico, la carenza del Legno porterà, come si è detto, a difetti alla vista ma anche a difetti al sistema epatico, infatti sia i meridiani sia gli organi connessi all’elemento risulteranno deficitari rispetto al loro naturale funzionamento. Problemi possono anche sorgere in caso di eccesso dell’elemento. La spinta propulsiva del Legno potrebbe essere tale da portare ad avere una visione degli obiettivi ed una volontà nel raggiungerli che non permetterebbe di considerare gli ostacoli ma, anzi, spingerebbe ad abbattere ogni difficoltà in qualsiasi modo pur di ottenere il risultato prefissato. Le persone con uno squilibrio in eccesso potranno avere i meridiani di F e VB particolarmente contratti, sia negli stiramenti che nel loro naturale scorrimento energetico.

L’eccesso nell’elemento Legno può essere determinato da vari fattori:

l’eccessiva competitività, che stimola il Legno in maniera costante, (casi frequenti di eccesso si riscontrano in un tipo di società come la nostra, dove i ritmi nel lavoro, così come nella vita portano gli individui a stimolare l’energia costantemente verso l’alto); una scorretta alimentazione, che influisce sul sistema epatico; L’eccesso dell’elemento Legno può essere individuato in persone che hanno un atteggiamento fisico proiettato in avanti, uno sguardo che va molto in profondità, un tono di voce deciso. Costituzionalmente saranno asciutti e snelli e avranno un carattere bilioso, incline cioè a renderli spesso adirati anche per cose poco importanti. Le patologie da Legno in eccesso sono quelle che interessano la parte alta del corpo:

emicranie, tensioni dorsali o problemi nella zona cervicale, contrattura nel meridiano di fegato e cattivo funzionamento della vescicola biliare, difficoltà nel vivere serenamente i momenti di riposo e incapacità al rilassamento. Un elemento Legno equilibrato prende in mano le redini della situazione al momento giusto e sa dare sicurezza, riesce ad essere grintoso quando serve e a concentrarsi sugli obiettivi rispettando le regole e i tempi che la situazione specifica impone.

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ELEMENTO FUOCO

L’elemento Fuoco è contraddistinto dai
meridiani di Cuore, Mastro del Cuore (Zang),
Intestino Tenue e Triplice Riscaldatore (Fu).
È l’elemento che corrisponde al massimo
dello Yang, è stimolato dalla spinta del
Legno e si disperde nella Terra, nella quale
l’energia tornerà a scendere verso il basso. Il
Fuoco è un elemento che tende alla dispersione, e
se lo fa nel modo giusto, è indispensabile per
 consentire all’energia in ascesa del Legno di equilibrarsi.

Nel momento in cui è necessaria una reazione istintiva, il Fuoco si manifesta mettendo a disposizione una notevole capacità di reazione immediata agli eventi (SNS). Con una situazione di deficit in questo elemento, viene quindi meno la capacità di rispondere in maniera dinamica e istintiva a determinate sollecitazioni. Un elemento Fuoco che risulta in deficit, mancherà di euforia e sarà incapace di ridere e di investire con il buon umore chi gli sta attorno, non riuscirà ad accentrare l’attenzione su di sé risultando triste e taciturno, e sarà pauroso rispetto alle scelte istintive da compiere e alle persone da affrontare.

Patologicamente un Fuoco in deficit avrà problemi di oppressione e pesantezza nella zona centrale del petto, soffrirà tendenzialmente di pressione bassa e cambi d’umore.

L’elemento Fuoco può essere in deficit per: l’incapacità dell’elemento Legno di fornirgli l’energia utile ad alimentarlo, un’eccessiva stagnazione o debolezza dell’Acqua.

La persona che ha un Fuoco in deficit, apparirà inoltre priva di dinamismo e emotivamente instabile.

I meridiani legati all’elemento Fuoco possono mostrare squilibrio a causa di problematiche diverse. Il C e MC saranno più coinvolti in caso di problematiche cardiache, il TR nella disconnessione tra Rene Yang e Fuoco, il PI negli squilibri fisici della parte alta e dell’organo in questione. In caso di eccesso di questo elemento, si avranno problemi di dispersione, ovvero: l’energia che sale si disperde verso l’alto, causando problemi alla base e, all’estremo, la dispersione verso l’alto conduce ad un distacco dalla realtà (pazzia). L’eccesso di Fuoco mette l’individuo in condizione di abusare della propria istintività fino a non controllarla, questo avviene sia nelle azioni fisiche sia nei rapporti sociali. Il Fuoco è in eccesso se vi è: forte ricerca di emozioni oltre il loro naturale evolversi, abuso di alcool e sostanze stupefacenti che spingono l’energia in dispersione, proiezione costante verso l’”oltre” senza riposo. Questo elemento è fortemente influenzato dall’aspetto emozionale. Il Cuore infatti, è la sede degli Shen e dello Shen Ming in particolare; se ne deduce che il buon funzionamento dell’organo e dell’elemento sono influenzati dalle emozioni.

Nell’elemento Fuoco i sentimenti giocano chiaramente un ruolo importante. La capacita del Fuoco di vivere le emozioni lo rende quasi dipendente dal rapporto con l’altro. Quando l’aspetto emozionale del Fuoco è ricambiato ne deriva un vortice coinvolgente sia a livello di passionalità sia come presenza fisica e mentale. Le patologie legate agli squilibri dell’elemento Fuoco sono legate per l’aspetto fisico ed emozionale all’organo cuore (cardiopatie), all’apparato circolatorio sanguigno e all’instabilità psicofisica data dall’insufficiente forza della base fisico energetica. L’equilibrio del Fuoco è indispensabile per vivere le proprie emozioni in maniera adeguata, rapportarsi con gli altri con gioia e raggiungere livelli di spiritualità elevati. Sicuramente il buon funzionamento di questo elemento è messo alla prova costantemente, visto che quotidianamente possiamo assorbire emozioni negative e positive e che il loro controllo totale è quasi impossibile. Certo è che se gli altri elementi supportano bene il lavoro del Fuoco, la gestione (e non il controllo) delle emozioni diventa, nel limite del possibile, attuabile.

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ELEMENTO TERRA

L’elemento Terra è contraddistinto dai meridiani di Milza/Pancreas (Zang) e Stomaco (Fu).
In alcune raffigurazioni la Terra è posizionata tra l’elemento

Fuoco e l’elemento Metallo, in altre al centro degli altri quattro elementi. La prima raffigurazione non esclude la seconda e viceversa in quanto l’elemento Terra, in entrambi i casi, è visto come elemento di passaggio tra altri due elementi

La Terra è un elemento che è strettamente connesso con la razionalità (radicamento a terra) e rappresenta la capacità di organizzarsi in funzione propria e degli altri. La forza della Terra è protettrice e finalizzata al servizio, ne deriva che la sua caratteristica principale si evidenzia in particolar modo nella capacità di dedicarsi agli altri.

L’elemento Terra, proprio per questa sua propensione all’organizzazione, alla protezione e alla razionalità è un elemento molto femminile. La figura materna infatti, tende a sacrificarsi per il proprio figlio, a proteggerlo, e a organizzarsi a tale scopo. Lo stesso meridiano, milza/pancreas, che è parte dell’elemento Terra è strettamente connesso con la figura femminile rappresentando l’organo deputato alla produzione di sangue durante il ciclo mestruale.

Un eccesso di questo elemento porta alla dedizione alla causa, tale da perdere di vista la propria condizione personale, causando un dispendio energetico che peggiora la capacità di razionalizzare e di organizzarsi. La

persona che presenta un elemento Terra in eccesso, non si risparmia e si trova a concedere la propria disponibilità a chi lo circonda anche fino alle estreme conseguenze. La dedizione verso gli altri, fa si che questo elemento sia considerato l’elemento tipico del “volontario” che presta la sua opera “gratuitamente” se necessario fino allo sfinimento.

Spesso un atteggiamento di questo tipo porta a costruire dei rapporti interpersonali dove al “volontario”, per la sua capacità di affrontare ogni situazione e di agire in aiuto agli altri, non è consentito fermarsi o di avere egli stesso bisogno di un sostegno esterno; questo perché il suo ruolo è di aiutare e non di essere aiutato

Da qui, la perdita della capacità organizzativa (soprattutto della propria vita), l’eccessivo rimugino che crea il caos interiore e lo smarrimento (e anche la depressione) dato dalla mancanza di “messa a terra”. La via per un buon equilibrio dell’elemento Terra è data dalla capacità di centrarsi e di avere un buon radicamento (a terra appunto) che consenta di rendersi utili agli altri senza perdere di vista la propria persona. Le disfunzioni dell’elemento Terra in molti casi si riscontrano nella forma del corpo e, in particolar modo, in una forma che denota un tronco normale o addirittura esile accompagnato da una dimensione più abbondante della parte bassa (glutei, cosce) che può essere tradotto come un forte radicamento a terra.

Problemi all’elemento Terra si manifestano anche con un mal funzionamento del ciclo mestruale, che viene collegato a questo elemento attraverso il meridiano di Milza/Pancreas, responsabile anche della forma armonica del corpo. L’eccessivo rimugino tipico di un eccesso di Terra può causare

problemi al meridiano di Stomaco e all’organo stesso, che tende a contrarsi e a perdere la propria capacità di elaborare (il cibo in senso fisico, le idee o le soluzioni in senso mentale). L’equilibrio della Terra consente di avere la razionalità necessaria per mediare in situazioni critiche e di farlo ponendo l’individuo come punto d’unione tra le varie linee di pensiero, proprio come l’elemento Terra si posiziona tra gli altri vari elementi rappresentando il passaggio tra di essi.

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ELEMENTO METALLO

L’elemento Metallo, composto dai meridiani di
Polmone (Zang) e Grosso Intestino (Fu), si pone
all’interno dei cinque elementi come movimento
che spinge l’energia verso il basso. Il Metallo è
quindi la spada che taglia (controlla) l’energia in
eccesso dell’elemento Legno.

L’elemento Metallo
è delegato al nutrimento dell’elemento Acqua e
 si caratterizza principalmente nella sua funzione
di comunicazione tra l’esterno e l’interno,
successivamente, di nuovo verso l’esterno (si noti
come gli stessi organi correlati ne evidenziano in pieno le caratteristiche funzionali).

La fase Metallo è quella che ci consente di rilassarci, di raccoglierci e, in ogni modo, avere un momento di stacco senza però subire un crollo. Le capacità di autocontrollo e di mediazione del Metallo consentono, di poter ben bilanciare eventuali squilibri all’interno di un gruppo di persone, o nella propria vita lavorativa e personale. Se vi è equilibrio in questo elemento, la capacità dell’individuo di fare da mediatore è notevole poiché sarà sua caratteristica quella è di portare tranquillità e di apparire neutrale nelle controversie. Il Metallo è l’elemento che tende a portare all’interno: ne deriva, in caso di eccesso, un’interiorizzazione che può portare alla chiusura verso gli altri. Questo è il motivo per cui una persona con squilibri di Metallo risulta, spesso, insofferente nei rapporti con la società. L’eccesso di Metallo è evidente nelle persone molto taciturne, che non si curano di ciò che li circonda, che tengono lo sguardo chino e rifiutano il contatto diretto con lo sguardo degli altri. La conformazione fisica di un individuo in eccesso di Metallo sarà magra e debole (e non magra e nervosa come nel Legno) oppure grassa e flaccida (e non grassa e piena come nel Fuoco); avrà inoltre la tendenza a incurvare le spalle e ad avere lo sguardo perso nel vuoto.

L’eccesso di attività meditativa, se non compensato da un radicamento a terra dell’individuo, può portare a un Metallo con un’estrema tendenza a perdersi nella propria mente e nei propri pensieri. All’opposto il deficit di Metallo si riscontra, principalmente, nell’incapacità di trovare momenti di stacco e di rilassamento oltre che nella difficoltà di “guardarsi dentro”. Impazienza, mancanza di autocontrollo e costante movimento sono caratteristiche tipiche del deficit energetico di questo elemento. Essendo il Metallo strettamente legato al rapporto esterno/interno (con se stessi/ con gli altri) si possono avere squilibri nei casi in cui, ci si divide da una persona particolarmente cara (morte o distacco) sia in eccesso (chiusura totale e rifiuto di confrontarsi con l’esterno), sia in difetto (incapacità di fermarsi per evitare di pensare).

Gli effetti patologici dello squilibrio del Metallo, in termini prettamente fisici, possono interessare la funzione polmonare e dell’intestino crasso e quindi l’instaurarsi di disfunzioni organiche con sintomatologie quali asma, affanno, allergie, enfisemi, stipsi, diarrea, diverticoli sindrome del colon irritabile. Le possibili cause che portano a un suo squilibrio possono essere date dall’eccesso di Legno che può affaticare il Metallo il quale, di conseguenza, non riesce ad esprimere l’azione di controllo sul Fegato e sulla Cistifellea. Altre cause possono essere date da un vuoto di Acqua che non darà sufficiente energia per svolgere il ciclo dei cinque movimenti in modo completo. Per la Medicina tradizionale Cinese, inoltre, nel Metallo (e in particolare nel Polmone) risiedono i ricordi ancestrali e apparentemente dismessi, che però possono essere causa di turbamenti.

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TABELLA RIASSUNTIVA

ELEMENTO ENERGIA E’ GENERATO GENERA E’ DOMINATO DOMINA ACQUA YIN Dal METALLO Il LEGNO Dalla TERRA Il FUOCO LEGNO YANG Dall’ACQUA Il FUOCO Il METALLO La TERRA FUOCO YANG Dal LEGNO La TERRA Dall’ACQUA Il METALLO TERRA YIN Dal FUOCO Il METALLO Dal LEGNO L’ACQUA

METALLO YIN Dalla TERRA Dal FUOCO Il LEGNO

ELEMENTO Meridiano Yin (organo)

Meridiano Yang (viscere)

Meridiano Yin (organo)

Meridiano Yang (viscere) ACQUA RENE VESCICA URINARIA

LEGNO FEGATO VESCICOLA BILIARE

FUOCO CUORE TRIPLICE RISCALDATORE PERICARDIO INTESTINO TENUE

TERRA MILZA STOMACO

METALLO POLMONE INTESTINO CRASSO

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LE ENERGIE EREDITARIE E QUELLE ACQUISITE

Quello che vediamo rappresentato con il simbolo del “TAO”, è una rappresentazione grafica di un equilibrio ipotetico, il quale non può essere raggiunto (e/o mantenuto) se non a fronte di un costante movimento.

Nell’intenzione di coloro i quali, hanno rappresentato la vita (l’energia) con quel simbolo, c’è infatti l’intenzione di spiegare l’essenza della vita, attraverso il costante divenire dei flussi.

L’approccio alla vita, inteso come sopravvivenza (combattere le patologie; restare in salute; svolgere le funzioni fisiologiche quotidiane necessarie di nutrimento, smaltimento, riparazione etc.), piuttosto che il confrontarsi con la vita stessa (gestire le relazioni, soddisfare i propri desiderata, calibrare il proprio essere emotivo etc.) non può essere gestito se non con un costante movimento di adattamento, per produrre il quale è richiesta…Energia.

Le risorse energetiche per “vivere” sono quindi l’essenza di ciò di cui abbiamo bisogno per ottenere un equilibrio funzionale utile a tutto ciò che comporta lo stare in vita.

La medicina tradizionale divide in due diverse categorie le energie dalle quali attingere risorse utili alla vita:

• Le energie ereditarie (che la MTC chiama Jing del cielo anteriore)

• Le energie acquisite (che la MTC chiama Jing del cielo posteriore)

Le energie acquisite sono quelle che si formano antecedentemente alla nascita, è cioè l’energia che ci viene procurata dalle caratteristiche genetiche. Avere degli avi che non hanno avuto grossi problemi di salute, che si sono alimentati bene, che hanno avuto una vita psicofisica corretta, contribuirà a generare nella persona un buon quid energetico (Jing del cielo anteriore). Queste risorse non sono ricostituibili; in altre parole, una volta esaurite non è più consentito alcun recupero. Le energie ereditarie vanno quindi custodite con la massima attenzione in quanto uniche ed esauribili. In un ipotetico serbatoio energetico contenente questa forma energetica, la linea di consumo è costantemente in discesa. Quello che noi regoliamo è la velocità di svuotamento del serbatoio che se non è fortemente utilizzato avrà un suo corso naturale che parte dal momento della nascita e arriva fino alla morte. In pratica, se una persona alla nascita ha una riserva consumabile in 100 anni, quella è potenzialmente l’aspettativa di vita dell’individuo, a meno che esso non attinga nell’arco della vita da quel serbatoio.

Quando un individuo attinge dalla sua riserva?

Quando le risorse relative, alle energie acquisite, non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno a causa di un eccessivo consumo, ovvero, quando i nostri comportamenti, alimentari fisici e emozionali producono un consumo superiore a quanto, prodotto dal nostro stile di vita.

L’esaurimento dell’energie acquisite, o comunque un consumo eccessivo di queste, portano l’individuo ad attingere dalla riserva energetica delle energie ereditarie, causando un accelerazione del deterioramento della salute.

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I fenomeni che influiscono sulle energie acquisite sono diversi: la qualità dell’aria che respiriamo, il cibo che ingeriamo, l’esercizio fisico, il rapporto con il prossimo e con l’ambiente che ci circonda, il giusto riposo. Tutti questi elementi sono nella maggior parte dei casi gestibili dall’individuo e, quando non lo sono, è l’individuo stesso che deve cercare di renderli compatibili con il suo potenziale energetico.

Una data capacità del “serbatoio genetico” regola e differenzia un individuo da un altro anche in situazioni apparentemente simili.

Prendiamo per esempio due uomini della stessa età, uno dei quali nasce da genitori che all’epoca del concepimento erano nel massimo fulgore energetico, che hanno sempre vissuto in serenità e salute in un luogo non inquinato, nutrendosi con alimenti sani, mentre l’altro è stato concepito da genitori in età avanzata, che hanno vissuto in maniera conflittuale con il prossimo, in un luogo dove l’aria era inquinata e nutrendosi con cibi di pessima qualità. Anche se entrambi gli uomini fumassero 30 sigarette al giorno, facessero una vita disordinata e avessero mille altri problemi, il primo risulterebbe molto più resistente del secondo, in quanto il suo patrimonio “energetico”

genetico gli permetterebbe di sopperire al consumo eccessivo delle energie acquisite.

Anche se questa persona, potenzialmente, potrebbe vivere per molti anni, attingendo dalla sua riserva energetica ridurrà notevolmente il tempo e la qualità della sua vita, mentre il secondo personaggio che probabilmente non è in possesso di una elevata forza energetica, con un simile comportamento riduce ulteriormente le sue possibilità di mantenersi in salute.

La vita dell’uomo, come quella di ogni altro essere vivente, è sostenuta, secondo la medicina tradizionale cinese, dall’energia, soffio vitale che circola nell’organismo. Essa si manifesta con il concepimento, è alimentata dal nutrimento, purificata e rinnovata dal metabolismo viscerale, tesaurizzata negli organi che poi la ripartiscono a seconda dei bisogni. Tale energia scorre in tutto il corpo soprattutto attraverso la via dei meridiani ed è detta Zhen Qi o energia vera dei meridiani. Essa è composta dalla somma dei vari apporti energetici di origine ereditaria, respiratoria e alimentare.

L’uomo, come è noto, sta tra il cielo e la terra, ed esprime energeticamente il coagularsi ed il trasformarsi di energie celesti e terrestri: le prime sono l’ereditaria e la respiratoria, a cui segue l’energia di provenienza alimentare.

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TRATTAMENTO DEL PERCORSO DEI MERIDIANI

Il primo principio da osservare nella digitopressione è l’applicazione di quella che si definisce pressione sostenuta; l’operatore non utilizza la forza dei muscoli, ma sostiene, con l’intero peso del corpo, il grado di pressione che si manifesta nell’area di riferimento del punto di contatto (che può essere definito dalla mano, dal pollice, dal gomito ecc.). Si ottiene così un approccio modulato che fornisce al paziente uno stimolo progressivo e non violento e consente all’operatore di ottimizzare le proprie risorse distribuendo lo sforzo in tutto il corpo.

Pressione sostenuta nella digitopressione significa essere in rapporto empatico con il paziente e ciò implica che l’operatore deve modellarsi rispetto alle esigenze che la struttura, sulla quale interviene, manifesta come utili e gradite; questo significa accettare pienamente l’”esistenza individuale” ed evitare di misurarla secondo i propri parametri. Il corpo umano non presenta una superficie piatta pertanto la pressione perpendicolare che si applica deve riferirsi al segmento del corpo da trattare; le braccia dell’operatore devono essere, infatti, perpendicolari rispetto al punto di pressione, o comunque seguendo la linea pressoria.

Sia il collo sia la schiena dell’operatore devono stare diritti, senza che lo sguardo vada alle mani mentre si esercita la pressione; esiste, infatti, una stretta connessione tra la linea della visuale e il Qì, che si arresta quando lo sguardo non è diretto in avanti.

Un altro principio basilare è la necessità di mantenere una pressione costante; vale a dire che il corpo dell’operatore deve rimanere assolutamente fermo, in modo che una pressione uguale e costante possa essere esercitata sul corpo del paziente, per un determinato periodo di tempo.

Attenzione: non è possibile mantenere una pressione costante se la si esercita tramite la forza fisica, bisogna perciò imparare a “visualizzare”.

Quando ci si sporge sopra il paziente occorre porre attenzione a non utilizzare solo il peso della metà superiore del corpo; è meglio protendersi con la parte superiore del corpo e al tempo stesso visualizzare il peso della parte inferiore ovvero, utilizzare il baricentro per governare il proprio peso.

Nella posizione tipica di trattamento si utilizzano entrambe le braccia per esercitare la pressione e le gambe sono in appoggio; vi sono dunque due punti in contatto con il paziente e due in contatto con il suolo. La pressione creata dal peso del corpo dell’operatore deve essere generata dal perfetto equilibrio tra la parte inferiore e le mani appoggiate al paziente. A seconda della pressione stimolatrice che si applica sulla cute del paziente, si produce un’influenza sia sul piano psicologico che fisiologico; la pressione costante e perpendicolare agevola il corretto fluire dei liquidi e le funzioni del sistema connettivale.

La cute è il “cuscinetto” che separa l’interno dall’esterno. Guardando al microscopio un segmento cutaneo in visione orizzontale e potendo osservare i vari strati sottocutanei, ci renderemmo conto che alla cute arrivano capillari (sistema circolatorio); recettori sensoriali e nervosi (sistema nervoso) e una complessa serie di elementi che interagiscono con i vari sistemi del nostro organismo. Possiamo quindi dedurre da questa affermazione che ogni pressione (stimolo) che forniamo in qualsiasi punto della nostra pelle, produce inevitabilmente un azione (reazione). Nel caso del massaggio energetico sviluppato sui meridiani codificati dalla medicina tradizionale cinese, non facciamo altro che governare la reazione, instradandola in un percorso nervoso e connettivale frutto degli studi empirici di culture mediche millenarie.

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Sfruttiamo quindi punti particolarmente sensibili che uniti fra loro compongono un percorso invisibile, ma perfettamente definito. Gli stimoli forniti dalle pressioni, stimolano il sistema connettivale che, essendo composto, tra gli altri, da elettroliti (ovvero portatori di messaggi del sistema nervoso), indirizzano a tutti i sistemi dell’organismo, il messaggio originario.

Pur considerando che il contatto diretto con la pelle è sempre preferibile, le tecniche di massaggio energetico hanno il vantaggio di poter essere applicate anche in presenza di abbigliamento leggero.

Un trattamento energetico, proprio per le sue specifiche caratteristiche, considera l’insieme della persona e quindi, tranne quando si tratta di una stimolazione di soli punti a integrazione di altre tecniche di massaggio, difficilmente può durare meno di 50 minuti.

Il contatto iniziale che l’operatore mette in atto con una leggera pressione palmare sull’addome o sulla zona lombare ha più significati:

• Entrare in contatto dolcemente con il paziente;


• Verificare eventuali tensioni in zone di particolare sensibilità energetica;

• Verificare la temperatura, grado di sudorazione; reazioni istintive etc.

Ricorda che:

- La digitopressione sul punto di agopuntura crea un'azione chimica, vascolare e nervosa - La relazione scientifica, tra punto di agopuntura e particolarità delle sue caratteristiche, rispetto ad altri punti non codificati, è stata determinata dalla misurazione dell'impedenza cutanea, che ha confermato che l’impedenza cutanea a livello dei punti di agopuntura è significativamente minore rispetto alla cute circostante.

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TECNICHE DI DIGITOPRESSIONE

In primo luogo dobbiamo considerare che quando svolgiamo un trattamento con i criteri energetici, non stiamo parlando di dottrine astratte che per funzionare hanno bisogno di “un credo“, bensì di un approccio assolutamente razionale che, come detto precedentemente, ad uno stimolo fa corrispondere una reazione. Ciò premesso, consideriamo che questo lavoro si svolge in rapporto ad un sistema sottile e profondo, anche quando lavoriamo a livello superficiale e quindi la disponibilità (apertura) del paziente consente di predisporre al meglio la reazione agli stimoli. Fondamentale è quindi che il paziente sia sdraiato sul lettino senza tensioni e in completo relax. Il primo approccio è sempre palmare e prevede un contatto preliminare tra l’operatore e il paziente che avverrà all’altezza dell’area posta centralmente tra l’ombelico e la sinfisi pubica, nel caso di paziente supino, e nell’area delle prime vertebre lombari, nel caso il paziente si trovi in posizione prona. L’obiettivo di un trattamento energetico sui meridiani è quello di fornire il corretto stimolo a questi ultimi. Per ottenere una corretta stimolazione, l’operatore utilizza pressioni palmari, digitali, con il gomito o con il ginocchio, a seconda dell’intensità che vuole imprimere alla stimolazione ed alla parte anatomica sulla quale interviene.

TRATTAMENTO GENERALE A “PASSEGGIATA” (POSIZIONE PRONA)

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TRATTAMENTO GENERALE A “PASSEGGIATA” (POSIZIONE PRONA)

Il paziente è sdraiato in posizione prona, l’operatore si posiziona alla sua sinistra e con la mano destra prende contatto con la zona tra le ultime vertebre dorsali e prime lombari, all’altezza dei reni. L’operatore concentra la propria respirazione nella parte bassa dell’addome eliminando le tensioni sulle spalle, lungo la schiena e cercando di entrare in connessione profonda con il paziente. Successivamente, pone i palmi delle proprie mani ai due lati del rachide del paziente, all’altezza delle ultime vertebre lombari, con il viso in direzione craniale.

Mantenendo la schiena dritta e rilassata l’operatore comincia a spostare il palmo della mano sinistra in direzione craniale sui muscoli paravertebrali restando in pressione per un tempo di due respiri lenti e profondi.

Dopo ogni pressione effettuata con la mano sinistra si fa seguire la pressione con la mano destra fino ad arrivare, alternandole, nella zona intra-scapolare. L’operatore porta le mani del paziente in posizione prona e verso l’alto e continua ad effettuare le pressioni in modo alternato con il palmo della mano sinistra lungo il braccio sinistro del paziente e con il palmo della mano destra sul braccio destro partendo al di sotto dell’articolazione della spalla, per evitare di fare troppa pressione su quest’ultima, fino al dorso delle mani.

Giunto a questo punto, l’operatore retrocede mantenendo il viso in direzione craniale con gli stessi criteri di pressione, ripetendo il trattamento fino a ritornare al punto di partenza. Da qui l’operatore fa roteare la mano destra fino a farla appoggiare sul muscolo medio gluteo prossimale all’operatore, quindi porta la mano sinistra sul medio gluteo opposto ponendosi con il viso in direzione caudale. L’operatore effettua una serie di pressioni palmari partendo con la mano destra in direzione dei piedi alternandola alla pressione con la mano sinistra, evitando articolazioni e cavo popliteo. Una volta giunto con le due mani in pressione sui gemelli, l’operatore si porta, senza perdere il contatto, frontalmente alle piante dei piedi ed effettua una pressione a pugni chiusi su quest’ultime. Infine l’operatore con il viso in direzione caudale, retrocede con gli stessi criteri di pressione precedenti ripetendo il trattamento fino a ritornare all’altezza delle ultime vertebre lombari, da dove si è iniziato.

Il trattamento si chiude con l’operatore che riprende il contatto con la zona tra le ultime vertebre dorsali e prime lombari all’altezza dei reni.

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TRATTAMENTO GENERALE A “PASSEGGIATA” (POSIZIONE SUPINA)

Il paziente è sdraiato in posizione supina, l’operatore si posiziona alla sua destra e, con la propria mano destra, prende contatto con la zona tra l’ombelico e la sinfisi pubica. L’operatore concentra la propria respirazione nella parte bassa dell’addome eliminando le tensioni sulle spalle e lungo la schiena e cercando di entrare in connessione profonda con il paziente. Pone quindi i palmi delle proprie mani ai lati dell’ombelico, con il viso in direzione craniale. Mantenendo la schiena dritta e rilassata l’operatore comincia a spostare il palmo della mano sinistra in direzione craniale partendo da sotto la cassa toracica e restando in pressione per un tempo di due respiri, lenti e profondi. Dopo ogni pressione effettuata con la mano sinistra si fa seguire la pressione con la mano destra fino ad arrivare, alternandole, nella zona del grande pettorale sotto la clavicola. L’operatore porta le braccia del paziente lungo il corpo, in posizione supina e continua ad effettuare le pressioni in modo alternato con il palmo della mano sinistra lungo il braccio destro del paziente e con il palmo della mano destra sul braccio sinistro, evitando di fare pressione sulle articolazioni e partendo al di sopra del cavo ascellare per arrivare ai palmi delle mani del paziente. Giunto a questo punto, l’operatore retrocede mantenendo il viso in direzione craniale con gli stessi criteri di pressione, ripetendo il trattamento fino a ritornare, al punto di partenza. Da qui l’operatore fa roteare la mano destra fino a farla appoggiare sulla cresta iliaca del paziente, quindi porta la mano sinistra sulla cresta iliaca opposta ponendosi con il viso in direzione caudale. L’operatore effettua una serie di pressioni palmari partendo con la mano destra in direzione dei piedi alternandola alla pressione con la mano destra, evitando le articolazioni. Una volta giunto con le due mani in pressione in prossimità del collo del piede del paziente, l’operatore si porta, senza perdere il contatto, frontalmente alle piante dei piedi ed effettua uno stretching in flessione e uno in estensione sui piedi del paziente. Infine l’operatore ritorna con il viso in direzione caudale e retrocede con gli stessi criteri di pressione precedenti ripetendo il trattamento fino a ritornare all’altezza dell’ombelico, da dove si è iniziato. Il trattamento si chiude con l’operatore che riprende il contatto, con la propria mano destra, sulla zona tra l’ombelico e la sinfisi pubica.

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ELEMENTO ACQUA Meridiano RENE (YIN)

Le funzioni energetiche del Meridiano di RENE

Rappresenta il radicamento alla vita, sede dell’”energia congenita e acquisita”.

È sede dello Yin e dello Yang primario, infatti controlla lo Yin del Fegato, Cuore e Polmone ed è sede e deposito dello Yang degli organi Milza, Polmone e Cuore.

Il Rene si differenzia nella dualità Yin e Yang, come tutti i fenomeni, ma trattandosi del serbatoio energetico per definizione questa divisione assume aspetti rilevanti ai fini della comprensione dello stato energetico della persona.

Potremmo quindi prosaicamente semplificare il concetto pensando al Rene come ad uno scaldabagno a gas, nel quale la fiammella, costantemente accesa rappresenta il Rene Yin (energia costante, più vicino all’energia ancestrale, garante del supporto energetico dei processi fisiologici), mentre il Rene Yang si manifesta ruotando il rubinetto dell’acqua calda e creando uno stimolo che provoca la spinta delle risorse a tutti i distretti dell’organismo attivandone e permettendone le funzioni. Considerando questo esempio, possiamo definire in modo un po’ più razionale come si manifesta un deficit di Rene Yang o di Rene Yin e, quindi, come la si può riconoscere. Vi è tuttavia da aggiungere che entrambi gli aspetti del Rene si nutrono e compenetrano; possiamo quindi parlare di un solo Rene che accoglie le energie globali sopracitate.

Il Rene fisico

Partecipa alla regolazione dell’equilibrio idroelettrolitico mediante l’escrezione selettiva di acqua ed elettroliti, che consente di bilanciare l’apporto esterno e la produzione interna, è visto, sotto l’aspetto energetico, come la capacità del Rene di modulare e regolare la presenza di acqua nel sistema, il che significa coordinare l’apporto dell’elemento vitale in generale.

Le funzioni fisiche del RENE

Regola la produzione, l’assorbimento e l’escrezione di acidi base;

elimina alcuni prodotti del metabolismo (urea, creatinina, acido urico, ecc.…); Produce ormoni che intervengono: nella regolazione del flusso ematico e renale (renina, angiotensina, prostaglandine), nella produzione GR (eritropoietina) o nella regolazione del metabolismo) fosfo-calcico (calcitriolo ).

Tutto ciò si traduce, da un punto di vista energetico, nelle funzioni vitali del Rene e nella sua azione di produzione, assorbimento e regolazione dei principali elementi che rappresentano la “benzina”

che rende funzionante il nostro sistema generale. La corretta funzionalità del Rene è sinonimo di un’adeguata gestione delle risorse e di un generale equilibrio dell’individuo e può quindi rappresentare un’efficace gestione delle risorse

Rene yin: indispensabile, per la nascita, la crescita e la riproduzione di un individuo (costruzione materiale).

Rene yang: forza motrice di tutti i processi fisiologici (energia,calore, spinta motrice dei processi fisiologici).

Deficit del rene Yin: carenza energetica cronica, per effetto di patologie gravi o per carenze di risorse di base peggiorate da una cattiva gestione. Alterazioni psichiche, impotenza o assenza di libido, ipotono muscolare, apatia etc.

Deficit del Rene Yang:

carenza energetica frutto di un periodo di dispendio particolare, quando nonostante uno stato di salute di base, non si riesce ad attivare le risorse a disposizione.

Deficit del Rene Yang:

carenza energetica frutto di un periodo di dispendio particolare, quando nonostante uno stato di salute di base, non si riesce ad attivare le risorse a disposizione.

Deficit del Rene Yang:

carenza energetica frutto di un periodo di dispendio particolare, quando nonostante uno stato di salute di base, non si riesce ad attivare le risorse a disposizione.

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