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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.426, 2 luglio

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno IX - Voi. XIV

Domenica 2 Luglio 1882

N. 426

ANCORA SULLA PEREQUAZIONE FONDIARIA

Cominciamo questo articolo avvertendo i nostri lettori di un errore incorso in quello pubblicato nel numero 4 2 4 del 1 8 giugno A^W’ Economista sotto ii titolo Imposta fondiaria e prodotti. — Parlando del prodotto del grano turco abbiamo riferito che le Marche e le Umbrie complessivamente davano mi­ lioni 3 .7 di ettolitri, il Napoletano Adriatico 2 .8 , il Piemonte 2 .8 ; e queste cifre erano esatte, ma nel tradurle in valore vennero attribuiti al Piemonte, mi­ lioni di lire 5 9 .2 che dovevano esser dati alle Marche ed Umbria e queste vennero omesse.

Conseguentemente l’ ultima tabella che riassumeva il valore dei prodotti di cui abbiamo tenuto calcolo e li metteva di fronte alla imposta, risultò inesatta senza però che mutassero i rapporti complessivi nè fosse alterato per questo il complessivo giudizio che abbiamo emesso.

Per correggere I’ errore e per richiamare a ll'a t­ tenzione dei lettori quella tabella, la riportiamo qui sotto colla predetta modificazione, ricordando che le cifre esprimono milioni di lire.

Napoletano Mediterraneo L Prodotto 6 5 5 .8 Imposta L . 2 0.2 » Adriatico . » 630.1 » 12.7 S ic ilia ... 4 8 0 .8 )) 8 .8 Lombardia . . . . » 3 5 0 .6 » 22 .4 Emilia e Romagne . . » 3 1 6 .6 » 12.3 Toscana . . . . . » 3 0 6 .7 )> 6 .5 Piemonte . . . » 300.1 » 14.5 Marche ed Umbria . . » 2 7 4 .3 » 6.8 V en eto... 2 1 1 .6 » 11.6 Liguria... 9 6 .7 » 1.9 R o m a ... 9 4 .5 » 4 .3 Sardegna . . . . » 7 9 .3 » 3.3 Noi invero credevamo che questa tabella fosse di r se sola cosi eloquente da non metter più dubbio, non solo nella esistenza di una sperequazione gran­ dissima nella imposta fondiaria, ma ancora sulla urgenza di toglierla, poiché quando il male è pic­ colo e temporaneo può anche essere, senza gravi conseguenze, sopportato, ma non lo potrebbe essere quando minaccia di disseccare le parti più neces­ sarie alla vita. E tale a nostro parere è, come ci apparisce dalla rude significazione delle cifre, la ques.ione dell’ imposta fondiaria in Italia. Ci do­ mandavamo quindi a noi stessi se anche il pro­ getto presentato dall’ on. Magliani — il quale ha almeno il grandissimo merito di aver risolutamente posta la questione davanti alla Camera — non potesse riuscire soverchiamente lento nei suoi effetti, non

diremo rispetto alla aspettazione del paese tanto lon­ ganime nei suoi sacrifizi, ma nella vera economia della nazione, la quale può invero trovarsi a mal par­ tito in un non lontano avvenire, se tante circostanze concorreranno a diminuirle quella grande fonte di produzione che è l’agricoltura, mentre l’industria è ancora in gran parte' una speranza.

Se non chè nel mentre da una parte ci giunsero gentili incoraggiamenti per il metodo da noi adot­ tato nello studiare in modo positivo così difficile argo­ mento, dell’altro non ci mancarono alcune osserva­ zioni richiedenti che si tenesse conto di alcune condizioni che noi avevamo trascurate, avvertendolo bensì, ma in pari tempo affermando che non cre­ devamo potessero gran fatto mutare i risultamene ottenuti.

E comunque oggidì possa tenersi sicuro che il progetto di legge sulla perequazione fondiaria e seppellito sotto la crisi parlamentare voluta dalla ri'orm a elettorale, contenti che la questione sia stata presentata e stia per imporsi alla opinione pubblica, contenti di aver anche noi portato il nostro modesto contributo a questo grande atto di riforma tributaria, non siamo alieni di ritornare sull’argomento e, per quanto ci è possibile esaminare sotto altri aspetti la questione.

A tre punti — trascurando i minori — si pos­ sono riepilogare i quesiti mossici ; — perchè non si tenne calcolo del bestiame ? — perchè non si tenne calcolo dei prodotti dei p ra t i ? — perchè si trascurò la bachicoltura ?

Vediamo ciascuno di questi tre punti, che anzi riduciamo a due.

Bestiami e prati. — Certamente uno dei prodotti da non trascurarsi per l'agricoltura è quello dei prati sieno essi naturali, artificiali o marcite, da cui si ricava foraggio, cospicuo elemento di produzione agricola. — Ma quali e quanti sono gli ettari dei nostri terreni coltivati a prato ? — quale è il pro­ dotto del foraggio e delle piante leguminose usate come foraggio ? — Dalle statistiche ufficiali — ove non ci sia sfuggita qualche pubblicazione — non abbiamo potuto rilevare nè l’ uno nè l’altro di questi elementi

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È ben vero che oggi la facilità dei trasporti non rende sicuro il criterio di dedurre la quantità dei pro­ dotti prativi dalla quantità esistente del bestiame in una regione, ma un elemento compenserà sufficiente- m ente'l’altro così da rendere meno forti gli errori.

Passiamo quindi all’ esame della quantità di be­ stiame che possiede ciascuna regione.

Vediamo prima i cavalli, asini e muli; di questi fatta astrazione dal servizio del governo, abbiamo: cavalli 6 1 6 m ila, asini 4 9 8 m ila, muli 2 9 3 m ila, così distribuiti nelle regioni diverse:

Cavalli Asini Muli

P iem onte... 33,911 20,449 24,176 Lombardia . . . . 93,364 25,890 13,953 Veneto. ... 76,215 22,055 8,594 Liguria... 5,278 12,888 11,709 Emilia e Romagne 49,056 30,266 4,568 Marche ed Umbrie 24,718 46,523 6,852 Toscana ... 53,074 32,760 5,070 R o m a ... 44,326 1,200 9,772 Napoletano A driat. 80,183 89,803 56,146 » Mediter. 54,465 103,154 39,829 S ic ilia ... 46,566 83,083 112,115 S ardegna... 64,801 27,695 199

Prendiamo i valori adottati dalla Commissione centrale per le dogane cioè ai cavalli L. 8 0 0 , agli asini L. HO, ai muli L . 5 0 0 ed avremo complessi­ vamente in cifre rotonde di milioni.

S i c i l i a ...» 102,6 Napoletano Adriatico L . 101 ,6 » Mediterr. » 8 4 ,7 Lombardia . . . . » 8 4 ,4 V e n e t o ... » 6 7,5 Sardegna . . . . » 5 4,9 Emilia e Romagne . » 48,7 T o s c a n a ... » 4 8 ,5 Piemonte . . . . » 4 6,2 R o m a ...» 4 0 ,2 Marcile ed Umbrie . » 28,3 L i g u r i a ...» 1 1 ,4

In quanto al bestiame bovino, in Italia non arriva a 3 milioni e mezzo; di di cui 3 2 mila tori, 418 mila vacche, un milioni e 1 0 0 mila buoi (dei quali 6 0 mila da macello), 9 5 mila torelli al di sotto di 6 mesi, 5 6 2 mila vitelli e vitelle sotto i 6 mesi, e 15 mila bufali e bufale.

Per non prolungare di troppo i prospetti diamo qui soltanto le cifre riassuntive del bestiame bovino per regione ed abbiamo: Piemonte 5 1 6 mila, Lom­ bardia '"626 mila, Veneto 581 mila, Liguria 87 mila, Emilia e Romagne 5 5 8 mila, Toscana 2 5 5 mila, Roma 3 3 mila, Marche ed Umbria 2 6 4 mila, Napo­ letano Adr. 1 3 3 mila, Napoletano Med. 1 9 3 , Sicilia 6 8 mila, Sardegna 1 7 2 mila.

Diamo ai tori e bovi il valore di 4 0 0 lire, alle vacche di 3 0 0 ai giovenchi e torelli 2 0 0 lire, ed ecco che cosa ci risulta in milioni di lire:

Lom bardia...L. 1 9 4 .9 V e n e to ... » 1 9 1 .6 Emilia e Romagne s . . . » 1 7 6 .9 P ie m o n t e ... » 1 7 3 .2 Marche ed Umbria . . . . » 8 4 . 9 Napoletano M editer. . . . » 6 0 . 4 S a r d e g n a ...» 5 6 ,7 Toscana... » 4 2 , 4 Napoletano Adriat . . . . » 4 2 . 3 L ig u ria ... » 2 3 .9 S i c i l i a ... » 2 1 . 8 R o m a ...» 1 2 .5

Qui però, per quanto vivo sia il nostro desiderio di non ¡stancare il lettore con osservazioni incidentali, ci è d’uopo considerar l’ argomento che trattiamo ri­ spetto alio scopo a cui deve servire. F ra il bestiame bovino una parto cospicua 1 ,1 0 0 ,0 0 0 , cioè quasi un terzo del totale è rapprentato dai bovi, e di questi 1 ,0 4 1 ,0 0 0 sono da lavoro, e 6 0 ,7 0 0 da macello. Ora noi ci domandiamo: i bovi da lavoro sono veramente una ricchezza attiva, od uno strumento ?

Ci figuriamo due stabilimenti industriali uno dei quali abbia un motore idraulico, una cascata, l’altro un motore a vapore. In questo caso, direbbesi, parago­ nando i due stabilimenti che le macchine ed il car­ bone costituis ono una ricchezza maggiore, o che sono piuttosto una necessità di maggiori mezzi (stra­ nienti), cioè maggiori spese necessarie ? Ora noi sappiamo ad esempio che i due versanti Adriatico e Mediterraneo del Napoletano e la Sicilia, hanno circa 4 milioni e mezzo di terra arabili, il Piemonte Lombardia, Veneto Romagne ed Emilia ne hanno 3.7 milioni; abbiamo veduto che il prodotto per ettaro è presso a poco lo stesso nelle differenti regioni, ma che ridotto in valore questo prodotto solo per la dif­ ferente qualità e per la maggior superficie dà alle tre primo regioni (provincie meridionali e Sicilia) un prodotto di Ì 7 6 6 .7 milioni di lire, per le altre 4 regioni (Italia Settentrionale) appena 1 1 7 9 milioni; cioè circa 6 0 0 milioni annui di milioni di maggior prodotto a vantaggio delle provincie meridionali e la Sicilia. Or bene per ottenere questi prodotti tra­ scurando per un momento gli altri elementi, l’Italia settentrionale ha bisogno di 6 2 8 mila buoi da lavoro, la parte meridionale e la Sicilia di soli 130 mila! Quale delio due condizioni è la migliore?

E si tenga a mente dicendo, buoi da lavoro esclu­ diamo quelli da macello le vacche, i tori da monta eco. Onde ne risulta che P Italia settentrio­ nale ha bisogno di mantenere un bue da lavoro ogni 1 8 7 7 lire dì prodotto, all’ Italia meridionale e Sicilia basta un bue da lavoro ogni 1 3 6 0 0 lire di prodotto.

E va da se che una così enorme sproporzione di animali da lavoro richiesta per ottenere, sia pure eguale prodotto, richiede un impiego di terreno in coltivazione pratile; tutto questo, a volerlo conside­ rare con lo scrupolo necessario, ci condurrebbe molto lontano. Mettiamo soltanto ancora una volta il que­ sito: non è almeno discutibile se il bestiame da la­ voro sia un prodotto od una spesa rispetto al pro­ dotto agricolo.

E passiamo brevemente al bestiame ovino e Ca­ prino, di cui l’ Italia conta circa 8 milioni e mezzo di capi; ed al bestiame suino di cui abbiamo mi­ lioni 1 4 (2 ; e calcolando in media l o lire per capo il caprino; ed ovino e 1 0 0 lire il suino, abbiamo i seguenti valori nelle diverse regioni ed in milioni di lire:

Ovini Suini Totale

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E senza aggiungere di più veniamo alla seconda questione della bachicultura:

Anche qui vorremmo sollevare una questione, di- rebbesi, pregiudiziale. Parlando di prodotto esclu­ sivamente agricolo dobbiamo ritener tale anche quello dei bozzoli? A nostro credere il prodotto solamente agricolo dovrebbe trovarsi nella sola fo­ glia di gelso, tutto il rimanente dovrebbe porsi tra l’industria. Ad ogni modo mancandoci ogni e- lemento per desumere la estensione della coltura dei gelsi per regioni, e quindi il prodotto, anche approssimativo della foglia, terremo conto della pro­ duzione dei bozzoli, tanto più che la facilità dei trasporti può influire meno assai sulle foglie di gelso che sul foraggio, a spostare la proporzione tra il prodotto agricolo o'quello dei bozzoli. Fatta que­ sta avvertenza ecco il prodotto dei bozzoli durante il 1879. Le cifre sono state raccolte dalla Stazione bacologica di Padova.

Il maggiore prodotto venne dalla Lombardia che ricavò 6,1 milioni di chilogrammi di bozzoli; segue il Piemonte con 4 ,2 milioni; poi il Veneto con 3 milioni, e l’Emilia e Romagne con 1 ,4 milioni, in tutte queste regioni ogni provincia poco o molto dà il suo contingente. Vengono poi: la Toscana con 1 ,3 milioni; le due province di Livorno e Grosseto non danno prodotti di bozzoli; il Mediterraneo con 1 ,2 milioni; qui la provincia di Potenza non dà prodotto; le Marche ed Umbria con 1 milione; la Sicilia con milioni 0 ,1 6 , ricavati dalle due sole pro- vincie di Messina e Catania ; il Napoletano Adria­ tico con 6 3 mila chi log. dati dalle due sole pro- vincie di Teramo e Cbieti ; la Liguria con eguale prodotto di 6 3 mila chilog,; la Sardegna non dà prodo'tto di bozzoli; Roma 8 0 0 0 chilogrammi.

Ora ritenuto il prezzo medio quale è dato dalla Camera di Commercio di Milano di L. 3 ,2 0 al chi­ logrammo avremo le seguenti cifre di valori in mi­ lioni di lire : L o m b a r d i a ...3 2 ,8 Piem onte...2 1,9 V e n e t o ...15,6 Emilia R o m a g n e ... 7,5 T o s c a n a ...6 ,6 Napoletano Mediterraneo. . . 6 ,0 Marche U m bria... 5,2 S icilia... 0 ,8 Napoletano Adriatico . . . . 0 ,3 Liguria . . . . . . . . 0 ,3 Giunti a questo punto risparmiamo queste due categorie di valori, non senza richiamare il lettore alle riflessioni che abbiamo già fatto nel corso di quest’articolo, ed aggiungiamole ai valori preceden­ temente trovati.

Ecco i valori risultati dal bestiame equino, bovino, ovino, caprino e suino, e dalla bachicoltura in mi­ lioni di lire: Lombardia . . . . V eneto... Emilia e Romagne . . P ie m o n te ... Napoletano Mediterraneo Napoletano Adriatico . Marche ed Umbria . . S ic ilia ... ' Sardegna ... Toscana . . . . . 3 2 7 .7 2 9 3 .0 2 3 7 .5 2 5 5 .6 1 9 7 .8 178 .8 1 6 6 .3 145 .5 1 3 1 .6 1 2 8 .5 R o m a ... 6 9 .4 Liguria... 4 3 .9

Ora conviene aggiungere queste cifre al primo prospetto che riportammo retti fica lo in questo articolo.

Ci permettano però i lettori di rimandare questo ultimo risultato con alcune considerazioni che, a ti­ tolo, per ora di chiusa, esporremo, ad un prossimo numero.

IL COMMERCIO ITALIANO

nei primi cinque mesi del 1882

Il mese di maggjo u. s. ha dato un movimento commerciale di L. 2 1 4 ,2 3 milioni c irc a ; mentre il corrispondente 1881 aveva dato solo 2 1 0 ,9 milioni; nel complessivo commercio abbiamo quindi un au­ mento di oltre tre milioni di lire. Distinguendo le importazioni dalle esportazioni nei due mesi di mag­ gio 1 8 8 2 e 1 8 8 1 , troviamo la importazione scesa da 1 1 8 1 / 2 milioni a 9 6 1 / 2 e ia esportazione salita da 9 3 1 / 2 milioni a 114.

Nei cinque mesi delle importazioni si ebbe più del 5 2 per cento alterando un poco in più la p ro ­ porzione del quadrimestre che era stata del 51 per cento; così nei cinque mesi siamo quasi tornati nella proporzione del 188 1 , da cui il quadrimestre si era scostato alquanto.

Riferendoci alle medie mensili abbiamo le seguenti cifro:

Importazione Esportazione Comples.

1° 5 mesi 1881 112.1 milioni 1 0 2 .3 milioni 2 1 4 .4 1° hi mes. 1 8 8 2 9 3 .6 » 8 9 .0 » 1 8 2 .6 1° trini. » 101 .7 » 9 6 .6 » 198 .4 1° quadr. » 1 0 LO » 9 8 .9 » 2 0 3 .5 l 1 5 mesi » 1 0 7 .0 » 98.1 » 2 0 5 .4 Il lettore osservi attentamente queste cifre e quan­ tunque il loro significato sia singolarmente affetto, quando si paragoni il 1881 col 1 8 8 2 , dalla muta­ zione avvenuta nelle unità dei valori, si potrà al­ meno osservare un costante aumento tanto delle im­ portazioni che delle esportazioni, e nei primi quattro mesi più ui queste die di quelle; il che ci fa pre­ sumere che ii nostro commercio non sia basato su condizioni effìmere ma su una robusta costituzione.

E giacché abbiamo intrapresa mensilmente questa rassegna del commercio italiano alla quale è nostra intenzione di consacrare anche nell’avvenire la mag­ gior cura, ci proponiamo d’ora innanzi di dare bensì una sguardo generale sulle categorie diverse, ma di intrattenerci ogni mese specialmente su alcune ca­ tegorie di merci così da poterle man mano tutte con sufficiente accuratezza indagare e studiare nello loro espressioni numeriche sopratutto quantitative per evitare gli ostacoli che presenta il'frequente muta­ mento dei valori.

Le 16 categorie diedero nei cinque mesi il se ­ guente movimento :

G eneri coloniali, Droghe e tabacchi ... Prodotti chim ici, generi

m edicinali, resine profumerie... Colori e generi per tin ta

e per concia... Canapa, lino, ju ta ed

a ltri vegetali

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Im portazion e E sportazion e T otale

C o to n e ... L a n a , crino e peli . . S e ta ... Legno e paglia . . . . C arta e lib r i... P e lli... M inerali, m etalli e loro

90.933.366 39,006,250 20,458,321 18,220,132 3,672,226 21,685,172 14,234,6 1 4 3,774,630 136,053,040 28,964, G03 4,507,950 8,061,525 104,167, 980 42. 780,880 156. 501. 364 47, 184,735 8,170, 176 29,746,697 lav ori... P ie tr e , te rre , vasella- 97,583,159 13,190, 624 110,773,783 m i, v etri e cristalli.

C ereali, farin e, paste e 35,594,236 32,718,360 68,372,596 prodotti vegetali, non

compresi in altre cate­

gorie ... 48, 234,678 52,608,072 100,812,740 Anim ali, prodotti e

spo-glie di anim ali, non compresi in altre cate­

gorie . ... 33,236,316 72,393,509 105, 629,8-25 Oggetti diversi... 17,164,824 5,216,164 22,380,988

To t a l e. 534,980,001 490,444,000 1,025,424, 001

La importazione crebbe notevolmente a paragone del 1881 per 3 categorie: metalli, minerali e loro lavori di 5 5 milioni, cioè da 6 2 a 97 ; cereali, fa ­ rine, paste e prodotti vegetali di quasi 11 milioni, da 37 a 4 8 ; canapa, lino, ju ta , eco., di 3 ’/a mi­ lioni da 1 4 a 18 circa ; gli altri aumenti colori e generi p e r Unta e concia, carta e libri, oggetti di­ versi, generi coloniali e tabacchi sono molto meno notevoli tanto assolatamente che relativamente. — Diminuirono invece le entrate degli spiriti, bevande ed olij, di l o ’/2 milioni da 5 0 ‘ ¡2 a l o ; la seta di 58 */, milioni da 5 9 a 2 0 ’ /2 milioni ; il - cotone di quasi 3 milioni su 1 4 ; le pietre, terre, ecc., di 2 1/a milioni su 3 8 ; gli animali e loro prodotti di 1 1 /2 milioni su 3 4 '/ 3 ; meno importante è la diminuzione di entrata del legno e paglia.

Rispetto alle esportazioni 1 0 categorie sono in au­ mento ed alcune sensibilmente come la seta 7 milioni su 1 28, gli animali oltre 3 1 /2 milioni su 6 8 ; le altre sei categorie cbe diminuiscono sono gli spiriti, bevande ed olii, 9 milioni, i prodotti chimici 4 mi­ lioni, il cotone 5, i minerali e metalli 13 1 /2 , i cereali e fa rin e 4 1 / 2 , gli oggetti diversi 1 /2 mi­ lione.

Continuando il solito prospetto delle medie mensili colle quali, per quanto lo permettono le oscillazioni dei valori, il lettore potrà farsi una sufficiente idea del movimento di ciascuna categoria, ecco le cifre che ci risultano. Importazione O So "SS Anno 1881 5 mesi 1881 Bimes. 1882 Trim. 1832 Quad. 1882 5 mesi 1882 ì “ 4.6 6.9 3.1 3.1 2.9 3.0 2“ 8.4 9.1 8.8 9.2 9.1 9.1 3* 4.0 4.1 3.9 3.7 3.7 3.6 4* 2.0 ' 2.1 2.4 2.4 2.5 2.4 5“ 2.9 2.8 3.6 3.7 3.6 3.6 6a 15.7 18.7 14.2 17.9 17.2 18.1 7« 9.4 10.2 6.7 8.4 8.2 7.8 8“ 8.0 11.8 3.4 3.8 4.2 4.1 9“ 4.2 3.8 3.0 3.4 3.5 3.6 10“ 0.7 0.7 0.6 0.7 0.7 0.7 11“ 4.2 4.6 4.1 4.5 4.4 4.3 12“ 18.8 12.5 14.8 15.2 18.6 1,9.5 13“ 7.8 7.6 6.3 6.8 7.1 7.1 14“ 9.1 7.4 9.2 8.8 9.0 9.6 15* 8.5 6.9 6.3 6.7 6.5 6.6 16* 4.4 3.2 2.9 3.2 4.4 3.4 Esportazione Ca te go rie Anno 1881 5 mesi

1881 Bimes.1882 Trim.1882 Quad.1882 5 mesi 1882

l a 14.2 17.2 12.5 13.9 15.3 15.3 2* 0.5 0.3 0.3 0.4 0.4 0.4 3“ 3.7 4.4 3.8 3.6 3.4 3,5 4a 0.8 0.7 0.9 0.9 0.8 0.8 5“ 3.5 3.4 4.2 4.0 3.9 3.6 6* 2.5 3.8 2.6 2.8 2.8 2.8 7a 0.7 0.6 0.6 0.7 0.7 0.7 8a 30.7 25.7 21.6 25.9 22.4 27.2 9a 5.1 5.6 5.2 5.7 5.6 5.8 10» 0.7 0.7 0.9 0.9 0.9 0.9 11» 1.5 1.6 1.3 1.4 1,5 1.6 12a 4.2 5.3 2.1 2.9 2.8 2.6 13a 5.5 6.3 7.3 7.1 6.8 6.5 14a 11.4 11.4 11.6 11.8 10.9 10.5 15a 12.9 13.7 14.2 13.1 14.0 14.4 16“ 1.1 1.1 1.0 1.0 1.1 1.0

Sopra tre categorie specialmente ci pare oppor­ tuno, rispetto alla esportazione, di richiamare segna­ tamente 1’ attenzione. dei nostri lettori: la 5 a cate­ goria : Canapa, lino, juta, ecc., da 4 .2 milioni di media mensile nel 1° bimestre è scesa mano mano a 3.6 avvicinandosi così alla inedia del 1881 risul­ tata 3 .5 milioni. — La 15» categoria, pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli da 7.3 milioni nel primo bimestre ha dato una media mensile sempre decre­ scente tino a ridursi a 6 .5 . Finalmente la categoria 1 4 “ cereali, farine, paste, ecc., da 1 1 .6 milioni è scesa ad una media mensile di 1 0 .5 .

La categoria quinta, canapa, lino, ju ta ecc., rispetto alla esportazione ci dà nei cinque mesi del­ l’anno corrente un valore di poco più di 1 8 m i­ lioni ricavati dalla uscita di circa 1 6 0 mila quintali di merce.

Questi 1 6 0 mila quintali sono rappresentati quasi tutti (oltre 1 2 8 ) dalla uscita di canapa greggia, IO mila da canapa, lino, juta ecc. pettinati, 8 mila da cordami e gomene, 7 mila da filati di lino e canapa semplici e greggi, il rimanente rappresenta quantità e valori di lieve importanza.

Ora, osservando ciascuna di queste voci più no­ tevoli troviamo che la uscita della canapa greggia esordita nel primo mese con 31 mila quintali, rag­ giunse bensì i 6 0 mila nel bimestre, ma poi rimase a 8 4 mila nel trimestre, a 1 1 0 nel quadrimestre, a 1 2 8 mila nei cinque mesi, mentre avrebbe dovuto dare in questo periodo, corrispondendo gli altri a due primi mesi, una uscita di ben 1 5 5 mila quin­ tali, quindi un maggior valore di oltre due milioni e mezzo.

Qual’ è la causa di questa fiacchezza ? — E pri­ ma ancora è questa una oscillazione passeggera 0

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tali la importazione dei filati di lino e di canapa, sebbene invece di poco sia diminuita la entrata dei tessuti delle stesse materie. E non cessiamo di rac­ comandare agli agricoltori : vigilate ; — gli altri paesi produttori di canapa progrediscono con ogni mezzo per aver migliori qualità, non dimenticate che il mercato economico è di coloro che sanno conquistarselo colla abilità.

In minori proporzioni, ma anche la canapa il lino e la ju ta pettinati danno uno stesso risultato di cifre. Cominciata la esportazione con 2 8 0 0 quin­ tali, arrivò a 5 8 0 0 nel bimestre, ma poi rimase a 7 9 0 0 nel trimestre, 9 4 0 0 nel quadrimestre, a 1 0 ,4 0 0 nei cinque mesi.

L ’esportazione invece dei filati di lino e canapa greggi, dà le seguenti cifre: gennaio 1 2 0 0 quintali, febbraio 1 8 2 0 , marzo 1 3 4 0 , aprile 1 3 8 0 , maggio 1431 ; ma con tutto ciò nei cinque mesi ha una cifra di 1 6 9 0 quintali di meno che non nel 188 1 .

Passiamo alla tredicesima categoria : pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli ; essa dà una esporta­ zione complessiva di 3 2 milioni e mezzo raccolti principalmente su otto voci, — la più importante, per valore, è lo zolfo greggio o raffinato che nei cinque mesi diede 16 1¡2 milioni di esporta­ zione, cioè circa 1 4 4 mila tonnellate. — II, mese di gennaio ha dato un’ uscita di 41 mila tonnellate che, mantenendosi la eguale proporzione avrebbero dovuto diventare 2 0 3 mila nei cinque mesi; — ma nel febbraio nonne uscirono che 3 3 mila, nel marzo 2 7 mila, nell’ aprile 2 3 mila e nel maggio 17 mila. Notiamo che tanto nel 1 8 8 0 che nel 1881 la media esportazione mensile di questo minerale era stato di circa 2 4 mila tonnellate.

La seconda voce di questa categoria è per im­ portanza di valore il marmo ed alabastro lavorati eccetto le statue e le tavole ; sono circa 3 milioni e mezzo, nei cinque mesi con un aumento di quasi 8 0 0 mila lire più che nel 1 8 8 1 , cioè da 1 5 7 mila a 183 mila quintali, non essendosi per questa voce mutato il valore. — Vengono poi i vetri, cristalli e smalti in conterie che danno un movimento molto accentuato in questi ultimi m esi; tre mila quintali se ne esportarono nel gennaio, 3 6 0 0 nel febbraio. 3 4 0 0 nel marzo, 3 3 0 0 nell’aprile, ed oltre 4 1 0 0 nel maggio.

Finalmente di minor importanza sono le voci, marmo greggio di cui esportammo nei 5 mesi 3 0 ,6 0 0 tonnellate, 8 mila più dello stesso periodo dell’anno decorso; rappresentano pero appena 1 1|2 milione di lire ; — le pietre da costruzione greggie di cui mandammo fuori a tutto maggio, 27 mila tonnel­ late poco più di 1 milione di lire, 1|5 di più del­ l’anno passato, i laterizii di cui si esportarono 2 3 mila tonnellate, 7 mila più dell’ 81 per un milione circa di lire.

Dal che possiamo desumere che se la categoria presenta un regresso di uscita, abbastanza notevole è da attribuirsi nella massima parte allo zolfo greggio e raffinato la cui esportazione è in decre­

scenza come abbiamo veduto.

Vediamo ora la 1 5 a categoria l’ ultima di quelle che vogliamo oggi esaminare. Delle otto voci che anche qui costituiscono la base della categoria, ve­ diamo prima la più grossa gli aranci e limoni di cui a tutto maggio si è esportato per oltre 1 8 mi­ lioni e mezzo di lire, cioè più di 7 7 9 mila quintali. Nell’eguale periodo del 1881 vi era stata una esporta­

zione di 8 1 5 mila quintali quindi una differenza in meno per quest’anno di quasi 3 6 mila quintali rap­ presentanti circa un milione e mezzo. — Il movi­ mento di questa merce è appena sensibile in gennaio febbraio, cioè 2 4 0 0 quintali circa al mese, e di­ viene rilevante in marzo 5 3 0 mila quintali ; fu una grande esportazione di 4 2 mila quintali, più che nel marzo 1 8 8 1 ; ma fu a detrimento dei mesi suc­ cessivi; nell’ aprile uscirono soli 1 2 0 mila quin­ tali cioè 5 4 mila meno del 1881 e nel maggio soli 1 1 8 mila quintali, cioè 1 6 mila quintali meno del 1881 ; — così la eccedenza si ridusse in una defi- cenza di quasi 3 6 mila quintali.

Viene poi il riso con o senza lolla di cui nei 5 mesi uscirono 3 5 mila tonnellate, due mila di più del 1881 nello stesso periodo. Qui il valore, a mente della statistica, sarebbe diminuito di 5 8 0 ,0 0 0 lire essendosi diminuita la unità di misura da 4 2 0 lire la tonnellata a 3 8 5 .

Il frumento diede non minore esportazione di 1 0 mila tonnellate, mentre la importazione eccedette quella del 1181 di 1 4 mila tonnellate. Questa dimi­ nuzione è tutta a carico del mese di maggio in cui si elevò a 10 mila tonnellate mentre sino all’ aprile segnava ancora una lieve eccedenza. È a notarsi però che i 3 milioni e mezzo di minore esportazione sono in parte prodotti della diminuzione della unità di valore ridotta da 3 00. a 2 7 0 la tonnellata.

Anche le paste di frum ento danno un aumento di uscita di 1 1 7 4 quintali giungendo a 2 7 ,8 8 0 , così le mandorle senza guscio aumentarono di 2 7 0 0 quintali su .10,2 0 4 del 1 8 8 1 . Più notevole ancora l’aumento dei semi non oleosi che diedero una mag giore esportazione di 6 4 0 0 quintali per 1 2 ,9 0 0 e dei legumi e ortaggi freschi la cui uscita giunse nei cinque mesi a -74,500 quintali mentre erano stati 6 4 ,5 0 0 nel 188 1 .

Come si vede adunque in questa categoria la di­ minuzione è costituita specialmente da due voci fr u ­ mento e limoni ed aranci.

Prima di chiudere diamo lo specchio della espor­ tazione degli animali, eloquentissima risposta alle grosse fiabe spacciate pochi mesi or sono.

Nei mese di maggio si ebbe una uscita :

1882 1881 Differenza

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L ’ E C O N O M I S T A

2 luglio 1882

LA TASSI DI RICCHEZZA UBILE APPLICATA ALLA IRINA

i.

Tutte le persone interrogate della Commissione di Inchiesta per la marina mercantile, più o meno hanno protestato contro la enorme gravezza di tasse d’ogni genere che al presente opprimono in Italia Ja marina destinata al commercio. Salvo alcuni dispa­ reri, si può dire che la unanimità le ha dichiarate tutte quante troppo alte, sia in proporzione degli scarsi lucri che oggi si ritraggono dall’ esercizio della industria marinaresca, sia a paragone di quelle che per titoli eguali o consimili si pagano nei paesi esteri. Ma il punto indistintamente preso di mira da tutti, il chiodo sul quale tutti hanno battuto, è quello della tassa sulla ricchezza mobile. Non solo è stata affermata troppo gravosa, non solo è stato dimostrato che la si applica secondo criterj spesso cervellotici e ad ogni modo i più disparati, in guisa da produrre enormi diseguaglianze di trattamento tra le varie pro­ vinole del Regno, ma ne è stata da più d’uno negata addirittura la legittimità.

Trattandosi di una questione che interessa in sommo grado l’ economia nazionale, e sulla quale d’altronde furono interrogate persone, nel complesso competentissime, è naturale che i loro responsi si abbiano a considerare forniti di molto valore. D’altra parte parecchi fra gli interrogati essendo personal­ mente interessati nella questione medesima, è giusto e necessario analizzare i loro giudizi, confrontarli, e sceverare il molto vero che contengono da quella parte di esagerato e di assurdo che possono per av­ ventura racchiudere. Incominciamo dunque dallo esporli ordinatamente, servendoci di quelle stesse espressioni che si trovano negli atti della Commis­ sione d’ Inchiesta. Un altro giorno verremo alla con­ clusione, dicendo anco il nostro modesto parere in proposito.

L a tassa di ricchezza mòbile colpisce spesso redditi che non esistono.

Dal momento che il capitale impiegato nella na­ vigazione non dà rendita e va ogni anno deperendo, è ingiusto conservare una tassa su redditi supposti. (Cacace cav. Mariano, membro della Camera di co m ­ mercio di Napoli).

Le cose della marina da vari anni andarono sem­ pre in peggio, giacché si continua a far pagare le stesse tasse, ed anche quella di R. M. su guadagni inesistenti. (Casaretto sen. Michele, Genova).

L a tassa di R. M. pone gli armatori nella dolorosa posizione di pagare per redditi che non hanno e di sacrificare una porzione del capitale. (Vari armatori e capitani marittimi di Livorno. Inchiesta scritta).

Prima causa della decadenza della marina mer­ cantile è la tassa di R. M. Questa tassa in realtà rappresenta più del 14-per cento sugli utili. Il fisco valuta il capitale investito nel bastimento, suppone un reddito ipotetico, nel quale è pure compresa la quota d’ammortizzo, e tassa in proporzione. Oltre l’aggravio che l’armatore sopporta per la sua indu­ stria, ha pure il carico della tassa pel capitano e pel secondo: tutto questo sopra un reddito che talvolta non sussiste e talora è un debito. Non vorrebbe per questo abolita la tassa perchè tale abolizione potrebbe

parere un privilegio; vorrebbe bensì che fosse ap­ plicata in ragione dei lucri reali e non dei supposti liberando poi gli armatori dall’onere di dover pagare pei loro dipendenti. Vorrebbe insomma che non si facesse pagare tassa quando il bastimento non ha dato un profitto netto. (Di Stefano prof. Mario. Ca­ tania).

Il tassare una industria così eventuale come la marittima sopra presunti guadagni, che poi non si realizzano, non. pare nè giusto nè politico. Essa do­ vrebbe contribuire solamente in ragione del suo pro fitto netto effettivo. (R . Console Generale. Liverpool).

L a tassa di R. M. colpisce redditi prodotti fuori dello Stato.

È da osservarsi che le navi non dovrebbero pa­ gare la ricchezza mobile, perchè la maggior parte degli utili sono ottenuti all’estero. (Casaretto, sena­ tore Michele. Genova).

L ’ ingiustizia della tassa di R. M. per le navi è resa patente dal fatto che sono obbligate a pagarla anche quando sono all’estero e non guadagnano per­ ciò nello Stato, e quando anzi sono gravate colà da altre tasse parimente governative, quali sono i diritti consolari. (Capitano Berlingieri, Genova).

I redditi di questa industria non sorgendo nello Stato, non si dovrebbero colpire, come non si col­ piscono i redditi nazionali nelle colonie. (Pieruzzini, cav. Giovanni. Livorno).

È dubbio se l’applicazione di questa tassa si ac­ cordi collo Statuto, il quale dice che i cittadini de­ vono concorrere indistintamente ai carichi dello Stato in proporzione dei loro averi; è dubbio se sia le­ gittimo il percepire questa imposta sopra una pro­ prietà che è soggetta ad una contribuzione diretta; ma certo non è giusto che si colpiscano le navi che trafficano all’estero e che pagano i diritti consolari. (Vari armatori e capitani marittimi di Livorno. In­ chiesta scritta).

La tassa di R. M. applicata alle navi, specialmente per le operazioni commerciali eseguite all’estero può con ragione ritenersi come un duplicato ingiusto di tributi. Dato e non concesso che l’ imposta di R. M. sia realmente dovuta dagli armatori, dovrà pagarla l’ armatore di quel bastimento che per due o tre anni consecutivi traffica all’ estero pagando le tasse consolari e quelle di porto, mentre la legge per la imposta della R. M. colpisce solo le industrie eser­ citate nel Regno? (Camera di commercio di Cagliari. Inchiesta scritta).

È unanime la domanda della esonerazione dei ba­ stimenti dalla tassa di R. M. Si osserva che mentre la legge 2 4 agosto 1 8 7 7 sottopone alla tassa i red­ diti prodotti nello Stato, i bastimenti ritraggono i loro redditi sul mare e spesso all’estero. La questione venne portata dinanzi ai tribunali, e sebbene non ancora decisa, può tenersi in considerazione in linea di provvedimento per equiparare la condizione della marina nazionale a quella estera. (Avv. Mario Cor- rao. Palermo. Inchiesta scritta.)

Caratteri speciali della marina mercantile che con­ sigliano di esentarla dall' imposta di R. M. Analogia con altre forme di industria che godono siffatta esenzione.

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L’ E C O N O M I S T A

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dere gli stessi favori. Tale dubbio, al quale si vor- rebbe^attrìbuire un grande valore, fu pure sollevato durante le discussioni della Camera e del Senato francese che precedettero la votazione delle ultime leggi protezioniste, e fu risoluta vittoriosamente colle seguenti considerazioni: 1° Che la naviga­ zione deve considerarsi come una continuazio­ ne delle strade ferrate, che se per queste gli Stati tutti si sono sobbarcati a sovvenzioni ecce zionali non si possono favori consimili negare alla navigazione la quale è una continuazione di quelle; 2° Che la navigazione rappresenta un’ industria tutta affatto eccezionale che si esercita al di fuori del confine dello Stato e che deve sostenere una lotta di concorrenza in mari liberi senza alcuna protezione men­ tre tutte le altre industrie sono protette da dazi di con­ fine. 3° Che l'industria della navigazione riguarda la difesa e la sicurezza dello Stato; 4° Che lo sviluppo di essa è necessario per prendere posto nel com­ mercio mondiale e per tenere lo Stato in comuni­ cazione coi lontani paesi e colle colonie. (Orlando Comm. Luigi. Livorno).

Dalla tassa di IL M. pare a taluno non giusto eso­ nerare la piccola marina. Certo l’ uguaglianza esige che questa tassa sia pagata da tutti, ma noi vediamo che l’esercizio dei fondi rurali, quando è fatto dallo stesso proprietario non va soggetto a ricchezza mo­ bile. Trattandosi di piccolo cabotaggio è desiderabile che si facilitino le operazioni di questi armatori commercianti i quali dirigono bastimenti che al più possono essere di 2 0 0 tonnelllate. Essendo questa industria gerita da chi è a! tempo stesso armatore e commerciante, si hanno maggiori garanzie che la sua iniziativa possa dare migliori risultati. (Giacomazzi- Favara Salvatore. Trapani).

Per modo stesso che nelle altre industrie non si tassa lo strumento, così non si dovrebbe tassare la nave quando il commerciante se ne giova per lo esercizio del suo commercio. (Salvo Gaspare, arma­ tore. Trapani).

Una peculiarità s’ incontra nella nostra e nelle industrie equivalenti che son molte in Italia ; ed è che l’ armatore è contemporaneamente trafficante; vai quanto dire che esso si serve del bastimento come di un mero e semplice strumento di produzione. Ora nelle regole comuni la produzione e lo stru­ mento sono in massima colpiti soltanto da una tassa; esempio l’industria agricola esercitata per conto pro­ prio, la quale è soltanto passibile dell’imposta pre­ diale, qualunque sia il movimento dei capitali im­ piegati nella coltivazione. (Camera di Commercio di Trapani. Inchiesta scritta).

Non mancano i precedenti per giustificare il con­ cetto di far pagare una sola e non due volte la R. M. sulla marina. Infatti trattandosi dell'agricoltura, ri­ conosciuto per vero, come è verissimo che interessa altamente al benessere dello Stato, il fare che la proprietà agricola venga esercitata e fatta valere dalle mani del suo proprietario, il legislatore nella sua sapienza per ottenere una agricoltura razionale ed intensiva, ha esonerato dall’ imposta sulla R. M. coloro che impiegano i propri capitali alla coltiva­ zione delle proprie campagne. Or per identica ra­ gione è necessario che per avere una marina sobria, morale ed intelligente, il capitale dell’ armatore che specula e mercanteggia col proprio bastimento sia sottratto alle esagerate valutazioni degli agenti delle tasse. (G iacom azzi-Favara. Trapani. Inch. scritta).

Notizie economiche e finanziarie

Pubblichiamo quale venne approvata dalla C a­ mera la nuova tariffa telegrafica che va in vigore col I o gennaio 1 8 8 3 :

Art. ì . La tassa per ciascuna parola oltre le 13 è ridotta a cent. 5. La tassa pei telegrammi urgenti è ridotta a L. 3, con aumento di cent. 13 per ogni parola oltre le 13. La tassa del telegramma sema­ forico è fissata a L . 2 per qualunque numero di parole, oltre la tassa relativa alla percorrenza delle linee telegrafiche, quando ne sia il caso. Per i va­ glia telegrafici rimane ferma la tassa di L. 1. Si riscuote ìa tassa di cent. 3 per ogni parola aggiunta dal mittente del vaglia.

Art. 2. 11 mittente di qualsiasi telegramma ha di­ ritto di richiederne la ricevuta all’ Ufficio, mediante il pagamento di cent. 5 per ogni ricevuta.

Art. 3. L e frazioni inferiori a cent. 3 della tassa risultante dalla tariffa sono computate a cent. 3. Dove e quando lo reputi opportuno, il Governo è autorizzato a far riscuotere la tassa anche per mezzo di francobolli.

Art. 4. U Governo è antorizzato a stabilire la tariffa per la locazione dei fili telegrafici o di con­ versazioni telegrafiche fra i privati, e per le con­ versazioni telefoniche fra gli abbonati, qualora il Governo assumesse direttamente il servizio tele­ fonico.

— Dalla statistica del commercio francese per i primi cinque mesi del 1881 e del 1 8 8 2 , rileviamo che quest’anno è molto cresciuta l’importazione del bestiame italiano. E cco le cifre:

1881 1882

Buoi . . . . N. 7 ,5 2 6 N. 16 ,9 7 7 V acch e. . . . » 2 ,4 8 8 » 4 ,6 1 7 Vitelli . . . . » 4 ,8 7 9 » 7 ,3 5 0 Bestiame ovino . » 6 5 ,4 2 7 » 8 1 ,9 8 3 Solo per i porci si nota una ragguardevole di­ minuzione, e ciò sopratutto a cagione dello scarso allevamento.

__ La Commissione dei valori per le statistiche doganali ha pubblicato in un volume i suoi atti per gli anni 1 8 8 1 - 8 2 .

— La fabbrica lombarda di prodotti chimici ha domandato al Governo che I’ adulterazione dell’ al­ cool destinato alla fabbricazione dell’ etere solforico ' avvenga non coll’acido solforico ma con dell etere.

__ La Camera di commercio di Cagliari aveva domandato al Governo la facoltà di aumentare ed estendere la tassa che essa riscuote sulle polizze di carico.

Il Ministero, avendo invece intenzione di far scomparire gradatamente siffatta imposta, la quale mentre rende poco alle Camere di commercio, in­ ceppa l’andamento dei traffici, ha risposto negati­ vamente alla domanda della Camera di Cagliari.

— La moneta divisionaria d’ argento emessa dal Tesoro in ragione del 3 per cento sugli stipendi e pensioni dal luglio 1 8 8 1 al marzo dell’ anno 1 8 8 2 fu di . . ...L. 3 ,9 2 4 ,1 0 6 5 0

quella pagata in ottobre e novem ­ bre 1881 in ragione del 2 0 per cento

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L ’ E C O N O M I S T A quella data in cambio di biglietti

logori da cent. SO dal d i c e m b r e ^ )

al marzo 1 8 8 2 fu di . . . . » 2 ,0 2 0 ,9 0 1 -Totale L .T ,5 0 3 ,4 1 6 — Di questa somma la più gran parte, L. 4,8 2 8 6 3 “» 8 0 rientro in pagamento di dazi doganali, L. 2 6 8 0 704 70 restarono, parte in circolazione, parte ’e E rono alle coste barbaresche in Grecia, ove la

mone

a di- visionaria italiana è ricercata.

Dei soli pezzi da cent. 50 ne furono emessi dal dicembre al marzo per L . 3 ,8 7 3 ,4 1 4 .5 0 : ne rien­ trarono in pagamento di dazi doganali per 2 8 4 8 8 7 0 lire; ne rimangono in circolazione per L. 1 ,0 2 0 ,5 4 4 SO

., I versamenti fatti dai banchieri al Governo ndliónib0|aZ,0ne del C° rs0 forzoso ammontano a 4 0 0 milioni, la maggior parte in oro.

— Il Ministero delle finanze ha pubblicato il volume contenente gli Atti del Collegio dei periti m materia doganale, per l’anno 1 8 8 1 . P — Si è riunita la Giunta per le Casse di ri sparlino colf intervento dell’onorevole Berti. Questi accetto un contro progetto della Giunta informato

M

; é , , i e„ r o m ic i p ,ù “

• N e è

U n’associazione d’ industriali di Napoli studia

tariffaOPd°oganale G° Vern° P6r la revisi° ne della r , Plamo 11 prospetto delle vendite dei beni im­ mobili pervenuti al Demanio dall’Asse Ecclesiastico

1 (¡"gi u u ( P;UJblC31 ° da,la Gazzetta Ufficiale del

• » ~ 8 " ajBldIld en u n ciata nei Cremonese si è estesa anche nella provincia di Brescia e nei paesi finitimi con le provincie di Mantova e di Cre­ mona. La maggior parte dei contadini che si sono SLMPeir° so.no ì così delli giornalieri e di­ sobbligati. Ne braccianti, ne bifolchi si sono mossi

t o r ^ W eCre,Ì 601 1 5 ^ugno «»no state au- torizzate la Banca cooperativa di Castelfrentano con

6 0 0 0 lire di capitale nominale ed azioni di lire 3 0 e la Banca popolare di Palermo con 1 0 0 ,0 0 0 lire di capitale ed azioni di L . 50.

• Go.n n68'0 decre,t0 delio «tesso giorno è stato auto-rizzato ! aumento da 2 0 a 4 0 mila lire del capitale della Banca cooperativa popolare di Molfetta me­ diante una emissione di 2 0 0 0 azioni da lire 90

ciascuna. - u

Credito commerciale di Firenze società ano­ nima in formazione, mercoledì 12 luglio terrà la sua prima adunanza per procedere : all’accertamento e determinazione del numero delle azioni sottoscritte e constatazione del versamento della prima rata- con-S i i ? » * >■ *'»■ » »•«■ le M i » . zione della Società ed atti ad essa relativi; nomina

e p o c h e D E L L E V E N D I T E Numero dei lotti

1

P R E Z Z O d’asta | d'aggiudicaz. Nel maggio 1882 . . . . Nei mesi precedenti . .

N ell’anno 1882 . . . Dal 26 ottobre 1867 a

tutto il 1881. . . . . . Totale dal 26 ottobre 1S67

a tatto maggio 1882 . 254 864 501,084 93 1,382,917 37 662,87 34 1,041,351 90 1118 136993 1,884,002 30 440,477,967 41 2,304,224 24 564,010,096 98 138111

J

442,361,967 71 ¡ 566,315,131 22

dei funzionari della Società, cioè otto consiglieri di amministrazione effettivi, due consiglieri supplenti, due sindaci effettivi ed un sindaco supplente^

La circo are che annunzia la convocazione è fir- mata semplicemente « 1 Promotori ».

— Il riassunto della navigazione per operazioni di commercio nel porto di Genova durante il mese d. maggio 1 8 8 2 è come segue:

Dallo Stato (Velieri) . . 279 14,229 254 16 586

nal , , Va,P°r!) . . 64 25,568 104 52’, 142

Dall Estero (Velieri) . . 59 14;406 48 r7 566

» (Vapori) . . 1 4 0 126,458 109 98,447

Totale generale 542 180, 661 515 184, 761

Nel settembre prossimo verrà inaugurato in Arezzo, come abbiamo già annunziato, il monumento a Guido Monaco.

A celebrare degnamente questa solennità, avranno luogo un concorso agrario regionale, cui prenderanno parte le provinole di Firenze, Arezzo, Perugia, Gros­ seto e Siena; un concorso industriale, che sarà come I complemento di quello agrario; un Congresso in­ ternazionale di canto liturgico; e finalmente un con­ sig li “ azionale tra i fabbricanti di strumenti

mu-La situazione della Banca Nazionale al 4° giu­ gno scorso confrontata con quella della decade pre­ cedente presentava le seguenti variazioni:

a 188 QPSV0OQQSD 6 ! f rr n’ aumen‘° da 182»304,793 n ì TOfiòiMe Portafoglio, aumento da 173,133,385

! m i a o ™ ’ anticipazioni, aumento da 49,280,807 l ^ Q o ' ^ 1ft6 ’nCred!t!’ aumento da 138,542,976 a P08111 aumento da 320,668,631 a

a 9 0 481 4 1 7 artUe Vane’ dlmmuzione da 9 7 ,8 8 9 ,0 3 8 „ ^ « pa^ iv° \ Gii,colazione> aumento da 4 0 5 ,5 2 0 ,1 4 8 a 4 0 6 ,5 2 1 ,4 3 3 ; Conti correnti e altri debiti a vista aumento da 3 2 ,2 5 7 ,7 4 5 a 3 3 ,1 6 0 ,5 6 3 ; Conti c o r - re« o o o i Ì a scadenza diminuzione da 6 5 ,0 0 6 ,7 8 7

.* E T ™ ie’ da

K J f , rendue dei corrente ascendevano esercizio a 5 ,/6 1 ,o 2 5 e le spese a 3 ,0 5 3 ,2 7 3 .

II rapporto fra il capitale e la circolazione era di ,. a quello fra la riserva e la circolare più gli altri debiti a vista era di 1 a 2 ,4 8 2 .

. La situazione della Banca Romana al 31 Maggio confrontata con quella della decade prece­ dente dava le seguenti variazioni:

All’ attivo : Cassa e riserva, dimuinuzione da a 1 6 ,4 6 2 ,4 3 5 ; Portafoglio aumento da 2 8 ,8 7 3 ,8 0 9 a 2 9 ,2 2 0 ,2 9 8 .’ Gli altrf conti non pre­ sentano che lievissime variazioni. r » H J T f o I o G'rc ,,!azione> aumento da 4 1 ,3 3 2 ,2 5 0 a 4 3 ,5 4 1 ,3 6 8 : Conti correnti debiti a scadenza di­ minuzione da 9 ,5 8 9 ,0 5 7 a 6 ,8 0 6 ,3 5 3 lire.

wfiLe0 “ (ll'e del corrente esercizio ascendevano a 7 9 6 ,8 1 1 e le spese a 1 8 7 ,5 9 6 lire.

i 11 o f f 110 fra,1il capitale e la circolazione era di J a 2 ,9 0 - e quella fra la riserva e la circolazione più gli altri debiti a vista era di 1 a 2 .7 1 8 .

— In Francia fu prorogato per 4 4 mesi, cioè fino a 6 settembre 1883, il termine per l’adozione ob­ bligatoria dell alcolom etro di G ay-Lussac in tutte le transazioni commerciali.

- Durante il mese di maggio del 4 8 8 2 , secondo

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L ’ E C O N O M I S T A

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i dati statistici della stazione ferroviaria di Udine, nella quale nmmu sede gli uffici doganali di confine, per le vie Cormons e Pontebba si importarono in Italia le seguenti quantità di birra austriaca in ba­ rili : Schreiner 5 5 6 8 , Liesing, 3 7 0 5 , Drelier 1 4 6 5 , Puntigam 9 8 3 , Reininghans 1 9 9 6 . Totale 1 3 ,7 1 5 .

— F u testò tenuta ad Heidelberg una Conferenza generale delle ferrovie dell’Europa centrale per pro­ muovere con tariffe ridotte i trasporti tra l’ Austria- Ungheria ed i porti tedeschi.

— La questione dell’ interessenza degli operai negli utili delle aziende industriali, accenna in Fran ­ cia a fare un passo deciso in avanti. Una commis­ sione parlamentare ha infatti riferito in questi giorni dichiarando assecondabile una proposta di legge per la quale si farebbe obbligo al Governo di applicare o di fare applicare il principio della partecipazione agli utili in tutte le imprese di carattere continuo, condotte dalla amministrazione pubblica o dalla me­ desima concesse ad altri.

— Il 3 0 giugno il sig. Lesseps in compagnia di alcuni suoi confratelli partì per Douvres per visitare la galleria sotterranea del tunnel sotto la Manica. Il tunnel, dal lato di Douvres è già traforato per una lunghezza di 1 8 0 0 metri, di cui 1 4 0 0 sotto il mare. Per tracciare le gallerie nello spessore della creta marnosa viene adoperata una macchina del colon­ nello Beamont.

L ’effetto di essa è ammirabile; ogni giorno s’ a­ vanza di 2 5 metri.

I lavori furono pure incominciat; sulla costa fran­ cese. I terreni finora attraversati dal lato di Douvres sono perfettamente asciutti.

— La situazione degli zuccheri al 1° giugno sopra i principali mercati europei era la seguente :

1882 1881 1880 Olanda . . . . Q.li 81,000 5,000 30,000 Anversa . . > 10,000 16,000 17,000 Trieste . . . » 86,000 61,000 A m burgo. .• » 4,000 — 17,000 H avre. . . . » 30,000 73,000 50,000 Inghilterra . » 4,507,000 3,441,000 8,865,000 Totale Q.li 4,718,000 3,441,000 3,865,000

— Rapporto al raccolto granario agli Stati Uniti troviamo nei giornali il seguente telegramma :

« Si assicura da persone competenti che il ra c ­ colto del frumento promette di essere più raggu ar­ devole che noi sia stato da parecchi anni.

« I lavori del raccolto cominciarono nel sud del Missouri. Il grano è abbondante e la qualità bellis sima. Nel sud dell’ Illinois, il frumento sta per es­ sere tagliato; la quantità e la qualità vi sono egual­ mente superiori. Da ogni parte i rapporti sono e c ­ cellenti e si spera perciò un buon raccolto. »

— Il 2 2 giugno la situazione delle Banche di Francia e d’Inghilterra presentava in confronto della settimana precedente le seguenti variazioni :

Banca d i Francia Aumenti

Incasso m etallico... F r . 1 6 ,6 2 i,3 2 3 Conti correnti del Tesoro . . . » 1 1 ,0 8 0 ,4 2 9 Conti correnti particolari . . . » 1 8 ,1 1 7 ,4 7 1 Sconto ed interessi diversi . . » 6 5 9 ,4 9 9

Diminuzioni

Portafoglio commerciale. . . . F r. 2 6 ,2 2 0 ,8 0 6 A nticipazioni... » 5 ,5 8 5 ,4 9 6 Circolazione biglietti... » 5 1 ,5 9 5 ,7 5 5 Bilancio ottimo, non moltà attività, ma andamento regolare e promettente.

Banca d’ Inghilterra Aumenti

Conti correnti del Tesoro . . . . Ls. Conti correnti particolari . . . . » Portafoglio ed anticipazioni . . . » Incasso metallico... » Riserva b ig lie tti... ... »

Diminuzioni

Circolazione biglietti... L s. 2 4 4 ,3 3 0 Bilancio buono, le proporzioni dell’ incasso cogli impegni si portarono al 4 6 1 /8 p. 0 /0 .

SOCIETÀ DELLE STRIDE FERRITE ROUIE II LIQUIDAZIONE

(A du nanza d e l dì 2 8 giugno 1 8 8 2 ). L ’adunanza è aperta alle ore 12 1 /2 pomeridiane sotto la presidenza del senatore Edoardo Deodati, presidente della Commissione liquidatrice. Sono pre­ senti i membri della Commissione e i componenti l’antico Consiglio della Società.

Il Presidente ordina ai signori notari di dar lettura degli avvisi di convocazione inseriti nella Gazzetta

Ufficiale.

Sono presenti numero 1 0 7 azionisti. Le azioni rap­ presentate ascendono a numero 9 5 5 8 4 delle quali trentennarie numero 5 4 3 7 , privilegiate 7 1 8 8 , co­ muni 8 2 9 5 9 , per un capitale d i.L. 4 7 ,7 9 2 ,0 0 0 aventi diritto a voti 9 5 0 7 .

Il Presidente dopo aver dichiarata legalmente co­ stituita l’assemblea dà lettura di un discorso diretto a spiegare le ragioni della presente convocazione.

Il signor Motta domanda la parola per interpellare il Presidente sopra lo stato e le condizioni della li­ quidazione.

Il Presidente prega il signor Motta a non volere insistere nella sua domanda perchè l’ andamento e lo sviluppo delle operazioni dipendono da certi rap­ porti con le amministrazioni governative dei quali oggi è impossibile di dar conto. Soltanto il Presi­ dente promette a nome della Commissione che non sarà perduto un minuto di tempo a profitto degli azionisti, i quali attendono da tanto la liquidazione.

Il cavalier Giacomo Motta come direttore della Unione delle Banche Piemontesi e Subalpina di To­ rino e come rappresentante alcuni azionisti, rispet­ tando il riservo del Presidente, raccomanda, anche a nome di tutti gli azionisti, alla Commissione che nei rapporti col R. Governo sia sollecitata la liquidazione. Di questa domanda si prende atto.

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426

L ’ E C O N O M I S T A

2 luglio 1882

Invitati i Smelaci nominati nell’ ultima Assemblea generile, della Società per esaminare e riferire sul Bilancio, il socio Morghen propone che sì ometta questa lettura essendo il rapporto pubblicato perle stampe e comunicato a tutti gli intervenuti. Appro­ vata la proposta Morghen il Presidente apre la di­ scussione sul Bilancio.

Nessuno chiedendo la parola è posta ai voti l’ap­ provazione del Bilancio al 31 dicembre 1 8 8 1 , che è provato all’ unamità.

Il Presidente domanda che l’assemblea al seguito dell approvazione del Bilancio e riconosciuto sciolto ogni vincolo sui depositi dei cessati amministratori autorizzi la R. Amministrazione-delie romaue a resti­ tuire i depositi stessi. È approvato all’ unanimità.

.Si. P'issa alla nomina dei due supplenti nella com­ missione liquidatrice in surrogazione del sig. Capi­ tano Piero Dini rinunciatario e de! cav. Adolfo Bru- n'cardi divenuto membro effettivo della Commissione al seguito (iella rinunzia del cornili. Niceo’ò Nobili.

Fatto dai signori Notari lo spoglio delle schede rimangono eletti e proclamali liquidatari supplenti i signori Ettore Ravà e cav. Giuseppe Peyron.

LA RELAZIONE

D E L L A

COMMISSIONE PERMANENTE PER L’ESECUZIONE DELLA LEGGE

SULL* ABOLIZIONE DEL CORSO FOllZOSO

La commissione permanente per l’ esecuzione della legge abolitiva del corso forzoso ha presentato al Parlamento la sua relazione che arriva fino alla se­ conda emissione, esclusive, del prestito contratto a tale scopo.

Essa non è che una storia delle operazioni finan­ ziarie che furono fatte e che furono via via esaminate in queste colonne. Non ostante crediamo opportuno riassumerla sulla scorta della relazione stessa.

Il prestito per l’abolizione del corso forzoso fu di 644 milioni dei quali 4 0 0 in oro e il resto in a r­ gento. ha assunto a forfait da tre gruppi rappre­ sentati dalia Banca Nazionale. Essi sono il gruppo inglese rappresentato da Baring e Hambro, il fran­ cese dalla Banque d’éscompte e l’italiano rappresen­ tato dal Credito Mobiliare.

Questi tre gruppi si divisero il prestito nelle se­ guenti proporzioni, l’italiano ne ebbe 2 1 4 milioni, e l’inglese e il francese 2 0 0 ognuno.

Tutti conoscono l’eccellente resultato della prima emissione che fu di 3 6 3 milioni, e coperta ben al di la della domanda ; e perciò le sottoscrizioni furori sottoposte a riduzione. 1 versamenti furono scalati dal luglio 1881 al settembre 1 8 8 2 ; l’epoca media di essi potendosi dunque calcolare al 51 marzo 1882 ne resultò agli assuntori un vantaggio di un tri­ mestre d’interessi, perchè il godimento di essi data dal primo gennaio di questo anno. Questo guadagno netto di tassa, è dell’1,08 per cento.

La concessione fu fatta a 8 8 ,2 3 0 /o da cui de­ ducendo qnell’ l ,08 0 /0 resta 8 7 ,1 7 prezzo definitivo a cui il governo italiano concesse ai gruppi su men­ tovati l’assunzione del prestito.

Essi emisero il prestito a 9 0 0 /o con un benefizio di 2 ,8 3 0 /o - Ma siccome essi accordarono ai sotto­ scrittori il godimento degli interessi a datare dal I o |

Gennaio 1 8 8 2 in poi, è a detrarsi da questo guadagno il 2,17 0 /o , frutto di un semestre che essi paga­ vano in più ai sottoscrittori, per cui esso si riduce a 0 ,6 6 0 / o .

1 versamenti in. oro si fecero, parte in moneta de­ cimale avente corso nel Regno, e parte in barre di oro o monete straniere calcolate al loro valore ef­ fettivo, secondo le tariffe della banca di Francia che è quella che riceve l’oro al titolo più vantaggioso.

La ragione die consigliò l’accettazione dell’oro in barre e delle monete non decimali si fu quella di evitare al mercato monetario mondiale una troppo grave perturbazione che sarebbe inevitabilmente ac­ caduta sé una sola specie di moneta fosse stata con maggior premura richiesta. Le vicissitudini per le quali dovette passare il mercato monetario durante il passato anno in conseguenza dell’ostinata domanda di oro per parie degli Stati Uniti d’America ha pie­ namente giustificaio queste previsioni, e fatto com ­ prendere con quanta saggezza erano stale, molti mesi innanzi, stabilite.

La Banca Nazionale partecipa per 4 9 milioni a questo prestito.

Queste cifre attestano in un modo non dubbio la verità di ciò clic più volte fu ripetuto, esser questo prestito una fra le più vantaggiose di quante ope­ razioni finanziarie abbia l’erario italiano concluse lino ad oggi.

CRONACA DELLE C U B E DI COIEECIO

Camera

di

Commerc o

di

Livorno.

— Nella riu ­ nione del 3 0 maggio «i presero le seguenti delibe razioni. •

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