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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.09 (1882) n.409, 5 marzo

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G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno IX - Yol. XIII

Domenica 5 Marzo 1882

N. 409

LA NUOVA LEGGE SUL CREDITO FONDIARIO

Come i lettori ricorderanno, più volte nell’anno scorso trattammo del credito fondiario. Tra le altre cose fu da noi dato un sunto delle deliberazioni prese dal Congresso riunito per studiare le riforme da farsi alla legge del 14 giugno 1866. (Vedi i N. 360 e 361 dell’ Economista). Adesso sono stati pubbli­ cati quasi contemporaneamente il nuovo progetto di legge, ispirato in gran parte alle suddette delibera zioni, e gli atti del Congresso che contengono i ver­ bali delle sedute tenute dal Congresso medesimo nel mese di marzo 1881. Il progetto di legge fu pre­ sentato al Senato del Regno nella tornata del dì 17 novembre scorso dal ministro Berti, di concerto coi ministri Magliani e Zanardelli. Esaminandolo, non sarà inopportuno raffrontarlo coi risultati delle discus­ sioni del Congresso, quali appaiono dai verbali sopra ricordati.

Le riforme arrecate dalla legge proposta alla legge vigente sono troppo numerose e svariate per potersi esaminare negli angusti confini d’un articolo. Quindi limitiamoci, per oggi, a quelle soltanto d’or­ dine generale.

La prima concerne la soppressione delle zona e l’estensione dell’esercizio del credito fondiario a nuovi istituti. E noto che per le leggi vigenti oggi lo eser­ citano otto istituti, ciascuno in una determinata zona. Quello di ammetterne altri o no, era già un quesito proposto alle deliberazioni del Congresso; ma a dar­ gli una maggiore importanza pratica concorsero due istanze, una della Cassa di Risparmio di Genova, intesa ad ottenere la facoltà di esercitare tale forma di credito nella Liguria, l’altra della Banca Popolare di Vicenza, richiedente eguale facoltà per le pro- vincie venete. Il relatore, onorevole Pericoli, con­ chiuse, dinanzi al Congresso, per la negativa. Espri­ mendo la fiducia che il credito fondiario sia per re­ care benefizii sempre maggiori alla proprietà immo­ biliare italiana e che la cartella fondiaria, già abba­ stanza accreditata, sta per prendere il sopravvento su molti altri titoli che sono in commercio e venga facilmente negoziata anco sui mercati esteri, egli aggiungeva : « Ora si comprende che per giungere a questi resultati occorreranno tempo ed opportune graduali riforme in questo servizio del credito fon­ diario, nel quale (riconosciamone il merito a chi lo immaginò) sono sani i criterii coi quali fu costituito in Italia e tradotto in forinole legislative sopra basi che a mio avviso sono solide ed inalterabili. Però sembrò al Comitato che vedendo pure non troppo prossimo l'ideale desiderato, nessuna delle riforme

che si propongono debba allontanarcene. E cene allon­ tanerebbe certamente la sopravvenienza di nuovi istituti che non potrebbe non essere ura ferita alla massima ed un precedente per moltiplicarli ulterior­ mente. » Come correttivo alla proposta di dare un voto negativo al primo quesito, lo stesso relatore esprimeva l’altra di sopprimere le zone. Queste non ebbero veramente un titolo razionale economico per la loro formazione. Fu in certi casi la ragion poli­ tica, in altri l’espressione del limite di esercizio delle precedenti attribuzioni dell’ente al quale atlìdavasi ¡’esercizio del credito fondiario, in alcuni altri, come nelle isole, la naturale delimitazione della zona che consigliarono quel riparto.

Esso è, per altro, assai difettoso. Basti l’esempio della zona romana che ha il suo estremo limite a Corese a un’ora di distanza da Roma, mentre la v i­ cina Sabina e l’Umbria hanno avuto ed hanno rap­ porti commerciali e di possidenza con Roma, anziché colla Toscana alla quale trovansi annesse. Il Comi­ tato considerò che avrebbe potuto in tale questione affidarsi senza paura alle teorie di assoluta libertà e proponendo di atterrare le barriere pensò che in tal modo ogni proprietario avrà facoltà di andare a con­ cludere il mutuo presso quello degli otto istituti nel quale meglio possa venire accolto. Così le zone di naturale delimitazione si formeranno de sè stesse.

Entrambe le proposte vennero accolte dal Con­ gresso; non però dal ministro, il quale nella Rela­ zione al Senato, che acconpagna il progetto di legge, così si esprime: «Noi crediamo ohe la molteplicità degli istituti non recherà pregiud'zio, ma grandis­ simo vantaggio all’economia generale del paese. Se oggi il credito fondiario è fiorente là dove è più vicino allo istituto che lo esercita, è da congetturare che lo sarà in modo più generale quando vi saranno parecchi istituti che intendano al medesimo scopo. Poiché d’altronde il concetto defia pluralità fu an­ che ammesso in origine, non sapremmo comprendere perchè gli istituti debbano essere otto soltanto e non possano essere autorizzati altri che siano animati dallo stesso buon volere e contribuiscano efficace­ mente al miglioramento della nostra proprietà. » Il ministero dichiara inoltre non essere preoccupato dalla molteplicità delle cartelle. Basta che la cartella di ciascun istituto offra le necessarie guarentigie ed oggi che l’ estinzione del corso forzato è vicina e che colle perfezionate comunicazioni da un paese all'altro si conosce quanta fiducia meriti un istituto, le cartelle potranno trovar favore sul mercato stra niero come lo trova di già quella di alcuno dei no?tri istituti più accreditati.

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146 L ’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1882

finale con cui si chiuso il Congresso ; nel quale veniva espresso il desiderio che alla proprietà fon­ diaria fossero consentile tutte le agevolezze possibili,

e che le facilitazioni legisla'ive e finanziarie conce date agb istituti di cred to fondiario, fossero, per guanto possibile, rese di dìruto comune. — Nel

citalo iNo 36J dell’ Economista ponemmo in rilievo la flagrante contradizioue tra questo voto finale del Congresso e quella con cui il Congresso medesimo manifestava l’opinione che non si debba concedere l’esercizio del credito fondiario ad altri istituti oltre quelli che presentemente lo esercitano. In un pros­ simo articolo dimostreremo l’opportunità di estendere talune facilitazioni finanziarie anco ad istituti di credito ordinario che compiono operazioni analoghe a quelle del credilo fondiario. Frattanto lodiamo il ministero di aver preso in considcrazio e il voto generico del Congresso sulle facilitazioni finanziarie

a legislative e non l’ altro sul privilegio limitato a

soli Otto istituti.

Chiedendo al Parlamento che sia lasciata al Go­ verno facoltà di concedere l’esercizio del credito fon­ diario ad altri istituti oltre quelli esistenti, il Mini­ stero riconosce il ih vere di valersene limitatamente. Perciò propone: I o Clic la. concessione debba es­ sere accordata per un fine di pubblico interesse, come quello di agevolare opere di bonifiche e di miglioramenti agricoli ; 2° Che lo istituto debba avere un capitale versato di non meno di 10 mi­ lioni di lire. Ottemperando ad un voto del Con­ gresso, il progetto di legge disponedle« Ogni Isti­ tuto dovrà stabilire nelle città designate con de­ creto reale, agenzie propiie ordinate in guisa da agevolare le domande dei prestiti e da promuovere 10 svolgimento delle operazioni di credito fondiario. » Una disposizione consimile si trova invero anco nella legge vigente, ma fin qui ne era stata fatta una applicazione alquanto limitala. Per facilitarne l’attuaz'one, il progetto, d’ accordo anco qui colle deliberazioni del Congresso, dispone che « Potranno adempiere l’ufficio di agenzie i Corpi morali (Cassa di Risparmio, Monte ili Pietà) od aitri istituti auto­ rizzati dal Governo. »

L’ art. 3° del progetto stabilisce una importante modificazione alla legge in vigore. Finora gli istituti non sono autorizzali a prestare se non una somma eguale alla metà del valore degli immobili dati in ipoteca. Ora, per l’arf. 3° del progetto « quando il mutuo richiesto sia esclusivamente destinato a libe­ rare la proprietà rustica dal prezzo residuale d’acqui­ sto, o dall’onere enlilcutico, o a soddisfare integral­ mente una quota di concorso obbligatorio per opera ili bonifica, l’ istituto potrà prestare fino ai tre quinti del valore della terra nuda. » La relazione mini­ steriale osserva che in tal modo si otterrà tra gli altri vantaggi quello di agevolare allo acquirente 11 pagamento da farsi al Demanio, nel caso di acqui­ sto di beni demaniali, che il p'ù delle volte sono terreni nudi e il cui pagamento si compie a ra'e. Dei terreni nudi, a differenza di quelli coltivati, non può scemare il valore improvvisamente in seguito a vicende atmosferiche. Inoltre osserva a buon diritto la relazione che, quantunque sia indifferente per l’ istituto l’uso che il mutuatario fa della somma toffa a prestito, il Credito Fondiario adempie a un com­ pito nobilissimo usando minore rigidezza quando si possa accertare che il mutuo viene chiesto per mi­ gliorare o bonificare un fondo.

Oggi il massimo ammontare di un mutuo del Credito Fondiario con una sola persona o ditta è di L. 500 000; il minimo è di L. 1000. Questi li­ miti furono stabiliti dal regolamento, cui la vigente legge permise di fissarli. Il Congresso espresse il voto clie il limite massimo venisse tolto. Questo con­ cetto è stato adottato dal Ministero. Se non che non ha potuto esseie formulato nel nuovo progetto il quale non costituisce di per sè una legge completa, ma solo modifica quella in vigore. Non si può se non sopprimere l’arih'olo del regolamento che tali limili impone; e il ministro nella sua relazione, lo promette.

Fra le agevolazioni da farsi ai mutuatari, il Congresso aveva espresso il voto die, nel caso di miglioramento di fondi, gli istit ti fossero abilitati a fare un ulteriore mutuo che rappresenti la metà del valore sopraggiunto. Il ministero invece non propone fuorché si consenta al mutuatario una ri­ duzione dell’ipoteca. f*er la logge vigente questa ri- ì duzione ha luogo quando sia estinta una quinta parie del dehilo originario. « Quando il massimo ¡unite del prestito era stabilito in L. 500,000 si comprende che occorresse aver pagato almeno il quinto del debito, ossia al massimo di L. 100,000. Ma quando il limite si sopprime, in modo che il prestito con una medesima persona o ditta possa raggiungere due o tre milioni, è evidente che tor­ nerebbe troppo grave al mutuatario la misura pre­ scritta dalla legge vigente. Epperò noi vi proponia­ mo di tener ferma tale misura quando il debito originariamente contratto non ecceda L. 500,000 e di permettere invece sulla eccedenza oltre la delta somma la parziale riduzione ipotecaria quando con­ sti della estinzione di un decimo. »

Nel progetto ministeriale non si fa parola di ri­ duzione dei diritti di commissione stabiliti a favore degli istituti. La proposta, avanzata dall’istituto di Cagliari, era tra i quesiti del Congresso, ma dietro preghiera del relatore fu ritirato dal rappresentante d el’istituto proponente e noi se ne parlò più. Per­ chè? Eppure il direttore della Cassa di Risparmio di Cagliari ebbe in addietro a scrivere: « L’espe­ rienza ha dimostrato che se l’esercizio del credito fondiario è passivo quando la cifra dei mutui non raggiunge un certo limile, non si supera cioò la emissione di diecimila cartelle, quando la si superi dà invece un lucro, rilevante e sproporzionato al

servizio che gli istituti rendono alla massa dei mu­

tuatari e portatori dei loro titoli. » Avremmo vo­ luto che il Congresso fosse più favorevole su que­ sto punto ai mutuatari, e non essendolo stato, che il ministero nel suo progetto riproducesse la pro­ posta dell’istituto cagliaritano. Ci auguriamo che torni sul tappeto nella discussione che sarà fatta negli uffici del Senato.

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5 marzo 1882 L ’ E C O N O M I S T A 147

I L C O M M E R C IO I T A L I A N O

n e l 1 8 8 1

I limiti del nostro periodico ci obbligarono a ritar­ dare la pubblicazione della rassegna del commercio italiano durante l’anno ultimo scorso ; rassegna che torna a riepilogo degli articoli che mensilmente pubblicammo sopra questo stesso argomento, mano mano che ci pervenivano i prospetti dalla direzione generale delle gabelle.

II totale della importazione fu di L. 1,329,113,097 quello della esportazione di L. 1,192,906,567; un movimento complessivo di L. 2,522,019,654; — nel­ l’anno precedente si era avuta una importazione di Lire 1,225,637,812 ed una esportazione di Li­ re 1,132,010,978 complessivamente L. 2,357,648,790; per cui una differenza in più per l’importazione di L. 103,475,285 per l’esportazione di L. 60,895,589 nel totale di 164,570,874.

Le medie mensili proporzionali subirono delle sensibili modificazioni cosi che il movimento cre­ scente non fu uniforme. Nei primi sei mesi la me­ dia dell’importazione mensile era stata di 111,1 mi­ lioni, negli otto mesi si retrocedette a 103,7, per avere un aumento forte nei nove mesi sino a 114,4 e nei dieci mesi 117,4 negli undici mesi 117,7 per chiudersi la media dei dodici mesi in 110,75 milioni. Rispetto alla esportazione il movimento ebbe lo stesso carattere ma meno accentrato; la media era 99,8 milioni nel 1° semestre, 100,4 nei primi otto mesi, 99,5 nel nonimestre 102,6 nei dieci mesi, 103,5 negli undici mesi per ricadere a 99,4 nella media mensile dell’anno.

Osservando le singole categorie rispetto alle im ­ portazioni, gli spiriti, bevande ed olii del 2° seme­ stre presentano una costante decrescenza nella me­ dia mensile da 5,6 milioni a 4,6; più leggera nella seconda categoria,generi coloniali, droghe e tabacchi apparisce la diminuzione da 8,8 milioni ad 8,4. ; ed egualmente la terza categoria prodotti chimici,

generi medicinali, resine e profumerie da 4,3 a 4,04

milioni ; rimasero quasi inalterati a 2 milioni di media i colori e generi per tinta e per concia, la categoria quinta canapa, lino, ju ta ed altri vegetali

filamentosi, escluso il cotone andò invece a sbalzi da

3,4 milioni a 2,9 nei nove mesi e poi 3 milioni tanto nei dieci che negli undici mesi, e 2,9 nell’anno. Scemò costantemente la media della sesta cate­ goria cotone, da 18,9 a 17,9 e poi 17,4 e 17 e 15,7 milioni nei sopranotati periodi; anche la categoria

seta presenta sempre la stessa diminuzione da 10

milioni ad 8. In differente misura, ma segnano sem­ pre aumento la categoria decima carta e libri da 0,6 milioni a 0,7 la quattordicesima cereali, farine

e paste da 7 a 9,1, la decimaquinta . animali p ro ­ dotti e spoglie cf animali da 7,3 milioni ad 8,5 l’ul­

tima categoria oggetti diversi da 3,2 a 4,4.

Le altre categorie lasciano vedere un movimento irregolare che termina però colla diminuzione :

semestre 9 mesi 10 mesi 11 mesi 11 mesi

L e g n o e p a g l i a 3 , 9 4 , 2 4 , 4 4 , 4 4 , 2

P e l l i 4 , 5 4 , 3 4 , 4 4 , 4 4 , 2

M i n e r a l i e m e t a l l i 1 3, 1 1 8 , 8 1 9 , 7 2 0 , 2 1 8 , 8

P i e t r e t e r r e e c c . 7 , 8 8 , 3 8 , 2 8 , 1 7 , 8

Il movimento delle singole categorie, in quanto riguarda la esportazione può essere divisa in quat­

tro classi; — aumentarono costantemente due sole; la seta da 25,5 milioni di media a 30,7 ed i ce­

reali, farine paste ecc., da 9,8 ad 11,41 milioni; —

diminuirono invece ogni mese le esportazioni di spi>

riti, bevande ed olii da 16,6 a 14,2 ; del cotone da

3,6 a 2,5 milioni; dei minerali, metalli e loro lavori da 6,3 4,2 milioni ; degli animali, prodotti e spoglie

di animali da 13,7 milioni a 12,9 ; rimasero costanti

o quasi le esportazioni dei colorì e generi da tinta

e da concia circa sulle ottocentomila lire, di legno da paglia sui 5 milioni; della carta ed i libri sulle

settecentomila lire; delle pelli sul milione e mezzo; degli oggetti diversi sul milione; — furono irrego­ lari tre categorie i generi coloniali, droghe e tabac­

chi che segnarono da 0,4 milioni nel primo seme­

stre a 0,6 nei primi nove e dieci mesi per indie­ treggiare poi sino a 0,5 ; ed anche i prodotti

chimici che da milioni 4,4 ne! primo semestre erano

saliti sino a 5, caddero nei 12 mese a 3,76; e

la canapa, lino, iuta ecc., passò successivamente

da 3,3 milioni a 2,9 e poi 3,1 e 3,4 e* final­ mente 3,5.

Riportiamo qui, come al solito, il prospetto rias­ suntivo delle categorie in cifre assolute.

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complesis-148 L ’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1882

vo dei 103 milioni e mezzo, mono gli spiriti, le ­

vacele ed olii ohe diminuirono di circa 11IO cioè

mozzo milione, le se e la cui importazione scemò di 14 milioni circa, cioè 1|8 della entrata del 1880, e : i cereali, farine e paste di circa 92 milioni quasi la m tà della importazione del 1880. Contri­ buirono invece specialmente all’ aumento di impor­ tazióne; i minerali e metalli la cui cifra crebhe della metà (da 1”5 a 225 milioni); però qui giova notare che nel 1881 si importarono in più nel 1880 ben 62 milioni e mezzo di monete cloro, i quali milioni non vanno naturalmente computati nell’ or­ dinario movimento del commercio essendo destinali a rimanere nelle casse dello Stato per la abolizione del corso forzoso; — di ^ 3 aumentò la importa- zinne dei prodotti chimici, generi medicinali ecc. (da 55 a 48 milioni) — circa di 1|4 aumentarono le | entrate di generi coloniali, droghe e tabacchi (da ! 82 a 101 milioni) e del coto-e (da l a i a 188); circa di 1|5 i colori e generi per tinta e per concia (ila 19 a 24), la lana crino e pelu^n 91 a 111), il

legno e paglia [>h 41 a 50), le pelli (da 41 a 50),

gli oggetti diversi (da 32 a 40) ; — aumentarono di circa 1|6 le importazioni di carta e libri ( la 0,8 ad 8,3), di circa 1|8 le pietre, tene, vasellami,

vetri e cristalli ( la 81,8 a 93,5) e finalmente ili 1110

le cw ape, litio ju ta ecc, (da 32 a 35 milioni) e gli

animali o prodotti o spoglie di animali (da 93

a 102 milieu). Dell'aumento complessivo delle im­ portazioni diesale a 103 1|2 milioni di {lire conviene adunque tog'iere oltre 02 milioni e mezzo di mo

neted'oro per cui rimango o soli 40 milioni di ecce

deuza di importazioni sul 1881 a paragone del 1880. Passiamo al confronto nei due attui delle espor­ tazioni ; qui il movimento è diverso; l’ aumento ili quasi 01 milioni è prodotto da sole otto categorie mentre altre otto diminuirono. — Notiamo prima gli aumenti. Principalissimo fattore di essi è la ca­ tegoria seta che diede una maggiore esportazione di oltre 64 milioni quasi 1(4 del 1880 cioè da 303 a 369 1|2 milioni; a grande distanza segnino per 1|5 i generi coloniali, droghe e tabacchi (ila 5.1 milioni a 6,7) or circa 1110 i prodotti chimici (da 41 a 65 milioni) il legno e la paglia (da 56 a 61 milioni). Gli altri aumenti assolutamente e relativamente sono insignificanti. Nelle diminuzioni invece nessuna ca­ tegoria presenta cifre notevoli; la lana crino e peli diminuì di 1|4 da 12,7 ad 8.9 milioni cosi la carta

e libri da 22,1 a 18.7 milioni.

Se adunque alle importazioni* si toglie la maggior importazione delle monete d'oro per L. 62,708,220 rimangono L. 1,266,404,897 che paragonate alle importazioni del 1880 di L. 1,225,677,812 danno un aumento di importazione di Lire 40,767,085, Le esportazioni invece indicano un aumento di L. 60,895,589; abbiamo avuto quindi nell’anno 1881 sull’ anno 1880 una eccedenza di esportazione di

L . 20,125,504. — E a notarsi che nel 1880 avevamo

avuto una eccedenzadi importazione di oltre 93 mi­ lioni e mezzo.

Sappiamo benissimo che le statistiche doganali non sono argomento sufficiente per far conoscere il vero valore totale delle entrate e delle ascile del com­ mercio poiché non possono tener conto di una serie di fatti che sfuggono agli uffici doganali o non sono da essi calcolati nel loro giusto significato; e lo stesso mutamento avvenuto improvvisoriameute nelle u ità dei valori toglie gran parte della utilità alla statistica;

ma se le cifre che ci danno quelle statistiche servono di base a molli per trarre lamenti o per chiedere straor­ dinari o illiberali provvedimenti onde artificialmente far aumentare il movimento industriale del paese, se con quelle stesse cifre noi pur molte volte abbiamo dimostrato qua ,to cammino ci rimanga a percorrere prima di raggiungere quella prosperità a cui legitti­ mamente l’Italia può aspirare,— è pur equo che oggi proviamo un senso di compiacenza nello scorgere che gli elementi dai quali si ricavavano note tanto amare e sconfortanti vanno evidentemente trasformandosi indicando un progressivo, per quanto lento, avvan­ taggiarsi del paese nello sviluppo della sua vita economica.

Ed è necessario riconoscerlo; negli ultimi anni si accentuò un certo movimento tanto più notevole in quanto procede lento e successivo.

Se prendiamo a base il 1872 riducendo a 100 la importazione e la esportazio e di quell’anno, ecco nel decennio successivo il movimento operatosi :

uni import. esport. lo'ale ecced. d ll’imp. 1872 100,00 1O0.00 100,00 100,00 1874 108,43 97,08 102,80 805,26 1874 1U9.95 84.42 97,23 1678,94 1875 102.44 88,00 95,53 957,89 1876 111.88 104,19 108,03 584,21 1877 97 47 81,66 89,63 1068,42 1878 90,20 89,54 89,88 131.57 1879 106,32 91,77 100,64 815,78 1880 103,29 97,00 100,18 489,47 1881 112,06 102,14 107,18 100,19 Auguriamoci che i iniziatosi nel 1881. l 1882 continui il movimento Però tutti i calco! i ed i confronti che abbiamo fatti rimangono a terati tanto rispetto al 1880 quanto rispetto ai primi undici mesi del 1881, per il mu­ tamento che nel mese di gennaio ultimo decorso la Commissione, istituita col decreto 2 ottobre 1879, portò alle unità dei valori importati ed esportati. Non essendo ancora pubblicati i verbali delle se­ dute non sappiamo quali ragioni abbiano consi­ gliate queste mutazioni di valore, ma riteniamo che sia solo una cattiva insinuazione prodotta dalla esa­ gerazione nella difesa delle idee protezioniste, quel­ la di metter sospetto che il Ministro e i liberi -

scambisti abbiano voluto a vantaggio dei trattati di

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va-5 marzo 1882 L ’ E C O N O M I S T A 149

lori precedenti si avrebbe avuto per finale resul­ tato pel bilancio 1881:

importazione L. 1,268,533 3 17, esportazione Li­ re 1,156,103.682; nua maggiore importazione di L. 112,126 6 6 » da cui togliendo i 62 ini ioni e mezzo di monete d’oro una eccedenza di importa­ zione ili L. 49,718,445 cioè di 44 milioni meno del 1880.

IL COMMERCIO ESTERNO BELLI FRANCHI REL Ì E I ' J 181

Alla fine del gennaio degli anni 1881 e 1882 la situazione degli scambi era rappresentata dalle seguenti cifre:

1882 1881

Importazione F r. 342,689.000 324,707.000

Esportazione » 191,255,000 154.158,000

Totale Fr. 553,894,000 478,865,000 L’aumento in favore dell’anno in corso è per­ tanto di franchi 17,932 000 per l’importazione e di franchi 37,097,000 per l’esportazione e cosi in tutto si ebbe nel gennaio 1882 in confronto del corri­ spondente mese del 1 8 1 un maggior valore negli scambi di fr. 55,029,000.

Il quadro dell'importazione del 1882 è assai cu­ rioso ed olire delle anomalie che nuderemo segna­ lando ili mano in mano die faremo conoscere la parte delle principali categorie di mercanzie.

Importazione 1882 1881 Oggetti di alimentazione F r. 121,026,000 126,293,600 Ma erie prime . . . . » 143,518,000 152,602,0 0 Prodotti fabbricati . . » 61,821,'*00 32,216,000 A ltre mercanzie . . . » 16,274,000 13,596,000 Totale Fr. 342, 39,.-00 3z4,7u7,OO0 Il fatto principale che scaturisce da queste cifre e l’aumento insolito dei prodotti fabbricati, aulimmo che ha raggiunto quasi il 100 per cento e die si spiega con ¡’avvicinarsi del termino fissalo per la applicazione della nuova tarlila generale. Al con­ trario la categoria delle materie prime accusa i el 1882 una diminuzione di franchi 9,081,000 e di­ minuì altresì la categoria degli oggetti di alimenta­ zione per la somma di fr. 5,267,000.

E sportatone

Prodotti fabbricati . Oggetti alim entari . M aterie prim e prime A ltre mercanzie . . 1882 1881 . F r. 91,037,000 70,430,000 . » 45,954,000 41,826,000 » 42,759,000 32,371,000 . » 11,595,000 9,531,000 e F r. 191,255,000 154.158,000

Aumentarono pertanto nel gennaio 1882 i prodotti fabbricati per la maggior somma di fr. 20,607,000, cioè del 3Q per cento, gli oggetti di alimentazione per franchi 4,128,000 e le materie prime per fran­ chi 10,759,000.

Adesso che conosciamo il movimento delle grandi categorie di merci riprendiamo il quadro delle im ­ portazioni per esaminare la situazione fatta a cia­ scuno dei principali articoli.

Le diminuzioni sono state poco numerose e col­

piscono gli zuccheri, i fruiti da tavola, le carni fre­ sche, la seta e la stoppa di seta, i bestiami e infine i coloni. I prodotti fabbricati non subirono alcuna diminuzione.

Le merci la cui importazione aumentò nel gen­ naio 1882 in modo sensibil ssimo furono le seguenti: Tessuii di lana e di cotone; navi in ferro; nitrato di potassa e di soda; stuoie, treccie e cappelli di paglia; macchine e oggetti meccanici; fili di cotone; tessuti di seta, carrozze; oggetti chimici varj; car- bou fossile, pelli gregg-e; semi oleog itosi ; legname da costruire, legname da doghe, minerali di ogni specie, grani e farine, vini, formaggi e burri e spiriti.

Dal quadro delle esportazioni rileviamo che le merci il cui movimento sj gua diminuzione furono i lavori in pelle, i lavori da stipettaio, le confezioni e i vini.

Fra i prodotti alimentari esportati i più favoriti furono il burro, lo zucchero indigeno greggio, gli zuccheri raffinati, le materie grasse e i bestiami.

Fra le materie prime aumentarono la lana, le pelli, le pelliccerie greggio, il legname da coslru- struzione, i grani per seme, le sete e le stoppe di seta. Nella categoria dei prodotti fabbricati si ebbero i seguenti resultati : Tessuti di lana . Id. di seta . P elli preparate . Tessuti di cotune Utensili e lavori metallo . . . F ili di lana . . 1882 . F r. 21,076,000 . » 13,096,000 . » 6,781,000 » 5,213,oOO in . » 3,853,000 . » 3,810,000 1881 12.021,000 9.314.000 4.014.000 4.114.000 2.140.000 2,4y5,000

IL COMMERCIO ESTERNO DELL’INGHILTERRA NEL GENNAI01382

L'anno commerciale per I’ Inghilterra è comin­ cialo assai bene, avendo dato nel primo mese del 1882 dei resultati lauto all’ importazione che alla esportazione che sopravanzano in modo sensibile quelli ottenuti nel gennaio 1881. Abbiamo infatti:

1881 1 8 8 2

Importazione lire steri. 26,742,962 32,019,467

Esportazione » 17,318,911 10,820,683

44,061,873 51,840,150

Queste cifre danno in favore dell’ importazione del 1882 un aumentò di steri. 5,276,505 cioè a dire di fr. 131,912,625, e quanto all’esportazione un au­ mento di ster. 2,501,772 valea dire di fr. 62,544,310.

L’ aumento realizzato dal! importazione si divide fra i prodotti alimentari, e le materie prime. Il nu­ mero degli oggetti di alimentazione di cui I’ impor­ tazione è diminuita nel mese di gennaio è assai ri stretto comprendendo soltanto il lardo, le carni fre­ sche bovine, i caffè, il granturco, la farina, il riso e i zuccheri raffinati. Aumentarono invece il grano, l’orzo, l’avena, i bovi, i montoni, il hurro, il for­ maggio, le ova, i maiali salali, i pomi di terra, gli zuccheri grezzi, il thè, i vini, i limoni e gli aranci.

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150 L’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1882

raddoppiato, la juta, l’indaco, le pelliccerie, le pelli greggie, il lino e la canapa.

Anche il cotone fu in aumento come lo dimostra il seguente specchietto :

Notizie economiche e finanziarie

Provenienze 1881 1882

Stati U niti quint, metr. 841,882 1,087,80,7

Brasile » 18,243 47,748

E gitto » 305,706 26-2,278

Indie inglesi > 107,261 154,665

A ltri paesi » 7,667 30,413

Quint. 1,280,839 1,582,910

Totale lire steri. 3,725,081 4,848,625

L’ importazione della lana continua a diminuire :

Provenienze 1881 18 8 2

Europa libbre 906,988 2,170,996

Possessioni in-glesi nel Sud

dell’Africa » 4,185,240 4,744,810

Indie inglesi » 1,911,140 2,861,956

A ustralia » 15,444,000 10,469,935

A ltri paesi » 1,633,396 1,032,692

Libbre 24,080,764 21,280,389

Totale lire steri. 1,424,878 1,077,308

Nella categoria dei prodotti fabbricati abbiamo notato un leggiero aumento nell’ importazione dei tessuti di seta, e dei fili e tessuti di lana.

Passando al quadro delle esportazioni abbiamo notato accrescimento nel carbon fossile: tonnel­ late 1,208,487 nel gennaio 1881 e 1,499,497 tomi, nel gennaio 1882.

Anche I’ esportazione del ferro e dell’ aeciajo ha conseguito un aumento non indifferente. Le quan­ tità esportate furono di tomi. 197,112 nel gennaio 1881 per un valore di steri. 1,645,280 e di ton­ nellate 317,390 nel gennaio 1882 per un valore di steri. 2,464,147.

Le macchine, e i pezzi staccati delle macchine ottennero anch’ essi un progresso assai importante. Al di fuori di questi articoli che abbiamo citato, il quadro delle esportazioni non contiene in fatto di resultati importanti, che quelli relativi ai tessuti.

Eccone il movimento : Fili di cotone » lino e canape » ju ta » seta » lana Tessuti di cotone » lino e canape » ju ta » seta » lana

Il movimento dei metalli preziosi accusa i se­ guenti resultati :

L’ importazione dell’oro si valuta a steri. 402,018; nel gennaio 1881 e a sieri. 293,234 nel gennaio 1882, e l’esportazione a steri. 1,106,906 nel 1881 e a steri. 2,397,064 nel 1882.

Il movimento dell’ argento è senza interesse. Al­ l’importazione fu di steri. 508,323 nel gennaio 1881 e di steri. 498,584 nel 1882, e ali’ esportazione di steri. 944,622 nel 1881 e di steri. 732,061 ne! 1882. 1881 1882 1,026,026 1,062,740 4 -68,998 99,312 ~n 15,049 23,936

4-48,905 86,684

T

197,778 252,752 4 -5,704,704 5,434,820 — 568,759 612,722 + T 168,765 169,524 185,333 271,578

4-1,601,810 1,927,431

A cominciare dal 27 scorso febbraio l’interesse dei buoni del Tesoro che il governo è autorizzato ad alienare fu fissato al 2 0|0 per i buoni con scadenza da 7 a 9 mesi, e al 4 0|0 per i buoni con scadenza da 10 a 12 mesi.

— In Orte si è costituita una nuova Banca po­ polare agricola.

— In Bagnoli Irpino si è costituita una società anonima per acquisto e rivendita di legnami da ta­ glio, da costruzioni, e da carbone. Ha un capitale di L. 25,000 diviso in azioni da L. 250.

— Il Tesoro italiano ha ricevuto finora per la abolizione del corso forzato, 257 milioni di lire quasi tutte in oro, ed ha consegnato 13 milioni di rendita quasi tutti in titoli di piccolo taglio.

— La Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio con­ tiene un decreto in data dell’8 dello stesso mese ohe dà piena esecuzione alla dichiarazione scambiata a Parigi il 2 del detto mese per la proroga fino al 13 maggio p. v. del trattato di commercio 13 gen­ naio l879 e deHa convenzione di navigazione del 15 luglio 1862 fra l’Italia e la Francia.

— La Commissione dei tabacchi, presieduta dal- l’on. senatore Brioschi, dopo aver dato prova della massima operosità, esaminando i numerosi docu­ menti raccolti, e dopo avere discusso a fondo la questione, finì col deliberare il mantenimento del monopolio, principalmente pel timore che durante i! periodo di mutamento potesse derivarne danno al bilancio.

La Commissione ha deliberato elio anche l’am­ ministrazione delle manifatture debba appartenere alla Direzione generale delle Gabelle, il che non esclude che in essa debba avere larga parte l’ele­ mento tecnico. L’Amministrazione centrale si com­ porrebbe di una Direzione tecnica delle manifatture e delle coltivazioni; di una divisione amministrativa per le vendite; di un servizio d’ispezione e di un laboratorio chimico per gli esperiménti sulle culture e sulle fabbricazioni.

— L’imposta sulla macinazione dei cereali nella prima quindicina del febbraio ha prodotto Li­ re 1,792,755 20 in confronto di L. 1,613,696 73 introitate nel periodo corrispondente dell’anno 1881.

Aumento L. 179,058 47.

Dal 1° gennaio 1882 al 15 febbraio, gli introiti del macinato furono di L. 5,272,480 80 contro Li­ re 4,567,761 38, riscosse nell’eguale periodo del­ l’anno 1881.

Aumento totale a favore dell’esercizio in corso L. 703,719 42.

Se le riscossioni aumentassero in eguale misura durante i successivi mesi dell’anno si potrebbe spe­ rare da questa imposta un maggiore introito di cir­ ca L. 6,000,000.

— In Castiglion Fiorentino per iniziativa della Società operaia di mutuo soccorso si è costituita una banca popolare col nome di Banca mutua po­

polare di Castiglion Fiorentino. Il capitale finora

non è che di 12 mila lire diviso in piccole azioni di L. 30. Anche in Castelfrentano si è costituita una nuova Banca popolare col nome di Banca coopera­

tiva di Castelfrentano. Il capitale sottoscritto ascende

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5 marzo 1882 L ’ E C O N O M I S T A 151

— Dai ministeri Hello finanze e ile'l’interno con­ forme a parere espresso dal Consig'io ili Stato ven­ ne riconosciuto integro ed assoluto nei Comuni che si assunsero il pagamento dei dazi governativi, il diritto di provvedere, senza prima doverne chiedere l’autorizzazione, ad economia alla riscossione dei dazi di consumo.

— E stata istituita in Firenze una scuola di po­ mologia ed orticoltura intesa a formare mercè l’in­ segnamento teorico pratico di lutto ciò che riguarda la coltivazione delle fruita e degli ortaggi individui atti 1° all’esercizio pratico della coltura delle frutta e degli ortaggi non che alla conservazione delle frutta : 2° alla direzione dei pomari e di aziende orticole.

— Il ministro delle finanze ha diramato agli In­ tendenti una circolare perchè studino la riforma degli orari delle dogane nel senso di sodisfare ai giusti desideri del commercio.

— La Camera di Commercio di Siena seguendo quanto è Stato fatto in proposito da altre Camere ha domandato al Governo che sia impedito ai Co­ muni di imporre dei dazi di consumo sopra i com­ bustibili impiegati dalle industrie.

— Alcuni ’negozianti hanno domandato al Mini­ stero delle finanze che sia accordata una tara per il caffè in ciliegia ed in pergamena impoitalo nel re­ gno. Il Ministero si è rivolto ad »'cune Camere di commercio perchè manifestino a tal riguardo la loro opinione.

— È allo studio presso il Ministero delle finanze un disegno di legge del Ministro dei lavori pub­ blici, onorevole Beccarmi, col quale si chiederebbe facoltà al Parlamento di compiere in 10 anni in luogo di 20, come è stabilito dada legge in vigore sulle costruzioni ferroviarie, tutte le strade ferrate di seconda e terza categoria.

— Con atto notarile del dottor Angelucci si è costituita fra il commendatore ingegnere Achille Sfornirmi e I’ ingegnere Giulio Calapaj una Società per la coltivazione della ricca miniera di lignite del Colle dell’ Oro, posta di fronte alla stazione ferro­ viaria di Terni, ed a sola distanza di 300 metri. ■

— Il ministro di agricoltura e commercio ha nominato una Commissione per studiare se il disbo­ scamento del Laburno abbia avuto per conseguenza di ridurre la quantità delle acque dell’acquedotto di Maddaloni.

— La Staffetta è salpata da Livorno per I’ In­ ghilterra colf incarico di recare a Londra 27,000 titoli per l’importo di 200,000,000 del nuovo Pre­ stito italiano e di portare in Italia al ritorno 90,000,000 di valuta metallica (oro).

I titoli depositati a bordo della Staffetta sono chiusi in otto casse affidate alla custodia di due impiegati del Ministero delle finanze incaricati di farne la regolare consegna in Londra.

— La Cassazione di Roma ha sentenziato che gli effetti della tassa di circolazione di cui agli articoli 28 della legge 19 luglio 1868, numero 4480 e 68 della legge 15 settembre 1874, numero 2077, il corso legale non manca sempre che siavi quotazione di un titolo di Borsa, nè è punto necessario che il titolo abbia costituito oggetto di un numero tale di contrattazioni da presentare, non un semplice im­ piego di capitale, ma una vera speculazione.

— Il Giornale dei lavori pubbl H annunzia che l’importo della provvista di materiale mobile per le

ferrovie dell’Alta Italia, autorizzala dal ministero dei lavori pubblici, ascende a L. 16 918,650.

— il Consiglio superiore dei lavori pubblici, nella seduta d-l 2.1 febbraio ha stabilito che innanzi di prendere una definitiva decisione sulla preferenza da darsi fra le varie linee proposte come succursali a quella dei Giovi, sia studiata regolarmente quella indicata da! oav, Banaudi, la quale, partendo da Rivarolo, attraversa la Poicevera, e mantenendosi sul a destra del a relativa vallata, sale con pendenza del 15 per 1000 fino a 5 chilometri sopra Ponte- decimo, ove incomincia un tunnel lunoo 8 chilo­ metri 3|4 circa, con peudeuza del 13,50 per 100, che shocca a Ronco.

Il proponente assicura che questa linea sarà d’ol- tre un chilometro più breve della linea attuale, e d’olire 5 chilometri più breve delle varianti che presentano maggiori probabilità di preferenza; si rit.ene che tale linea poliebbe essere eseguila in due anni circa, con una spesa calcolata approssi­ mativamente in 26 milioni.

— Fu distribuito ai Deputati il progetto di legge che stabilisce la tassa di bollo per gli assegni ban­ cari o cheks indistintamente a 5 centesimi, pur com­ presa quella per le relative quietanze.

Questa tassa il Ministero si prop.one di metterla in attività dt conserva coll’attuazione del Codice di Commercio, nel quale l’ assegno bancario è disci­ plinato dal punto di vista giuridico.

— Dal 1° al 20 giugno anno corrente, il Comi­ zio agrario di Padova, nell'intento di favorire la dif- fusio e di macchine mpglio acconcio alla prepara­ zione dei foraggi, ha deliberato di bandire un con­ corso internazionale comprendente le seguenti classi: Classe prima. — Falciatori — Spandilieni — Rac­ cattai! ili — Carica (leni.

Classe seconda. — Presse da foraggi — Trin­ ciaforaggi — Trinciaradici e Frangisemi a mano, o a maneggio, o a vapore

Classe terza. — Apparecchi diversi per la pre­ parazione e per la coltura dei mangimi.

Classo quarta. — Disegni o modelli di fosse [silò) già costruite nella regione veneta per l’infossamento dei foraggi.

Il Ministero di agricoltura, industria e commercio ha stabilito diversi premi in medaglie d’ oro, d’ ar­ gento ed in denaro, ed acquisterà per lire 2000 delle macchine premiate anche da altri.

— L’Assemblea dei creditori della Banca di Lione

e della Loira il cui fallimento produsse la crise dei

giorni scorsi, riunitasi al Casino di Lione il 20 cor­ rente, era presieduta dal presidente del Tribunale di commercio assistito da tre liquidatori della Banca stessa. Vi assistevano oltre mille interessati e si de­ cise in un modo molto favorevole all’ accettazione del pagamento, vale a diro come segue:

Il 30 0[o subitOj 20 0|0 fra due mese mesi ed il saldo in buoni rimhorsabili in un numero d’anni d’anni da fissarsi dai liquidatori, d’accordo con una Commissione di tre membri.

— L’ultimo bilancio della Banca di Francia con­ stata esserci in cassa quasi due miliardi di franchi, di cui più di 800 milioni in oro; conseguenza: lo sconto è stato ridotto al 4

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152 L ’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1882

Secondo il sistema proposto dal signor Talandicr, le comunità assicurerebbero ogni nuovo nato con una somma di 1500 franchi.

Di questi 1500 franchi, 1000 sarebbero posti a disposizione dell’asssieurato all’età di 21 anni per le femmine e di 23 per i maschi.

Quanto agli altri 500 fr., 250 rimarrebbero come premio di assicurazione a profitto dell’assicurato e gli altri 2a0 sarebbero iscritti al medesimo titolo in favore della comune assicuratrice.

— Tenuto calcolo dello stato avanzato della fab­ bricazione degli zuccheri e secondo i risultali sta­ tistici che già si possiedono, si può così calcolare la produzione europea per la campagna 1881-82 :

In Germania tonn. 575,000, in Francia 875,000, neH’Austria-Ungheria 410,000, in Russia 210,000, nel Belgio 70,000 ed in Olanda ed altri paesi 30,000; in complesso tonnellate 1,700,000 contro 1,699,515 nel 1880-81, 1,403,629 nel 1879-80 e 1,574,153 nel 1878-79.

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Camera di Commercio di Bologna. — In una

delle sue ultime riunioni la Camera dopo averi' ac­ cettato la rinunzia di alcuni suoi membri trattò la questione, se i riuunzianti dovessero surrogarsi, con quelli che dopo di essi riportarono un maggior nu­ mero di voti, oppure se dovesse procedersi ad ele­ zioni suppletorie come si usa nelle elezioni per i consigli comunali. Il Presidente comincia col fare osservare che coloro, che dovrebbero succedere ai renunzianti sebbene degni anch’essi di ogni fiducia, non riportarono che tre voti o meno, e rammenta che la Camera stessa sino dal 1866 notò, al G o­ verno e al Congresso delle Camere di Commercio non potersi credere che la legge nel suo spirito ab­ bia voluto ammettere a rappresentare il commercio quelli che non riportarono che pochi voti. La que­ stione venne presentata al Consiglio di Stato, il quale con dichiarazione del 29 gennaio 1881 sen­ tenziò che si mancherebbe alla iutenzione del legi­ slatore ammettendo alla surrogazione di un renun- ziante chi abbia riportato un così esiguo numero di voti, la quale intenzione vuol essere osservata giusta 1’artic.olo 3 delle disposizioni preliminari del Codice di Commercio. Il Presidente rammenta an che che il Consiglio superiore d’industria e com­ mercio, sta maturando appunto la proposta di logge per la quale simili surrogazioni non sieno più am­ messe, ma come nei consigli comunali si proceda ad elezioni suppletorie quando dovesse mancare una data parte di consiglieri o per morte, o por re- nunzia, o per altra legittima causa. Il consigliere Carpi vuole che venga avvertito che dove non si devenga alla surrogazione, le adunanze della Camera non debbonsi avere per legittime, se non concorra almeno la metà del numero di quelli che pur la dovrebbero comporre. Il Presidente conferma l’opi­ nione del signor Carpi che dice essere conforme ad altro parere emesso dal Consiglio di Stalo. Con tali avvertenze il Presidente mette a partito che ove nessuno dei tre chiamati a succedere aecetti il posto del rinunziante signor Bosisio si attenda l’esito delle

— - - - - —

-votazioni che succederanno nel 1882. La Camera unanime approva.

Camera di Commercio di Parma. — Invitata

dalla Camera di Commercio di Verona ad appog­ giare una sua istanza al Governo per ottenere che sieno modificati gli articoli 7, 10, 20, 21 e 23 della legge organica per le Camere di Commercio del 6 luglio 1862, n. 680, essendo venuta a no­ tizia che il Consiglio dell’Industria e del Commer­ cio, chiamato dal Governo nel dicembre 1881 a pronunciarsi intorno all’oggetto medesimo della sud­ detta istanza, aveva espresso parere non fosse caso di procedere ad una parziale riforma della citata legge, 6 luglio 1862, e raccomandava invece al Ministero di agricoltura, industria e commercio, che fosse preso in esame tutto l’ordinamento delle Rap­ presentanze Commerciali : delibera di associarsi al parere di quel Consiglio, e per ciò di non poter dare il chiestole appoggio all’istanza della Camera di Verona.

Associandosi poi alla Camera di Commercio di Milano, esprime unanime voto al Governo, affin­ chè per la nuova ferrovia che deve sopperire alla insufficienza di quella dei Giovi, sia prescelta, sic­ come chiede la città di Genova, la linea per la valle della Scrivia all’altra linea che percorrerebbe le valli dell’Orba e della Stura, alla quale la città di Torino vorrebbe invece fosse data la preferenza.

Camera di commercio di Carrara. — Nella se­

duta del 12 gennaio la Camera approvò una rela­ zione intorno al progetto presentato dal Ministere di agricoltura e commercio per determinare la respon­ sabilità dei proprietarj di fabbriche, cave e miniere nei casi d’ infortunio chiedendo al Ministero che a quel progetto di legge sieno apportate le modifica­ zioni indicate nella relazione medesima. Venne poi data lettura di una relazione presentata a S. E. il ministro di agricoltura e commercio sull’andamento delle industrie e commercio dei marmi nel 6° bime­ stre 1881 che è del seguente tenore:

I resultati avutisi nell’esportazione dei marmi du­ rante l’anno 1881 riassumono e dimostrano le con­ dizioni in cui si è svolto quest’importante ramo di commercio. Mentre nel 1880 l’esportazione dei marmi da Carrara e da Massa salì in complesso a chilo­ grammi 135,010,573, discese nell’anno 1881 a chi - logr. 122,305,368, di cui Carrara diede chilogrammi 104,279,119 e Massa 18,026,249. Si ebbe così una differenza in meno di chiI. 12,705,205.

Le cause di questo deperimento furono già ac­ cennate in precedenti relazioni. Prima, fra tutte, de- vesi annoverare la perdita dell’aggio sull’oro cagio­ nata dalla legge abolitiva del corso forzoso. Com­ piendosi il commercio dei marmi in massima parte con esteri paesi, molte contrattazioni si conclude­ vano per il passato in vista unicamente dei benefizj che si avevano nella differenza dei cambj fra la mo­ neta metallica e quella cartacea. Scomparso quel rilevante benefizio, si resero altresì impossibili quelle contrattazioni nè fu possibile avvalersi della perdita con improvvisi rialzi di prezzo. Sino a che non siasi riconquistato l’equilibrio spostato con detta legge, e il momento non affretterà a giungere, sarò vana spe­ ranza che l’industria risorga a migliori condizioni.

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5 marzo 1882 L’ E C O N O M I S T A 153

italiani non verranno abbattute, o in molta parte ridotte, difficilmente tale industria potrà spiegare il suo libero volo.

Un’altra causa che la costrinse a depressione si ebbe nei più gravi dazj onde si vollero colpiti dal Governo germanico i marmi semplicemente segati, parificandoli nel trattamento ai marmi condotti a pulimento ed assoggettandoli così all’ insopportabile balzello di lire 375 per ogni vagone di 10,000 chi­ logrammi.

Camera di Commercio di Milano. — In una

delle sedute dello scorso gennaio, la Camera di Commercio si occupò delle rimostranze di alcuni industriali dirette contro l’approvazione incondizio­ nata del trattato di commercio con la Francia. Apertasi la discussione su questo argomento il Pre­ sidente cominciò dal dichiarare che dallo studio fatto sul trattato è indotto a giudicarlo nel com­ plesso non sconveniente per l’Italia pur considerando che alcune industrie di esportazione se ne aspetta­ vano maggiori benefici; e tra esse cita in particolar modo la (datura dei cascami di seta ai cui prodotti verrà ad essere aggravato il dazio' pagato finora per l’entrata nella Francia. Parla di maggiori la­ menti che ebbe occasione di sentir sollevarsi contro il trattato e cioè di quelli dei lanaiuoli e dei ne­ gozianti di bestiame; e asserisce che da verifiche degne di fede da lui fatte praticare gli è risultato rimanere alla industria laniera — anche coi dazi del trattato — una protezione variabile dal 10 al 15 0[0 sul valore, e quindi sufficiente perchè l’in­ dustria nazionale possa essere al coperto da una troppo disastrosa concorrenza estera. Quanto ai ti­ mori derivabili dal trattato alla esportazione del be­ stiame, li dimostra esagerati provando che l’aggra­ vio dipendente della tariffa generale francese rag­ guagliata al valore degli animali, specialmente bo­ vini, si riduce a cosa di poca importanza ; oltre di che si è indotti a credere che gli ostacoli a questa esportazione siano provenienti da cause ben diffe­ renti dalla tariffa doganale, dal momento che, seb­ bene questa sia rimasta finora quale fu in passato, tuttavia l’esportazione nostra già da due anni segna una rapidissima e forte diminuzione. D’altronde sic­ come per altri riguardi il trattato gli pare soddi­ sfacente, e siccome è utile ad ogni modo di uscire al più presto dallo stato di continua incertezza in cui ci troviamo nei rapporti commerciali coll’estero, così egli conclude col dire che sarebbe inopportuno l’esprimere un voto contrario all’approvazione del trattato.

Bressi conferma l’opinione del Presidente che

cioè il trattato nel suo assieme è buono per noi : anzi teme che perciò appunto il Senato francese abbia a respingerlo, del che gli darebbero motivo a pensare alcuni articoli apparsi recentemente sui giornali di Lione. Riconosce che nell’istanza dei na­ strai ci è del fondamento di verità,; ma pensa che la loro industria è d’importanza troppo limitata, per aspettarsi che di essa sola si possa far fondamento per domandare la reiezione del trattato. Quanto al­ l'istanza del Pelitti osserva non essere abbastanza giustificata, dappoiché il nuovo trattato non modi­ ficherebbe il dazio vigente da noi, e invece riduce da 80 a 40 centesimi il dazio francese sugli arti­ coli di cui facciamo prevalentemente la esportazione. Perciò conclude col dire che dette domande pos­ sono esse»e accompagnate dalla Camera al Ministero

per la sola eventualità che si dovessero intavolare nuove trattative, ciò che augura tuttavia non dover succedere.

Bonacina, a cui si associano Veratti e Anton­ gini pensano essi pure che il trattato vuol essere

valutato nel suo insieme, e da questo punto di vista 10 credono adottabile dall’ Italia, quindi propongono 11 seguente ordine del giorno :

La Camera di commercio di Milano, conside­ rando che il nuovo trattato di commercio colla Francia tutela in complesso gl’ inferissi industriali italiani, passa all'ordine del giorno.

Pirelli, Bertarelli, Cinoulhiac e Pavia, osservano

che la formola della deliberazione deve essere cosi fatta da avere di mira specialmente l’ oggetto che era in trattazione, e cioè la istanza dei nastrai e del Pelitti, la qual cosa non risulterebbe forse con suf­ ficiente evidenza dall’ ordine del giorno proposto. Quindi amerebbero che il medesimo venisse modi­ ficato di conformità, motivandolo collo ragioni per cui non si credono assecondabili le rimostranze su cui cade il discorso.

Antongini e Bonacina non sono alieni dall’ ac­

cettare uba modificazione in tal senso del loro or­ dine del giorno; ma il primo particolarmente insiste perchè abbia a figurare come intendimento princi­ pale della Camera sia quello di affermare la bontà, almeno relativa, del trattato; non parendogli logica una motivazione, la quale lasciasse credere che la Camera afferma la opportunità di sanzionare il trat­ tato, perciò solo che giudica non sufficientemente gravi le due rimostranze avverso il medesimo che furono a lei presentate.

Ginoulhiac pensa non essere il caso di esprimere

un voto decisamente favorevole al trattato, perchè sa che il medesimo dà anche luogo a vivi lamenti. Però riconoscendo egli pure che le due rimostranze oggi sottoposte al giudizio della Camera non sono così gravi da giustificare per sè sole un voto con­ trario al trattato; e stimando d’altronde che — allo stato attuale delle cose — considerazioni di ordine più elevato devono consigliare di non incagliare l’approvazione del trattati, esprime l’opinione che la Camera dovrebbe limitarsi a passare all’ ordine del giorno sulle due rimostranze suddette.

Bressi combatte questo partito perchè lo crede

poco conveniente per la Camera di commercio ; la quale, poiché ha tra lo mani un argomento di tanta importanza commerciale, non può esonerarsi da 1— l’esprimere chiaramente il proprio parere senza venir meno ad uno degli scopi principali della sua istitu­ zione. Da parte sua avendo studiato il trattato, lo trova decisamente accettabile; e quindi appoggia l’ordine del giorno Antongini, che afferma questo suo concetto. Se per avventura ci fosse tra i pre­ senti chi non abbia ancora approfondito sufficiente- mente I’ argomento, egli pensa che I’ unico partito consigliabile sarebbe quello di rimandare il seguito della discussione ad altra seduta, onde nel frattempo si possa da tutti prepararsi alla discussione.

Pavia conviene nell’opinione del preopinante circa

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154 L’ E C O N O M I S T A 5 marzo 1882

così appoggia in massima 1’ ordine del giorno pro­ posto dai colleglli Bonacina, Veratti e Antongini.

Il Presidente ritorna sull’ argomento per appog­ giare questa conclusione, dichiarando d’essere pro­ fondamente persuaso che I’ attuale progetto di trat­ tato è non solo assai migliore di quello dell’ anno 1877, ma presenta anche dei vantaggi commerciali superiori ai danni.

Bonacina conferma d’aver, proposto il supportato

ordine del giorno per sincera convinzione della relativa bontà del trattato ; e quindi vi insiste, accettando però, come già disse, che vi sia fatta un’ aggiunta nel senso di renderlo riferibile anche alle rimostranze su cui la Camera fu chiamata spe­ cialmente a discutere. Quindi, concordata tale ag­ giunta il suo ordine del giorno viene ad essere così formulalo :

« La Camera di commercio di Milano, conside­ rando ciie il nuovo trattato di commercio colla Francia, tutela in complesso gli interessi industriali italiani, non trova di poter appoggiare le istanze avverso il medesimo presentatele da alcuni indu­ striali, e passa all’ ordine del giorno.»

Bertarelli fa rilevare che potrehbesi far voto per

la sollecita approvazione del trattato riflettendo al bisogno, che abbiamo, di uscire, con o senza trattati, dall’ incertezza elio da più mesi rende peritante l’ industria nostra nel suo cammino verso maggiori progressi.

Il Presidente annuirebbe a questo concetto ; ma poi, scambiatesi altre brevi osservazioni di minor importanza intorno all’argomento, viene posto ai voti ed unanimamente approvato l’ordine del giorno Bo nacina, Veratti e Antongini.

Camera di Commercio di Torino. — Nella se­

duta del 16 febbraio il. Presidente comincia con in­ formare i colleglli sullo stato delle trattative per l’istituzio e delle stanze di compensazione in Torino. Dopò esposte le varie pratiche passatesi in seno alla commissione a tal’uopo nominata, esprime la fiducia che abbiano fra breve approdare a buon frutto le trattative iniziate fra la Banca Nazionale e il Banco di Napoli. La Commissione di ispezione sugli stabi­ limenti serici dà quindi lettura del resoconto som­ mario dell’ esercizio 1881 degli stabilimenti della Pubblica Condizione, e del saggio normale delle sete. Inoltre si dà lettura delle osservazioni del Mi­ nistero sulle disposizioni di un articolo del nuovo regolamento della Borsa e infine si deferisce all’esa­ me dell’ingegnere Locareci lo studio di un progetto patrocinato dalla Camera di Commercio di Savona circa il porlo marittimo di quella città sulla rada di Vado.

Camera di Commercio di Londra. — Da una

lettera circolare della Camera suddetta firmala dal suo segretario M. K. B. Murray, che non è molto era segretario della Camera di Commercio inglese a Parigi, apprendiamo che sotto il patronato della Ca­ mera stessa comparirà in breve una raccolta men­ sile destinata d’intermediario fra tutte la Camere di Commercio, e a rendere conto delle loro sedute. In oltre questa raccolta conterrà le analisi dei rap­ porti consolari di tutti i paesi, delle statistiche officiali, e degli estratti di tutti i documenti che si riferiscono al commercio, all’industria, e alla marina.

INFORMAZIONI

Riunioni deila Società di economia politica

Si ebbero durante questa settimana due riu­

nioni della nostra Società di economia politica,

di cui, in verità, è a lamentare che si convo­

chi a periodi cosi

l o n t a n i ,

e per circoscriversi

dentro una sfera di nomi troppo ristretta —

rimanendo quasi un campo chiuso — limiti a

ben poca cosa l’attività sua e i vantaggi che

potrebbe pur produrre.

La prima seduta si tenne in casa del prò

fessore Protonotari, segretario della Socie­

tà, e vi si discusse appunto della conve­

nienza di rinvigorire la Società, mettendo del

sangue giovane nelle sue vene e di tenere

poi delle riunioni regolari e frequenti. Fra i

nomi dei nuovi membri che si nomineranno

citatisi quelli del prof. Carlo F. Ferraris, di

A. Loria, Maggiorino Ferraris, A. Salandra, e

qualche altro. Fu anche trattato delia oppor­

tunità di costituire, in seno alla Società, una

speciale sezione di statistica con un vice-pre­

sidente a se: però non venne presa alcuna de­

liberazione, e l’argomento sarà ripreso in una

prossima adunanza.

Al banchetto di mercoledì sera, dato in onore

del signor Giorgio Walker, console generale

degli Stati Uniti a Parigi e delegato di quella

Unione alla Conferenza monetaria internazio­

nale, intervennero 1’ onorevole Marco Min-

ghetti, presidente della Società, i ministri Ma­

gliaia e Berti, il comm. Simonelli, segretario

generale del ministero d’agricoltura, industria

e commercio, il senatore Finali, i deputati Luz-

zatti e Maurogonato, il comm. Ellena, Bodio,

Miraglia e Simeoni, il professore Piperno. Alla

discussione assistettero anche il dott. M. Fer­

raris, corrispondente deW’Economisl, e i si­

gnori Stringher e Frindlànder, segretari de­

gl’incaricati italiani alla Conferenza monetaria

di Parigi.

Terminato il pranzo, T on. Minghetti con

brevi parole accennò allo scopo della riunione

e apri la discussione sul tema seguente :

« La Società, prendendo le mosse dallo stato

« della circolazione esistente di diritto e di

« fatto presso le varie Nazioni, intende ricer-

« care quali provvedimenti pratici sarebbe de-

« siderabile di vedere adottati per accordi in-

« ternazionali, a fine di temperare le pertur-

« bazioni monetarie generali. »

Per primo venne accordata la parola al si­

gnor Giorgio Walker, il quale diede importanti

comunicazioni sulle sue missioni monetario-di­

plomatiche a Berlino, a Parigi e a Londra,

esponendo le osservazioni che avea avuto agio

di fare in queste missioni e aggiungendo poi

delle notizie molto interessanti sulle attuali

condizioni degli Stati Uniti per questo ri­

guardo.

(11)

5 marzo 1882 L ’ E C O N O M I S T A 155

presentem ente i v a ri m ercati m o n etari e co n ­ cluse insistendo sulla necessità di addivenire a dei provvedim enti p e r m ig lio rarle efficace­ m ente. Lasciò com prendere c h ’ egli sarebbe bim etallista qualora fosse q uesta condizione g en erale di tu tti gli stati ; però, riconoscendo come i rim edi radicali siano i meno probabili ad applicarsi, cosi dichiarò che, per ora, gli sem brerebbero sufficienti alcuni tem peram enti presi p e r accordo in tern azio n ale, an ch e non uniform i p e r tu tti gli Stati, p u rc h é tu tti te n ­ denti al medesimo scopo.

In questo medesimo senso p arlaro n o an ch e gli a ltri oratori.

P rim a che l’adunanza fosse sciolta, l’o n o re­ vole m inistro delle finanze, constatando che tu tti i p resen ti eran o d’accordo sulla con v e­ nienza di escogitare qualche p ratico p ro v v e­ dimento per m itig are le difficili condizioni a t ­ tuali del m ercato m onetario, propose ch e fosse nom inato un Gomitato, e che a questo venisse affidato F incarico di fo rm u lare e p re se n ta re in u n a prossim a adunanza delle proposte p re ­ cise in to rn o alle possibili m isu re che p o treb ­ bero esser prese.

Q uesta proposta fu accolta dalla Società e quindi la riu n io n e si sciolse.

* * *

con destinazione per l’America si è elevato nel 1881 a 123,131 cioè a dire 54,275 in più dell’anno pre­ cedente. Ma Amburgo non è il solo porto d’ im­ barco; altri in numero infinitamente più considere­ vole ne partirono da Amsterdam, da Rotterdam, da Anversa e da Plimoutb. Su tutta la lunghezza del Reno vi sono delle agenzie destinate a raccogliere emigranti e ad allettarli con la modicità relativa dei prezzi. Questo movimento di emigrazione finora cir­ coscritto alla Germania, tende ad estendersi al di là del Reno, specialmente sulla frontiera olandese. S’in­ dica in particolar modo Venloo ed altri comuni li­ mitrofi, come quelli che fornirono un largo contin­ gente alle colonie americane. Si aggiunge, a questa corrente di emigrazione, sempre più intensa, che ha per resultato di popolare il nuovo mondo a detri­ mento della Germania, I’ altra corrente non meno considerevole della prima che spinge il tedesco a espandersi in paesi vicini, e a cercare una nuova patria in Inghilterra, in Francia, nel Belgio, e in special modo in Olanda, ove i tedeschi vi sono così numerosi da costituirvi quasi un pericolo. Quali sono le cause di una simile emigrazione ? Se ne sono stabilite diverse. Dapprima si è detto che l’emigra­ zione era provocala da sovrabbondanza di popola­ zione ; ma ciò non può essere perchè non sarebbe difficile stabilire che in Germania, come negli altri paesi d’Europa, non è la terra che manchi all’uomo, ma è I’ uomo che manca alla terra. Si è dello poi che il gusto dei viaggi, il desiderio di cambiare e sopra tutto gli eccitamenti dei eompatriotti stabiliti al di là dell’ Atlantico, che dipingono coi più vivi colori le ricchezze di una terra ideale,'sono le cause che spingono il tedesco ad abbandonare il proprio paese. Questi fatti potranno senza dubbio avere una certa influenza, ma non sono le vere cause del* I’ emigrazione. Ciò che li spinge ad emigrare, per confessione di moltissimi di coloro che hanno già salpato per la nuova patria, è la prospettiva secondo essi, di una prossima e inevitabile guerra fra la Germania e la Francia, c la gravezza del servizio militare. Altri dicono di essere spinti all’emigrazione dalla difficoltà di trovare lavoro e dalla modicità dei salari in un paese che come la Germania trovasi adesso in balìa dcl ’empirismo economico. Quale sia la vera di queste ragioni non discuteremo. È certo però che vi deve essere un poco di tutte queste cause nel movimento che spinge le masse tedesche fuori del loro paese. Il popolo non ragiona : obbe­ d ire a un istinto, ad alcuue impressioni e subisce le necessità del momento.

R IV IST A D E L L E B O R S E

Firenze, 3 marzo.

Come era da prevedersi, il pensiero della liqui­ dazione della fine di febbraio, che andava a scadere nel corso dell’ottava che spira oggi, prevalse su di ogni altra considerazione, e, così i primi giorni della settimana trascorsero inattivi e con grande incer­ tezza. Malgrado questo i corsi delle rendite si man­ tennero, in generale molto fermi, e per la maggior parte di esse superiori a quelli di compensazione della precedente liquidazione. Si volle vedere in questo sostegno la speranza di una ripresa prossima La Commissione in c a ric a ta di stu d iare e r e ­

digere u n nuovo disegno di legge p er le pen­ sioni civili e m ilitari te n n e a ltre due adunanze al m inistero delle finanze. N ella prim a espose il comm. Bodio i ris u lta ti dell’ultim a statistica in tra p re sa sui pensionati del re g n o ; nella se­ conda rife rì l’on. Sim onelli sulle conseguenze finanziarie del nuovo disegno di legge come venne da lui compilato. In seguito, l’on. mi­ nistro delle finanze fece v edere come ta li ri­ su ltati si conform assero al piano g e n erale delle sue riform e finanziarie e ne fossero un anello necessario.

Colla seduta di m ercoledì si possono rite n e re come te rm in a ti i lav o ri della Commissione, la quale si riu n irà di nuovo p er l’ u ltim a v o lta forse il giorno 12, allo scopo di udirvi le ttu ra della relazione.

L’ EMIGRAZIONE TEDESCA

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