L’ ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno XLIV - Yol. XLYIII
Firenze-Roma, 29 aprile 1917 {
r
Ò
m
^
m
v\aV^ S o r ia? arBOla
N. 2243
Per uniformarci alle prescrizioni sulla econo-1
mia della carta, d'ora innanzi pubblicheremo sol tanto una volta al mese i prospetti che si tro vano alla fine del fascicolo e portanti i N. dal 20 al
33 e dal 52 al 57, poiché essi includono variazioni
mensili.
Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà af fidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate riali in cui si trova la stampa periodica, per effet to della guerra, potremo riportare ampliamenti e miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da lungo tempo stiamo attendendo.
Il prezzo d’abbonamento è di
L. 20
annue antici pate, per l’Italia e Colonie. Per l’Estero (unione po stale)L. 25.
Per gli altri paesi si aggiungono' le spese postali. Un fascicolo separatoL. 1.
SOM M ARIO:
PARTE ECONOMICA. Problemi doganali.
Sulla prossima riforma tributaria, — S. R. La protezione dei cereali.
Piccola proprietà e fisco. NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.
R in caro dei generi di con su m o nel 1° trim estre 1917 — E co nom ia di ca rb on e pel gas — Inchiesta inglese sulle tariffe pre ferenziali — B anca N azionale S vizzera.
FINANZE DI STATO.
B ilancio inglese 1916-17 — B ila n cio di guerra del Canadà. RELAZIONI DELLE BANCHE.
B an co di S ic ilia : R elazione s u ll’ eserciz io 191b — B anca C om m erciale Ita lia n a : R elazione del C on sig lio di A m m inistrazione. LEGISLAZIONE DI GUERRA.
Finanziaria : C on tribu to di gu erra — T a s s a di ven dita sugli oggetti preziosi — Carta m onetata — E conom ica : C on su m o della ca rta .
NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.
Canale tra 'G en ova e la jV a lle Padana — P esca di Stato — C ar bone e battelli tedeschi d o p o la gu erra — Industrie di guerra in Italia — P er intensificare la produ zion e granaria — Indennità tem poranea agli im piegati — E m issione dei buoni am ericani — T rattato com m ercia le ita lo -s v iz z e r o — P restito della Germ ania — T on n ella g g io tedesco nelle due A m eriche R icch ezza id ra u lica d ’ Italia — B anca d ’ Italia - - M ission e com m ercia le indiana in Italia.
Situazione d e g li I s t it u t i di C redito m o b ilia r e , Situazione d e g li Is t it u t i di em ission e it a lia n i, S itu a zion e d e g li I s t it u t i N azio n a li E steri, C irco la zio n e d i S tato n el R egn o U n ito, Situazione del Tesoro ita lia n o , Tasso d e llo scon to u fficia le, D eb ito P u b b lic o ita lia n o, R is c o s s io n i d o g a n a li,R is co s s io n e dei t r ib u ti n e ll’ es e r c iz io 1914-15, C om m ercio c o i p r in c ip a li S ta ti n el 1915v E spor tazion i ed im p orta z ion i riu n it e , Im porta zion e (p er ca te g o rie e per m e s i), Esportazione (p er ca te g o rie e per m e s i). P ro d o tti d e lle F errovie d e llo S ta to, Q uotazioni d i v a lo r i di S tato
it a lia n i, Stanze di com pen sazion e, B orsa d i Nuova Y ork , B orsa d i P a r ig i, B orsa di L on dra, Tasso per i pagam enti dei dazi d o ga n a li, Tasso d i ca m b io per le fe r r o v ie I t a lia n e , P rezzi d e l l ’ a rgen to.
Cambi a l l ’ E stero, Media u ffic ia le dei cam bi a g li e ffe t ti d e l l ’ a r t . 89 del Cod. con im ., Corso m ed io dei cam bi a ccerta to in R om a , R i v is t a dei cam bi di L on dra, R iv ista dei cam bi d i P a r ig i. I n d ic i e co n o m ici ita lia n i.
V a lo r i in d u s t r ia li. C red ito dei p r in c ip a li S ta ti.
Num eri in d ic i annuali d i varie nazioni»
L ’Economista pubblica ogni anno integralmente
le relazioni degli Istituti di Emissione delle mag giori Banche di credito Mobiliare.
L ’Amministrazione sarà grata a quei lettori che possedendo i fascicoli 2108, 2109, 2110 rispettiva mente del 27 settembre, 4 e 1 I ottobre 1914 ritor narli al nostro indirizzo, perchè essi ci mancano per completare alcune collezioni.
P A R T E ECONOM ICA
PROBLEMI DOGANALI
L’ approssimarsi del giorno nel quale, cessato il conflitto, ciascuna nazione, e non soltanto euro pea, dovrà accingersi a riparare le conseguenze delle dure crisi ed ancor più a piazzarsi nel nuovo assetto del mondo, oltreché politicamente anche economicamente, e quindi commercialmente, sol leva fin da ora problemi inerenti agli scambi inter- nazionali, Im portanza dei quali problemi e appe na superata al presente da quella degli eventi militari, ma che rimarrà al nudo ed in piena evi
denza tostochè sarà chiusa la partita delle armi. Dissimularci la gravità essenziale di essi o ridurli alla meschina portata di un dibattito interno sen za riferimento alla loro posizione internazionale, senza rilevarne la connessione colle soluzioni che altrove verranno adottate, senza cioè considerarne innanzi tutto la loro relatività, è perdere la visione chiara di ciò che sarà per essere la lotta futura, quella cioè che avrà per oggetto non più le frontie re geografiche o politiche, bensì le frontiere econo miche. Noi sappiamo già e per l’inchiesta fattane fra i nostri migliori collaboratori e per le tendenze
da allora manifestate che la prossima direzione
delle nazioni sarà in genere verso un più acuto
protezionismo, almeno nel primo periodo piu
prossimo alla guerra. A nostro credere ciò deriva dalla diminuita concezione dei benefici effetti di una più larga internazionalizzazione di rapporti fra paesi ed è effetto in massima parte dell elemento psicologico, inquantochè le idee nazionaliste han no avuto buon gioco di svilupparsi anche nel cam po economico, valendosi della loro base nella sen
timentalità. Su tale fenomeno, corrispondente
mente, più che ad un ragionamento serio ed equi librato, risiede la fobia di tutto ciò che emana od emanerà dagli Imperi centrali; fobia che non potrà avere, dopo la pace, che una durata effi mera, perchè ci è noto che il commercio non ha sentimentalità, ma solo convenienze, e sarà solle cito, ove ne abbia il tornaconto, a dimenticare tutti i torti fatti alla civiltà, e tutte le offese al senti mento.
Sul sentimento quindi saranno basati forse i pri mi rapporti di ripresa vita economica, sia Verso gli Stati nemici, che verso quelli amici, e per qualche poco prevarrà il concetto che ogni paese deve cer care di bastare a sè stesso, che occorre prepararsi per non essere impreparati nel caso- di un riuovo conflitto, che occorre conquistare i mercati che era no in mano dei nostri nemici.
378 L ’E C O N O M IS T A 29 aprile 1917 - N . 2243
tutti concordemente e con eguale convinzione la protezione doganale.
Discuteremo altra volta della forma più o meno opportuna di tariffe, dei trattati di commercio, di clausole da inserire negli accordi; ma pertanto gio verà indagare se, alla soluzione del problema do ganale fra nazioni, quando esso giungerà a matura zione, ci presenteremo noi italiani, nelle migliori condizioni per ottenere il più vantaggioso risul tato .
Ci sembra che a tal fine e ben prima di ogni altra discussione abbia ad esser concordato e de ciso se l'indirizzo futuro dell’ Italia dovrà essere prevalentemente agricolo o provalentemente indu striale, anche perchè potrebbe forse essere illusio ne che le nostre forze, le nostre capacità e le no stre condizioni naturali di suolo abbiano a consen tire un contemporaneo" sviluppo nella duplice dire zione.
Durante il lungo periodo di guerra è stato ripe tuto sovente ed autorevolmente il motto « tornia mo alla terra »; il crescente numero di georgofili potrebbe far ritenere che una migliore, più inten sa e più vasta produttività del suolo dovesse stare all’ apice di ogni programma nazionalista.
Se si suppone per un momento che seri siano i propositi e seri altresì gli affidamenti venuti dal l’ alto e che effettivamente si voglia attuare un’or ganico e completo programma agricolo, è evidente che verso questo fine dovranno essere diretti an che tutti quei provvedimenti doganali che comun que fossero ritenuti efficienti nella realizzazione di
cotesto programma, e ciò non già coll’abbandono di qualche tutela per le industrie manifatturiere, ma evidentemente con qualche loro sacrificio in vantaggio dell’altro bene nazionale non meno im portante.
Stabilito, diciamo così, il programma interno, oc correrà metterlo in correlazione con quello che sarà adottato dagli altri paesi. Che, se tutti vor ranno attuare un programma agricolo, saranno ne cessariamente avversi a consentire libero scambio ai nostri prodotti della terra o loro protezione al nostro confine, mentre più facile potrà essere l’in tenderci in mutue concessioni coi paesi che vor ranno facilitazioni ai loro manufatti.
E’ perciò che, ripetiamo, vorremmo che il pro blema fosse considerato nel suo valore relativo, anziché in quello assoluto del! nostro solo paese, tanto più che non mancheranno distinzioni da do versi fare fra paesi ai quali saremo o non saremo debitori finanziariamente, fra paesi dai quali di pendiamo o meno per prodotti a noi indispensa bili, fra paesi che abbiano più o meno sviluppata la marina mercantile ecc. ecc.
Ogni discussione interna quindi che miri ad assi curare un determinato regime può adesso essere vana, mentre proficua ed utile può essere una pre cisa determinazione del futuro che vogliamo ri servato al nostro paese, in modo che le trattative che saranno intraprese nelle conferenze interna zionali, abbiano una guida sicura e consona alla volontà nazionale di attendere più specialmente ad un determinato programma e di realizzarlo nelle più favorevoli condizioni.
Sulla prossima riforma tributaria
Se n’è parlato molto; ma in verità ne sappiamo poco. Possiamo però, seguendo il pensiero di S. E. il Ministro Meda, manifestato di recente in due occasioni e nell’ aula del Parlamento e in una ri vista scientifica, fissare fin da ora le linee generali del nuovo assetto tributario.
Il quale si adagerebbe sul seguente tripode : L ’imposta normale ad aliquote proporzionali.
L ’imposta complementare ad aliquote pro
gressive.
L ’imposta integratrice sul patrimonio.
Benché queste tre imposte possano considerarsi indipendenti l una dall’ altra, pure sono armoniz zate in modo da formare tutte e tre prese insieme un sistema scientifico completo; laddove le nuove esigenze sociali, le aspirazioni più progredite del popolo e il più evoluto pensiero politico trovano ora nell una e ora nell’ altra il loro appagamento e la deficienza o la insufficienza di una delle tre imposte viene a essere colmata dalle altre, come si può dedurre facilmente da ciò che diremo.
*
Le tre imposte dirette ora vigenti, sui terreni, sui fabbricati e sulla ricchezza mobile, verrebbero sostituite da un’unica imposta. Tutti i redditi quin
di, pur essendo distinti in categorie, a seconda che provengano dalla proprietà immobiliare, dal capi tale, dal lavoro, o dal capitale e lavoro insieme, sarebbero assoggettati a un’unica imposta. Questo sistema, come si vede, sarebbe conforme all’/nco-
me tax inglese.
Questa, che sarebbe l’imposta normale, non a- vrebbe nessun carattere di progressività, il quale invece sarebbe riservato all’altra così detta com
plementare.
Occorre peraltro rilevare che presentemente i redditi di ricchezza mobile, prima di sottoporli al- 1 aliquota unica di tassazione, vengono d¡scrimi
nati, nel senso che il loro valore netto si riduce a
imponibile, in omaggio al criterio scientificamente esatto che il reddito derivante dal lavoro porta in sé un tanto di energia umana consumata, e questo tanto dev’essere decurtato dal reddito netto per avere il reddito puro tassabile. E come questa di scriminazione è massima nei redditi provenienti dal lavoro, così è nulla nei redditi derivanti dal solo capitale ed è media in quei misti. Il criterio della discriminazione nella sua pratica applicazio ne però è stato sempre un punto oscuro pei profa ni contribuenti e si è trasformato in un vero grovi glio di cifre, allorché si è trattato di somme mini me di reddito soggette a detrazioni e coacervate con altri redditi di natura fondiaria o mobiliare.
Ora ognuno apprende che tant’ è il discriminare i redditi e assoggettarli all’ aliquota unica, quanto lasciare i redditi immutati nel loro valore netto e discriminare l’ aliquota, nel senso di assoggettare i redditi ad aliquote d’imposta diverse a seconda della loro natura. A tale criterio pare si sia atte nuta la Commissione preparatrice della riforma tri butaria e quanto a questo essa merita un sincero plauso; perchè, nel mentre si è salvato il principio, se n’è resa l’ applicazione facile, spedita e alla por tata di tutti.
Così, da quanto si è potuto sapere, nel mentre i redditi dipendenti da capitali saranno colpiti con l’ aliquota integrale, quelli invece derivanti dal la
voro saranno colpiti con l’ aliquota ridotta alla metà. Anche in questa imposta normale vi sarà il mi nimo intassabile dei redditi di lavoro e misti fissato dalla cifra di L. 1200, mentre adesso pei misti è 534 e per quelli di lavoro è 640; e vi saranno altresì detrazioni equitative pei suddetti redditi compresi tra le L. 120Ò e le L. 2000. Non sappiamo se nella determinazione di questi minimi si terrà conto" dei coacervi con gli altri redditi; ma la logica ci porta all’ affermativa. Peraltro, siccome l’ imposta com
plementare, che si sovrapporrà a quella normale,
29 aprile 1917 - N. 2243 L ’ E C O N O M IS T A 379
una tal quale istruzione) preferiremmo che nel ! mentre la imposta complementare si basasse sui coacervi, quella normale considerasse il reddito imponibile per sè stante.
Alla maggiore severità degli accertamenti dei redditi preannunziata dall'on. Meda, si contrap porrà certamente un’ aliquota di tassazione più mo derata di quelle ore vigenti; ma quale sarà la mi sura di moderazione non sappiamo. E’ dubbio pe raltro se la nuova aliquota possa discendere molto al disotto di quella media, che attualmente colpi sce il reddito immobiliare; perchè in allora lo Stato perderebbe grosse somme, sebbene poi trovereb be di che rifarsi con la imposta complementare a base progressiva. Egli è certo d’ altro canto che, essendo l’ aliquota attuale di ricchezza mobile la più elevata, in confronto delle altre (escludendo i terreni, per i quali l’ aliquota fondiaria è varia, quella pei fabbricati giunge a un massimo di lire 20,38 e quella di ricchezza mòbile a un massimo di lire 25,46, calcolate l una e l’ altra sul reddito imponibile), saranno i redditi mobiliari a godere la maggiore moderazione di tassazione. Ma questa più lieve pressione tributaria sarà soltanto nomi nale, perchè la maggiore severità nei metodi di ac certamento avrà una ripercussione sensibile sui redditi mobiliari, che sono quelli che oggi più eva dono in tutto o in parte alla tassazione ed è risa puto che una parte non trascurabile dell’evasione è dovuta a una tacita accondiscendenza degli stessi agenti tassatori in vista delle enormità di certe ali quote d’ imposta. Per cui ogni inasprimento sui red diti già accertati, con l’ andare del tempo, assotti gliando i redditi stessi, riporta le cose alla loro posizione di equilibrio. Così la pressione fiscale può paragonarsi ad una colonna d’ acqua, che o- scilla in un tubo ricurvo a ferro di cavallo coi brac ci in alto. Poniamo che il pelo d’ acqua in un brac cio del tubo segna l’ ammontare del reddito, men tre l’ altro segna la gradazione dell’ aliquota di tas sazione : ecco che lo spostamento in più dell’ ac qua in uno dei due bracci del tubo porta uno spo stamento in meno nell’ altro ; così se l’ aliquota sale, l’ ammontare del reddito scende e viceversa. La pressione tributaria rimane inalterata, come ri mane inalterata la lunghezza totale della colonna d’ acqua.
Epperò diciamo che la moderazione delle ali quote non debba creare molte illusioni nei contri buenti d’imposta mobiliare; essa più che altro ser virà a ragguagliare i redditi dall’ attuale valore fit tizio al loro valore reale.
Avremo occasione di parlare più lungamente di questa imposta normale, non appena possederemo più copia di elementi; non vogliamo peraltro non rilevare da ultimo che il principio della tassabilità dei redditi agrari realizzati dai proprietari dei fon di, da noi caldamente propugnato, è stato accolto nella riforma.
*
Al disopra della suddetta imposta normale si as siderà la imposta complementare ad aliquote pro gressive sul coacervo. E quest’ imposta corrispon derebbe a quella che ormai tutti si sono abituati a chiamare globale.
Per quel che sappiamo essa sarebbe informata ai seguenti criteri :
Minimo di esenzione: L. 1200 di reddito. Progressività accentuata delle aliquote, in mo do da cominciare con aliquote bassissime e termi nare con aliquote abbastanza elevate.
Il soggetto* imponibile sarebbe il capo della fa miglia, in confronto del quale si cumulerebbero tutti i redditi dei componenti la famiglia.
Dalla somma di tutte le attività di una famiglia si detrarranno le passività (interessi dei debiti, im poste e sovrimposte, ecc.).
Saranno motivi di aggravio dell’ imposta il celi bato e la esenzione dal servizio militare e sarà m o tivo di moderazione il numero dei componenti la famiglia.
Nella determinazione del cumulo dei redditi,
questi saranno assunti al loro valore integrale net
to e cioè non discriminati al valore imponibile, c o
me invece oggi si usa pei redditi di ricchezza m o bile e come si userebbe per l'imposta normale col metodo indiretto dell’ aliquota variabile. Solo in linea di eccezione i redditi dipendenti dal lavoro che siano certi e fissi (stipendi, salari e simili), e quindi non quelli incerti e variabili (redditi profes sionali liberi), verrebbero cumulati con gli altri red diti con una detrazione del 25 per cento.
Questa distinzione tra redditi di lavoro certi e fissi e redditi di lavoro incerti e variabili risponde a un sano concetto equitativo e servirà come cor rettivo alla strana situazione che un commesso di negozio debba pagare sulla stessa aliquota di tassa di un avvocato; la qual cosa, nella considerazione che lo stipendio non evade nemmeno per un cen tesimo dalla tassazione, nel mentre il reddito del l’ avvocato, per quanto sia severo l’ accertamento, sarà sempre determinato in cifra al disotto del ve ro, porta al risultato reale che quando il com messo paga poniamo IO su cento di stipendio, l’ av vocato pagherà 5 su 100 di onorario.
La detrazione quindi del 25 per cento pei red diti di lavoro certi e fissi non ha nulla a che vedere con la discriminazione, la quale però nell'imposta
complementare non sarà applicata. *
Ma la mancata discriminazione dei redditi con correnti a formare l’ oggetto imponibile dell’impoi- sta complementare ad aliquote progressive, costi tuisce, come frustamente rileva Fon. Meda, una ingiustizia. A questa ingiustizia porrebbe riparo la imposta integratrice sul patrimonio. La quale mi rerebbe in sostanza a risolversi in un aggravamen to delle aliquote dell’imposta complementare in confronto di quei redditi alla formazione dei quali concorra prevalentemente il prodotto dei capitali. Non sarebbe quindi una vera e propria imposta sul patrimonio', la quale colpisca anche le ricchez ze improduttive o voluttuarie. Difatti, in tanto i patrimoni verranno colpiti dalla imposta integra trice, in quanto i loro possessori siano assoggettati
alla imposta complementare sul reddito.
Quest’ imposta integratrice o sovrappositrice col pirebbe i patrimoni superiori alle lire diecimila e verrebbe applicata con aliquote tenuissime.
*
Queste le linee fondamentali del progetto di ri forma tributaria; progetto sano e robusto, che ren derà più equa e più giusta la distribuzione dei ca richi fiscali; nel mentre i principii economici e p o litici, a cui è informato, rispondono alle esigenze e alle necessità del momento storico che attraver siamo.
Del resto i più evoluti studi sulle imposte dirette portarono a proclamare che un sistema completo di tali imposte sarebbe appunto quello che con templasse tutti e tre gli oggetti imponibili : il patri monio, il prodotto e il reddito; in quanto se le for me più moderne di tassazione tendono ad avere per oggetto imponibile il reddito, queste forme non escludono necessariamente le altre sul patri monio e sul prodotto, le quali anzi esercitano una azione compensatrice e integratrice di qualsiasi im posta sul reddito.
abbia-380 L ’ EC O N O M IS T A 29 aprile 1917 - N. 2243
mo più attinto dai nostri studi che da quelli stra nieri e che quindi anche in materia finanziaria ci siamo liberati da soggezioni d’oltre Alpi (1).
S. R.
La protezione dei cereali
Nel temp-o nel quale si fanno più vivaci giti squilli, da tanti anni da noi pur ripetuti « ritorniamo alia terra! »; « nielli’agricoltura ¡sta la nostra salvezza! », è interessante rilevare come un. competente scienzia to agricoltore giudichi, dinanzi ad una Accademia di indiub'itaihite giraviità, coma quella dei Geiorgioffii, intorno agli effetti della protezione sui cereali nel nostro paese.
Egli osserva eh© la protezione doganale, « è riu scita sempre più dannosa al progresso agrario e alle condizioni alimentari in Italia e che, con tutto il dazio, Tareia frumentaria del regno, di 4.750.000 ettari, produce 'attualmente in media q.li 10,5 di grano per ettaro, e non più.
Solo nettile più ricche © fertili regioni, in quelle pianeggianti, la coltivate ione di quei cereale si e- stendle adì ett. 1.324.000, e rende1 in media 14,2 q. per ettaro-. Quindi il problema di una maggiore produ zione isli può risolvere in due guise: o portando- la produzione su tutta Fareia frumentaria a. 15 q. per ettaro, od elevandola a 28 q. -sui 1.300.000 ett. dei nostri, arati migliori. Una resa di 15 q. è poco più della resa media delle terre francesi; una resa di 28 q. sarebbe' simile a quella delle- terre, originaria mente' motto più povere dlelle nostre, nel Belgio, nella Sco-zlia, niella Danimarca. Del resto in Germa nia- da,l 1883 ai 1893 sii vii-die la superficie coltivata a segala e frumento crescere appena -dteM’l %, ma la produzione- salire del 32 %.
Da noi. -invece non solo il progresso è stato im percettibile, ma- contemporaneamente- andavamo per dendo terreno nella lavorazione di molti -prodotti del suolo: fra questi, -appunto di riso. L’India, il Giap pone ed laltrei regioni deli’Estremo Oriente — dice il Giglio,Ili — sono 1 granai eh© potrebbero fornire vi veri aUTnteea; ina non in -cereali, bensì in riso. Ora 10 misure fiscali -e di protezione dal 1885 in qua fe cero decadere -fra. noi Tindu,stria della lavorazione del riso ©so-tic-oi, facendola emigrare ed accentrare -specialmente -in Germania. Questo Stato- prima della guerra importava- 132 volte- più riso ohe non l’Italia e ne riportava circa il quadruplo della nostra espor tazione; dopo averne con la lavorazione accresciuto 11 v-al-oire, e dopo essersi valsa dei preziosi residui per T allevamento e- Ti ngrasis amento del bestiame.
Oggi, la Germania è commerciialmente paralizza ta. Se noi dunque- si 'sapesse- e si volesse, le difficoltà alimentari -che il 1917-18 ci prepara potrebbero ri solversi in una benedizione feconda. Il problema a- igri'coil-o è monolitico e connesso nelle sue parti : con sistei n-eirintemifioarei la coltura del- frumento, ma là -diove- di suolo è -adatto; nielli’elaborare industri,ai- mente d prodótti del suolo- nostro e, come nel caso del riso, del suolo- .altrui, ,il che -ci lascia aneto© re sidui ottimi per -mangime e quindi per Tallevamen to a buon mercato- del bestiame. Tutte le questioni, come si vede, -sono armiami-c-amente connesse-.
E’ il progresso' nella fertilità della terra — si chie de di Giglioii — questione, solo dii bonifiche, di fo gnatura, di .rotazioni agrarie, di consumi? Sì, certa mente, nei. senso immediato-. Ma dietro a tutte' que ste operazioni campestri si nasconde una causa fon damentale: lìignaviia, o l’attività persistente della mente ». L’eoonomiiia pubblica di una nazione — lo
(1) Quasi tutte le linee generali del progetto furono cal deggiate precorrendo gli avvenimenti, dal prof. Federico Flo ra, nel suo pregevole Mannaie della Scienza delle' Finanze, di cui è testé venuta alla luoe la quinta edizione. Con larghezza di dottrina e di pensiero egli giustifica la coesistenza delle tre imposte, nei rapporti economici, giuridici e finanziari e indica nel seguente prospetto, da noi lievemente modificato, quale dovrebbe essere il futuro assetto tributario:
¡
sul patrimonio -imposta complementare / dei terreni i dei fabbricati sul prodotto J dei capitaliI dell’industria
- del lavoro sul reddito - imposta sintetica
iscriveva Ciarlo Cattaneo — è -essenzialmente un problema, dii 'intelligenza.
Oggi noii ci troviamo -davanti, ad una grande ne cessità, e abbandonati a noi stessi. Possiamo o in crociare le braccia e gridare per soccorsi al governo : oppure unire in uno' sforzo supremo le non poche energie lavorative superstiti, le menti e i capitali e trarre -dalla ferrea necessità sprone e- lena per un’o pera organica di risultato sicuro, chiedendo al go verno un solo- favore : dii non intralciarci il cammi no co-i calmieri e con le requisizioni.
Oggi i tre milioni e, mezzo di- proprietari agricoli che -conta il paese potranno, se- sanno © se vogliono, dimostrare attraverso- a difficoltà giravi, ma supera bili, che s-ono degni della proprietà.
Aggiunge un altro -eminente economista: Noi ri teniamo -cto© se anche essi volessero, non potrebbero perchè non sanno. Troppo ignoranti, troppo inco scienti, troppo imbevuti di empirismo e dii pregiu dizi, -sono coloro tutti, contadini e proprietari, cui è affidata la più grande ricchezza nazionale. Occor reranno gemeraizioni ed istruzione edl educazione in tensa perchè essi possano uscire dallo stato di in feriorità -assoluta e relativa in cui s,i. trovano.
Soltanto quando il lavoratore -della terra avrà po tuto elevare il suo Hivell-o nella collettività e rendersi istruito, provetto, specializzato, intelligente, come il lavoratore delTofficina, che niella vita urbana e negli alti salari e .nell’istruzione della scuola ha potuto trovare campo facile alla -sua redenzione, si potrà pensare ad una agricoltura chie renda quanto può. Ed a raggiungere più sollecitamente lo scopo, cre diamo -oh© possa essere -assali più -efficace del facile e non sempre illuminato intervento dello Stato o della fisima delta piccola -proprietà, Tintervento di retto e fecondo del capitale -in larga -misura, che sappia industrializzare i’aigri,col,tura, adattandole i metoidli, i sistemi -e i’organizzazione che sono in pratica per .la coltivazione di una miniera o per quella della produzione dieli manufatti.
Sle lo Stato non minaccierà dii carpire i profitti, quando fossero larghi, solo il capitale opportuna mente dedicato' con criterio moderno alila produzio ne agricola, potrà redimere la fonte maggiore e più rimunerativa della nostra ricchezza.
Piccola proprietà e fisco
II- Ministro de,Ile- Finanze ha ricevuto una rappre sentanza 'della Federate,ione Italiana dei Piccoli Pro prietari, composta dlel Presidente on. avv. Mauri, del rag. Scevolia, 'consigliere, del d'ott. Vigo-rello, se gretario, i quali, do-po aver espresso l’adesione delia Federazione' -alTannun-ciata riforma dei tributi, han no illustrato- ,i desiderata della- classe dei Piccoli Proprietari, iin merito specialmente alì’ainnosa que stione dell-eisenzione' delle quote- minima, al quale anzi, h;a dato già una parziale attuazione negli ulti mi provvedimenti fiscali, d a lui emanati, riservan dosi dii studiarne l’appliicaziio-ne' pratica.
La Federazione dei Piccoli Proprietari ha conse gnato alfon. Ministro, che ha, promesso' di esami-. naiiTo' benevolmente, un memoriale intorno al tirat- tamento fiscale della piccola proprietà.
Ecco il testo del memoriale :
Eccellenza, l’annuncio di -una prossima riforma tributaria, ispirata -a, giustizia, che l’E. V. ha fatto di ,recente' alla. Camera italiana, se ha suscitato mol te legittime speranze nel Paese, è tornato somma mente* 1 grato alla classe dei piccoli proprietari colti vatori.
r'ap-29 aprile 1917 - N . 2243 L ’E C O N O M IS T A 381
presenta gli linteressii, è ansiosa di sapere, se coll1’an nunciata riforma sarà finalmente risolta, in modo conforme alile ben note aspirazioni, rannosa questio ne della esenzione delle quote minime fondiarie. Questa Federazione non crede necessario dii svolge re ampiamente’ alil’E. V. le ragioni che assistono la aitata domanda dei piccoli proprietari. Basteranno brevi cenni.
1. Invera il concetto delTe-senzi-one delle quote minime è già implicito in quello, ammesso dalla Vo stra riforma, della, progressività deU’imposta. Esso è un corollario, come, afferma il Mill, del principio di (( giustizia ». Il fondamento morale di tale esen zione .risulta evidente: qualunque tributo imposto sopra il minimo reddito, che ima famiglia possa a- vene per vivere, deprime durevolmente le abitudini del lavoratore : esso- è dunque una violazione della regola fondamentale, d-eilì’uguaglianz,a di sacrifìci, cioè della ¡giustìziia. Dal punto di vista economico redenzione » ’imporne ip-e,r « la conservazione- del pa trimonio ». E’ noto infatti Che la capacità contribu- tiv-a delle minim-e proprietà fondiarie è assoluta- mente, inadeguata all’attuaile pressione fiscale, per cui l’imposta sul reddito finisce per scontarsi sul ca pitale. Ne sono un indice -e-loqueinte : la frequenza delle esecuzioni immobiliari -per debito d ’imposta che le colpiscono; la difficoltà delle aggiu-ndicazio-ni, che di regola non -avvengono che al terzo incanto; e l’alta percentuale delle diette quote minime nella cifra -del le. devoluzioni al Demanio; la quale cifra sarebbe ¡ancora assai ¡elevata -se nell-a maggior parte -dei casi (3227 nel 1912, ossia -il 28,22 per c-ento dei- -p-ro-cedi- me-nt-i di esecuzione forzata iniziati -in queil’anno per debito d’impo-sit-a) Flnte-ndenza non ritenesse meglio non consentire addirittura al terzo -incanto,. Non spiaccia a questo proposito qualche richiamo ail-e statistiche. Stando aU’-ultima -statistica pubblicata, il 30,02 per cento delle esecuzioni forzate so-p-ra beni immobili (per due terzi -rustici) -per mancato paga mento (d’imposta riguardavano- un debito d ’imposta (sovrimposte comprese) inferiore- a lire 10; e il 51,56 per cento un debito ¡inferiore a lire 20. Il totale delle esecuzioni amm-o-ntava -a 11.437. Nel 50 per cento cir ca dei casi di aggi-udi-ciazione a privati, a seguito di dette esecuzioni, il prezzo di aggiudicazione non superò le 100 lire, e così via. Le aggiudicazioni in totale asc-e-se-ro ,a 3074. In. verità tali cifre, quantun que- migliorate in confronto al passato, non potreb bero meglio- ¡illustrare' il m-al-e chie- insidia, resistenza dei piccoli patrimio-ni fondiari. Passando al lato giu ridico' -della ¡eseniziione invocata, non. occorre- rile vare che ¡essa ha dei noti precedenti nella vigente legge sulla -imposta dii róccheetaa mobile. Tali prece denti rendono appunto più stridente il trattamento
fin qui ¡fatto ai -redditi -fondiari, ¡i quali non sono me na dle-i redditi industriali ¡incerto frutto anche di su dati» lavoro. Rilevasi però con vivo- compiacimento, c-h-e un,a dfeètivia innovatrice -è stata in t-a-le materia segnata dlalFEi V. -coU’accordarie dei notevoli minimi di esenzione dal recente- in-asprimenito die-lTimpos-ta fondiaria -e dlal diritto di guerra sulla riscossione de gli ¡affittii -dii fabbricati. Insieme a,i citati motivi la tecnica tributaria conclama Topportunità della ri forma, onde, ridurrei Ile- difficoltà di riscossione di cui è causa resistenza di innumerevoli -quote minime le quali, ¡mentre danno alTerario un gettito facilmente sostituibilie, aumentano il « co-sto dell’imposta » col produrre1 -gii ¡elevati saggi esattoriali che si lamen tano in Italia; dove- si, tengono iscritti qu-asi 3 milio ni di articoli di ruolo da esigere per un ammontare
di poco più di 2 milioni di -lire.
3. Circa la misura -delle esenzioni da accordare, questa- Federazione- si limita ,a fare presenti all’on. Ministro le larghezze -contenute nella legge francese 21 luglio 1897 sulle contribuzioni dirette-, e la nota proposta del lori. Gdolitti (1900), già fatta propria dlall-a Federazione stessa nel -Congresso di Parma (1914). Tale proposta esentava, sotto determinate condizioni1, i terreni il cui rèddito oo-rrispondesse ad un’imposta -erartiale di lire- 10, ed i fabbricati il cui reddito non superasse le lire 60. Un provvedimento -di tale natura, senza recare una perdita molto sen sibile all-e finanze de-llo Stato, _ -porterebbe un sicuro sollievo a parecchi milioni di piccoli possessori. I dati riflettenti lo stato delle quote minime in Ita lia (non certo recenti, mai gli unici -c-he, si conoscono ed in via approssimativa) -ed ai quali -si appoggiano
le considerazioni d-el presente memio-rd-ale sono i se guenti :
da L. 0.01 a L. 2 articoli 2.700.000 per L. 2.010.112 » » 2.01 » » 6 j> 1.230.000 » » 3.700.902 » > 5.01 » » 10 » 736.000 » » 4.735.986 Totale articoli 4.666.500 per L. 10.447.000
F-orise miai sii è dato allo Stato ¡il -caso di potere, con -sì relativamente pioco-lo -sacrifìcio, rendere sol lievo- a sì grande numero di contribuenti. E si ardi sce- ¡aggiungere Che mai classe più sinceramente me ritevole- d i aiuto e- di premio, specie nell’attuale sto rico periodo, s-i -è forse fatta innanzi all-o Stato a pe ro-rare la ¡propria c-a-usa.
4. L’accettazione del sum-mentovato criterio di esenzione -per parte della Finanza sarà un acconto sulle mo-lt-e promesse fin quii fatte ai piccoli proprie tari ¡coltivatori. Giovi infatti ricordare quanto già -la piccola -proprietà soffre per la s-perequazione che s-i verifica nei tributi indiretti, più micidiali della stessa imposta fondiaria. Vogliamo accennare alle tasse sui trasferimenti : lai tassa- dii registro, propor zionale; 1-a. tassa di bo-ll-o, che girava nella identica misura tanto lo stre-menzdto ¡podere quanto il vasto latifondo; le- ta-sse ipotecarie, dii voltura, ecc. Un atto dii trasferimento diminuibile costa il 30 ¡per cen to del valore trasferito -se questo è d.i 100 lire, il 16 e -più -per cento se è di 200 lire, mentre si riduce al 6 -pe-r -ciento se è dii 50.000 lire. La progressione.... in versa- è ancor più grave se trattasi di un -atto ipote cario. E sii rifletta alla estrema mobilità che caratte rizza La piccola proprietà. E’ necessario quindi so stituire ai diritti fìssi, alle spese di bollo, sempre progressive a rovescio, d-ei limiti di -esenzione e di imposizioni minime, che tolgano alfine, verso le pic cole e pur preziose umiltà della vita economica, -un trattamento- ingiusto, eccezionale e rovinoso. « Le spese- generala — proclamava il Ministro delle Fi nanze nel 1905 alla Carne-fa — gravano troppo sulle piccole operazioni : -bisogna tagliare! ».
5. Infine questa Federazione esprime la speran za che alla, riforma delle imposte statali venga coor dinata quella dei tributi- locali. Non insiste per eira su questo punto, ben -sapendo che -esso è sottratto alla competenza deU’Amministraiziione finanziaria. Ma rileva con so-ddisfiaizione ohe l ’E. V., nella citata esposizione alla,Camera elettiva, h,a parlato di « li miti ben disciplinati » entro- -cui provincde -e ciomunii potrebbero sovrimporre sui redditi di terreni e fab bricati, estendendo tale facoltà anche su taluni red- dti mobiliari. E’ nota senza dubbio all’E. V. Te-coe- denza continua ed o-gmor -più generale e crescente fino a limiti inverosimili, .raggiunta dalla sovrimpo sta -oltre la misura legale, specie nei comuni monta ni. L’on. Cottafavi, in una li-n-terpetia-nza nel 1914, ci tava, alla Camera « lo spettacolo di min-usco® beni e di appezzamenti di terra sui quali -gravano lire 13,88 p-e-r ogni- lira dìi imp-o-sta -erariale, senza che la gran de proprietà contribuisca, perchè in quei -comuni non esiste! ». Orbene, faccia lo Stato, con -atto di do verosa giustizia, che tale condizioni di c-o-se, retag gio dii un’altra storia abbia a tramontare per sem pre : così che tornando i nostri umili eroi, d-oipo la lunga battaglia, possano riamare con ¡più ardore la loro terra n-on più immiserita dalle esagerate pre tese del fisco, ma irrobustita, invece dalle nuove prov videnze e resa cia-piac-e di alimentare una .più f-ort-e e preziosa stirpe -dii nostri coltivatori indipendenti.
N O T E E C O N O M IC H E E F IN A N Z IA R IE
Rincaro dei generi di consumo nel 1° trimestre
1917.
— Il Comune di Firenze dichiara che i due primi mesi, del 1917 hanno segnato in Firenze, co me altrove-, un notevole aumento nel co-sto dei ge neri di consumo: meno alto- per quanto ancora sensibile è Taumento nel marzo.382 L ’E C O N O M IS T A 29 aprile 1917 - N. 2243 di L. 21.44 media del l.o semestre 1914
» 23.10 nel dicembre 1914 » 23.49 nel giugno 1915 » 29.52 nel dicembre 1915 » 31.27 nel giugno 1916 » 32.16 nel dicembre 1916 » 34.78 ■ nel gennaio 1917 » 36.24 nel febbraio 1917 » 36.70 nel marzo 1917
In .numeri indici, facendo uguale a 100 la spesa media settimanale del 1° semestre 1914, la progres-sione della, spesa è segnata nel modo seguente:
108 nel dicembre ... 1914 110 nel giugno ... 1915 138 ne.l dicembre ... 1915 145 nel giugno ... 1916 150 nel dicembre! ... 1916 162 nel gennaio . ... 1917 169 nel febbraio ... 1917 171 nel marzo . . ... 1917 L’aumento percentuale dal 1° semestre 1914 al marzo scorso resulta quindi per Firenze del 71 per cento.
Lei condizioni della città, sotto questo riguardo, possono considerarsi alquanto più favorevoli di quelle dii altre grandi città italiane. Infatti il rin- | caro del prezzo dei generi rilevato nel metodo dian zi accennato viene calcolato per Milano e per il mese di marzo. 1917 dal « Bollettino mensile » pub blicato dal Comune di Milano, nell’86,8 per cento e cioè in cifra superiore del ‘15 per cento a quella del rincaro verificatosi a Firenze..
I, Anche i dati pubblicati sulTuLtimo numero del « Bollettino dell’Ufflcio del Lavoro » 1° aprile 1917 confermano, nonostante il diverso metodo seguito nel calcolo del rincaro (si tieni conto di 7 soli ge neri di consumo popolare © si fa ugual© a 100 il prezzo medio, dell’anno 1912) i resultati sopra ac- j cannati.
I numeri indici del prezzo medio complessivo del detti sette generi (pane, farina, pasta, carne bovi na, lardo, olio, latte) vengono indicati per il gen naio 1917 e peir He maggiori città italiane nelle cifre seguenti: Genova ... 152.76 Bologna ... 147.48 N a p o l i ... 145.75 T o r i n o ... 144.74 M i l a n o ... 145.46 Livorno... 138.62 Firenze ... 137.04 R o m a ... 131.00
Si ha dunque un aumento percentuale massimo a Genova .col 52.7 per cento, uno minimo a Roma col 31 per cento © .a Firenze .coi 37 per cento.
II <( Bollettino ,d)el Lavoro » già citato reca an che un interessante) confronto colla Gran Bretagna secondo i diati pubblicati dalla « Lafaour Gazette » e che .si .nifaniscomo ial 1° gennaio 1917.
• L’aumento complessivo calcolato su alcuni generi di maggior .consumo peir l ’Inghilterra .alila dlata sud detta in confronto al luglio 1914 risulta per le mag giori città nella cifra relativa del 93 per cento, su periore quindi d ’assai agili aumenti Verific.ati.si da noi.
Slpecialmiente notevoli furono, gli .aumenti sullo zucchero (173 per cento), isiui pesce. (152 peir cento) sulle, uova. (143 ¡per dento), .sulle patate (145 per cento).
Economia di carbone pei gas.
— L’Ufficio Tecnico Militare Benzolo, Toluolo, Glicerina, preposto a sen si dell Decreto Luogotenenziale numero 163 del sette febbraio u. s. alla vigilanzo della .esecuzione del de creto stesso, notifica che la economia, ottenutasi a Milano a seguito del primo Decreto Prefettizio sulla limitazione della pressione del gas, raggiunse in ven ti giorni circa 1200 toninel-lat© di fossile1, pari al 10 per cento, in confronto del corrispondente periodo dello scorso anno. Tenendo conto però del notevole incremento verificatosi nel consumo del gas, per ef fetto del maggiore numero di industrie che lo impie gano e dfelTaumento, di utenti, constatato in oltre 5000 metri cubi al giorno, l’effettivo risparmio conse guitosi ha superato il 16 per cento.Peir effetto del redente Decreto. Prefettizio! s i .è già
rilevato un ulteriore sensibile aumento nella econo mia.
In tutto il Regno le medesime disposizioni ham- noi portato uni minor oonsumoi da 20.000 tonnellate di fossile per le officine a gas, nei soli primi venti gior ni del mese di aprile e questa cifra dà un’idea anche della diminuita produzione di coke.
Inchiesta inglese sulle tariffe preferenziali.
— La Camera di Commercio di Birmingham ha indirizzato ai suoi membri un questionario relativo all’istituzio ne dii tariffe preferenziali mei'lei diverse piarti dellTm- .pero. Le .risposte pervenute sono state sedloenboitnen- tanove dell© quali seiicentosiediiicd favorevoli airadiozio- ne dii tariffe pirefenemEialii ali’iintermo. deUTmparo, sai- ■centouno in favore di misure, speciali centro la Mari na e il commercio, nemici, seiicemtoquattordici in fa vore dii misure speciali contro il dumping delle merci nemiche nelTinterno dellTmpero Britannico dopo la guerra, 618 in favore di una modificazione delle leg gi idi naturalizzazione che dovranno essere dopo la guerra più restrittive, specialmente per tutto ciò che concerne i nemici, 616 in, favore della registrazione obbligatoria in tutto lTmpe.ro. dei sudditi non inglesi, 620 iin favore dii una regolarizzazione legale di tutte le Case e Compagnie straniere installate. neiliTmpie.ro Britannico .e dieU’obbligo per queste. Case di ottener© una licenza speciale, 57Ò in favore del divieto di sti pulazione di contratti con stranieri, -aventi Teff etto di restringere1 il commercio nazionale, 535 in favore deirincoraggiamento da darsi dal Governo alle espo sizioni di commercio nelle diverse parti dellTmpero e 617 in favore dello, sviluppo degli .affari e dell© re lazioni sociali dell’interno dell’Impero coi suoi paesi alleati.Banca Nazionale Svizzera.
— Dopo una campagna durata 20 anni, iglii Svizzeri poterono aver© una Banca Nazionale, dotata del monopolio deiremis- sdone. deli! biglietti, ohe non è una Banca di Stato, ma una Società per azioni; però li! .capitale è stato sot toscritto., (in conformità alla, legge che la. istituì), in gran parte: dai Cantoni, (ad quali, spetta la par tecipazione agili utili derivanti! dalia oouoeeelione del monopolio, .deiremissione fiduciaria), dalle precedenr ti banche di, emissione, dii cui, alcun© appartengono al Gantonei dove hanno sedie., ed! ¡in debole propor zione dal privati. Due erano ile città ohe- si conten devano la. sedie centrali©, Berna e Zurigo. La diffi coltà fu vinta dividendo la, direzione generale in due ramii; quello eli©' si occupa della circo!azione dei bi glietti ha l,a sua Sede a Berna, e quello prettamente commerciale a Zurigo. Il capitate sociale fu fissato, in 50 milioni di franchi, di cui, soli 25 sono stati versati fin qui.La Banca Nazionale, iniziò le sue operazioni il 1° maggio 1907. Per i primi otto, anni il programma fu quello: di rialzare ili valore del Miglliiettoi dii bian ca svizzero all’estero, migliorare dii corso della va luta svizzera, assicurare al paese tassi di sconto più favorevoli, diventare il centro dell’alta finanza ed il braccio destro, delle finanze federali.
Già qualche anno dopo l ’inizio, delle operazioni da parte dei nuovo Istituto; i suoi biglietti godeva no .all’estero dello stesso eredito, di quelli die,Ile pri marie banche di Stato e dii emissione dii Europa; anche la, valuta svizzera aveva raggiunto corsi non mai conosciuti fin allora. Questo risultato fu otte nuto. col mantenere 1 capitali di cu ! la Banca poteva disporre sempre liquidi; .per questo gli anticipi su depositi d.i valori non raggiunsero nei primi anni un’imiportanza notevole. Questa politica fu vivace mente. combattuta daH’alta finanza svizzera, clbe si vedeva ostacolata nelle sue operazioni di borsa, ma la Direzione .generale raggiunse lo scopo che si era prefisso, segnatamente ©od mantenere sempre ele vatissima la copertura metallica della sua circola zione di biglietti; la legge prescrive che detta co pertura non ¡ha. da essere inferiore ad 40 % della somma dei biglietti emessi; la Direzione mantenne invece, ¡una copertura media dal 65.74 dei 1907; del 72.95 nel 1908 e. del 71.41 nel 1909. La proporzione più bassa fu to.cc.ata nel 1914 eoi 63.33; nel 1916 essa fu del 75.63.
29 aprile 1917 - N. 2243 L 'E C O N O M IS T A 383
di franchi 1.315.333, cioè appena abbastanza a dare un dividèndo del 4 per cento agli azionisti, la Banca non era in grado di dare iai Cantoni quella quota mi nima ohe era loro garantita dalla legge e la Confe derazione dovette anticipa.re la somma occorrente, cihe la Banca rimborsa ora gradualmente.
Eseguita l a prima parte del programma, la Dire zione generato si occupò dieila seconda parte, cioè deU’aumento dell’utùle netto; fu ritoccata la legge sull’organizzazione e sul funzionamento della Banca Nazionale. Grazie a questa e ad .altre misure, gli utili di questo Istituto andarono sempre aumentan do e nei 1916 raggiunsero un totale netto di 7.429.800 franchi, ossia di 2.977.486 franchi superiore a quello dei 1915. Tato risultato ha permesso .alla, Banca di estinguere per metà l’importo dovuto alla Confede razione per gii antìcipi da essa fatti ai Cantoni in in esecuzione alla logge sulla Banca Nazionale.
Neil’assemlbleia annuale degli azionisti, il presi dente annunciò ohe si procederà alla riforma della legge sulla Banca per rendere passàbile la riparti zione di un dividendo più elevato. Così per tappe, la Banca Nazionale Svizzera conseguirà quel perfezio namento e quei vantaggi che dalla sua fondazione si erano ripromessi i suoi creatori.
Nello scorso anno le girate fatte per conto della Banca Nazionale raggiunsero la somma di 26 mi lia rd i Evidentemente in questa somma sono com preso molte ed importantissime operazioni interes santi Testerò; e qui abbiamo una prima manifesta zione dleilTimpoirtanza della Banca Nazionale1 Sviz zera nei rapporti -con Testerò.
F IN A N Z E DI S T A T O
nostri debiti nazionali ed- inoltre dì stanziare 60 mi lioni dii dollari per le nostre- spese di guerra.
Peir un paese quale- è il nostro, con una popola zione rada -e -dhe non gode -di una ricchezza da lun go acquisita, come- è il -caso -per le più antiche na zioni, il risultato deve essere considerato come estre ma meni t-e ,s oddii-sfaoerat e.
Il totale delle- nostre spese di guerra fin dal prin- cipi-O) delle ostilità, -compresi i nostri impegni verso la Gran Bretagna, per il mantenimento delle nostre truppe al fronte, ascende a circa 600 milioni dii dol lari; perciò il debito del Canadà, ohe prima d-ella guerra -era di 336 milioni di dollari, ascende adesso a 900 milioni -e potrà raggiungere alla fine delTamno finanziario attuale, 1200 milioni di dollari.
R E L A Z IO N I D E L L E B A N C H E
BANCO DI SICILIA
Relazione sull’esercizio 1916
Ecco il riassunto della relazione presentata dal Direttore Generale, reggente T Amministrazione del Bancoi di Sicilia, al Consiglio Generale dellT-stituto sull’ ese-re izi o 1916 :
Il nu-ovo Direttore Generale dei Banco di Siici-lia, Camini. Eduardo Sq-uatriti, al quale co-1 decreto di nomina del 12 novembre 1916 furono- anche- affidati i poteri del Consiglio- dii Amministrazione, fino a che questo non sarà ricostituito, hsC presentato al Gon- siglio. Generale dell’Istituto-, riunitosi in sessione or dinaria il 29 marzo u. s. il rendiconto- delT-eserciziio 1916 riguardante sia Taz-ienda bancaria che le- altre aziende annesse.
Bilancio inglese 1916-17.
— Le cifre definitjiv(e- deJle entrate -e delle -spese per Tese-rczio 1916-17, so no una prova delle straordinarie risorse e del pa triottismo del cittadino inglese. L-e entrate -che- -eira- no -previste nel bilancio in 502 milioni di sterline sono state realizzate nella somma di 573 milioni-. Questa eccedenza di 71 milioni, la quale 'indica che le entrate per il 1917-18 possono- essere p-reiviste sul la base attuate a non roanoi di, 600 milioni, è più eh® sufficiente di- per sè a far fronte -agli interessi e a-1 fondo -di ammortamento del 1000 milioni dii nuo vo prestito -di guerra che sono- ,stati emessi. I pro venti delle imposte sono, -essi s-oili, di 514 milioni- di sterline, cioè 224 -milioni dii più che il provento delle imposte per il 1915-16. Questo aumento così consi derevole ottenuto dalle àmp-oste- nell’anno che fini sce, insieme con la sottoscrizione- di un colossale -prestito di guerra, segnano un record dii cui il paese ha ragione di essere fiero.Le caratteristiche delle entrate provenienti dalle imposte sono le seguenti: le tasse sui -profitti pre sentano una eccedenza di 54 milioni; la imposta sui reddito una eccedenza di 10 milioni; le tasse sui beni ed i franco-blolli una. eccedenza dii 2 mi lioni!. L’imposta s-ul reddito che aveva fruttato 47 milioni neM’anno precedente alla guerra, ha dato ora 205 milioni. Al provento totale di 573 milioni le imposte indirette hanno contribuito per il 22 ed uno per cento; le imposte dirette per il 67.5 per c-ento; oppure se -si considera la tassa sui profitti di guerra come, risultato -per la maggior parte dei prezzi più elevati -e la si divide in parti eguali fra le -due categorie, le imposte indirette vi hanno contribuito pe-r il 34.3 per cento; le imposte dirette per il 55.3 per cento.
Bilancio di guerra del Canadá.
Il Ministro delle Finanze dèi Canadà presentando il terzo bilancio di guerra alla Carniera dei Comuni, ha -dichiarato ch-e le -entrate iper il primo anno di guerra ascesero a 130 milioni d i dollari, nel secondo anno -a 170 milio ni e -per l’anno- fin anzi'ari oi chiuso al 31 marzo a 232 milioni.L.a tassa -sari profitti d i ¡guerra ha superato le pre visioni avendo raggiunto i 15 milioni. Il Ministro continua considerando questa- cifra di 232 milioni di dollari per le nostre entrate-; e- quella, di 172 milioni, com e sufficiente a coprire le nostre spe-s-e ordinarie. Rileva che siamo starti din grado-, durante l’ultimo an no finanziario-, di p-releva-re¡ sulle nostre entrate, tut te le spese ordinarie, tutti gli ammortizzamenti dei
Rivolto un reverente -e augurale saluto- ai -prodi camba-ttenti, che sulle Alpi contese e sui mari, infidi difendono, con -la fortuna della Patria, i più alti principi di libertà e dii giustizia, e ricordati ii fun zionari delìTstituto ch-e immolarono- la loro vita -al la grandezza d ’Italia, il c-ornm. Squatriti fa prece dere la relazione sulla gestione- diel Reggente straor dinario, comm. Giovanni Gattini, cui rende il do vuto omaggio, da una breve rassegna dei ,provve dimenti legislativi emanati nell’anno- e direttamente interessanti l’azienda e i vari servizi d all’istituto di simpegnati. P.rosègue quindi nell’esporre i -risultati dell» varie- -operazioni -compiute nell’anno, delle qua li si. riassumono le principali.
Azienda Bancaria.
11 movimento generate nelle casse del Banco fu -di L-. 4.652 milioni,, somma mai precedentemente rag giunta. Ammontarono glli in,traiti a L. 2.302 milioni e gli esiti -a L. 2.350.
La -ri-miamenza dii cassa- a chi-u-su-ra d'esercizio _ esclusi; i biglietti emessi. dall’Istituto — era di lire 65.695.611,42, delle quali L. 54.746.392,91 dii valute metalliche («re e argento) applicate -alla riserva. Quei-’
st’ultima, integrata dai crediti liquidi alle,stero, pagabili in oro, ammontava alla stessa data a Lire 72.310.960.11.
Gli sconti che ammontarono nell’anno à L. 253 mi lioni e mezzo, circa, segnarono, rispetto aH’eserei- zio precedente, uinai diminuzione sensibile, comune del -resto a quasi tutti gii Istituti di credito-, e prin cipalmente dovuta al prevalere delle contrattazioni a contanti.
Un discreto aumento, invece, segnarono le anti cipazioni su titoli, il cui movimento generale fu di circa L. 177 -milioni -e mezzo all quale aumento non turomo estranee- le agevolazioni consentite dallT- stituto- per favorire- l.a sotto-scrizione- al terzo pre- stito nazionale ed il collocamento deli buoni del Te soro pluriennali emessi dallo Stato per il bisogni
della -guerra.
L’azione spesa dall’Istituto -pe-r favori-re queste operazioni finanziarie e i risultati ,ott-en-uti, sp-e-cìal- ment-e in Sicilia-, sono veramente notevoli.
’approvvigio-384 L ’E C O N O M IS T A 29 aprile 1917 - N. 2243
riamente» dei Consorzi stessi e per il rifornimento die! materiale dii guerra diede luogo ad un m o v i-: mento generale dii L, 255 milioni circa.
Il negozio delle divise estere si contenne nello scorso esercizio in limiti piuttosto ristretti, essen do venute meno le esportazioni per conto dello Sta to. Il Banco, pelò, per quanto lo consentissero le proprie disponibilità all’estero e le anormali con d i-1 zionii del mercato internazionale, partecipò effettiva mente al movimento delle valute estere e, negozian do con le private ditte commerciali ed anche diret tamente col Tesoro delio Stato, contribuì a rendere meno aspro il corso dei cambi. Il conto corrente con d corrispondenti all’estero diede luogo ad un movimento generale di L. 50.000.000 circa e cioè di L. 25.320.000 per gli accreditamenti e di L. 24.680.000 per gli addebitano enti.
Sensibilmente aumentarono i depositi di valori presso l’Istituto essendosi elevato il loro ammonta,- re, da L. 233.500.000, quanto eira al 31 dicembre 1915 a L. 362.000.000 al 31 dicembre 1916.
La circolazione media dei biglietti emessi dal Ban co raggiunge nell’anno 1916 la somma di circa Lire 161 milioni delie quali L. 105.500.000 per conto dello Stato e L.55.500.000 per conto del commercio. La ciroolazione media per conto dello Stato, determi nata dalle anticipazioni ordinarie e straordinarie al Tesoro, dalle somministrazioni di bigia etti per gii approvvigionamenti, dalla anticipazioni, per1 conto delio Stato' a Moniti dii Pietà, Casse dii Risparmio èco,, e dal finanziamento' dèli consorzi granari pro vincia,li fu di circa L. 94.500.000 nieil primo, semestre e di circa L. 116.000.000 nel secondo’ avendo rag giunto nelle 'Ultime: decadili dlelTieiseircizio la somma di
L. 155 milioni circa. La madia dei biglietti in oirco- laizione per le ordinarie operazioni commerciali dieil- ITstituto, la quale nei due semestri del 1915 era stata rispettivamente di 98 e 80 milioni, si ridusse nei primo isétoestre del 1916 a circa L. 66 milioni, e nel secondo ,a circa L. 56 milioni, Raggiunse il mas simo di circa 74 milioni nella terza decade di mar zo e si contrasse fino arii uin minimo di circa Lire 6.000.000, nella terza decade di ottobre. Durante l’anno, molta ispesso per effetto dleillia sospensione del
la riscontrata e non già dii maggiori impieghi, 0 di incassi effettivi, subì sensibili oscillazioni. Il rap porto percentuale, medio tra la riserva e1 la circola zione ,pe,r conto del commercio fu nelTarmo di circa il 90 %.
A tener contratta la circolazione dei biglietti, che si mantenne sempre entro il limite normale, contri buirono certamente lo incremento verificatosi nella cir,colazione dei titoli nominativi e i depositi in con to corrente. Deli primi ne furono emessi neH’anno complessivamente N. 420.346 per L. 882.137.488, e ne furono estinti N. 415.612 per L, 867.279.288.
La rimanenza media dei titoli in circolazione fu di L. 56.200.000 circa, superiore di circa 9 milioni alla corrispondente cifra delTesercizio precedente,
Distintamente per categoria di titoli furono e- meissi: fedi dii credito N. 157.390 per L. 192.029.067 e vaglia cambiari N. 262.956 per L. 690.108.421; fu rono estinti: fedi dii credito N. 154.304 per L. 183 milioni 523.891 e vaglila cambiari N. 261.308 peir Lire 683.755.397; la ci redazione, media fu d i L. 30.275.000 p e r'le fedi d i credito © diii L. 25.925.000 per 4 vaglia
cambiari.
Le maggiori, disponibilità derivate dallo accresciu to ammontare dei titoli in circolazione permisero anche dii far ridurre il saggio d ’interesse sui conti correnti fruttiferi, il quale, con sensibile beneficio dieill’economia generale dell’Istituto fu quasi ,egua gliato a, quello degli altri Istituti di emissione. Il movimento generale dii, codesti conti fu nell’anno di L. 457 milioni circa e il credito dei depositanti rag giunse un massimo di L. 50.000.000 e si ridusse ad’ un minimo, a chiusura delTesercizio, di L. 26.000.000 circa.
Allo scopo dii estendere nei centri minori la circo lazione dei titoli surroganti la moneta e di accre scere, nell tempo stesso, le proprie disponibilità, l’I stituto assunsi© niel 1916 il servizio degli assegni bancari circolari tratti sulle Casse del Banco dai. propri corrispondenti. Questo servizio, sebbene pos sa dirsi ancora a lf inizio, pure diede notevoli ri sultati che .lasciano sperare un maggior© incre mento.
i Quelle che precedono sono le principali notizie contenute nella- relazione dell’azienda bancaria, dal le, quali si rileva la varia, e complessa azione spesa daliiTstitut© in servizio d e lu so la e in generale del- Teeonomia nazionale.
Nonostante la limitazione delle operazioni atti ve, dovuta alle attuali condizioni economiche del Paese, iil Banco conseguì circa L. 7.500.000 di utili con i quali sì fece fronte alle spese di amministra zione che ammontarono a circa 3 milioni d i lire, alle imposte e tasse pagate, alle sofferenze, che se gnarono una lieve diminuzione in confronto con l’e sercizio precedente ed all’ammortamento della sva lutazione dei titoli di proprietà e delle perdite tut te, con sensibile beneficio della situazione dellT- stiituto che, saldo e sicuro, potrà affrontare i pro blemi del dopo guerra.
Il rimanente degli utili nett-i, dedotto il decimo che, a norma di legge, dovrà essere devoluto a com provati scopi di pubblica utilità e beneficenza, e che quest’anno sarà assegnato, tutto ai Comitati di di fesa civile andrà ad accrescere la massa di rispetto, nella somma di L. 193.865,89.
Credito Agrario.
La relazione sulla gestione della Sezione speciale .per il Credito Agrario in Sicilia e delle Casse Pro vinciali di. Credito agrario mette in evidenza le se guenti notizie :
Gli enti ammessi ai fido erano ai 31 dicembre 1916 n. 324 con un patrimonio proprio di L. 3.304.111,74. Essi contenevano n. 46.648 soci con patrimonio com plessivo presunto di L. 217.030.845.
Il fido adì assi in complesso assegnato’ ammonta va a L. 15.178.000.
Le .operazioni compiute con gli enti intermediari furono nell’anno 11. 24.525 per L. 7.587.080,60 e quel le dirette con privati n. 53 per L. 314.000. Alla fine diell’eiseiroizio rimanevano in portafoglio n. 1108 cambiali per complessive L. 550.073,20 scontate coi fondi della Sezione e N. 10.131 cambiali per Lire 3.988.597,66 scontate coi fondi delle Cassie Provin ciali. Inoltre ,la Sezione aveva un credito di Lire 108.500 per operazioni compiute, in forma di conti correnti ipotecari.
L’esercizio sii chiuse con un disavanzo di Lira 82.454,80 per ia Sezione e c,on un utile complessivo dii L. 74.594,54 per le Casse Provinciali, Il decimo degli utili netti delle Casse Provinciali, arroton dato a L. 10 mila con una elargizione fatta dal Ban co fu. messo a disposizione del Ministero di Agricol tura per premi da attribuirsi agli agricoltori sici liani che .aviranno efficacemente contribuito alla in-
temsificaziionie della produzione granaria.
Cassa di Rispa r m io.
L,a Cassa d'i Risparmio ricevette durante l’anno 1916 versamenti e fece accreditamenti per comples sive L. 113.130.300,24 ed eseguì rimborsi per Lire: 86.030.567,33; sicché la resta a credito dei depositan ti -che era di L. 54.490.430,55 al 31 dicembre 1915 si elevò a L. 81.590.163,46 al 31 dicembre 1916.
L’esercizio si chiuse con un utile netto di Lire 938.137,77.
Credito fondiario.
Nel rendiconto sulla gestione dell'azienda fondia ria, si danno notizie intorno alla mobilitazione del debito arretrato ed al rafforzamento della riserva, argomenti, entrambi, di speciale importanza per Tandamento e l’esito della liquidazione intesa, fra l’altro, al rimborso del rilevante debito della Sezio ne verso l’azlend,a bancaria, debito che sin da ora per la salda situazione del Credito fondiario, si pre vede sarà interamente rimborsato.
Il residuo debito per capitale mutuato a 31 dicem bre 1916 era di L. 2.442.417,80 pei mutui 5 % e di L. 11.483.594,48 pei mutui trasformati 3,75 %. Le cartelle fondiarie in circolazione erano a chiusura di esercizio per L. 2.566.500 tipo 5 % e per L. 11 mi lioni 603.500 tipo 3,75 %.
Il fondo di riserva figurava alla stessa data, per L. 2.759.985,96 investite già in titoli di Stato e garan titi dallo Stato sino a L. 2.199.674,38.