L ’ ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
linlUV - HI. U
tortino,29 tiglio 1917 { S f P j S S S T 1’
i m
P er wniforimarci alle prescrizioni sulla economia delta carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto una volta ai mese ì prospetti che si trovano alla fine del fascicolo e che includono variazioni men-
sili.
-Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate riali in cui si trova la stampjx periodica, per effetto della guerra, potremo riportare ampliamenti e miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da tempo stiamo attendendo.
Il prezzo d’abbonamento' è di
L. 20annue anti
cipata, per l’Italia e Colonie. Per l ’Estero (unione
postale)
L. 25.Per gb altri paesi si aggiungono
le spese postali. Un fascicolo separato'
L. 1.S O M M A R IO :
PARTE ECONOMICA-Riforma scolastica.
Solito sguardo al Credito Agrario.
Credito Fondiario delia Cassa di Risparmio di Lom bardia.
NOTE ECONOMICHE E F IN A N Z IA R IE .
Carbone delle Indie inglesi - Banche italiane - Pro tezionismo e guerra - Relazione al Senato nel disegno di legge per la istituzione di una Commissione parla mentare per l ’esame della tariffa doganale.
F IN A N Z E DI STATO.
Redditi deH’Austria-Ungheria. LEG ISLAZIO N E D I GUERRA.
Buoni del Tesoro - Denunzia di esercizio di com mercio - Credito agrario - Nuovi biglietti.
N O T IZ IE - COM UNICATI - IN F O R M A Z IO N I.
Commercio dell’Italia nel primó trimestre 1917 - L’TJnion Economique. des Alliés - Marina mercantile germanica - Combustibile per l ’inverno a Tarino - Sopraprofitti di guerra - Valori marittimi austro-un garici - Danni dei sommergibili alla marina mercan tile - Cooperative agricole - La questione agraria e -le ' terre disponibili in Boemia - Nuove tariffe delTIstitu- to Nazionale delle Assicurazioni - Le assicurazioni sui rischi di guerra in navigazione - Socializzazione delle terrte in Russia - Problemi del dopo guerra - Penetra zione germanica - Sviluppo delle industrie spagnuole durante la guerra.
SOCIETÀ’ IT A L IA N A PER LE STRADE FERRATE M E R ID IO N A L I.
Situazione degli Istituti di Oredito mobiliare, Situazio ne degli Istituti di emissione italiani, Situazione de gli Istituii Nazionali Esteri, Circolazione di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei tributi nell’eser cizio 1914-15, Commercio eoi principali Stati nel 1915, Esportazioni ed importazioni riunite, Impor tazione (per categorie e per mesi), Esportazione (per categorie e per mesi).
Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italiani, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi dell’ar- genio.
Cambi a ll’Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’art. 39 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, R i vista dei cambi di Parigi.
Indici economici italiani. Valori industriali.
Credito dei principali Stati.
Numeri indici annuali di varie nazioni.'
A V V I S O
In seguito ad a ccordi che la nostra Amm inistrazione ha potuto prendere siamo lieti di poter mettere a disposizione dei nostri sigg. A b bonati gratuitamente alcione co p ie del R E S O C O N TO UFFICIALE D E L C O N V E G O IN T E R PA R LA M E N TA R E DI R O M A , il quale è in corso di stampa. Preghiamo quegli abbonati cui la pubblicazione fosse per interessare di inviarci con cortese sollecitudine la prenotazione.
L ’AM M INISTRAZIONE.
PARTE ECONOMICA
RIFORMA SCOLASTICA
Il problema della scuola noi vediamo di fre
quente m questi ultimi tempi agitarsi sui perio
dici e nelle discussioni pubbliche e private, ma
sia nelle une che nelle altre noi. vediamo una con
clusione unica : la invocazione allo Stato di prov
vedere in questo o quel modo.
E non già il solo' socialismo' ripete questa invo
cazione che è per lo meno consona alle tendenze
monopolistiche di quel partito, ma e la democra
zia e la aristocrazia cadono indifferentemente ed
inconsciamente, in quell’assurdo che. si compen
dia nel richiedere : la scuola,, di Stato.
Nessun errore, noi stiamo proclamando da ol
tre quarantanni su queste colonne, è più madoi-
naie e più deleterio dì quello che vuole affidai e
alle mani dello Stato, e di quale Stato noi sap
piamo bene si .tratti, la funzione pedagogica.
Già il Bovio cinque lustri fa ebbe ad affermare
che lo Stato, rispetto all’Ateneo, non può essere,
nè pedagogo, nè revisore, ma solamente vigila-
tore... « Se lo Stato invade l’Ateneo, sostituisce
il simbolo' poliziesco alla scienza! ».
Non sapremo invero come meglio esprimere
questo convincimento che del resto è quello di
tutti coloro che con senno vogliono vedere una
buona volta risolto definitivamente il problema
scolastico italiano.
Ma se non si volesse credere alla bontà della-
enunciazione, noi invitiamo coloro che fossero' di
diverso parere a considerare coir noi obbiettiva
mente i resultati, dei metodi seguiti dalle nazioni,
più civili, per convincersi che non è col mono
polio statale* delle scuole che si raggiungono gli
effetti ¿migliori.
L ’Inghilterra e gli Stati Uniti d’America,_ che
ora non sono più paesi a noi così lontani da
rendersi difficile l’imitarli, hanno adottata sem
pre il principio opposto' a quello seguito in Fran
cia ed in Italia, sia per la istruzione primaria,
sia per la secondaria. O r bene, in fatto di educa
zione civile, di istruzione noi vediamo ambedue
quei paesi assai più progrediti, anzi, assai più
vicini al grado' di perfezione, che non lo sien.o le
due nazioni latine. E se consideriamo il problema
nel nostro stesso paese, potrebbero sinceramente
additarci i fautori del monopolio di Stato per
l’insegnamento, quali progressi e quali migliora
menti. siamo riusciti ad ottenere in Italia nell’ul
timo cinquantennio ? Se in qualche cosa doves
simo ravvisare le attività dello' Stato dovremmo ri
conoscerle sopratutto' in quella disorganizzazio
ne. in quella instabilità di orogrammi, in quella
miserevole còndizione degli insegnanti, in quella
rituale grettezza di vedute, in quella meschina,
tardiva, intempestiva, adozione di provvedimenti,
che hanno'sempre caratterizzato la maggior par
te delle ingerenze statali, e che non possono non
582 L’ECONOMISTA 29 Luglio 1917 — N. 2255
essere reputate deleterie. La funzione dello Stato
nei riguardi dello insegnamento sia elementare,
sia secondario, sia superiore non può essere che
quella di pura e semplice sorveglianza, allo inten
to di evitare che la scuola divenga strumento
di speculazione economica o politica e di inte
grazione della iniziativa privata, nel senso di sov
venire o stimolare questa, là dove difficoltà od
esigenze locali non giungano ad essere superate
dalla sola iniziativa privata. Ma all’infuori di ciò
lo' Stato deve, ber il bene delle generazioni futu
re, astenersi deliberatamente £ piena-mente aai-
resercitare alcuna- funzione pedagogica, per la
sciare che la libera concorrenza e le libere inizia
tive _
si perfezionino e si completino, in modo da
corrispondere a ciò che il paese vuole in fatto
di educazione o d’istruzione, non già a ciò che lo
Stato intende di imporre, così malamente da aver
conservato il paese con una percentuale tanto ver
gognosa di analfabetismo, così privo di qualsiasi
mezzo di educazione professionale, così pletorico
di spostati e di diplomati pronti ad adattare, a
qualsiasi più disparato, impiego una istruzione
ottenuta^per tutt’altro indirizzo !
Noi sappiamo che talvolta potremo sembrare
rivoluzionari ai nostri lettori, i quali ci veggono
sostenere riforme del tutto radicali : noi fi pre
ghiamo di non spaventarsi, che il nostro pro
gramma sinceramente liberale non differisce in
vero da quello di altri che professano un liberismo
assai più conservatore del nostro.
Ad esempio* nella
Perseveranzanoi vediamo di
recente ripetute integralmente queste idee che da
qualche decennio noi formuliamo, e non è certo
dalle-colonne della vecchia e ponderata Gazzetta
milanese, che partiranno le scintille atte a far
scoppiare la rivoluzione.
Si è che ormai tutti coloro che non sono- ascrit
ti ai partiti i quali hanno per idolo la
Statolatrìa.,
sieno conservatori,' sieno liberali, sieno progres
sisti, sieno radicali od altro-, sanno che nella
scuola sta tutto il problema fondamentale per l’av
venire del paese e che non sarà, come non è stato,
a mezzo della scuola statale, che il problema verrà
risolto.
Noi insistiamo ed insisteremo in tale concetto,
fino a -che un indirizzo
e x novonon verrà ' a far
cessare la causa della nostra protesta e della no
stra insistenza.
Solito sguardo al Credito Agrario
Diciamo solito, perchè questa è oramai la quin
dicesima volta che facciamo una rapida analisi
della Relazione- statistica che ogni anno il Banco
di Napoli presenta ai Ministri del Tesoro e del
l’Agricoltura, intorno all’andamento di quel Cre
dito- Agrario, che. la sua-Cassa di Risparmio eser
cita nel Mezzogiorno continentale d’Italia e in
Sardegna.
Quest’anno però' (la guerra modifica tutte le
abitudini) terremo un modo- un po’ diverso dal
consueto. Tralasceremo di parlare di nuovi Isti
tuti intermedi, di risconti, d’ iscrizioni al castel
letto, di saggio d’interesse, e cose simili, tutte
dette e ripetute. Sarà pi-ù interessante vedere co
me si sia regolato il Banco di fronte a
-1carattere
eccezionale del tempo che -corre, nonché quali
tendenze s-< siano nello stesso periodo- manifestate
in alcune regioni dove tal forma di credito viene
esercitata.
Ma prima- un solo dato numerico- complessivo.
Quésto. Nelle quattordici annate precedenti, ;1
credito distribuito agli agricoltori era andato sem
pre crestendo senza eccezione, da poche centinaia
di migliaia di lire nella prima, fino a oltre ió mi
lioni nell’ultima. Invece nel 1916 si scende a- lire
11,934,643. Tale -diminuzione, che accade per la
, prima volta, è più che spiegata dallo stato di
guerra. E in-qual modo ? In. due modi, secondo la
Relazione, affatto verosimili. Uno -è la più alta
percentuale di terre abbandonate, in seguito- al
richiamo generale alle armi, che ha sottratto ai
campi tanti- lavoratori, nonché alle requisizioni di
bestiame, veicoli, foraggi, ecc. L ’altro è il fortis
simo aumento di prezzo verificatosi nei prodotti
del suolo, in misura così rimuneratrice, che il col
tivatore può aver provveduto alle occorrenze del
la sua azienda agricola senza ricorrere al credito
come negli anni decorsi.
Sono noti i tentativi fatti dal Governo per in
durre gli agricoltori ad aumentare là produzione
granaria. Anche nel novembre e dicembre 1916,
quando oramai erano già fatte le semine autun
nali, appositi decreti accordavano premi per quel
le -primaverili: non meno di L. 50 l’ettaro- per
seminare grano, come anche per dissodare terre
no e coltivarlo a leguminose da granella e pa
tate. Come le cattedre ambulanti d’agricoltura, co
sì pure il Banco, per mezzo -delle sue filiali, si
adoperò a far con-o-scere tali -disposizioni. Ma i
risultati, per quanto gli consta, specie in rapporto
alle richieste- di credito, sono stati quasi dovunque
negativi, soprattutto per la deficienza della mano
d’opera.
Irta di difficoltà, ma multiforme -e attivissima,
è stata l’ opera del Banco nella- distri-buziojie del
credito nelle zone danneggiate dalla rovinosa in
vasione delle arvicole o- topi campagnuoli. Pei col
tivatori di dette zode, nelle proyin-cie di Foggia,
Bari. Campo-basso e Potenza, con decreti luogo
tenenziali vennero sfabilitè facilitazioni di -più spe
cie, come maggiori somministrazioni- di danaro
per conto dello Stato, riduzione nella, misura delle
tasse inerenti- alle operazioni di credito, ratizzazio-
ne in più annualità, a favore dei debitori, delle
rimanenze passive per prestazioni dei precedenti
esercizi. Tutto ciò dette luop'o a innumerevoli ri
deste da parte degli interessati, a dubbi da chia
rire, a una corrispondenza continua e -copiosa con
privati, con le filiali dell’Istituto, col Ministero.
Per sopperire alle insolitamente larghe necessità
del credito-agrario, lo Stato si prestava ad antici
pare una somma di dieci milioni, da doversi ricu
perare, s’intende, dopo i futuri raccolti. Il prov
vedimento, buono- in sè stesso, non andò scevro
di qualche inconveniente, dato il carattere di certi
ambienti sociali. E -qui lasciamo • parlare là- Rela
zione :
29 Luglio 1917 — N . 2256 L'ECONOMDSTA
583
somministrazione da farsi con somme anticipate
dallo Stato, aveva chiesto d ’essere esonerato dal
farsene strumento e proposto che il Governo se
ne occupasse direttamente lui. « L a proposta però
dice la Relazione -— non venne accolta. D ’al
tronde, trattandosi di un. interesse delle provin
ole del mezzodì, al Banco'non era datò trarsi in
dietro ».
Di regola, come è noto, il credito agrario- si
esercita pel tramite degli Istituti intermedi locali.
La Cassa di Risparmio del Banco fa bensì anche
direttamente prestiti agli agricoltori, ma solo nei
casi previsti dalla legge, cioè quando e dove
co-'^1 I^itut, msmdirno, oppure non ispirino fi
ducia. I prestiti diretti sono dunque e devono es
sere non la norma usuale, ma
l’ eccezione.Merita
perciò di venire ricordata, ma non a titolo d’onore
S o t S a del^ erazlf>ne- anche più stranamente
dT™%
5?mera tdl ,Commercio d ’Avellino
(27
marzo 1916) la quale, lamentando che il cre
dito agrario nella provincia non venga concesso
all’agricoltore, faceva v iti acciò ?!
spirito della leg g e-(.?!)
che regola tale concessioneon venga turbato
■ (?!)
a danno dell’industria a- gn cola provinciale,e il credito agrario sia dal
? * nSa .
C? ” 'cesso direttamente, senza che irichie-ni J ^ T '
0
$ Z rl° coì tra, mite di istìtusio-_. Ma a quell illustre e dottissimo- consesso- il
Banco opponeva facilmente un’ampia e succosa rè
plica, dimostrandogli che il suo voto è in aperto
contrasto e colla lettera e collo spirito della Wo-e
vigente, e insegnandogli che il sistema degli isti
tuti intermedi e voluto da altre leggi speciali sul
o-edito agrario per il Lazio, per la Sicilia per ^
Marche ed Umbria, per la Liguria, e che
oari-B e T ^ einPrRatlCat° li1 Fnmcia’ in Inghilterra, nel
oelgio, m Russia, da per tutto.
La tendenza a cercare di ottener sempre la con-
cessione diretta si manifestò nel 1916 specialmen
te nel ceto dei grossi proprietari. Alcuni dei quali
dichiaravano potersi l’Istituto locale considerare
quasi inesistente, perchè insufficiente ai b ^ g n i T
cali, e ad ogni modo non voler essi farne parte e
non averci fiducia. Il Banco ebbe spesso a rispon-
dere che sarebbe troppo facile e comoda tale mo
tivazione per ottenere i prestiti in via diretta Ed
daSeS ? è a ;hee; r 0teStaa CaSSa a" raria a o T f f l o *
f
^ e Cae tr?,PP1 di voi si astengono
dairen-se n
i n
S0C1; M L POÌ’ S€ essa non vi Piace-
se non ha la, vostra fiducia, perchè non vi accor
date tra voi per fondarne un’altra ? Nulla vieta
che m uno stesso Comune ve ne sia più d ’una.
Molti tra quelli che erano soliti operare da Isti
tuti intermedi furono nello scorso anno -meno vo
lonterosi del solito. Parecchi che per l’innanzi
avevano funzionato bene, si tiravano indietro di
ventati restii ad apporre la propria firma di gira
ta sulle cambiali rappresentanti l’importo dei pre
stiti; -e ciò per timore di perdite, ossia di mancato
pagamento alla scadenza da parte dei mutuatari
sempre per effetto- dell’idea, falsa ma diffusa, più
sopra, indicata, -che 1-e somministrazioni di danaro
dello Stato dovessero finire per assumere un ca
rattere di beneficenza. Si offrivano nello stesso
tempo, bontà loro, come semplici organi
racco g h to n e trasmettitoridelle domande : ufficio per
fettamente inutile e1 non disinteressato, perchè in
teso a lucrare un diritto di commissione- Non riu
scirono, s’intende.
Se n-e videro poi -delle belle nelle proposte dei
meno stufati-tra cotesti Istituti. « -Caratteristico,
dice la. Relazione, il caso di un Ente poco solido,
che chiedeva per sè una assegnazione di due mi-
hom, per cui sarebbe venuto a lucrare senz’altro
lire 40 mila. Caratteristico pure il caso d ’un Ente
che — iscritto nel castelletto per poco più di cen
tomila lire, ma che mai aveva voluto saperne di
credito agrario — faceva richiesta nientemeno che
di un milione per le somministrazioni di ch-e trat
tasi. Ed ancor più caratteristico l’altro caso di un
Ente, radiato dal castelletto, che offriva la propria
cooperazione, e per parecchie centinaia di mila
lux. a condizione però che la propria girata doves
se non aver valore cambiario ! ».
Di fronte a uno- stato di cose, che veniva a ca
povolgere ogni razionale norma d ’esercizio di cre
dito agrario, fu pur necessario abbondare nella
concessione di prestiti diretti. Allora una vera
valanga di richieste si rovesciò sulle filiali del
Banco, sollecitate e raccolte, specie nella provincia
di Foggia, dalla Prefettura, dai Sindaci, da dele
gati e guardie di P. S., da carabinieri, da istituti
di beneficenza. Sorse perfino un numero non pic
colo di rappresentanti, che si davano un gran da
i3
.itper estendere la cerchia delle loro influenze,
promettendo- d’interessarsi per l’accoglimento del
le richiesté dei propri raccomandati. Si rendeva
necessario- lavorare giorno e notte,-e'fu fatto.
Bisogna esprimere l’ augurio che, al ritorno- di
tempi più normali, l ’esercizio del credito agrario
si rimetta su quella via di prudente regolarità che
lo aveva sempre contrassegnato. Le buone regole
g ì impediscono di tralignare, non di svilupparsi
largamente.
.
Credito Fondiario delia Cassa di Risparmio di Lombardia
rt,pai,Ru MÌi1116 del Presidente on. M arcora inform a che la -stipulatone di nuovi mutui fon diari si man- tenne -pure nel 1916 m prop orzion i piuttosto lim ita- nìi1 , “ “ a,m m 0ntare in llre 12>94,500 supera di sèreizffi e T è nel?* P° C° PÌÙ QuelJo del Precedente e- sercizio ed e nella sua m a g g io r parte, ossia per tre M E d i s è r t i ¿°® ® u ito d a prestiti stipulati -con car d a c i almenfp „ . F i ì c£?to. 1 CU1 corsi s i m antennero, za èrèè- r- f ir ig l m esi d ell’anno, abfoastanl za ierm i e_d in sosteigno, nonostante le ininterrotte em issioni di titoli dello Stato ad interesse ben più rimuneratore-. Com unque però sia il prezzo delle favorire iSpempre ^ di sotto d e lla Pari n on poteva favorire le nuove operazioni, mentre, di converso
approfittarono per e sa n i
SIS vototi. » SLeirT.fSLil; S S :
£ S t o 6’567-500- d i L
-N uovi oneri tributari decretati dal Governo lo t à T M’rrar0inPePhhÌr0nte^ Ìir e. le i™pelIenU ne° e , Ì - tà deid E ra n o ebbero- u n ulteriore sensibile ripercus-d w n to r ìt t it o t o ° nS ripercus-del Credit0 Fondiario, avendo
I t t t o ’ , per ra g ion i d i contratto e di op portunità, sopportare m paro i sopraggiu n ti aggra vi. -Ancora fu, precipu o intento dell’A m m inistrazio ne quello di evitare che i n uovi on eri venissero a colpire il reddito delle cartelle e deprim ere cosi m aggiorm ente il co rso -di titoli. N ell’applicazione quindi tanto del contributo straord inario Pdi gu erra che fu elevato co n R. Decreto 31 m aggio 1916 dè uno a due -centesimi, quanto dell’aum ento di reddito im-stabdito d a toD t0T aIQrim|Posta di ricchezza mobile, 1 Gennaio L 9 n °,Ver?.lbre 1916> con effetto dai 1917> la Parte d i aggravio n o n accollata all Istituto venne posta a ca rico dei m utuatari come dell’im pegn o, che si fa lo ro asèume^e
rrmtni Hi
m7
~r. a ancne per1
che riJiR7^ n n t0' f,°KdÌan(\ dei noti Pr°vvedimenti
c o t i debiti ipotecari gravanti i fabbri
che il M nkfppè USZ :,all)ei:^0 6 Per iniziativa sua
q fiiil S1 determino ad emettere, col D L 3 febbraio 1916 una declaratoria in forza della qua le rimane .sancito che la -garanzia: -delle quote d’am-o r i g S t i mutui 6 Sta n6lte Ìp0t6Che stesse somma esigibile nell’esercizio, percentuale lievemen-
-all’aumen-584 L’ECONOMISTA 29 Luglio 1917 — N. 2256
tato disagio che, n ell’ attuale periodo, particolarm en te colpisce la proprietà urbana.
L ’ esercizio del 1916 si è chiuso coll’utile netto di lire 665,559,27, inferiore di 50,736 a quello dell’ anno precedente. L a dim inuzione è specialmente dovuta ai m aggiori oneri fiscali ed alle cresciute spese di am m inistrazione derivate in buona parte dai provve dimenti occorsi per supplire g li im piegati chiam ati in servizio m ilitare. I due Pondi di riserva, ord in a rio e speciale, am m ontavano com plessivam ente alla fine del 1916 a lire 5,878,340,81. Tenuto conto anche dei 5 m ilion i assegnati d a lla Cassa di risparm io per l’ esercizio d e l credito fondiario, la garanzia sus sidiaria com plessiva sta nel rapporto del 5,17 per cento colle cartelle in circolazione, il cui im porto ascendeva al 31 dicem bre 1916 a lire 210,563,500.
L ’illustre Presidente relatore dice che c’è d a com piacersi di questi risultati che dim ostrano come an che nel periodo così difficile che attraversa la vita e- conom ica del Paese l ’Istituto fon diario abbia potuto svolgere attivamente l’ opera sua nell’interesse della possidenza, opera tanto più utile dopo le lim itazio ni poste d a lla Cassa di risparm io alla concessione di m utui ipotecari.
E la Commissione am m inistratrice della Cassa di R isparm io delle P rovin cie Lom barde approvò il B i lancio Consuntivo del Credito F ondiario pel 1916, nelle seguenti risultanze:
R e n d i t e ...L. 8,866,990,54
Pesi e spese 8.141,421,27
Utile netto . . . . F ondo d i riserva ordin ario .
L. 665,569,27 L. 4,722,746,15 F ondo di riserva speciale . . L. 1,155,594.66 E Tanzidetto utile di lire 665,569,66 è -stato riparti to assegnando:
al F ondo d i riserva ordinario del Credito F on diario (nella ragione di una m età di detta somma, cioè lire 332,784,64, dedottovi il 6 per cento sa, favore del Fondo pensioni! lire
312,817.56-al F ond ò pensioni e sussidi agli im piegati, per l ’anzidetta qu ota d el 6 per cento lire 19,967,08;
alla gestione della Cassa di R isparm io per l ’al tra metà degli utili lire 332,784,63.
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE
Carbone delle Indie inglesi
^ Secondo i dati del Dipartimento di Statistica di
Calcutta la produzione del carbone nei principali
centri minerari nel 1915 è stata di molto superiore
alla media dell’ultimo quinquennio (1911-1915) co
me lo dimostrano le cifre seguenti:
Anana prod. 1915 .
. .
331.296
296.000
Rissa prod. 1915
.
. . 10.718.155
9.669.000
Bengala prod. 1915 .
. .
4.975.460
4.445.000
Prov. Centrali prod. 1915 '
252.418
236.000
Haiderabab prod. 1915 . .
586.823 -
537.000
India centrale prod. 1915
139.580
147.000
Totale delle Indie Inglesi 17.003.932 15.330.000
Il valore totale della produzione del carbone nel
1915 è valutata a 56.700.000 rupie (la rupia equiva
le a fr. 1,65) il valore medio di una torni, di car
bone alla miniera che era .nel 1911 di 2 rupie e 15
annas (16 annas equivalgono ad una rupia) è san
to dal 1915 a 3 rupie e 5 annas. La ragione princi
pale del buon mercato del carbone indiano va cer
cata nel fatto che il carbone si trova quasi alla
superfìcie del suolo, ciò che rende l ’estrazione po
co costosa.
Per dare un’idea della rapidità dello sviluppo
deH’industria del carbone nelle Indie Inglesi, ri
portiamo il_ numero delle compagnie per azioni ed
i itotale dei loro capitali :
ÀI 31 marzo 1916 vi erano I42 Compagnie mi
nerarie a Bengal e 2 a Bihar ed Òrissa. Queste
144 Compagnie rappresenfavano il
%del to
tale della produzione del carbone di queste Pro
vincie nel 1915. V i erano inoltre altre 6 Compagnie
situate al di fuori di queste Provincie, in modo che
il tota le delle C o m p a g n ie m inerarie esistenti al 31 m arzo 1916 si elevava a 130 c o n un capitale t o tale, interam ente v ersa to di 75,200 mila rupie c o n tro 66 C om p a g n ie con un totale di 26.000.000 di rupie del 1906-907.
Banche Italiane. — Di particolare rilievo è me scita la relazione delj’ oh. Alessio allo stato di pre visione della spesa del M inistero del Tesoro per l ’ e sercizio finanziario dal 1. lu glio 1916 al 30 giugno 1917, nella quale con chiarezza fece conoscere le con dizioni reali del b ila n cio dello Stato con dati e cifre di raffronto efficacemente dim ostrativi. Di speciale im portanza _è fa parte che si riferisce all’ aiuto dato d agli Istituti d i em issione e al loro ascendente, al quale rigu ardo lTon. Alessio disse:
« L a solidarietà degli Istituti di em issione è d i mostrata dalle cifre più im portanti della loro situa zione definitiva al 31 dicem bre 1916, d all’ efficace contributo arrecato specie per ottenere corsi di cam bio m eno sfavorevoli, infine, in particolare per la B a n ca d ’ Italiai e per il B anco di Napoli, dai dati dei con ti di profitti e ¡perdite ».
E dopo di avere elencate le cifre riflettenti le più im portanti e complesse operazioni fatte dai nostri Istituti di em issione l ’ on. Alessio rileva i m eriti particolari della B a n ca d’ Italia, soggiu n gen d o:
« Nè va dim enticata l ’opera di sorreggim ento e di rafforzam ento della nostra finanza, il con corso dei potenti Istituti di credito, i qu ali ebbero a costituir si in questi ultim i anni. Certamente il problem a dell’ ordinam ento b a n ca rio avrebbe b isogn o di u na trattazione particolare. L ’ opera di concentrazione e d i fusione, g ià iniziata, d o v rà di necessità svolgersi e proseguire. E ’ invero da, confidare, ohe gli uom ini d ’ affari e i negozianti voglia n o in spirarsi ài m etodo inglese di chiedere cioè ad un solo Istituto, a piena conoscenza della loro azione e d el loro bisogno di sovvenzione e di anticipazione, i necessari concorsi. In caso con trario converrà favorire la form azione di un grande Istituto di credito, la cui funzione, ben distinta d a quelle delle Banche di em issione, im pe disca la facile © dissipatrice accom andita del dena ro a enti 0 a persone dai parte di più organism i, di visi da legittime con corren ze e in realtà ign a ri del
le condizioni del sovvenuto!
F ra le Banche che m eglio con corsero ad aiutare l’ opera finanziaria dello Stato citiam o la; B anca Commerciale Italiana, il Credito Italiano. Essi vi concorsero sia col favorire il collocam ento d ei pre stiti, sia con lo sconto di buoni del Tesoro. Così la B anca Com m erciale registra un p ortafoglio di 816,683,486,64, su cui oltre 400 m ilion i vennero im piagati in acquisto d i buoni del Tesoro. Nè altrim en ti il Credito Italian o e la B a n ca Italian a di Sconto Questi Istituti risposero rispettivamente) nello stesso anno 1916 d ’un p ortafoglio di 792,188,017,80 e di 373,090,669,14 ».
Protezionismo e guerra. — I l rifugiato belga Edouard Engel, phe ha dedicato la sua attività allo .studio dei problemi economici, del suo paese, conduce sulla « Pa trie Belge» una serrata campagna contro la politica protezionista del dopo-guerra, che egli qualifica « nefa sta » per le sorti del Belgio.
Nel suo ultimo articolo l ’ Engel cita- l ’ opinione di economisti autorevoli a. sostegno della tesi che « per annientare la potenza dell’azione economica tedesca iti quel che essa abbia di aggressivo e di dannoso bisogna non chiudere le nostre frontiere ai prodotti germanici, ma al contrario aprire le frontiere tedesche ai prodotti nostri con l’ imposizione del regime libero-scambista » e che « l’equilibrio economico è una. condizione essenzia le per la' durata della pace futura ». ' '
E pepr (fuanto riguarda la politica dòganale del Bel gio, l ’Engel • scrive :
« Finora siamo stati francamente libero-scambisti (la nostra tariffa doganale non dà che una media di 1.5 % di dazi) e ce ne siamo trovati bene. Nessuna ragione valida può essere invocata per giustificare qai cambia mento di regime e bisogna' domandarsi a quale metodo obbediscano quei politicanti, i quali non risparmiano sforzo alcuno per imporci una politica commerciale pro tezionista, che ineluttabilmente ci porterebbe all’ irrepa rabile e mortale decadenza.
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dipenderanno dai progressi dei rapporti internazionali europei. Nè occorre illustrare tale affermazione, che può apparire dubbia soltanto a coloro, i quali accarezzano la quasi folle illusione che la Germania potrà essere ridotta alla resa a discrezione e schiacciata « definitiva mente » come, potenza, europea.
« Il ritorno della pace ed ancor più la sua futura sicurezza dipenpderanno anzitutto d a ll’ adozione di una tendenza libero-scambista nella politica internazionale. L ’ adozione dell% politica inversa, mantenendo l ’ ostilità ed il timóre reciproco fra le nazioni — e nello stesso tempo l'iniquità sociale q. la spogliazione legale — por terebbe al mantenimento, ,se non a ll’aumento, delle for ze armate e delle loro schiaccianti spese, quando sarà tanto necessario invece diminuire, se non sopprimere, i pesi militari. Poiché una Germania « oppressa econo micamente » tenderebbe a> « liberarsi » e cercherebbe l’ occasione opportuna di rinnovare con successo il ten tativo di predominio europepo, che adesso ha le più serie probabilità di fallire. Dopo essere stato la causa principale della guerra odierna, il protezionismo porte rebbe il colpo di grazia all’Europa.
« Tale il criterio intemazionale e generale degli in teressi del Belgio. Ma per ogni belga, il quale rifiuti di lasciarsi dirigere dagli interessi particolari, stretti, falsi e criminali dell’ industrialismo e della finanza europei, è inoltre evidente che l ’ interesse del Belgio, considerato sulla base limitata delle sue necessità economiche, esi ge l ’adozione- di una tendenza libero-scambista, da parte di tutte le nazioni, ^essun’altra nazione quanto la belga ha ragioni .politiche ed economiche, potenti e vitali, di respingere le suggestioni protezioniste dei suoi vi cini, li demandare a tutti il regime del libero scambio, di prenderne l ’ iniziativa, di darne l ’esempio, di propor lo alle altre nazioni.
« Il protezionismo ha sempre avuto come punto di par tenza la salvaguardia degli interessi particolari d i una minoranza, privilegiata, a danno generale della massa; favorisce il produttore a pregiudizio del consumatore. Come si può sinceramente sperare che diventi una teo ria di conciliazione? L ’ opera, compiuta, dai nostri dema goghi ignoranti e dai nostri pop veri economisti, i quali
sì lusingano di regolare le più complesse questioni con bei discorsi e con un sentimentalismo patriottico incon ciliabile con la verità dei fatti, è così nefasta, che per quanto mi sia visto vilipeso per averla denunziata, con stato ohe persone competpenti come il senatore Henri La Fontaine vanno ancor più lungi di me e lanciano ar ditamente questo grido d ’ allarme :
« Quanto sarà grave la responsabilità di coloro, i qua- li dovranno vegliare a che il Belgio non sia la vittima di politicanti, che per schiacciare gli imperi centrali sul terreno economico dopo che saranno stati vinti sui cam- pip di battaglia preferiamo ricorrere a l mezzo facile, ma pericoloso, delle tariffe proibitive, invece di aprire fran camente la lotta sul terreno commerciale. Guai davvero al Belgio se doop pessere rimasto privo; delle sue rela zioni internazionali durante parecchi anni ; se dopo es sere stato spogliato in ,grande parte dei suoi mezzi di trasporto e del suo macchinismo industriale, esso, che non esitò ad affrontare con successo i suoi più potenti competitori .senza circondarsi di barriere doganali, si trovasse poip, per colpa, di chi pretende, risuscitarlo, destinato senza remissione alla decadenza economica, che e la causa reale della carestia di cui oggi soffre,.
« Possa questo grido diventare clamore ; possa la sana logica vincere gli argomenti paradossali dei sofi sti, che ci conducono tranquilli a ll’ abisso. A dispetto della avversità implacabile che strangola la verità, ab biamo speranza, come disse il profeta : I ciechi vedran no... ». ■
Relazione al Senato nel disegno di legge per la isti tuzione di una Commissione parlamentare per l’esame della tariffa doganale, — Le ragioni a sostegno della pro posta concernente la istituzione di una Commissione parlamentare per l ’esame d e lla . tariffa dei dazi doga nali, dopo aver avuta l’ adesione deH’altro ramo del Par lamento, vengono ora sottoposte al vostro autorevole esame.
Fin dal 1913 il Governo del tèmpo sentì la necessità di prepararsi, con ampipezza di studi e di indagini, ad introdurre nella nostra tariffa doganale — che risale, benché con molte successive modificazioni, al 1887 — e nel sistema dei. nostri trattati di commercio, della maggior parte dei quali la scadenza era prevista- per la fine del 1917, le modificazioni richieste dai nuovi svilup
pi e dai bisogni nuovi della nostra produzione. Fu così stituita, col Regio decreto del’ 23 gennaio 1913, presso il Ministero di agricoltura, industria, e commercio, una gioie controllo, del Parlamento su la loro struttura e modificazione, le conseguenze indiscutibilmente meno gravi di eventuali errori nelle negoziazioni.
La, Commissione Reale pertanto, sfuggendo alle di scussioni più ardenti e per un certo aspetto di valore sopratutto tecnico, ritiene che, il sistema proposto sia quasi impasto dalle necessità pratiche del momento.
Un doppio ordine di opposizioni fu però sollevato ; e benché gli oppositori fossero in scarsa minoranza i loro argomenti meritano la più scrupolosa attenzione. Il pri mo di questi argomenti di opposizione si basa sull’affer- mazione che il sistema dell’autonomia è in sostanza quello del protezionismo ad oltranza, che non giova agli interessi del Paese, e che non merita di essere da noi accolto. Si cita a riprova di questo asserto l ’esempio di taluni Stati, i quali presentano in1 pari tempo la più alta espressione {¡osi della, legislazione doganale auto noma come del protezionismo.
Il seccjido argomento parte dal timore che la doppia tariffa autonoma possa ostacolare la conclusione di trat tati convenienti all’Italia, che assicurino sbocchi ade guati a quei rami della nostra produzoine industriale, e sopratutto di quella, produzione agricola, che non possono vivere sul mercato interno, ma hanno bisogno di ampio sfogo, a ll’estero. Si citano a questo riguardo, oltre alla produzione serica e cotoniera, le caratteri stiche produzioni agricole tanto del settentrione quanto del mezzogiorno d ’Italia, le quali vivono principalmente sul commercio d i esportazione.
Questi gravi argomenti, di cui non è lecito disconosce rò 1 importanza, furono oggetto di uno scrupoloso esame d.a_ parte della maggioranza della Commissione, la quale opinò ciie i danni paventati non fossero da temere, qua lora la tariffa autonoma venisse stabilita ed applicata col dovuto discernimento. Il caràttere di sistema for temente protezionista, secondo la Commissione, deriva non d a ll’ autonomia, ma dall’ altezza dei dazi portati nel la tariffa mi nima, e soltanto quando essi siano troppo forti potrà parlarsi di eccessivo protezionismo e di osta colo alla conclusione di trattati. In, generale trattati .di commercio sono, possibili ta_nto con il sistema del- l ’ autonomia; quanto con il sistema dell’ unica tariffa come la pratica dimostra.
L ’esportazione fatta sin qui tende al solo .scopo di informare esattamente il Parlamento e il paese del punto- al quale sono arrivati, da parte della Commis sione Reale, appositamente istituita, gli studi per la. ri forma del nostro regime economico doganale. E’ evidente per altro che una qualsiasi risoluzione da parte del Governo e del Parlamento non potrà essere con piena ■coscienza adottata fino, a quando gli studi stessi non sie- no in ogni loro parte completati, e più specialmente fino ,a, quando la tariffa non sia, secondo i criteri! esposti, debitamente compilata.
E’ indubitato che la situazione nostra si presenta oggi essenzialmente diversa da quéTLa che appariva prima della guerra. A llora si trattava di una riforma del si stema doganale, ampia sin che si vuole, ma per la quale non si prevedeva una trasformazione completa nel si stema dei trattati di commercio, sembrando che i trat tati con le Potenze centrali, opportunamente riveduti, potessero continuare a formare la bare di ogni ulteriore negoziazione. Era insomma una situazione con termini per la massima parte conosciuti e che ammetteva un ■certo numero, non troppo difficilmente determinabile, di possibili soluzioni.
Oggi, nè vi è bisogno di dimostrarlo, ci troviamo in vece dinanzi ad una, serie di incognite formidabili e le possibilità di azione concreta non sono ancora netta mente definite. Soltanto quando, per fermarci ad un solo aspetto della questione, si siano rese più evidenti le intenzioni degli altri Stati in nutria di politica doga nale e commercale isa-rà dato anche a noi di scegliere de finitivamente la nostra via.
586 I/EGOlfOMUTA
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D«1 mezzi migliori per giungere al più presto possi bile all approvazione di siffatta tariffa si è appunto preoccupato il Governo, ed a questo fine tende il disegno di legge che abbiamo l ’ onore di presentare al Parla- mento.
La Commissione Reale, a cui furono rivolte da parte del Governo le più vive premure, conscia dell’importan za del problema e dell’assoluta necessità d inon trovar- si’ m qualsiasi evento,, impreparati, attende alla defi nn è w J0mpdaf 0ne della tariffa> e dichiara che fra qualche mese il suo compito potrà essere esaurito.
Ma il Governo reputa doveroso preoccuparsi fin d ’ora dei successivi stadi che la tariffa stessa deve percorrere prima di giungere a una definitiva sanzione : il Governo m preoccupa della necessità di dare al Parlamento il S 1 pronunziare il suo responso, che è il responso
Il passaggio di una tariffa attraverso gli organi le-so™ l II * * V\i vc ^ ,Sna, natura lun®° e feticcso; maggiori eono le difficoltà nel momento attuale, e non v ’è bisogno di esporne le ragioni.
Si presenta quindi evidente la necessità di agevolar© rneTo m i r f \ le “ ^ mp° deWt° i ’ opexa del Parla, mento, mediante una disamina preliminare, fatta da nini organo parlamentare, prima ancora che la tariffa «tessa sia presetata ufficialmente al Parlamento stesso
Questa necessità fu sentita anche in altri paesi e se gnaliamo come esempio caratteristico la Francia, dove la revisione del regime doganale attuata con la legge del 29 marzo 1910, fu principalmente compiute dalla Com- ¡missione p-a ri amen tare delle dogane.
Questo esempio citiamo, non perchè si confaccia com pletamente al caso nostro, essendo diversi i termini del Pr„’,r ma’ ™a soltanto per dimostrare la necessità di predisporre in tempo debito il lavoro preparatorio da parte del Parlamento.
Se si lasciasse corso alla rocepdura ordinaria, e si attendesse che, compiputo il lavoro della Commissione Reale,- le determinazioni del Governo fossero presentate l Parlamento, e questo a sua volta, solo allora, addi venisse all inizio dell esame preparatorio, e poi alla pub blica discussione, si correrebbe, rischio di trovarsi in caso di necessità, completamente disarmati e
imprepa-II momento presente richiede cautela e ronptezza, in quanto la cautela deve presiedere alla preparazione, la prontezza, alla realizzazione dei nostri propositi.
In conseguenza l ’ articolo 1° del disegno di legge tende ad istituire e nominare, fin da ora la Commissione par lamentare composta, in parti eguali di membri del Se-
a1 la Camera> che abbia, il compito di esaminare, prima della sua presentazione ai due rami del Parlamen to la tariffa dei dazi doganali, che sarà predisposta m is s W R e a T e “ “ ^ ^ pr° pC>ste della CMn' ^ L ’alto e delicato compito della Commissione non di- ^inuira la responsabilità del Governo, che mantiene A- dl.ntto d in fla tiv a e non sottrarrà nessu- dlsc" ssi°ne al Parlamento, che dai deliberati della Commissione non rimarrà vincolato. M a per converso grande sarà il giovamento di un più intimo contatto fra Camere legislative e Governo e di una preliminare discussione su punti che non sèmpre «i giovano di piena pubblicità in ogni loro parte di un primo ed esauriente lavoro di «elezione e di elùtenazio ue Tale lavoro sarà compiuto fin da ora anehe prima
riconvocazione delle Camere.
Quando la Commissione avrà sgombrato il terremo da molte questioni ed avrà conciliato molti interessi in con-e tcon-eù°’ d<?1 Pro&etto seguirà più rapido e piu facile 1 esame da. parte dei corpi legislativi. 1 Se me e dato sperare, l ’esame preliminare potesse conè piersi entro il novembre, sarebbe possibile di presentare entro il dicembre il progetto di nuova tariffa con ragio- imvole previsione di condurne a termine l ’esame in u n termine relativamente breve.
L ’esistenza, della Commissione permetterebbe anche di predisporre le soluzioni migliori per quei casi di asso luta urgenza dinanzi ai quali il Governo del Kb potreb- miaìi S PCr di ^ P reveduti avvenimenti, i d ata -eS^-r0 * una V is io n e imme-R e n c h i+ iatena, d! ■acCM‘d comm erciali con Stati esteri. d^l lQ i7U le ipoftesl ,n? n ^ m bri probabile sino alla fine . 1 lp ■ <XMn'e sopra, è prudente prevederla, in circostanze eccezionali ed incerte come solo le attuali
trattandosi di materia che tocca alle più essenziali
funzioni del Parlamento, anziché giovarsi della semplice normale procedura di tutti i casi simili d ’ urgenza e cioè del provvedimento preso .su la responsabilità del Gover no con decreto da convertirsi in legge, sembra opportu no di circondare il provvedimento stesso della più effica ce garanzia, e cioè del parare della Commissione parla mentar© previste nell’ articolo 1 °.
La collaborazione di un’ autorevole rappresentanza del le. due Camere in queste opera, complessa, e vaste del- 1 assetto del nuovo regime economico doganale, in un mo mento come l'attuale in cui si tratterà forse di decidere delle sorti economiche della patria per lungo spazio di tempo, è cosi evidentemente utile, che crederemmo di mancare alla sobrietà ohe ci siamo imposta,’ se insistes simo nel giustificare la disposizione dell’ articolo 2 di questo disegno di legge.
Nella discussione seguite alla Camera dei deputati, il Governo ha ritenuto opportuno accettare due emen damenti, il primo diretto a dare più larga base alla. Com missione, ©levando da dieci a quindici il numero rispetti vamente dei senatori e. dei deputati chiamati a far parte di essa, ^ in modo da dare una maggiore rappresentanza alle varie correnti d ’id e e ;'e d il secondo inteso a chiari re, ciò che del resto era. intuitivo, che la Commissione pailamentare ha pieno mandato, e cioè di esaminare tanto la tariffa, quanto le norme della sua applicazione.
Dopo ciò si confida che il vostro voto favorevole al di segno di legge così completato varrà a dar© un efficace presidio per la soluzione dei problemi economico-doga- nah che interessano così da vicino la produzione e i com merci del nostro paese.
- - „ . Allegato.
Commissione Reale per lo studio del regime doganale e dei trattati di commercio. (1)
La Commissione è d ’àvviso :
1. Che convenga adottare una tariffa a due colonne 1 una con dazi più elevati, da applicare a tutti gli Stati i quali non ci accordino il-trattamenti} più favorevole 1 tetra con dazi minori da applicarsi, im tutto o in parte’ agli Stati dai quali si sia ottenuto un trattamento di favore.
2. Che se- un trattamento preferenziale debba isti tuirsi, verso .adeguati vantaggi, in favore di paesi coi (1) Queste Commissione istituite con Regio decreto dal 23 gennaio 1913, n. 42, ha avuto l ’incarico « di esamina re e rivedere il vigente regime doganale italiano e di stabilire i Criteri e ie direttive per la .stipulazione dei nuovi trattati di commercio». E ’ , divisa in tre Sotto- commissioni, incaricate di esaminare quanto si riferi sce: l6 a ll’ agricoltura e alle industrie agrarie; 2° alle industrie manifatturiere e minerarie; 3° ai trasporti per terra e per mare e alla emigrazione. Eu composta dapprima del ministro di agricoltura, industria e com mercio (Presidente) degli onorevoli Carcano, Chimirri e Pantano (Vice presidenti), degli onorevoli senatori Ba- lenzano, Gorio, Malvano, Mazziotti, Miraglia, Paternò, Pirelli, Salmoiraghi ; degli onorevoli deputati Abignen- te, Cappelli, Casisin, Chiesa Pietro, Daneo, D ell’Alcqua, Guicciardini, Miliani, Rossi Luigi, Rubini e V isocchi; inoltre dei consiglieri De Tullio, Dubini, Giolitti Fede rico, Mylius, Piacenza, Reina Ettore, Ronco, Saldini e Stringi]-er Bonaldo ; e infine dei direttori generali del- ragricoltura, della statistica e lavoro, del credito e della previdenza, delle gabelle, della marina mercantile, degli ispettori generali d ell’ industria e del commercio, del se gretario generale del Ministero degli affari esteri, del Commissario generale dell’emigrazione, del vice diret tore generale delle gabelle, del capo del servizio commer ciale Selle ferrovie d i Stato e di un delegato del Mi nistero del tesoro. Attualmente, essendo cessati dalla carica per dimissioni gli onorevoli Carcano, Cappelli, Daneo, Visocchi, e il commendatore Stringher, ed essen do deceduti gli onorevoli Abignente, Chiesa Pietro, Guilc- ci ardini e Rubini, sono stati sostituiti dagli onorevoli Ottavi, Qi Scalea, Schanzer, Goglio e dai signori Pavon- relli comm. Nicola. Targetti ing. Raimondo, Goldmann Cesare, Ferrano Angele, Lepetit Emilio, Bocca, Ferdi nando, Palle Giorgio. De Morsier Frank, Richard Au gusto Castellini Ciateo, Cattaneo Giuseppe, Silvestri Giovanni, Mancini Antonio, Ninni Emilio, Binda. Cesa re e Ducrot Vittorio.
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§uali si voglia entrare in rapporti commerciali più stret ti, questo trattamento non possa farsi cìhe per singole merci di particolare interesse, per i detti paesi, intenden dosi in ogni caso tale trattamento preferenziale sottrat to agli effetti della clausola della nazione più favorita.
3. Che il reni ine delle colonie debba essere determi nato da norm speciali.
_ 4. Che, nelle disposizioni preliminari alla nuova tariffa doganale, debba essere preveduto il caso- di par ticolari gravezze cui venissero a essere sottoposte in altri Stati le merci italiane o con sopradazi, o con dazi differenziali, *> con dazi o altri diritti particolarmente alti o anche con formalità o restrizioni aventi per effetto di ostacolare ingiustamente l’importazione delle merci stesse, e debba essere, con le medesime disposizioni, conferita al Governo la facoltà di contrapporre a simili gravezze provvedimenti di eguale natura o di equivalente oprtata contro le importazioni in Italia delle merci pro venienti dagli’ stessi Stati.
5. Che qualora una merce venga importata e ven duta nel P egno a un prezzo normale nel paese di origine co ll’ aggiunta delle spese ufficiali di trasporto, di dazio italiano ed accessori, dando così luogo a un premio- di retto o indiretto d ’espoprt-azione, per fatto di chicches sia — amministrazioni pubbliche, associazioni, ditte pri vate — e in qualsiasi maniera, il Governo del R e sia autorizzato, non ostante ogni disposizione e pattuizione m contrario, ad aggiungere al corrispondente diritto di confine un diritto supplementarq e ad adottare tutte le altre misure atte a controbilanciare l ’ artificiosa concor renza.
6 .1 Che debbano conservarsi le facilitazioni dogana li e fiscali note sotto i nomi di « drawback », importazio ne temporanea per la ulteriore lavorazione di merci e- etere da riesportane, sia alla « indennità » che all’ « equi valenza », ©d esportazione temporanea di merci nazionali da reimportare dopo avere subito lavori complementari, ritenendole operazioni giovevoli a ll’economia nazionale, quando altrimenti esse non potessero compiersi per ef fetto del dazio d ’importazione o per la impossibilità di e- seguire utilmente in paese il lavoro complementare; nè ravvisa in esse un danno per il fisco, purché limitate ai casi indicati e-con'sentite con le necessarie guarentigie.
La. Commissione Reale per lo studio del regime eco nomico- doganale e dei trattati di commercio :
-compresa della suprema necessità di tutelare armo nicamente gli interessi dell’ industria e quelli dell’ agri coltura ;
considerato che i bisogni di molti rami dell’ agricol tura e delle industrie derivate riposano prevalentemente su uno sbocco adeguato dei loro prodotti sui mercati e- steri ;
i nel proporre al Governo — per complesse ragioni d ’ ordine generico e contingente — l ’adozione della dop pia tariffa massima e ipindma, integra, la sua proposta affermando, in pari tempo, la necessità che il Governo, nei futuri accordi commerciali, sappia conciliare r e p l i cazione di nuovi atteggiamenti della nuova tariffa doga nale, con la tutela di. tali bisogni.
DISEGNO DI LEGGE.
Art. 1 . — E ’ istituita una Commissione parlamentare composta d i quindici senatori e di quindici deputati incaricati di esaminare la tariffa dei dazi doganali e le .norme „della sua applicazione, che il Governo del Re -tìavrài sottoporre a ll’ approvazione del parlam ento in base alle proposte della Commissione Reale istituita con decreto 23. gennaio 1913, n. 42.
I membri della Commissione saranno eletti rispet tivamente dal Senato e dalla Camera, dei deputati. La Commissione -stessa eleggerà nel suo seno un presidente ed un vice-presidente.
La Commissione delibererà a maggioranza di voti con prevalenza del voto dato dal presidente in caso di parità.
Art. 2. — Qualora si rendessero necessari provvedi menti d ’ urgenza che importino innovazioni in materia doganale, allo scopo di regolare i rapporti commerciali con gli altri Stati pepr la scadenza .dei trattati e delle convenzioni commerciali in vigore, il Governo del R e è autorizzato a provvedervi con decreti Reali, sentita la Commissione parlamentare di cui al precedente articolo.
I decreti Reali saranno presentati al Parlamento per la conversione in legge.
Il Presidente della Camera dei deputati G. Marcora.
FINANZE DI STATO
Redditi dell’Austria-Ungheria. — I redditi nazionali della duplice,monarchia sono stati per la prima volta, studiati ed esposti in maniera esatta in un libro recen temente pubblicato, il cui autore e un certo E. von Pe line. Ecco, pel periodo precedente immediatamente la guerra, la sua valutazione in contanti della produzione annua : Austria Ungheria (milioni di corone) % % Manifatture Comm. e trasporti Alti forni 4,600 36 4,700 61 5,700 44 1,700 23 1,000 15 700 14 all’estero 600 5 200 2 Totale lordo 12,800 100 7,300 100 Interessi pagabili all’estero 200 » 600 »
Totale dei redditi netti 12,600 6,700 Secondo il sig. von Eeliner, il reddito totale dell’Au- stria-Ungheria resulta di circa 19.300.000.000 corone.
LEGISLAZIONE DI GUERRA
Buoni del Tesoro. — La « Gazzetta Ufficiale » pubbli ca il seguente Decreto n. 1102 in data 28 giugno 1917 : In virtù dell’autorità a Noi delegata e dei poteri stria ordinari al Governo conferiti dalla legge 22 maggio 1915 n. 671;
Veduti i decreti Luogotenenziali 18 ottobre 1915 n. 1498 ; 9 aprile 1916, n. 391 ; 22 giugno 1916, n. 754 e 7 gennaio 1917, n. 24 ;
Veduti i decreti Luogotenenziali 18 maggio 1916 m 568, e 16 luglio 1916, n. 878 ;
Sentito' il Consiglio dei ministri ;
Sulla proposta del ministro segretario di Stato per il tesoro ;
Abbiamo decretato- e decretiamo :
Art. 1. — La facoltà nel tesoro di emettere buoni or dinari del tesoro, di cui all’ art. 3 del decreto Luogo tenenziale 16 luglio 1916, n. 878, è prorogata per l ’eser cizio finanziario 1917-918.
E’ protratta pure a ll’esercizio finanziario 1917-918 la facoltà, di cui al decreto Luogotenenziale 7 gennaio 1917, n. 24, di emettere buoni ordinari del tesoro per paga menti di forniture militari.
I buoni che- verranno emessi ai sensi del comma pre cedente verranno compresi nel contingente generale dei buoni del tesoro ordinari, restando abrogati 1-a contra ria di-sposizione contenuta nella prima parte dell’.art. 2 del decreto Luogotenenziale 18 ottobre 1915, n. 14Ì>8 nonché l ’ art. 3 dej decreto 22 giugno 1916, n. 754.
Art. 2.^ — Il primo còmma- d ell’-ari. 7 del decreto Luo gotenenziale 18 maggio 1916, n. 568, è modificato come appresso :
« La Corte dei conti esercita il riscontro sopra i buoni già emessi _ in base a prospetti dimostrativi, che alla fine di ogni mese le saranno inviati dalla Direzione ge nerale del tesoro per i buoni nominativi e dalle tesore rie emittenti per i buoni al portatore. Un esemplare di questi ultimi^prospetti, insieme con le quietanze di ven- samento, sara pure inviato alla Direzione generale-del tesoro ».
. Art. 3. — Il presente decreto andrà in vigore a par tire dal ‘giorno 1 . luglio 1917.
Denuncia di esercizio di commercio. — La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il .seguente Decreto in data 18 luglio 1917 del ministro per l ’ industria, il commercio e il la voro. Visto il decreto Luogotenenziale in data 21 giugno 1917, n. 1047, emanato in forza dei poteri straordinari conferiti al Governo del Re dalla, legge 22 maggio 1915
n. 671 ; ’
Visti la legge 20 marzo 1910, n. 121, sull’ ordinamento delle Camere di commercio e, industria e il regolamento generale per la esecuzione di essa, approvato con R de creto 19 febbraio 1911, n. 245 ; Decreta :
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1^’ Società in accomandita e dei singoli amministratori per Le Società anonime.
Art. 2. — Le persone nate in Stati, nei quali la citta dinanza non 'si perde con l ’acquisto — comunque esso avvenga — di una cittadinanza straniera, debbono de nunciare tanto La cittadinanza di origine, quanto quella acquistata successivamente. .
La Camera di commercio e industria, alla quale spet ta di accertare la esattezza delle indicazioni contenute nella denuncia, ha facoltà di esigere che il denunciante presenti i documenti che essa reputi necessari a dimo strare la esattezza della denuncia.
In caso, di dubbio circa l ’esattezza delle dichiarazioni della nazionalità, la Camera ne informa immediatamen- te il Ministero per l ’ industria, il commercio e il lavoro.
Art. 3. — Entro il giorno 30 settembre 1917 le Ditte, e le Società commerciali e industriali esistenti alla data del presente decreto, anche se abbiano già ’fatta la de nuncia , a. termini degli articoli 58 e 68 della legge 20 marzo 1910, n. 121, debbono presentare alla Camera di commercio e industria, del rispettivo distretto la denun cia scritta, della propria nazionalità.
Per tale denuncia valgono le disposizioni contenute nell’articolo precedente.
Art. 4. Giusta l ’ art, 2 del decreto Luogotenenziale 21 giugno 1917,- n. 1047, ai contravventori alle norme stabilite diai presente decreto, si applicheranno le pena lità sancite d a ll’ art. 63 della legge 20 marzo 1910, n. 121. Credito agrario. —. La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il seguente Decreto n. 1110 in data. 12 luglio 1917:
Articolo unico. — Agli Istituti che compiono opera zioni di credito agrario a. sensi delle leggi vigenti in ma teria è concesso un termine utile di sessanta giorni dal la. scadenza per levare il protesto delle cambiali agrarie che si maturino dalla data di pubblicazione del presen te' decreto fino al 31 agosto 1917.
Quando gli Istituti predenti si valgano di tale facoltà decorreranno a, loro favore gli interessi di mora dal giorno della, scadenza degli effetti nella misura, del 6 per cento.
Paglia e surrogati. — La « Gazzetta, Ufficiale » pub blica. la seguente notifica del Ministro della guerra in data 17 luglio 1917. In base all© disposizioni degli arti coli 1 e 2 del decreto Luogotenenziale 22 agosto W S , n. 1352, e d ell’ articolo 1 del decreto Luogotenenziale 9 dicembre 1915, ,n. 1739, ed a parziale modificazione della notificazione pubblicata nella « Gazzetta ufficiale » del Regno, n. 41 del 9 febbraio 1917 e della, notificazione pubblicata, sulla « Gazzetta ufficiale » del Regno n. 68 del 22 marzo 1917: Notifica: Sono fissati i prezzi massi mi sottosegnati per la paglia di frumento, e per la, pa glia di riso e per i surrogati del raccolto 1917 :
Paglia di frumento: pressata in -b a lle, al quintale L. 11, np-n pressata, al quintale L. 8 — Paglia di riso: pressata, in balle, a l quintale L. 9, non pressata, al quintale L. 6 — ,Surrogati : Valgano, a secondo dei tipi, gli stessi prezzi massimi della paglia di riso o della paglia di grano' a giudizio, insindacabile delle Commis sioni provinciali d ’ incetta.
_ Tali prezzi « ’intendono per merce sul luogo di produ zione o nel magazzino del detentore ed hanno carattere d i massimo non
oltrepassabile.-Per le consegne che saranno fatte alle Commissioni a partire dal mese di settembre per la paglia di grano, e a partire dal mese di, novembre per la paglia di riso e per i surrogati, sarà corrisposto un soprapre-zzo non .superiore ,a L. 0.10 per „quintale e per ogni mese di tem po decorso.
L ’applicazione concreta del prezzo alle singole parti ta di paglia e surrogati in .relazione ai requisiti intrin seci delle^ medesime sarà fatta dalle Commissioni d ’in cetta a giudizio esclusivo e insindacabile delle medesi me.
Nuovi biglietti, — La «Gazzetta ufficiale» pubblica la seguente determ inatone in data 7 luglio. Il Ministro del Tesoro. Vedute le leggi 22 luglio 1894, n. 339, e 8 agosto- 1895, n. 486, sui provvedimenti di finanza e di te soro ; 17 gennaio- 1897, n. 9, © 3 marzo 1898, n. 47, peri© guarentigie © il risanamento della circolazione cartacea ;
Veduto il regolamento s-ui biglietti di Stato e di Ban ca-, approvato co l R. decreto 30 ottobre 1896, n. 508 ;
Visto il R'. decreto 7 ottobre 1904, n. 556, col quale furono stabiliti i segni distintivi e caratteristici dei bi glietti di Stato da L. 5, modificati poi coi RR. decreti 2 aprile 1805, n. 117 ; 18 dicembre 1910, n. 904 ; 22 gen naio 1911, n. 62 ; 29 marzo 1914, n. 281, e col decreto Luogotenenziale 17 giugno 1915, n. 916 ;
Considerato che occorre provvedere -al-la fabbricazione di biglietti di Stato da L. 5 per rifornir© il fondo- di scorta occorrente al cambio di quelli logori e danneg giati dello stesso taglio che si ritirano dalla circola zione; Determina: E ’ autorizzata -la fabbricazione e 1’emissione di un nuovo quantitativo di biglietti di Stato da L. 5 del tipo -attuai© per centocinquanta milio ni di lire (L. 150.000.000) occorrenti per rifornir© il fon do di scorta, per cambio di quelli logori e danneggiati dello stesso taglio.
Tali biglietti avranno i sqgni distintivi e caratteristici stabiliti col R. decreto 7 ottobre 1904, n. 556, e modifi cati poi con gli altri decreti Reali © Luogotenenziali so pra citati.
I biglietti .stessi saranno in numero di trenta milioni, suddivisi in trecento seri© composte, ciascuna, ' di cento- mila biglietti numerati progressivamente da 1 a 100.000. II presente decreto sarà registrato alla Corte dei conti e pubblicato nella « Gazzetta ufficiale » del Reggio,.
Nuovi biglietti. — Il M inistro. del Tesoro, vedute le leggi 22 luglio 1894, n. 339 e 8 agosto T895, n. 486, su-i provvedimenti di finanza^ e di- tesoro ; 17 gennaio 1897, m. 9, e 3 marzo 1898, n. 47, per le guarentigie e il risa namento della, circolazione cartacea :
Veduto il regolamento per i biglietti di Stato e di Ban ca .approvato col R. decreto 30 ottobre 1893, n. 508 ;
Vistò il R. deoretq 5 febbraio 1888, n. 5204, col quale furono stabiliti i segni distintivi e caratteristici dei bi glietti di Stato da L. 10, modificati poi dagli altri de creti Reali 1. agosto 1889, n. 6360 ; 11 settembre 1892, n, 495 ; 18 dicembre 1910, n. 904 ; 22 gennaio 1911, n. 62 • 29 marzo 1914, n. 281 e col decreto Luogotenenziale 17 giugno 1915, n. 916 ;
Considerato che occorre provvedere alla fabbricazio ne di biglietti di Stato da L. 10 per rifornire il fondo di scorta pel cambio di quelli logori e danneggiati ohe si ritirano dalla circolazione ; Determina : E’ autorizza ta la, fabbricazione e remissione di un nuovo quantita tivo di biglietti di Stato da L. 10 del tipo attuale per cento milioni di lire (L. 100.000.000) occorrente a rifor nire il fondo di scorta pel Capibio di quelli logori e dan neggiati cTello stesso taglio che si ritirano dalla circola zione.
■ Tali biglietti avranno i segni distintivi e caratteristici stabiliti col R. decreto 5 febbraio 1888, n. 5204, e modi ficati con gli altri decreti Reali e Luogotenenziali so pra citati.
I biglietti , stessi saranno in numero di dieci milioni, suddivisi in cento „serie, composte ciascuna di centomila biglietti numerati progressivamente da 1 a 100.000.
_ Il presente decreto sarà registrato alla Corte dei con ti e pubblicato nella « Gazzetta -ufficiale » del Regno. * Il
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Commercio dell’ Italia nel primo trimestre 1917. t—. Il Commercio dell’Italia nel primo trimestre 1917. Nel primo trimestre del corrente anno il commercio con l’estero dell’Itailia ha raggiunto la somma, com plessiva di lire 1632,2 milioni di lire contro 1856,7 milioni dr lire_isullo -stesso^ periodo dell’anno prece dente registrando una differenza in meno di 124,4 milioni. Le importazioni si suddividono così: Fran cia 107,7; Inghilterra 202; Stati Uniti 480,7; Indie in glesi 57,7; Argentina 75,1; Svizzera 31,8; Spagna 13,1; Egitto 4,8. Queste cifre si intendono in milioni di lire.Le esportazioni dallTtaliai danno nel primo trime stre questi risultati : Francia 115,7; Svizzera 89,4; Inghilterra 75,1; Argentina 28,7; Stati Uniti 34,5; E- gitto 16,7; Indie merlesi 14,2; Spagna 5. Queste cifre dimostrano, come- sempre intensi si svolgano i no stri scambi coi nostri Alleati. Riguardo alle, impor tazioni noi continuiamo a rittrare dagli 'Stati Uni ti gli articoli che più ci abbisognano.