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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2261, 2 settembre

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L ’ ECONOMISTA

G A ZZE TTA SE T T IM A N A L E '

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE. INTERESSI PRIVATI

- I MO E l i - Vil, ni ni J f f l r t Mi i ,

2

M t m l n

1917

{

I ®

P er uniformarci alle prescrizioni stilla economia della carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto una volta ai mese i prospetti che si trovano alla fine del fascicolo e che includono variazioni men­

sili .

Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate­ riati in cui si trova la stampa periodica, per effetto della guerra, potrem o riportare ampliamenti e miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da tempo stiamo attendendo.

II prezzo d ’abbonamento è d lL . 20 annue anti­ cipate, per l’ Italia e Colonie. Per l ’ Estero (unione postale)

L. 25.

Per gb altri paesi si aggiungono le spese postali. Un fascicolo separato L. 1.

S O M M A R IO : PARTE ECONOMICA.

Decidiamo.

I Comitati consultivi della Libia (E . Z.). I pagamenti interstatali.

NOTE ECONOMICHE E FIN AN ZIARIE.

La produzione -dell’alinminio ed il sno avvenire {Edon.ai'd Payon) - Acquedotto Pugliese - Programma agrario del Partito socialista rivoluzionario Russo. LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Prezzi dei risoni - Prezzi di granaglie vari© - Com­ mercio delle divise - Pagamenti a ll’èstero - Manifat­ tura delle scarpe - Pei danneggiati, dalle inondazioni. N O T IZ IE . C O M U N IC A T I ■ IN F O R M A Z IO N I.

Commercio di?] ’ olio di oliva, nej 1916 - Bilancio austriaco pel 1916-17 - Raccolto d ell’ uva - Canali di trasporto - Gas ed energia elettrica - Progetto di tassa sui redditi in America - Anticipazioni agli Alleati - Approvvigionamento del grano in Francia - Congresso dei proprietari di terra in Russia - Ricchezze natura­ li in Russia - Congresso delle unioni professionali di tutta la Prussia - Produzione militare di generi agrieo- ■ - Spese di guerra.

S O C IE T À ’ I T A L IA N A P E R L E S T R A D E F E R R A T E M E R ID IO N A L I.

Situazione degli Istituti di Credito mobiliare, Situazio­ ne degli Istituti di emissione Italiani, Situazione de. gli Istituti Nazionali Esteri, Circolazione di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas­ so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei tributi nell’eser­ cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati ne! 1915, Esportazioni ed importazioni riunite, Impor­ tazione (per categorie e per mesi), Esportazione (per categorie e per mesi).

prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italiani, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas­ so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi dell’ar- genio.

Cambi all’Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’art. .39 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, R i­ vista dei cambi di Parigi.

Indiei economici italiani. Valori industriali.

Credito dei principali Stati.

Numeri indici annuali di varie nazioni.

PARTE ECONOMICA

DECIDIAMO

I convegni di Milano, quello del Comitato Na­ zionale Scientifico-tecnico- per lo sviluppo- e l’ in­ cremento delle industrie italiane, l’altro dell’A sso­ ciazione fra- le Società per azioni, il successivo dei minerari a Roma che ha dato- origine alla costi- tuentesi Federazione mineraria italiana, infine il -

programmane della nominata Associazione fra le

Società per azioni, hanno portato la voce dei mag­ giorenti industriali .italiani, i quali hanno tutto i1 desiderio sincero di far giungere il nostro paese ad un vasto e multiforme assetto- industriale. Per essi l'industria manifatturiera rappresenta il fondamen­ to del futuro economico della nazione, e sarebbe mostrarsi ingenui- il vedere negli accenni fatti nei convegni e documenti sopra citati alla- agricoltu­ ra qualche cosa più che un gesto di politica op­ portunistica. E s-it comprende perfettamente che coloro che investono i loro capitali nelle industrie, anche sé nel contempo sono proprietari di fon-di, si sentano attratti maggiormente verso quell’in­ vestimento che -offre m aggiori redditi, più imme­ diati, facili espansioni, insperate combinazioni e speculazioni, alle quali cose tutte è in genere ina­ datta e retriva la proprietà terriera. Non è cer­ to da ascriversi a colpa il curare quanto più in­ tensamente possibile i propri interessi, e perciò ci duole che quanto scrivemmo alcune settimane fa -(i), sia stato preso in. mala parte, poich-è per troppo lunga tradizione no-i- siamo alieni dal com ­ battere interessi particolari, ma solo indotti, per debito di- coscienza, a sostenere sopratutti gli in­ teressi ed'li benefici generali della Nazione.

II recente Convegno di Roma, che ha riunito i rappresentanti dei Consorzi Agrari, ha finalmen­ te fatto sentire nel paese l ’altra campana. L ’ a- gricoltura. risvegliandosi per un momento da quel­ lo stato di letargia cronica che forma il suo prin­ cipale errore, si è pronunciata ed ha -emesso voti

espliciti, chiari, privi di sottintesi e di giri oppor­ tunistici, perchè le sia dato il massimo di sviluppo, p-erchè -esso- possa tenere ed innalzare nella eco­ nomia della Nazione quel posto di massima impor­ tanza che le

compete.-TI paese si trova; quindi nettamente dinanzi ad un bivio. Contrariamente a coloro- che opinano che nel dopo guèrra si possa egualmente svilup­ pare un nrogramma agricolo ed un programma industriale, noi riteniamo, che, senza abbandonare totalmente o l’uno o l’altro, n-on^possano -però le energie nazionali' essere nè sufficienti nè capaci di sorreggere convenientemente lo sviluppo massimo di ambedue, almeno per ora, cioè per un lungo periodo d’ anni, fino- a che uno- di essi non sia com­ pletamente rafforzato e quasi completato.

Conviene, anzi urge, noi riteniamo, che la po­ litica del paese sia assolutamente decisa nel volere che la ricchezza nazionale venga al più presto por­ tata verso più atta quota, in modo che rapida -ed efficace e senza esitanze sia la riparazione ai dan­ ni d’ ogni genere cagionati dalla guerra.

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666 L ’ECONOMISTA 2 Settembre 1917 — N. 2261.

Non abbiamo bisogno di confermare ai nòstri lettori la nostra preferenza per l’agricoltura ; non è da ora che fermamente abbiamo espresso la nostra convinzione che nella terra stia la prima, la mi­ gliore, la più sicura e pronta fortuna d’ Italia.

. Tuttavia giova che tale convincimento noi ripe­ tiamo nel momento in curile due opposte tenden­ ze sopra accennate si staccano e si determinano sempre più accentuatamente.

Il sostenere che per certe industrie occorra che il paese nostro si renda indipendente dall’ estero per ragioni di sicurezza e di politica, nella even tualità di futuri conflitti, ci pare come un non senso, com provato dai fatti cui quotidianamente assistiamo. L ’essere debitori dell’ estero per i can­ nonilo per gli esplosivi, non è in tempo di guèrra nè più dannoso, nè più pericoloso che l’ essere de bitori dell’ estero per il grano.

Anzi, .se dovessimo assumere a prova le imme diate conseguenze, sia pure di origine politica, che derivano, anche in un solo centro di popolazione allorché viene a mancare, e per brevi giorni, il grano o_ la farina, dovremmo dedurre che il va lore bellico del cereale, base ideila nostra alimeli fazione, ha importanza e peso di gran lunga supe riore a qualsiasi strumento di guerra occorrente sul n ostro fronte. Avere cannoni e non avare grano è assai peggio che non sia il mancare de primi ma l’avere il secondo.

; Del_resto non è al solo periodo eccezionale del­ le ostilità che devono avere conformate le diret tive di una Nazione, ma bensì riferite al periodo normale e ben più lungo della pace ; e nei lunghi anni nei quali il cannone tace, non si Potrà rivol­ gere e non è certo augurabile^die sìa rivolta la somma o la maggioranza delle Imergie del paese ad agguerrirsi per lotte future, bensì è desiderabile che esse possano spendersi .a migliorare sotto ogni

rapporto le condizioni di vita pacifica.'

E. secondo il nostro convincimento, ciò che prima d’ ogni altra cosa occorre, per restaurare la ricchezza nazionale, per migliorare le condizioni di vita, per conquistare una m aggiore indipendèn za dall’estero, per sfruttare convenientemente le risorse naturali, è di avere una. agricoltura inten­ sa, moderna, pratica, intelligente, organizzata; in breve tempo, ne siamo ceraie ne sono certi anche coloro stes’si che miranògai più eccelsi sviluppi in­ dustriali. l’ agricoltura darà le basi, i mezzi, e 1a sicurezza occorrente per costruire su di essa i più begli opifici e le più grandiose'manifatture.

Duello ebe preme oppi, perchè non niù si spenda tempo ed energie in tentennamenti ed in accom o­ damenti, è che il paese e per esso il Governo de­ rida chiaramente anale sarà la colitica da sepub re : nnclie se quel che noi riteniamo la risoluzione logica « naturale fosse per .essere scartata, ciò che m oria che comunque una netta decisione

sia presa. "

Noi speriamo che dalla lotta di pressioni che pià si. manifestano esca la soluzione e che possa essere pettata a mare finalmente la atonia di co­ loro i onali -ensaño' che con un colpo alla botte * l’ altrò al cerchio si rossa continuare ancora degl’ anni ed avere un’ aprìcoltura povera ed ima !n: Austria meschina.

r Comitati consultivi della Libia

L ’ imperversare della guerra mondiale ha la­ sciato un p o ’ nell’ ombra la vita delle colonie, D; rado, se ne parla. Il Governo se ne occupa,' come è suo ufficiò, il pubblico no. Solamente è noto eh* tutto laggiù procede con regolaritàrie che anzi gli Stati nemici o rivali, che hanno oggi ben altra da fare, hanno smesso presso le popolazioni indi­ gene la loro propaganda d’insidie a nostro dan­

no. Non ostante vale la pena d’esaminare, almeno di quando in quando, ciò che fino da ora viene predisposto per determinare o secondare quella vita più attiva e più florida, nella quale le colonie

stesse dovranno incamminarsi dopo la pace. Per parlare questa volta della sola Libia, rav- visiam'o importantissimo, sebbene poco avvertito dai più, il provvedimento col quale si intende dare a quel nostro possesso un primo germe, quasi una larva, di oegime rappresentativo'. Larvai non è paiola che intenda qui suonare ironica, essendo cèrto ch e'per ora non conviene spingersi più ol­ tre. E regime rappresentativo non è forse un ter­ mine esatto, perchè non si farà punto lu ogo ad elezioni. Ma ad ogni modo si tratta pur sempre di un Istituto, mediante il quale la voce degli indi geni, su tutto quanto concerne i loro interessi, po tra giungere fino all’Italia e al suo Governo.

Sino dal domani, può dirsi, dell’ occupazione mi litare era sfato promesso al popolo della Libia che esso avrebbe una qualche parte, sia pure indiretta, nell’amministrazione del suo paese. La forma pre­ scelta per cotesta partecipazione, è quella stessa già stata adottata da altre Potenze europee che hanno colonie abitate da genti di civiltà inferiore; ossia la funzione consultiva. In ciò l’ Italia: ha mu­ tato quello che avevano già fatto la Francia in Al­ geria^ in Tunisia e nel Madagascar, l’ Inghilterra iti Egitto e in parecchie colonie affri-cane. Imitato, ma non copiato, giovandosi dell’ esperienza altrui e adattandola al caso proprio.

Il R. Decréto ix marzo 1917 istituisce dunque due Comitati Consultivi, uno per la Tripolitania e l’altro per la Cirenaica, con sede rispettivamente in Tripoli e in Bengasi, composti di sudditi italia­ ni di religione mussulmana, scelti fra i Capi e i Notabili delle varie regioni delle due colonie. So­ no composti ciascuno di 15 membri, nominati dal Ministro delle Colonie su proposta del Governa­ tore, i quali prestano giuramento, durano in ca­ rica due anni, possono essere confermati, ma pos­ sono anche venire revocati quando non godano niù la fiducia del G overno o della popolazione in­ digena.

I Comitati consultivi danno narere :

ri) sulle questioni, e sur provvedimenti, di qualunque natura, che riguardano la generalità degli indigeni mussulmani, intorno ai quali siano dal Ministro delle Colonie e dal- Governatore in­ terpellati; .

ù) sulla ripartizione dei tributi imposti per contingente alla popolazione indigena delle varie regioni della C olonia;

— ri) sulla destinazione ad opere di pubblica uti­ lità comune del reddito dei tributi locali, che, a norma del proclama 13 ottobre ioti del Coman­

dante in capo dèi C orpo di spedizione, sarà ero­ gato in Colonia.

Oltre a questi pareri, che dànno quando ne sono richiesti, i Corftifati possono anche esprimere voti motivati per promuovere lo studio di questioni in­ teressanti le popolazioni indigene ‘ mussulmane relativamente all’ incremento dell’ agricoltura, dei commerci, del credito, delle industrie locali, alla istruzione professionale ed alla costruzione di vie e mezzi di compnicaziohe. E per ultimo, il Mini­

stro delle Colonie e il Governatore possono affi­ dare ai Comitati l’ integrale compilazione di pro­ getti di provvedimenti concernenti i mùssulmani -

dditi italiani, e lo studio delle proposte concrete ' necessarie .per l'attuazione dei voti manifestar? come sopra.

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2 Settembre 1917 — j&. 2261. L'BCONOMiSTA 667

.sentiti i Governatori, può stabilire sessioni pie­ nane .dei due Comitati per la discussione dì affari u importanza generale, e comuni alla i ripohtama e alla Cirenaica.

Sorvoliamo! sin altre disposizioni più minute e su tutte quelle procedurali, che trovano posto in un Regolamenta del 7 aprile di quest'anno. Rile­ viamo invece alcuni concetti svolti nella Relazione che precede il Decreto, indirizzata dal'm inistro Rolosimo al Re. « L ’ importanza e la complessità degli oggetti che potranno essere esaminati e dai luogo alle proposte dei Comitati è tale da consen­ tire in certo modo la tutela, da parte di essi, di tutta la sfera degli interessi mussulmani. L ’inter- . vento poi degli indigeni in materia d ’ imposiizione e di erogazione dei tributi può èssere suscettibile di sviluppo1 avvenire, fino alla più ampia autono­ mia finanziaria, e corris.poqde al sano principio della politicai coloniale anglo-sassone, che non am­ mette rappresentanza senza tassazione». Per evi­ tare attriti e rivalità, è parso buon consiglio di­ sporre che i Comitati siano composti esclusiva- mente d’ indigeni mussulmani. In ciò si è tratto insegnamento dall’ esperienza fatta in Algeria e in 1 unisia, dove analoghi Comitati istituiti dalla Francia sono misti, composti cioè d’indigeni e di europei; i quali ultimi sono anzi in maggioranza. Riguardo alla tutela degli interessi degli italiani che risiedono laggiù, è parso bastante, almeno finché il loro numero non divenga più considere­ vole, lasciarla affidata al Governo. Se la nomina dei membri dei Comitati spetta, com e si è già det­ to al Ministro delle Colonie, e se pertanto all’ele­ mento locale non è concesso il diritto dell’elezione e neppur quello della semplice designazione, si e perchè manica ivi, per ora, la maturità otcorrente per tali forme di vita pubblica, mancano, del tutto i minori organismi del self governm cnt.

Ma oltre le questioni suaccennate, ve ne pòsse no essere altre, più generali, più vaste, saremmo per dire più atte, per esempio politiche, sulle qua­ li giovi al Governo responsabile, non meno che sulle prime, di venire illuminato. Per, esaminarle ed esprimere su di esse, un parere, sempre consul­ tivo, vi.ene istituito un altro Comitato, ma questo centrale e misto. Viene convocato almeno una vol­ ta l’anno, si aduna in Roma presso il Ministero delle Colonie, è presieduto dal Ministro, e si com ­ pone dei Direttori Generali del Ministero stesso e di dieci delegati indigeni, eletti dai Comitati di Tripoli e di Bengasi, cinque per ciascuno, nella prima adunanza dopo la loro costituzione. P osso­ no inoltre esser chiamate a farne parte persone an­ che estranee alla pubblica amministrazione, in nu­ mero non maggiore di sei, specialmente versate in materia islamica e coloniale.

Un decreto 11 marzo 1917 stabilisce, a favore dei membri dei Comitati, un assegno annuo e con­ grue indennità di viaggio.

L ’ organismo fin qui descritto non funziona an­ cora. Perchè? Da parte nostra siamo assai desi­ derosi di vederlo all’ opera. Il criterio, che lo ha determinato è ottimo. Conoscere più a fondo e più. esattamente i desideri, i bisogni, gli interessi delle popolazioni indigene, è per l’Italia una via opportuna per governarle bene. Conceder loro un p o ’ di rappresentanza, benché finora in m odo pru­ dentemente rudimentale, è un diminuire sempre più gli eventuali pretesti delle ribellioni. Dare ai rappresentanti, cioè ai più evoluti, ai oiù colti, o meno incolti, un p o ’ di voce in capitolo, dovrebbe essere un modo di affezionarseli. Il di più e il me­ glio verranno suggeriti dall’esperimento che sta per farsi.

E. Z.

I pagamenti interstatali

L ’ interessante seguire ciò che avviene , fra vari Stati per sistemare nelle forme piu convenienti .1 debito e credito derivante dagli acquisti operati du­ rante la guerra i quali, per le cessate correnti di esportazione e rispettiva -importazione non posso-, 110 essere saldati colle forme ordinarie, cioè con altre merci e coni acquisti di divisa per le dire- renze eventuali.

Si annuncia che il governo britannico sta col­ locando! sul mercato di New York Buoni del t e ­ soro a 90 giorni per un importo di doli. 15 milioni -r- che successive emissioni porteranno, per ora, a 150 m ilioni,— a corsi corrispondenti a uno scon­ to del 5-1/2 per cento. 11 prodotto di queste emis­ sioni sembra destinato, al rimborso di ant'cipazioni ottenute, lo scorso anno, dall’Inghilterra presso banche nord-americane a fronte di sue importazio­ ni, e la emissione rappresenta, in sostanza, la ‘rea­ lizzazione dell’ operazione che doveva effettuarsi alla fine del liq ó , e rimase sospesa a cagione della circolare del « Federal Reserve Board » in cui si esprimeva opinione sfavorevole all’ assorbi­ mento da parte del mercato nord-americano, di obbligazioni di Stati forestieri a lungo termine, o a breve, ma .rinnovabili a, scadenza.

Da siffatto annuncio si può ricavare, anzitutto la conferma che i crediti concessi dal governo americano agli Alleati si applicano alla com pen­ sazione dei pagamenti che questi debbono esegui­ re per importazioni susseguenti alla entrata in guerra della Confederazione o, quanto meno, re­ lativi a un periodo anteriore più o meno, -breve : essi non si applicheranno, cioè, alla trasformazio­ ne in una forma meno onerosa. di_ prestiti d ’altro genere già contratti agli Stati Uniti dagli Alleati medesimi, durante la neutralità americana. L o svi­ luppo ulteriore delle operazioni ora iniziate dal- l'Inghilterra consentirà di constatare, in quanto esso si limiti o no al pareggio di crediti bancari ottenuti in precedenza, se vi* sia o no esatta c o r ­ rispondenza fra le anticipazioni che il governo americano concede a quello inglese è i pagamen­ ti che quest’ ultimo ha’ da effettuare agli Stati Uni­ ti — ■ il che è quanto dire se tali anticipazioni equi­ valgono interamente al fabbisogno attuale, _ del governo e del mercato, inglese, di disponibilità su New York.

Il sistema inaugurato, dal Tesoro britannico p o­ trebbe, invero, costituire per questo il mezzo di procurarsi, transitoriamente, capitali da rimbor­ sarsi con le somme che, successivamente, saranno, poste a sua disposizione dal T esoro americano. Di fronte all’ entità sempre crescente delle esigen­ ze determinate dalla guerra non si può escludere che lo stesso Governo degli. .Sta,ti Uniti trovi qualche difficoltà a far procedere la mobilizzazio­ ne delle enormi risorse di cui può disporre con movimento, sincrono, a quello, della massa dei com ­ plessi bisogni propri e'degli Alleati, in vista so­ pratutto, dei caratteri che distinguevano, in tem­ po di pace, l’ organismo e il funzionamento del mercato finanziario e monetario locale.

Per quanto concerne i bisogni dei paesi Allea­ ti di mezzi dr papiamento'àgli Stati Uniti, non oc­ corre, rilevare l’ aumento che essi subiscono.

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direttamente sbarcate nei porti dei paési esteri in cui questi trovatisi a operare.

A questo proposito osserviamo che, a partire dal mese di luglio decorso, le statistiche doga­ nali, hanno preso a tener conto degli «articoli im­ portati ed esportati -cosi per conto dei privati che del governo, eccettuate-le esportazioni destinate all’uso delle forze militari britanniche operanti in qualsiasi teatro della guerra. Si ha così che il movimento commerciale inglese complessivo se­ gna, alla importazione, Ls. 90,2 milioni per lo scorso luglio, contro 86,1 milioni nel precedente mese di giugno e 76,7 milioni nel luglio 1916: l’ eccedenza delle importazioni è passata* da giu­ gno a luglio, da 30,8 a 22,5 milioni nel 1916 e da 35-9 a 35-8 milioni quest’ anno; ma tali cifre non consentirebbero alcuna deduzione sull’ entità delle importazioni governative sin qui escluse dalle statistiche, in quanto l’aumento. del mese scorso dipende unicamente dalla maggiore introduzione dall’ estero di prodotti alimentari.

* * *

D ’altra parte non diversa pratica.si nota -essere seguita dalla Germania verso la Svizzera. Abbia­ mo già più volte accennato nel nostro periodico alle trattative in corso per gli anticipi richiesti dalia Germania sulle quantità di carbone da es­ sa esportata in Svizzera.

Allorquando la Svizzera si trovò in presenza della richiesta della Germania di anticipi mensili per una somma elevata (si parlava da 40 a 60 mi­ lioni al mese), era statò preconizzato il progetto di . istituire una grande Banca per il commercio estero svizzero. Poi questo- piano fu abbandonato,' anche-per il fatto che le richieste della Germania furono limitate a 20 milioni al mese. In sua vece si procedette alla trasformazione deU’ ufìicio cen­ trale per rimportazione del carbone a Basilea in una .Società per azioni, che è una vera Banca.

Il nuovo Istituto, avrà un capitale complessivo di 60 milioni di ir., diviso in due serie, di. cui la prinia -composta di azioni privilegiate, .per una somma di 30 milioni, e la seconda, per la stessa ■ somma, di azioni ordinarie. Le azioni privilegiate vengono assunte da un Consorzio di Banche, da grandi industriali e da negozianti di combustibili airingros&o. Queste azioni danno diritto ad un dividendo fisso del 6 per cento, con facoltà di ac­ cumulazione, cioè se in un dato esercizio gli utili conseguiti non permettono di dare il 6 per cento, la differenza in meno dovrà essere versata negli esercizi successivi. L e azioni privilegiate non dan­ no però diritto alla ripartizione degli utili oltre­ passanti il 6 per cento.

Le azioni ordinarie saranno sottoscritte dai con­ sumatori di carbone che ne consumano 5 tonnel­ late e più all’anno. Esse hanno il- vero carattere di azioni- ordinarie, mentre quelle privilegiate sono piuttosto delle obbligazioni conferenti il diritto di voto. Gli anticipi da farsi alla Germania saran­ no garantiti da.titoli ipotecari di primo ordine. Da principio si era parlato anche della garanzia da prestarsi dalla Banca imperiale, ma poi, siccome la Banca Nazionale svizzera non ha voluto- assu­ mersi una parte diretta in queste operazioni, an­ che la Banca imperiale volle starsene assente. Gli anticipi da farsi alla Germania saranno restituiti in rate mensili, corrispondenti alle somme ver­ sate dalla Svizzera, a datare dal mese di ottobre 1920.

L o scopo principale della creazione di questa nuova Banca (-che come lo indica l’importo del suo capitale,; sarà un Istituto importante) è in primo lu ogo quello di assicurare rimportazio-ne, perchè i 20 milioni mensili .non saranno esportati in Ger mania ma serviranno a pagare gli acquisti dei Tedeschi in questo paese, quindi faciliteranno le

vendite degli industriali svizzeri ai loro clienti tedeschi.

Attualmente sono in corso delle trattative pel­ la concessione di un anticipo di zoo milioni all’ In­ tesa. Ufficialmente non è ancora stata fissata la somma definitiva, ma ufficiosamente si dà questo importo di 100 milioni come quello che sarà ac­ cettato- m ultima analisi. Quali saranno le contro- prestazioni dell’ Intesa? Àncora noTT- si sa niente di -preciso.

* * *

Giova aggiungere quanto si scrive ini Germania a riguardo della necessità di favorire le esporta­ zioni nel dopo-guerra.

Il Presidente della Società esportatori tedeschi, signor G iorgio Simon di Am burgo, tratta nella rivista IVìrtscliafis-ZeUung der Zcntraknüchte del­ la fondazione di una potente Banca istituita spe­ cialmente per favorire ¡'esportazione germanica, dopo la guerra.

L ’ autore osserva che i-n tutti gli ajtri paesi aventi delle industrie sviluppate si sta studiando la creazione di Banche speciali per , appoggiare l’esportazione e la Germania non dovrebbe re­ starsene inerte in questo campo dell’attività eco­ nomica. L ’ autore espone i principi secondo i qua­ li .il- nuovo istituto dovrèbbe essere creato e avreb­ be da_ funzionare. In primo- luogo il capitale, da bel principio, deve raggiungere una somma molto cospicua. La Banca istituenda dovrebbe avere cioè dall'inizio, mezzi sufficienti per aprire un numero ragguardevole di succursali tanto neH’interno dèi paese quanto all’estero. Inoltre essa dovrebbe a- vere risorse bastevoli per accordare arii- industria­ li dei crediti scoperti, fare anticipi sulle spedizio­ ni di merci e- sugli stock' depositati nei magazzini all'estero. Secondo l’autoTe, questa Banca dovreb­ be dare agli esportatori i mezzi necessari per po­ ter sviluppare sempre- più le loro relazioni con la clientela estera, accordandole dei crediti a lunga scadenza.

Il signo-r Simon vede nella creazione della Ban­ ca da lui progettata il mezzo migliore, per org a ­ nizzare un sistema di crediti che possa permettere; a 11’ industriale tedesco- di riannodare le sue rela­ zioni con la clientela estera. Egli osserva che subito dopo la conclusione della pace ci sarà una fortissima richiesta di denaro- e soltanto- un Isti­ tuto che si- specializzi negli affari della esportazio­ ne e che abbia delle succursali proprie sui prin- cioali. mercati esteri potrà essere in grado- di eser­ citare la funzione di provveditore dei capitali oc­ correnti ed esercitare a mezzo delle sue Agenzie il controllo indispensabile per evitare le opera- z'oni aleatorie.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

La produzione dell’alluminio ed il suo avvenire. __ L’alluminio, in passato, è stato oggetto di molte profezie contradditorie. Quattordici anni or sono, noi scrivevamo nella rivista « I/Economiste. Franjais » che l'opinione dei pessimisti non era più sostenibile e che, se era esa­ gerato il predire « la età dell’ alluminio », non si pote­ va, senza ingiustizia, proclamare la decadenza di questo metallo, del quale taluni si davano ad enumerare e ad ingrandire le debolezze.

Oggi, non occorre più far profezie; la partita è vinta. Il campo d i applicazione d ell’ alluminio è già vasto e vi sono sue applicazioni che si allargheranno. Alcune con­ dizioni d ell’ ora pi-esente, se si manterranno in una certa proporzione dopo la guerra, aiuteranno questo svi­ luppo. E’ così che gli alti prezzi del rame e dello stagno possono spingere ad impiegare talvolta l ’alluminio al posto di questi due metalli.

Le fabbriche di alluminio si preparano *d accssesccre la loro produzione pel dopo guerra, ed esse hanno ra­ gione. I giornali speciali -americani ed inglesi insistono ora su questo punto.

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2 Settembre 1917 — N. 2261, L’BCOMOMWTA 669

Una rapida storia dei progressi conseguiti dalla pro­ duzione di questo metallo chiarirà il valore di queste affermazioni :

Nel 1889, non si produceva,no nel mondo che circa 7Q tonnellate di ’ alluminio, Dieci anni più tardi, si rag­ giungevano 7000 tonnell. Nel 1900, secondo le statistiche germaniche, la produzione era, di 7.743.210 chilogram­ mi cd il suo prezzo di due marchi al chilogr., cioè, 2 fr. 50, valendo’ il marco 1 fr. 25. Da allora in poi, lo slan­ cio in questa produzione è stato continuo come si può vedere dal seguente prospetto di cui una parte degli elementi è stata rilevata dalla relazione sulle arti chi­ miche a ll’ Esposizione di Bruxelles nel 1911.

Produzione déU’alluminio in tonnellate, daU’anno 1900. 20.000 28.000 30.000 35.000 40.000 42.000 46.000 altee statistiche, la produzione del 1911 sa­ rebbe già stata di 46.700 tonnellate, ripartito cesi fra i paesi produttori : Stati Uniti, 18 njila ; Francia, 10.000 ; Germania,- Austria-Ungheria e Svizzera 8.000 ; Canada, 4.000 ; Norvegia, 900 ed Italia 800 tonnellate. Queste ci­ fre sono valutate da persone competenti, poiché le offici­ ne non vogliano far conoscere l ’importanza di questa produzione. Così si spiegano le differenze che possono esistere fr a le statistiche, ma v e un fatto certo : la ten­ denza largamente progressiva della produzione di questo metallo.

Dopo, questa tendenza non ha fatto che affermarsi. Ecco, infatti, secondo 1’ « Echo des Mines », quali sono state le quantità gettate l ’anno scorso sul mercato dei principali paesi produttori di alluminio del mondo : Stati Uniti e Canadà . . . . , . . Tonn. 75.000 f ™ * “ * ... » 20.000 S v iz z e r a ... ... 20.000 Regno Unito...» 12 000 Norvegia... » 16.000 Italia . ... » 7.000 •1900 . . . . 7.300 1907 1901 . . . , 7.500 1908 1902 , . . . 7.800 1909 1903 . ■ • . 8.200 1910 1904 . • ■ . 9.300 1911 1905 . . . 11.500 1912 1906 . • ■ . 14.500 1913 Secondo Tonn. 150.000 Era la statistica del 1911 e quella del 1916, v'è un abis­ so e la differenza- è «norme. Attenendoci soltanto alla Francia, la produzione in questo pa'ese sarebbe raddop­ piata m cinque anni, passando da 10 mila a 20 mila tonnellate. Considereremo i movimenti di questo metal­ lo, registrati dall’Amministrazione delle Dogane, alla entrata ed all uscita, avvertendo che abbiamo riunito in una sola cifra le entrate e le uscite, da una parte, delle verghe o frantumi ; dall’altra, dell’ alluminio battuto, ti­ rato, laminato, filato od in polvere:

, Importazioni ed esportazioni francesi di alluminio.

1912 Tonn. 11

Import.

tato, in questi ultimi anni, le seguenti quantità (in quin­ tali metrici)': 1903 1904 1905 1916 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1913 1914 1915 1916 15 15 18 31 25 27 39 42 70 90 94 56 99 748 Esport. 650 650 910 1.440 1.090 1.300 4.400 4.100 4.100 6.600 4.514 4.340 2.914 2.150

Quint, metrici Franchi

1912 1.384.000 2.769.000

1913 1.684.000 3.200.000

1914 1.425.000 2.708.000

1915 414.000 1.347.000

1916 628.000 ’ 2.041.000

Le esportazioni erano, prima della guerra, molto im­ portanti ; esse sono dopo diminuite, ciò che si spiega.

Ci piace constatare che la Francia riprende un posto conveniente nella produzione d ell’alluminio, essa in cui uno degli sce-nziati, Salute CI aire Deville, verso la metà del secolo decimo nono era riuscito pel primo ad isolare 1 alluminio sotto forma di globuli brillanti e malleabili.

Gli Stati Uniti han visto la loro produzione grande­ mente progredire, ed essa è oggi la- più considerevole del mondo, poiché, secondo l ’ultima statistica, la produzio­ ne americana rappresenterebbe la metà della produzione globale della quale hanno notizie. Gli Stati Uniti hanno altresì accresciuto, come potenti produttori di macchine, il loro consumo dell alluminio e si-erede che Quest’ ultimo sia asceso da 40.000 tonnellate nel 1914 a 50.000 nel 1915 Nel 1916, il consumo ha dovuto- fare un nuovo salto in avanti al pari della produzione. Nel suo numero del 6 gennaio Ì917. « The Engineering and Mining Journal » di New York, passando in rivista l ’anno 1916, notava che la produzione dell-alluminio, come quelle dell’ acciaio e del rame, aveva ricevuto dal fatto della guerra un colpo enorme di scudiscio. Da capacità delle officine produttrici e stata notevoimente sviluppata; fra le altre nel nord del- Ic. Stato di New York, nel Tennessee e nella Carolina del Nord Si scontava la messa in moto di un potente im­ pianto a Badm (U. C .)-al principio del 1917; un’altra ficaia nell est del Tennessee dev’essere terminata verso a fine di questo anno. La domanda è stata considerevole © va crescendo a cagione della guerra, poiché Tallu- mimo e adoperato in molti oggetti che la guerra moderna utilizza. Si valuta a 9 tonnellate la quantità che entra in uno Zeppelin ; ma non è ciò -che costituisce un vasto sbocco-; ve -ne sono altri; l’ alluminio entra nella co stri­ zione dello mitragliatrici, in quella degli obici, ecc. e si i aiutano a parecchie migliaia di tonnellate le quantità 'morra0” 0 State C0S1 adoP€rate nelle fabbricazioni da

Prezzo medio mensile delle verghe d ’alluminio a New r ork m cents per libbra :

» 878

Questo quadro risponde bene a quanto- si potesse a- spettare dai movimenti di questo metallo durante la guerra. E perfettamente naturale, che, noli ostante una produzione molto accresciuta, le esportazioni siano ve­ nute diminuendo, mentre le importazioni si sviluppava­ no, perche ì bisogni interni di questo- metallo hanno do­ vuto ingrandire. La Francia è, d ’altronde, molto favo- nr-a per la produzione deiralluminio, poiché se essa è ricca in cascate d ’ acqua che permettono l’ impianto di officine idro-elettriche -adatte alla fabbricazione dell’ al- uminio possiede altresì in abbondanza la materia prima ai,questo metallo, cioè la boassite, di cui essa ha

espor-Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno-Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre 1913 26.31 26.04 27.05 27.03 26.44 44.68 23.38 22.70 21.69 20,13 19.35 18.88 23.64 1914 18.81 18.81 18.50 18.16 17.95 17.75 17.66 19.88 19.94 18.50 18.00 18.96 18.63 1915 19.08 19.22 19.00 18.88 22.03 30.00 32.38 35.50 47.75 50.00 57.75 57.13 33.98 1916 55.00 58.00 60.25 59.50 59.00 61.50 60.20 60.00 61.88 65.05 65.12 63.00 60.71 Il prezzo- medio -della libbra di alluminio destinato i i l f v 1 ®'2 -011® ®’ Pel 1916’ Più del triplo di quello pel Ì914 Non si possono paragonare i prezzi dell’ Inghilterra e della Francia, poiché da molto tempo questo metallo non ha piu quotazione. Ma ciò basta per dimostrare come 1 alluminio non sia sfuggito a ll’enorme, rialzo che hanno subito i prezzi di tutti i metalli. Pel consumo in- te™?’ i prezzi deU’ alluminio sono stati, nel 1916, agli Stati Uniti, fra 31 e 37 cents per libbra.

1 rria relazione della Camera di commercio di Lione pel l o i 5 da come prezzo d ell’alluminio fuso 250 franchi per 100 clulogr. a fine 1914, e 600 a fine 1915 ; dell’sllumi-

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670 //ECONOM ISTA 2 Settembre 1917 — N. 2261.

Gli sbocchi che l ’alluminio ha trovati nelle fabbrica­ zioni da guerra non esisteranno sempre ed allora vi sarà da temere una crisi nella produzione di questo metallo dopo ,la'guerra ? Questa è la domanda che possiamo rivol­ gerci dopo le constataziuiii che abbiamo fatte sullo slan­ cio della produzione soot-o /influenza del conflitto mon­ diale. li’ possibile che avvenga qualche fluttuazione e qualche imbarazzo. Ma persone competenti guardano l ’av­ venire con fiducia. I l sig. A. W. Tait, all’ ultima assem­ blea. della « British Alluminium Company », la più forte produttrice .di questo metallo nel Regno Unito, ha detto che non gli sembrava dubbio, che l ’esperienza acquistata durante la guèrra avesse la sua ripercussione sugli usi commerciali del metallo, ritornata che sia la pace. Gli sembrava molto probabile che l ’ industria delle automo­ bili, dopo la guerra, impiegherà largamente l ’alluminio nella loro costruzione a riguardo1 della sua leggerezza e delle sue qualità per la propagazione del calore. Non ostante il grande sviluppo che ha preso la capacità pro­ duttiva delle officine di alluminio nel mondo specialmen­ te agli Stati-Uniti ed in Norvegia ; il signor A. W. Tait crede che non debba trascorrere-molto tempo, cessate elle siano le ostilità, perchè lo slancio commerciale e 1 espansione degli usi del metallo impediscano ogni su­ perproduzione. Benché, negli ultimi dieci anni, l ’ utiliz­ zazione dell’alluminio si sia molto sviluppata, si può di­ re che siamo ancora agli esordi e che si possono realiz­ zare grandi progressi. Per lungo tempo, gii alti prezzi del metallo ed il suo difetto di purezza ostacolarono la diffusione dei suoi impieghi ; ma ora questi ostacoli non esistono più e s’intraveggono degli sbocchi che, ’diversa- mente, dagli attuali di guerra, saranno permanenti.

In uno studio ^ accuratissimo pubblicato dal « Bulletin de la Société d ’Encouragement pour /industrie natio- naie » (numero di maggio-giugno 1915), il signor A. Tril­ lai ha dimostrato g l’impieghi che l ’ alluminio può trova- re nella maggior parte delle industrie d ’alimentazione. Già gli utensili di cucina in alluminio sono estremamente diffusi in Germania, in Austria-Ungheria, agli Stati U- niti. In Francia, negli ultimi anni, i progressi per que­ sto uso sono stati molto rapidi. Il signor Trillai pensi che si potrebbe utilizzare largamente l ’alluminio nelle industrie birraria, della distilleria, della latteria, della fabbricazione dei forinaggiPe della, vinificazione. Questa utilizzazione ha bisognagli alcune precauzioni. I l metallo- non deve contenere più del mezzo- per cento d ’impurità ed essere esente da rame, ecc. Occorre, d ’altra parte, aver cura, per assicurare la conservazione del metallo, di non lasciar trattenere l ’ acqua nei recipienti; poiché è sopra- tutto durante la lenta evaporazione dell’acqua che si formamo le macchie aderenti al metallo. Le precauzioni da prendere non possono costituire un ostacolo agl’im- pieghi indicati dal sucitato studio e tali impieghi assor­ birebbero importanti quantità di questo metallo.

Ora che, mercè i processi elettrolitici, l’alluminio può esser prodotto a buone condizioni e di buonissima quali-' tà, i vantaggi che esso presenta sono sempre più apprez­ zati. Si sa^quali siano questi vantaggi. Prima, un’estrè-

leggerezza poiché è tre volte più leggero del rame, quasi due volte e mezzo dello zinco e più di quattrp vol­ te più leggero del piombo. Inoltre, in moltissimi casi, si può ottenere, con l ’ uso d ell’alluminio, una resistenza meccanica pari a quella del rame per un peso assai mino­ re. La- grande conduttibilità di fronte al calore e altresì un vantaggio pregevole.

Infine, l ’alluminio può trovare il 'suo impiego sotto la forma di lega e si crede che i progressi realizzati in que­ sto senso durante la guerra potranno in seguitò- essere applicati ad usi commerciali.

. Jja- guerra _ ha dato a ll’alluminio una nuova applica­ zione; taluni-Comuni e Camere di commercio, per rime­ diare alla scarsezza della moneta di biglione, hanno e- messo dei gettoni di alluminio. La Camera di commercio di Marsiglia ha proceduto così. Quest’uso accidentale dell’ alluminio contribuirà a volgarizzare questo metallo, ma meno ancora del famoso anello fabbricato al fronte ed inviato come ricordo dai tedeschi ai loro amici. L ’a­ nello di alluminio è il gioiello più diffuso- che vi sia, e ciò non è un incidente da sdegnare nella storia di questo metallo.

Edouard Payon. Le forze economiche per garantire la pace. Lord Robert Ceoil, intervistato circa la risposta di Wilson alla nota del Papa, ha detto riferendosi specialmente alla frase del Presidente degli Stati Uniti : « i danni puniti­ vi, gli -smembramenti degli Imperi e la- costituzione di

leghe economiche eg-oistiqhe. ed esclusiviste non sono basi adeguate alla pace » :

« Non mi sembra che la nota del presidente Wilson contenga alcunché che sia in contraddizione -con la po­ litica economica enunciata dagli Alleati -alla Conferenza di Parigi. Le decisioni di tale conferenza sono misure puramente difensive e non sono affatto aggressive: esse mirano a ristabilire dopo la guerra la vita economica fra gli Alleati e a proteggerla contro qualsiasi politica mi­ litarista aggressiva che i nemici potessero applicare do­ po la- guerra in materia commerciale. I progetti dei te­ deschi, per costringerò i loro alleati a costituire nel centro dell’Europa un blocco commerciale, dimostrano che tale politica costituisce un- vero pericolo. Certo noi riteniamo che in questa lotta le considerazioni e- conomiche sono altrettanto importanti e vitali quanto le misure puramente militari o navali; dobbiamo per­ ciò mantenere, stimolare e sviluppare le forze econonri-

'he di coloro d ie combattono le Potenze centrali tanto quanto dobbiamo-organizzare i nostri eserciti e le nostre marine. Crediamo pertanto di fare bene attaccando le forze economiche dei nostri nemici con tutti i mezzi le­ gittimi a nostra disposizione. Ecco perchè siamo felici della- politica energica, degli Stati Uniti relativamente alle importazioni ed in altri campi.

« Bisogna convincersi che non vi sono armi più po­ tenti per costringere la Germania a comprendere la stol­ tezza e la- immoralità dei suoi scopi militari di quella di mostrarle d ie la- -guerra non frutta, neppure dal punto di vista prettamente commerciale. 1 tedeschi amano e- saltare 1-a carta della guerra e mostrare i territori da loro invasi. Essi dimenticano-che, praticando la. loro politica m ilitarista,e calpestando tutte le leggi internazionali ed i diritti dei non combattenti e dei neutri, hanno solle­ vato -contro di loro forze che posseggano risorse com­ merciali imjnensamente superiori -alle loro. Non passa quasi- una- settimana- senza un giudizio che anche quelle nazioni che si tengono- ancora neutrali sentono che la loro pazienza -viene meno. Non è un’ esagèr-azione dire che se la guerra continuerà -ancora molti mesi, gli Im ­ peri centrali vedranno letteralmente tutto il resto del mondo in armi contro di loro.

« E’ -questo uno stato di cose che provoca due osser­ vazioni. In primo luogo- esso dimostra che nel mondo moderno la forza militare non è tutto e che anche se gli eserciti tedeschi fossero così fortunati e così invin­ cibili come- il Kaiser e i suoi generali pretendono, l ’av venire della Germania continuerebbe nondimeno a farsi sempre più oscuro-. Una seconda osservazione suscita e maggiori speranze e mostra forse la soluzione del più grande problema mondiale odierno, cioè quello delle precauzioni da prendere per impedire la guerra futura. La grande difficoltà di tutti i progetti per una « Lega delle Nazioni » sta nelle misure da. prendere contro le nazioni- risolute a. turbare la pace. Non mi diffonderò lungamente sulle difgcpltà di una azione armata con­ certata, ma chiunque abbia studiato la questione sa che esse sono- grandissime. Può darsi „nondimeno che una .« Lega- delle Nazioni » dotata di un conveniente meccanismo atto a creare un isolamento economico-, com­ merciale e finanziario contro qualsiasi nazione volesse imporre al mondo la sua volontà con la violenza, sareb­ be una vera garanzia per la pace del mondo. In ogni caso è un argomento degno di essere studiato da coloro che desiderano seriamente di porre termine al sistema

attuale di anarchia internazionale ».

ACQUEDOTTO PUGLIESE

Vogliamo riprodurre anche noi questo documento ’ emanato dalla Presidenza della Società concessio­ naria dell’ A cquedotto pugliese, nella speranza di contribuire così a risolvete una controversia incre­ sciosa che colpisce una delle più belle e delle più

simpatiche imprese di utilità nazionale. E' augu­ rabile che il già troppo lungo dibattito possa aver tfrieisto la domita soluzione, cosicché possa com ­ pletarsi il programmai pratico di dare acqua ai pae­ si ed alle campagne ohe la aspettano dall’Acquedot­ to pugliese.

A. S. E. il Ministro dei Lavori Pubblici,

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2 Settembre 1917 — N. 2261. LECONOMJ6TA 671

— L ’Eccellenza V ostra in una delle ultime sedu­ te alla Camera dei Deputati dich iarava che duole al Governo che lavori così im portanti come quelli dell’ A cqu ed otto'P u gliese' siano pressoché abbando­ nati, aggiungendo che fino a che non sarà risolta la grossa e com plicata vertenza con la Società con ­ cessionaria non sarà possibile sperare in u na forte ripresa dei lavori.

L a S ocietà tiene a dich iarare che ad essa non duole m eno grandem ente che non siasi finora volu ­ to trovare il mé^zo di risolver© le difficoltà insórte, nonostante che ia (Società per sua parte abbia fat­ to quanto poteva per rim uoverle; e certamente non è 'a lla Società che si possa far© addebito «ti averle accresciute con intransigenza delle sue domande.

L a S ocietà invero, pur di rendere possibile, n o­ nostante la gravità dei fa tti sopravvenuti, la so­ luzione dell’insorta vertenza, aveva accettato tutte le condizioni proposte da S. E. il M inistro Ciuffelli per rendere possibile la continuazione dell’antico contratto a. base di concessione.

M a con tro la progettata transazione si sollevò u n ’ aspra opposizione che in oggi non dovrebbe più aver ragione d’essere dopo le istruttorie esaurite co lla più illim itata ampiezza di indagini.

Si opponeva sostanzialmente ch e la; Società non aveva com piuto i lavori nel term ine, e perciò non m eritava riguardi nè indulgenze p er una doppia considerazione :

a) perchè la Società non aveva eseguito lode­ volm ente nemmeno la parte dei lavori che aveva portato a com pim ento nel termine. E si era scate­ nata contro la Società anche u n a cam pagn a di de­ nigrazione basata sul falso e spinta fino alla ini­ quità, tanto da accusarla che essa non aveva im ­ piegato rielle opere che una parte ^degli stanzia­ menti erogati dal Governo, n u lla spendendo del p rop rio e lucrando an cora sulla eccedenza fra gli stanziam enti e le spese;

b) perchè in questa condizione d i cose lo Stato doveva prevalersi del patto della decadenza quanto m eno com e u n ’ arma; di difesa con tro la Società, la qu ale con la con cession e dell’ esercizio e di u na q u o ­

ta di proventi p er n ovanta anni, era stata investi­ ta dallo S tato del più ricco feudo industriale, che le .avrebbe dato il mezzo per qu asi u n secolo di ta­ g lie g g ia r e 'le popolazioni delle P u glie me,rcè l ’eser­ cizio di un servizio pubblico. Si diceva che solo

do-f

io d ichiarata la decadenza, o sotto la m in a ccia del- a decadenza, lo (Stato avrebbe potuto utilmente riscatfaré~ Ìopera di pubblica utilità, sia pure p a ­ gando in v ia . di transazione ciò che la S ocietà po­ teva avere onestamente guadagnato, m a togliendo contem poraneam ente alla Società i lucri operati d a lla , speculazione sopra un servizio di pu bblica necessiti.

Tlnframbe queste ragion i di opposizione sono com - pletamenTB' ora cadute, e la S ocietà non può darsi ragione perchè non sia stato possibile a n cora con ­ cretare con lo Stato u n a risoluzione; che anche V. ET ritiene così urgente ed im periosa.

a) Nessuno può ora più afferm are che 1 la v o­ ri non sieno stati eseguiti in m odo non solo da non aver dato lu ogo a censura di sorta, m a da aver d a ­ to lu o g o invéce al plauso ed a lla am m irazione di tutti ì competenti.

Le Com m issioni tecniche n om in ate successiva­ mente d a l m inistri Sacelli e Ciuffelli e qu ella n o ­ m inata dalla E. V. il 26 luglio 1916 hanno potuto constatare che la S ocietà ha fatto bene , ed infinita­ mente filò di quanto doveva; ha eseguito nel solo canale. p rincipale 97 Km. di gallerie invece dei 53 a cui l à S ocietà era tenuta a term ini di contratto;- h a dato a ll’Acquedotto u n a sezione di 6 e mezzo invece di 4„ e m ercè nuove opere non prevedute in con tra tto,, ha fatto alle diram azioni secondarie una erogazione totale di litri 4600 al m inuto secondo in ­ vece dei convenuti litri 1790.

La Com m issione am m inistrativa nom inata da V. E. il 26 luglio 1916, cui la Società senza esservi o b ­ bligata; diede la consegna di tutti i libri sociali e dei suoi uffici, dopo u n a lu n ga e diligente ispezio­ ne ha potuto constatare che la S ocietà già a l 31 dicem bre 1915 aveva speso oltre 142,000,000, — con ­ tro 102,000,000 — pagati allo Stato.

La S ocietà non ebbe che a; rallegrarsi ch e fossero ordinate queste inchieste che le hanno c o sì consen- ' tito di sostituire . alla difesa p ropria, a cui m eno

facilm ente si crede, il verdetto del com petenti a cui nessuno oppositore di bu ona fede non può non in- chinarsi

b) La. seconda ragione di opposizione doveva del p ari cessare dopo che la Società, pure perlet- tam entè sicura' del suo buon diritto, all effetto di smentire coi fatti l’accusa del suo proposito di strut- tamento delle popolazioni pugliesi, aveva diretto a V. E. il m em oriale 20 aprile 1917, nel quale pur di­ chiarandosi sempre pronta a mantenere la proget­ tata transazione sulla base del progetto con cordato con S. .E. il m in istro Ciuffelli, con q u ei tem pera- menti di equità e di giustizia da determ inarsi in rapjjorto al tem po decorso ed alle condizioni di tat­ to sopravvenute, conchiudeva nei seguenti termini che la Società crede suo dovere di qu i trascrivere perchè quel m em oriale rim ase finora senza risposta :

« Che qu alora a V. E. piacesse m eglio seguire

a criteri diversi ed opposti da quelli che hanno de­

l i term inato il progetto di convenzione 7 m arzo 1916, <c la Società, è anche pronta, a trasform arsi da con ­ ti cesslonaria in .appaltatrice dei lavori d ell’A cque- « dotto Pugliese.

« E form ula senz’ altro la sua proposta con creta :

« R inunzia della S ocietà alla concessione riflu­

ii'.-cendosi nelle condizioni di appaltatrice e lle se;, « guenti con d izion i:

« 1) consegna allo .Stato d i tutti i progetti, o-

<c pere, im pianti, m ezzi d ’opera è nei cantieri, non- « che dell’esercizio dell’a cq u ed otto, contro p a g a ­

ie mento dèlie spese in con trate dalla Società;

« 2) un equo com penso da assegnarsi alla So­

ie cietà per il profitto industriale in più ed oltre f i n ­ i i teresse sul capitale azion ario im piegato p e r l’Ac « quedotto, interesse da p orta rsi in aum ento dello

« spese di cui al precedente p aragrafo.

n Con dich iarazione che p e r la determ inazione « di tale com penso la S ocietà si d ich ia ra fin d ’ ora ii p ron ta a: rim ettersi in appellàbilm ente al Consi- « glio Superiore dei L a vori P ubblici.

«• 3) Concessione in appalto a lla Società delle « opere che a n cora rim a n gon o da eseguire, a ini- « sura ed ‘à prezzi u nitari d a con venirsi e nei ter- <i m ini e con le m od alità da stabilirsi.

« Che il m antenim ento della prim a proposta con ii l ’ aggiu n ta di questa secon d a è tale da lasciare ii allo Stato la m aggior libertà di scelta, perchè v ie­ ti ,ne a rim ettere il Governo, o ra che il grande p ro­ ti blem a è stato audacem ente e felicem ente risolto « per m erito e per opera della Società, n ella liber­ ti tà d i scelta fra il sistema! d ell’ appalto in parte- n cipazione degli utili ed il sistemo- dell’appalto a « prezzo.

« Che a questa seconda p rop osta la Società si è « determ inata per non lasciare intentata nessuna ti v ia per u na soluzione di questa con trovèrsia, che ii protraen dosi a n cora indefinit'amente finirebbe ti con ridondare a danno n on solo delle P u gliei e \iì d ella grande opera a cu i la S ocietà è org og liosa

e di avere legato il suo nom e, m a 'a danno cornu­ ti n e della Società e dell’E ra rio; ritenuto che r in i­ ti ziata p roced u ra p er la decadenza, com unque ii ven ga risolta, anziché chiudere non farebbe che ii riaprire u na n uova e più grave fase di contesta­ li zioni giudiziarie.

ii Tutto quanto sopra senza pregiudizio della » ca u sa in córso e di ogni diritto ed azione com u n - (i qu e spettanti alle parti, q u a lora le fatte p ro p o ­ l i ste non fossero accettate ».

Nonostante tutto questo" la S ocietà deve an cora oggi constatare che le an tiche opposizioni non so­ no cessate, e si in vocan o u lteriori istruttorie ed in ­ chieste che ritarderanno a n cora per necessità e sen­ za:-, profitto dell’ E rario u n a soluzione qualsiasi nei due sensi proposti.

Si è detto, a giustificazione del differim ento che l ’ istruttoria non era riuscita esauriente perchè sa­ rebbe insorto dissenso fra i due suprem i Corpi .Con­ sultivi; il C on sig lio Superiore dei L a v ori Pubblici ed il Consiglio di Stato.

P rem e alla Società osservare che il dissenso tra il C onsiglio Superiore dei L avori P ubblici e le due sezioni del Consiglio di Stato è più che altro f o r ­ m ale, perchè il Consiglio Superiore dei Lavori P u b ­ b lici, .pure conferm ando il suo precedente e speci­ fico parere e reputando che nulla vi era da eccepi­

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672 . L ’ECONOMISTA

2 Settembre 1917 — N. 2261. mettere il parere stille questioni di diritto, per le

quah si rimetteva al giudizio del Consiglio di stato. , ‘Ne qualsiasi ulteriore istruttoria potrà mai m o­ dificare le con clu sion i dei Corpi Consultivi inter­ pellati prim a e dopo il progettò Ciuffelli, i quali tutti hanno d ov u to riconoscere che il ritardo nel com pim ento dei laivori fu determinato-:

a ) _ d'ai ritardo, non im putabile alla. Società, m a esclusivam ente allo .Stato, nella approvazione dei progetti esecutivi, tanto che alcuni d i essi relativi ad opere da eseguirsi entro il 31 dicem bre 1914 non fu ron o approvati che dopo tale d'ata e ie approva­ zioni tardive furono integrali e complete, sicché non è esatto affermare che il ritardo sia stato cau ­ sato da im perfezioni dei progetti:

b) dalla maggior mole dei lavori eseguiti in ba- se a! progetti esecutivi approvati dal Governo e dall errato preventivo flell’opera in confronto della spesa effettiva.

Il Governo che approvò le maggiori opere non .pretendere che fossero ultimate nei tèrmini venute * PS1 ^ esecllzaone' minori opere con

c) dalle sopravvenute guerre europea e nazio- naie, le qu ali resero im possibile la continuazione di tutte le opere pubbliche e di molte anzi ne fu im posta la: sospensione per autorità del Governò

Non è perm esso quindi orm ai più di dubitare del- 1 im possibilita giu ridica e m orale che possa essere riconosciuto diritto allo Stato d i trarre pretesto da tatti anzitutto im putabili al Governo stesso, ed in parte dovuti, a forza m aggiore, per confiscare l’ope­ ra ed il patrim on io della Società.

Nemmeno un .privato, ai fini di interesse perso­ nale oserebbe in queste condizioni invocare il « summumjus » di una clausola penale per appro- piiarsi il latto e l’opera1 dell’altro suo contraente.

ìanto meno può osare di invocarlo la pubblica amministrazione la quale se è una grande tutela degli interessi pubblici, è anche e deve semnre ’es­ sere una grande giustizia.

awÌon J veJ’° cThe 5opo la guerra l’opera sia stata abbandonata. Le Commissioni Tecnica e Ammini­ strativa hanno potuto constatare che la -Società ha speso nell anno 1914 lire 28,759,822,73, di cui ben- 1914* * dall agosto 1914 al dicembre

L. 19,348,279,35 nell’anno 1915- L. 6,655,222,48 nell’anno 1916:’

,1«. w ^ f f l A prllli 0 semestre 1917. In tutto lire 39,0/8,830,01 dall agosto 1914,- inizio della guer­

ra, fino al presente. "

Sono queste le spese che hanno consentito duran- g^ erra dl fornire l’acqua regolarmente allo ro*f ° j G-°Tern°- ” er 1 servi.zi della guerra 'all’Arse- tatto dei lavori non compiuti nel termine, ma ha ^dato .espresSaxrfente la sua. competenza ad e- nale di Taranto alle Ferrovie, alle Caserme, Ospe­ dali e a ben 34 Comuni con 600,000 abitanti e a pre­ disporre 1 imminente .apertura per altri 10 Comuni

con altri 197,000 abitanti. n

Recentissime e diuturne ispezióni hanno anche- opere^e^egu/te1561”^ ^ 0 stato d* manutenzione dello r i o è .Yerr' dun?ue ciò che è stato affermato che lopeia sia abbandonata.

E’ tanto poco abbandonata, che lo Stato, quando a scopo di artificiosa documentazione durante la procedura di decadenza si è appigliato al sistema ri, L eseCuUZ1° n i. dl, uffici0 (suIla cui validità pende giudizio dinanzi al Tribunale di Rom a) si è lim i­ tato alla sistemazione di alcune cunette alla Co­ struzione di tom bini, di qualche stradella di a cce *

? „canalf ed a qualche ricoprimento e prove di alcune condotte già messe in opera dalla Società A » f0SSe KSÌ at0 abbandonato durante ia guena, lo Stato avrebbe speso esso i 39 000 000 p non li avrebbe spesi la Società. e E solo per il profondo convincimento del suo di­ ritto che la Società, durante la procedura dii deca d®nza non si è determinata all’abbandono dell’ope- ìa-, ma ,1 ha contmuatà e conservata con tanto di-cpdnrn0;a“ (ìntr?, a rl-*¥re <«. legge, iniziata la prò- to dl decadenza, la Società avrebbe avute tut­ te le ragioni di non spendere più un. centesimo si- aoiia «nestione risoluta, perchè la clausola penale fatte m f n m Ì 1-6 impolae. la Rendita delle spese fatte, m a non le im pone di aggiungere altre .spese

pei- aggravare a suo danno la penalità, ed a rricch i­ re delia m aggiore ed ulteriore p rop ria rovina lo Stato.

La conseguenza di tutto questo intanto, è una so­ ia, ciie senza colpa, della Società, è. resa im possi- bile ¡per ora la sistemazione della grave vertenza.

Alia Società- quindi, pure esprim endo sempre la M u oia- che, ,con uno spirito di equa con ciliazion e si trovi ri mezzo di evitare il m a g g io r danno che sa­ ia par derivare « -a tutti » e sopra tutto alla o- pera, non rim ane che riprendere la procedura in i­ ziata onde ottenere che sia, risolta, in via -di giu ­ stizia, la contestazione che non fu possibile di ri­ solvere in alcun m odo p er v ia di equi accord i

Con osservanza, di V. E.

Società A nonim a

Italiana-Il Presidente ■ F .to : G. J30MBRINI. Genova, 24 A gosto 1917.

Concessionaria Acquedotto Pugliese

Programma agrario del Partito socialista rivoluzio- nano Russo. — Nella- sezione agraria del « Soviet » il mi­ nistro U ’inow, leader del partito socialista rivoluziona­ no, espose il programma agrario. Il ministra disse, che u programma agrario che.finora ostacolava sempre la e r b o r a z io n e dei diversi partiti politici, ora invece può costituire una piattaforma per unirli.

ti principio, ohe riconcilia, tutti i partiti democra­ tica nella questione agraria, è, che-la terra deve passare alia popolazione lavoratrice agricola-.

Tutte le organizzazioni agrarie e socialiste del paese devono accettare e con sforzi comuni effettuare i seguen- 6i principi del « codice » agrario :

P J * terra tutte SU€ ricchezze del suolo e del sottosuolo, le foreste e le acque devono essere eli- minate dal commercio.

2) Il diritto supremo di amministrarle deve appar-$ &**•. ll P°P^° P «' degli organi democretici dell autonomia locale, ,a cominciare d a lle ,«v o -centrete.^“ Va 8 6 culmuwuido nella “ tttorità popolare 3) L ’ usufrutto della terra deve essere garantito alla popoiazione agi-moia m modo da contribuire alle forze

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S i i r 80 ^ ■all° SVÌ1UPP° deUe a2Ìende

«*>-l * L «*>-l f ritti d€1 singoIi ca«*>-ltiv' atOTi ° 9«ei delle c o l - ^ r iv ità devono essere garantiti da speciali norme giu-cittadLi)dSate Sm pnnclpi deUa uguaglianza di tutti i 6) Le norme locali dell* usufrutto della terra, de­ vono essere elaborate e periodicamente riguardate dagli enti locali piu vicini al popolo sotto il controllo degli

enti superiori. 6

6) Il passaggio delle terre da un usufruttuario del­ la terra all altre, come anche le norme di compensa-organPX t t iv L lgll° rie S'arann0 reg0lati da speciali S 7\ 11 1ca!’'atfcere dolio misure transitorie da adottare delle località in cui i rapporti ¿grani sono più com­ plessi, come pure fi tempo necessario per l ’ applicazione di queste misure transitorie, saranno stabilite da leggi speciali, ante-cedentemente elaborate sui posti.

Nella seduta, ordinaria-del consiglio dei ministri Cer- nov ha fatto una dichiarazione sulla politica generale del ju o dicastero, indicando la necessità di emanare im­ mediatamente una serie di leggi concernenti f fatti prin- ( ipaii m-aiinettatisi nel campo del 1 ’economia rurale e nella vita della Campagna,

Il ministro- elaborò già dieci progetti di legge per la iso la zio n e dei rapporti sociali nel campo dell’economia

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