L ’ ECOFOMISTA
G iZZE T T A SETTIMANALE SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROYIE. INTERESSI PRIVATIUnno XLIV - Voi. XLVI1I
Firenze-Roma, 26 Agesta 1917 {
ROMA: 56 Via Gregorianali. 2260
Per uniformarci alle prescrizioni sulla economia
della carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto
una volta al mese i prospetti che si trovano alla
fine del fascicolo e che includono variazioni men
sili ■
Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà
affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate-
riafi in cui si trova la stampa periodica, per effetto
della guerra, potremo riportare ampliamenti e
miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da
tempo stiamo attendendo.
Il p re zzo d ’ a b b on a m en to è di L . 2 0 annue anti cipate, per l ’ Italia e C o lo n ie . P e r l ’ E ste ro (u n io n e p osta le) "L. 25. P e r g b altri paesi si a g g iu n g o n o le spese p ostali. U n fa s c ic o lo se p a ra to L . 1.
SOM M ARIO: PARTE ECONOMICA.
Politica di classe.
Per rendere popolari le nostre colonie (E. Z.). NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.
Emissioni inglesi nel 1° settembre del 1917 - Debi to pubblico germanico e prussiano - Depositi nelle. Casse di risparmio - I l latifondo pugliese - I Cambi - Agricoltori del Mezzogiorno.
VITA COMUNALE.
Statistica del Comune di Firenze. LEGISLAZIONE DI GUERRA.
Per l’ Ente nazionale dei consumi - Consumo del ri so -e del frumento - Denuncia del granoturco - Requi sizione e commercio dei fagiuoli.
NOTIZIE . COMUNICATI • INFORMAZIONI.
Casse di risparmio - Aumento dell’ interesse nei de positi a conto corrente - Donne impiegate in Inghil terra - Perdite della guerra - Consorzio solfifero - Le trazzere in Sicilia - Importazione Svizzera di derrate ■alimentari - Casse di Risparmio - Statistica della coo perazione - Marina mercantile e sommergibili - An nuario inglese delle banche - Convenzione economica svizzera-germanica - I l porto di New-York - Requisi zione di cantieri marittimi americani - Nuova Compa gnia di Navigazione nell’ Argentina - Enti autonomi dei consumj' riconosciuti - Produzione di antimonio - Biglietti di Banca - Segale, avena, granoturco - Tassa sui prodotti di guerra negli Stati Uniti - Emissione del Tesoro - Produzione del caffè al Brasile
SOCIETÀ’ ITALIANA PER LE STRADE FERRATE MERIDIONALI.
Situazione degli Istituti di Credito mobiliare. Situazio ne degli Istituti di emissione italiani, Situazione de gli Istituti Nazionali Esteri, Circolaziors di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei.tributi nell’ eser cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati nel 1915, Esportazioni ed importazioni riunite, Impor tazione (per categorie e per mesi), Esportazione (per categorie e per mesi).
Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italiani, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi dell’ ar gento.
Cambi. all’ Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’ art. 39 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, R i vista dei cambi di Parigi.
Indici economici italiani. Valori industriali.
Credito dei principali Stati.
Numeri indici annuali di varie nazioni.
PARTE ECONOMICA
POLITICA DI CLASSE
Non è certo ai lettori ét\\’Economista che do
vremo esporre le ragioni scientifiche che hanno
condannato e condannano' in ogni tempo una poli
tica, la quale, anziché avere unicamente e scrupo
losamente di mira il puro ed universale interesse
della collettività riunita sotto' una sola amministra
zione, ondeggi, tentenni o sdruccioli, per qualsia
si ragione, verso una politica di classe, qualunque
si sia la classe che ne venga beneficiata.
Non sono molti anni da che la politica econo
mica, tributaria, finanziaria, giuridica dell’ Ital'a,
veniva tenuta, condotta ed imposta, con prevalenza
indubbia, da una sola classe : quella dei -proprie-
tari.
Per chi ai nostri giorni rilegga e mediti, ad esem
pio, quel monumento di norme del convivere so
ciale che è racchiuso nel nostro codice civile, il
quale pure ha pregi di incomparabile armoniosità,
non pulò non sentire, attraverso' ai tutti i suoi tre
libri, e non soltanto in quello che tratta dei beni,
‘della proprietà-e delle sue modificazioni, come co
loro che dettarono le massime fondamentali della
vitaciv'le nel 1865 appartenevano ad una sola clas
se sociale, a quella, cioè, dei detentori di terre, a
quella dei proprietari, alla classe dirigente di al
lora nel significato antinómico' della voce « pro
letario », apparsa: molti anni dopo nel dizionario
di sociologia.
Ed egualmente frutto della coalizione di classe
si può ritenere il codice di commercio, venuto- nel
t
88
qa sancire una serie di privilegi, molti dei quali
ingiustificabili, p eri soli commercianti, inseriti bel
lamente e disordinatamente fra le disposizioni che
regolano le società commerciali e la cambiale e
quelle che contemplano il commercio marittimo e
la navigazione.
Col diminuire della proporzione della proprietà
immobiliare, una volta prevalente sulla proprietà
mobiliare, questa, vent’anni dopo la formazione del
nostro codice civile, ebbe prepondenranza e dettò,
con privilegi costituiti a proprio' vantaggio, il co
dice del commercio.
Ma tutto ciò come buona parte delle le g g i dei
rescritti, degli editti, dei bandi ereditati dai Regni
e dai Granducati preesistenti alla nostra unità, e
che non furono' fino a qui abrogati, è roba vecchia,
è roba d’altri tempi, che noi serbiamo' per consue
tudine. della quale ad’ oeni istante della nostra vita
sociale" sentiamo il penoso disagio, sentiamo T pe
so anacronistico, ma della anale non abbiamo pur
troppo, ancora la forza di liberarci.
Verrà forse un giorno nel quale' saremo gover
nati da uomini, i quali intraprenderanno1 un oppor
tuno riordinamento, un conveniente ristanno e una
adeguata modernizzazione di tutto quel pesante
fardello.
Ma d male cronico' del passato può essere reso
ben più grave da un male acuto' del presente.
I governi di oggi, democratici, sembra continui
no a perder di vista, il bene e l’interesse generale
della collettività che amministrano, per dar vita
ad una legislazione la anale sia ancora esclusiva-
mente ed accentuatamente di classe.
646 L ’ECONOMISTA
26 A gosto 1917 — N. 2260.
esaminare tutte le varie provvidenze sociali di re
cente istituzione o di prossima proposta per vedere
come prrnai la Amministrazione dello Stato: sia
decisa di intervenire, coi beni erariali della collet
tività, ,m vantaggio di alcune determinate catego
rie di cittadini.
Ma poiché vogliamo in queste brevi note sfug
gire da ogni analisi minuta, per seguire soltanto
una linea generale, veniamo: senz’altro a rilevare
il fatto, che la tendenza alla politica di classe vie
ne oggi incoraggiata, per proprio diretto torna
conto, da quelle stesse classi dirigenti di un tempo
e piu specialmente da quella degli industriali e de’
proprietari di immobili i quali dipendono: più o
meno, nel loro avvenire, dal proletariato.
Una conferma irrefutabile di quanto- asseriamo
possiamo trovarla in un recente documento che
abbiamo riprodotto nel nostro- Economista <i), il
programma, cioè, della rinnovata « Associazione
.ra le Società per azioni! ». In esso si mostra Qfram
de cura e grande preoccupazione per gli- operai,
m nome dei quali ed a vantaggio- dei quali si recla
mano protezioni -ed assicurazioni. Mirabile e com
movente complesso di propositi che finalmente av
vicinerà due fattori della produzione, i quali per
si lunghi an-ni furono dagli uni considerati come
nemici degli altri.
Se non che quello slancio di sia pur tardivo,
ma sempre encomiabile, altruismo- viene o ver
rebbe a peccare gravemente ed a perdere ogni me
rito, -appena la classe che si Chiama produttrice
invocasse una nuova legislazione, la quale provve
desse ad un- miglior ordinamento-della scuola, spe
cialmente professionale, ad un- completo regime di
assicurazioni che protegga il lavoratore contro tut
ti i rischi e che- ne insidiano- la esistenza, ed all’as
segnamento della pensione, la quale darà i mezzi
di vivere quando la vecchiezza lo avrà peso impo
tente a guadagnare, a tutte spese della collettività.
La- classe degli industriali, che nello- stesso pro
gramma più su ricordato richiede che lo Stato e
gli Enti pubblici, nelle- condizioni in cui essi- sono
attualmente congegnati (e siamo in ciò_ p-erfétta-
mente_ d’accordo), non mirino- a sostituirsi alla
iniziativa privata: invocano poi l’intervento dei
pubblici poteri e della pubblica- finanza quando- s:
tratta di scuole nro-fess-ionali. di assicurazioni, d:
pens'oni. E perchè -questo? Credono essi lo Stato
possa essere migliore educatore o- migliore assicu
ratore (dopo le -campagne che così strenuamente
seppero condurre contro- la creazione dell’Istituto
Nazionale delle Assicurazioni) che non la privata
iniziativa? No certo!
Allora la ragione è un’altra ed è precisamente
quella, di addossare allo Stato, e cioè alla collett'-
vità, l’ onere delle scuole professionali, delle assi
curazioni, delle pensioni; il quale onere, se reca
vantaggio indiretto alla collettività, ne reca però
uno ben maggiore e ben più -diretto agli stessi in
dustrialh collaborazionisti dei lavoratori! Perchè
essi, anziché chiedere e la protezione doganale da
una parte e il sussidio dello Stato per l’istruzione
e la previdenza degli operai dall’altra, non fanno
invece atto di più .attendibile altruismo, dichiaran
do -almeno che se potranno ottenere una conve
niente protezione doganale, penseranno, del -pro
prio, e all’ istruzione ed alla assicurazio-ne ed al
trattamento d-i quiescenza dei propri dipendenti?
Perchè non accedono essi, in fatto- di previdenza, a
quanto fan-no le Banche, o molte istituzioni priva
te che, avendo a cuore il presente e l’avvemVe del
proprio personale, lo assicurano e" lo pens'onano a
proprie spese?
(1) Vedi « Economisai », 5 agosto 1917, n. 2257, pa gina 602 : « Il nuovo programma fra le Società per a- zioni ».
Per le classi produttrici sembra che lo Stato
metto sia però buono in due sole funzioni : a pro
teggere -coi denari della collettività i- loro operai
a co-pgegnare tariffe doganali, che, col maggiore
onere della -collettività, dia loro- mezzo di realiz
zare un’industria rimuneratrice per un ristretto nu
mero di industriali.
E ’ invero- facile e ben attraente fare l’industriale
a. tali condizioni, ma una politica che seguisse
passo per passo- i -desideri di- una esigua categoria
di cittadini quale quella che è ormai infeudata in
una sola concentrazione -capitalistica -che si chia
m a« Associazione fra le Società per azioni », sa
rebbe una vera politica di classe, la quale ripete
rebbe una volta di più l’errore condannabile cn da
re vantaggi specifici ad alcune coalizioni di indivi
dui- a spese, anche -se a vantaggio della generalità.
Un governo, moderno, e specialmente un gover
no 'democratico, non deve lasciarsi attrarre nel se
ducente programma delle provviednze sociali, se
non co-ila giusta e piena visione che esse debbano
essere adottate col beneficio d-ella più grande mag
gioranza di individui,_
e che da esse non siano- per
tran e-benefici speciali alcune sole classi capitalisti-
che Se queste hanno interesse diretto perchè un
migliore trattamento sia riservato alle masse di
cui abbisognano, debbono basare ed estendere i
loro calcoli industriali in modo da comprendervi
tutto o ,1-a m aggior parte dell’onere derivante da
tale trattamento.
La legislazione delle democrazie, giacche ci il
ludiamo oggi di poter avere governi veramente de
mocratici in nazioni che non hanno e non possono
avere 1 universale senso democratico sul tipo della
Confederazione americana, che sola forse non com
porta alcuna trad rione colitica di casta o di classi
o di categorie di cittadini, deve nero bene e sopra
tutto guardarsi, anche nel rivolgere le proprie cu
re -e le proprie tutele verso il popolo, -dallo stabili
re correnti o dal prendere indirizzi che perdano la
esatta visione del1 complesso- unico ed unito degli
amministrati, e dal- pretendere di instaurare tratta
menti singoli a seconda di classificazioni artificia^
li che venissero create.
Di fronte alla previdenza, ad esempio, il ritenere
.1 operaio di una industria oggetto- di diverso trat
tamento da quello che spetta all’ impiegato o al
professionista, o al soldato- o-d al contadino è pe
ricoloso ed è continuare a creare privilegi, che se
pur erano deplorevoli- in una legislazione dettata
da class - dirigenti avversate dalla democrazia, sa
rebbero peccaminosi quando apounto portassero
anche il marchio della democrazia.
Per rendere popolari le nostre colonie
Nel Bollettino della Società Africana d ’ Italia (fa
scicolo di maggio-giugno 1917) l’avv. Ugo Buo
nora? di- Napoli presenta e svolge una. sua propo
sta intesa a suscitare nella massa del popolo ita
liano, che ne è priva, una vera coscienza colonia
le, e a diffondere, presso chi ne ha oggi appena
una vaga notizia, e sono- i più, una conoscenza
sia pur sommaria -delle nostre colonie, della loro
importanza attuale, del loro avvenire.
26 A gosto 1917 — N. 2260. L’BCONOMISTA 647
L avv. Buonomo a tale intento si rivolge a quel
numerosissimo e accreditatissimo sodalizio che e
il iou ru ig Club italiano, e gli suggerisce d'imitare
il suo contrateiiio trauoese, d'istituire presso' la
sua sede centrale una ¿sezione 'Coloniale e di dedi
care alle colonie alquante di quelle pubblicazioni
dilettevoli e istruttive nelle quali esso e maestro.
Come ha fatto per la sua splendida carta deU’ita-
lia, potrebbe metter mano alle carte dell’eritrea,
della Somalia, della Libia. È su coleste tre nostre
colonie potrebbe darci speciali monografìe, che
certo sarebbero non meno pregevoli di quelle ot
time che ha già pubblicato su alcune regioni ita
liane. E cerne è sua la miglior Guida d ’Italia che
finora si abbia, una guida altrettanto accurata sa
prebbe, volendo, porsi in grado di compilare per le
colonie stesse, che dell’Italia sono ormai parti in
scindibili. Certo, per tutto ciò occqrre tempo; ma
ecco quello che, secondo il proponente, potrebbe
farsi più presto. ,« Il Touring Club potrebbe, sul
principio, riservare alla Sezione coloniale un certo
numero fisso di pagine della sua pregevole Rivista
mensile, che, con la meritata diffusione raggiunta,
arriva nei più remoti angoli d’Italia, nei più lon
tani paesi del mondoi; nelle quali pagine i compe
tenti ed i cultori di materia coloniale, che non
mancano fra i 150 mila soci del Touring, ed anche
quelli non .ancora soci, che per l’occasione lo di
verrebbero, potrebbero trattare in maniera piana
e semplice, essendo' il caso di una iniziazione delle
masse .a tali questioni, i più importanti problemi
inerenti alle nostre colonie, dare brevemente dei
cenni storico-politici, etnografici, commerciali di
esse, illustrarle con descrizioni, dati statistici, fo
tografie, mantener vivo un notiziario' commerciale,
una rubrica di quesiti e risposte, ecc. ».
Dopo' di che, per l’attuazione del detto program
ma, il Buonomo indica come probabili ed eccellen
ti collaboratori la Società Africana d ’Italia, la So
cietà di Esplorazioni Geografiche e Commerciali.
l’Istituto iColojjiale Italiano, l’Istituto Agricolo
Coloniale, la Società per lo studio della Libia, tut
ti enti ragguardevoli e benemeriti, i quali di certo
porrebbero i preziosi materiali che posseggono a
disposizione del Touring, qualora questo accon
sentisse a mettersi all’opera.
A noi la proposta Buonomo sembra non sol
tanto lodevole per gli intenti a cui mira, ma an
che pratica nei mezzi che sceglie e di promettente
efficacia. E nel desiderio di secondarla per quel
poco che possiamo, anzitutto abbiamo voluto far
ne parola in queste nostre colonne; in secondo luo
go sottoponiamo al parere del "suo autore e di
coloro a cui è presentata la domanda se non sa
rebbe utile aggiungere alle suindicate forme di
propaganda quella, già sperimentata in altri cam
pi, del cinematografo. Può darsi che l’idea che
esterniamo non sia nuova. Ma poiché in materia
di colonie, salvo erróre, non è mai stata appli
cata, o ben poco, il ripeterla, se non è cattiva, non
può far male. Vediamo.
L a fortuna che ha oggi il cinematografo non
può dirsi immeritata, se si considerino i perfezio
namenti a icui la sua tecnica ha saputo giungere,
la varietà delle sue rappresentazioni e il buon
prezzo degli spettacoli, che sono, diversamente da
altri, accessibili a uri grandissimo' numero1 di bor
se. Presso tutte le classi sociali ha trovato favore
e tutte, eccetto le infime, ne profittano. Si conside
ri quanto è maggiore, in ogni città, il numero
delle sale cinematografiche, in confronto dei tea
tri, il cui esercizio è tanto più costoso" (1). Si
os-(1) Una statistica calcola a 30.000 i cinematografi nei vari paesi del mondo, di cui 6000 in Inghilterra, 3000 in Germania e ben 52 nella sola Roma. Ma il numero deve essere aumentato. La statistica risale a qualche anno fa.
servi anche come in parecchie cittaduzze o grossi
borghi il teatro manca affatto, o si apre a vari in
tervalli, mentre il cinematografo è aperto e lavora,
e spesso ve n’è più d ’uno. Senza dubbio, gli spet
tacoli cinematografici sono oggi un divertimento
dei più popolari : si prestano perciò singolarmen
te alla cognizione delle cose a cui voglia darsi una
grande notorietà.
Cosi essendo, ci sembra che per far conoscere
le nostre colonie, non ai dotti, agli studiosi, ai
viaggiatori, s’intende bene, ma a chi ne è del tutto
ignaro, o assai .poco ne sa, e non sotto il rispetto
politico, o amministrativo, o statistico, s’iotende
anche questo, ma dal lato descrittivo e pittoresco,
che colpisce rimmaginazione e aiuta la memoria,
pochi mezzi pareggiano le vedute cinematografi
che. E ’ un mezzo che non esclude affatto gli altri,
ma li coadiuva e li completa. Per la vivezza dei
suoi effetti, sta alle descrizioni dei libri come il
dramma o la commedia posti in scena stanno al
racconto e al romanzo. Nqn impartisce cognizioni
profonde, ma esercita una divulgazione popolare;
e questa è tutt’altro che inutile.
Nè v ’è pericolo che manchi la varietà. Vedute
panoramiche di monti, di pianure dalla vegetazio
ne africana, di coste marine, di porti, di città tan
to diverse dalle nostre; vedute speciali di tipi indi
geni isolati e aggruppati, di ambienti domestici,
di ‘feste pubbliche, di cerimonie religiose, e pro
cessioni mussulmane, e fantasie abissine, e... si
potrebbe seguitare per un pezzo. Le tre nostre co
lonie, d’altra parte, non si somigliano neanche
molto fra loro come paesaggio,.nè come costru
zioni, nè come costumi; sicché resta anche esclusa
quella monotonia che qualche volta deriva da cose
di carattere troppo
analogo-Va da sè che le pellicole, dopo essere servite per
le nostre città principali, troverebbero lungo im
piego in tutti i centri minori. Dovrebbe dunque
farsi luogo anche a un buon affare, tanto più che
le spese, o c’inganniamo, sarebbero ben più mo
diche di quelle determinate, sempre per spettacoli
cinematografici, da complicati allestimenti scenici
e da laute retribuzioni ad artisti celebri. Qui si
tratta semplicemente di prendere buone vedute
fotografiche in luoghi che son poi casa nostra, e
insieme adoperare parte di quel ricco e interes
sante materiale che le surricordate Associazioni
scientifiche già posseggono.
Ma a che dilungarsi ? Parliamo a chi, se vuole,
sa molto meglio fare di quello che noi sappiamo
al più dire. Colonna, perno, motore dell’impresa
dovrebbe essere anche in questo, pel suo duplice
requisito di potenza e di agilità, il Touring Club
Italiano... se r id e r g li quadra.
La quale potrà o venire approvata e attuata, o
invece combattuta, 01 fors’anche lasciata cadere.
A noi è parso non fuori di luogo esprimerla e un
tantino motivarla. Ecco fatto.
E. Z.
N O TE ECONOM ICHE E FINANZIARIE
___________■ - - . . . __________Emissioni inglesi nel 1° semestre del 1917. — Il con trollo sempre strettissimo esercitato dalla Tesoreria bri tannica sulle emissioni, ha, naturalmente mantenuto lo ammontare di esse entro limiti assai ristretti se si fa eccezione, naturalmente, dei prestiti collocati per conto del Governo. .
Durante il primo semestre dell’anno in corso perciò l ’ammontare totale delle emissioni private ha toccato ap pena la somma di 8.697.000 sterline.
648 L’ECONOMISTA 26 A gosto 1917 — N. 2260.
Il iseguente prospetto dà V ammontare dei capitali e- niessi in Inghilterra, trimestre per trimestre negli ultimi cinque anni (in migliaia d i sterline) :
1913 1914 1915 M 6 1917 I. Trimestre 50.344 97.610 46.314 _ 156.251 825.925 II. Trimestre 70.015 54.739 25.693 131.022 221.254 III. Trimestre 29.962 20.266 586.773 111.578 — IV. Trimestre 46.216 339.908 26.462 186.585 — 196.537 512.523 685.242 585.430 1.047.179 I capi tali emessi nell’ ultimo’ trimestre sono stati riser vati quasi totalmente al mercato interno. Tuttavia si deve segnalare un prestito di 3.430.000 sterline al 5 e mezzo per cento emesso* 1 II a 98 per conto del Governo au
straliano. ...
Le emissioni .private si ripartiscono come appresso : banche e assicurazioni sterline 1.500.000, industria del le automobili 332.075 sterline, illuminazione ed elettri cità 200.000 sterline, tramvie 100.000 sterline, manifat ture 78.500 sterline, diverse 23.000 sterline.
Debito pubblico germanico e prussiano. — Ecco secon do il # Berliner Tageblatt », lo state comparativo delle i- scrizioni a! Gran Libro del debito della Germania e della Prussia rispettivamente al 30 giugno 1917.
Germania Numero Ammontare dei conti (milioni)
30 giugno 1917 1.058.858 10.741 1 gennaio 1917 932.078 8.778 30 giugno 1916 617.909 7.022 1 gennaio 1916 .389.887 4.900 Prussia Numero Ammontare dei conti (milioni)
30 giugno 1917 85.143 3.740
1 gennaio 1917 85.032 3.750
30 giugno 1916 84.950 3.768
1 gennaio 19Ì6 84.775 3.778
Le iscrizioni al Gran Libro dell’ Impero sono conside revolmente aumentate, tanto sotto il rapporto del nume ro dei conti, quanto sotto quello del capitale. Invece, relativamente al Gran Libro della Prussia il numero dei conti non è aumentato che in modo poco importante ; mentrechè lo ammontare totale del Debito iscritto è sin ché costantemente diminuito. IL Debito pubblico della Prussia come quello degli altri Stati confederati, si è ac cresciuto, dopo la guerra, sptto forma di debito fluttuan te, poiché le emissioni di prestiti consolidati sono esclu sivamente riservati allTmpero.
Depositi nelle Casse di Risparmio. — Le operazioni . delle casse postali di risparmio segnano un movimento progressivo che si va avvicinando sempre più al volume di quello del periodo immediatamente precedente allo scoppio della guerra europea. Anzi il credito dei depo sitanti ha già raggiunto la misura di allora. Alla, fine dell’ anno 1916 esso ammontava a due-miliardi e duecento milioni circa, cifra che supera di una ottantina di mi lioni quello, a fine giugno 1914. Ma l ’ importo dei depo siti e dei rimorbi mensili non-è ancora arrivato alla mi sura di quelli del primo semestre 1914. E bisogna pure tener contò che la emissione dei vari prestiti ha. avuto non piccolo effetto sul movimento del periodo della guerra. Ad ogni modo il ritorno della consistenza del credito dei depositanti alla quantità del periodo norma- ■ le precedente alla guerra rimane sempre un indice con fortante della parsimonia del popolo italiano e della sua fiducia nello Stato e nella benemerita, istituzione. Non meno notevole è il movimento dei vaglia postali che of fre pure un cospicuo incremento. I vaglia emessi e paga ti progredirono da 39 milioni circa nel 1906-907 a 74 milioni circa nel 1916 con un corrispondente movimento di fondi che da quqsi tre miliardi di lire nel 1906-907 si avvicinò ai dieci miliardi nel 1915-16.
II latifondo pugliese. —- Il latifondo pugliese non si rassomfglia perfettamente al latifondo siciliano, quale è stato descritto dal Bordiga, ma in molti punti gli si avvicina, afferma l ’ avv. Laudati. Il latifondo pugliese (comprendendovi non solo il gran piano del Tavoliere di Puglia nel Foggiano, ma anche Taltipiano murgioso barese e le semi-pianure leccesi) è costituito dalle Mas serie di estensioni variabili dai 100 ai 500 ettari, colti
vate estensivamente in gran parte a cultura granaria e di leguminose e nella rimanente parte a pascolo natu rale od artificiale.
Le macchine abbondano nel Tavoliere di Puglia dove il terreno nessun ostacolo frappone al loro largo uso ; mentre scarseggiano nell’altipiano barese che è in gran parte accidentato e sassoso : nelle pianure leccesi l ’ uso delle macchine è anche ragguardevole.
Le masserie sono condotte col sistema degli affitti : l’ affittuario, quasi sempre, massaro del luogo o di luoghi limitrofi, vi vive tutto l’anno con la propria famiglia in- fabbricati che talvolta sono buoni anzi ottimi per le , comodità rurali che contengono, ma tal’ altro sono catti vi ed anche pessimi per l ’ignavia e la mala voglia dei proprietari che sono assenteisti su larga scala.
Far prosperare quindi la grande cultura estensiva sa rebbe il primo compito di una civile agricoltura puglie se : migliorare cioè le condizioni di abitabilità delle mas serie tanto nei fabbricati addetti alle famiglie dei mas sari alle stalle, ai magazzini, ai depositi di paglia e di fieno, agli ovili, ecc., e quanto anche alla viabilità, agli scoli delle acque che assicuri il miglior uso dei fabbri cati stessi e la migliore igiene umana ed animale. Con uno speciale credito, che sarebbe agrario e fondiario in sieme privilegiato anche sull’avere del proprietario per fitti ed altro,, si dovrebbe provvedere a fornire il massa ro di capitali per acquisto di macchine e di attrezzi, di animali da Lavoro e da frutto, ecc. ; si dovrebbero im porre concimazioni naturali od artificiali con estensione delle culture foraggiere e le razionali rotazioni agrarie ; si dovrebbe rendere il contratto agrario rivedibile in ogni tempo, anche di ufficio dalle competenti autorità agrarie, togliendovi tutto ciò che è dannoso .all’agricol tura ed aggiungendovi tutto ciò che è utile. Lo Stato si dovrebbe assumere la spesa immediata ed urgente della bonifica e della estirpazione, assoluta o relativa, della malaria.
Per fortuna però nel latifondo pugliese le zone mala riche non rappresentano superficie impressionanti come altrove, e forse è un malanno meno grande di quql che si crede, e perciò, più facilmente domabile. •'
Il peggiore latifondo pugliese è il demanio comunale, avanzo feudale, che le provvidenze governative, anzi le improvvidenze governative hanno ridotto a lande deserte ed improduttive, afferma l ’autore al quale vuole citare un solo esempio che è il più impressionante di tutti. 'In questa provincia di Bari c ’é il Comune di Alberobello, notissimo anche fuori per la speciale attitudine cféi suoi contadini a « creare » la terra ! Sì, creare la terra, così è stato felicemente detto, non da oggi, di quei bravi ter razzani, i quali, ovendo un territorio leggermente ondu lato con spalle aride e vallette pingui, rimpolpano le Spalle col terreno che « trasportano » dalle vicine val lette (lame), riserbando queste alla semina e trasforman do le spalle in ubertosi giardini, vigneti e frutteti me diante un sistema di terrazze degradanti che trattengo no il terreno dal precipitare. In Alberobello c ’ è un vasto demanio comunale che, per un terzo circa della sua e- stensione, è stato ridotto con la quotizzazione alla, me desima sorprendente trasformazione agraria, e quei con tadini, nella propria quota, vi hanno costruita anche la casetta, il pozzo .ed ogni altra comodità rurale, Ebbene, ¡dacché un decreto del Prefetto vietò le ulteriori quotiz zazioni, gli altri due terzi del demanio civico rimangono nudi 'e sterili a testimonio della differenza che passa tra l ’ inerzia ed il lavoro, tra l ’ignavia e l ’industria. E così gli esempi si potrebbero moltiplicare con aspetti vari da Comune a Comune.
Un altro esempio,tratto da speciali latifondi dove non ci sono usi civici : dai latifondi cioè delle chiese palati- rie anjministrati direttaménte da Casa reale che sono ¡parecchi in. provincia di Bari. Da 30 anni, dacché quei latifondi furono sottratti alle amministrazioni delle chie se, non si è riusciti, non ostante vriti di popolazioni inte ressate e chilometri di pratiche amministrative esistenti negli archivi dei Ministeri di Casa reale e di Agricoltura, ad ottenerne il frazionamento con la conseguente vendi ta o cessione enfìteutica a coloni che ne avrebbero fatto piantate stupende come sono tutti i terreni privati al- i ’ intornofi togliendoli dallo stato di deserto e di solitu dine in cui ancora oggi si trovano.
in-26 A gosto 1917 — N . 2in-260. L’ECON 0M I6TA 649
tegrità giuridica ed economica qual’era in tempi che per | idei piccoli assuntori che coltivano direttamente, e la iortuna dell’umanità sono definitivamente tramontati ? loro assenza paralizza addirittura ogni proficuo lavoro.
n h n ^ c n i i - n n i n 1 * n T .o n / 1 o h i o í c m n K r a » n a r . o m a v i t ü S * l T O T ì f l T l A f l 'T l I T l / l l 1.1 T l T O V 'V f i 'd U I l ’G I l t O C l l ^ B S S l C l i r l r G f t l l U é l l " Ciò che denuncia l’avv. Laudati ci sembra veramente
grave e meritevole di ogni attenzione !
I Cambi. — Riproduciamo qui sotto un prospettino il quale dà idea del movimento percentuale dei cambi in quattro momenti e cioè a ll’inizio della guerra e nei tre successivi anniversari, nel mercato svizzero.
Premio + Pine Fine Fine Fine
o perdita — luglio 1914 luglio 1915-luglio 1916 luglio 1917 Parigi + 0.03 — 5.40 — .10,25 — 21.— Londra — 0.20 + 1.50 + 0.05 — 14.15 Italia — 0.55 — 15.75 — 18.25 — 37.10 Pietrogrado — 6.05 — 30.60 — 39.25 — 62.85 Berlino — 0.65 — 11.85 — 23.40 — 48.55 Vienna — 1.05 — 23.35 — 37.50 — 61.20 Nuova York — 0.80 + 3.50 + 2.20 — 11.60 Se il male comune è mezzo gaudio, possiamo constata re che le condizioni della nostra lira, pur non essendo floride, non sono pur delle peggiori. Ma ciò che rincuora è l ’autorevole preventivo contenuto nel bollettino di ago sto del « Bankverein » di Zurigo. Esso dice testualmente : « Nói abbiamo la impressione che la lira sarà una delle pinne monete che si rialzerà dopo la guerra, quando la mano d ’ opera italiana ricomincierà le sue emigrazioni temporanee e periodiche all’estero, quando l ’afflusso dei turisti porterà di nuovo dell’ oro e le esportazioni di se- 'terie, di vini, di frutta, di derrate alimentari, ecc. ri
prenderanno il loro corso ».
Agricoltori del Mezzogiorno. — Ci piace pubblicare in tegralmente il memoriale presentato in questi giorni da una rappresentanza cospicua di agricoltori del Cotrone- se, la florida plaga di Calabria, ai Ministri d'Agricol tura e della Guerra. Benché formulato con particolare riferimento ai bisogni tipici della regione, il memoriale può essere assunto come espressione delle difficoltà e dei bisogni di gran parte dell’ agricoltura meridionale. Ed è appunto per questo suo valore, più che locale, genera le, e pel tono elevato ond’ è redatto che noi siamo lieti segnalarlo all’attenzione dei poteri responsabili.
Gli agricoltori dell’agro Cotronese, riunitisi in que- st’Ufficio Comunale per iniziativa del Sindaco di Cotro- ne, nei giorni 24 luglio e 5 agosto 1917, per prendere conoscenza, delle facilitazioni promesse dal Governo ai coltivatori che volessero estendere la produzione dei ce
reali nel nuovo anno colonico e per avvisare ai mezzi atti - a rimuovre le principali e più gravi difficoltà che • vi si oppongono, sottomettono alle LL.EE. i Ministeri di Agricoltura e della Guerra i loro voti. Essi intendono tutta l’ importanza del grave problema e sono consci dei doveri altissimi che incombono tutti i cittadini di dare la opera loro a l trionfo delle grandi idealità nazionali, ed a tali doveri non possono, nè sanno sottrarsi nel campo dèlia loro attività. Però ogni sforzo di volontà s’ infrangerebbe contro le, formidabili ed insuperabili d if ficoltà presenti, se savie e sollecite provvidenze pop intervenissero ad eliminarle. Ed anche affinchè non pós sa in avvenire cadere equivoco sulle buone intenzioni e sia esclusa la loro responsabilità per un inevitabile ab bandono della cerealicoltura, in tempo utile denun ziando al Governo del Re le cause che lo determinereb bero, restando a questo il compito di apportarvi congruo e tempestivo rimedio.
Un .grave pericolo minaccia l ’agricoltura calabrese: la. sparizione completa del bestiame, che è elemento in dispensabile alla- coltivazione della terra in questa re gione. Le continue requisizioni, eseguite con criteri non sempre logici e conformi alle leggi ed alle istruzioni mi nisteriali, hanno assottigliato il bestiame bovino e spe cialmente quello da lavoro. Se si considera che il bove calabrese è i l prodotto di una secolare selezione e rispon de alle peculiari condizioni d ’ambiente e non è sostitui bile, s’ intederà la grande importanza di tale argomento. E ’ perciò necessario, come prima condizione, che siano risparmiati dalle 'ulteriori requisizioni i bovi da lavoro e le vacche atte alla riproduzione. Ed in ogni caso si ¡dovrebbe per ogni Comune determinare un minimo di ta p i assolutamente intangibile proporzionatamente ai bisogni agricoli del rispettivo territorio.
Prevale nell’ agro Cotronese l ’ industria agraria a for ma capitalista ; onde non è possibile il suo funzionamen to senza l ’ opera vigile e direttiva dei Capi e dei direttori tecnici ed amministrativi delle varie Aziende. Accanto a tale forma di conduzione della terra esiste pura quella
'S’ impone quindi il provvedimento che assicuri reaimen te l ’esonero dal servizio militare di tutti i capi delle
aziende agricole e dei coltivatori diretti della terra. > E’ intuitivo che, senza una mano d ’ opera idonea o Sufficiente, non sarà possibile proseguire la coltivazione della terra. Nell’ anno colonico che sta per chiudersi si è dovuto lottare contro difficoltà e disagi innumerevoli e gravissimi per scarsezza od inettitudine dei lavoratori, e molti danni si sono subiti per questa causa.
Certamente l ’ uso di trattori od autoaratrici, se fosse possibile nel territorio del Cotronese ove prevale l ’ argil la, farebbe risparmire delle braccia nella parte pianeg giante, che è però minima in confronto al resto di natu ra collinosa. Onde un esperimento sarebbe molto istrut tivo ed utile.
Ma, quand’anche l ’esperimento medesimo riuscisse fa vorevole, bisognerà considerare che il numero di tali macchine dovrebbe essere proporzionato alla estensione dei terreni da arare, che non sarebbe facile aver dispo nibile la forza motrice necessaria e che per le condizio ni del terreno non potrebbe adoperarsi il trivomere ed il rendimento sarebbe minimo.
La manodopera, dunque, resta sempre un bisogno grave ed assillante.
Il sistema finora tenuto delle licenze agricole si è ri velato inutile e pernicioso. Le Commissioni Provinciali, jn cui è mancata la rappresentanza dei vari centri agri coli, forse anche per le iùformazioni errate ad essa for nite, non sempre hanno equamente distriubite le licenze jn proporzione ai veri bisogni dei vari paesi. I licenzia ti non appartenevano tutti al ceto dei lavoratori della terra, ma si videro operai, professionisti ed impiagati tornare in famiglia con le licenze cosi dette agricole, le 'quali vennero invece recisamente negate a quelli che più le avrebbero meritate. Ma quand’anche criteri più giusti e rigorosi fossero stati adottati, le licenze mede sime si sarebbero .sempre chiarite inadeguate allo scopo, sia per la limit azion erei numero, che per la brevità del
tempo. , . .
Occorre' mutare sistema, col proponimento di offrire braccia sufficienti ai bisogni di úna più larga coltivazio- Ine della terra. E potrebbesi a ll’ uopo stabilire che m ciascun Comune una Commissione, presieduta dal Sinda co e sotto la responsabilità personale di quest’ ultimo, compilasse l ’elenco dei lavoratori, notando l ’attitudine di ciascuno, e da tale elenco si desse facoltà ai capi azienda di scegliere o richiedere il personale necessario ed atto a ciascuna specie di lavoro. •
Le licenze poi dovrebbero durare per tutto il periodo in cui si eseguono le diverse operazioni colturali ; così ; per la preparazione del terreno e per la semina, dal 15 settembre al 15 dicembre; per l ’ aratura e maggesatura delle terre da coltivare n e'” anno susseguente, dal 1. feb braio al 15 aprile ; per la raccolta dei foraggi e dei ce reali, dal 15 maggio al 15 agosto.
Tra i coefficienti della straordinaria e progressiva ele vazione del costo di produzione dei cereali, primeggia quello delle esagerate ed incalzanti pretese dei costrut tori e commercianti degli attrezzi rurali e delle merci che una vomere, il cui costo oscillava tra le 3 e le 5 dire, oggi si vende per L. 30.00; lo spago peT la legatura ¿e i covoni, da L. 170 è arrivato al prezzo d i L. 500 il (quintale ; il filo di ferro occorrente per legare i forag gi, da L. 50 al quintale è salito a L. 300 ; l ’iperfosfato ad uso di concimazione, che compravasi a L. 7.3Ò, il quin tale, h a raggiunto ora il costo di L. 20 ; il prezzo del l ’ olio minerale da L. 40 è asceso a L. 280 ; tutte le mac chine agricole hanno subito un aumento di prezzo di più
del doppio. _ . .
Ed il movimento d i ascesa dei cennati prezzi non si è arrestato, ma progredisce vertiginosamente verso altezze inconcepibili.
L ’ intervento del Governo per arrestarlo non sarebbe inopportuno ed ingiusto, se si pensi che un prezzo d im
perio è stato imposto sui prodotti della terra e lo stesso (trattamento dovrebbe farsi, per equità, nei riguardi dei produttori e dei negozianti degli istrumenti indispensa b ili alla coltivazione.
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L'ECONOMISTA 26 A gosto 1017 — Ni 2260.
Gli agricoltori del Cotronese, a mezzo della Commis sione che ha l ’onore di rappresentarli presso le EE. VY. si augurano che i loro voti, francamente ed esplicità- mente espressi, trovino pieno accoglimento, essendo gli intenti, che li ha ispirati, comuni a quanti in questa ora storica palpitano per l’ avvenire e la grandezza della
V ITA COMUNALE
Statistica del Comune di Firenze. — Secondo i criteri fissati d a ll’ ufficio di statistica comunale (vedi Bolletti no del Comune), la popolazione del Comune di Firenze poteva calcolarsi nel modo seguente :
A l primo Gennaio 1015 243.394 A l primo Gennaio 1916 263.893 Al primo Gennaio 1917 251.809
fra abitanti circa, che si constata tra il 1016 e u 1917, e dovuta essenzialmente alla dimi nuzione nel numero di militari di guarnigione, mentre morÌ1 sui ” **1 viene compensata da una corrispondente eccedenza di immigrati sugli emigrati.
E proseguita durante l ’anno 1916 la graduale diminu zione nel numero dei matrimoni, iniziatosi fino dal 1912 e che si è poi intensificata :
i 1a911’ "f^ rim on i 1.766 - Anno 1912, matrimoni 1. (39 -— Anno 1913, matrimoni 1.601 — Anno 1914 ma- trimon1 1.554 — Anno 1915, matrimoni 1.113 — Anno 1916, matrimoni 948.
In relazione a questa diminuzione della nuzialità de cresce notevolmente anche in Firenze la natalità : 5 122n° T 1' ToV, viv\ .S-005 ~ Anno 1912, nati vivi vivi 247ldA °A1913’ l o f c 1 T1V1 4 839 ~ Anno 1914- D*ti nati vivi 3.55sf ° ’ " 1 V1VÌ 4'547 ~ Anno 1916’ cima <L™lilluzione 8uila natalità del 1912 è del 30 %
d ^ o f o ° rt3Ji tà m,ostra una tendenza a ll’ aumento fino
. *_, Z’. quale anno si era invece rilevato un no tevole miglioramento di fronte al piecedente: il suo an damento generale dal 1011 è dato dalle cifre seguenti ■
Anno 1911 morti 5.195 — 1912, 4.486 — 1913 4 643 - 1914, 4.751 — 1915. 4.922 — 1916, 5.543. ’
La mortalità del 1916 resulta superiore a quella degli anni precedenti, tonto in cifre assolute quante in cifre relative, contribuendo a tale aumento un certo numero ii! cmòvrf 7 img I .osP€dali cittadini per ferite riportate
(119) e ’ -in- modo cospicuo, l ’alta cifra di decessi avvenuti nei mesi invernali.
La eccedenza degli immigrati, desunta dalle registra- moni anagrafiche, resulta per il 1916 nel modo seguente ■ • Immigrati 6.407 — Emigrati 3.548 - Eccedenza di immigrati 2.859 e cioè in numero di poco superiore a quello del precedente anno (2682).
® auTneniti furono fra il febbraio 1916 e il febbraio 4917 piu notevole che nei precedenti periodi : i massimi rincari nei prezzi all ingrosso si ebbero nel vino (180 <y> ^ L C* rbf n e .d i *leSno (92% ). nello zucchero (% % )■, nel prezzi al» minuto le percentuali più elevate di aumento si rdevano neUe patate (150% ). nei fagiuoli bianchi (1ST ¿)> m i baccalà (134 %) ; nelle uova (105 % ) e nel carbone di legno (100 %).
Il valore sintetico dell’ aggravio complessivo che tali rincari hanno portato al costo medio della vita, può es ser calcolato sui consumi di una famiglia operaia scelta come tipo. Facendo uguale a 100 la splsa m ^ ia ^ ttìm a naie di una famiglia operaia di 2 adulti e 3 ragazzi nel me«1*!??^ oiA 1S14’ ÌSle SpeSa resuIta «spressa nei vari tolfi r ^ n 9-1 vPfì“ 1.0 1917 dalIe cifre seguenti :
137 — febbraio 136 — Marzo 136 — Apri- f - - Maggio 145 — Giugno 145 — Luglio 147 — Agosto 150 — Settembre 152 — Ottobre 145 — Novem bre 147 — Dicembre 150 — Gennaio 1917, 162.
Una diminuzione si manifesta specialmente nella in troduzione del vino ridotto ai due terzi circa di quella dell anno precedente. Alquanto minore fu anche il con sumo della carne, vaccina, di quella suina, delle uova
ì * * ? ' ^.introdussero invece maggiori
quantità di latte, di olio, di zucchero e di caffè.
-Naturalmente si deve tener conto nel valutare tali con- sumi medi, di tutte le cause che impediscono un calcolo esatto della popolazione e che specialmente rendono im possibile di segnalare l’ influenza esercitata sui consumi generali sopra indicati dagli aggruppamenti transitori f ! J i . w 071? : C°m° Profughi, <teg«nti in ospedali mili- ton, soldati di guarnigione e d i . passaggio
LEGISLAZIONE DI GUERRA
PER L’ENTE NAZIONALE DEI CONSUNI
Come fu annunciato, il « Comitato am m inistrativo degli approvvigionam enti e consum i » si era riser vato di com pilare insiem e al Commissario Generale lo schem a dello Statuto p e r il costituendo « E nte na zionale dei consum i » onde poi sottoporlo alla di scussione ed all'approvazione del Consiglio dei Mi-ilZStlt,
L o schem a di Statuto, com pilato co-mìe sopra è det to, e il segu ente :
Art. 1 E costituito un Consorzio autonom o con personalità giu ridica prop ria den om in ato; « Ente Nazionale dei C onsum i.».
1® Sono soci obbligatori :
. . d) Il Com m issariato generale per gli A pprov
vigionam enti e Consumi;
. , , $) Enti Autonom i dei Consum i creati a sen si dei Decreto Luogotenenziale 2 agosto 1916, n. 926 e legalmente riconosciuti.
2° Sono soci facolta tiv i:
c) le Società Cooperative di consum o legai- mente costituite e quelle sorte anteriorm ente al v i gente Codice di com m ercio, purché abbiano un n u mero di soci non inferiore a 100;
d\ } e Federazioni e i Consorzi di Società Coope-
lative di consum o che rappresentino alm eno dieci cooperative;
e) le Aziende Annonarie M unicipali; f) gli altri Istituti consim ili.
3° Sono soci aggregati :
g) le organizzazioni e le Società di esercenti
IfuLft- 0CCU.Pa f ° : .s,enza 6Copo di lu cro, di acquisti collettivi e di distribuzione alla popolazione per m ez zo dei propri soci.
h w K 2-*-- ! 1 s1ci ^ cui ai num eri 2 e 3 del prece dente articolo, che intendano aderire a ll’Ente nazio nale, dovranno farne dom anda al Consiglio di
Am-“accoglfmemo. n’Ente’ CUÌ Spetta 11 giudlzi° s ^
Contro la decisione del Consiglio potrà essere prò- dotto reclam o ,al Com m issariato generale per gli pflÌabnm enteamentÌ 6 Consumi che deciderà inap-
I Soci aggregati, pure avendo diritto alla distri-e+m tTC1i n01? Partecipano all’Amministra- zione dell Ente Nazionale.
^ Ar t - ~ L ’ Ente Nazionale dei consum i a vrà sede centrale in Rom a e potrà avere sedi com partim enta-strazioSnerann° detem unate dal Consiglio di Ammini-L ’Ente N a2j 0naIe ,avrà Ja stessa durata consentita agli Enti autonom i dei consum i d a ll’ art. l i del Decreto Luogot. 2 agosto 1916, n. 926
Art. 5. -• L E n te Nazionale ha lo scop
o-a ) di provvedere diretto-amente o-a ll’ o-acquisto e ajjU produzione dei generi, di prim a necessità e di y i - ” 0' non m onopolizzati dallo Stato, per dxc.»ribuirli ai suoi soci di cui all'art. 1,
o) di coordinare e disciplinare l ’ azione dei sin goli soci in m ateria di approvvigionam ento e distri buzione dei generi, determ inando la sfera d’azione di ciascuno di essi e facilitando lo scam bio di m ere' che vengano da essi direttamente
acquistate-c) di prom uovere la creazione di nuovi Enti
ai consum o nelle regioni dove se ne avverta il bi- sogno;
d) di esercitare un’ azione m oderatrice sui orez
zi dei generi sum m enzionati. v L Ente non h a intenti speculativi
, f r t .T , n capitale d e ll’ Ente Nazionale è illim i- tato, suddiviso in quote di lire 500 ciascuna
Esso è form ato :
r „ dal contributo dello Stato corrisposto dal C om m issanato Generale per gli A pprovvigionam en ti e Consumi, fissato in L ...;
b) dai conferim enti degli Enti A utonom i di
con-risu,to1Hnr,r?mne dt1-,5per Cent0 del ^pitale quate
risulta dall ultimo bilancio approvato o in man
canza di questo, del capitale iniziale accresciuto da- gh apporti delle successive
adesioni-c) dai conferim enti delle Società cooperative
26 A gosto 1917 — N. 2260. L’ECONOMISTA 651
della somma per esse stanziata nel bilancio com u nale;
e) dai conferim enti di altri istituti di consum o, in ragione del 5 per cento del capitale.
Quando dalla divisione del conferim ento in quote risulti una frazione che sia superiore a lire 250, il socio deve aum entarla sino a form are una ulteriore quota; se invece non risulti superiore, viene abbuo- nata.
In nessun caso il conferim ento può essere in ferio re a una quota.
Art. 7. — I conferim enti di cui al precedente arti colo sono dovuti u n a volta tanto, all’ atto dell’amm is- sione. Il pagam ento potrà essere effettuato in tre ra te bimestrali.
P erò il successivo aum ento del capitale degli isti tuti di cui alle lettere 6, c, d. e, di detto articolo im pegna gli istituti stessi al versam ento del correlati vo supplemento di contributo che può essere co rri sposto in tre rate bim estrali.
Art. 8. — Ogni socio aggregato di cu i al n. 3 del- l’ art. 1 pagherà a ll’ atto d ell’ am m issione una tassa calcolata in ragione di lire dieci per ogni suo com ponente. Questa tassa andrà al fon do di riserva. P er l’ eventuale successivo aumento dei suoi com po nenti, è tenuto ad un correlativo pagam ento di tassa. In nessun c a so ,la tassa può essere inferiore a li re 500.
Art. 9. — L a responsabilità dei .soci è ristretta ai rispettivi conferim enti.
Art. 10. — S i può perdere la qualità di socio o per recesso o per esclusione.
Il recesso ha luogo nel caso in cui l’Ente associato si sciolga.
L ’ esclusione può essere deliberata dal Consiglio d’ am m inistrazione dell’Ente Nazionale per il so cio :
che abbia perduto i requisiti richiesti per la par tecipazione all’Ente;
che sia in m ora coi pagam ehti delle quote di partecipazione;
che danneggi gli interessi consorziali.
Solo in caso di recesso si h a diritto al rim borso del capitale versato in rapporto alle risultanze del l’ultim o b ilan cio approvato dall’Ente Nazionale. Tale rim borso l’ Ente Nazionale h a facoltà di effettuare nel periodo di un anno d a ll’ atto del recèsso.
- Art. l i . — Organi dell’Ente Nazionale so n o :
a) l’Assem blea generale dei soci; b) il Consiglio d’ am m inistrazione;
c) il Direttore generale;
d) il Collegio dei revisori dei conti; e) il C ollegio dei P robiviri.
Art. 12. — L’Aàsemblea è costituita dai rappresen tanti dei soci in regola coi pagam enti dellaquote con ferite. I soci aggregati partecipano a ll’Assem blea con voto consultivo.
Ogni socio avrà un solo rappresentante: può farsi rappresentare dal delegato di altro sgfcio.
L ’ Assemblea si riunisce in Rom a, in via ordinaria una volta a ll’ anno entro tre mesi dalla ch iu su ra del l’ esercizio e in via straordinaria ogni volta che occo r ra a giudizio del Consiglio di am m inistrazione.
L ’ Assemblea è con vocata m ediante avviso da pu b blicarsi nella Gazzetta Ufficiale del R egn o e nel g io r nale La C ooperazione Italiana) alm eno 15 giorn i p ri m a di quello fissato per 1’ adunanza. L ’ avviso per una eventuale seconda convocazione, nel caso che la p ri m a non sia valicla per m ancanza di num ero, può es sere dato contem poraneam ente a quello della prim a, per un giorno successivo.
L’Assemblea in prima convocazione è valida quan
do vi siano rappresentati dimeno un terzo dei soci;
in seconda convocazione qualunque sia il numero dei
rappresentati.
Le deliberazioni si prendono a maggioranza di voti.
L’Assemblea è presieduta da un Consigliere di am m inistrazione all’uopo designato d al Consiglio.
Il Presidente dell’Assem blea n om in a un segreta rio e — se del caso — due scrutatori.
Art. 13. — L ’A ssem blea:
esam ina ed approva il B ilan cio dell'esercizio, . udita la relazione dei revisori dei conti;
elegge tre mem bri effettivi a fa r parte del Consiglio di am m inistrazione;
elegge due revisori effettivi ed uno supplente per l’esame dei conti dell’esercizio;
elegge due probiviri.
A tali elezioni non possono partecipare i rappre sentanti del C om m issariato generale.
Nella elezione dei m em bri del Consiglio di am m i nistrazione ogni socio ha diritto di votare soltanto due nomi.
Esprime parere intorno alle questioni sottoposte dal C onsiglio di am m inistrazione e dà voto sulle m o dificazioni dello Statuto che il Consiglio intenda di proporre al Governo. ♦
L’Assemblea non nuò deliberare su argom enti che non siano com presi nella com petenza attribuitale dal presente Statuto.
Art. 14. — Il Consiglio d’ am m inistrazione è com posto :
1° Dal Direttore generale nom ihato con decreto del Commissario generale A pprovvigionam enti e Consumi, sentito il Comitato am m inistrativo di cui à ll’ art. 6 del Decreto Luogot. 2 agosto 1916, n. 926; 2° di tre mem bri effettivi nom inati con Decreto del Com m issario generale per gli A pp rovvigion a menti e Consumi;
3° di tre m em bri effettivi eletti d a ll’Assemblea generale, come dall’articolo precedente.
Il Presidente del Consiglio di am m inistrazione è eletto dal Consiglio stesso, fra i tre mem bri n om i nati dal Com m issario generale.
I mem bri del Consiglio di am m inistrazione, ec cettuato il Direttore generale, durano in carica un anno, m a possono essere riconferm ati. La ca rica è retribuita con m edaglia di presenza stabilita dal Regolam ento.
Le condizioni dell’ im piego del Direttore generale sono fissate dal Com m issario generale.
Art. 15. — I C onsiglieri sono esonerati dall’obbli- go-d i dare cauzione, m a assum ono le responsabili tà stabilite dall’ art. 147 del Codice di com m ercio.
Art. 16. — ÀI Consiglio di am m inistrazione spetta : ai) redigere il bilancio annuale da p r e s e n ta i si all’assemblea;
b f deliberare circa i contratti da stipulare nel l’ interesse dell’Ente e ratificare tutti quelli che l’ ur genza o la convenienza avessero consigliato al Di rettore generale di concludere senza il preventivo assenso del Consiglio;
c\ regolare la distribuzione, fra i consorziati,
dei generi, determ inando, eventualmente, i prezzi di vendita al pubblico;
d) stipulare prestiti, sotto qualsiasi form a, e-
mett'ere buoni fruttiferi e com piere ogn i altra o- perazione diretta a p rocu rare a ll’ Ente m aggiori mezzi finanziari;
e) deliberare circa l’ accettazione di libertà a favore d e ll’ Ente;
f)
preparare le eventuali modificazioni allo
statuto da proporsi al Goverrio, sentito il parere del
l’assemblea generale;
*
g) redigere i regolam enti di esercizio, di ge
stione interna e quelli per il personale;
h) deliberare sulla istituzione delle Sedi Com
partim entali di cui a ll’ art. 3;
i) deliberare circa l’ acettazione delle dom ande
di parte;
l) deliberare circa l ’ esclusione di cui all'art. 10
e gli altri provvedim enti d a prendersi contro i soci che non si attenessero alle disposizioni emanate pel funzionam ento dell'Ente;
e, in genere spettano al C onsiglio i più am pi p o teri per la gestione ordin aria e straordinaria del l’ Ente, com presa la facoltà di transigere e com p ro mettere in arbitri anche am ichevoli com positori, e di com piere qualsiasi operazione presso o g n i Uffi cio pubblico o privato.
Art. 17. — P e r la validità delle deliberazioni del Consiglio è necessaria la presenza effettiva di al meno la metà dei suoi m em bri; le deliberazioni si prendono a m aggioranza di voti.
Art. 18. — Il C onsiglio si riunisce norm alm ente due volte al mese in giorn i fissi -prestabiliti dal Con siglio stesso, e straordinariam ente tutte le volte che il Direttore gen erale lo convochi.
Il Consiglio nom ina fin segretario, il quale può essere scelto anche all’infuòri dei suoi componenti.
653 L ’ECONOMISTA
26 A gosto 1917 — N. 2260.
Art. 20. — Il Direttore generale :
a) h a la rappresentanza legale dell’Ente;
o) attua le deliberazioni del Consiglio d i’ am ministrazione;
c) dirige l’azienda, ne sorveglia il buon anda mento e prom uove Guanto valga al m iglior raggiu n gim ento dei fini .dell’Ente; - 88
propone al 'Consiglio gli acquisti e i con tratti di ogni genere, stipula i contratti già appro vati, provvedendo direttamente in caso d’urgenza, o di convenienza salvo a chiedere la ratifica al Con siglio;
. e) com pie in genere tutti gli atti di ordinaria am m inistrazione;
f) provvede a ll’assunzione e al licenziamento
del personale;
9) senza dim inuzione della propria responsa
bilità può farsi coadiuvare dai C onsiglieri in quelle attribuzioni nelle quali creda utile il loro diretto concorso e può delegare ai Consiglieri eletti dal Commissariato funzioni amministrative.
Art. g l. — Il Direttore generale designa il Con sigliere di nom ina governativa che dovrà sostituirlo m caso di assenza o im pedimento.
Art. 22. Il Collegio dei R evisori dei conti si com- p° ne dl tre mem bri effettivi e di due membri sup- plenti- due effettivi e uno supplente sono nom inati dall Assemblea generale ordin aria come per l ’ art. i ’ ® uno effettivo e uno supplente sono nominati dal Commissariato generale.
I R evisori decadono dalla carica ogni anno e possono essere rieletti.
II loro emolum ento sarà di volta in volta determi nato d a ll’Assemblea generale ordinaria.
Per i R evisóri dei conti si osserveranno le stesse disposizioni degli art. 183 e 184 del Cod. di com m er cio in quanto applicabili.
Art. 23. — Il C ollegio dei P robiviri si com pone di tre m em bri; due di essi sono nom inati dall’Assem blea com e per l ’ art. 13 ed uno dal Commissariato generale.
Ad essi è deferita la conciliazione delle vertenze ira consorziati e fra questi e l ’ Ente per questioni di carattere consortile nonché per questioni attinenti alla interpretazione del presente Statuto.
.Art. 24. — L ’esercizio dell’azienda si chiude al 30 giugno di ogni anno.
Arf. 25. Gli utili di ogni esercizio sociale saran no R ipartiti appresso :
il 20 per cento ,al fondo di riserva fino a rag giungere il quinto del capitale;
il 10 per cento ad istituti nazionali di orfani e m utuati di guerra;
il 70 per cento ,al capitale, consortile dando sino al raggiungim ento del 4 per cento sulle quote di partecipazione, la preferenza ai soci di cui alle lettere b. c, d, e, f, d ell’ art. 1.
Se il 70 per cento di cui sopra supera là somma necessaria per dare il 4 per cento a tutto il capita le consortile, l’eccedenza verrà per metà erogata m aumento della qu ota attribuita agli Istituti na zionali di orfani e m utilati di guerra e per l’ altra metà distribuita ai soci in proporzione degli acqui sti da essi fatti presso l ’ Ente Nazionale.
Art, ,26. — A llorquando si debba procedere alla li quidazione dell’Ente per qualsiasi causa com presa queRa derivante dal termine della durata fissata nell art 4 del presente Statuto, il Commissariato Generale nom inerà 3 liquidatori determinandone i poteri e i compensi.
Art, 27. — Per tutto ciò che non sia disposto nel presente Statuto si seguiranno le norme di cui al titolo IX del Libro 1° del Cod. di com m ercio in qu an to siano applicabili alla speciale natura dell’Ente hte*011 con ^rac^ cano a d e disposizioni sopra
stabi-DISPOSIZTONI TRANSITORIE
Art. 28. — Su parere del Com m issario Generale per gli A pprovvigionam enti e Consumi saranno am messi alla prim a Assem blea i requisiti richiesti dal- 1 art. 1 e che fa ccia n o dom anda di partecipare al- 1 Ente N azionale accettando il presente Statuto e sot toscrivendo le quote dovute.
a . i'.^ prim a Assemblea sarà convocata dal C om m issario Generale per gli A pprovvigiona- menti e Consumi con te stesse m odalità stabilite dal- 1 articolo 12.
Consumo del riso e del frumento. — Il commissario ge nerale per gii approvvigionamenti e i consumi ha ema nato la seguente ordinanza, in data 20 agosto 1917.
Il commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi,. veduti i decreti luogot. 16 gennaio 1917 JSt. 76 e 17 giugno 1917 N. 978, considerata la necessità di re golare con norme restrittive il consumo del frumento e del riso, udito il comitato amministrativo dispone :
Art. 1. _— E’ vietato utilizzare il frumento a scopi diversi della semina e della produzione di farina di pa nificazione e pastificazione e la farina di frumento, il riso e la farina di riso a scopi diversi d eh ’ alimentazio ne umana. Queste limitazioni non si applicano ai pro dotti avariati riconosciùti non idonei a ll’alimentazione umana.
Art._2. — Le infrazioni alle disposizioni della recente .ordinanza sono punite a norma dell’ articolo 228 del D. L. 6 maggio 1917 N. 740.
Art. 3, — La presente ordinanza entrerà in vigore nel giorno dopo quello della pubblicazione nella » Gazzetta Ufficiale » del Regno.
Denuncia del granoturco. — La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il decreto del ministro per l’Agricoltura che stabilisce che tutta La quantità di granturco del raccolto 1917 è soggetta all’ obbligo della denunzia. Nei fondi a conduzione diretta il proprietario, l ’ affittuario o il col tivatore deve denunziare l ’ intera quantità raccolta ; nei fóndi a mezzadria e comunque a colonia parziaria o soggetti a canone tanto il proprietario o i ’.arnttuarìo o l’enfiteuta, quanto il mezzadro o colono o coltivatore, debbono denunziare separatamente, la parte che a cia scun spetta. Nella- quantità denunziata deve compren dersi anche la parte destinata al semento e quella cor risposta ad altre persone per la trebbiatura o per qua lunque altro titolo. La, denunzia, deve essere fatta en tro cinque giorni dalla compiuta trebbiatura e comun que, se la trebbiatura venisse ritardata, non oltre venti giorni dopo il raccolto. In quest’ ultimo caso la denuncia sarà fatta in base ad una valutazione approssimativa con l’ obbligo però di rettificare la denunzia stessa appena eseguita la trebbiatura. Chi conduce o possiede o coltiva più fondi dette fare la denuncia di mano in meno che scade il tempo prescritto dall’avvenuta trebbiatura o raccolto in uno o più dei fondi stessi. Chi fa più “denun zie deve- cTstinguérle con un numero progressivo. La denunzi,a deve esseie scritta su apposito modulo e con tenere le indicazioni dal decreto stabilite. Chi riceve la denunzia ne deve rilasciare ricevuta e l’ indicazione della quantità denunziata. Le denunzi© originali ascompagna te da un riepilogo devono essere trasmesse il primo ed il 16 di ciascun mese alla commissione provinciale di re quisizione cereali. Non è ammessa altra prova della av venuta denunzia che quella della ricevuta scritta. Ohi contravvenga, alle disposizioni contenute nel decreto è punito ai sensi degli articoli 1, 2 e 3 del D. L. 6 mag gio 1917.
Requisizione e commercio dei fagiuoli. — Il commis sario generale per gli approvvigionamenti e per i consu mi, veduti i decreti reali 16 ¡gennaio 1917 N. 76, 26 apri le 1917 N, 681, 17 giugno 1917 N. 978, ritenuta la ne cessità di infrenar© l ’aumento del prezzo dei fagiuoli, or dina, in data 20 agosto 1917 :
Art. 1. — Per le eventuali requisizioni dei fagiuoli secchi da praticarsi per i bisogni dell’esercito e della popolazione civile, è fissato il prezzo massimo di lire 130 al quintale per merce a magazzino del detentore. Detto prezzo massimo di base' varrà anche per la compr&ven-^ dita aR’ ingrosso fra i privati.
Art. 2. — I contratti di compravendita, a ll’ingrosso conclusi a prezzi superiori a quello di calmiere che, alla data del seguente decreto, non siano stati eseguiti, e per la parte non eseguita, avranno vigore al prezzo di calmiere.
Art. 3. — Doloro che stipuleranno la compravendita di fagiuoli secchi, a ll’ingrosso, al prezzo superiore a quello massimo fissato nell’art. 1 saranno puniti a nor ma. del decreto reale 5 maggio 1917 N. 740.
Art. 4. — La presènte ordinanza entra in vigore dal giorno della pubblicazione nella. « Gazzetta Ufficiale » del Regno.
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