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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2260, 26 agosto

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(1)

L ’ ECOFOMISTA

G iZZE T T A SETTIMANALE SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROYIE. INTERESSI PRIVATI

Unno XLIV - Voi. XLVI1I

Firenze-Roma, 26 Agesta 1917 {

ROMA: 56 Via Gregoriana

li. 2260

Per uniformarci alle prescrizioni sulla economia

della carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto

una volta al mese i prospetti che si trovano alla

fine del fascicolo e che includono variazioni men­

sili ■

Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà

affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate-

riafi in cui si trova la stampa periodica, per effetto

della guerra, potremo riportare ampliamenti e

miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da

tempo stiamo attendendo.

Il p re zzo d ’ a b b on a m en to è di L . 2 0 annue anti­ cipate, per l ’ Italia e C o lo n ie . P e r l ’ E ste ro (u n io n e p osta le) "L. 25. P e r g b altri paesi si a g g iu n g o n o le spese p ostali. U n fa s c ic o lo se p a ra to L . 1.

SOM M ARIO: PARTE ECONOMICA.

Politica di classe.

Per rendere popolari le nostre colonie (E. Z.). NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Emissioni inglesi nel 1° settembre del 1917 - Debi­ to pubblico germanico e prussiano - Depositi nelle. Casse di risparmio - I l latifondo pugliese - I Cambi - Agricoltori del Mezzogiorno.

VITA COMUNALE.

Statistica del Comune di Firenze. LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Per l’ Ente nazionale dei consumi - Consumo del ri­ so -e del frumento - Denuncia del granoturco - Requi­ sizione e commercio dei fagiuoli.

NOTIZIE . COMUNICATI • INFORMAZIONI.

Casse di risparmio - Aumento dell’ interesse nei de­ positi a conto corrente - Donne impiegate in Inghil­ terra - Perdite della guerra - Consorzio solfifero - Le trazzere in Sicilia - Importazione Svizzera di derrate ■alimentari - Casse di Risparmio - Statistica della coo­ perazione - Marina mercantile e sommergibili - An­ nuario inglese delle banche - Convenzione economica svizzera-germanica - I l porto di New-York - Requisi­ zione di cantieri marittimi americani - Nuova Compa­ gnia di Navigazione nell’ Argentina - Enti autonomi dei consumj' riconosciuti - Produzione di antimonio - Biglietti di Banca - Segale, avena, granoturco - Tassa sui prodotti di guerra negli Stati Uniti - Emissione del Tesoro - Produzione del caffè al Brasile

SOCIETÀ’ ITALIANA PER LE STRADE FERRATE MERIDIONALI.

Situazione degli Istituti di Credito mobiliare. Situazio­ ne degli Istituti di emissione italiani, Situazione de­ gli Istituti Nazionali Esteri, Circolaziors di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas­ so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei.tributi nell’ eser­ cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati nel 1915, Esportazioni ed importazioni riunite, Impor­ tazione (per categorie e per mesi), Esportazione (per categorie e per mesi).

Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italiani, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas­ so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi dell’ ar­ gento.

Cambi. all’ Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’ art. 39 del Cod. comm., Corso medio dei cambi accertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, R i­ vista dei cambi di Parigi.

Indici economici italiani. Valori industriali.

Credito dei principali Stati.

Numeri indici annuali di varie nazioni.

PARTE ECONOMICA

POLITICA DI CLASSE

Non è certo ai lettori ét\\’Economista che do­

vremo esporre le ragioni scientifiche che hanno

condannato e condannano' in ogni tempo una poli­

tica, la quale, anziché avere unicamente e scrupo­

losamente di mira il puro ed universale interesse

della collettività riunita sotto' una sola amministra­

zione, ondeggi, tentenni o sdruccioli, per qualsia

si ragione, verso una politica di classe, qualunque

si sia la classe che ne venga beneficiata.

Non sono molti anni da che la politica econo­

mica, tributaria, finanziaria, giuridica dell’ Ital'a,

veniva tenuta, condotta ed imposta, con prevalenza

indubbia, da una sola classe : quella dei -proprie-

tari.

Per chi ai nostri giorni rilegga e mediti, ad esem­

pio, quel monumento di norme del convivere so­

ciale che è racchiuso nel nostro codice civile, il

quale pure ha pregi di incomparabile armoniosità,

non pulò non sentire, attraverso' ai tutti i suoi tre

libri, e non soltanto in quello che tratta dei beni,

‘della proprietà-e delle sue modificazioni, come co­

loro che dettarono le massime fondamentali della

vitaciv'le nel 1865 appartenevano ad una sola clas­

se sociale, a quella, cioè, dei detentori di terre, a

quella dei proprietari, alla classe dirigente di al­

lora nel significato antinómico' della voce « pro­

letario », apparsa: molti anni dopo nel dizionario

di sociologia.

Ed egualmente frutto della coalizione di classe

si può ritenere il codice di commercio, venuto- nel

t

88

q

a sancire una serie di privilegi, molti dei quali

ingiustificabili, p eri soli commercianti, inseriti bel­

lamente e disordinatamente fra le disposizioni che

regolano le società commerciali e la cambiale e

quelle che contemplano il commercio marittimo e

la navigazione.

Col diminuire della proporzione della proprietà

immobiliare, una volta prevalente sulla proprietà

mobiliare, questa, vent’anni dopo la formazione del

nostro codice civile, ebbe prepondenranza e dettò,

con privilegi costituiti a proprio' vantaggio, il co­

dice del commercio.

Ma tutto ciò come buona parte delle le g g i dei

rescritti, degli editti, dei bandi ereditati dai Regni

e dai Granducati preesistenti alla nostra unità, e

che non furono' fino a qui abrogati, è roba vecchia,

è roba d’altri tempi, che noi serbiamo' per consue­

tudine. della quale ad’ oeni istante della nostra vita

sociale" sentiamo il penoso disagio, sentiamo T pe­

so anacronistico, ma della anale non abbiamo pur­

troppo, ancora la forza di liberarci.

Verrà forse un giorno nel quale' saremo gover­

nati da uomini, i quali intraprenderanno1 un oppor­

tuno riordinamento, un conveniente ristanno e una

adeguata modernizzazione di tutto quel pesante

fardello.

Ma d male cronico' del passato può essere reso

ben più grave da un male acuto' del presente.

I governi di oggi, democratici, sembra continui­

no a perder di vista, il bene e l’interesse generale

della collettività che amministrano, per dar vita

ad una legislazione la anale sia ancora esclusiva-

mente ed accentuatamente di classe.

(2)

646 L ’ECONOMISTA

26 A gosto 1917 — N. 2260.

esaminare tutte le varie provvidenze sociali di re­

cente istituzione o di prossima proposta per vedere

come prrnai la Amministrazione dello Stato: sia

decisa di intervenire, coi beni erariali della collet­

tività, ,m vantaggio di alcune determinate catego­

rie di cittadini.

Ma poiché vogliamo in queste brevi note sfug­

gire da ogni analisi minuta, per seguire soltanto

una linea generale, veniamo: senz’altro a rilevare

il fatto, che la tendenza alla politica di classe vie­

ne oggi incoraggiata, per proprio diretto torna­

conto, da quelle stesse classi dirigenti di un tempo

e piu specialmente da quella degli industriali e de’

proprietari di immobili i quali dipendono: più o

meno, nel loro avvenire, dal proletariato.

Una conferma irrefutabile di quanto- asseriamo

possiamo trovarla in un recente documento che

abbiamo riprodotto nel nostro- Economista <i), il

programma, cioè, della rinnovata « Associazione

.ra le Società per azioni! ». In esso si mostra Qfram

de cura e grande preoccupazione per gli- operai,

m nome dei quali ed a vantaggio- dei quali si recla­

mano protezioni -ed assicurazioni. Mirabile e com­

movente complesso di propositi che finalmente av­

vicinerà due fattori della produzione, i quali per

si lunghi an-ni furono dagli uni considerati come

nemici degli altri.

Se non che quello slancio di sia pur tardivo,

ma sempre encomiabile, altruismo- viene o ver­

rebbe a peccare gravemente ed a perdere ogni me­

rito, -appena la classe che si Chiama produttrice

invocasse una nuova legislazione, la quale provve­

desse ad un- miglior ordinamento-della scuola, spe­

cialmente professionale, ad un- completo regime di

assicurazioni che protegga il lavoratore contro tut­

ti i rischi e che- ne insidiano- la esistenza, ed all’as­

segnamento della pensione, la quale darà i mezzi

di vivere quando la vecchiezza lo avrà peso impo­

tente a guadagnare, a tutte spese della collettività.

La- classe degli industriali, che nello- stesso pro­

gramma più su ricordato richiede che lo Stato e

gli Enti pubblici, nelle- condizioni in cui essi- sono

attualmente congegnati (e siamo in ciò_ p-erfétta-

mente_ d’accordo), non mirino- a sostituirsi alla

iniziativa privata: invocano poi l’intervento dei

pubblici poteri e della pubblica- finanza quando- s:

tratta di scuole nro-fess-ionali. di assicurazioni, d:

pens'oni. E perchè -questo? Credono essi lo Stato

possa essere migliore educatore o- migliore assicu­

ratore (dopo le -campagne che così strenuamente

seppero condurre contro- la creazione dell’Istituto

Nazionale delle Assicurazioni) che non la privata

iniziativa? No certo!

Allora la ragione è un’altra ed è precisamente

quella, di addossare allo Stato, e cioè alla collett'-

vità, l’ onere delle scuole professionali, delle assi­

curazioni, delle pensioni; il quale onere, se reca

vantaggio indiretto alla collettività, ne reca però

uno ben maggiore e ben più -diretto agli stessi in

dustrialh collaborazionisti dei lavoratori! Perchè

essi, anziché chiedere e la protezione doganale da

una parte e il sussidio dello Stato per l’istruzione

e la previdenza degli operai dall’altra, non fanno

invece atto di più .attendibile altruismo, dichiaran­

do -almeno che se potranno ottenere una conve­

niente protezione doganale, penseranno, del -pro­

prio, e all’ istruzione ed alla assicurazio-ne ed al

trattamento d-i quiescenza dei propri dipendenti?

Perchè non accedono essi, in fatto- di previdenza, a

quanto fan-no le Banche, o molte istituzioni priva­

te che, avendo a cuore il presente e l’avvemVe del

proprio personale, lo assicurano e" lo pens'onano a

proprie spese?

(1) Vedi « Economisai », 5 agosto 1917, n. 2257, pa­ gina 602 : « Il nuovo programma fra le Società per a- zioni ».

Per le classi produttrici sembra che lo Stato

metto sia però buono in due sole funzioni : a pro­

teggere -coi denari della collettività i- loro operai

a co-pgegnare tariffe doganali, che, col maggiore

onere della -collettività, dia loro- mezzo di realiz­

zare un’industria rimuneratrice per un ristretto nu­

mero di industriali.

E ’ invero- facile e ben attraente fare l’industriale

a. tali condizioni, ma una politica che seguisse

passo per passo- i -desideri di- una esigua categoria

di cittadini quale quella che è ormai infeudata in

una sola concentrazione -capitalistica -che si chia­

m a« Associazione fra le Società per azioni », sa­

rebbe una vera politica di classe, la quale ripete­

rebbe una volta di più l’errore condannabile cn da­

re vantaggi specifici ad alcune coalizioni di indivi­

dui- a spese, anche -se a vantaggio della generalità.

Un governo, moderno, e specialmente un gover­

no 'democratico, non deve lasciarsi attrarre nel se­

ducente programma delle provviednze sociali, se

non co-ila giusta e piena visione che esse debbano

essere adottate col beneficio d-ella più grande mag­

gioranza di individui,_

e che da esse non siano- per

tran e-benefici speciali alcune sole classi capitalisti-

che Se queste hanno interesse diretto perchè un

migliore trattamento sia riservato alle masse di

cui abbisognano, debbono basare ed estendere i

loro calcoli industriali in modo da comprendervi

tutto o ,1-a m aggior parte dell’onere derivante da

tale trattamento.

La legislazione delle democrazie, giacche ci il­

ludiamo oggi di poter avere governi veramente de­

mocratici in nazioni che non hanno e non possono

avere 1 universale senso democratico sul tipo della

Confederazione americana, che sola forse non com­

porta alcuna trad rione colitica di casta o di classi

o di categorie di cittadini, deve nero bene e sopra­

tutto guardarsi, anche nel rivolgere le proprie cu­

re -e le proprie tutele verso il popolo, -dallo stabili­

re correnti o dal prendere indirizzi che perdano la

esatta visione del1 complesso- unico ed unito degli

amministrati, e dal- pretendere di instaurare tratta­

menti singoli a seconda di classificazioni artificia^

li che venissero create.

Di fronte alla previdenza, ad esempio, il ritenere

.1 operaio di una industria oggetto- di diverso trat­

tamento da quello che spetta all’ impiegato o al

professionista, o al soldato- o-d al contadino è pe­

ricoloso ed è continuare a creare privilegi, che se

pur erano deplorevoli- in una legislazione dettata

da class - dirigenti avversate dalla democrazia, sa­

rebbero peccaminosi quando apounto portassero

anche il marchio della democrazia.

Per rendere popolari le nostre colonie

Nel Bollettino della Società Africana d ’ Italia (fa­

scicolo di maggio-giugno 1917) l’avv. Ugo Buo­

nora? di- Napoli presenta e svolge una. sua propo­

sta intesa a suscitare nella massa del popolo ita­

liano, che ne è priva, una vera coscienza colonia­

le, e a diffondere, presso chi ne ha oggi appena

una vaga notizia, e sono- i più, una conoscenza

sia pur sommaria -delle nostre colonie, della loro

importanza attuale, del loro avvenire.

(3)

26 A gosto 1917 — N. 2260. L’BCONOMISTA 647

L avv. Buonomo a tale intento si rivolge a quel

numerosissimo e accreditatissimo sodalizio che e

il iou ru ig Club italiano, e gli suggerisce d'imitare

il suo contrateiiio trauoese, d'istituire presso' la

sua sede centrale una ¿sezione 'Coloniale e di dedi­

care alle colonie alquante di quelle pubblicazioni

dilettevoli e istruttive nelle quali esso e maestro.

Come ha fatto per la sua splendida carta deU’ita-

lia, potrebbe metter mano alle carte dell’eritrea,

della Somalia, della Libia. È su coleste tre nostre

colonie potrebbe darci speciali monografìe, che

certo sarebbero non meno pregevoli di quelle ot­

time che ha già pubblicato su alcune regioni ita­

liane. E cerne è sua la miglior Guida d ’Italia che

finora si abbia, una guida altrettanto accurata sa­

prebbe, volendo, porsi in grado di compilare per le

colonie stesse, che dell’Italia sono ormai parti in­

scindibili. Certo, per tutto ciò occqrre tempo; ma

ecco quello che, secondo il proponente, potrebbe

farsi più presto. ,« Il Touring Club potrebbe, sul

principio, riservare alla Sezione coloniale un certo

numero fisso di pagine della sua pregevole Rivista

mensile, che, con la meritata diffusione raggiunta,

arriva nei più remoti angoli d’Italia, nei più lon­

tani paesi del mondoi; nelle quali pagine i compe­

tenti ed i cultori di materia coloniale, che non

mancano fra i 150 mila soci del Touring, ed anche

quelli non .ancora soci, che per l’occasione lo di­

verrebbero, potrebbero trattare in maniera piana

e semplice, essendo' il caso di una iniziazione delle

masse .a tali questioni, i più importanti problemi

inerenti alle nostre colonie, dare brevemente dei

cenni storico-politici, etnografici, commerciali di

esse, illustrarle con descrizioni, dati statistici, fo­

tografie, mantener vivo un notiziario' commerciale,

una rubrica di quesiti e risposte, ecc. ».

Dopo' di che, per l’attuazione del detto program­

ma, il Buonomo indica come probabili ed eccellen­

ti collaboratori la Società Africana d ’Italia, la So­

cietà di Esplorazioni Geografiche e Commerciali.

l’Istituto iColojjiale Italiano, l’Istituto Agricolo

Coloniale, la Società per lo studio della Libia, tut­

ti enti ragguardevoli e benemeriti, i quali di certo

porrebbero i preziosi materiali che posseggono a

disposizione del Touring, qualora questo accon­

sentisse a mettersi all’opera.

A noi la proposta Buonomo sembra non sol­

tanto lodevole per gli intenti a cui mira, ma an­

che pratica nei mezzi che sceglie e di promettente

efficacia. E nel desiderio di secondarla per quel

poco che possiamo, anzitutto abbiamo voluto far­

ne parola in queste nostre colonne; in secondo luo­

go sottoponiamo al parere del "suo autore e di

coloro a cui è presentata la domanda se non sa­

rebbe utile aggiungere alle suindicate forme di

propaganda quella, già sperimentata in altri cam­

pi, del cinematografo. Può darsi che l’idea che

esterniamo non sia nuova. Ma poiché in materia

di colonie, salvo erróre, non è mai stata appli­

cata, o ben poco, il ripeterla, se non è cattiva, non

può far male. Vediamo.

L a fortuna che ha oggi il cinematografo non

può dirsi immeritata, se si considerino i perfezio­

namenti a icui la sua tecnica ha saputo giungere,

la varietà delle sue rappresentazioni e il buon

prezzo degli spettacoli, che sono, diversamente da

altri, accessibili a uri grandissimo' numero1 di bor­

se. Presso tutte le classi sociali ha trovato favore

e tutte, eccetto le infime, ne profittano. Si conside­

ri quanto è maggiore, in ogni città, il numero

delle sale cinematografiche, in confronto dei tea­

tri, il cui esercizio è tanto più costoso" (1). Si

os-(1) Una statistica calcola a 30.000 i cinematografi nei vari paesi del mondo, di cui 6000 in Inghilterra, 3000 in Germania e ben 52 nella sola Roma. Ma il numero deve essere aumentato. La statistica risale a qualche anno fa.

servi anche come in parecchie cittaduzze o grossi

borghi il teatro manca affatto, o si apre a vari in­

tervalli, mentre il cinematografo è aperto e lavora,

e spesso ve n’è più d ’uno. Senza dubbio, gli spet­

tacoli cinematografici sono oggi un divertimento

dei più popolari : si prestano perciò singolarmen­

te alla cognizione delle cose a cui voglia darsi una

grande notorietà.

Cosi essendo, ci sembra che per far conoscere

le nostre colonie, non ai dotti, agli studiosi, ai

viaggiatori, s’intende bene, ma a chi ne è del tutto

ignaro, o assai .poco ne sa, e non sotto il rispetto

politico, o amministrativo, o statistico, s’iotende

anche questo, ma dal lato descrittivo e pittoresco,

che colpisce rimmaginazione e aiuta la memoria,

pochi mezzi pareggiano le vedute cinematografi­

che. E ’ un mezzo che non esclude affatto gli altri,

ma li coadiuva e li completa. Per la vivezza dei

suoi effetti, sta alle descrizioni dei libri come il

dramma o la commedia posti in scena stanno al

racconto e al romanzo. Nqn impartisce cognizioni

profonde, ma esercita una divulgazione popolare;

e questa è tutt’altro che inutile.

Nè v ’è pericolo che manchi la varietà. Vedute

panoramiche di monti, di pianure dalla vegetazio­

ne africana, di coste marine, di porti, di città tan

to diverse dalle nostre; vedute speciali di tipi indi­

geni isolati e aggruppati, di ambienti domestici,

di ‘feste pubbliche, di cerimonie religiose, e pro­

cessioni mussulmane, e fantasie abissine, e... si

potrebbe seguitare per un pezzo. Le tre nostre co­

lonie, d’altra parte, non si somigliano neanche

molto fra loro come paesaggio,.nè come costru­

zioni, nè come costumi; sicché resta anche esclusa

quella monotonia che qualche volta deriva da cose

di carattere troppo

analogo-Va da sè che le pellicole, dopo essere servite per

le nostre città principali, troverebbero lungo im­

piego in tutti i centri minori. Dovrebbe dunque

farsi luogo anche a un buon affare, tanto più che

le spese, o c’inganniamo, sarebbero ben più mo­

diche di quelle determinate, sempre per spettacoli

cinematografici, da complicati allestimenti scenici

e da laute retribuzioni ad artisti celebri. Qui si

tratta semplicemente di prendere buone vedute

fotografiche in luoghi che son poi casa nostra, e

insieme adoperare parte di quel ricco e interes­

sante materiale che le surricordate Associazioni

scientifiche già posseggono.

Ma a che dilungarsi ? Parliamo a chi, se vuole,

sa molto meglio fare di quello che noi sappiamo

al più dire. Colonna, perno, motore dell’impresa

dovrebbe essere anche in questo, pel suo duplice

requisito di potenza e di agilità, il Touring Club

Italiano... se r id e r g li quadra.

La quale potrà o venire approvata e attuata, o

invece combattuta, 01 fors’anche lasciata cadere.

A noi è parso non fuori di luogo esprimerla e un

tantino motivarla. Ecco fatto.

E. Z.

N O TE ECONOM ICHE E FINANZIARIE

___________■ - - . . . __________

Emissioni inglesi nel 1° semestre del 1917. — Il con­ trollo sempre strettissimo esercitato dalla Tesoreria bri­ tannica sulle emissioni, ha, naturalmente mantenuto lo ammontare di esse entro limiti assai ristretti se si fa eccezione, naturalmente, dei prestiti collocati per conto del Governo. .

Durante il primo semestre dell’anno in corso perciò l ’ammontare totale delle emissioni private ha toccato ap­ pena la somma di 8.697.000 sterline.

(4)

648 L’ECONOMISTA 26 A gosto 1917 — N. 2260.

Il iseguente prospetto dà V ammontare dei capitali e- niessi in Inghilterra, trimestre per trimestre negli ultimi cinque anni (in migliaia d i sterline) :

1913 1914 1915 M 6 1917 I. Trimestre 50.344 97.610 46.314 _ 156.251 825.925 II. Trimestre 70.015 54.739 25.693 131.022 221.254 III. Trimestre 29.962 20.266 586.773 111.578 — IV. Trimestre 46.216 339.908 26.462 186.585 — 196.537 512.523 685.242 585.430 1.047.179 I capi tali emessi nell’ ultimo’ trimestre sono stati riser­ vati quasi totalmente al mercato interno. Tuttavia si deve segnalare un prestito di 3.430.000 sterline al 5 e mezzo per cento emesso* 1 II a 98 per conto del Governo au­

straliano. ...

Le emissioni .private si ripartiscono come appresso : banche e assicurazioni sterline 1.500.000, industria del­ le automobili 332.075 sterline, illuminazione ed elettri­ cità 200.000 sterline, tramvie 100.000 sterline, manifat­ ture 78.500 sterline, diverse 23.000 sterline.

Debito pubblico germanico e prussiano. — Ecco secon­ do il # Berliner Tageblatt », lo state comparativo delle i- scrizioni a! Gran Libro del debito della Germania e della Prussia rispettivamente al 30 giugno 1917.

Germania Numero Ammontare dei conti (milioni)

30 giugno 1917 1.058.858 10.741 1 gennaio 1917 932.078 8.778 30 giugno 1916 617.909 7.022 1 gennaio 1916 .389.887 4.900 Prussia Numero Ammontare dei conti (milioni)

30 giugno 1917 85.143 3.740

1 gennaio 1917 85.032 3.750

30 giugno 1916 84.950 3.768

1 gennaio 19Ì6 84.775 3.778

Le iscrizioni al Gran Libro dell’ Impero sono conside­ revolmente aumentate, tanto sotto il rapporto del nume­ ro dei conti, quanto sotto quello del capitale. Invece, relativamente al Gran Libro della Prussia il numero dei conti non è aumentato che in modo poco importante ; mentrechè lo ammontare totale del Debito iscritto è sin­ ché costantemente diminuito. IL Debito pubblico della Prussia come quello degli altri Stati confederati, si è ac­ cresciuto, dopo la guerra, sptto forma di debito fluttuan­ te, poiché le emissioni di prestiti consolidati sono esclu­ sivamente riservati allTmpero.

Depositi nelle Casse di Risparmio. — Le operazioni . delle casse postali di risparmio segnano un movimento progressivo che si va avvicinando sempre più al volume di quello del periodo immediatamente precedente allo scoppio della guerra europea. Anzi il credito dei depo­ sitanti ha già raggiunto la misura di allora. Alla, fine dell’ anno 1916 esso ammontava a due-miliardi e duecento milioni circa, cifra che supera di una ottantina di mi­ lioni quello, a fine giugno 1914. Ma l ’ importo dei depo­ siti e dei rimorbi mensili non-è ancora arrivato alla mi­ sura di quelli del primo semestre 1914. E bisogna pure tener contò che la emissione dei vari prestiti ha. avuto non piccolo effetto sul movimento del periodo della guerra. Ad ogni modo il ritorno della consistenza del credito dei depositanti alla quantità del periodo norma- ■ le precedente alla guerra rimane sempre un indice con­ fortante della parsimonia del popolo italiano e della sua fiducia nello Stato e nella benemerita, istituzione. Non meno notevole è il movimento dei vaglia postali che of­ fre pure un cospicuo incremento. I vaglia emessi e paga­ ti progredirono da 39 milioni circa nel 1906-907 a 74 milioni circa nel 1916 con un corrispondente movimento di fondi che da quqsi tre miliardi di lire nel 1906-907 si avvicinò ai dieci miliardi nel 1915-16.

II latifondo pugliese. —- Il latifondo pugliese non si rassomfglia perfettamente al latifondo siciliano, quale è stato descritto dal Bordiga, ma in molti punti gli si avvicina, afferma l ’ avv. Laudati. Il latifondo pugliese (comprendendovi non solo il gran piano del Tavoliere di Puglia nel Foggiano, ma anche Taltipiano murgioso barese e le semi-pianure leccesi) è costituito dalle Mas­ serie di estensioni variabili dai 100 ai 500 ettari, colti­

vate estensivamente in gran parte a cultura granaria e di leguminose e nella rimanente parte a pascolo natu­ rale od artificiale.

Le macchine abbondano nel Tavoliere di Puglia dove il terreno nessun ostacolo frappone al loro largo uso ; mentre scarseggiano nell’altipiano barese che è in gran parte accidentato e sassoso : nelle pianure leccesi l ’ uso delle macchine è anche ragguardevole.

Le masserie sono condotte col sistema degli affitti : l’ affittuario, quasi sempre, massaro del luogo o di luoghi limitrofi, vi vive tutto l’anno con la propria famiglia in- fabbricati che talvolta sono buoni anzi ottimi per le , comodità rurali che contengono, ma tal’ altro sono catti­ vi ed anche pessimi per l ’ignavia e la mala voglia dei proprietari che sono assenteisti su larga scala.

Far prosperare quindi la grande cultura estensiva sa­ rebbe il primo compito di una civile agricoltura puglie­ se : migliorare cioè le condizioni di abitabilità delle mas­ serie tanto nei fabbricati addetti alle famiglie dei mas­ sari alle stalle, ai magazzini, ai depositi di paglia e di fieno, agli ovili, ecc., e quanto anche alla viabilità, agli scoli delle acque che assicuri il miglior uso dei fabbri­ cati stessi e la migliore igiene umana ed animale. Con uno speciale credito, che sarebbe agrario e fondiario in­ sieme privilegiato anche sull’avere del proprietario per fitti ed altro,, si dovrebbe provvedere a fornire il massa­ ro di capitali per acquisto di macchine e di attrezzi, di animali da Lavoro e da frutto, ecc. ; si dovrebbero im­ porre concimazioni naturali od artificiali con estensione delle culture foraggiere e le razionali rotazioni agrarie ; si dovrebbe rendere il contratto agrario rivedibile in ogni tempo, anche di ufficio dalle competenti autorità agrarie, togliendovi tutto ciò che è dannoso .all’agricol­ tura ed aggiungendovi tutto ciò che è utile. Lo Stato si dovrebbe assumere la spesa immediata ed urgente della bonifica e della estirpazione, assoluta o relativa, della malaria.

Per fortuna però nel latifondo pugliese le zone mala­ riche non rappresentano superficie impressionanti come altrove, e forse è un malanno meno grande di quql che si crede, e perciò, più facilmente domabile. •'

Il peggiore latifondo pugliese è il demanio comunale, avanzo feudale, che le provvidenze governative, anzi le improvvidenze governative hanno ridotto a lande deserte ed improduttive, afferma l ’autore al quale vuole citare un solo esempio che è il più impressionante di tutti. 'In questa provincia di Bari c ’é il Comune di Alberobello, notissimo anche fuori per la speciale attitudine cféi suoi contadini a « creare » la terra ! Sì, creare la terra, così è stato felicemente detto, non da oggi, di quei bravi ter­ razzani, i quali, ovendo un territorio leggermente ondu­ lato con spalle aride e vallette pingui, rimpolpano le Spalle col terreno che « trasportano » dalle vicine val­ lette (lame), riserbando queste alla semina e trasforman­ do le spalle in ubertosi giardini, vigneti e frutteti me­ diante un sistema di terrazze degradanti che trattengo­ no il terreno dal precipitare. In Alberobello c ’ è un vasto demanio comunale che, per un terzo circa della sua e- stensione, è stato ridotto con la quotizzazione alla, me­ desima sorprendente trasformazione agraria, e quei con­ tadini, nella propria quota, vi hanno costruita anche la casetta, il pozzo .ed ogni altra comodità rurale, Ebbene, ¡dacché un decreto del Prefetto vietò le ulteriori quotiz­ zazioni, gli altri due terzi del demanio civico rimangono nudi 'e sterili a testimonio della differenza che passa tra l ’ inerzia ed il lavoro, tra l ’ignavia e l ’industria. E così gli esempi si potrebbero moltiplicare con aspetti vari da Comune a Comune.

Un altro esempio,tratto da speciali latifondi dove non ci sono usi civici : dai latifondi cioè delle chiese palati- rie anjministrati direttaménte da Casa reale che sono ¡parecchi in. provincia di Bari. Da 30 anni, dacché quei latifondi furono sottratti alle amministrazioni delle chie­ se, non si è riusciti, non ostante vriti di popolazioni inte­ ressate e chilometri di pratiche amministrative esistenti negli archivi dei Ministeri di Casa reale e di Agricoltura, ad ottenerne il frazionamento con la conseguente vendi­ ta o cessione enfìteutica a coloni che ne avrebbero fatto piantate stupende come sono tutti i terreni privati al- i ’ intornofi togliendoli dallo stato di deserto e di solitu­ dine in cui ancora oggi si trovano.

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in-26 A gosto 1917 — N . 2in-260. L’ECON 0M I6TA 649

tegrità giuridica ed economica qual’era in tempi che per | idei piccoli assuntori che coltivano direttamente, e la iortuna dell’umanità sono definitivamente tramontati ? loro assenza paralizza addirittura ogni proficuo lavoro.

n h n ^ c n i i - n n i n 1 * n T .o n / 1 o h i o í c m n K r a » n a r . o m a v i t ü S * l T O T ì f l T l A f l 'T l I T l / l l 1.1 T l T O V 'V f i 'd U I l ’G I l t O C l l ^ B S S l C l i r l r G f t l l U é l l " Ciò che denuncia l’avv. Laudati ci sembra veramente

grave e meritevole di ogni attenzione !

I Cambi. — Riproduciamo qui sotto un prospettino il quale dà idea del movimento percentuale dei cambi in quattro momenti e cioè a ll’inizio della guerra e nei tre successivi anniversari, nel mercato svizzero.

Premio + Pine Fine Fine Fine

o perdita — luglio 1914 luglio 1915-luglio 1916 luglio 1917 Parigi + 0.03 — 5.40 — .10,25 — 21.— Londra — 0.20 + 1.50 + 0.05 — 14.15 Italia — 0.55 — 15.75 — 18.25 — 37.10 Pietrogrado — 6.05 — 30.60 — 39.25 — 62.85 Berlino — 0.65 — 11.85 — 23.40 — 48.55 Vienna — 1.05 — 23.35 — 37.50 — 61.20 Nuova York — 0.80 + 3.50 + 2.20 — 11.60 Se il male comune è mezzo gaudio, possiamo constata­ re che le condizioni della nostra lira, pur non essendo floride, non sono pur delle peggiori. Ma ciò che rincuora è l ’autorevole preventivo contenuto nel bollettino di ago­ sto del « Bankverein » di Zurigo. Esso dice testualmente : « Nói abbiamo la impressione che la lira sarà una delle pinne monete che si rialzerà dopo la guerra, quando la mano d ’ opera italiana ricomincierà le sue emigrazioni temporanee e periodiche all’estero, quando l ’afflusso dei turisti porterà di nuovo dell’ oro e le esportazioni di se- 'terie, di vini, di frutta, di derrate alimentari, ecc. ri­

prenderanno il loro corso ».

Agricoltori del Mezzogiorno. — Ci piace pubblicare in­ tegralmente il memoriale presentato in questi giorni da una rappresentanza cospicua di agricoltori del Cotrone- se, la florida plaga di Calabria, ai Ministri d'Agricol­ tura e della Guerra. Benché formulato con particolare riferimento ai bisogni tipici della regione, il memoriale può essere assunto come espressione delle difficoltà e dei bisogni di gran parte dell’ agricoltura meridionale. Ed è appunto per questo suo valore, più che locale, genera­ le, e pel tono elevato ond’ è redatto che noi siamo lieti segnalarlo all’attenzione dei poteri responsabili.

Gli agricoltori dell’agro Cotronese, riunitisi in que- st’Ufficio Comunale per iniziativa del Sindaco di Cotro- ne, nei giorni 24 luglio e 5 agosto 1917, per prendere conoscenza, delle facilitazioni promesse dal Governo ai coltivatori che volessero estendere la produzione dei ce­

reali nel nuovo anno colonico e per avvisare ai mezzi atti - a rimuovre le principali e più gravi difficoltà che • vi si oppongono, sottomettono alle LL.EE. i Ministeri di Agricoltura e della Guerra i loro voti. Essi intendono tutta l’ importanza del grave problema e sono consci dei doveri altissimi che incombono tutti i cittadini di dare la opera loro a l trionfo delle grandi idealità nazionali, ed a tali doveri non possono, nè sanno sottrarsi nel campo dèlia loro attività. Però ogni sforzo di volontà s’ infrangerebbe contro le, formidabili ed insuperabili d if­ ficoltà presenti, se savie e sollecite provvidenze pop intervenissero ad eliminarle. Ed anche affinchè non pós sa in avvenire cadere equivoco sulle buone intenzioni e sia esclusa la loro responsabilità per un inevitabile ab­ bandono della cerealicoltura, in tempo utile denun­ ziando al Governo del Re le cause che lo determinereb­ bero, restando a questo il compito di apportarvi congruo e tempestivo rimedio.

Un .grave pericolo minaccia l ’agricoltura calabrese: la. sparizione completa del bestiame, che è elemento in­ dispensabile alla- coltivazione della terra in questa re­ gione. Le continue requisizioni, eseguite con criteri non sempre logici e conformi alle leggi ed alle istruzioni mi­ nisteriali, hanno assottigliato il bestiame bovino e spe­ cialmente quello da lavoro. Se si considera che il bove calabrese è i l prodotto di una secolare selezione e rispon­ de alle peculiari condizioni d ’ambiente e non è sostitui­ bile, s’ intederà la grande importanza di tale argomento. E ’ perciò necessario, come prima condizione, che siano risparmiati dalle 'ulteriori requisizioni i bovi da lavoro e le vacche atte alla riproduzione. Ed in ogni caso si ¡dovrebbe per ogni Comune determinare un minimo di ta p i assolutamente intangibile proporzionatamente ai bisogni agricoli del rispettivo territorio.

Prevale nell’ agro Cotronese l ’ industria agraria a for­ ma capitalista ; onde non è possibile il suo funzionamen­ to senza l ’ opera vigile e direttiva dei Capi e dei direttori tecnici ed amministrativi delle varie Aziende. Accanto a tale forma di conduzione della terra esiste pura quella

'S’ impone quindi il provvedimento che assicuri reaimen te l ’esonero dal servizio militare di tutti i capi delle

aziende agricole e dei coltivatori diretti della terra. > E’ intuitivo che, senza una mano d ’ opera idonea o Sufficiente, non sarà possibile proseguire la coltivazione della terra. Nell’ anno colonico che sta per chiudersi si è dovuto lottare contro difficoltà e disagi innumerevoli e gravissimi per scarsezza od inettitudine dei lavoratori, e molti danni si sono subiti per questa causa.

Certamente l ’ uso di trattori od autoaratrici, se fosse possibile nel territorio del Cotronese ove prevale l ’ argil­ la, farebbe risparmire delle braccia nella parte pianeg­ giante, che è però minima in confronto al resto di natu­ ra collinosa. Onde un esperimento sarebbe molto istrut­ tivo ed utile.

Ma, quand’anche l ’esperimento medesimo riuscisse fa­ vorevole, bisognerà considerare che il numero di tali macchine dovrebbe essere proporzionato alla estensione dei terreni da arare, che non sarebbe facile aver dispo­ nibile la forza motrice necessaria e che per le condizio­ ni del terreno non potrebbe adoperarsi il trivomere ed il rendimento sarebbe minimo.

La manodopera, dunque, resta sempre un bisogno grave ed assillante.

Il sistema finora tenuto delle licenze agricole si è ri­ velato inutile e pernicioso. Le Commissioni Provinciali, jn cui è mancata la rappresentanza dei vari centri agri­ coli, forse anche per le iùformazioni errate ad essa for­ nite, non sempre hanno equamente distriubite le licenze jn proporzione ai veri bisogni dei vari paesi. I licenzia­ ti non appartenevano tutti al ceto dei lavoratori della terra, ma si videro operai, professionisti ed impiagati tornare in famiglia con le licenze cosi dette agricole, le 'quali vennero invece recisamente negate a quelli che più le avrebbero meritate. Ma quand’anche criteri più giusti e rigorosi fossero stati adottati, le licenze mede­ sime si sarebbero .sempre chiarite inadeguate allo scopo, sia per la limit azion erei numero, che per la brevità del

tempo. , . .

Occorre' mutare sistema, col proponimento di offrire braccia sufficienti ai bisogni di úna più larga coltivazio- Ine della terra. E potrebbesi a ll’ uopo stabilire che m ciascun Comune una Commissione, presieduta dal Sinda­ co e sotto la responsabilità personale di quest’ ultimo, compilasse l ’elenco dei lavoratori, notando l ’attitudine di ciascuno, e da tale elenco si desse facoltà ai capi­ azienda di scegliere o richiedere il personale necessario ed atto a ciascuna specie di lavoro. •

Le licenze poi dovrebbero durare per tutto il periodo in cui si eseguono le diverse operazioni colturali ; così ; per la preparazione del terreno e per la semina, dal 15 settembre al 15 dicembre; per l ’ aratura e maggesatura delle terre da coltivare n e'” anno susseguente, dal 1. feb­ braio al 15 aprile ; per la raccolta dei foraggi e dei ce­ reali, dal 15 maggio al 15 agosto.

Tra i coefficienti della straordinaria e progressiva ele­ vazione del costo di produzione dei cereali, primeggia quello delle esagerate ed incalzanti pretese dei costrut­ tori e commercianti degli attrezzi rurali e delle merci che una vomere, il cui costo oscillava tra le 3 e le 5 dire, oggi si vende per L. 30.00; lo spago peT la legatura ¿e i covoni, da L. 170 è arrivato al prezzo d i L. 500 il (quintale ; il filo di ferro occorrente per legare i forag­ gi, da L. 50 al quintale è salito a L. 300 ; l ’iperfosfato ad uso di concimazione, che compravasi a L. 7.3Ò, il quin­ tale, h a raggiunto ora il costo di L. 20 ; il prezzo del­ l ’ olio minerale da L. 40 è asceso a L. 280 ; tutte le mac­ chine agricole hanno subito un aumento di prezzo di più

del doppio. _ . .

Ed il movimento d i ascesa dei cennati prezzi non si è arrestato, ma progredisce vertiginosamente verso altezze inconcepibili.

L ’ intervento del Governo per arrestarlo non sarebbe inopportuno ed ingiusto, se si pensi che un prezzo d im­

perio è stato imposto sui prodotti della terra e lo stesso (trattamento dovrebbe farsi, per equità, nei riguardi dei produttori e dei negozianti degli istrumenti indispensa­ b ili alla coltivazione.

(6)

650

L'ECONOMISTA 26 A gosto 1017 — Ni 2260.

Gli agricoltori del Cotronese, a mezzo della Commis­ sione che ha l ’onore di rappresentarli presso le EE. VY. si augurano che i loro voti, francamente ed esplicità- mente espressi, trovino pieno accoglimento, essendo gli intenti, che li ha ispirati, comuni a quanti in questa ora storica palpitano per l’ avvenire e la grandezza della

V ITA COMUNALE

Statistica del Comune di Firenze. — Secondo i criteri fissati d a ll’ ufficio di statistica comunale (vedi Bolletti­ no del Comune), la popolazione del Comune di Firenze poteva calcolarsi nel modo seguente :

A l primo Gennaio 1015 243.394 A l primo Gennaio 1916 263.893 Al primo Gennaio 1917 251.809

fra abitanti circa, che si constata tra il 1016 e u 1917, e dovuta essenzialmente alla dimi­ nuzione nel numero di militari di guarnigione, mentre morÌ1 sui ” **1 viene compensata da una corrispondente eccedenza di immigrati sugli emigrati.

E proseguita durante l ’anno 1916 la graduale diminu­ zione nel numero dei matrimoni, iniziatosi fino dal 1912 e che si è poi intensificata :

i 1a911’ "f^ rim on i 1.766 - Anno 1912, matrimoni 1. (39 -— Anno 1913, matrimoni 1.601 — Anno 1914 ma- trimon1 1.554 — Anno 1915, matrimoni 1.113 — Anno 1916, matrimoni 948.

In relazione a questa diminuzione della nuzialità de­ cresce notevolmente anche in Firenze la natalità : 5 122n° T 1' ToV, viv\ .S-005 ~ Anno 1912, nati vivi vivi 247ldA °A1913’ l o f c 1 T1V1 4 839 ~ Anno 1914- D*ti nati vivi 3.55sf ° ’ " 1 V1VÌ 4'547 ~ Anno 1916’ cima <L™lilluzione 8uila natalità del 1912 è del 30 %

d ^ o f o ° rt3Ji tà m,ostra una tendenza a ll’ aumento fino

. *_, Z’. quale anno si era invece rilevato un no­ tevole miglioramento di fronte al piecedente: il suo an­ damento generale dal 1011 è dato dalle cifre seguenti ■

Anno 1911 morti 5.195 — 1912, 4.486 — 1913 4 643 - 1914, 4.751 — 1915. 4.922 — 1916, 5.543. ’

La mortalità del 1916 resulta superiore a quella degli anni precedenti, tonto in cifre assolute quante in cifre relative, contribuendo a tale aumento un certo numero ii! cmòvrf 7 img I .osP€dali cittadini per ferite riportate

(119) e ’ -in- modo cospicuo, l ’alta cifra di decessi avvenuti nei mesi invernali.

La eccedenza degli immigrati, desunta dalle registra- moni anagrafiche, resulta per il 1916 nel modo seguente ■ • Immigrati 6.407 — Emigrati 3.548 - Eccedenza di immigrati 2.859 e cioè in numero di poco superiore a quello del precedente anno (2682).

® auTneniti furono fra il febbraio 1916 e il febbraio 4917 piu notevole che nei precedenti periodi : i massimi rincari nei prezzi all ingrosso si ebbero nel vino (180 <y> ^ L C* rbf n e .d i *leSno (92% ). nello zucchero (% % )■, nel prezzi al» minuto le percentuali più elevate di aumento si rdevano neUe patate (150% ). nei fagiuoli bianchi (1ST ¿)> m i baccalà (134 %) ; nelle uova (105 % ) e nel carbone di legno (100 %).

Il valore sintetico dell’ aggravio complessivo che tali rincari hanno portato al costo medio della vita, può es­ ser calcolato sui consumi di una famiglia operaia scelta come tipo. Facendo uguale a 100 la splsa m ^ ia ^ ttìm a naie di una famiglia operaia di 2 adulti e 3 ragazzi nel me«1*!??^ oiA 1S14’ ÌSle SpeSa resuIta «spressa nei vari tolfi r ^ n 9-1 vPfì“ 1.0 1917 dalIe cifre seguenti :

137 — febbraio 136 — Marzo 136 — Apri- f - - Maggio 145 — Giugno 145 — Luglio 147 — Agosto 150 — Settembre 152 — Ottobre 145 — Novem­ bre 147 — Dicembre 150 — Gennaio 1917, 162.

Una diminuzione si manifesta specialmente nella in­ troduzione del vino ridotto ai due terzi circa di quella dell anno precedente. Alquanto minore fu anche il con­ sumo della carne, vaccina, di quella suina, delle uova

ì * * ? ' ^.introdussero invece maggiori

quantità di latte, di olio, di zucchero e di caffè.

-Naturalmente si deve tener conto nel valutare tali con- sumi medi, di tutte le cause che impediscono un calcolo esatto della popolazione e che specialmente rendono im­ possibile di segnalare l’ influenza esercitata sui consumi generali sopra indicati dagli aggruppamenti transitori f ! J i . w 071? : C°m° Profughi, <teg«nti in ospedali mili- ton, soldati di guarnigione e d i . passaggio

LEGISLAZIONE DI GUERRA

PER L’ENTE NAZIONALE DEI CONSUNI

Come fu annunciato, il « Comitato am m inistrativo degli approvvigionam enti e consum i » si era riser­ vato di com pilare insiem e al Commissario Generale lo schem a dello Statuto p e r il costituendo « E nte na­ zionale dei consum i » onde poi sottoporlo alla di­ scussione ed all'approvazione del Consiglio dei Mi-ilZStlt,

L o schem a di Statuto, com pilato co-mìe sopra è det­ to, e il segu ente :

Art. 1 E costituito un Consorzio autonom o con personalità giu ridica prop ria den om in ato; « Ente Nazionale dei C onsum i.».

1® Sono soci obbligatori :

. . d) Il Com m issariato generale per gli A pprov­

vigionam enti e Consumi;

. , , $) Enti Autonom i dei Consum i creati a sen­ si dei Decreto Luogotenenziale 2 agosto 1916, n. 926 e legalmente riconosciuti.

2° Sono soci facolta tiv i:

c) le Società Cooperative di consum o legai- mente costituite e quelle sorte anteriorm ente al v i­ gente Codice di com m ercio, purché abbiano un n u ­ mero di soci non inferiore a 100;

d\ } e Federazioni e i Consorzi di Società Coope-

lative di consum o che rappresentino alm eno dieci cooperative;

e) le Aziende Annonarie M unicipali; f) gli altri Istituti consim ili.

3° Sono soci aggregati :

g) le organizzazioni e le Società di esercenti

IfuLft- 0CCU.Pa f ° : .s,enza 6Copo di lu cro, di acquisti collettivi e di distribuzione alla popolazione per m ez­ zo dei propri soci.

h w K 2-*-- ! 1 s1ci ^ cui ai num eri 2 e 3 del prece­ dente articolo, che intendano aderire a ll’Ente nazio­ nale, dovranno farne dom anda al Consiglio di

Am-“accoglfmemo. n’Ente’ CUÌ Spetta 11 giudlzi° s ^

Contro la decisione del Consiglio potrà essere prò- dotto reclam o ,al Com m issariato generale per gli pflÌabnm enteamentÌ 6 Consumi che deciderà inap-

I Soci aggregati, pure avendo diritto alla distri-e+m tTC1i n01? Partecipano all’Amministra- zione dell Ente Nazionale.

^ Ar t - ~ L ’ Ente Nazionale dei consum i a vrà sede centrale in Rom a e potrà avere sedi com partim enta-strazioSnerann° detem unate dal Consiglio di Ammini-L ’Ente N a2j 0naIe ,avrà Ja stessa durata consentita agli Enti autonom i dei consum i d a ll’ art. l i del Decreto Luogot. 2 agosto 1916, n. 926

Art. 5. -• L E n te Nazionale ha lo scop

o-a ) di provvedere diretto-amente o-a ll’ o-acquisto e ajjU produzione dei generi, di prim a necessità e di y i - ” 0' non m onopolizzati dallo Stato, per dxc.»ribuirli ai suoi soci di cui all'art. 1,

o) di coordinare e disciplinare l ’ azione dei sin­ goli soci in m ateria di approvvigionam ento e distri­ buzione dei generi, determ inando la sfera d’azione di ciascuno di essi e facilitando lo scam bio di m ere' che vengano da essi direttamente

acquistate-c) di prom uovere la creazione di nuovi Enti

ai consum o nelle regioni dove se ne avverta il bi- sogno;

d) di esercitare un’ azione m oderatrice sui orez­

zi dei generi sum m enzionati. v L Ente non h a intenti speculativi

, f r t .T , n capitale d e ll’ Ente Nazionale è illim i- tato, suddiviso in quote di lire 500 ciascuna

Esso è form ato :

r „ dal contributo dello Stato corrisposto dal C om m issanato Generale per gli A pprovvigionam en­ ti e Consumi, fissato in L ...;

b) dai conferim enti degli Enti A utonom i di

con-risu,to1Hnr,r?mne dt1-,5per Cent0 del ^pitale quate

risulta dall ultimo bilancio approvato o in man

canza di questo, del capitale iniziale accresciuto da- gh apporti delle successive

adesioni-c) dai conferim enti delle Società cooperative

(7)

26 A gosto 1917 — N. 2260. L’ECONOMISTA 651

della somma per esse stanziata nel bilancio com u ­ nale;

e) dai conferim enti di altri istituti di consum o, in ragione del 5 per cento del capitale.

Quando dalla divisione del conferim ento in quote risulti una frazione che sia superiore a lire 250, il socio deve aum entarla sino a form are una ulteriore quota; se invece non risulti superiore, viene abbuo- nata.

In nessun caso il conferim ento può essere in ferio­ re a una quota.

Art. 7. — I conferim enti di cui al precedente arti­ colo sono dovuti u n a volta tanto, all’ atto dell’amm is- sione. Il pagam ento potrà essere effettuato in tre ra­ te bimestrali.

P erò il successivo aum ento del capitale degli isti­ tuti di cui alle lettere 6, c, d. e, di detto articolo im ­ pegna gli istituti stessi al versam ento del correlati­ vo supplemento di contributo che può essere co rri­ sposto in tre rate bim estrali.

Art. 8. — Ogni socio aggregato di cu i al n. 3 del- l’ art. 1 pagherà a ll’ atto d ell’ am m issione una tassa calcolata in ragione di lire dieci per ogni suo com ­ ponente. Questa tassa andrà al fon do di riserva. P er l’ eventuale successivo aumento dei suoi com po­ nenti, è tenuto ad un correlativo pagam ento di tassa. In nessun c a so ,la tassa può essere inferiore a li­ re 500.

Art. 9. — L a responsabilità dei .soci è ristretta ai rispettivi conferim enti.

Art. 10. — S i può perdere la qualità di socio o per recesso o per esclusione.

Il recesso ha luogo nel caso in cui l’Ente associato si sciolga.

L ’ esclusione può essere deliberata dal Consiglio d’ am m inistrazione dell’Ente Nazionale per il so cio :

che abbia perduto i requisiti richiesti per la par­ tecipazione all’Ente;

che sia in m ora coi pagam ehti delle quote di partecipazione;

che danneggi gli interessi consorziali.

Solo in caso di recesso si h a diritto al rim borso del capitale versato in rapporto alle risultanze del­ l’ultim o b ilan cio approvato dall’Ente Nazionale. Tale rim borso l’ Ente Nazionale h a facoltà di effettuare nel periodo di un anno d a ll’ atto del recèsso.

- Art. l i . — Organi dell’Ente Nazionale so n o :

a) l’Assem blea generale dei soci; b) il Consiglio d’ am m inistrazione;

c) il Direttore generale;

d) il Collegio dei revisori dei conti; e) il C ollegio dei P robiviri.

Art. 12. — L’Aàsemblea è costituita dai rappresen tanti dei soci in regola coi pagam enti dellaquote con ferite. I soci aggregati partecipano a ll’Assem blea con voto consultivo.

Ogni socio avrà un solo rappresentante: può farsi rappresentare dal delegato di altro sgfcio.

L ’ Assemblea si riunisce in Rom a, in via ordinaria una volta a ll’ anno entro tre mesi dalla ch iu su ra del­ l’ esercizio e in via straordinaria ogni volta che occo r­ ra a giudizio del Consiglio di am m inistrazione.

L ’ Assemblea è con vocata m ediante avviso da pu b­ blicarsi nella Gazzetta Ufficiale del R egn o e nel g io r­ nale La C ooperazione Italiana) alm eno 15 giorn i p ri­ m a di quello fissato per 1’ adunanza. L ’ avviso per una eventuale seconda convocazione, nel caso che la p ri­ m a non sia valicla per m ancanza di num ero, può es­ sere dato contem poraneam ente a quello della prim a, per un giorno successivo.

L’Assemblea in prima convocazione è valida quan­

do vi siano rappresentati dimeno un terzo dei soci;

in seconda convocazione qualunque sia il numero dei

rappresentati.

Le deliberazioni si prendono a maggioranza di voti.

L’Assemblea è presieduta da un Consigliere di am ­ m inistrazione all’uopo designato d al Consiglio.

Il Presidente dell’Assem blea n om in a un segreta­ rio e — se del caso — due scrutatori.

Art. 13. — L ’A ssem blea:

esam ina ed approva il B ilan cio dell'esercizio, . udita la relazione dei revisori dei conti;

elegge tre mem bri effettivi a fa r parte del Consiglio di am m inistrazione;

elegge due revisori effettivi ed uno supplente per l’esame dei conti dell’esercizio;

elegge due probiviri.

A tali elezioni non possono partecipare i rappre­ sentanti del C om m issariato generale.

Nella elezione dei m em bri del Consiglio di am m i­ nistrazione ogni socio ha diritto di votare soltanto due nomi.

Esprime parere intorno alle questioni sottoposte dal C onsiglio di am m inistrazione e dà voto sulle m o­ dificazioni dello Statuto che il Consiglio intenda di proporre al Governo. ♦

L’Assemblea non nuò deliberare su argom enti che non siano com presi nella com petenza attribuitale dal presente Statuto.

Art. 14. — Il Consiglio d’ am m inistrazione è com ­ posto :

1° Dal Direttore generale nom ihato con decreto del Commissario generale A pprovvigionam enti e Consumi, sentito il Comitato am m inistrativo di cui à ll’ art. 6 del Decreto Luogot. 2 agosto 1916, n. 926; 2° di tre mem bri effettivi nom inati con Decreto del Com m issario generale per gli A pp rovvigion a ­ menti e Consumi;

3° di tre m em bri effettivi eletti d a ll’Assemblea generale, come dall’articolo precedente.

Il Presidente del Consiglio di am m inistrazione è eletto dal Consiglio stesso, fra i tre mem bri n om i­ nati dal Com m issario generale.

I mem bri del Consiglio di am m inistrazione, ec­ cettuato il Direttore generale, durano in carica un anno, m a possono essere riconferm ati. La ca rica è retribuita con m edaglia di presenza stabilita dal Regolam ento.

Le condizioni dell’ im piego del Direttore generale sono fissate dal Com m issario generale.

Art. 15. — I C onsiglieri sono esonerati dall’obbli- go-d i dare cauzione, m a assum ono le responsabili­ tà stabilite dall’ art. 147 del Codice di com m ercio.

Art. 16. — ÀI Consiglio di am m inistrazione spetta : ai) redigere il bilancio annuale da p r e s e n ta i si all’assemblea;

b f deliberare circa i contratti da stipulare nel­ l’ interesse dell’Ente e ratificare tutti quelli che l’ ur­ genza o la convenienza avessero consigliato al Di­ rettore generale di concludere senza il preventivo assenso del Consiglio;

c\ regolare la distribuzione, fra i consorziati,

dei generi, determ inando, eventualmente, i prezzi di vendita al pubblico;

d) stipulare prestiti, sotto qualsiasi form a, e-

mett'ere buoni fruttiferi e com piere ogn i altra o- perazione diretta a p rocu rare a ll’ Ente m aggiori mezzi finanziari;

e) deliberare circa l’ accettazione di libertà a favore d e ll’ Ente;

f)

preparare le eventuali modificazioni allo

statuto da proporsi al Goverrio, sentito il parere del­

l’assemblea generale;

*

g) redigere i regolam enti di esercizio, di ge­

stione interna e quelli per il personale;

h) deliberare sulla istituzione delle Sedi Com­

partim entali di cui a ll’ art. 3;

i) deliberare circa l’ acettazione delle dom ande

di parte;

l) deliberare circa l ’ esclusione di cui all'art. 10

e gli altri provvedim enti d a prendersi contro i soci che non si attenessero alle disposizioni emanate pel funzionam ento dell'Ente;

e, in genere spettano al C onsiglio i più am pi p o­ teri per la gestione ordin aria e straordinaria del­ l’ Ente, com presa la facoltà di transigere e com p ro­ mettere in arbitri anche am ichevoli com positori, e di com piere qualsiasi operazione presso o g n i Uffi­ cio pubblico o privato.

Art. 17. — P e r la validità delle deliberazioni del Consiglio è necessaria la presenza effettiva di al­ meno la metà dei suoi m em bri; le deliberazioni si prendono a m aggioranza di voti.

Art. 18. — Il C onsiglio si riunisce norm alm ente due volte al mese in giorn i fissi -prestabiliti dal Con­ siglio stesso, e straordinariam ente tutte le volte che il Direttore gen erale lo convochi.

Il Consiglio nom ina fin segretario, il quale può essere scelto anche all’infuòri dei suoi componenti.

(8)

653 L ’ECONOMISTA

26 A gosto 1917 — N. 2260.

Art. 20. — Il Direttore generale :

a) h a la rappresentanza legale dell’Ente;

o) attua le deliberazioni del Consiglio d i’ am­ ministrazione;

c) dirige l’azienda, ne sorveglia il buon anda­ mento e prom uove Guanto valga al m iglior raggiu n ­ gim ento dei fini .dell’Ente; - 88

propone al 'Consiglio gli acquisti e i con­ tratti di ogni genere, stipula i contratti già appro­ vati, provvedendo direttamente in caso d’urgenza, o di convenienza salvo a chiedere la ratifica al Con­ siglio;

. e) com pie in genere tutti gli atti di ordinaria am m inistrazione;

f) provvede a ll’assunzione e al licenziamento

del personale;

9) senza dim inuzione della propria responsa­

bilità può farsi coadiuvare dai C onsiglieri in quelle attribuzioni nelle quali creda utile il loro diretto concorso e può delegare ai Consiglieri eletti dal Commissariato funzioni amministrative.

Art. g l. — Il Direttore generale designa il Con­ sigliere di nom ina governativa che dovrà sostituirlo m caso di assenza o im pedimento.

Art. 22. Il Collegio dei R evisori dei conti si com- p° ne dl tre mem bri effettivi e di due membri sup- plenti- due effettivi e uno supplente sono nom inati dall Assemblea generale ordin aria come per l ’ art. i ’ ® uno effettivo e uno supplente sono nominati dal Commissariato generale.

I R evisori decadono dalla carica ogni anno e possono essere rieletti.

II loro emolum ento sarà di volta in volta determi­ nato d a ll’Assemblea generale ordinaria.

Per i R evisóri dei conti si osserveranno le stesse disposizioni degli art. 183 e 184 del Cod. di com m er­ cio in quanto applicabili.

Art. 23. — Il C ollegio dei P robiviri si com pone di tre m em bri; due di essi sono nom inati dall’Assem­ blea com e per l ’ art. 13 ed uno dal Commissariato generale.

Ad essi è deferita la conciliazione delle vertenze ira consorziati e fra questi e l ’ Ente per questioni di carattere consortile nonché per questioni attinenti alla interpretazione del presente Statuto.

.Art. 24. — L ’esercizio dell’azienda si chiude al 30 giugno di ogni anno.

Arf. 25. Gli utili di ogni esercizio sociale saran­ no R ipartiti appresso :

il 20 per cento ,al fondo di riserva fino a rag­ giungere il quinto del capitale;

il 10 per cento ad istituti nazionali di orfani e m utuati di guerra;

il 70 per cento ,al capitale, consortile dando sino al raggiungim ento del 4 per cento sulle quote di partecipazione, la preferenza ai soci di cui alle lettere b. c, d, e, f, d ell’ art. 1.

Se il 70 per cento di cui sopra supera là somma necessaria per dare il 4 per cento a tutto il capita­ le consortile, l’eccedenza verrà per metà erogata m aumento della qu ota attribuita agli Istituti na­ zionali di orfani e m utilati di guerra e per l’ altra metà distribuita ai soci in proporzione degli acqui­ sti da essi fatti presso l ’ Ente Nazionale.

Art, ,26. — A llorquando si debba procedere alla li­ quidazione dell’Ente per qualsiasi causa com presa queRa derivante dal termine della durata fissata nell art 4 del presente Statuto, il Commissariato Generale nom inerà 3 liquidatori determinandone i poteri e i compensi.

Art, 27. — Per tutto ciò che non sia disposto nel presente Statuto si seguiranno le norme di cui al titolo IX del Libro 1° del Cod. di com m ercio in qu an ­ to siano applicabili alla speciale natura dell’Ente hte*011 con ^rac^ cano a d e disposizioni sopra

stabi-DISPOSIZTONI TRANSITORIE

Art. 28. — Su parere del Com m issario Generale per gli A pprovvigionam enti e Consumi saranno am­ messi alla prim a Assem blea i requisiti richiesti dal- 1 art. 1 e che fa ccia n o dom anda di partecipare al- 1 Ente N azionale accettando il presente Statuto e sot­ toscrivendo le quote dovute.

a . i'.^ prim a Assemblea sarà convocata dal C om m issario Generale per gli A pprovvigiona- menti e Consumi con te stesse m odalità stabilite dal- 1 articolo 12.

Consumo del riso e del frumento. — Il commissario ge­ nerale per gii approvvigionamenti e i consumi ha ema­ nato la seguente ordinanza, in data 20 agosto 1917.

Il commissario generale per gli approvvigionamenti e consumi,. veduti i decreti luogot. 16 gennaio 1917 JSt. 76 e 17 giugno 1917 N. 978, considerata la necessità di re­ golare con norme restrittive il consumo del frumento e del riso, udito il comitato amministrativo dispone :

Art. 1. _— E’ vietato utilizzare il frumento a scopi diversi della semina e della produzione di farina di pa­ nificazione e pastificazione e la farina di frumento, il riso e la farina di riso a scopi diversi d eh ’ alimentazio­ ne umana. Queste limitazioni non si applicano ai pro­ dotti avariati riconosciùti non idonei a ll’alimentazione umana.

Art._2. — Le infrazioni alle disposizioni della recente .ordinanza sono punite a norma dell’ articolo 228 del D. L. 6 maggio 1917 N. 740.

Art. 3, — La presente ordinanza entrerà in vigore nel giorno dopo quello della pubblicazione nella » Gazzetta Ufficiale » del Regno.

Denuncia del granoturco. — La « Gazzetta Ufficiale » pubblica il decreto del ministro per l’Agricoltura che stabilisce che tutta La quantità di granturco del raccolto 1917 è soggetta all’ obbligo della denunzia. Nei fondi a conduzione diretta il proprietario, l ’ affittuario o il col­ tivatore deve denunziare l ’ intera quantità raccolta ; nei fóndi a mezzadria e comunque a colonia parziaria o soggetti a canone tanto il proprietario o i ’.arnttuarìo o l’enfiteuta, quanto il mezzadro o colono o coltivatore, debbono denunziare separatamente, la parte che a cia­ scun spetta. Nella- quantità denunziata deve compren­ dersi anche la parte destinata al semento e quella cor­ risposta ad altre persone per la trebbiatura o per qua­ lunque altro titolo. La, denunzia, deve essere fatta en­ tro cinque giorni dalla compiuta trebbiatura e comun­ que, se la trebbiatura venisse ritardata, non oltre venti giorni dopo il raccolto. In quest’ ultimo caso la denuncia sarà fatta in base ad una valutazione approssimativa con l’ obbligo però di rettificare la denunzia stessa appena eseguita la trebbiatura. Chi conduce o possiede o coltiva più fondi dette fare la denuncia di mano in meno che scade il tempo prescritto dall’avvenuta trebbiatura o raccolto in uno o più dei fondi stessi. Chi fa più “denun­ zie deve- cTstinguérle con un numero progressivo. La denunzi,a deve esseie scritta su apposito modulo e con­ tenere le indicazioni dal decreto stabilite. Chi riceve la denunzia ne deve rilasciare ricevuta e l’ indicazione della quantità denunziata. Le denunzi© originali ascompagna­ te da un riepilogo devono essere trasmesse il primo ed il 16 di ciascun mese alla commissione provinciale di re­ quisizione cereali. Non è ammessa altra prova della av­ venuta denunzia che quella della ricevuta scritta. Ohi contravvenga, alle disposizioni contenute nel decreto è punito ai sensi degli articoli 1, 2 e 3 del D. L. 6 mag­ gio 1917.

Requisizione e commercio dei fagiuoli. — Il commis­ sario generale per gli approvvigionamenti e per i consu­ mi, veduti i decreti reali 16 ¡gennaio 1917 N. 76, 26 apri­ le 1917 N, 681, 17 giugno 1917 N. 978, ritenuta la ne­ cessità di infrenar© l ’aumento del prezzo dei fagiuoli, or­ dina, in data 20 agosto 1917 :

Art. 1. — Per le eventuali requisizioni dei fagiuoli secchi da praticarsi per i bisogni dell’esercito e della popolazione civile, è fissato il prezzo massimo di lire 130 al quintale per merce a magazzino del detentore. Detto prezzo massimo di base' varrà anche per la compr&ven-^ dita aR’ ingrosso fra i privati.

Art. 2. — I contratti di compravendita, a ll’ingrosso conclusi a prezzi superiori a quello di calmiere che, alla data del seguente decreto, non siano stati eseguiti, e per la parte non eseguita, avranno vigore al prezzo di calmiere.

Art. 3. — Doloro che stipuleranno la compravendita di fagiuoli secchi, a ll’ingrosso, al prezzo superiore a quello massimo fissato nell’art. 1 saranno puniti a nor­ ma. del decreto reale 5 maggio 1917 N. 740.

Art. 4. — La presènte ordinanza entra in vigore dal giorno della pubblicazione nella. « Gazzetta Ufficiale » del Regno.

In qualsiasi comunicazione i signori abbonati

fa ra n n o cosa cortese d i aggiungere la fascetta

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