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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2241, 15 aprile

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G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

s c i e n z a e c o n o m i c a f i n a n z a, c o m m e r c i o, b a n c h i, f e r r o v i e, i n t e r e s s i p r i v a t i

Anno XLIY - Vol. XLYIIÏ

Firenze-Roma, 15 aprile 1917 { S f

% m lo rtZ ^ T 013

N. 2241

Per l’anno 1917 l’E con om ista continuerà a d usci­ re con otto pagin e in più, c o m e p er l’an n o d e ­ corso. Il continuo a ccrescersi d ei nostri lettori ci dà affid am en to sicuro c h e, cessa te le difficoltà m ateriali in cui si trova oggi tutta la stam pa e d in s p e c ie la p eriod ica, per effetto d ella guerra, p o ­ trem o portare am pliam en ti e m iglioram enti al n o­ stro p eriod ico, ai quali già d a lungo tem p o stiam o atten d en d o.

I l p rezzo d i ab b o n am e n to è d i ! .. t v a n n u e a n tic ip a te , p er l ’I ta l i a e C o lo n ie. P e r l’E s te r o (u n io n e p o sta le ) I.. * 5 . P e r g li a l t r i p a e s i si a g g iu n g o n o le sp ese p o s ta li. U n f a s c i­ colo sep a ra to !.. I .

S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA.

Ancora sui cambi.

Emigrazione per gli S ta ti Uniti. Le spese del P alazzo del Parlam ento. Assicurazione sugli infortuni agricoli.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Sistema decimale e sistem a m onetario inglese — Movimento delle Società per azioni nel 1916 — Commercio italiano nel 1916 — Assistenza civile.

RELAZIONI DELLE BANCHE.

Banca d’ Italia : Relazione del D irettore Generale sulle ope­ razioni fatte dalla Banca durante l ’anno 1916 — Banco di Napoli ; Esposizione del Direttore Generale nell’adunanza del Consiglio generale del 31 marzo. 1917.

LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Protezione e assistenza invalidi — Sistem azione forestale e bacini montani — Spese di spedalità.

PENSIERO DEGLI ALTRI.

Esportazione e disoccupazione in rapporto a lle provviste d i carbone

L. Einaudi — L a rifo rm a tributaria delVon. M eda, M, So l e k i.

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

Consiglio dell’emigrazione — Commercio del caucciù — Imprese commerciali e industriali al Giappone — Le seterie agli Stati Uniti — Commercio e Finanza del Chile nel 1916 — Monete divisionarie di guerra — Industria di pellami in Siberia — Conser­ vazione di ricchezze nazionali agli Stati Uniti — Esportazione di automobili am ericane — Automobili negli Stati Uniti — Com­ mercio della Spagna — Casse di Risparm io Russe. — Premi e rischi di guerra in navigazione.

Situazione degli Is titu ti di Credito m o b iliare, Situazione degli I s tit u ti di em issione I ta lia n i, Situazione degli I s tit u ti Nazio­ n a li E s te ri, Circolazione di S tato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro ita lia n o , Tasso dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italian o , R iscossion i doganali,Riscossione dei tr ib u ti n e ll’ese r­ cizio 1911-15, Commercio coi p rin cip a li S ta ti nel 1915, Espor­ tazioni ed im portazioni riu n ite , Im portazione (per categorie e per m esi), Esportazione (per categorie e per m esi). Prodotti delle Ferrovie dello Sta to , Quotazioni di valori di S tato

ita lia n i, Stanze di compensazione, B orsa di Nuova York, Borsa di P a rig i, B orsa di Londra, Tasso per i pagam enti dei dazi do­ g an ali, Tasso di cambio por le ferrovie Ita lia n e , Prezzi del­ l ’argento.

Cambi a l l ’Estero, Media u ffic ia le dei cambi a g li e ffe tti d e ll’a rt. 89 del Cod. comm., Corso medio dei cam bi accertato in Rom a, R i­ v is ta dei cambi di Londra, R iv ista dei cambi di P a rig i. In d ici economici ita lia n i.

V alori in d u striali. Credito dei p rin cip ali S ta ti.

Numeri ind ici annuali di varie unzioni.

L ’Economista p u bb lica ogni anno integralm ente

le relazioni degli Istituti di E m ission e d elle m ag ­ giori B an ch e di credito M obiliare.

I m anoscritti, le p u bblicazion i p er recen sioni, le com unicazion i di red azion e d ev o n o esser dirette all’avv. M. J. d e Johan n is, 56, Via G regoriana, R om a.

PA R T E ECONOMICA

ANCORA SUI CAMBI

Siamo per credere che quanti, durante gli ultimi mesi, ebbero a scrivere sui cambi e a deprecare il loro inasprirsi, possano altresì avere seguito il fe­ nomeno del loro pronto e sensibile addolcimento parallelo al giungere della notizia che la Confede­ razione Americana si unisce all’Intesa per la guer­ ra e quindi viene a porgere il suo concorso morale ed il suo aiuto materiale, una parte del quale con­ sisterà nell’apertura di crediti per alcuni degli Stati stretti dal patto di Londra.

Per la prima volta dal 4 ottobre 1916, la lira sterlina a Parigi, il 31 marzo abbandonava il corso di 27.79 per scendere in quattro giorni a 27.59 1/2, e cioè migliorava di venti punti. 11 dollaro pure sulla stessa piazza, dopo sei mesi di stabilità, da 5.83 1/2 veniva in appena quattro giorni offerto a 5.79 1/4.

In Italia i cambi hanno proporzionalmente risen­ tito del movimento e, abbandonato del tutto l’an­ damento ascenzionale che costantemente seguiva­ no da qualche mese, hanno di subito presa decisa piega discendente ed ancora continuano, salve lie­ vi oscillazioni, a guadagnare qualche punto, come si rileva dagli specchi dei cambi che pubblichia­ mo regolarmente nel nostro periodico.

Tutto ciò, è bene notare, è avvenuto senza che ancora l’America abbia posto mano ad un suo in­ tervento attivo; bensì si è avverato soltanto perchè già i mercati europei scontano le favorevoli dispo­ sizioni americane verso l’Intesa.

Tutto ciò, è bene ancora notare, è avvenuto sen­ za che le numerose cause che sono state date cia­ scuna come determinante specifica dell’inaspri­ mento, sieno state in alcun modo eliminate : anzi alcune di esse continuano, per ineluttabile forza di cose, ad accresce il loro peso, se mai nel senso che è stato da alcuni giudicato come il più pregiu- dichevole per il corso dei cambi.

Molti dei nostri lettori ricorderanno di aver letto or non è molto, espressioni recise del tenore delle seguenti :

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338 L ’ECONOMISTA 15 aprile 19 1 7 - N. 2241

Ora, senza voler negare efficacia alla abbondan­ za della circolazione nella questione dei cambi, effi­ cacia non assoluta, ma relativa in quanto sta solo in concorso con altri coefficienti per noi preponde­ ranti, ci vien fatto di domandare come mai si può conciliare che un fatto così lontano e così remoto ancora, come la partecipazione finanziaria dell A- merica del Nord, abbia potuto rimuovere e far in­ dietreggiare tanto sensibilmente quella stabilità di asprezza che era attribuita all enfiagione cartacea, quando questa non solo permane in tutta la sua presunta potenzialità, ma forse anzi, nello stesso istante, ha superato, sia pure di lieve cosa, i li­ miti preesistenti? Evidentemente la forza attribuita alla causa di cui discorriamo, è di gran lunga in­ feriore a quella che sprigiona dalla semplice spe­ ranza di una apertura di credito afl’estero, il quale certo non è per niente direttamente connesso col­ l’ampiezza della circolazione.

Nei recenti mesi decorsi si è anche e ripetuta- mente scritto esservi l’impressione che il mercato dei cambi in Italia fosse lasciato andare alla de­ riva, senza che l’opera di una mano regolatrice, ferma al timone, si facesse sentire. E questa gra­ tuita affermazione, non suffragata da prova alcu­ na, ha trovato ampia eco in tutte le gazzette ed i periodici, per trasformarsi quasi dovunque in una proposta di cui non siamo mai giunti a compren­ dere il vero valore : la costituzione di un monopo­ lio dei cambi, di un istituto nuovo che dovesse ac­ quisire, anzi addirittura requisire, i cambi per re­ golarne la distribuzione : quasiché la monopoliz­ zazione o la requisizione fossero atti a diminuire le scarsezze di una merce p fossero mai valsi ad impedire le riserve e gli accaparramenti!

Ma anche per costoro è venuta oggi la risposta : il rimedio migliore e più efficace per arrestare lo inasprirsi dei cambi e determinarne un apprezza­ bile addolcimento stava, come abbiamo sempre sostenuto, nella possibilità di poter avere del cre­ dito all’estero per poter essere in parte affrancati dalla esiguità della divisa estera, onde pagare ciò che dobbiamo acquistare nei paesi dove acquistia­ mo più di quanto non possiamo pagare con altra merce.

E che ciò fosse rimedio specifico, lo dimostra il fatto che anzi tempo prima che ogni credito ci Venisse aperto e senza che se ne conoscano nè le misure, nè le condizioni, i cambi si sono addol­ citi, perchè si è soltanto pensato che una opera­ zione di credito era possibile.

Noi crediamo che altri benefici effetti avremo, quando l’operazione sarà compiuta, senza per que­ sto che si debba perdere di vista tutte le altre cause concomitanti pel deprezzamento della moneta, le quali potranno cessare la loro influenza solamente allora quando i nostri commerci, la nostra circola­ zione, le nostre finanze, ecc. ecc., andranno avvi­ cinandosi ad un andamento normale.

Emigrazione per gli Stati Uniti.

Nonostante ili veto preisd-deinziiafe, ila Camera e il Senato d egl Stati Uniti hanno approvato il bill suiriininiigrazi onie,, in, forza die! quale dal- 1° maggio in poi non potranno- più sbarcare al suolo ameri­ cano- immigranti che non sappiano leggere © scri­ ver©.

Il voto <M1’Assemblea, repubblicaaa dichiara, un­ desirables, gli ospiti, che- non abbiano contratto-con l'alfabeto 1-a famigliarità im-inimo-ilegàle richiesta dalla nostra licenza dii proscioglimento e respinge coirne -elementi dannosi all'ordine ed al livello dii di-viltà del Nuovo Continente le turbe di lavoratori che approdando alle banchine di New-York, di Bal­ timora o di Filadelfia, non si siano- prima messe in regola con il maestro element ire. E poiché codesti lavoratori sono o cinesi o italiani, ecco che il prov­ vedimento- si rivolge contro dii noi, e viene a inflig­ gere agli italiani una dolorosa umiliazione.

11 problema deiris*- urione pc f-clart. che, in ulti e I mezzo secolo- di vita nazionale-, non è mai stato con- ! sidlerato -con 1-a serietà e con i mezzi indispensabili involge S-a scoraggiante percentuale di analfabeti, che conta tuttora il nostro paese. E' noto, che a tutto il 1912, l’Italia .spendeva -per la istruzione ele­ mentare- ap-pena L. 2.47 per abitante, mentre- l’In- gMltenra, a-d esempio, spendeva L. 11.87, e la pìc- c-oilia Svizzera L. 13.15 per abitante. E ’ noto che la famo-sia legge- Banco-Ore-diaro, dovuta alla energia dell’attuale capo di Gabinetto dei Ministro all’Inter- n-cn, comm. Corràdimi, di quale quasi la impose, se applicata in tutte le sue parti avrebbe potuto -risol­ levare notevolmente le so-rtli della sc-uoìa -popolare, è rimasta lettera morta, e, per difetto di mezzi fi­ nanziari, non ha potuto trovare applicazione nelle sue disposi,zioni più benefiche. Di modo che, -se oggi il bill d-e-1 Nord America agguaglia in un-o stess-o -rango il coolie ••in.isi al lavoratore italiano, se oggi la massa lavoratrice -italiana dle-ve subire con il coolie cinese il bando dal suolo- american-o, bisogna chiamare responsabile di eie la politica del passate ch-e non ha saputo riscattare il pòpolo dalla morti­ ficante servitù dell’analf abeti sino.

Vogliamo osservare inio-ltne-, ohie-, s-e 'ili bill -entre­ rà realmente in vigore, come è lecito presumere, da­ te le norme di Diritto Pubblico interno vigenti nell-a Confederazione del Nord-America, all-a fine della guerra avremo un nuovo elemento dii perturba- zii-onle nieilla nostra <ec omo-mia. La di-soocup-azio- ne-, eh,e seguirà -immediatamente a©a guerra, per la chi,usura, degli stabili-m enti- militari, per ili ri­ torno alle opere civili degli attuali combattenti, sa­ rà particolarmente inasprita dalla chiusura del mer­ cato americano. Già si pensai di ricorrere all’emi­ grazione europea, specie in Francia, dove i vuoti umani fatti dalla guerra pare sia-no più sensibili che altrove; ma a parte ogni considerazione d’indole più complicata, è assai discutibile ohe la richiesta francese, per quanto accresciuta dall’esigenza di do­ ver costruire tutto ciò ch-e la guerra ha distrutto, po-ss-a -assorbire tutta l’offerta di pandidati all’emi- graziome, i quali dovranno trovale altre direzioni facilmente intuibili per trovare- co li-oc amento.

Le spese del Palazzo del Parlamento.

La -relazione dell’on. N-avla, Cesare per la Giunta, ge­ nerai© dell- B'iiancikXlsuill disegno dii, legge « Conversión© in legge dal dewrleitio liuagoten-enzlilal-e-11 novembre 1915 c-hle autorizza Ila- maggiore spesa dii lire due milioni per i lavori del Palazz-o dii, Montecitorio in, Roma » rileva che 1-ai Giunta generane- del Bilancio in parec­ chie o-e-caisioui ha richiamato Tattenzi-o-ne della Ca­ mera -siu-liT enorme divario che- si verifica costante- mieinte Ara il preventivo di -spesai die illa opere-pr-opostie ai 1 '-approvazione dei Parlamento' ed i-1 1-o-ro costo ef­ fettivo. La Giunta- h,a lamentato che anche le su-c- oessiv© domande- dii fondi per dette opere si faccia­ mo quasi sempre in modo frammentario. Ne- vieine che il Palr,lamento si trova/ costretto, volente o n-o- lenito, a -dover concediere gli ulteriori fondi neces­ sari; non potendosi -evidentemente lasciare a metà

u ji edificio -ch-e- è già costato- ali"Era-rio parecchi mb

liionli e che- è richiesto dai pubblici -servizi.

Tutto questo deplorevole isiistema, che, scrive- la re­ lazione, -sii -rivolgie- in ultima analisi in un,a specie dii coartazione della libertà di giudizio e d;i delibera­ zione del Parlamento, la quale è lesiva dei -diritti dell Parlamento- stesso-, -ha trovato, pur troppo qual­ che voltai ctoinsenzliente lo stesso potere- esecutivo, il quale- vedeva, nella atten-u-aizi-one dai preventivi, una maggiore facilità -di varamento di- diate, proposte-; ma malilla maggior parte -dei casi, ©sso è dovuto alla poca oculatezza -e diligenza dlegl-i uffici ed enti tecnici, c-he sono -chiamati a compilare i preventivi di sp-esa delie opere- pubbliche o-ppure- a controllarli.

Nell’un, c-ais-o e nell'altro vi è quindi un vizio che bisogna assolutamente -eliminare, per la sincerità della vita politica e- per i-1 re-tto funzionamento della pubblica amministrazione.

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15 aprile 1917 - N. 2241 L ’ECONOMISTA 339

nuovo Palazzo .e cito ammontava a lire 6.500.000, e la d ira (Ml’effettivo casto che si presume oggi di L. 30 milioni, cifra questa però che non si è nemme­ no sicuri ¡abbia. a rappresentare la spesa definitiva necessaria.

La dosa è tanto grave che la Sotto Giunta dei la­ vori pubblici nominò una Commissione composta degli on. Ancona (che cessò di fam e parte quando fu assunto a Sottosegretario dei trasporti), Gallami e del relatore on. Nava, perchè si occupasse di ri­ vedere tutta la spinosa materia.

La relazione illustra quindi i precedenti che por­ tarono alla esecuzione del progetto' Basile che da un preventivo di L. 2 milioni ritenuti necessari per gli espropri, giunge oirá a L. 6.758.054. Quanto al proget-, to dii esecuzione die! nuovo' Palazzo, la spesa era. determinata in L. 5.000.000.

Il Consiglilo. Superiore dei lavori pubblici preso in esame il progetto edi il relativo preventivo riscon­ trava delle forti deficienze nelle previsioni. La revi­ sione del preventivo di spesa da parte degli organi tecnici dello Stato, portò ad un aumento dell’importo' della spesa presunta, nientemeno che a L. 14.000.000, e cioè ad oltre ili doppio della somma autorizzata dal Parlamento'. Nonostante tale gravissima consta­ tazione i lavori furono continuati e non si rese edot­ to il Parlamento dell’enorme errore di previsione e non si richiesero' i nuovi ingenti fondi indispen­ sabili che dopo tre anni, a lavori avanzati e preci­ samente nel 1909. I fondi furono accordati e dai 6.500.000 iniziali della legge 1904, si è arrivati grado per grado a L. 21.000.000 di stanziamenti autoriz­ zati, e purtroppo non rappresentano che due terzi circa dal fabbisogno effettivo.

La relazione riporta quindi il quadro nel quale .sono esposti i dati dlel preventivo e quelli del costo effettivo, ed' osserva: il confronto tra le cifre è trop­ po eloquente nella sua enormità perchè non si deb­ ba ¡ammeittiere che din tutta questa faccenda dal P a­ lazzo di Montecitorio vi siano stati errori fondamen­ tali dii metodo, inosservanze deplorevoli, delle cor­ rette norme amministrative e gravi negligenze nei controlli. La Direzione dei lavori spiega e in parte cerca di giustificare Tenorme ' aumento della spesa, mia la Giunta osserva, che molte delle ragioni tecni­ che addétte a titolo di giustificazione si riferiscono a fatti i quali erano perfettamente noti o prevedibili in sede dì preventivo © che avrebbero potuto quindi essere valutati allora se si fosse usata maggiore ocu­ latezza © diligenza dia parte di clhi compilò la pre­ visione di ¡spesa, e dia. parte dii cihi aveva il dover© dii controllarla.

Eira dovere d'eirammimistraziome dfi. far riformare o di riformare essa stessa dii ufficio l’errato preven­ tivo mettendolo' in relazione colle esigenze dì deco­ ro dell’edificio e di chiedere preventivamente la ne- cessurfe autorizzazione per la maggiore spesa indi­ spensabile. E’ questo il difetto dii metodo tecnico am­ ministrativo che ha inquinata l’attuale, come molte altre costruzioni .pubbliche in Roma, e che contrasta coi diritti del Parlamento. Il Parlamento deve ave­ re la piena libertà di esame e di deliberazione circa le, proposte eh© gli vengono presentate, e non essere costretto', in causa di errori, o di negligenze, o di reticenze del potere esecutivo, o degli organi ammi­ nistrativi ad accettare ì fatti compiuti.

E ’ indispensabile, se si vuole veramente porre ri­ medio al male lamentato, venire una buona volta ald una razionale riforma dei corpi tecnici dipenden­ ti dal Ministero dei Lavori Pubblici e degli organi d:i contrailo; ad! innovazioni sostanziali dei contratti di appalto e degli istituti eh© sono ad essi concessa ed alla determinazione delle singole responsabilità, d.i ministri e di funzionari, e deii modi atti a met­ tere in essere le responsabilità stesse.

Sènza di ciò, le lamentarne e le proteste dovranno fatalmente ripetersi, ma non. avranno che il valore di accadèmie, le quali non risolvono nulla.

E poiché la Giunta del Bilancio è fermamente con­ vinta della necessità di quelle riforme e del dovere per intanto di stabilire le responsabilità inerenti al caso che ci occupa, propone alla vostra approvazio­ ne il seguente ordine del giorno:

« La Camera invita il Governo:

a ) a ricercare e stabilire le responsabilità, d’o- gni genere, relative alla maggiore spesa per il nuovo Palazzo di Montecitorio;

b) a presentare entro sei mesi proposte concrete di riforma degli organi tecnici ed amministrativi, e delle norme reLative ai contratti di appalto, eh© val­ gano ad impedire il ripetersi dei fatti più volte la­ mentati i quali sono di grave pregiudizio per l’era­ rio e per il retto funzionamento amministrativo del­ lo Stato ».

E dopo ciò, conclude il relatore, alla Giunta non. resta che di invitarvi, nonostante, i ragionamenti e le proteste fatte, ad approvare il nuovo stanziamen­ to, poiché così vuole ormai la necessità delle cose, e tale stanziamento era indispensabile ¡per la conti­ nuazione dei lavori relativi alla nuova aula: non essendo evidentemente consigLiàbile, allo stato della costruzione, la sospensione deii lavori .stessi. Essa però esprime il voto che altre autorizzazioni dii spe­

sa non vengano concesse se non in base ad un nuo­ vo rigoroso preventivo di spesa; e che nel frattempo .si studino tutte le economie possibili, le quali non siano in contrasto con quanto fu già eseguito e col decoro della nostra sede.

Assicurazione sugli infortuni agricoli

Durante Fattuale discussione del bilancio, dell’A- giricoltura, ed anche a proposito dell© mozioni sul lavoro agricolo, alcuni oratori hanno accennato al- Fopportunità di addivenire adì una .sollecita appro­ vazione ed1 .attuazione del principio della assicura­ zione obbligatoria degli infortuni sul lavoro nella agricoltura.

Taluni hanno consigliato ciò a soddisfazione di un’antica domanda dei. lavoratori dei campi; altri hanno invocato il provvedimento', nell’ara attuale, come un segno dii gratitudine della Nazione per I cruenti inestimabili servigi resi alla causa italiana dalia class© dei contadini, ©sposti al cimento ei im­ molati in numero ben maggior© di ogni altra cate­ goria di cittadini.

La prima proposta di legge per l’assicurazione de­ gli infortuni dleii lavoratori agricoli fu presentata .al Senato, e da questo presa 'in consdderazoine, fin dal 31 gennaio 1907. Tale proposta stabiliva l'obbliga- torìetà dell’assicurazione per parte dei padroni, e- stesa a favore di tutti i contadini e contadine sta­ bilmente o tem poraneam ente adibiti a lavori agri­ coli, entro i limiti di ©tà compresi fra i 13 e i 70 ¡anni.

In rapporto a tali assicurazioni i terreni venivano a essere ripartiti in cinque categorie, ognuna delle quali era sottoposta a un©’ speciale premio unitario di assicurazione, e cioè :

terreni irrigui e terreni coltivati a ortaglia a scopo di speculazione L. 1.10 (per ettaro);

terreni a coltura L. 0.90 (per etta.ro); terreni a terzo L. 0.70 (per ettaro); castagneti e boschivo. L. 0.40 (per ettaro); pascoli alpini L. 0.20 (per ettaro).

Il progetto Conti contemplava il caso di morte © di inabilità permanente assoluta, indennizzandola con la somma di lire 2500; e prevedeva pure il caso della inabilità parziale temporanea, decorrente dal terzo giorno di malattia, e compensata con lire una ai giorno per i. celibi e con lire 1.50 per gli am­ mogliati.

Era pure prevista lia 'Costituzione di un Collegi© di arbitri circondariale per le controversie relative

agli infortuni agricoli,.

I proprietari tenuti all’assiourazione potevano riu­ nirsi in Consorzio o in Sindacato o formare una Cassa mutua.

Un nuovo progetto, accompagnato dia una elabo­ rata relazione fu presentato, nel febbraio 1910, allo esame del Consiglio superiore, del Lavoro, che ap­ provò le seguenti conclusioni :

« 1. — L’istituzione d e l’obtoligo' dell’assicurazio­ ne oontro gili infortuni del lavoro in agricoltura a mezzo di una legge speciale.

« 2. — L’assicurazione deve estendersi a tutti i lavori agricoli e per conseguenza tutti i lavoratori della terra devono essere assicurati.

« 3. — Inclusione nella legge suU’assicurazion© infortuni agricoli di tutti gli articoli della legge su­ gli infortuni del lavoro industriale che, con oppor­ tune modificazioni, ad essa possono adattarsi.

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340 L'ECONOMISTA 15 aprile 1917 - N. 2241

« a) deve stare a carico totale del proprietario trattandosi di fondi coltivati ad economia;

<( b) deve ripartirsi in diversa misura, ma sem­ pre con una parte prevalente a carico del propriet-a- rio, nei fondi a mezzadria, colonia .parziaria, ecc., e nelle affittanze, dove i fittabili coltivano la terra eolie soie loro braccia; . .

« c) deve stare a carico dei fittabili nei fondi affittati. I proprietari saranno -responsabili delFos- senvaniza d-ella legge da parte dei fittabili.

(( 5. _ Circa gli infortuni da indennizzarsi si li­ miti per ora rassicurazione- ai casi di morte e di inabilità permanente, con riserva di ulteriori -studi sulla -este-n-si-on-e ai casti di inabilità temporanea di lunga, durata; facendo voti che si-an-o esclùsi gli in-^ fortumi che danno luogo a inabilità di breve durata — isalvo determinare quali siano- quelli più gravi, fra questi ultimi, che debbano essere compresi nella assicurazione, con parità di trattamento' per le in­ dustrie e per Tag-ri,coltura. In ogni caso saranno compresi quelli ch-e- causano la perdita di un terzo del -periodo deilila, durata della lavorazione.

« Gli infortuni esclusi dalia -assicurazione debbo­ no essere compresi n e 11’ass tour a z i ori e malattie, la quale verrà organizzata su basi speciali e compren­ derà tutte le infermità n,on contemplate dall’assicu- raziane infortuni.

« 6. Le indennità sono stabilite nelle seguenti somme fisse :

Uomini Donne Fanciulli

morte ... 2000 1000 500 -p-er invalidità perma­

nente assoluta . . • 2500 1200 1200 « Alla vedova capo di famiglia saranno dovute le stesse indennità che a-gli uomini.

<c E ’ ab-o-lito Tobbligo della tenuta dei libri paga e matricola.

« 8. — Premio da stabilirsi in ragione deU’esten- Sionei del terreno e della coltura.

« 9. — Circa la qu-esti-one d-ell’assicurazione li­ bera o di Stato, il Consiglio n-on ha preso alcuna de­ cisione, non ritenendo' conveniente decidere allo sfa­ to degli studi. Raccomanda però -che nel caso che s.i ammette 'Rassicurazione- libera si abbia Tintervento dello Stato, c-on quote integratrici, per aiutare i pic­ coli proprietari a sostenere il carico ».

E’ sperabile che- i-1 Governo- senta finalmente il bi­ sogno di d-are alcunché di tangibile a coloro ch-e tanto hanno dato di sé stessi allo Stato e alla Na­ zione; e presenti una concreta p-ropostai di legge da tradurre in atto non appena la guerra ci abbia dat-a la sospirata vittoria.

Al Congresso delia Società degli Agricoltori Ita­ liani, il doti Mario Ca,salimi ha trattato i’impo-rtan- t-e questione, esaminando nelle loro linee generali i diversi progetti presentati alla Camera -e al Se­ nato.

Scartato senz’altro l’obbligo del proprietario di as­ sicurarsi alla Cassa Nazionale Infortuni, ©gip ha sostenuto la convenienza di attuare rassicurazione a mezzo dii Consorzi lo-oali a basi mutue, nei quali abbiano rappresentanti an-ch-e i lavoratori della, t &ITcl

Hanno partecipato alla discussione l’avv. Fonta­ na, Fon. SàoM-Legnani, l’on. Go-ttaf-avi, Fon. Oi.acci, -il comm. Ferrari.

In ultimo si è proposto di affermare -in un ordine del giorno il voto di massima per la presentazione della legge per Tassicuraziiorae infortuni su l-lavoro agricolo, lasciando Pesame dalla forma di organiz­ zazione e deill’assi-curazioine ad -apposita riunione da indirsi d-al Presidente quand-o sarà noto il progetto

dìi legge governativo. _____

l^ O T E ECONOM ÌCHE E FINANZIARIE

b-azione che un cambiamento di sistema monetario genera inevitabilmente nel periodo di transizione, converrebbe di adottare- cornei base del nuovo siste­ ma. qualcuna delle unità monetarie già in uso1 nel presente sistema inglese-. Di queste- (sterline, mezza, sterlina, scellino, danaro- ecc)., quelle adoperate più frequentemente dalla massa della popolazione nelle transazioni quotidiane, e nelle quali la gente mi­ nuta fa i suoi calcoli mentali, sono lo scellino ed il denaro. Nel nuovo sistema si dovrebbe quindi pren­ dere per unità fondamentale- lo scellino, oppure una unità nuova -del valore di 10 degli attuali denari.

Il sig. Parsons scarta la seconda soluzione e co­ me unità fondamentale del nuovo sistema, mone­ tario decimale preferisce Fattuale scellino. Lo- scel­ lino preso come unità fondamentale- avrebbe fra l’altro il vantaggio che i suoi multipli e sotto-mul­ tipli decimali sarebbero in moliti casi equivalenti esatti delle monete- in corso nell’attuale sistema duo­ decimale -e dei loro multipli e sottoni-u-1 tip-li, come si vedrà avanti.

Il -sig. Parsons propone la coni azione' delie mo­ nete seguenti:

1. — Monet-e- da uno scellino (m argento). Scrit­ to 1,00. Equivalenza: 12 denari, 24 m-ezzi denari, 48 farthings, 2 pezzi da 6 denari, 4 pezzi da 3 -denari.

2. _ Moneta da 50 cetnte-sirni ( in argento). Scrit­ to 0,50. Equivalenza: esattamente la moneta attuale da 6 denari, 6 pezzi da 1 denaro, 12 mezzi 'denari, 24 farthings, 2 pezzi da 3 denari.

3. _ Moneta da 25 centesimi (in n-iche-l). Scritto 0,25. Equivalenza: esattamente la mone-ta da 3 de­ nari, 3 pezzi da 1 denaro, 6 mezzi denari, 12 far­ things.

4. _ Moneta da 10 centesimi (in nichel). Scritto 0,10. Equivalenza : denari 1 1/4.

5. — Moneta da 5 centesimi (in nichel). Scritto 0,05. Equivalenza: 5/8 in dieri-ar.oi. /

6. — Moneta -da 2 cientesim-i (in rame). Scritto 0,02. Equivalenza : 1/4 denaro.

7. — M-on-eta da 1 centesimo (in rame). Scritto 0,01. EquivaLenzia : 1/4 d-i denaro.

Denari Centesimo di scellino Denari

l i ! — 0.02 = 1,4 1|2 0,04 = 1|2 1 — 0,08 = 1 2 — 0,17 = 2 3 — 9,25 = 3 4 — 0,33 = 4 5 :

--

0.42 = 5 6 — 0,50 = 6 7 ■

--

0,58 = 7 8 0,67 = 8 9

--

0,75 = 9 10 = 0,83 = 10 11 = 0,92 = 11

Sistema decimale e sistema monetario inglese. — E’ noto come- durante Fattuale guerra si sia, mag­ giormente accentuato in Inghilterra, il movimento in favore- della adozione: del sistema- decimale per. pesi, misure © monete. Nel periodico- « The Electri­ cian » del 29 dicembre ultimo è stato- pubblicato un -articolo- del signor Parsons sulla questione par­ ticolare della applicazione del sistema decimale- a.1 sistema monetario1.

L ’autore parte- dalla considerazione che-, allo sere | pò di ridurre al minimo la confusione ei la pertur-1

Le nuove monete in nichel si potrebbero fare oblunghe, si-a per evitare che vengano- confuse con quelle d’-argeinito, sia per facilitare 1-a loro confezio­ ne in rotoli. Le monete da 2-5-10 e 20 scellini rimar­ rebbero come sono ora.

Movimento delle Società per azioni nel 1916. — Dalla rivista, delle Società commerciali, organo :del- FAssociàzion-e per le- Società italiane per azioni, ri­ leviamo che n-el 1918 il -movimento delie Società per azioni in Italia rappresentò un maggiore investi­ mento di capitali al. netto delle -dimmuaionii di lire 470 milioni. E questa cifra, -risulta maggiore quando si consideri che nelle diminuzioni som-o compresi i 75 milioni di svalutazione del capitale del Bianco di Roma ohe, sebbene giuridicamente accertato in que*- sto 'periodo si verificò effettivamente in un periodo anteriore a l a guerra: non, mettendo in -conto- questa cifra La somma dei, nuovi investimenti al netto, ri­ sulta di oltre 545 milioni.

Le Società nuov-e costituite furono 179 con un ca­ pitale -di quasi 192 milióni e1 cioè 86 per lire- 50.199.000 nel -primoi semestre e- 92 per 141.789.000 nel secon­ do. Giti -aumenti di- -capital-e fatti d-al-le. Società già esistenti furono 183 per lire 485.5 milioni. Anche' iin questi aumenti si ebbe grandissima sproporzione t-r-a il primo ed il secondo semestre dfelFamno: 76 per 91.7 milioni nel primo semestre e 107 per 393.8 mi­ lioni nel secondo.

(5)

15 aprile 1917 - N. 2241 L ’ECONOMISTA 341

cui 98,6 milioni in 51 Società nel partano semestre e 43.3 in 32 Società nel secondo.

Le Società liquidate furono 95 per 55.4 milioni (57 ' per 17.2 milioni nel primo semestre e 38 per 38.5

milioni nel secondo).

Gli aumenti di investimenti avvenuti nel 1916, tan­ to colla costituzione dii nuove società che coll’aumen­ to d;i capitale di società esistenti così si suddivi­ dono : m ilioni Istituti di Credito ...60.7 Assicurazioni ... 7.2 Industrie e s t r a t t i v e ...32. » s id e r u r g ic h e ... 132.6 » meccaniche ...31.8 » chimiche ed elettrochimiche. 37.5 » e l e t t r i c h e ... 60.6 » auomohili ed affini . . . 8.9 » tessili ...21.5 » m a n ifa ttu rie re -... 1.9 » agricole . . . 2.2 » aliment a r i ... 8.5 » acquedotti acoque minerali,

ecc... 3.4 Alberghi, ristoranti, teatri . . . . 3. Aziende c o m m e rc ia li...16. Società d i v e r s e ...10.3 D.a quanto esposto si può concludere che il movi­ miento di attività che aveva avuto origine in Italia dalle necessità di guerra si è accentuato ed ha at­ tratto specialmente niel secondo semestre del 1916 un nuovo e maggiore contingente di forze finanziarie verso le Società esercenti le industrie della cui pro­ duzione la guerra ha particolare ¡bisogno.

Ed indubbiamente dalla guerra ebbe pure origine la minore attività di altri rami di industrie che se­ gnano le seguenti diminuzioni di investimenti :

Industrie dei trasporti terrestri e marit­ timi ...1.2 » immobiliari >e .edilizie . . . 1.8 » oostruiz. e materiali . . . 1.2 Commercio italiano nel 1916. — Dalla statistica del Commercio speciale d’importazione e di esportazione dal Ia gennaio al 31 dicembre 1916, togliamo questi interessanti dati numerici:

L’importazione dalla Francia in Italia, nel de­ corso anno-, rappresenta un valore di L. 458.414.862 (contro L. 240.107.361 nel 1915). Di queste ben 215 milioni furono pagati alla Francia per profumerie, prodotti chimici, medicinali e resine, 23 milioni e mezzo per lavori di ghisa, ferro e .acciaio, 20 mi­ lioni per pelli conciate e lavori dii pelle, 20 per lavori di gomma elastica.

L’asportazione d!all’Italia per la Francia fu di lire 549.566.752 (contro 437.709.694 nel 1915). Primeggiano nella, nostra esportazione i carri e vetture .automo­ bili per 61 milioni, prodotti chimici per 72, sete e ca­ scami per 36, fruita secche per 15.5.

L’importazione dalla Gran Bretagna, nel decorso anno, rappresenta un valore di lire 1.078.919.385 (contro 849.404.102 nel 1915); figurano, fra i vani ar­ ticoli ¡importati nel nostro paese, in prima linea il carbón fossile per 580.7 milioni, prodotti chimici per 56.8, Lana e cascami per 52,1, manufatti di lana per 56.5.

La, nostra esportazione fu di L. 374.001.463, (con­ tro L. 391.063.864 nel 1915). Primeggiano i tessuti e nastri di seta per 96.2, pneumatiche per ruote per 36, canapa greggia e pettinata per 26.8, prodotti chimici per 22.5.

L’importazione dalla Spagna nel decorso anno fu di lire 158.634.440 (contro lire 90.854.358). Gli articoli principali importati sono; olio d’oliva per 28,6, og­ getti cuciti di lana per 32.4, muli per 32.2, pesci per 18.6, piombo per 8,6. La nostra non supera i 25 mi­ lioni di lire (contro 47 e mezzo) con cifre di scarsa importanza. La seta tratta si esporta per 3.3, le do­ ghe per 3, strumenti scientifici per 2,8.

L’importazione dalla Svizzera ascese a lire 134.575 mila 714 (contro L. 118.117.674 nel 1915). Figurano il legno comune per lire 29,5, macchine e loro parti per 23.8, lavori in ghisa, per 10.1, strumenti scien­ tifici per 7.8. L’esportazione fu di 395.709.076 lire (contro 314.082.427 nel 1915).

E perchè il cambio della Svzizera ci è tanto sfavo­ revole mentre la nostra esportazione1 in quella re­

pubblica raggiunge il triplo della nostra importa­ zione?

Le merci principali da noi esportate nella Repub­ blica .elvetica sono seta tratta e cascami di seta per 211.3, aranci e limoni per 39.4 manufatti di co­ tone per 14.4, frutta fresche per Ì0,7 manufatti di lana per 11.7.

L’importazione dalPIndia britannica fu nel de-*' corso anno di L. 237.746.766 (contro L. 221.001.064 nel 1915). Primeggiano il cotone greggio per 84, pelli crude per 60, iuta greggia per 36.5, semi per 22.5 (s’intendono sempre milioni di lire).

La nostra esportazione per l’Italia britannica fu di L. 65.617.049 (contro L. 51.221.096). I manufatti di cotone rappresentano 24.9, manufatti di seta 13.9, le pneumatiche 3.9. Gli altri articoli da noi espor­ tati danno percentuali scarse.

L’importazione dall’Egitto fu di lire 38.302.935 (con­ tro 58.509.675). Unico articolo degno di rilievo il cotone greggio con 20. Poi viene lo zucchero con, 5.1 e il frumento con 2.4. La nostra esportazione fu di Mire 83.254.390 (contro 68.479.501). In prima linea stanno i manufatti o filati di cotone, e lana, con 42, più delia metà deH’esportazione complessiva, i ma­ nufatti di seta ascendono a 10 milioni.

L’importazione dairArgentìna e stata di L. 434.939 mila 828 (contro L. 480.055.615 nel 1915).

Di questo mezzo miliardo circa di lire versate, in oro s in tende, alla Repubblica latina dell’America del Sud, 172 milioni rappresentano i cereali, 145 la carne congelata, 65 la lana, 21,1 le pelli crude e 12.6 l’acido tannico impuro. La nostra esportazione fu di L. 153.576.447 (contro L. 141.103.533 nel 1915). Cifre degne di rilievo: manufatti e filati di cotone, lino, canepa 49 milioni, manufatti di seta 7.2 la­ vori di gomma 11.8, riso 6.8, burro e formaggio 3.4. E chiudiamo colla tabella statistica più importante:

L’importa,zione nostra diagli Stati Uniti fu nel de­ corso anno di due miliardi 202 milioni e 400.447 (con­ tro 1.749.204.356 nel 1915). Fra ,gl.i articoli importa­ ti figurano in prima linea i cereali con 622.8 milioni di lire, il cotone greggio con 296.3, il rame, ottone e bronzo con 102.1, il carbon fossile con 87,7, i ca­ valli con 68,5 i muli con 34,6 oggetti cuciti di lana con 167.9, olii minerali con 95.1 macchine con 54.6, lavori di ghisa con 78,3, rottami di ferro con 51,2, legname con 18,9.

La nostra esportazione fu di 235.554.616 lire (con­ tro 283.359.048 nel 1915). In questa figurano le sete con 40 milioni, il formaggio con 22.8, frutta secche 23.1, aranci e limoni con 13.3, la canepa greggia con 6.4. Gli altri articoli danno cifre di poce ri­ lievo.

Da questa esposizione statistica risulta che gli Stati Uniti d’America sono sitati in questo periodo di guerra, ì nostri maggiori fornitori. Noi abbiamo versato loro per merci importate nei due anni 1915 e 1916 ben 4 miliardi di lire.

Assistenza civile. — L » Unione statistica delle città italiane » ha compiuto un’inchiesta ai primi dello scorso agosto, inviando ai Comuni capiluogo di provincia e ad un certo numero di' altri Comu­ ni imipoirtanti, un apposito questionario nel quale si richiedevano notizie sulle somme raccolte a tutto il 31 luglio 1916 per l’Assistenza civile durante la guerra da Enti pubblici e da privati, sia mediante sottoscrizioni sia sotto altre forme. Dalla relazione pubblicata nel N. 4 del « Bollettino » della stessa « Unione », stralciamo le notizie relative ai Comuni che hanno oltre 100.000 abitanti.

Nel primo- specchietto che segue sono riprodotte le somme raccolte, il contributo del Comune in esse compreso e la quota ¡di tali somme per famiglia abi­ tante nel Comune.

Quota delle C o m u n i r a c c o l t eSomme del ComuneContributo

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342 L ’ECONOMISTA 15 aprile 1917 - N. 2241

La più cospicua somma dopo quattordici mesi di guerra, fu raccolta da, Milano in oltre 17 milioni, i quali corrispondono a 111 lire per famiglia. Seguo­ no proporzionalmente le quote di Genova con Lire 107, di Venezia con L. 73 ecc. La quota più bassa in L. 16.80 fu raccolta da Napoli.

■ 'Nella seconda tabella i proventi delle sottoscrizio­ ni sono messi in rapporto alle 'entrate fiscali (tasse e imposte) e alle entrate effettive.

Provento della sottoscrizione in rapporto

alle tasse e sovrimposte in rapporto

comunali alle entrate effettive

Comuni

Provento su L. 100 di tassa

Tasse

e sovrim­ su 100 lireProvento Entrataper e sovrim­

posta

poste per

abitante di entrate abitante

L i r e M ilano . 106.0 25.90 32.1 84.90 T orin o . 199.0 10.10 30.6 65.90 G e n o v a . 139.0 15.89 25.0 87.86 V enezia, 93.4 15.90 24.6 60.30 L ivorno. 62.4 15.40 15.8 61.10 F ire n z e . 45.8 20.50 13.3 71.10 Napali . . 41.2 8.23 8.9 38.00 B ologna 40.9 16.50 10.6 63.50 Rom a . 23.8 17.00 6.5 62.40

Questa statistica se può avere un’importanza co­ me dato di 'fatto — per quanto si riferisca al primo periodo di guerra soltanto — dal punto di vista mo­ rale ed economico ha un valore relativo. Invece manca nei rapporti morali il primo elemento che possa determinare il valore dei maggiore o minor get­ tito delle contribuzioni e cioè la determinazione del­ le ripercussioni economiche che la guerra ha avuto nelle diverse città del Regno.

E ’ evidente infatti che per le città industriali, spe­ cialmente per quelle vicine alla zona di guerra — come Milano — lo stato di guerra ha rappresentato un aumento di attività locale e quindi un aumento di ricchezza. Il gettito dei contributi all’Assistenza civile ha pertanto un valore relativamente minore di quello che possano offrire le città che della guer­ ra sentirono soltanto i disagi. Così non può avere alcun valore positivo il rapporto dei contribuenti in relazione alle tasse e sovra Imposte comunali poiché è notarlo che queste non possono dare la ba­ se della ricchezza di una città industriale come Mi­ lano e Torino o di una città commerciale come Ge­ nova, Livorno e forse anche Napoli.

RELAZIONI D E L L E BANCHE

B A N C A D ’ I T A L I A

Relazione del D irettore Generale

sulle operazioni fatte dalla Banca durante l’anno 1916

Considerazioni generali

Nell'adunanza Generale ordin aria degli Azionisti, tenuta in R om a il 31 m arzo 1917 il Comm. prof. B<o- naldo Stringher ha letto la seguente relazione :

Un anno fa si disse succintamente degli effetti eco­ nomici e finanziari, tradotti nelle cifre salienti, del passaggio dei nostro palese dalla neutralità armata alla guerra guerreggiata. Nel 1916, lo smisurato' oii- mentioi delle Nazioni europee crebbe di intensità e ora sembra, chiamare altri interventi e determinate ripercussioni ancor più profonde e, più estese nella economia mondiale.

Ragionare delle condii,zàoni dei mercati .intemazio- nalii in una siffatta situazione di cose, sarebbe as­ solutamente fuor di posto,. Ognuno sa che le .emissio­ ni dii prestiti pubblici si susseguono ovunque1 e som­ mano già a molte e molte decine dii miliardi; che i debiti fluttuanti di tutti gli Sitati civili crescono in proporzioni che, prima delTagosto 1914, sarebbero sembrate inverosimili; che si è imposto ovunque il regime della carta-moneta, la quale prepara e inte­ gra lo sforzo delle operazioni dì credito', e fronteggia l ’onere delle spese belliche, per somme ugnar più in­ genti.

Per ciò che concerne l’ItaJL'ia,, il terzo prestito na­ zionale, emesso, nel gennaio 1916, e collocato per una somma capitale di trei miliardi, recò all’era,rio un introito in contanti dii oltre due miliardi e 100 mi­

lioni di Mire, e rese possibile al Tesoro la trasforma­ zione di debiti fluttuanti O' temporanei nelle obbli­ gazioni redimibili 5 per cento netto per circa 320 ¡mi­ lioni di llire. Al prestito di gennaio1, succedettero, nel giugno e nell’ottobre, due emissioni di buoni del Te­ soro pluriennali, fruttanti 1"interesse netto di 5 per cento, i quali diedero all’erario un incasso' di oltre 1700 milioni. E intanto non s’arrestò T emissione dei buoni ordinari, la circolazione dei quali, nello stes­ so anno 1916, ebbe un incremento di ben 2700 milioni di lire; mentre la emissione dea biglietti, nello in­ teresse diretto del Tesoro, cresce via di oltre 700 mi­ lioni.

Paragonando codeste cifre, che pur rappresenta­ no complessivamente la somma, in contante, di oltre sette miliardi e 200 milioni dii lire, con quelle corri­ spondenti degli altri Stati 'belligeranti, alleati e ne­ mici, si può affermare che' Tltialia è stata ancor so­ bria negli indebitamenti interni, e neU'iiso dei bi­ glietti come strumento finanziario di guerra, a ciò avendo contribuito le operazioni cospicue di credito contratte. alTestena e la vigorosa politica tributaria strenuamente voluta dal Governo.

Tuttavia n.om era possibile di. sottrarre il mercato italiano alle conseguenze inevitabili delle offerte di obbligazioni dello Stato,, dii viaria forma e di diver­ sa durata, a gitto1 quasi ininterrotto © a condizioni di reddito via vii,a più favorevoii .agli acquirenti. Ep- peirò i,l declinare, dapprima a passi incerti e lenti, diei corsi dei vecchi e deli nuovi titoli, poi, nelTau­ tunno, a passi più accelerati, i quali, portarono a una sensibile depressione quando divenne ufficiale la no­ tizia dell’,emissione, al saggio di lire 90 per ogni cen­ to nominali, dell’attuale prestito consolidato 5 per cento.

L’emissione di codesto prestito a patti considerati favorevoli dall© Stato e dai suoi creditori, e tali che ne hanno assicurato un esito notabilmente migliore dei prestiti precedenti, in modo da. produrre all’era­ rio ùm’entrata effettiva, in contanti, di almeno 2300 milioni; da permettere al Tesoro1 il consolidamento di un miliardo © più di debito fluttuante, gran parte del quale a prossima o non lontana scadenza; e da convertire., sin d’ora, in debito consolidato circa due miliardi e meizizo di obbligazioni redimibili emesse nel 1915 e nel 1916; l’emissione, ripe tesi, di co.de.sto prestito e la trasformazione e unificazione in esso di quelli precedenti, affretteranno dii certo, un can­ giamento' nel .saggio di capitalìzizazione1, rivetrbeiran- tiesi su l ’iiniteira compagine deiir©con.om.i,a italiana.

Firn tarato. —• quasi ad apparente contrasto con le accennate osservazioni, c,he risguardano il presente e ravvenire più prossimo — si è notata, durante tut­ to Tanno decorso, una tendenza a sensibile mode­ razione, anziché ad accentuazione, della ragione cor­ rente dello sconto.

Tutto insieme, l’afflusso dei depositi presso le Ran­ che grandi e piccole e presso le Gasse di risparmio di ogni specie progredì, nonostante Tappello inin­ terrotto del Tesoro al mercato e le pronte e facili ri­ sposte del pubblico per l.e sottoscrizioni cospicue cui abbiamo accennato. E le operazioni dii sconto cam­ biario, nel 1916, furono notabilmente, meno elevate degli anni precedenti presso gli Istituti di emissione e, in genere, presso tutti gli Istituti di credito, i quali ridussero a 4 e mezzo, e a 4 per cento la, mi­ sura dell’inte,resse per siffatte operazioni, allo scopo di attrarre, per i loro portafogli, ottime cambiali, divenute sempre meno abbondanti e. meno offerte al risconto.

Fenomeno ohe si spiega con la riduzione degli .af­ fari privati e con lo straordinario aumento delle pubbliche spese, alle quali si provvede1 in porzione, davvero non trascurabile, con Temisslone crescente, sebbene non dilagante, di carta-moneta. La massa dei biglietti nuovamente 'emessi alleggerisce, prò tempore, la -situazione del mercato monetario, e, mentre rincara i prezzi delle merci, deprime il prez­ zo al quale, viene offerto il danaro disponibile per le operazioni correnti di credito.

Cambi sull’estero.

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15 aprile 1917 - N. 2241 L ’ECONOMISTA 343

Vedevamo a-iloira, e non diversamente vediamo ora, che te condizioni meno favorevoli dellTtalia rim- petto ad altri paesi, nella questione dei cambi fore­ stieri, traevano origine dia alcuni 'elementi fonda­ mentali di speciale rilievo, come:

i precedenti e lo stato attuale della nostra strut­ tura monetaria, che non, le consente di attingere in paese vigore e scorta a notevoli scorte auree, capaci di fronteggiare, proporzionalmente la crescente cir­ colazione cartacea : dallo scoppio della, guerra euro­ pea, 1 ibiiiglieitti circolanti in Italia sono cresciuti per un valore superiore, a tre miliardi e mezzo di lire — in media, cento linei per ahitante — e sono, invece, diminuite le riserve in ispéete d’oro esistenti nelle cassie dello Stato e degli Istituti di emissione;

•la limitata importanza e la qualità degli impie­ ghi effettivi italiani in titoli pubblici stranieri : po­ che centinaia di mi,Manli di siffatti impieghi non reg­ gono il confronto con gli investimenti d’altri grandi paesi, valutati e più miliardi, per cifre ormali sicu­ ramente accertate;

la scomparsa o raffie.vo-liman.to di elementi so­ stanziali compensatori - se si prescinde dalla muni­ va creazione di debiti dello Stato' all’estero — dello sbilancio mercantile, che, per il 1916, si calcola ad una cifra, più che doppia di quella registrata per il 1915, a ciò contribuendo, principalmente, il rincaro dei prezzi in oro all’estero delle derrate e delle mer­ ci più importanti onde abbisogna .lTtalia, poi il mag­ giore disagio della valuta in biglietti.

Un anno fa, alludendo alla situazione fattaci d-al- rincremento pauroso del deficit mercantile, diceva­ mo : <i nessuno può negare essere manifesta la na­ ie cessità di sforzarsi a ridurre quello squilibrio', ope- « rando con perseverante energia al fine di modera­

li re l’in,traduzione delle merci forestiere, e di favu­ li rire, con sicuro criterio, Fesportaziione- di quei pro- « dotti c;h-e non sono indispensabili ai bisogni del « consumo interno' ». E mettevamo in guardia co­ loro che seguono ¡serenamente l’opera nostra rimpeit- to alle facili illusioni di ausili! indlenniti, e a prie- sunti miracolosi effetti di programma puramente ipotetici.

In realtà, dopo FAsse-mble-a generale del marzio 1916, randamento del cambio dellTtalia sulLe-stero, per qualche tempo, andò migliorando. I corsi ;più bassi si registrano nella -primavera, per poi ripren­ dere il cammino ascendente, aggravando-Sii negli ul­ timi ¡mesi dell’anno, con marcata rapida accentua­ zione delle settimane a noi più vicine.

Si. comprendono le preoccupazioni destate da un somigliante stato di cose, che deriva : daiU’accreseiu- ta sperequazione fra ’l’entrata © l’uscita dèlie merci, per baffo li arsi dei bisogni straordinari b’en noti e per nuove apprensioni Circa le nostre ©sportazioni; dalle ancor aumentate difficoltà dei traffici interna­ zionali per terra e segnatamente per mare; dalLina- cerbirsi della orisi dei noli e del carbone; da una tensione contingente dei mercati finanziari, per lo atteggiamento che parve delincarsi nell’alta finanza degli Stati Uniti d’America, e che ora — davanti ad avvenimenti politici iin sviluppo — si va chiarendo visibilmente.

Certo, a chi non rifletta, può sembrare st,ridente il paragone fra, la ipersensibilità dei nostri cambi con l’estero e la relativa moderazione di quelli cor­ rispondenti della Francia, per non dire deUTnghil- terra, meglio signora della situazione. E inveirò, da più mesi, il prezzo' ufficiale' del cambio francese su Londra e New-York è rimasto stazionario, come sii trae dai corsi a pubblica notizia, e come1 ha detto con sien,so di compiacimento il venerando ministro Ròbot. Ma il Governatore della Banca di Francia, nelFultiina relazione agii azionisti diel suo grande Istituto, ne chiarisce limpidamente il meccanismo, che si sostanzia in questo :

vendita alla Borsa d,i Londra dii valori apparte­ nenti a sudditi francesi, ed estensione di un servizi© analogo su le piazze neutre di Europa e d’America, coprendo col ricavato dell© alienazioni dei titoli al­ trettante somme di debito dlella Francia verso l ’e­ stero;

raccolta dii, -titoli stranieri esistenti in Francia, sia mediante acquisto, sia con operazioni di anti­ cipo, per ottener©, col deposito di essi all’estero, vantaggiose aperture dii credito;

coopcrazione, agevolezze e garanzie della Banca

per la contrattazione dii, operazioni finanziari© limi­ tate o dii mediana grandezza a favore di gruppi e ricche città della Francia; operazioni, quest’ultime, che, per quanto notevoli, lo stesso- Governo conside­ ra' non ¡sufficienti al fine di fronteggiare il deficit dei

pagamenti internazionali.

A coprire un tal disavanzo e a regolare siffatti pa­ gamenti, a moderazione del prezzo del cambio, con­ tribuiscono in alta misura i mezzi che il ministro delle finanze francesi potè successivamente ottenere, grazie ad -accordi con la Banca diligili,Ite,rra e con la Tesoreria britannica, giovandosi del magistero di cospicui depositi d’oro, passati al di là della Ma­ nica non a scopo di alienazione o dii pegno, ma per render più agevole e più cospicua 1’ape.rtuiiia di cre­ diti da utilizzare segnatamente in prò dello Sitato.

L’eminente -collega, Pallata poteva dichiarare dii ¡aver conseguito il felice risudtaanen-to accennato- so­ pra, vedendo salire, in -pari tempo, le riserve auree dle-1 suo Istituto a ¡oltre -cinque miliardi di franchi, circa 1600 milioni dei quali depositati ali’,estero, do­ po -aver attinto alle riserve ste-ss© un miliardo e 57 milioni di oro, che, direttamente o indirei talmente, ■andarono adì arricchire la circolazione degli Stati Uniti (TAmeirica. Siamo in presenza di un mirabile sfarzo sostenuto dalla robusta compagine monetaria della Francia, per dar contributo ¡possente aii’opeira che si concentra nella Banca d'Tnghilterra, e pro­ cacciarsi, parallelamente e in ragione! più ampia, crediti su l’estero a prestito delibazione bellica e a controllo del prezzo dei cambi.

Venendo a noi, basti considerare che, dalla fine di m-aggioi 1915 alla fine di febbraio 1917, l,e giacenze metalliche del Tesoro e degli Istituti di emissione si restrinsero di circa 450 milioni, e -ohe, nel frattem­ po e di contro, le aperture dii credito ottenute -e ado­ perate d all Italia ¡all’estero toccarono i quattro mi­ liardi dii Mire in oro, per persuadersi che non è stata nè trascurabile, nè trascurata la nostra azione in­ tesa -a. temperare le conseguenze monetàrie della dura, e costosissima guerra.

Si noti, ¡che-, in -po-co più di un anno e mezzo, furo­ no ¡messe a disposizione del pubblico — ¡oltre le di­ vise fornite in gran copia dalla Banca d'Italia e dal Banco di Napoli — più di mille milioni di lire a pie­ no valore, provvedute con le accennate operazioni finanziarie dello Stato, per pagamenti aire-stero-; di tanto favorendo i cambi, e di tanto attenuando l’e­ missione dei biglietti di Stato e di banca, c-on sicuro vantaggio del potere d’acquisto della valuta corrente.

Si -noti ancora -che, nelle proporzioni, consentite dalla no-stra c-ostitùziane monetaria, abbiamo con­ tribuito noi purè, in giusta misura, alla raccolta d-eli’oro nelle mani -possenti die! -colosso- inglese, nel­ l’interesse c-omun-e degli Alleati. E si osservi che di­ ciamo pensatamente contribuito, trattandosi di som­ me passate in deposito e non costituite in pegno, a somiglianza di quanto fece la Francia con mezzi as­ sai -p-iù larghi dei nostri. .

Le cos-e fatte fin qui, guardate con l’ansia del me­ glio-, possono anche sembrare in adeguate al fine, di fronte alle cifre ingenti dello sbilancio mercantile, aggravate da eccedenze di pagamenti internazionaM, più forti nel 1915, e trascinate ancora nel 1916. Ma niuno può mettere in dubbio ohe ogni cura sia stata usata pe-r le provviste e le cessioni di cambi a, chi ne aveva bisogno, a prescindere dalle urgenti e inces­ santi necessità dello Stato.

Anzi Tinacerbirsi del prezzo dei cambi forestieri ha stimolalo gli organismi bancari, a spremere da ogni -fonte il cambio, anche accendendo alfe-stero c-re-diiti temporanei. E la stessa alta misura dii quel prezz-o ha esercitato automaticamente un freno sa­ lutare alle importazioni, e ha risvegliato un incita­ mento più vibrato alle esportazioni delie merci e dei valori. Se il deficit mercantile, ciò non ostante, è cresciuto in modo preoccupante, non può farsene- ad­ debito agli Istituti di emissione; i quali, data la si­ tuazione, -procurarono sempre di distribuire equa­ mente la divisa raccolta, -anche a scapito sensibile delle loro riserve.

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©strili-344 L ’ECONOMISTA 15 aprile 1917 - N. 2241

seco © contingente, per chiudere1 gli occhi dinanzi alla realtà.

Sono risapute le provvidenze escogitate e attuiate dairAustria-Ung'heiria e dalla Germania per la con­ centrazione del mercato dei cambi. Le abbiamo con­ siderate’ n;el loro congegno, e le abbiamo seguite nei loro effetti visibili sul mercato chiuso delPEuropa centrale.

Ora sembra che il grave dubbio intorno alla effi­ cacia di provvedimenti analoghi a esse in un mer­ cato aperto come il nostro, se in quello chiuso furo­ no molto discusse, pur volendo trascurare te diffi­ coltà di applicazione di una tate concentrazione in un paese a organismo di credito per ogni rispetto decentrato’. A ogni modo, è evidente il pericolo al quale si andrebbe incontro, se Teventuale instaura­ zione di un regime di monopodio, dichiarato o lar­ vato, si risolvesse, com’è verosimile, in un diminuito sfarzo per la produzione del càmbio, e in un perma­ nente conflitto di contraddittori interessi. Render stabili i cambi significa dominare tutto il vasto e complesso argomento dei traffici, dei crediti e dei pagamenti intemazionali, © presuppone dii poter con­ tare sicunament©, e in ogni momento, su ftospicu-e scorte liberamente disponibili e trasferibili.. Gonne si intuisce, i.1 problema è arduo, e- non consente con­ clusioni affrettate e superficiali.

La qualcosa non significa che non sia opportuna, come è già stata considerata, una più stretta e più intima colleganza degli organi statali e bancari, in­ tesa a render meno urtante la sensibilità dei cambi, e a moderarne possibilmente le asprezze; non pre­ sumendo, per questo, di aver trovato un rimedio ri­ solutivo, diate le cagioni fondamentali del fenomeno di che si discorre.

Fra tanto potranno contribuire, i provvedimenti presi dal Governo, in base ai regio decreto del 2 gennaio .passato, per il colilo camento dei nuovi titoli italiani all'testero, e per Taccettaziione di lalcuni ti­ toli dii Stati alleati e neutrali e di valute auree in pagamento del consolidato 5 per cento. E potrà con­ tribuire anche più lo svolgimento, in via continua­ tiva, dei criteri contenuti negli accennati provvedi­ menti, mediante te disposizioni del recente decreto luogotenenziale, per cui i buoni del Tesoro plurien­ nali, che si emetteranno dal primo giorno di aprile, potranno essere, ceduti verso pagamento in ispeoie -auree e in titoli di altri Stati. La continuità di sif­ fatte disposizioni, te renderà via via più note ed efficaci, e gioverà doppiamente ài Tesoro : in quanto, dall’una parte, lo Stato si prooaocarà un credito più largo a condizioni discrete, e dall’altra, con la cor­ responsione deU’aggio corrente, -attrarrà a i -suol for­ zieri valute d’oro, e raccoglierà titoli capaci di di­ venire strumenti internazionali di pagamento.

Nè saranno inutili le ’aperture, di canti correnti in valuta d’oro e gli altri -avvedimenti studiati dagli Istituti di emissione per contenere l’uso dei biglietti e favorire i risparmi -in ispecdie metalliche,. Ma la si­ tuazione sostanzialmente non cangia, se non -si mo­ dificano le condizioni economiche © finanziarie e al­ tre generatrici deilTaggio e dei prezzi alti diel cam­ bio; a talune devono essere rivolti gli sforzi perse­ veranti di tutti, senza, moleste -impazienze, e con vi­ sione passibilmente chiara ed esatta della realtà.

(Continua).

B A N C O D I N A P O L I

Esposizione del Direttore Generale

nell’adunanza del Consiglio generale del 31 marzo 1917

E gregi Consiglieri,

E’ per finirei ili 2° anno- -da, che il nostro Paese è en­ trato in, una lotta gigantesca, che reclama lo impie­ go idi ogni nostra energia e rende necessario' che tut­ te le nostre forze convergano a.1 conseguimento. del­ l’alta finalità, che ci indusse' ad1 entrare in una lot­ ta, ohe non si fa- con le sol© arm i

Malgrado le inevitabili conseguenze, che una, guer­ ra che non ha precedenti deve avere sulle indu­ stri©, sui commercio, sui traffici e sulle' finanze, dobbiamo essere lieti della confermata poru-ova d-el- reoonomiia, nazioni ale, di resistenza e di vitalità. Energie nuove- e forse inattese si sono sviluppate.

I nuovi appelli al credito, -ai quali il paese ha così largamente risposto, non hanno- avuto riper­

cussione apprezzabile sulle principali fonti del ri­ sparmio-, nè sottratto alle principali industrie il ca­ pitale necessario dii esercizio.

Nel vasto campo delle industrie possiamo affer­ mare che quelle del cotone, della, lana © delle sete, che sono fra le, più importanti, sono prospere e lo sono egualmente 1-e meccaniche , le. siderurgiche, e l,e- -metallurgiche', chiamiate a provvedere le grandi e poderose quantità di mezzi dii difesa che la guer­ ra richiede. Certamente non ristretto è il numero- di altre industrie che si trovano in diversa, condizione, e spesso i-n stato di sofferenza

Nel campo agrario, che è tanta parte' del proble­ ma dell’alimentazione, la produzione è stata n,el complesso fra le scarse degli ultimi anni; il prodot­ to è stato inferiore a quello medio; la deficienza è sopnatutit'O -dovuta alla grande siccità che ha domi­ nato- nei mesi, di. giugno-, luglio ed agosto, ed, alla rarefazione di mano d’opena : il frumento è stato uno dei prodotti meno danneggiati; 1-1 raccolto è poco dive-riso d.a. quello medio; vi -sono- però zone,, fra le quali le Puglie-, la Basilicata ed il Molise, che non solo dalla siccità ebbero danni, ma più dalla invasione dii topi campagnoli che distrussero- gran parte, ed in alcune zone, q-ua-sd completa,mente il raccolta. Fra i cereali, il granturco ha maggior­ mente risentito i danni della siccità. Per i prodotti abbastanza importanti per l’alimentazione', il riso e le castagne, si -ebbe una produzione, superiore alia media.

Scarso, ma prossimo alla media, ili raccolto' del-' l’uva, ottima la qualità del vino, prezzi elevati; scarso il raccolto delle ulive, eccezion fatta per le Puglie, dove è riuscito elevatissimo.

I nostri scambi,i internazionali, subirono varia­ zioni considerevoli per divieti nostri, di esportazio­ ni, por divieti altrui di importazioni. Tutto questo squilibrio non poteva n.an influire sui prezzo della moneta, che abbiamo d-ovuto procurarci pe-r pagare -ciò -che non potevamo compensare con. vendita di prodotti nostri.

*

Allo Stato occorsero ancora nuovi mezzi peir -prov­ vedere specialmente ad accresciuti -bisogni diell’a- limientazi-o-n-e; ©stendendosi s-empre -più, nell© con­ dizioni attuali, 1!azione sua tutelat-rioe -ed integra­ trice.

Per -effetto del decreta del 31 agosto n. 1124 fu ele­ vato da seicento milioni ad un miliardo la sommi­ nistrazione di biglietti, da parte degli istituti dii emissione; la quota a carico dello, Istituto nastro è di L. 267 milioni; le anticipazioni che facciamo- danno luogo a rimborsi; il movimento complessivo nostro, n-el decarso anno, fu di L. 700.749.885,09. La somma di. -credito al 31 dicembre 1916 ammantava a L. 250.717.482,57, nelle quali sono comprese le spie- eie diverse di -antici-p-a/ziom alle quali si provvede con T anzidetto somma totale.

*

Un nuovo e largo campo dii azione fu con dee reto del 5 novembre 1916 n. 1661 affidato a.1 Consorzio per sovvenzioni su valori industriali, quello cioè del credito navale; che rese necessario un prolungamen­ to della durata diel Consorzio stessa; a tutto il 1918 è stata fissata la data per il compimento dell© opera­ zioni, ed al 31 dicembre 1920 quella per la es-tinzio­ ne -di esse. Il nostro Istituto partecipa al Consorzio con una quota capitale d.i L. 3 milioni.

Questi sono i due soli provvedimenti emanati nel 1916 c-h-e hanno influenza sulla circo-lazio,ne.

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Ecco ora ,-in forma riassuntiva, -quale fu razione diel nostro Istituto durante il decorso anno.

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