• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.18 (1891) n.892, 7 giugno

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.18 (1891) n.892, 7 giugno"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

S C IE N Z A ECO N O M ICA, FIN A N Z A , C O M M ER CIO , RANCHI, F E R R O V IE , IN T E R E S S I PRIVATI

Anno XVIII - Voi. XXII

Domenica 7 Giugno 1891

N. 892

IL PROGETTO DI PROROGA

P E R L E B A N C H E D I E M I S S I O N E

Dia mo più innanzi il testo del progetto di legge per la proroga del privilegio alle Banche di em is­ sione e per la proroga del corso leg ale; qui, assiem e a qualche com m ento sulle disposizioni che sono c o n ­ tenute in quel progetto di legge, darem o un breve riassunto della relazione che io precede.

Dopo aver dichiarato essere inopportuno disputare se le eccedenze ed il disordine della circolazione siano causa od effetto delle inferm ità econom iche, le quali travagliano il paese, la relazione com incia ad en trare in m ateria riconoscendo che I’ attuale deviam ento dalle sane leggi bancarie, del quale deviam ento tutti sono un po’ responsabili, fu generato dalle migliori intenzioni. Così avvenne — dice la relazione — quando la Banca Nazionale, « p e r assecondare le dom ande del G overno, am m ise allo sconto i certi­ ficati dei costruttori ferroviari, che attendevano gli stanziam enti del bilancio per essere pagati ; così av­ venne del pari quando la carta edilizia nella crisi del 188 5 tornando dall’estero fu, per la prim a volta, largam ente riscontata dalla Banca Nazionale col doppio intento di non lasciar sorgere dubbi intorno alla solidità del nostro credito e ' deprim ere ancora più il cam bio che era salito a 2 .5 0 per cento. » Ed aggiunge subito dopo, con rara franchezza : « ripro • dottisi nel 1888, col ritorno della carta edilizia e coll’ inacerhim ento del cam bio gli stessi fenomeni perturbatori con l’ aggravam ento di una m inor di­ sposizione nostra a resistere vigorosam ente agli ef­ fetti degli errori passati e delle crisi sopravvenute,

il Governo si credette in débito di intervenire pro­ vocando dalla Banca Nazionale e dalle altre Banche

d’ em issione aiuti diretti per sostenere im prese e Istituti pericolanti, a tale scopo garantendo col depo­ sito delle piastre borboniche le maggiori emissioni che allora per la prim a volta sulla loro eccedenza ebbero un ’ autorizzazione ufficiale. »

E questo prem esso — ed è debito nostro pten d ere atto della lealtà colla quaie il G overno d’oggi con­ fessa pubblicam ente gli errori dei G overni passati, giacche non sarebbe onesto sottacerli quando la igno­ ranza dei più gli attribuisce a terzi od alm eno vor­ rebbe che i terzi soltanto ne scontassero le conseguenze — questo prem esso, la relazione giustifica de; p e r ­ chè non creda opportuno, date le attuali condizioni del paese di tentare un radicale m utam ento negli ordinam enti bancari, m utam ento che il G overno avrebbe già concretato, ma che non ha creduto co n ­

veniente di presentare alla discussione del P arlam ento m entre tuttora im perversa una erise gravissim a. P e r ­ ciò appunto propone un progetto di proroga, ma non volendo che questi 18 mesi vadano perduti per l’assetto definitivo degli Istituti, « il G overno pro­ pone alcune disposizioni che intendono .a preparare fin da ora a tale assetto e renderanno perciò m inore il periodo di attuazione della legge definitiva. »

E prim o punto sul quale il Governo ha creduto di statuire è quello della circolazione intendendo di m ettere un ’ argine al suo d ila g are; enum era gli argom enti adotti contro una restrizione della circo­ lazione, ma dichiara che essi non escludono « la convenienza, anzi la necessità di im pedire che si vada più oltre. E quindi credendo di non poter fare astrazione dallo stato di fatto così contrario al di­

ritto, in cui si trova la circolazione, il G overno si

trovò costretto a proporre che durante il periodo della proroga la circolazione di ciascun Istituto non debba sorpassare la media del decorso anno 1890. E giustifica la scelta dell’anno 1890, perchè gli anni precedenti sarebbero troppo lontani dallo stato a t­ tuale, ed il prim o quadrim estre dell’anno attuale non fornisce un elem ento abbastanza concludente. Osserva poi che secondo la media del 1890 la circolazione deve aggirarsi intorno a 1067 milioni, e si consola la relazione notando che è una cifra inferiore alle m assim e raggiunte negli anni precedenti, e che fu­ rono alla fine del settem bre 1889 di 10 8 0 milioni, alla fine giugno 1890 di 1141 m ilioni, alla fine del gennaio ultim o scorso di 10 8 4 milioni.

(2)

354 L’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1891

Piuttosto conferm erem o il nostro giudizio sull’in­ conveniente di prendere per base la m edia del 4890; le ragioni portate dalla relazione non ci persuadono affatto. Il Governo - che conosce già la media del 1890 e la accenna nella relazione in 4067 milioni, il che vuol dire che gli sono note le cifre parziali di ogni singolo Istituto, - doveva, a nostro avviso a tutela

deila dignità della legge, pur desum endola dalla m edia,

fissare per ogni Istituto la sua quota di circolazione, m a non doveva m ai in un progetto di legge con­ ferm are e legittim are esplicitam ente le ostinate e tol­ lerate contravvenzioni alla legge, contro le quali tanti ordini del giorno ha votato la C am era.

A noi par di vedere quanto ram m arico debbono provare gli A m m inistratori della Banca Rom ana che al 54 decem bre 4889 avevano 73 milioni e mezzo di circolazione, con 28 milioni di eccedenza, di non aver contravvenuto alla legge in così alta m isura per lutto l’anno seguente, m entre al 31 decem bre 4890 erano già scesi a 64.7 m ilioni !

La relazione, proseguendo nella illustrazione del progetto, spiega che la circolazione potrà essere au­ m entata al di' là dei 1067 milioni nella proporzione delle anticipazioni statutarie a cui le Banche sa­ ranno obbligate per 172 milioni. Riconosciam o che tale provvedim ento è ottimo p er molti aspetti, ed è reso anche m igliore per 1’ obbligo fatto alle B anche di tenere un terzo di riserva anche su tale specie di circolazione derivante dalle anticipazioni statutarie. Ma di fronte a questi vantaggi noi persistiam o a cred ere pericoloso assai che il G overno abbia così prossim a e così facile questa fonte tipografica da cui cavare i mezzi per fare il servizio del Tesoro. Sappiam o che l’on. Luzzatti si guarderà sem pre e rigorosam ente dall’ aum entare la cifra delle antici­ pazioni statutarie; ma, messi alle strette da bisogni urgenti, Governo e Parlam ento in date circostanze e com inciando in via provvisoria per term inare in via stabile, non saranno indotti, in quei m om enti psicologici nei quali non si discute, a chiedere aiuto alle B anche, le quali hanno per i soccorsi dati allo Stato una circolazione fuori del loro conto? La storia è là coi suoi num erosi e frequenti esempi a giustificare il nostro tim ore. Lo stesso on. Luzzatti così nem ico di accrescere il debito pubblico, per prim o provvedim ento, arrivato al potere, prese quello di alienare della rendita e la alienò anzi prim a an­ cora di avere la approvazione del Senato.

Y a da sè che approviam o senza restrizione il nuovo e gravissim o onere applicato alle Banche di tenere una riserva metallica eguale ad un terzo per tutta indistintam ente la circolazione. Che se è vero, com e bene osserva a titolo di giustizia la relazione, che m algrado la eccedenza della em issione, le Ban­ che ebbero sem pre qualche cosa di più di un terzo in riserv a m etallica di tutta la circolazione, è pure vero che quelle situazioni degli Istituti, pubblicate in modo che le cifre erano in contraddizione colle parole che le illustravano, sem bravano fatte a posta p e r ingenerare confusione e sfiducia nel pubblico.

O ttim a la disposizione dell’ articolo che m ira — com e dice la relazione — ad avviare gli Istituti alla più sollecita liquidazione delle loro attività im ­ mobilizzate. Soltanto ci parvero di color oscuro le ultim e parole del periodo della relazione che tratta 1’ argom ento, dove dice che dall' accertam ento delle immobilizzazioni si potrà tra rre gli elementi per de­ cidere, se ed in che m isura dovrà chiedersi agli

Isti-tuti di accrescere il capitale rispettivo o diminuire

la loro circolazione. P er carità ! il G overno non

pensi nem m eno nelle attuali condizioni del paese ad aum entare il capitale delle B an ch e; riflettano gli on. M inistri, che quando si aum enta il capitale bi­ sogna anche aum entare gli u tili, i quali sono gli oneri del com m ercio e delle industrie, ed il paese non ha bisogno di aum ento di oneri.

E giacche il G overno si preoccupa — e fa bene — delle immobilizzazioni delle banche tenga presente fin d’ora che non basta che il progetto m iri al r i­ sanam ento degli istituti, conviene che il G overno, il quale della imm obilizzazione ha tanta colpa, agevoli tale risanam ento. E siccom e i mezzi sono ristretti per il paese, per il G overno e per le banche, r i­ chiam iam o l’attenzione dell’on. Luzzatti, sulla con­ venienza di esonerare da tutte o da parte delle tasse ed im poste, le operazioni di smobilizzazione che in uu dato periodo venissero effettuate dalle banche ; crediam o che si toglierebbe u n non piccolo ostacolo a quest’opera urgente e seria, a cui il G overno g iu ­ stam ente sem bra attendere con una certa costanza.

A bbiam o trovata fiacca, incolora la relazione quando parla della riscontrata, e — errerem o forse — ma ci è sem brala scritta senza convinzione. 11 dire che lo Stato deve regolare la riscontrata « nel modo più rispondente agli interessi pubblici, che si collegano colla circolazione, ma senza pertu rb are violentem ente i rapporti fra gli istituti » ; il soggiungere che « è m estieri che agli attriti frequenti e dannosi si sosti­ tuisca un sistem a di rapporti inform ato a criteri di equità » ecc. eec., è ripetere quelle frasi volgari che sono già state dette tante volte per m ascherare la impotenza o la assenza di concetti del legislatore e del Governo. E non basta; è anche afferm are qualche cosa contro la verità, giacché secondo la relazione sem brerebbe che gli attuali rapporti tra gli istituti non sieno inform ati, per ciò d ie riguarda la riscon­ trata, secondo la equità. O ra l’on. Luzzatti il quale sa benissim o che la Banca Nazionale Toscana ha trovalo criterio di equità cam biare i biglietti pro­ pri quando erano in mano di altri istituti, o conve­ n ire di pagare un interesse se quei biglietti non r i­ tirava, l’on. Luzzatti non può dire che fosse contraria alla equità la m agnanim ità che la Banca Nazionale d’ Italia accordava — e fece molto m a l e — alla Banca Rom ana di tenere senza interesse sei milioni di biglietti nelle sue casse. Gaso mai la m ancanza di equi criteri sta nella Banca Rom ana e nel G overno che costrinsero la Banca d’ Italia a stipulare patti così perniciosi ai suoi interessi.

(3)

L’ E C O N O M I S T A 355 7 giugno 1891

fissare nella legge la forma della riscontrata ; tale questione si è avvertita troppo delicata per lasciare al G overno l’ arbitrio di regolarla a suo m odo, e l’on. Luzzatti, il quale ha detto che la m aggior parte degli erro ri com m essi dagli Istituti in questi ultim i anni è opera del G overno, non vo rrà m ettere in m ano ai futuri M inistri di A gricoltura, u n ’ arm a cosi potente com e quella di regolare la riscontrata di loro arbitrio.

Non rileviam o la disposizione dell’ ultim o allinea dell’ articolo 2° del progetto di legge « Q ualora l’aum ento della tassa di circolazione‘non raggiunga per ciascun Istituto l’onere com plessivo pagato al- I’ E rario nell’esercizio finanziario 4 8 9 0 -9 1 , gli Isti­ tuti saranno obbligati a versarne la differenza a te­ nore de'la liquidazione che verrà fatta dal M inistero del Tesoro. » Non rileviam o tale disposizione, perchè evidentem ente essa contiene qualche erro re di stam pa o nasconde un concetto m ale espresso. Non è pos­ sibile che per p ro cu rare al Tesoro qualche m igliaia di lire di più, si sconvolgano i principi su cui basano le imposte, ed i doveri dei cittadini e dei corpi m orali. P agare una tassa su una m ateria im ponibile che non si ha e che lo stesso G overno riconosce inesistente, sa­ rebbe assurdo. E non vi è dubbio che l’on. Luzzatti si affretterà a far correggere l’articolo prim a ancora che la Com m issione abbia ragione di discuterlo.

E riservandoci di ritornare sulla q u e stio n e , ecco intanto il testo del progetto di legge.

LA PROROGA PER LE BANCHE

Art. 1. — Sotto l’ osservanza di tutto le condi­ zioni prescritte dalle leggi vigenti il governo potrà prorogare fino al 31 dicembre 1892, a favore:

1 della Banca Nazionale nel Regno d’Italia, del Banco di Napoli,

della Banca Nazionale Toscana, della Banca Romana,

del Banco di Sicilia,

della Banca Toscana di Credito,

la facoltà di emettere biglietti di banca, pagabili a vista ed al portatore consentita ai detti Istituti fino

al 30 giugno 1891. .

Art. 2. — Durante la detta proroga la circola­ zione di ciascun Istituto non potrà eccedere la media dell’ anno 1890 — L’Istituto che oltrepassi questo limite, per la parte eccedente, in luogo della tassa di circolazione dell’ uno per cento, sarà obbligato a pagare all’ Erario, una tassa equivalente all’ intero ammontare della ragione dello sconto.

La riserva metallica non dovrà in nessun caso es­ sere minore del terzo dei biglietti in circolazione e degli altri debiti a vista. .

Qualora 1' ammontare della tassa di circolazione non raggiunga per ciascun Istituto T onere comples­ sivo pacato all’Erario nell’esercizio finanziario 1890-91, gli Istituti saranno obbligati a versarne la differenza a tenore della liquidazione che verrà fatta dal mini­ stero del tesoro, . , „ , . , ,,

3. _ Entro sei mesi dalla promulgazione della presente legge ciascun Istituto dovrà presentare al ministero di agricoltura, industria e commercio una situazione particolareggiata delle attività non liquide per esposizioni cambiarie, siano o no in^ sofferenza riguardanti imprese immobiliari e crediti d’ ogni sorta coperti da garanzia ipotecaria.

Il ministro di agricoltura, industria e commercio, eseguiti i necessari accertamenti, determinerà, di ac­

cordo col ministero del tesoro, la parte di capitale immobilizzata di ciascuno Istituto, per tenerne conto nell’ ordinamento definitivo della circolazione.

Art. 4. — Il corso legale dei biglietti di banca è prorogato a tutto il 31 dicembre 1892, ferme le spe­ ciali prescrizioni degli articoli 2, 3 e 4 della legge 28 giugno 1885 n. 3167 (Serie 3a).

I biglietti di ciascun Istituto non avranno corso le­ gale che nelle singole provincie, nelle quali esista una sede, succursale, agenzia o rappresentanza del- T Istituto che assuma T impegno del cambio per la durata del corso legale.

Gli Istituti potranno prendere accordi per la rap­ presentanza reciproca agli effetti del cambio.

Art. 5. — Ciascun Istituto deve accettare in pa­ gamento i biglietti degli altri Istituti.

Con Decreto Reale, su proposta del ministro di agricoltura, industria e commercio, di concerto _ col ministro del Tesoro, dopo aver udito il parere dei di­ rettori generali delle Banche di emissione, saranno determinate le norme per regolare il baratto dei biglietti fra di esse e per correggerne gli effetti, e verranno stabilite le sanzioni necessarie per curarne T osservanza.

Art. 6. — Sulle anticipazioni statutarie dovute al Tesoro dagl’ Istituti d’ emissione, a tenore delle disposizioni in vigore, per un ammontare di lire 103 milioni 500,000 e sull’ anticipazione straordinaria fatta dalla Banca Nazionale del Regno per conto proprio e degli altri Istituti, proporzionatamente al capitale di ciascuno, di L. 68,183,152,24, che furono destinati in pagamento alla cessata regia cointeressata dei tabac­ chi, il Tesoro dello Stato dal giorno in emenderà in vigore la presente legge, pagherà soltanto T interesse del due e cinquanta per cento al lordo della tassa di ricchezza mobile.

I biglietti che gli Istituti terranno in circolazione per effetto delle dette anticipazioni nell’ ammontare massimo complessivo di lire 171,683,152 e 24 cente­ simi, non saranno compresi nella circolazione di cui all’ articolo 2 e costituiranno un conto a parte, ma dovranno essere egualmente guarentiti da una riserva metallica non inferiore al terzo.

Sull’ importare degli stessi biglietti sarà corrisposta dagli Istituti la tassa ordinaria di circolazione del- T uno per cento.

IL PREZZO DEL GRANO

A nche in Italia è com inciata una certa agitazione per ottenere la abolizione del dazio sul g ran o , e seb­ bene noi crediam o che sia prem atura, nel senso che se gli economisti liberali vogliono alla fine vincere definitivam ente il piotezionism o, debbono desiderare che perseveri qualche tem po nell’erro re , così che il paese, il quale tanto facilm ente rid e delle teorie, senta nella borsa lutto il m ale che deriva dal cal­ pestarle, vediamo con piacere questo risveglio della parte liberale.

Il dazio sul grano, che l’on. Magliani pochi mesi prim a di im porlo aveva chiam ato la tassa sulla fa ­

me, è una tra le più solenni prove delle a b e rra ­

(4)

le-356 L’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1891

gate ai proprietari, impongono a tutto il paese un balzello enorm e, di cui una piccola parte soltanto va a vantaggio dello Stato e quindi della collettività.

Se infatti il consum o del grano in Italia è di circa 8 0 milioni di ettolitri, come dai più com pe­ tenti viene afferm ato, pari cioè a 60 milioni di quin­ tali, e se il dazio ha avuto l’effetto, com e non vi ha dubbio, di accrescere della sua m isura il prezzo del grano, gli italiani, consum atori di 60 milioni di q uin­ tali hanno sofferta una maggior spesa di 3 0 0 mi­ lioni, dei quali 10 sono andati allo Stato per dazio, e 2 6 0 ai proprietari per rincaro del prezzo del loro prodotto. Si facciano pure quante falcidie si vogliono a queste cifre, che sono certamente, appena appros­ sim ative, ma anche se si riducesse alla metà o ad un terzo il benefizio che ne ebbero i proprietari, rim ane egualm ente il fatto che era incostituzionale non solo, ma ingiusto nel modo più assoluto, togliere agli italiani 120, ovvero 90 milioni l’anno per farli guadagnare ai proprietari, i quali non sono niente affatto obbligati di essere tali, e se non trovano suf­ ficiente rim unerazione nell’ impiego del loro capitale in te rren i, non allo Stato debbono chiedere e dallo Stato ottenere la assicurazione di un dato gua­ dagno.

Oggi che il prezzo del grano va aum entando, il paese com incia a dom andarsi se sia giusto questo sistem a per il quale da una parte i proprietari ven­ gono col dazio assicurati di non perdere d urante il buon m ercato, dall’altra possono guadagnare senza limiti durante il rincaro. E la logica conseguenza che se ne deduce è quella che se mai vi sono m o ­ tivi (e certam ente motivi buoni all’ infuori dell’inte­ resse individuale non ve ne sono) per i quali lo Stato provvede affinchè il grano non scenda al di sotto di un certo prezzo, e ciò per la salute economica dei proprietari, dovrebbe anche provvedere che non salisse al di là di un certo prezzo per la salute eco­ nom ica dei consum atori, che sono tutta la nazione, Ben a ragione il Giornale degli Economisti tra t­ tando lo stesso argom ento osserva : « qualcuno ci chiam a ingenui nel volere chiedere una m isura si­ mile - l’abolizione del dazio - ora che sono al go ­ verno gli onorevoli Branca, Lucca, S alandra, che com ponevano la Santa T rinità degli agrari, e che provocarono il dazio. Noi crediam o che quegli egregi uom ini sarebbero assai più ingenui, ove rinnegas­ sero le ragioni per cui proposero il dazio, e che ora sono le. stesse p er cui dovrebbe abolirsi ».

P u r troppo però noi crediam o che la questione, di per sè cosi chiara e lim pida, venga offuscata e resa difficile ed intricata, in parte dalla influenza dell’interesse personale, la quale serve di lente d’in­ grandim ento, ed in parte dalla scarsa cognizione che si ha delle cose econom iche e del modo con cui si trattano.

Ne diam o un esempio. Un egregio nostro amico, proprietario di terren i nella fiorente Toscana, a pro­ posito del dazio sul grano ci manda le seguenti os­ servazioni colle quali egli intende di dim ostrare com e la cofiura del grano non sia rim unerativa. Le conclusioni a cui viene l'a m ic o nostro sono così eccessive che per ciò solo si confutano, e la dim o­ strazione così unilaterale che a mille miglia apparirà zoppicante a tu tti; a tutti, tranne però a ll’ amico nostro, del quale possiamo garantire la perfetta buona fede.

E cco testualm ente le sue parole,

La remunerazione della cultura del grano

« Acquisto un podere dell’estensione di IO ettari « di terreno sem inativo che pago fra prezzo di « acquisto, stim e m orte e registro 25 mila lire. Per « coltivare questo podere mi occorrono un paio di « bovi e un paio di vacche, in tutto un duem ila lire « che aggiunte alle 25 mila lire portano il prezzo « di acquisto a L. 27 mila. Dei IO ettari di terreno « dovendone serbare una parte a foraggi per man- « tenere il bestiam e, ne semino sei a grano, dai » quali, calcolando le m edie della produzione a 60 « staia per ettaro, ottengo un prodotto di 360 staia, « che si residuano a 330, togliendo 30 staia d esti- « nate alla sem enta.

« Di quei 330 staia dividendoli col contadino, ne « vengono al proprietario 163 che vendute a L. 4,50, « prezzo praticato da più anni sino agli ultim i au - « m enti, danno un reddito lordo di L. 742 .5 0 .

« D etraendo da questo prodotto lordo « l’imposta fondiaria p e r ... L. 400

« Metà spese c o m u n i ... » 130

« Interesse sulle 2 mila im piegate per il

« b e s tia m e ... ... » 100 « in tutto . . . . L. 650 « le quali detratte dal prodotto lordo di L. 742.50 « resta al proprietario un reddito netto di L. 112.50

« ossia di L. 11,25 per ettaro, cioè a dire il 4,50

« per mille. Bella rem unerazione ! »

N eppure si dà la pena di osservare l’am ico nostro che se i suoi IO ettari pagassero 4 0 0 lire di impo­ sta fondiaria, anche dato che I’ Italia avesse dei suoi 29 m ilioni di ettari, soli 20 milioni coltivabili, la imposta fondiaria renderebbe 800 milioni, m entre tra imposta e sovraim posta ne rende 2 3 0 ; neppure sospetta che gli si possa opporre che se i suoi 10 e t­ tari rendessero il 4.50 per mille lire, egli si affret­ terebbe a realizzare le 25 mila lire di valore dei suoi dieci ettari, magari per com perare tanta rendita turca ; — neppure fa cenno che prim a, dopo e d u ­ rante la coltivazione dei IO ettari, essi rendono tante altre cose; e non avverte nem m eno lontanam ente che i due paia di bovi e di vacche non si consum ano ad arare i dieci ettari...l’egregio am ico nostro, uom o cò to, vede le cose dal suo solo punto di vista e da quel punto di vista pensa, m edita e sc riv e ; se fosse deputato al Parlam ento con eguale unilateralità di vedute voterebbe.

Così e non altrim enti oggi si conducono i destini di uu paese e si delibera su i suoi più vitali interessi!

GLI INFORTUNI SUL LAVORO

K IL. PROGETTO OHIMIRRI

(5)

7 giugno 1891 L’ E C O N O M I S T A 357

agli infortuni, che negli anni passati come erano so­ stenute con grande vivacità e diciam o pare con grande baldanza così venivano con non m inore giustizia com battute. Già nel progetto presentato dal- l’on. Miceli che a suo tempo abbiam o analizzato in alcuni articoli *) la famosa proposta della in v e r­ sione della prova era definitivam ente abbandonata. Ciò poteva ram m aricare la neo scuola dei riform a­ tori della legislazione civile, che a quanto pare poco si preoccupa dei principi fondamentali del diritto, pur di appagare come che sia le aspirazioni buone 0 cattive dell’epoca nostra. Ma la rinuncia alla in­ versione della prova è orm ai definitiva, e lo co n ­ ferma la relazione m inisteriale laddove dice agli ono­ revoli S enatori. « Il tema non vi giunge nuovo. Il Senato ebbe già occasione, di discutere am piam ente nell’aprile del 1886 un analogo progetto presentato d all’onorevole Berti. Il sistem a allora proposto sol­ levò vivissim e obiezioni, avvegnaché parve a molti, e con ragione, ohe il nudo criterio giuridico della responsabilità, com unque esacerbata, non fosse adatta e sufficiente a risolvere il grave e doloroso proble­ ma. Ai fenomeni nuovi, creati dalla trasform azione della grande industria occorre una legislazione nuova rispondente alla realtà delle cose. L’ esperienza ci avverte che gli infortuni riferibili a colpa degli industriali, non superano il 12 per cento, per cui una legge che si lim itasse a disciplinare com unque la sola responsabilità colposa, non troverebbe appli­ cazione se non in pochi casi, ai quali già provvede sufficientem ente il Codice civile.

Una soluzione equa e razionale, che provveda a tutte' le conseguenze dannose, le quali sono il por­ tato inevitabile dell’organizzazione dell’industria mo­ derna, non si ottiene altrim en ti, che abbandonando 1 criteri giuridici della responsabilità, regolati dalle severe norm e del diritto com une, per far posto ai criteri più larghi e più flessibili della pubblica uti­ lità. » Come v elesi, lo stesso on. C him irri am m ette che il Codice civile provveda sufficientem ente alla responsabilità colposa, e noi prendendone nota, noa perderem o neanche il nostro tem po a ricercare se quella dichiarazione sia conforme ad altre fatte pre­ cedentem ente. Certo si è che la opposizione mossa alla inversione della prova non è stata in u tile, poi­ ché vediamo che il governo vi ha rinunciato, non solo, ma che sono divenuti rari anche in P arlam ento i fautori di essa.

Elim inata adunque la ingiusta riform a giuridica viene ora proposto il sistema dell’ assicurazione ob­ bligatoria, che ha già avuto varie applicazioni in G erm ania e ne avrà forse altre in breve altrove. Deli’ assicurazione è superfluo tessere I’ elogio ; la stessa proposta di renderla obbligatoria denota abba­ stanza com esia entrata nelle m enti di tutti l’idea c h ’essa è altam ente utile, tanto m oralm ente che econom ica­ m ente. Il dibattito non può versare che sulla obbliga­ torietà di un atto, per sé lodevole, di previdenza, e noi come abbiam o già com battuto l’assicurazione obbli­ gatoria quando ne fece la proposta l’on. Miceli, così sentiam o di doverla com battere ora. Non ci lusinga la speranza di poter avere completa ragione, come sulla inversione della prova, poiché a non pochi l’ assicurazione obbligatoria potrà apparire ottima

*) Vedi i numeri 825, 826, 827 e 829 dell’ Econo­

mista.

cosa per la sem plice ragione che l’ assicurazione è da raccom andarsi, ma qualunque possa essere il r i­ sultato della nostra opposizione ci pare doveroso di esporre le ragioni contrarie.

L’ on. Ministro dopo aver dichiarato che il suo progetto mettendo da parte gli espedienti della colpa presunta e dell’ inversione1 della prova, ripone riso­ lutam ente la questione sul suo vero fondam ento, adot­ tando il sistema dell’ assicurazione eh ’ è diventato la parola d ’ordine del tempo nostro, prosegue: « Il ten­ tativo di m ettere in onore l’assicurazione volontaria, m ediante l’ istituto della Cassa nazionale per gl’ in­ fortuni non produsse tutti gli effetti benefici che si aspettavano. Gli scarsi risultati di sette anni di eserci­ zio ci consigliano a m utar cam m ino. Infatti, nonostante le cure sollecite, e la saviezza degli am m inistratori, la Cassa nazionale è riuscita ad assicurare appena 120 0 0 0 operai sopra 2 milioni occupati nelle in­ dustrie. »

(6)

L’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1891 358

ch’essa ne sopporti le conseguenze; ma occorre andare tant’oltre da im porre la previdenza, da aggiungere agl’altri obblighi anche questo! L’ industria dovrebbe pagare le proprie spese, e fra esse è giusto siano com prese quelle per gl’ infortuni. Ma ciò dev’essere effetto di accordi privati tra l’ im prenditore e gli operai ; lo Stato non ha alcun titolo, nè giuridico, nè n aturale, p er intervenire e dichiarare che il tale atto di previdenza ha da avere carattere obbligatorio.

A parte anche tutto ciò, ha il m inistro u n ’ idea ben chiara dell’ onere che propone di addossare agli industriali, agli im prenditori ? Se dobbiamo giudi­ care dalla relazione, non possiam o rispondere affer­ m ativam ente; l’ on. C him irri riconosce che l’ assicu­ razione è u n onere e quasi un’ imposta sulle indu­ strie nazionali, e per questo è obbligo dello Stato di regolarla e ripartirla equam ente, sia per non creare disquilibri interni, sia per non rendere più difficile la lotta della nostra produzione con la pro­ duzione straniera, m a, detto questo, il m inistro crede d’ aver detto tutto e passa ad altro argom ento.

E p p u re nell’ atto in cui si propone una nuova im posta sulle in d u strie, occuparsi della gravezza del- l’ imposta era utile e doveroso. Il m inistro non ri­ corre com e faceva nella sua relazione l’ on. Miceli, con uno strano m odo di ragionare, alla protezione do­ ganale per giustificare l’ onere dei prem i d’ assicu­ razione, si lim ita ad asserire che 1’ assicurazione obbli­ gatoria è preferibile alla responsabilità civile e che quanto alla questione di sapere chi deve pagare il prem io, in principio non può dubitarsi che 1’ onere m aggiore deve cadere sul padrone od im prenditore, il quale m ediante questo pagam ento resta esoneralo dalla responsabilità civile per gli infortuni.

È del pari evidente, aggiunge, la giustizia e la con­ venienza che vi concorrano in equa m isura anche gli operai giacché 1’ assicurazione com prende ogni sorta d’infortuni, financo quelli occasionati da loro colpa od im prudenza. — E m entre il progetto Miceli voleva che i prem i d’ assicurazione venissero pagati per nove decim i dal padrone o capo dell' impresa e per un decim o dagli operai assicurati, l’ on. C him irri Vuole che l’ assicurazione sia fatta a cura e spese del com­ m ittente o capo dell' im presa o dell’ industria per tu tti i casi d’ infortunio ; soltanto, in caso d’ infer­ m ità tem poranea l’ indennità è dovuta dal primo giorno della terza settim ana. In altri e più chiari term ini gli operai dovrebbero provvedere da se alle prim e tre settim ane di m alattia.

Così dice la relazione ; m a 1’ art. 5, dicendo che « in caso d’ inferm ità tem poranea l’ indennità è do­ vuta dal prim o giorno della terza settim ana » viene a stabilire che l’operaio deve provvedere da se alle prim e due settim ane. Una discordanza, se non ci inganniam o, da correggere. Com unque sia di ciò, nella sua realtà il progetto C him irri viene ad aggra­ vare m aggiorm ente, per gl’ im prenditori, l’ onere dei prem i perchè sarebbe lutto a loro carico senza pos­ sibilità di riten ere una p a rte del prem io sui salari. E se con quella disposizione si credesse di aver reso un servigio agli operai, sarebbe nient’ altro che u n errore, perchè per le condizioni odierne del m er­ cato del lavoro e per lo stato m edesim o della in­ d u stria nazionale il prem io di assicurazione rara­ m ente potrà essere pagato effettivam ente dall’ im ­ prenditore, nel m aggior num ero dei casi andrà a dim inuzione dei salari. S u questo punto è inutile perdersi in dim ostrazioni astratte, 1’ esperienza pur

tro p p o proverà quanto c’ è di vero, e si vedrà allora il beneficio nom inale che si è recato all’ operaio. Dell’ equa ripartizione della spesa dei prem i affer­ m ata dal m inistro nella sua relazione, nel progetto non ne abbiam o trovata traccia ; sarebbe il caso di credere che chi ha steso la relazione non abbia com­ pilato il progetto ; se no bisognerebbe dire che il m inistro ha un concetto tutto suo d ell'eq u ità.

Il progetto sugli infortuni del lavoro contiene altre disposizioni, alcune buone altre no, sulle quali tornerem o nel prossim o num ero .

R ivista (Economica

La re la z io n e d e lla com m issione s u l p ro g e tto d i legge p e r le tr a m rie e fe rro v ie economiche — / d a z i s u l

g ra n o in G erm a n iaL' a s s ic u ra z io n e d e g li o p e ra i

in F r a n c ia .

La relazione della commissione sul progetto di legge per le tramvie e ferrovie economiche. —

È stata pubblicata la relazione della Com missione sul disegno di legge presentato da! F inali relativo alle tram vie a trazione m eccanica o ferrovie econo­ m iche. Essa è redatta dall’on. L ugli, presidente della Com m issione e relatore.

Affermata la convenienza di una legge che regoli la costruzione e 1’ esercizio delle tram vie a trazione m eccanica, la relazione passa a fare una storia rias­ suntiva dell’ opera legislativa data dalla Cam era e dai vari m inistri in diversi tem pi, allo scopo di prov­ vedere a una legislazione più com pleta, più norm ale e meglio rispondente alle esigenze del presente svi­ luppo delle linee tram viarie.

Il relatore afferm a essere m anifesto com e il pro­ blem a della distinzione fra tram via e ferrovia sia assai com plesso e che non si possa nè si debba conside­ rarlo soltanto nei riguardi tecnici ed econom ici, ed essere quindi m olto giusto quanto sul proposito af­ ferm ava la precedente Com m issione, doversi cioè il problem a stesso considerare nel com plesso delle fun­ zioni che deve esercitare quell’ente che si vuole di­ sciplinare a m aggiore vantaggio del pubblico bene. E nel m entre è opportuno siano bene precisati i cri­ teri che m irano allo scopo non conviene che, per ciò ottenere, si debba inceppare di soverchio il libero sviluppo dell’ente m edesim o, o che l’A utorità abbia u n 'a z io n e troppo larga e discrezionale nell’ applica­ zione della legge.

« Il nostro obbiettivo — soggiunge la relazione — dev’ essere quello di lim itare quanto più è possibile l’azione diretta dello Stato, sia per quanto riguarda le tranvie che le ferrovie, avendo presente di m odi­ ficare o sopprim ere soltanto le disposizioni legislative che m ale si conciliano allo sviluppo di codesti mezzi di com unicazione più m odesti invero delle grandi fer­ rovie, m a ugualm ente, se non più, utili e bene a c ­ cetti dalle popolazioni, tenendo conto di quanto fu fatto di buono fin qui ed aggiungendo quello che si ritiene più utile al loro sviluppo. »

(7)

7 giugno 1891 L’ E C O N O M I S T A 359

aventi i caratteri di econom iche ; desso si divide in tre parti : la prim a com prende le disposizioni riguar­ danti le tranvie a trazione m eccanica ; la seconda quelle per le ferrovie econom iche ; la terza com ­ prende le disposizioni com uni e transitorie.

La Com missione accetta in gran parte le disposi­ zioni contenute nella prim a parte che riguarda le tram vie, però avendo di m ira di lim itare l’azione del G overno in tutto ciò in cui non vi ha di mezzo la sicurezza pubblica e di facilitare con m aggior lar­ ghezza il loro sviluppo, è perciò obbligata d’ in tro ­ d u rre alcune modificazioni alle proposte del G overno, che si augura sieno per essere dalla C am era favo­ revolm ente accolte.

IV art. 1° stabilisce che la concessione del suolo stradale sia di com petenza dell’ente proprietario ; e questo la Com missione approva ; non approva invece la prescrizione che l ' inizio dei lavori debba essere preceduto dalla autorizzazione governativa, bastando che questa abbia luogo prim a che la tram via venga aperta al pubblico servizio.

U n’ altra modificazione che si consiglia di portare in questo art. 1° è quella che riguarda la durata m assim a della concessione, che la proposta m iniste­ riale limita ad anni quaranta, e che la Com m issione am erebbe venisse estesa fino ad anni novanta.

La Com missione giudica che, al pari delle ferrovie econom iche, venga accordato ai concessionari di tram - vie il privilegio della espropriazione per causa di pubblica utilità. L’ articolo secondo resta così sop­ presso, dovendosi avere ragione di questa proposta nelle disposizioni com uni (titolo III della legge). Q uattro modificazioni vengono introdotte all’articolo 4. Il prim o com ma di questo prescrive che la tranvia abbia a trovarsi costantem ente collocata sulla strada ordinaria, salvo quei pochi casi nei quali sia rico­ nosciuta indispensabile una qualche parziale devia­ zione per ragioni altim etriche e pianim etriche. Il secondo com m a riserba al M inistero dei lavori pub­ blici lo stabilire l’ampiezza della zona stradale desti­ nata al libero carreggio, al pronto scambio dei vei­ coli, ed alla sicurezza dei pedoni, d urante il con­ tem poraneo passaggio del treno. Nel terzo finalm ente si prescrive che in tutti i casi la linea di massima sporgenza del m ateriale mobile appartenente ad una tranvia debba distare non m eno di ottanta centi- m etri dalle case laterali, e, quello che più monta, anche dai parapetti, e da altri m anufatti,

La Com missione propone che nel prim o com ma di questo articolo 4 alla parola costantemente si so­ stituiscano le altre nella maggior parte del loro

sviluppo, om m ettendo n aturalm ente quella parte del

detto com m a che riguarda i casi eccezionali in cui si am m etteva la deviazione della tram via dalla sede della strada carrettiera. È parso poi alla C om m is­ sione che gli enti proprietarii della strada chiam ati a dare la concessione sieno in grado di m eglio giu­ dicare quale debba essere l’ampiezza della zona r i ­ serbata al libero carreggio, allo scambio dei veicoli ed alla sicurezza dei pedoni per evitare disgrazie e soddisfare alla libera circolazione, di quello lo possa il M inistero dei lavori pubblici ; e però propone che la larghezza della zona riservata al carreggio, anzi­ ché dal M inistero dei lavori pubblici, sia determ i­ nata dal proprietario della strada.

L e altre due modificzioni riguardano la sporgenza m assim a del m ateriale m obile verso le case, i pa­ rapetti dei ponti, ecc. La Com m issione intende che

la questione di qualche centim etro più o m eno non abbia a com prom ettere l’ interesse d ’un paese e to­ gliergli il beneficio della tram via.

Ora che l’ applicazione del telefono (art. 7) va vieppiù estendendosi ed applicandosi con profitto anche a grandi distanze è sem brato alla Com m is­ sione utile che il collegam ento fra stazione e sta­ zione delle tram vie anziché da apposito filo telegra­ fico possa venire fatto anche a mezzo del telefono. Salto le modificazioni o lievi em endam enti in tro ­ dotti negli altri articoli fino al 14 e riguardanti il servizio e l’autorità tutoria, e vengo al 1 5 , il quale stabilisce che tutti i trasp o rti effettuati sulle tranvie debbano essere soggetti alla tassa stabilita dalla legge 14 giugno 187 4 e così pure che i biglietti dei viag­ giatori siano soggetti alla tassa di bollo. La Com ­ m issione è d’ avviso che questa tassa sui biglietti per il trasporto dei viaggiatori non si debba appli­ care ai trasporti sulle tranvie, che anzi una tale esenzione dovrebbe v enire accordata in determ inati limiti anche ai biglietti em essi dalle Società eser­ centi le ferrovie econom iche.

Il titolo secondo della legge rig u ard a le ferrovie

economiche. La Com m issione opina che la legge sia,

per questo riguardo, intesa a com m isurare gli im ­ pianti e accessori allo scopo cui m irano codeste fer­ rovie e rendere più proficuo ed econom ico il loro esercizio. La relazione porta il lim ite m assim o della concessione da 70 a 9 0 anni (art. 17). Nei rim a­ nenti articoli fino all’ ultim o pel titolo II (43) la Com m issione si trova quasi sem pre e quasi co m ­ pletam ente d’accordo col progetto governativo.

L’ultim o (IH) titolo della legge contiene le dispo­ sizioni com uni e transitorie. L ’art. 48 obbliga i con­ cessionari di ferrovie e gli esercenti delle tram vie al trasporto gratuito delle corrispondenze non solo, m a altresi dei pacchi postali e degli agenti in cari­ cati di accom pagnare le une e gli altri, assegnando a tale scopo uno spazio separato. La relazione p ro ­ pone di m odificare I’ articolo nel senso di lim itare l’onere dei concessionari di tranvie e di ferrovie al sem plice trasporto delle corrispondenze.

Le proposte della relazione sono in m assim a in ­ tese a togliere alle legge ogni carattere di fiscalità acciocché sotto di essa lo sviluppo e l’ esercizio delle tranvie e ferrovie econom iche abbiano ad essere la­ voriti non inceppati.

I dazi su l grano in Germania. — Il Cancelliere

di G erm ania, generale de Capri vi, ha dichiarato lu­ nedì alla D ieta prussiana, che il G overno im periale non proporrà al Consiglio federale la sospensione e n eppure la riduzione dei dazi sui grani.

(8)

300 L’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1891

15 giorni addietro non si supponesse. « A vrem o probabilm ente, disse il C ancelliere, se casi in a sp et­ tati ed im prevedibili non sopravvengono, un rac­ colto m edio; e questo fatto non è tale da suscitare la paura di qualche grande calam ità. » O ltre a ciò, esistono grandi e piccoli Stocks di grano, il cui to­ tale contenuto è probabilm ente m aggiore assai di quel che in generale si suppone.

Insom m a, il Cancelliere disse che non v ’ è r a ­ gione di n u trire alcuna apprensione ; i prezzi dei frum enti sono alti ; è vero ; ma non son tali da in ­ quietare : ed i paesi, da cui la P russia, da una se­ rie di anni, è costretta ad im portare g rani, saranno p u r sem pre in grado di cuoprire ancora il bisogno accresciuto delle popolazioni prussiane.

Il G ran Cancelliere proseguiva dicendo che le notiziei ntorno al nuovo raccolto di grano in U n­ gheria, A ustria, R ussia, Nord America e nelle Indie orientali sono favorevoli, e da tutti questi paesi si annunzia la partenza di grandi trasporti di grani per la G erm ania. L’A m erica del Nord spedirà di certo in G erm ania quanto grano potrà. F ra poche settim ane arriveranno in G erm ania i prim i trasporti di grano indiano. Cresce il consum o di frum ento in G erm ania; e se venisse a m ancare la segala, cosa che però non è probabile, il frum ento sopperirebbe al bisogno.

La riduzione non recherebbe vantaggio ai con­ sum atori nazionali, non potendosi elim inare la spe­ culazione; m entre anzi prospererebbero le più v io ­ lente speculazioni. Il Governo im periale si è deciso a rid u rre i dazi sui grani, ma solo nei nuovi trat­ tati di com m ercio che sta com binando ; esso però non ha l’intenzione di applicare al grano i principe del libero scambio ; esso non può e non deve farsi guidare da correnti di partito ; esso deve pensare sem pre alla propria responsabilità. « E d ecco, con­ cluse, perchè non può venire ad una tem poranea riduzione dei dazi, della quale è dubbio se p ro d u r­ rebbe una riduzione nei prezzi del pane. Sarebbe poi anche poco desiderabile, per tutta la politica com m erciale dell’ im pero, che i dazi si riducessero e per questi motivi il Governo rifiuta di ridurli, ed aspetta a piè ferm o gli assalti che gli si daranno, deciso a sopportarli perchè crede di agire nel vero interesso ed a benefizio della nazione intera. »

V olevano i progressisti (R ickert, E ynern, R ichler), che si aprisse subito la discussione sul discorso del can celliere; ma il presidente della Cam era non trovò la cosa conciliabile con le istituzioni, e prom ise di fare stam pare il discorso del Cancelliere, distribuirlo e sottoporlo alla discussione della C am era.

L a Neue Freie Presse crede che il Caprivi abbia com m esso un grave erro re respingendo la dom anda del popolo tedesco, il Cancelliere — dice il giornale — dim ostrava con ciò che gli stavano più a cuore gli interessi dei proprietari che non i bisogni di milioni di persone sofferenti a causa dei dazi sui cereali.

La ragione dell’atteggiam ento del C aprivi, è, se ­ condo lo stesso giornale il desidèrio di evitare una lotta parlam entare con Bism ark, il quale, com e è noto, non vuole la riduzione dei dazi. Il C aprivi as­ sum e così la responsabilità degli errori economici del suo predecessore. V edrem o se ne avrà vantaggio la sua posizione, o piuttosto com e crediam o un sen­ sibile danno.

L’assicurazione degli operai in Francia. — È

da registrarsi una nuova vittoria del socialismo di Stato, inquantochè il governo di F rancia im iterà l’esempio della G erm ania e presenterà alla Cam era un disegno di legge relativo alla assicurazione del­ l’operaio contro i mali della vecchiaia e della in v a­ lidità. La R epubblica, a quanto dicono i dispacci uf­ ficiali, andrebbe assai più in là di ciò che ha fatto l’Impero, è che l’Inghilterra dovrebbe fare, secondo le proposte dell’on. C ham berlain.

Essa concederebbe una pensione annua, variabile da 300 in 600 lire all’ operaio che ha lavorato 3 0 anni. Il diritto alla pensione, l’operaio lo avrebbe quindi all’età di 50 anni, in m edia, m entre la G er­ m ania glielo riconosce solo a 70 a n n i; e I’ Inghil­ te rra, coll’onor. C ham berlain, dovrebbe darglielo nel sessantesim o anno di vita. Viene im itata invece in F ran cia la G erm ania, per le contribuzioni alla co­ stituzione del fondo pensioni, cui a parti uguali co n ­ correrebbero l’erario, il padrone e l’operaio. Anche in questa nuova legge sociale fa capolino il prote­ zionismo, che ispira a Parigi adesso G overno e C a­ m era, poiché i padroni che im piegano operai stra­ nieri pagheranno una sovratassa giornaliera di dieci centesim i a testa.

IL CREDITO FONDIARIO IN ITALIA

n e l p rim o b im e s tr e d e l l ’ a n n o 1 8 9 1

Agli otto istituti che esercitarono il Credito fon­ diario fino a tutto il 1890, e che sono il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, il Monte dei Paschi di S iena, l’O pera pia di S. Paolo in Torino, le Casse di Risparm io di Bologna, e di Milano, il Banco di S. S pirito di Rom a, e la Banca Nazionale nel Regno italiano, se ne aggiunse col 1 ° gennaio del 1891 u n ’altro che è la Banca T ib erin a, ma per quanto figuri nell’ elenco degli istituti esercenti il C re­ dito Fondiario, essa non fece nel bim estre alcuna operazione.

Al 1.® gennaio 1891 gli istituti sopra ram m entati avevano in essere N. 14,594- contratti di m utui ipo­ tecari per la som m a di L. 735,6 5 8 ,0 3 4 .4 2 che si dividevano nel modo che se g u e :

Banco di Napoli... N. Banco di S icilia... » Monte dei Paschi di Siena » Opera Pia di S. Paolo in

(9)

7 giugno 1891 L’ E C O N O M I S T A 361

Sottraendo adesso da questa cifra le restituzioni anticipate in L. 2 ,9 1 9 ,7 5 7 .8 5 rim anevano in essere al 28 febbraio 1891 N. 11,757 contratti per la som m a di L. 7 1 2 ,9 2 1 ,8 1 6 .5 7 .

La garanzia ipotecaria a favore di tu tti questi m utui ascendeva a L. 1,687,6 0 1 ,0 7 0 .6 9 che divi- devasi fra i m utui dei vari istituti nel modo che segue : NUM. VALORE GARANZIE IPOTECARIE L ire L ire Banco di Napoli . . 2.593 185,154, 161.00 37 1 ,2 5 1 ,0 0 0 .0 0 B anco di S icilia . . 635 2 8 .5 2 3 ,4 9 0 .5 2 6 0 ,0 9 6 ,5 0 0 .0 0 Monte d ei P aschi di S i e n a ... 636 2 2 ,6 0 2 ,0 1 0 .6 7 5 9 ,6 7 5 ,3 9 5 .9 6 Opera pia di S. Paolo

in T orino . . . 1.956 6 4 ,3 0 9 ,1 8 2 .7 4 1 7 2 ,368,094.00 Cassa di risparm io di M ilano . . . . 3,218 150,069,726.94 300,7 2 6 .0 0 0 .0 0 Cassa di risparm io di B olo g n a . . - . 955 2 9 ,1 0 3 ,7 6 5 .7 2 7 3 ,2 4 1 ,1 9 3 .9 4 Banco di S . Spirito in R o m a ... 609 2 6 ,3 8 2 ,7 5 5 .0 4 6 2 ,8 1 8 ,0 6 4 .3 3 B anca N a zio n a le n el

R egno d ’Ita lia . 4,255 2 3 6 ,776,723.54 507,4 2 7 ,8 2 2 .4 6

B anca T ib erin a . .

T o ta li . . . 14,757 742,921,816.57 1 ,6 8 7 ,6 0 4 ,0 7 0 69

D alle cifre esposte resulta che nel

l.°

bim estre del 1891 il Credito fondiario aum entò di 163 nel num ero dei m u tu i, e di L. 7 ,2 6 3 ,7 6 2 .1 5 nel valore dei m edesim i.

Le cartelle fondiarie ebbero il seguente m ovi­ m ento :

I S T I T U T I

In circolazione a l 10 g en n a io 1891

non com prese le estratte non ancora pagate

In circolazion e a l 28 feb b raio 1891

non com prese le estra tte non an cora pagate N um ero L ire Numero L ire

Banco di N apoli. ... 372,392 186,196,000 1 371,251 185,625,500 B anco di S ic i lia .. . 56,163 28-076,500 57,243 28,621,500 Monte d ei P a sch i di 2 2 ,607,500 S ie n a ... 45.382 23,691,000 45,215

Opera pia di S. Paolo

6 4 ,315,500 in T o r in o ... 126,531 63,265,500 128,631 Cassa di risparm io di 150,363.000 M ila n o ... 300,205 150,102,500 300,726 Cassa di risparm io di B o lo g n a . . . . 59.884 29.942,000 58,231 29/115,500 Banco d i S. Spirito 26,383,600 in R om a... 63,115 26,557,500 52,767 B anca N a zio n a le n el 236,809,000 R egno d ’Ita lia . . . 473,428 236 714,000 473,618

B a n ca T ib e r in a .. . .

T o ta le .. . . 1,487,090 743,545,000 1,487,682 7 43,841.000

Nei primi due mesi del 1891 le cartelle fondia­ rie in circolazione aum entarono di 592 nel n u m e ro , e di L. 296,000 nel valore.

LA CASSA DI RISPARMIO DI FOLIGNO

Se gli utili netti raggiunti dall’ Istituto neM SO O furono di qualche cosa inferiori a quelli dell’ anno precedente, se ne deve rintracciare la causa non nella dim inuzione degli aJTari, ma bensì nell’ aum ento delle spese di am m inistrazione, e in quello del tasso dei conti correnti presso gli Istituti di em issione. Il Consiglio di am m inistrazione avrebbe potuto rip arare al vuoto prodotto da questi aum enti, rialzando per parte della Cassa l’interesse verso i suoi clienti, ma non lo fece preferendo ottenere guadagni m oderati anziché aum entare il disagio del m ercato pubblico, e dell’ agricoltura.

P rem esse queste brevi considerazioni passerem o ad esam inare le partite più im portanti della g e ­ stione :

I depositi che formano la più vitale e im portante fonte di rendita per l’ Istituto, ebbero il seguente m ovim ento :

Esistenti al 51 die. 1889 N. 8721 per L. 4 ,8 7 8 ,3 1 7 .2 6 Entrati,nel corso dell’anno » 27 5 2 » » 2 ,9 7 4 ,4 0 0 .7 8

Interessi liquidati . . . . » » 1 9 2,912.65

In tutto N. 11,473 per L. 8 ,0 4 5 ,0 3 0 .6 9 I rim borsi essendo stati » 1205 » » 3 ,0 9 8 ,3 4 4 .8 9 Restavano in circolazione al 31

di-cem b. 1890 N. 10,268 libretti per L. 4 ,9 4 7 ,2 8 5 .8 0 Confrontati questi resultati con quelli dell’ anno precedente ne viene per il 1890 un aum ento di 1547 nel num ero dei libretti, e di L. 6 8 ,9 6 8 .5 4 nel valore.

I m utui ipotecar] esistenti al 1° gennaio che im ­ portavano L. 9 3 8 ,3 3 0 .8 4 salivano alla fine dell’anno a L. 9 4 7 ,6 3 3 .2 4 e i m utui chirografarj da L. 7,307.98

a L. 15,537.97.

II m ovim ento del portafoglio ebbe resultati anche esso m aggiori a quelli dell’anno precedente, essendo stati g li' effetti entrati in portafoglio superiori di N. 2413 per L. 1,923,392.72, e quelli di proprietà dell' Istituto crebbero di 594 per I’ im porto di L i­ re 427,670.91.

I conti correnti aitivi per l’Istituto che al 1° g e n ­ naio 1891 si erano saldati con L. 45 0 ,8 3 8 .3 6 s a li­ vano alla fine dell’ anno a L. 7 1 3 ,011.69, e quelli passivi da L. 3 0 8,799.59 salivano a 5 6 5 ,8 8 9 .7 7 con un m ovim ento di oltre 10 milioni tanto all’ entrata che all’uscita.

L e rendite lorde am m ontarono a L. 3 7 7 ,7 9 1 .4 2 dalle quali defalcando le spese per L . 3 3 5 ,6 2 8 .0 5 resta un avanzo netto di L. 4 2 ,1 6 3 .3 9 che si residua a L. 52,8 7 1 .3 9 defalcando L . 9,292 per spese di beneficenza, e per deperim ento di mobili.

(10)

302 L’ E C O N O M I S T A 7 giugno 1891

IL d f U BELLI GERMANIA DEGLI ULTIMI IO ■

La Gazzetta di Francoforte togliendolo dalle sta­ tistiche officiali dell’ Im pero pubblica un riassunto dello sviluppo com m erciale della G erm ania negli ultim i IO anni cioè dal 1880 a tutto il 1889.

il com m ercio totale in m ercanzie, im portazione ed esportazione riu n ite è stato :

nel 1880 d i ... marchi 5,806,108,000 nel 1889 d i ... » 7,343,481,000

D urante questo periodo vi è stato pertanto nel com m ercio germ anico un aum ento di 1537 milioni di m archi ossia del 2 6.4 0|Q. L’im portazione peral­ tro ha avuto un m aggiore sviluppo della esportazione giacché nel 1880 la prim a fu di m archi 2 ,5 8 9 ,9 2 8 ,0 0 0 contro un’ esportazione di m archi 2,906,1 8 0 ,0 0 0 , m entre nel 1889 si ebbe una im portazione di 4 .4 8 7 .0 0 0 . 0 0 0 m archi contro una esportazione di 3.236.4 2 1 .0 0 0 .

La im portazione pertanto è aum entata di 1227 milioni di m archi ossia del 42.9 0 |0 , m entreclie l’esportazione è aum entata soltanto di 310 milioni di m archi, ossia del 10.5 0|0-

Nel 1880 la G erm ania era com presa fra i paesi esportatori, giacché la sua esportazione in quell’anno aveva oltrepassatoia im portazione di 8 6 ,2 5 2 ,0 0 0 m ar­ chi : nel 1889 al contrario figura fra i paesi im por­ tatori, perchè la sua im portazione oltrepassa l’espor­ tazione per la cifra di 8 3 0 ,6 3 9 ,0 0 0 m archi.

Secondo la statistica dell’Im pero germ anico i paesi più interessati nel movim ento com m erciale della G erm ania furono i seguenti:

Il Regno Unito con un movimento com­

merciale di milioni d i... marchi 1327

l’A u stria-U n g h eria... » 878

la R u s s ia ... » 749 gli Stati U n i t i ... » 713 i Paesi B assi... » 544 la Francia... » 496 il B e lg io ... » 474 la S v i z z e r a ... 358

ossia in tutto 5539 m ilioni di m archi rappresentanti il 7 5 .4 0[0 del com m ercio totale della G erm ania, che sono forniti soltanto da otto Stati.

Il seguente prospetto dà i dettagli precisi della partecipazione di ciascun S tato nell’im portazione in G erm ania negli anni 1880 e 1 8 8 9 :

1880 1889

m ilio n i m ilioni

di m archi per cento di m archi per cento

Austria-Ungheria.. 414,746 14.5 537,279 13.1 Regno Unito...351,653 12.3 674,853 16.5 R u ssia...336,667 11.8 551,797 13.4 F ra n c ia ... 248,187 8.7 285,435 6.9 Belgio... 194,872 6.8 337,203 8.2 Paesi Bassi... 193,627 6.8 286,180 7.0 Stati U n iti... 177,060 6.2 317,500 7.7 Svizzera... 146,626 5.0 181,077 4.4

P er l’im portazione nel 188 0 i paesi sono classi­ ficati secondo l’im portanza di ciascuno di essi. P er quella del 1889 il prim o è il Regno U nito, e ven­ gono poi la R ussia, l’A ustria-U ngheria, il Belgio, gli Stati U niti, i Paesi Bassi, la F rancia e la Svizzera. Il Regno Unito gran fornitore di m aterie prim e per l’ industria tedesca tiene nel 1889 il prim o posto invece del secondo : la Russia im portatrice di pro­ dotti alim entari, ha saputo prendere il secondo in­ vece del terzo, m entre che l’A ustria-U ngheria, altro paese im portatore degli stessi prodotti ha dovuto cedere il suo posto entrando nel terzo. Il Belgio e gli Stati U niti hanno progredito, m entre che la F rancia è discesa dal quarto al settim o. I Paesi- Bassi e il Belgio hanno m antenuto la loro posizione. Se si fa il calcolo percentuale dell’ aum ento della im portazione in G erm ania degli otto Stati dal 1880 fino al 1889 si ottiene la seguente statistica :

Regno Unito... 91. 8 per cento Stati U n iti... 79. 6 » Belgio... 72. 8 » R ussia..., ... 63. 5 » Paesi Bassi... 47.6 » Austria-Ungheria...29.4 » Svizzera... 26. 5 » Francia ... 14. 9 »

L ’aum ento del totale dell’ im portazione tedesca è stato d urante l’epoca accennata del 42.9 per cento. Il Regno U nito è divenuto nel 1889 non solo il più grande im portatore in G erm ania, ma ha otte­ nuto nello stesso periodo il più forte aum ento p ro ­

porzionale ossia il 91 ,8 0 per cento.

L ’im portazione degli Stati Uniti, del Belgio, della R ussia ed anche dei P aesi Bassi è aum entata, m en­ tre quella dell’A ustria-U ngheria, della Svizzera e della F rancia è dim inuita.

La seguente statistica com pendia la partecipazione degli otto paesi nella esportazione della G erm ania durante gli anni trascorsi dal 1880 al 18 8 9 in mi­ lioni di m archi.

Esportazione

1880 per cento 1889 per cento

al Regno U nito....441,420 15.0 652,338 20.0 in Austria-Ungheria 296,088 10.0 340,762 10.5 in F ra n c ia ... 290,649 9.9 210,166 6.4 nei Paesi B assi. . . . 227,461 7.7 258,199 7.9 in Russia... 227,022 7.2 196,899 6.0 agli Stati U niti. . . . 180,471 6.1 395,037 12.1 nella Svizzera...175,615 6.0 177,402 5.4 nel Belgio... 166,592 5.6 137,211 4.2

P e r l’im portanza della loro esportazione nel 4889 gli otto S tati devono essere classificati com e segue : R egno U nito, S tati U niti, A ustria-U n g h eria, Paesi Bassi, F ran cia, Russia, Svizzera e ultim o il Belgio.

(11)

7 giugno 1891 L’ E C O N O M I S T A 303

esportazione tedesca negli otto S tati nel periodo fra il 1 8 8 0 e il 1889 si hanno i seguenti resultati :

Stati U niti... + 119.4 per cento Regno U n ito ... + 4 7 .8 » Austria-Ungheria. 4- 15.2 » Paesi B a ssi... + 13.6 » Svizzera... 0.0 » Russia... — 13.2 » Belgio... — 18.2 » Francia..., — 17.9 »

Da questo prospetto apparisce che 1’ esportazione tedesca per gli Stati U niti; il Regno Unito, l’A u stria- U ngheria, e i P aesi Bassi è aum entata, quella per la Svizzera è rim asta stazionaria, e quella per la R ussia, per il Belgio e per la F rancia è dim inuita, specialm ente quella per la F ra n c ia , la cui dim i­ nuzione ha raggiunto il 27.9 per cento.

DELLE

Camera di Commercio di Torino. — Nell’a d u ­

nanza del 45 m aggio la Cam era approvava il conto consuntivo del 18 9 0 e la situazione patrim oniale alla fine dello stesso anno. S ul conto consuntivo vien data lettura del rapporto della Com m issione dal quale resulta com e le spese effettive previste in L. 12 3 ,3 2 7 .5 7 si siano lim itate a L. 1 2 2 ,2 6 4 .9 6 con u n risparm io quindi di L. 1,062.41 e le en­ trate prevedute in L. 123 ,3 2 7 .3 7 siano salite a L. 1 3 3,386.30 con un m aggior introito di L. 10,238.93.

La relazione dà poscia altre particolareggiate no­ tizie sulle cifre dei singoli capitoli e conchiude col proporre alla C am era di approvare il Conto co n ­ suntivo del 18 9 0 nelle sue cifre com plessive di L. 1 3 3 ,5 8 6 .3 0 per l’entrata, di L . 122 ,2 6 4 .9 6 per l’uscita è di L. 11,321.34 di fondo in cassa, affi­ dando alla Presidenza di sottoporre il conto stesso all’ approvazione del M inistero, m andando successi­ vam ente al Segretario-C apo di darsi carico nell eser­ cizio corrente del fondo di cassa di cui sopra.

P resenta poscia la situazione patrim oniale della C am era al 31 dicem bre 1890 nella som m a capitale di L. 5 3 6 ,7 9 8 .8 4 e quella del fondo pensioni nella som m a capitale di L. 3 8 ,9 4 4 .6 2 , chiedendo che si voglia approvarla.

E saurito questo argom ento si da lettura di alcune dom ande di im portazioni ed esportazioni tem pora­ nee sulle quali la Direzione G enerale delle Gabelle chiede l’avviso della Cam era. Le m erci sulle quali si dom anda l’ im portazione tem poranea sono le se­

guenti : .. . .

1. ® Fili di ju ta , di m anilla, di ram e, di acciaio e di ferro zincato per la fabbricazione di conduttori

elettrici isolati. . . . .

2 . ° F ilati di lana per la fabbricazione di trec­ cie e specialm ente di lana mohair e merinos.

3. ° Filati di lana per la fabbricazione di te s­ suti misti di lana e seta (Bengaline).

4. ® Fazzoletti di lino in pezza per essere r i­ cam ati.

5. ° M ateriali per la fabbricazione di chiavarde

ed arpioni. . .

6 . ® L am iere di ferro per esser verniciate e

stam pate o litografate. .

Pel prim o la Commissione propone che si dia avviso favorevole circa i fili di ram e, di acciaio e di manilla ; pei fili di juta non crede assolutam ente necessario concedere la chiesta im portazione tem ­

poranea. , , _

Pel secondo oggetto propone che la C am era r i­ conferm i il voto già em esso in senso favorevole alla concessione.

Pel terzo propone invece che venga dato avviso contrario, poiché tali filati si fabbricano in paese.

Pel quarto propone p ure che si dia p arere co n ­ trario, poiché non sono sopravvenute altre ragioni che sconsiglino la recente revoca della concessione che era un tem po accordata.

Pel quinto, attesa l’ insufficiente potenzialità del- P industria siderurgica nostrana per provvedere ai bisogni delle in d u strie dei lavori in m etallo, pro ­ pone si dia parere favorevole.

Pel sesto pure viene proposto avviso favorevole, considerando che si aiuta con tale concessione I in­ dustria delle conserve alim entari senza danneggiare altra industria nazionale.

Le m erci delle quali si chiede l’esportazione tem ­ poranea sono i tessuti di lino per essere im bianchiti. La C am era su proposta della Com m issione da p arere contrario specialm ente perchè vi sarebbe con­ tradizione potente fra l’accordare la esportazione do­ m andata, e la concessione accordata della im porta­ zione tem poranea alle stesse m erci per lo stesso scopo

nell’ interesse dell’ industria nazionale. ,

Camera di Commercio di Milano. — Riunitasi

il 31 m aggio dopo avere approvato le liste eletto­ rali com m erciali si occupava dei prezzi proporzio­ nali dei viaggi ferroviari approvando il seguente ordine del giorno :

« La Cam era richiam ando le sue precedenti d e li­ berazioni e rinnovando al G overno i desideri p re - cedentem ente espressi, fa voti perchè esso solleciti le società esercenti le reti ferroviarie italiane :

1) ad adottare i libretti d’abbonam ento a prezzi ridotti a percorrenza chilom etrica, senza destinazione

precisata ; , . . . . . . .

2) a concedere, che l’ itinerario dei biglietti circolari possa essere fissato volta per volta secondo le richieste del v i a g g i a t o r e ;...

3) a prolungare la validità dei biglietti di an­ data e ritorno proporzionalm ente alle distanze e n elle seguenti m isu re :

2 giorni per le distanze inferiori a 50 km.

3 » » da 51 » 300 »

4 » » » 301 » 500 »

5 , » > 501 > 700 »

e » » » 701 » 900 »

7 » » » 900 in avanti.

4) a concedere le ferm ate interm edie, senza li­ mitazione di num ero per i biglietti, sia ordinari che di andata e ritorno, e qualunque sia la distanza a p ercorrersi, purché il viaggio si com pia entro il te r­ m ine di validità di ciascune categoria di biglietti. » A pprovava per ultim o una dichiarazione, secondo cui è uso di piazza di non attenersi strettam ente ai prezzi dei listini di Borsa per i riporti^ dei valori.

Camera di Commercio di Marsiglia. — A prò-

Riferimenti

Documenti correlati

Così il Comizio di Milano, dove tanti avvocati hanno difeso a modo loro la causa dell’operaio, muove dall’affermazione dello sfruttamento del lavoro per opera del

II Rettifilo che deve riuscire una delle più fre­ quentate vie di Napoli così da far concorrenza alla via Toledo, perm etterà lo spostam ento di una certa

Ma se non si mutano da un giorno all’ altro gli effetti di un dissidio politico, si può bene lavorare per affrettare il giorno in cui quegli effetti

— Le Camere di Commercio applaudirono alla misura che corrispon- deva; a quanto io stesso due anni prima avevo propo­ sta in un mio studio sul Riordinamento

Osservano gli in­ terpellanti che questa compartecipazione è contraria alle disposizioni della legge 17 luglio 1 8 9 0 perchè l’articolo 2 0 della legge stessa

Ma i produttori dovrebbero cominciare dalla con­ siderazione che l’ arte bisogna impararla un po’ alla volta da chi già la possiede; che per imparare a

Diamo più innanzi il progetto di legge per la pro­ roga della emissione dei biglietti di banca, quale venne concordato tra la Commissione parlamentare ed il

L 'am m in istrazio n e della Banca Romana ha res stito più delle altre ad en tra re nel m ovim ento, e questo è giustificato, non solam ente perchè era im