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Capitolo 3 Materiali e Metodi

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Academic year: 2021

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Capitolo 3

Materiali e Metodi

3.1 Sito di studio

La riserva di Berenty è una foresta galleria di circa 200 ha situata presso le rive del fiume Mandrare nel sud del Madagascar. Essa è suddivisa in due aree principali: Ankoba e Malaza (Fig. 3.1). Ankoba si situa presso la zona nord della riserva (S 24.99°; 46.29°) ed è una foresta secondaria di 50-60 anni con alberi la cui altezza può raggiungere 10-15 m, ad eccezione delle acacie che possono arrivare fino a 20 m (Jolly et al., 2006). Qui il Pithecelobium dulce, pianta leguminosa esotica, fornisce cibo (grazie ai suoi fiori e ai baccelli ricchi di proteine) e riparo ai lemuri della riserva (Jolly et al., 2006). A sud di Ankoba si trova Malaza (S 25,01°; E 46,31), un’area di 100 ha suddivisa in quattro zone: un’area di foresta galleria, un’area degradata caratterizzata da pochi alberi isolati e da arbusti (o scrub forest), un’area di foresta spinosa e una zona turistica (o front

forest) con specie vegetali introdotte e tamarindi (Jolly et al., 2006).

A Berenty si trovano due specie diurne di lemuri (il Propithecus verreauxi e il

Lemur catta), una specie ibrida catemerale prodotto dell’incrocio tra l’Eulemur fulvus rufus e l’Eulemur fulvus collaris (introdotto nel 1975) e tre specie notturne:

il Lepilemur leucopus, il Microcebus murinus e il Microcebus griseorufus. Queste specie si trovano in tutte le zone della riserva, ad eccezione dell’E. fulvus rufus x

collaris che non è presente nella foresta spinosa e del Microcebus griseorufus che

sembra confinato solo nella foresta spinosa.

Oltre ai lemuri, Berenty ospita anche la colonia più grande del Sud del Madagascar di pipistrelli giganti, Pteropus rufus, la cui dieta si basa principalmente sui fiori dell’agave che circonda i campi (Long, 2002). Tra gli altri mammiferi vi sono tre specie di tenrec, endemici del Madagascar (Setifer setosus,

Tenrec ecaudatus, Micorgale spp.) e l’Eliurus myoxinus, ratto appartenente alla

famiglia dei Muridae (Garbut, 2007), mentre è assente il principale predatore dei lemuri: il fossa (Jolly et al., 2006).

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32 Numerosi sono gli uccelli che popolano la riserva e sono state individuate 99 specie, di cui 52 classificate. Circa il 41% degli uccelli osservati risultano endemici del Madagascar (la lista è stata compilata da M.Pigeon, in Goodman et al., 1997), e alcuni sono importanti predatori dei lemuri, come i rapaci

Polyboroides radiatus, il Buteo madagascariensis e il Milvus migrans.

Il clima a Berenty è caratterizzato da una stagione umida che, in genere, dura da Novembre a Marzo (Simmen et al., 2003). Durante le caldi estati umide la temperatura può superare i 40° di giorno, mentre, di inverno, la temperatura può scendere sotto i 10° di notte. La precipitazione annuale varia dai 300 cm ai 900 cm (Jolly et al., 2006).

Fig. 3.1 Foto dall’alto di Berenty, scattata dal nord. Sono evidenti le cinque zone della

riserva (Ankoba, la front forest, la foresta galleria, la scrub forest e la foresta spinosa; dal sito internet dell’Università di Winchester).

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33

3.2 Gruppo di studio

Lo studio è stato condotto da maggio a luglio 2008 su un gruppo di Lemur catta, composto da 19 animali, di cui 8 femmine adulte, 5 maschi adulti e 6 individui infanti (Tab. 3.1). La vegetazione poco fitta, la densità di Lemur catta piuttosto elevata e la loro abitudine a passare molto tempo a terra, pur essendo animali arboricoli, hanno facilitato la localizzazione e l’individuazione del gruppo, consentendo di seguire gli animali durante la loro attività. Il riconoscimento dei singoli membri è avvenuto tramite l’identificazione di particolari caratteristiche fisiche o la presenza di segni esteriori, quali cicatrici e macchie.

Fig. 3.2 Un esemplare del gruppo, Pirata. L’assenza di un occhio

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3.3 Metodi di osservazione

I singoli individui venivano seguiti dall’alba al tramonto (circa 10 ore) per mezzo del focal animal sampling in continuo (Altmann, 1974). Tramite tale tecnica, l’osservatore registra l’attività un singolo individuo per un periodo prestabilito (nel nostro caso 15 min). Durante il periodo di osservazione focale vengono registrati tutti gli stati ed eventi comportamentali descritti in un etogramma precedentemente definito sulla base della letteratura disponibile e su osservazioni preliminari (vedi paragrafo 3.4). Durante le osservazioni sono stati registrati tutti i comportamenti di stato di durata superiore ai 10 secondi e tutti gli eventi

INDIVIDUO CLASSE DI ETÀ

SESSO

MY

Adulto

Femmina

CS

Adulto

Femmina

SC

Adulto

Femmina

BI

Adulto

Femmina

CV

Adulto

Femmina

BV

Adulto

Femmina

CE

Adulto

Femmina

2T

Adulto

Maschio

ON

Infante

N.D.

SO

Infante

N.D.

PR

Adulto

Femmina

PG

Adulto

Maschio

CO

Adulto

Maschio

NE

Adulto

Maschio

CI

Adulto

Maschio

TR

Infante

N.D.

PA

Infante

N.D.

OR

Infante

N.D.

(5)

35 comportamentali. Per ogni comportamento osservato sono stati registrati anche data, ora, attore e l’eventuale ricevente. Alla fine sono state raccolte 229 h di osservazioni. Oltre ai dati relativi al comportamento, sono stati annotati anche informazioni sull’alimentazione degli animali: in modo particolare si prendevano in considerazione gli alberi del feeding e la parte dell’albero (frutto, seme, fiore, foglia matura o foglia giovane) che l’animale mangiava. Gli alberi del feeding venivano marcati con un nastro colorato e, nei giorni successivi, venivano identificati e veniva registrata la loro posizione col GPS.

E’ stata applicata anche la tecnica degli all occurrences (Altmann, 1974), che consiste nel registrare certi comportamenti ogni volta che avvengono, indipendentemente dall’animale “focale”, effettuando il campionamento sui membri del gruppo in quel momento visibili. Per poter applicare questa metodologia è necessario che:

a) Le condizioni di osservabilità siano ottime

b) I comportamenti siano sufficientemente evidenti, in modo che sia possibile registrarli tutti.

c) Gli eventi comportamentali non siano troppo frequenti per poterli registrare.

Tramite il campionamento all-occurrences sono stati registrati i conflitti che avvenivano tra i membri del gruppo specificando il nome dei contendenti e, dove possibile, il contesto del conflitto stesso (feeding, resting o moving), e i comportamenti di marcatura (urinate, urine marking), indicando chi rilasciava la marcatura e specificandone anche il luogo, l’altezza, la quantità ed eventuali sovra marcature da parte di altri animali del gruppo. Sono stati osservati 290 conflitti e 215 comportamenti olfattivi. Sono state raccolte in totale 381 h di

all-occurrences.

Infine, è stato utilizzato il campionamento ad libitum, che permette di registrare tutti quei comportamenti che all’osservatore sembrano particolarmente interessanti per l’interpretazione dei dati. I comportamenti vengono annotati come eventi particolari o degni di attenzione che possono arricchire i dati raccolti con gli altri metodi. Ovviamente questo metodo, non essendo standardizzato, ha senso solo se affiancato agli altri metodi precedentemente elencati o per comportamenti particolarmente rari e degni di nota, che meritano di essere rilevati anche se solo con un approccio di tipo

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36 descrittivo. Tramite tale metodo, sono stati registrati 42 comportamenti olfattivi di urinate e urine marking, analogamente a quanto detto per il campionamento all-occurences.

3.4 Etogramma

3.4.1 Comportamenti neutri 1. Alarm call (AC): pericolo.

2. Approach (AP): avvicinamento di un animale ad un altro. Dopo un approach deve seguire un’interazione (evento o stato).

3. Click vocalization (CKV): tensione. 4. Feeding (FEED).

5. Food stealing (FS): rubare il cibo ad un compagno.

6. Forage (FO) Cercare col naso sul terreno e sui rami, afferrare manualmente, mordere.

7. Leave (LEA): un animale lascia un compagno con cui ha interagito. 8. Licking (LK): leccare la condensa su supporti presenti nell’ambiente. 9. Moving (M): spostamenti sia sul terreno che sugli alberi.

10. Resting (R): rimanere inattivi o non svolgere alcun comportamento compreso nell'etogramma.

11. Suckling (SK): succhiare dal capezzolo di una femmina.

12. Sunning (SU): rimanere di fronte al sole in posizione seduta con le braccia distese in fuori (fatto di solito la mattina).

3.4.2 Self Directed Behaviors: 1. Scratching (SCR): grattarsi.

2. Self-grooming (SGR): effettuare grooming su se stessi.

3.4.3 Comportamenti affiliativi:

1. Dorsal Carrying (DC): trasporto dorsale di un piccolo. 2. Follow (FW): seguire un compagno.

3. Grooming (GR): pulizia del pelo di un altro animale effettuata sia con le mani che con la bocca.

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37 4. Huddle (HU): abbraccio effettuato da due animali stando seduti,

comportamento frequente tra i piccoli.

5. Proximity (PX): due animali si trovano seduti ad una distanza che non supera quella di un braccio disteso.

6. Recovering (RC): comportamento della madre (o di un adulto) che va a recuperare il proprio figlio che si è allontanato.

7. Retrive (RE): trattenere o trascinare a sé qualcuno impedendogli di allontanarsi. Spesso questo comportamento viene svolto dalle madri sui piccoli quando non vogliono che si allontanino.

8. Sit in Contact (SITC): due o più animali stanno seduti in contatto. 9. Social lick (SLK): leccare il corpo di un compagno in qualsiasi punto.

10. Touching (TOU): un individuo si avvicina all’altro, lo tocca con un’estremità e si allontana.

11. Ventral Carrying (VC): trasporto ventrale di un piccolo.

3.4.4 Comportamenti di gioco:

1. Acrobatic Play (ACP): gioco acrobatico fatto da un solo animale (quindi non sociale) o da due o più animali (sociale) che consiste nel dondolarsi appesi ad un sostegno e nel saltare da un albero all’altro.

2. Grab Gentle (GRG): massaggi dolci fatti spesso da una madre (o da un adulto) ad un piccolo.

3. Play Manipulation (MAN): viene tenuto in mano ed esaminato un oggetto (anche il cibo purché non venga ingerito).

4. Play Bite (PBIT): morso per gioco, quindi con intensità non troppo forte. 5. Play Face (PF): faccia da gioco con la bocca, i denti inferiori scoperti ma i

superiori coperti dalle labbra.

6. Play Invitation (PINV): è l’invito al gioco. Per parlare di invito è però necessario che subito dopo si abbia una sequenza di gioco.

7. Play (PL): gioco in senso generale (sociale e non sociale), voce utilizzata quando il gioco ha durata superiore a 10 sec. (stato).

8. Play Retrieve (PRE): trattenere qualcuno impedendogli di allontanarsi. 9. Play Jump (PJ): salti che un animale compie da solo (non sociale) o insieme

ad altri compagni inseguendoli (simile ad una play run sul terreno) (sociale).

(8)

38 10. Play Slap (PSL): pacca data su qualsiasi parte del corpo.

11. Rough and Tumble (RT): lotta, generalmente fatto da piccoli e giovani. Include colpetti, morsi e rotolamenti.

3.4.5 Comportamenti di sottomissione:

1. Avoid (AV): si ha quando un animale evita di interagire con un altro compagno, o cambia direzione di spostamento o si allontana dall’altro animale.

2. Cower (CW): accovacciarsi o allontanare una parte del corpo dal partner rimanendo entro 1,5 m di distanza.

3. Jump away (JW): saltare via da un potenziale aggressore o dominante.

4. Flee (FL): fuga che viene effettuata in un contesto aggressivo (di solito c’è una carica).

5. Full spat-grimace (FSG): vocalizzazione a bocca aperta fatta dal subordinato verso il dominante.

3.4.6 Comportamenti aggressivi: 1. Aggressive Bite (ABIT): morso. 2. Aggressive Slap (ASL): schiaffo.

3. Chase (CH): inseguimento. A chase B vuol dire A insegue B.

4. Displacement (DSP): un individuo “causa” lo spostamento di un compagno dal luogo che sta occupando.

5. Gape (GA): breve display con bocca aperta senza mordere il partner generalmente associata al displacement.

6. Grab (GRA): acciuffare il pelo di un altro individuo.

7. Nose Push (NP): spingere con la punta del naso l’opponente. E’ un’aggressione leggera.

8. Stare (ST): fissare l’opponente in contesto aggressivo (minaccia che può anche provocare un allontanamento del subordinato).

9. Threat (TH): ad esempio un finto aggressive slap. 10. Twitering (TW): vocalizzazione di aggressione.

11. Grappling (GRAP): il dominante acciuffa il subordinato con due mani, non lo lascia andare e si rotolano.

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39 3.4.7 Comportamenti olfattivi:

1. Anoint tail (AT): passare la superficie ventrale dei polsi e delle braccia lungo la coda tenuta tra le gambe e mantenuta eretta davanti al dorso.

2. Wave tail (WT): arcuare la coda sopra il capo rimanendo in piedi vicino ad un compagno e fissandolo.

3. Sniff glands (SGL): annusare le proprie ghiandole. 4. Lick glands (LGL): leccarsi le ghiandole.

5. Sniff body (SB): annusare il corpo di un altro individuo. 6. Sniff genital (SGE): annusare i genitali di un altro individuo.

7. Tail play (TP): è effettuato in contesto di gioco. Il Tail Play è formato sia dall’Anoint Tail (molto frequente) e dal Wave Tail (meno frequente durante il gioco).

8. Anoint tail play (ATP): TP fatto solo di AT.

9. Full tail play (FTP): fatto sia di AT che di WT, quindi AT + WT. 10. Urinate (UR): urinare con la coda giù.

11. Urine marking (UM): urinare con la coda su. 12. Wrist mark (WM): marcare con i polsi.

13. Wrist to pit (WP): strusciare la ghiandola antebrachiale (polsi) contro quella ascellare.

14. Sniffing marcatura (SnGM): annusare il substrato su cui era presente un altro animale.

15. Licking marcatura (LkGM): leccare il substrato su cui era presente un altro animale.

3.4.8 Comportamenti sessuali: 1. Mount (MO): monta. 2. Copulate (CO): copula.

3.5 Analisi dei dati

Sulla base dei dati focali sono stati calcolati i livelli di scratching (SCR),

grooming (SGR) e conflitti, per valutare una possibile correlazione tra i due self-directed behaviors (SDB), usati come indici di stress, e i comportamenti

(10)

40 Per approfondire ulteriormente l’analisi sullo stress, è stata fatta un’analisi sequenziale dei dati focali, in cui si è verificato se i comportamenti di SCR e SGR avvenissero, nell’arco di 10 minuti, successivamente ad un evento aggressivo o nell’ambito di un contesto rilassato. Per valutare ciò abbiamo scelto, come parametri del contesto aggressivo, i comportamenti descritti nell’etogramma come comportamenti aggressivi e di sottomissione; per quanto riguarda il contesto

rilassato, abbiamo utilizzato, come indice, comportamenti che prevedono

l’assenza di tensione, quali il grooming direzionale (GR) e il reciprocal grooming (RGR). Sono stati, inoltre, messi a confronto i due SDB per verificare se ci fosse una differenza significativa tra i due indicatori di stress, in relazione al contesto preso in esame. Si è voluto, infine, valutare quali individui del gruppo fossero maggiormente coinvolti nella risposta emotiva allo stress sociale: in tal senso è stato fatto un confronto inter-sessuale ed è stato analizzato il ruolo che gioca la posizione di rango in tali comportamenti.

Ipotizzando che lo stress sociale potrebbe aumentare durante la stagione degli accoppiamenti, abbiamo suddiviso il periodo di studio in due fasi, chiamate fase

estro (E) e fase non estro (NE), in relazione alla presenza o meno di femmine in

estro all’interno del gruppo. L’estro delle femmine, veniva osservato giornalmente e misurato tramite tre livelli di sexual swelling (low, medium, high): abbiamo definito fase estro il periodo di tempo in cui era presente almeno una femmina in

high sexual swelling e fase non estro quello in cui nessuna femmina presentava high sexual swelling. I livelli di SCR e SGR esibiti a livello inter- e intra-sessuale

sono stati, quindi, confrontati in entrambe le fasi, e correlati anche alla posizione di rango occupata dagli individui del gruppo.

Successivamente, è stata calcolata la frequenza oraria dei grooming direzionali per diade, tra i maschi e le femmine, per verificare un’eventuale differenza significativa tra il grooming fatto dai maschi verso le femmine e quello fatto dalle femmine nei confronti dei maschi, durante la fase E e quella NE. Il grooming ricevuto dai maschi e dalle femmine rispettivamente dagli individui di sesso opposto, in entrambe le fasi di studio, è stato, poi, messo in relazione ai comportamenti di SCR e SGR.

Infine, il grooming è stato messo in relazione ai conflitti, e in particolare il

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41 quella non estro, è stato correlato ai livelli di corteggiamento esibiti dai maschi e alle aggressioni ricevute dagli stessi ad opera delle femmine.

3.6 Analisi Statistica

Nonostante il gruppo di studio sia composto da 19 animali, le analisi sono stata svolte solo sugli individui adulti (N=13). Quindi, data la bassa numerosità campionaria (n<15), è stata utilizzata la statistica non parametrica (Siegel e Castellan, 1988).

3.6.1 Calcolo della gerarchia

Per definire la gerarchia, sono stati analizzati i conflitti diadici ed è stata costruita una matrice dove vengono riportati nelle righe i vincitori e nelle colonne i vinti. E’ stata effettuata la successiva analisi mediante l’indice di linearità h0, con l’aiuto del software Matman 1.0 della Noldus (con 10.000 permutazioni). Tale programma calcola anche l’indice di “consistenza direzionale” (directional

consistency o DC) che è quel valore risultato dalla differenza tra il numero totale

di volte che un determinato comportamento è stato effettuato nella direzione preferenziale all'interno di una diade e il numero di volte che lo stesso comportamento è stato effettuato nella direzione meno frequente. Tale indice oscilla tra zero (quando il comportamento viene svolto equamente in entrambe le direzioni) e uno (completamente unidirezionale) (van Hooff e Wensing, 1987).

3.6.2 Test di Wilcoxon

Tale test si applica per valutare le differenze tra coppie di campioni, dando peso alle differenze più grandi tra i membri delle coppie rispetto alle coppie in cui le differenze sono più piccole. Il test di Wilcoxon permette, quindi, di dire: a) quale membro di una coppia è “più grande di” e, quindi, di stabilire il segno della differenza di ogni coppia; b) quali sono i ranghi delle differenze osservate. In altre parole, permette di esprimere un giudizio sul “più grande di” relativamente alle prestazioni di ogni coppia ed, inoltre, di esprimere un giudizio sulle differenze di punteggio presentate dalle varie coppie.

(12)

42 1. si determina la differenza tra i punteggi di ogni coppia e si

indica con il simbolo dl, per cui ogni coppia possiede un dl.;

2. si convertono in ranghi le diverse dl, senza tener conto del

segno: si dà il rango 1 alla dl più piccola, il rango 2 alla dl più

piccola successiva e così via. Si ignorano i casi in cui dl =0. Se

qualche rango risulta ex-aequo si assegna la media dei ranghi corrispondenti;

3. si assegna ad ogni rango il segno + o – corrispondente al segno di dl;

4. si sommano separatamente i ranghi positivi e quelli negativi. Il valore T è la somma più piccola dei ranghi di segno uguale; Se il valore osservato di T è uguale o minore a quello tabulare, con α=0,05 ed un particolare valore di n, si può respingere l’ipotesi nulla di non significatività, cioè si può affermare che esiste una differenza significativa nei campioni. Il valore di n non è necessariamente il numero di coppie, ma il numero di coppie meno quelle con d = 0.

Il test è stato applicato per confrontare: i livelli di scr e sgr nell’ambito del

contesto aggressivo e di quello rilassato, i livelli intra-sessuali di scr e sgr nella

fase estro e in quella non estro, i livelli di grooming tra maschi e femmine nelle due fasi di studio.

3.6.3 Test U di Mann-Whitney

Il test U di Mann-Whitney è un test non parametrico utilizzato per determinare differenze significative tra due campioni di misure indipendenti. La procedura per il calcolo è la seguente:

 si ordinano i dati in modo crescente indipendentemente dal gruppo al quale appartengono;

 si assegna al campione più piccolo il rango 1 e si procede all’assegnazione degli altri ranghi in modo crescente (se due campioni hanno lo stesso valore si assegna la media dei ranghi:

n + (n+1) ; 2 – T ) ; n + ( n + 1 ) 2 N s ( N s +

(13)

43

 si determina T (somma dei ranghi nel campione più piccolo); se entrambi i campioni, tuttavia, hanno le stesse dimensioni non si effettua la somma dei ranghi del primo campione;

 si calcolano US e UL riferite rispettivamente al campione più piccolo e a quello più grande:

US = NS NL + dove NS = numero di misure nel campione più piccolo

NL = numero di misure nel campione più grande UL = NS NL – US

A questo punto si pone U= min (US, UL) e si va a consultare la tabella Mann-Whitney con gli appropriati NS e NL: si confronta U con il valore della tabella e si va a vedere quale probabilità è associata a tale valore. Se il livello di significatività è fissato con α=0,05 ed U<0,05 allora si conclude che c’è una differenza significativa tra i due campioni. In caso contrario si accetta l’ipotesi nulla.

Il test è stato applicato per valutare la presenza, o meno, di una differenza significativa tra i maschi e le femmine per quanto riguarda i livelli di SCR e di SGR.

3.6.4 Test di correlazione di Spearman

Il coefficiente di correlazione R per ranghi di Spearman viene utilizzato per correlare tra di loro due variabili. Per ottenere risultati attendibili il numero campionario minimo non deve essere inferiore a 7. Per utilizzare tale test si procede nel modo seguente:

1. si classificano i valori di ciascuna variabile in ordine crescente. Al valore più piccolo si assegna il rango 1 e a quello più grande

n, dove n è il numero delle unità di campionamento;

2. si calcola il valore d, risultato della differenza aritmetica tra i ranghi delle due variabili;

3. si sommano i quadrati delle differenze;

4. si calcola il coefficiente di correlazione (rs) secondo la formula: rs = 1

-

6 Σd2

n3 – n

dove n è il numero di unità di campionamento e 6 è una costante peculiare di questa formula.

(14)

44 Per capire se il risultato ottenuto sia significativo o meno si ricorre alla tavola dei valori che dà la distribuzione di probabilità di rs.

Il test di Spearman è stato applicato per verificare una possibile correlazione degli SDB (SCR e SGR), con le aggressioni, con la gerarchia di rango e con il

grooming.

3.6.5 Test di correlazione tra matrici Kr

Il Test di correlazione tra matrici Kr (τkr) è una versione multivariata del test di correlazione dei ranghi di Kendall (Hemelrijk, 1990a, b). Esso si basa sulle correlazioni all’interno di un gruppo. Successivamente, i valori di correlazione di ogni gruppo vengono sommati tra loro; in questo modo si tiene conto della variazione individuale (per esempio nella frequenza di grooming). Il τkr assume un valore compreso tra +1 e –1. E’ stato applicato il test con 10.000 permutazioni per trovare una possibile correlazione tra grooming fatto e grooming ricevuto, tra

grooming e gerarchia e, infine, tra grooming e conflitti. Anche in questo caso è

Figura

Fig.  3.1  Foto  dall’alto  di  Berenty,  scattata  dal  nord.  Sono  evidenti  le  cinque  zone  della
Fig.  3.2  Un  esemplare  del  gruppo,  Pirata.  L’assenza  di  un  occhio
Tab. 3.1. Lista degli individui che componevano il gruppo di studio.

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