• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1886, 26 giugno

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1886, 26 giugno"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, RANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXVII - Voi. XLI

Firenze, 26 Giugno 1910

N. 1886

SOMMARIO : Ancora sulla riforma del Senato — G. Terni, Piccola proprietà rustica e bene di fami­ glia — La protezione doganale e l’ industria della seta — Casse di Risparmio in Italia (Foligno) — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Doti. Louis Suret, Théorie de l’impòt progressi!' - Clay Herrick, Trust Companies. Their Organization, Graerth and Managemant - J. Novicow, La critique du darwinismo social - S. F. Knapp, Verhandlungen des Vereins fur Socialpolitik in Wien 1909 — Dott. Otto Most, Gemeindefinanzen Ziele, Wege, Ergebnisse - P. Carabellese, Sulla vetta ierocratica del papato. Idee, Fatti, Tradizioni — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : La situazione delle casse postali italiane - Il congresso cotoniero internazionale - Il primo congresso di navigazione in­ terna - Il congresso degli agricoltori italiani - L ’associazione internazionale per la protezione legale dei lavoratori —- RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio del Messico - Il commercio inglese - Il commercio della Spagna - Il commercio del Giappone — La situazione del Tesoro al 31 maggio 1910 — L ’industria della pesca in Italia — Banche popolari e Cooperative — Cronaca delle camere di commercio — Mercato monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Ancora della riforma del Senato

Il moderatissimo accenno fatto dall’on. Luz- zatti per conseguire una riforma, sia pure limi­ tatissima, della Assemblea vitalizia nella sua composizione e nel suo funzionamento, ha dato già luogo a larga discussione. Molti scrittori e molti Senatori hanno sull’argomento manifestato propositi tra i più disparati. La Commissione nominata dal Presidente del Senato per incarico dell’Assemblea, si è subito accinta all’opera, ed intanto ha fatto sapere, che, per ora almeno, si limita a raccogliere i materiali per procedere poi allo studio delle eventuali proposte, e quindi, la­ scia intendere il comunicato, occorrerà molto tempo prima che si possa conoscere quali ten­ denze potranno manifestarsi nel seno della stessa Commissione.

Non è pertanto da temere che si possa avere una discussione precipitosa, e meno ancora che possano prevalere proposte radicali. Già il con­ cetto di rendere, in tutto od in parte, elettivo il corpo senatoriale non trova molti fautori, che ve­ drebbero in una tal forma di organizzazione una duplicazione, più o meno precisa della Camera dei Deputati, e perciò un organo o inu­ tile o pericoloso per i conflitti che potrebbero sorgere tra le due Assemblee.

D ’altra parte molti pensano che sia perfet­ tamente inutile ora discutere sopra una possibile concreta conclusione ; gli studi si prolungheranno abbastanza per poter presumerli che, prima che essi terminino, il Ministero attuale avrà un suc­ cessore ed allora probabilmente la questione po­ trà essere tacitamente sepolta.

Non è quindi il caso di parlare ora dei me­ todi diversi coi quali una riforma può essere conseguita ; il prossimo avvenire può portare no­ vità politiche di ordine diverso e quindi orien­ tare l’opinione pubblica anche sopra questo ar­

gomento in modo differente da quello che oggi non sia.

Perciò noi insistiamo a ripetere che il Se­ nato stesso ha in sua mano i mezzi per rifor­ marsi da sè, senza bisogno di modificare la pro­ pria composizione. Ciò che si rimprovera oggi al Senato è di non aver nè tempo, nè modo di esercitare efficacemente il suo ufficio legislativo. Da molti anni si è osservata una decadenza cre­ scente nella funzione di quell’Assemblea, sia per­ chè non sembra che essa studi abbastanza i di­ segni di legge che le vengono presentati, sia perchè si lascia sopraffare dalla ragione politica e permette che sia domandato al Senato un la­ voro legislativo così mal distribuito, e quindi così affrettato, da sembrare addirittura scan­ daloso che un grande numero di leggi siano messe in discussione con relazioni nelle quali gli argomenti non sono nè approfonditi nè studiati e vengono poi approvati senza discussione. E l’appunto a poco a poco parve così fondato che costituì un generale convincimento tanto che, appena formulato il concetto di riformare il Se­ nato, trovò, fuori del Senato, quasi unanime con­ senso.

Ora questa causa principale, unica anzi, per la quale, è sorto un così generale severo giudizio sul modo con cui il Senato funziona, può essere senza difficoltà dallo stesso Senato remossa. Ba­ sta che il Senato si mostri meno remissivo ai voleri dei Governo; basta che faccia sentire la sua indipendenza quando la utilità della cosa pubblica lo esiga; basta sopratutto che dia prova della propria competenza.

(2)

402 L ’ ECONOMISTA 26 giugno 1 910

esaminati ed approvati affrettatamente ; il nu- ! mero dei Senatori presenti alle adunanze è sem­

pre molto scarso, e quelli che assistono hanno molta iretta che la seduta si tolga.

Tutto questo, che in apparenza sembra for­ male, diventa sostanziale, in quanto la Camera, deve fare assegnamento sull’azione del Senato perchè sieno migliorate le leggi che essa approva sotto 1’ impero di una passione politica spesso tumul­ tuaria.

Si dice che se il Senato rimandasse alla Camera molte delle leggi importanti da essa ap­ provate, potrebbe far nascere un conflitto ; oggi forse sarebbe una sorpresa; ma se il Senato avesse esercitato sempre il suo ufficio di revi­ sione, o meglio ancora di collaborazione nell’opera legislativa, non vi sarebbe ragione di sorpresa.

Egli è che a poco a poco il Senato ha ab- abbaudonato il suo ufficio e si è quasi disinte­ ressato del lavoro legislativo.

Occorre quindi reagire contro questa rilas­ satezza nella funzione dell’Alta Assemblea; ed è necessario che a poco a poco essa riacquisti il pre­ stigio che deve avere, esercitando semplicemente ma perseverantemente il suo ufficio.

La proposta di nominare in modo diverso da quello che si fa attualmente, i Senatori, può es­ ser buona soltanto sotto certi aspetti; quando cioè i Governi nel fare alla Camera le proposte di nomina abusino di nepotismi e di favoritismi; ma in verità, tranne che per qualche caso de­ plorabilissimo ma isolato, non risulta che la mag­ gioranza dei proposti fosse inetta o indegna. Nè, se ci volgiamo intorno, vediamo che l’ Italia ab­

bia proprio una turba di uomini superiori ai quali sia negata la nomina a Senatori.

Che potrebbe far di meglio un corpo eletto­ rale, comunque scelto? Forse il censo sarebbe più largamente rappresentato, perchè avrebbe a propria disposizione i mezzi per ottenere la desi­ gnazione del corpo elettorale. E potrebbero otte­ nere la designazione quelle celebrità di un giorno, che ad un tratto occupano transitoriamente la pubblica opinione.

Conseguentemente: o si tratta di una riforma radicale, la quale cambi in modo assoluto lo Sta­ tuto per ciò che riguarda la scelta dei Senatori, od è meglio non farne nulla e stimolare invece il Senato, tale quale è, a riprendere la sua parte attiva nella cosa pubblica ; esigere una maggiore partecipazione dei suoi membri nella formazione dei Gabinetti ; e più ancora dar prova di meritarlo studiando i problemi che interessano la nazione.

Piccola proprietà rustica e Bene di famiglia

i i .

Le disposizioni relative al Bene di famiglia costituiscono come la seconda parte del progetto Luzzatti e Raineri sulla piccola proprietà rustica, e vogliono esserne il necessario complemento: a che gioverebbe infatti promuovere la formazione di proprietà rurali adeguate al sostentamento di una famiglia, sogno dei Governi per favorire 1 in­ cremento di una classe compresa fra l’operaia e la piccola borghesia interessata alla

conserva-zione ed al benessere dello Stato, elemento d or­ dine e di stabilità sociale, quando tali resultati avessero una durata effìmera pel subitaneo sud- dividersi, sia per successione come per compia vendita, degli appezzamenti devoluti alle fami­

glie? . .

Le prime conclusioni della Commissione d in­ chiesta pel mezzogiorno avrebbero rilevato che una delle precipue cause di malessere delle po­ polazioni su cui furono espletate le indagini, con­ sisterebbero nella difficoltà che trova nel sorgere una vera e propria classe rurale ostando a que sto scopo da un lato il latifondo, dall altio 1 ec­ cessivo sminuzzamento delle terre non suscetti­ bili per questo di una coltura razionale, e non suffìcenti al sostentamento di una famiglia.

Ciò che si è chiamata polverizzazione della proprietà è fenomeno avveratosi in questi ultimi tempi negli Abruzzi e nel Molise, nella Cam­ pania e nella Basilicata, e sta succedendo nelle Puglie: è la conseguenza della eccessiva quotiz­ zazione dei demani comunali avvenuta nel corso di un secolo, delle suddivisioni per successione ed alienazione, e in parte del rimpatrio degli emigrati.

Questi peraltro non tenderebbero all acqui­ sto di terreni per coltivazione, ma di piccoli ap­ pezzamenti in prossimità dei paesi e borgate su cui accanto ad una casetta, esigono un piccolo spazio per l’orto. Sarebbe dunque erronea l’opi­ nione di coloro che ritengouo la formazione di una classe di piccoli proprietari agricoli nel mez­ zogiorno attendersi attualmente dai reduci d’Ame­ rica: questi per la maggior parte non si dànno alla coltivazione della terra, ma preferiscono vi­ vere da minuscoli rentiers, data^ anche la diffi­ coltà di acquistare terreni che offrano condizioni adatte ad una coltivazione sufffcenteinence red­

ditizia. , ■ ,

E’ logico quindi l’ intento del legislatore a spingere questi rimpatriati verso 1’ agricoltura, facilitando coi provvedimenti compresi nel T i­ tolo I del progetto gli acquisti e stabilendo una serie di agevolezze che vanno dal mutuo di la­ vora per completare la somma occorrente, alle fa­ cilitazioni tributarie.

I caratteri giuridici che contraddistinguono il Bene di famiglia possono riassumersi nella in- sequestrabilità, nell’ incapacità di sottoporlo ad ipoteca, nella inalienabilità: trattasi evidente­ mente li un Istituto che contenendo parecchie eccezioni al diritto comune, appare arduo nel suo accoglimento tanto da non poter esser giu­ stificato che dall’ entità dello scopo da conseguire, mentre è importante che tali disposizioni ecce­ zionali abbiano quei limiti e temperamenti i quali valgano a impedire abusi e iacile danno

dei terzi. .

(3)

26 giugno 1910 L ’ ECONOMISTA 403

preconcetta e non ripugnano da formule nuove in antitesi coi capisaldi del giure tradizionale.

Non saremo noi a giudicare se le risposte che si danno alle obiezioni le quali si presen­ tano spontaneamente ai principi informanti la legge sieno esaurienti, e tali da sgomberare ogni preoccupazione circa taluni effetti che possono de­ terminarsi in dipendenza di facoltà eccezionalis­ sime che non hanno ancora avuta la sanzione di una vasta esperienza; giacché è bene ricordare che se i provvedimenti relativi alla formazione della piccola proprietà rustica furono adottati in molte nazioni da qualche anno a questa parte, quelli che si riferiscono al Bene di famiglia sono ovunque, in Europa, allo stato di progetto tranne che in Francia, ove non divennero legge che da un solo anno, e nella Serbia ove pur datando da molto tempo, la relazione non dice quali resul­ tati abbiano dato.

Il Codice Civile germanico ha mantenuto in vigore le legislazioni locali secondo cui da tempo immemorabile il dominio del defunto passa ad un solo dei discendenti, Vanerbe, il quale indennizza gli altri coeredi, ma questa facoltà non può con­ siderarsi se non come l’embrione dell’ Istituto del Bene di famiglia che per rimanere inalterato ab­ bisogna necessariamente dei requisiti d’ inseque- strabilità ed inalienabilità.

Vero è che se tali principi appaiono oggi nuovi nella, legislazione è perchè non si era data sufficente importanza a talune eccezioni conte­ nute nel Codice Civile, come quella relativa alla dote, od in leggi speciali, ad es.¡quella sulla Ba­ silicata, che vieta agli acquirenti delle quote di terreno vendute alla Cassa Provinciale di Cre­ dito Agrario di alienarle, sottoporle ad ipoteca, e concederle ad anticresi per 20 anni. In ogni caso trattasi piuttosto che combattere contro for­ mule teoriche, di dar vita ad un Istituto la cui af­ fermazione avrebbe così grande importanza da sorpassare ì possibili inconvenienti che dovessero verificarsi ; d’altronde la pubblicità della trascri­ zione, richiesta come requisito essenziale, deve essere garanzia sufficente pei terzi.

Se la legge permette una condizione di ec­ cezionale privilegio, ha cura di restringerne l’og­ getto entro limiti ben precisati che sono quelli voluti per la piccola proprietà rustica, e cioè che il terreno non ecceda la estensione di tre ettari a meno che sorpassandoli non superi il valore di 3000 franchi; che la casa debba servire al fondo ed essere quindi adeguata ai bisogni della fami­ glia del proprietario che lo coltiva: sul terreno stesso non possono gravare ipoteche, altrimenti verrebbe a mancare lo scopo dell’ Istituto.

Unica eccezione è per l’ ipoteca relativa al mutuo concesso per l’acquisto, ma essa è giusti­ ficata dalla garanzia imprescindibile dovuta al­ l’ Ente che ha contribuito alla costituzione di questo Bene di famiglia, senza di che esso non potrebbe mai sorgere.

Le leggi di altre nazioni adottano diversi criteri per stabilire chi abbia facoltà di promuo­ verne la formazione: il progetto italiano liberal­ mente considera capo di famiglia non soltanto chi sia coniugato, ma ognuno che abbia a proprio carico congiunti fino al sesto grado.

Quali eccezioni debbano necessariamente farsi

al principio della sequestrabilità è uno dei punti più ardui — crediamo —-.che si sieno offerti al legislatore dei vari paesi; altrove pur essendosi mantenuti ovunque criteri tendenti a vulnerare il meno possibile tale norma, si è concessa una varia latitudine; così mentre nella Serbia sono esenti da sequestro in qualsiasi caso i terreni di cinque giornate arative, la raccolta dell’an­ nata, la casa d’abitazione ecc., il progetto tede­ sco è quello più restrittivo, dando adito al se­ questro anche pei crediti aventi origine anteriore alla fondazione del Bene di famiglia, quando siano trascorsi tre mesi dalla sua costituzione.

Il progetto Luzzatti è anche qui assai li­ berale pei nuovi piccoli proprietari, giacché i casi di sequestrabilità si estendono soltanto a fa­ vore dell’ Istituto che concesse il mutuo per acquisto d’ immobili, ed ai crediti dipendenti da imposte dirette; pei frutti si fa eccezione unica­ mente quando si tratti di debiti derivanti da sentenze in materia penale, da premi d’assicu­ razione contro gl’ incendi (ma l’assicurazione non è obbligatoria), e per debiti alimentari.

E notevole sopratutto che la regola d’ inse- questrabilità vige anche nel caso di fallimento. Quanto ai frutti, crederemmo che sarebbe oppor­ tuno stabilire un’altra eccezione almeno pei cre­ diti degli Istituti che forniscono le somme occor­ renti all’esercizio agricolo, giacché si verrebbe diversamente ad impedir loro di esercitare in molti casi quell’azione proficua voluta da leggi recenti, ovvero a sacrificarli, mentre è noto lo scarsissimo o nessun frutto che siffatte operazioni hanno rap­ presentato sin qui per gli Istituti.

Il criterio della inalienabilità andava stret­ tamente osservato, perchè troppo inerente agli scopi della nuova istituzione, ed unico tempera­ mento permesso è quello che della sua cessazione possa esser giudice il Tribunale.

Il Bene di famiglia si conserva alla morte del capo di essa quando vi sieno figli minori, e viene allora designato un unico amministratore ; esso non viene trasmesso per testamento; è in facoltà di ciascuno degli eredi, quando sia ces­ sato o divenuto divisibile ottenerne l’ attribuzione disinteressando gli altri eredi.

Sarà una legge che se potrà venire a effet­ tiva conoscenza delle classi rurali, e ne saranno valutati convenientemente i doveri che corrispon­ dono ai benefici notevolissimi, segnerà un passo di grande importanza nella redenzione economica dei nostri contadini.

G. Te r n i.

L a p ro tezio n e d o g a n a le

e la industria della seta

La Associazione serica e bacologica del Pie­ monte, la quale ha sede a Torino, ha pubblicato un memoriale come contributo all’inchiesta Gover­ nativa sulle condizioni della industria della seta e lo intitola: « L a seta e la revisione del regime doganale italiano ».

(4)

404 L ’ ECONOMISTA 26 giugno 1910

mezzo dell’ inasprimento dei dazi, merita di essere rilevato questo memoriale, che in nome di una importante industria del paese chiede invece un aumento di libertà. « Appunto per il suo carat­ tere d’ industria, che esporta la massima parte alla sua produzione ed importa una parte consi­ derevole della materia prima che trasforma, l’in­ dustria italiana della seta — afferma il memo­ riale — ha bisogno di una politica commerciale, che le assicuri il mercato più ampio che sia pos sibile colla maggiore facilità nella scelta dei suoi clienti. In queste condizioni, il regime ideale pei setajuoli sarebbe il libero-scambio assoluto ».

Tale esplicita affermazione acquista maggiore importanza in questo momento nel quale, come è noto, le disposizioni degli Stati europei sono tutt’altro che favorevoli a continuare nel regime dei trattati di commercio. L ’on. Luzzatti, in una recente discussione avvenuta alla Camera, ha perfino messo in dubbio la possibilità di rinno­ vare le convenzioni commerciali ed ha accennato a provvedimenti che si dovrebbero prendere nel caso in cui si dovesse applicare la tariffa ge­ nerale.

Rilevano i setajuoli in questa loro pubbli­ cazione, che il rinvilio dei cereali determinò in Italia e negli altri paesi del Continente europeo quella reazione protezionista, « che un gruppo di industrie di nuova creazione fecero sì abilmente sfruttare a suo vantaggio » ma che i setajuoli italiani cercarono invano di resistere alla nuova corrente, « ben prevedendo che, se essa fosse riu­ scita a prevalere, né sarebbe stata ostacolata la rinnovazione dei trattati di commercio, con gran danno per le esportazioni italiane in genere e per quella della seta in ispecie ».

E qui l’opuscolo, riporta alcuni dati sta­ tistici dai quali apparisce tutta la importanza della industria della seta, che nel venticinquen­ nio 1885-909 diede il seguente movimento in mi­ lioni di lire : 1885-89 media Import. 105 esportaz. 318 Eccedenza di esportaz. 213 1890-94. >» 108 315 212 1895-99 - » 128 383 255 1000-904 203 520 317 1905-909 218 611 393

Aum. Irai due estremi 113 293 180

Le quali cifre, a dir vero, dimostrano che finora la industria della seta ha assunta nel mo­ vimento commerciale italiano una importanza notevolmente crescente. Ma giustamente i seta­ juoli temono che, ove si verificassero i fondati timori di una rottura generale nei rapporti com­ merciali tra i diversi Stati, ne verrebbe gran jattura alla loro industria' così prevalentemente esportatrice, accrescendo quello squilibrio che già si verifica notevole tra la ¡entrata è la uscita dei prodotti.

Il memoriale fa, quindi nna succinta storia dei trattati di commercio esistenti ; e delle basi che informano detti trattati còsi giudica :

« E’ incontestabile: che durante gli ultimi anni, nella maggioranza degli Stati collegati da convenzioni commerciali, si è manifestata la ten­ denza a restringere di più in più la portata della clausola della nazione più favorita, la quale aveva impresso un particolare carattere ai trattati

conchiusi nel periodo che aveva sentito la in­ fluenza della grande riforma doganale inglese e del trattato franco-britannico.

« A tutta prima, la reazione protezionista si affermò con qualche timore e con molta ipocrisia, adoperandosi a specificare con cura meticolosa le voci doganali nei nuovi trattati di commercio, in modo che le concessioni continuate ad accor­ dare ad un paese non potessero più essere pra­ ticamente godute dagli altri.

« L ’ ipocrisia andò sempre più raffinandosi ed a poco a poco si propose di rendere nulli e di nessun effetto gli impegni assunti sotto la fede dei trattati internazionali. A questo scopo, una volta che non si ebbe più ritegno a venir meno alla parola data in modo solenne, si molti­ plicarono gli espedienti. I regolamenti sanitari ed igienici, le tariffe differenziali o di penetra­ zione, le convenzioni alla marina mercantile, i premi di produzione e di esportazione più o meno mascherati in forma di abbuoni fiscali, furono altrettanti mezzi per eludere la lettera e lo spi­ rito delle convenzioni internazionali e per rito­ gliere colla mano sinistra quello che colla destra si era finto di accordare ».

Credono quindi i setajoli di dichiarare essere cosa principale ora di stabilire ed accettare il principio, che, qualunque giudizio si voglia por­ tare del regime doganale che vige attualmente in Italia, il momento sia venuto « per diminuire e limitare i privilegi delle industrie protette nel- l’ intento di tutelare ed allargare gli sbocchi alle esportazioni agrarie e manifatturiere, tra le quali quelle seriche occupano un così gran posto ».

Se allo scopo di creare una industria nuova o di permettere ad un’ industria nuova di svi­ lupparsi e di crescere, può parere opportuno un momentaneo sacrificio imposto al paese, tale sa­ crificio, — dice il memoriale — non deve pro­ lungarsi al di là del puro necessario e, secondo l’opinione così spesso riportata di J. S. M:ll, un ventennio rappresenta il termine massimo per cui le industrie nuove o deboli possono essere util­ mente protette ed incoraggiate coi dazi.

« In ogni caso, ammettendo che il regime esistente abbia determinato investimento di ca­ pitali e formazione di interessi, a cui è equo di aver riguardo, evitando le trasformazioni troppo brusche, un temperamento ragionevole sarebbe quello di fissare nei singoli prodotti protetti una misura massima di protezione, escluso il costo della materia prima adoperata».

Riassumendo, l’Associazione formula i se­ guenti voti :

(5)

26 giugno 1910 L ’ ECONOMISTA 405

« 2° Le nuove negoziazioni per i trattati di commercio siano avviate al più presto con spirito largo e disposto a tutte le possibili concessioni, allo scopo di assicurare il più ampio mercato alle esportazioni italiane, tra le quali le sete tengono un posto così cospicuo, e di evitare ad esse i danni gravissimi dei minacciati regimi differen­ ziali ;

« 39 Siano coteste concessioni portate ai massimi limiti per quei paesi, i quali acconsen­ tano in cambio ad accordare alle sete torte ed alle seterie nazionali dei dazi tollerabili, colla clausola della nazione più favorita ;

« 4° In particolare, siano aboliti i dazi di esporti zione sui cascami greggi e pettinati e quelli di importazione sui filati di cascami di seta;

« 5° Vengano riprese e continuate le tratta­ tive colla Trancia allo scopo di includere le sete e le seterie nel beneficio della nazione più fa­ vorita stipulato col modus vivendi del 21 novem­ bre 1898, e di fare ammettere le sete torte ed addoppiate italiane in Francia in franchigia o, almeno, con dazio non proibitivo, come è l’attuale di franchi 300 per quintale ».

Questa perspicua pubblicazione, ricca di lo­ gica e di buon senso, rileva un’altra volta l’an­ tagonismo che necessariamente deriva da un re­ gime protezionista: le industrie esportatrici si trovano in opposizione di interessi colle industrie che sodisfano i bisogni interni, in quanto sia te­ nuto lontano il prodotto estero.

Il protezionismo è un regime che non solo manca di logica e dà la illusione di effimeri van­ taggi, ma. come è chiaramente dimostrato in questo interessantissimo memoriale, la protezione accor­ data agli uni, si trasforma in danno prodotto agli altri.

[asse di Risparmia in Italia

( F O L I G N O )

La Cassa di Foligno originò nell’anno 1857 da 78 persone che sottoscrissero 150 azioni da scudi romani 10, epperò una dotazione originaria di scudi 1500 pari a lire 7980: essa cominciò le operazioni il 31 gennaio 1858. Non ha ne ebbe mai dipendenza da alcun altro Ente ed il suo Consiglio d’amministrazione è nominato dall’as­ semblea generale dei soci.

L ’ interesse sui depositi ordinari durò nella misura del 4 per cento dalla fondazione a tutto il 1892; col 1893 fu diminuito al 3.50, ma ri­ tornò al 4 col 1895: dal 1° luglio 1900 è del 3.75 per cento. I buoni fruttiferi a scadenza fissa di un anno furono istituiti nel 1892 con 1’ inte­ resse del 4.50 per cento, diminuito al 4 col 1893, ritornato al 4.50 col 1895, e ridotto nuovamente a 4 dal 1° luglio 1900. I depositi speciali a pic­ colo risparmio, istituiti nel 1899, ebbero il 4.50, ridotto al 4 col 1893, riportato al 4.50 col 1895, è rimasto tale da allora.

Il costante progresso dei depositi a rispar­ mio, fu specialmente accentuato nel periodo 1880- 1890. Alla chiusura del primo esercizio 1858, i libretti in corso erano solo 235 con un credito

di lire 36,654.32: invece, in fine del 1904 si ave­ vano in circolazione 12,273 libretti per lire 5,188,380.97.

Lo statuto del 1891, che è ancora in vigore, determina i seguenti impieghi del capitale : sov­ venzioni cambiarie dirette; anticipazioni su titoli di Stato, cartelle fondiarie, oggetti preziosi e merci; conti correnti garantiti e semplici tanto con privati che con Istituti; prestiti e mutui agrari secondo la legge del 1887 ; mutui ipote- tecari, non sorpassando il quinto delle attività complessive; mutui cbirografari a privati o ad Enti morali, non sorpassando il ventesimo delle attività; sconto di effetti cambiari ed altri ti­ toli; acquisto di titoli emessi o garantiti dallo Stato, di obbligazioni fondiarie ed agrarie, di azioni degli Istituti d’emissione o di stabilimenti industriali e di credito anche cooperativi, purché aventi sede in Foligno.

L ’ impiego cambiario ebbe sempre il massimo favore, ed anche al 1904 costituiva circa quattro settimi delle attività.

Il patrimonio dell’ Istituto crebbe lentamente sino al 1880, rapidamente nel decennio succes­ sivo; diminuì nel seguente per verificate perdite, quindi si è ristorato superando le cifre prece­ denti e giungendo in fine del 1904 a lire 393,931.04.

Essendo la ragione essenzialmente agricola può dirsi che, come la maggior parte dei depo­ siti proviene dagli agricoltori, così la maggior parte dei prestiti vanno a loro beneficio : però l’ Istituto non ha esercitato in forma speciale il credito agrario, nè altrimenti è intervenuto in modo diretto in favore dell’agricoltura. L ’ indu­ strie locali ebbero pure ogni possibile vantaggio. Lo erogazioni per beneficenza dal 1863 al 1904 ammontax'ono a 91,231 lire, beneficando specialmente la Società di mutuo soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini il Ricovero di mendicità, la Congregazione di Carità ecc.

Il Direttore attuale della Cassa di Foligno, sig. Arturo Bussetti-Berardi ha pubblicato la relazione del bilancio 1909, del 52° anno di eser­ cizio.

Secondo la detta relazione, nel corso del 1909, il movimento generale degli affari dell’ Istituto, tra dare ed avere, è salito a L. 76,662,936.93 e quello della Cassa a L. 50,991,378.39, con un aumento, in confronto del 1908, di L. 7,195,035.89 per il primo e di L. 2,976,341.55 per il se­ condo.

Da ciò risulta evidente, come la Cassa vada costantemente crescendo d’ importanza, esplicando nella regione con sempre maggiore larghezza la sua missione benefica.

(6)

406 Lr ECONOMISTA 26 giugno 1910

beneficio alcuno, anzi gravandosi per esse di qual­ che non trascurabile spesa.

Ad ogni modo, anche negli utili, l’ Esercizio 1909 presenta una discreta miglioria in con­ fronto del 1908, avendo gli utili stessi raggiunta la somma di L. 63,089.83, mentre nell’anno pre­ cedente furono di L, 58,530.89. Ed è bene a que­ sto riguardo avvertire che nell’anno decorso si sono spese in più rispetto al 1908 : L. 2000 per doveroso sussidio ai danneggiati dell’ immane ter­ remoto Siculo-Calabrese, le quali non potevano essere tratte dal fondo ordinario di beneficenza, che non ne offriva il margine ; L. 6,157.94 per maggiori imposte; e L. 1,750 per afflitti, che sa­ rebbero stati di competenza del 1908, ed in quell’anno per varie ragioni non poterono essere pagati.

Nel rimanente le cifre delle diverse partite del conto di competenza 1909 non presentano, in confronto di quelle del 1908, variazioni tali, da richiedere speciali dilucidazioni.

Le rendite sono aumentate normalmente in relazione alle maggiori operazioni fatte; le spese, all’ infuori degli aumenti già sopra indicati, si sono mantenute dal più al meno nei limiti del­ l’anno precedente, eccezione fatta per gli inte­ ressi sui depositi, e per quelli pagati su effetti riscontati, essendosi dovuto nel 1909, per prov­ vedere a rinvestimenti proficui, ricorrere a mag­ gior copia di risconti, che non nel 1908.

L ’esercizio corrente, a malgrado del maggior aggravio, che verrà all’ Istituto dal decretato ri- pristinamento dei Buoni fruttiferi a scadenza di un anno col saggio del 4 per cento, darà, ne siamo certi, utili notevolmente maggiori, per i provvedimenti dall’ On. Consiglio adottati ri­ guardo agli sconti e ai conti correnti, per i quali è stato aumentato il saggio degli interessi, in vi­ sta del rincaro del denaro e delle numerose ri­ chieste di prestiti, che affluiscono da ogni parte. Anche nel 1909 l’attività rappresentata dai Mutui Ipotecari offre una lieve diminuzione, per il costante pensiero, che si ha, di diminuire gra­ datamente questa forma d’ investimenti, che rap­ presentano vecchie immobilizzazioni.

La lieve diminuzione che presenta la voce dei Fondi Pubblici, nonostante l’aumentato va­ lore di borsa dei medesimi, è determinata dalle estrazioni ordinarie dei titoli rimborsabili.

Esclusivamente al maggior valore di borsa al 31 Dicembre è dovuto l’aumento recato dalla voce Azioni.

L ’ammontare del Portafoglio proprio del­ l’ Istituto è cresciuto notevolmente, poiché alle cambiali registrate in questa voce conviene ag­ giungere le altre, che figurano tra le attività di­ verse al titolo cambiali riscontate presso terzi, e che hanno, come è naturale, la loro contropartita tra le passività.

I Crediti in sofferenza appariscono dimi­ nuiti, perchè alcune partite di essi, riscontrate alla prova affatto inesigibili, furono portate a perdite.

Un aumento di -L. 10,338.34 segnano le Cambiali agli atti e protestate, perchè sebbene siensi fatte per la loro esazione le più vive pre­ mure, son rimaste ancora in detto conto le più grosse cambiali, che, garantite validamente da

ipoteca per oltre L. 100,000, trovavansi già in questo conto alla chiusura del 1908.

Ora gli atti esecutivi sono per esse talmente avanzati, da renderne sicura l’esazione entro po­ chissimi mesi. Del resto il Consiglio ha preso recentemente tali misure, da assicurare che non si verifichi più per l’avvenire il ristagno avutosi per le cambiali agli atti negli esercizi precedenti. E misure anche più radicali saranno adottate in seguito, qualora apparisca manchevole ciò che sin qui è stato ordinato.

Anche nel decorso esercizio i Conti Correnti garantiti andarono crescendo, ma ciò accadde nei primi mesi dell’anno, poiché l’ On. Consiglio, preoccupato dal continuo aumento di essi, nel se­ condo semestre venne nella determinazione di non concederne più : e dopo avere con accurata disa­ mina sceverato e distinto i veri conti correliti in continuo movimento dagli altri rimasti da tempo immobilizzati, per modo da costituire dei veri mutui senza precisa scadenza, deliberò che que­ sti ultimi dovessero essere dai debitori trasfor­ mati in operazioni più consone alla loro natura. In questo senso fu diramata apposita circolare, che non ha tardato a portare i suoi frutti. Dal I o gennaio ad oggi in fatti sono stati estinti e trasformati tanti conti correnti per l’ammontare di L. 228,013.1)5; e la trasformazione seguirà in avvenire, fino a raggiungere intieramente l’ in­ tento dal Consiglio prefissosi.

Il notevole aumento, che si riscontra nel complesso delle Attività diverse è dovuto nella massima parte alla cifra delle cambiali riscontate, di cui nel conto del 1908 non'esisteva la voce, e dall’essersi accresciuti sensibilmente i Depositi a cauzione per conto terzi.

Venendo ora alle Passività, si riscontra an­ zitutto una complessiva diminuzione di 40,729.93 lire nelle diverse categorie dei Depositi, diminu­ zione derivata più specialmente dal mancato rac­ colto dell’olio nella regione, e determinatasi ne­ gli ultimi mesi dell’anno, quando appunto molti depositanti, privi nella risorsa di detto raccolto, si trovarono per i loro affari costretti a ricorrere agli accumulati risparmi.

Il fatto che i maggiori e più copiosi ritiri si ebbero verso la fine dell’anno, spiega perchè, a malgrado della lieve diminuzione riscontrata al 31 Dicembre, siensi dovute in complesso pagare L. 11,845.70 in più del 1908 per interessi sui Depositi.

L ’aumento complessivo, che si riscontra nella voce Conti Correnti nel passivo del presente Bi­ lancio, in confronto del precedente, è determinate' dal maggior debito, che al 31 Dicembre scorso la Cassa si trovò ad avere con gli Istituti di emis­ sione, per effetto delle molteplici operazioni, che ne­ cessariamente derivano dalla loro corrispondenza.

(7)

26 giugno 1910 L ’ ECONOMISTA 407

Alla chiusura dell’ Esercizio decorso il Pa- trimonio dell’Istituto è salito a L. 581,773.48 con un aumento di fronte al ’ 908 di L. 70,736.07. Quest’aumento si è avuto, tenendo conto de­ gli utili netti dell’annata e delle sopravvenienze attive e passive, costituite, quest’ ultime dall’aver depennato dalla attività tanti crediti riconosciuti inesigibili per L. 7,805.43, e le prime nella quasi totalità, dall’ aumento di valore verificatosi nei fondi pubblici e nelle azioni di spettanza del­ l’ Istituto, secondo il corso di borsa al 31 di­ cembre.

« E ’ nostro fermo convincimento, conclude il sig. Direttore, che, se non ci verrà meno la fidu­ cia sempre addimostrataci dagli Istituti corri­ spondenti, a cominciare da quelli di Emissione e dalla nostra fedele clientela, se il nostro Perso­ nale continuerà a dar prova di rettitudine e di attività, come è stato sin qui suo vanto, questo patrimonio, che in passato ha avuto purtroppo nel suo incremento dolorose soste e regressi, cre­ scerà ormai rapidamente, fino a giungere al so­ spirato limite del decimo dei Depositi, dando così modo all’ istituto di poter contribuire con maggior efficacia a lenire le altrui miserie, e a prestare valido concorso ad opere, che riescano di utile e di decoro alla nostra Città ».

La Relazione dei revisori propose senz’altro l’approvazione di questo bilancio il quale fu ap­ provato il 16 aprile 1910 con una lode al Con­ siglio d’amministrazione, al Direttore e a tutto il personale della Cassa.

Omettendo di accennare ai dettagli del bi­ lancio, non possiamo a meno noi pure di consta­ tare la floridità sempre crescente di questa im­ portantissima Cassa di risparmio dell’ Umbria.

R

iv is t a

B

ibliografica

D ott. L ou is Suret. - 2 héorie de V impôt pro­ gressif. — Paris, F. Alcan, pag. 774 (15 fr.) All’ infuori da ogni questione pratica, l’Au­ tore studia sotto il solo aspetto teorico la contro­ versa questione della imposta progressiva. I fatti dimostrano che mentre i dotti si affaticano a custodire e difendere le teorie scientifiche, la vita pratica, per necessità che spesso sorpassano la unilateralità della scienza, procede per adatta­ mento dando luogo a nuovi fenomeni che a poco a poco delineano nuove teorie. Così mentre l’Eco­ nomia politica classica, afferma ancora e giusta­ mente, quanto sia dannoso l’intervento dello Stato a guidare e correggere i fatti economici, tale in­ tervento diventa sempre più intenso e fa sorgere nuovi e più gravi problemi economici a cui bi­ sogna pure che gli studiosi prestino la loro at­ tenzione.

Nel caso concreto non vi ha dubbio che quasi tutte le critiche che sono state mosse alla forma progressiva della imposta, rimangono vere ed efficaci, ma ciò non toglie che dovunque quella forma vada insinuandosi e vada penetrando nella finanza applicata, generando sull’ argomento ra­ gione di nuovi studi utilissimi.

L ’Autore, come dicevamo, ha lasciato a parte

ogni discussione sul diritto finanziario posi­ tivo applicato nei diversi Stati e si è limitato ad una indagine molto accurata, molto diligente e riuscita sotto i vari aspetti encomievole, delle teoriche diverse intorno alla imposta progressiva; esaminando epoca per epoca, scuola per scuola e si può dire anzi autore per autore, le diverse fasi che nelle discussioni degli studiosi ha subita la questione.

Non è possibile dare qui un sommario del­ l’opera voluminosa che ci dà l’ Autore, il quale in sostanza appare favorevole alla imposta pro­ gressiva ; egli però avverte, accettando in parte la teoria del Loria, che le classi dominanti cer­ cano di far prevalere i loro interessi su quelli delle altre classi sociali, per quanto tale tendenza sia necessariamente nei fatti limitata da una serie di considerazioni efficienti, come l’ incidenza, il timore delle rappresaglie, il senso altruistico. Avremmo voluto che l’ Autore, occupandosi della teoria del Loria, considerasse se tale tendenza delle classi dominanti a tutelare eccessivamente i loro interessi, non derivi, almeno in gran parte, dol fatto che tali interessi sono in quei dati mo­ menti i prevalenti, cioè quelli che la collettività stessa intende di meglio tutelare.

Comunque, non è questione che possa discu­ tersi qui per incidenza.

Il diligentissimo, interessante e dotto lavoro del Sig. Suret, si chiude con una molto ricca bibliografia e con un ampio indice alfabetico ed analitico, che agevolano lo studio dell’opera. C lag H errick. - Trust Companies. Their

Or-ganization, Graerth and Managemant. — New York, Bankers publishing Comp., 1909, pag. 481.

Una storia che seguisse accuratamente lo svolgersi di quella moderna forma di associazioni, che è conosciuta sotto il nome di trust, era vera­ mente desiderabile, sebbene non mancassero la­ vori che parzialmente rendevano conto del fatto, sia riguardo a certi paesi, sia riguardo a certi ordini di affari.

L ’Autore, raccogliendo in un volume gli ar­ ticoli che ha pubblicati nel « The Bankers Ma- gazine » di New York, ampliandoli e completan­ doli, ha certamente reso un servizio non solo agli uomini di affari, ma anche agli studiosi.

Dopo aver dato un cenno storico sul movi­ mento delle Compagnie di trust negli Stati Uniti di America, l’Autore ne espone le funzioni ed il meccanismo e descrive come le Compagnie stesse siano organizzate. Espone quindi lo stato della legislazione in generale e quindi le leggi che sono state emanate sull’ argomento dai singoli Stati della Federazione.

Nei successivi capitoli l’Autore esamina le diverse forme delle Compagnie in relazione al­ l’oggetto che si propongono, e finalmente sull’ ul­ timo capitolo dà un cenno dei trust degli altri paesi.

(8)

408 L ’ ECONOMISTA 26 giugno 1910

J. N o v ic o w . - La critique du darwinisme so­ cial. — Paris, F. Alcan, 1910, pag. 4U7 (7 fr. 50).

Nella «Biblioteca di filosofia contemporanea» trova posto questo lavoro del notissimo scrittore Sig. Novicow; veramente l’argomento che doman­ derebbe indagine scientifica profonda e rigorosa, non era forse adatto alla forma disinvolta ed affrettata che è prescelta dall’Autore; ma lo stile brillante ed un certo senso di convincimento, da cui è informato tutto il lavoro, agevolano la let­ tura e lasciano trascorrere senza avvedersene la critica in certi punti quasi superficiale.

Così, ad esempio l’Autore molte volte si ri­ bella ad ammettere che certi fatti traggano la loro origine da cause, ed ammette volentieri la funzione del caso; come se potesse veramente il caso operare e non rappresentasse soltanto la nostra ignoranza delle cause determinanti. Ed egualmente il concetto di ambiente {milieu) nella relazione cogli esseri che vivono in esso, diventa molto singolare, quando l’Autore ci dice che molte volte non è il più adatto che resiste, ma il più fortunato ; come se in questo caso la fortuna non facesse parte dell’ adattamento, magari inco­ sciente, magari non voluto.

Non pensiamo qui di difendere la teoria dar­ winiana nè quella spenceriana dell’evoluzione che dalla prima deriva, e riconosciamo che molti dei dubbi sollevati da alcuni studiosi sulla verità di quelle dottrine hanno serio fondamento, tuttavia crediamo che non giovi alla verità scientifica una discussione su tema così importante a base di argomenti, che in molti punti appaiono superfi­ ciali, per quanto sembrino suffragati da esempi e da fatti.

Nella parte di confutazione che riguarda la sociologia, l’ Autore si compiace di soffermarsi lungamente a combattere il concetto espresso da molti che la guerra sia un mezzo di perfeziona­ mento della razza umana. Ora la guerra, a nostro avviso, può essere ed è una delle manifestazioni della lotta tra i diversi gruppi di uomini, ma la lotta economica ad esempio, ha le sue stragi e determina le sue selezioni come la guerra coi fu­ cili e coi cannoni.

Tuttavia il lavoro del Sig. Novicow, non ostante il difetto fondamentale a cui sopra ab­ biamo accennato, riesce molto interessante per la grande erudizione dell’ Autore e per la forma brillante con cui è dettato.

Il volume è diviso in tre parti, poiché l’Au­ tore raggruppa di errori della teoria darwiniana in quelli di ordine biologico; in quelli generali di ordine sociologico, ed in quelli speciali pur di ordine sociologico.

S. P. K n a p p ed altri. - Verliandlungen des Vereins fiir Socialpolitik in Wien 1909. — Leipzig, Duncker et Humblot, 1910, pag. 637 (M. 14).

In questo volume sono raccolti scritti e con­ ferenze tenute nella Associazione per la politica sociale di Vienna nel 1909. Apre il volume una commemorazione del Dr. Knapp di Strasburgo su Giorgio Ilaussen ; seguono alcuni lavori e discus­

sioni sul tema delle municipalizzazioni ; sono au­ tori ed oratori il prof. Dr. G. J. Fuchs di Tu- binga, il Dott. P. Mombert di Freiburgo, ed il Dr. M. Weiss di Vienna.

Il secondo argomento trattato è quello della produttività economica, sul quale tema scrivono il prof. G. von Philippovich, il professor O. Kam- merer, ecc.

Chiude il volume un elenco dei soci della importante Associazione.

D ott. O tto M ost. - Gemeindefinanzen Ziele, Wege, Ergebnisse. — II Band. Leipzig, Dun­ cker et Humblot, 1910, pag. 273.

Questo lavoro è diviso in quattro parti ; nella prima sono svolti alcuni concetti generali sulle statistiche finanziarie dei comuni tedeschi, ri­ levandone la importanza e le difficoltà. La seconda parte dà conto dei risultati delle statistiche delle finanze comunali in Germania Stato per Stato; la 1 terza parte, che, a nostro avviso, è la più inte­

ressante tratta delle statistiche comparate ed è ricca di acute osservazioni e di rilievi veramente importanti. L ’ ultima parte contiene le tavole sta­ tistiche che hanno servito di base allo studio dell’Autore.

Così l’opera, suffragata da copiosi elementi di fatto, acquista un grande valore e dà modo al­ l’Autore di giustificare molte delle sue critiche e delle sue osservazioni.

P . Carabellese. - Sulla vetta ierocratìca. del papato. Idee, Fatti, Tradizioni. — Palermo,

R,. Sandron, 1910, pag. 221 (L. 3.50). L ’Autore in questo lavoro storico, ardito come tutte le sintesi, intende di investigare le ragioni della ierocrazia pontificia, nella quale sta la giustificazione della posizione sociale del pa­ pato come istituzione, quasi si direbbe, all’ in­ fuori della religione.

Non possiamo, poiché esorbitano da ogni nostra competenza, esaminare i concetti dell’Au­ tore, e la sua ricostruzione storica ; ci limitiamo ad indicare che la prima parte è rivolta a rile­ vare l’opera di Gregorio V II quale fondatore della ierocrazia, mentre la seconda parte riguarda la applicazione dei concetti di quel Papa fatta da Innocenzo II.

Nella terza ed ultima parte l’Autore aggiunge alla sua concezione dello sviluppo del papato al­ cune riflessioni ed induzioni, soffermandosi a stu­ diare i nuovi rapporti che intercedono tra lo Stato e la Chiesa; critica la forinola di Cavour « libera Chiesa in libero Stato » e quella di Luz- zatti « religioni libere nello Stato sovrano » ; e sostituisce la formula che ci sembra piu sincera e più rispondente alle tendenze moderne, « le chiese sottomesse e tollerate dallo Stato laico so­ vrano ».

Comunque si possa giudicare in questione così delicata e spinosa questo lavoro, è certo che fa riflettere su nuovi aspetti dell’ importante pro­

blema.

(9)

---c-26 giugno 1910 L ’ ECONOMISTA 409

R IV IST A ECONOMICA E FINANZIARIA

— Ecco la situazione delle casse di ri­ sparmio postali in Italia alla fine del mese di aprile 1910:

Credito dei depositanti alla fine del

mese precedente L. 1,034,129,054.80

Depositi d e ! mese di aprile » 30,572,387.29

L. 1,71X1,701,442.09 Rimborsi del mese stesso e somme

cadute in prescrizione » 59,802,686.40

L. 1,640,898,755.69

» 17,688,713.87

L. 1,658,587,469.56 Credito per depositi giudiziali

Credito complessivo

Con un aumento di L. 6,860,013.16 sul credito del mese di marzo.

— Si è tenuto a Bruxelles, alla presenza dei rappresentanti dei delegati di quasi tutte le nazioni cotoniere del mondo, il Congresso co­ toniero internazionale.

Le maggiori discussioni del Congresso furono fatte sull’arduo tema dell’arbitraggio internazio­ nale per i contratti di vendita di filati e di tes­ suti, e sul tema dall’acquisto e della manipola­ zione del cotone grezzo.

Per ciò che riguarda l’assicurazione contro gli incendi, il Congresso ha fatto anzitutto noto che le diverse industrie cotoniere rappresentate facciano, col tramite dei rispettivi loro Governi, uno sforzo comune, perchè nelle conferenze giu­ ridiche internazionali di diritto privato, che si tengono periodicamente all’ Aja, si ricerchino i mezzi di dare alla assicurazione e riassicurazione norme internazionali e comuni stabili che facili­ tino l’estensione delle riassicurazioni internazio­ nali e ne diminuiscano l’alea.

Il Congresso fece raccomandazione a ciascuna Associazione di studiare la questione di racco­ gliere periodicamente dai loro membri informa­ zioni sulla quantità di filati prodotti e conse­ gnati.

Il Congresso considerò con soddisfazione i rapporti dimostranti come nelle colonie europee siano stati fatti sforzi continui per dare mag­ giore estensione alla cultura del carbone.

Riguardo poi alla produzione egiziana, il Congresso fece voti che il Governo egiziano prenda d’ urgenza la decisione di creare un di­ partimento d’agricoltura.

Il Congresso ritenne pure che i filatori del mondo intero debbano continuare a limitare il lavoro sino a quando loro sembri che la produ­ zione non ecceda più il consumo.

Il Congresso riferì anche in merito ai con­ tratti internazionali di filati e tessuti, intorno alle polizze di carico false, ecc.

— A Ferrara ha avuto luogo il primo con­ gresso di navigazione interna, l’ ing. Bar- celioni ha trattato il tema: «Proposte relative all’allacciamento del Po al porto di Volano ». Il relatore considera le condizioni del tratto Chiog- gia-Venezia trovando in esso i requisiti voluti per una linea di grande traffico. Dimostra che il tratto successivo fino all’ Adige è possibile di adattarsi al passaggio di grandi barche e che

per il rimanente della linea fino al Po le diffi­ coltà e gli ostacoli che si incontrano sono facil­ mente eliminabili. Dimostra che la spesa dell’ in­ tera linea ascenderà a 10 milioni, superando di 4 milioni la cifra proposta dalla Commissione ministeriale e propone al Congresso il seguente ordine del giorno :

« Ritenuto che per assicurare la continuità e la regolarità del traffico fluviale fra il porto di Venezia ed il fiume Po, che è la via maestra della rete navigabile padana, è necessario di­ sporre una linea di navigazione al passaggio delle barche di 600 tonnellate ; riconosciuta l’opportu­ nità e la convenienza di utilizzare a tale scopo per il tratto compreso tra Venezia ed il fiume Adige la linea esistente opportunamente siste­ mata e di aprire una nuova via per la congiun­ zione Adige-Po ; il Congresso fa voti che in applicazione alla nuova legge concernente la na­ vigazione interna gli enti interessati si costitui­ scano in società per intraprendere sollecitamente gli studi e preparare i mezzi finanziari occorrenti per l’adattamento dell’ intera linea nel senso sue­ sposto ».

Viene in discussione il quarto tema : « Quale sia il migliore tracciato per la via di grande navigazione tra il Po ed il porto di Ravenna », relatore ing. Perilli,

Il relatore premette che la Commissione reale per la navigazione interna ha confermato che, per essere proficua, una rete di canali naviga­ bili nella valle del Po debba fare scalo ai porti di Venezia e di Ravenna, facendo di quelle città i porti di servizio per le provincia al nord ed al sud dell’Adriatico. Egli poi ha illustrato la linea da Ravenna al Po per Magnavacca-Codigoro- Ariana-Terra.

In seguito alla relazione, il Congresso, su proposta dell’ ing. Baldini, vota il seguente or­ dine del giorno :

« Il Congresso, udito il relatore ; ritenuto che la linea da esso esposta per la navigazione da Ravenna al Po corrisponde a quella ammessa e deliberata dalla Commissione reale ; che lo ob­ biezioni mosse a detta linea nel tratto da Codi- goro al Po potranno meglio essere rilevate all’atto esecutivo; che nessun dubbio si abbia sulla im­ portanza economica, industriale e militare della linea ; che per questo scopo è indispensabile che faccia capo a Ravenna al sud ed a Venezia al nord ; fa voti che, pur ritenendo in massima buona la linea indicata, lo studio del progetto esecutivo prenda in esame anche la convenienza economica della linea bassa da Codigoro al Canal grande e che il canale in questione sia classifi­ cato in prima categoria ».

— Ha avuto luogo a Ferrara il c o n g re s s o d e g li A g r ic o lto r i Italiani.

Furono approvate con lievi modificazioni le conclusioni della relazione, che suonano così:

« Il Congresso fa voti che gli agricoltori si adoperino per intensificare la produzione granaria in Italia, valendosi dei seguenti mezzi, che la scienza e la pratica hanno da molto tempo ad­ ditati :

(10)

410 L ’ ECONOMISTA 26 giugno 1910

concentrare tutti gli sforzi per elevarne la pro­ duzione unitaria ;

2. eseguire lavori preparatori adatti, con strumenti perfezionati, allo scopo di mettere i semi in condizioni di ben germinare e le radici di cercare nel terreno copioso nutrimento e suf­ ficiente umidità nelle diverse fasi vegetative delle piante ;

3. curare la scelta delle buone sementi e l’adozione di varietà di grano che meglio si adat­ tino al terreno, al clima ed alle esigenze del mercato;

4. migliorare gli avvicendamenti agrari, sopratutto con l’ alternare alla coltivazione dei cereali quella delle leguminose del foraggio, più idonee ai terreni ed ai climi, allo scopo di in­ durre nel suolo quel grado di fertilità, che valga ad aumentare il prodotto unitario, del frumento e delle altre coltivazioni, favorendo nel medesimo tempo l’alimentazione del bestiame e la conse guente produzione del letame, che accresce la fecondità del suolo ; "

5. estendere ed incrementare l’ uso dei con­ cimi chimici e speciali, con lo scopo di fornire al frumento quegli elementi nutritivi di cui difet­ tano i terreni, nonché di completare il valore fertilizzante del letame, e di esaltare l’opera mi­ glioratrice delle piante leguminose ammesse a far parte degli avvicendamenti ;

6. cercare di sostituire alla semina a spa­ glio quella a righe, che si effettua con le semi­ natrici meccaniche ;

7. applicare con cura assidua le successive pratiche colturali ;

8. raccogliere il grano in tempo utile, in guisa che esso, pure completando regolarmente la sua nutrizione e maturazione, non abbia a pa­ tire perdite per opera di inopportuna ritardata mietitura;

9. agire con azione concorde per ottenere che dai poteri dello Stato si favorisca efficace­ mente la intensificazione della cultura granaria, mercè una provvida sollecita e bene intesa or­ ganizzazione del credito agrario, in modo da ren­ derlo agile, facilmente accessibile a tutti quegli agricoltori che riconoscendo l’ attuale inferiorità della nostra agricoltura, apprezzano nel mede­ simo tempo i portati della scienza agraria, ma che non possono attuare per mancanza di capi­ tali necessari, anche sapendo che l’ impiego del medesimo rappresenta una anticipazione o rim­ borso non lontano.

Ri feri pure il dott. Torresini sul tema: « Im­ portanza del cavallo da tiro pesante nei suoi rap­ porti coll’agricoltura ».

Indi il prof. Trentini riferi sul tema: « I n ­ cremento della frutticultura e della orticoltura nel Veneto ».

Inoltre il Congresso ha discusso il tema : « Stato attuale della coltura a motore » su re­ lazione dell’ ing. Allorio approvandone le conclu­ sioni concretate nel seguente ordine del giorno : « Il Congresso degli agricoltori italiani, con­ vinto dei vantaggi che la patria agricoltura po­ trà ricavare dall’ uso dei motori meccanici nella lavorazione dei terreni e nel compimento delle altre operazioni agricole; nel mentre si augura che in occasione della prossima Esposizione in­

ternazionale di Torino sia dato di esaminare nei particolari e nel funzionamento un grande nu­ mero degli apparecchi agricoli a motore, prodotti dall’ industria mondiale in questi ultimi tempi, fa voti perchè venga dal Governo e dalle isti­ tuzioni e personalità agrarie più autorevoli con­ cesso valido e attivo appoggio alla formazione di una sezione italiana di motócultura che, d’accordo con la già costituitasi federazione internazionale, si faccia iniziatrice tra noi di manifestazioni in­ tese a diffondere la conoscenza e l’ impiego di tali moderni sistemi di coltura ».

Oltre quest’ordine del giorno fu approvato un voto dell’ ing. Zecchini per la creazione di istituti sperimentali di meccanica agraria.

Il Congresso inoltre discusse il tema: « Il progressivo frazionamento della proprietà fondiaria, specialmente nella zona di bonifica ». Furono approvate le proposte della relazione del marchese Di Bagno che conclude con il seguente ordine del giorno :

« Il Congresso fa voti che il Governo : a) au­ torizzi i consorzi fra i proprietari già costituiti per scopo idraulico o di bonifica, ad estendere le loro funzioni in guisa da renderli intermediari per compiere la bonifica agraria; ti) conceda agli istituti di credito la facoltà di effettuare codesta forma di credito agrario ed emettere obbliga­ zioni ; c) concorra nell’ interesse dei mutui, come è stabilito nella legge 13 dicembre 1903 per la bonifica dell’ Agro Romano e conceda tutte le altre facilitazioni di cui alla legge sulle boni­ fiche ».

Il Congresso ha approvato anche, su propo­ sta dell’avv. Sturani un’aggiunta a tale ordine del giorno intesa a chiedere al Governo che fa­ vorisca la costituzione di enti autonomi che senza alcun intento speculativo fungano da interme­ diari per la costituzione delle piccole proprietà. Il Congresso ha pure discusso la relazione del prof. Pagliani V., sul tema : « I problemi agronomici fondamentali delle bonifiche ferraresi ed i mezzi per realizzare la soluzione », appro­ vando il seguente ordine del giorno proposto dal relatore stesso :

« Il Congresso, considerata la notevolissima estensione di terre redente dalle bonifiche ; la possibilità di aumentare progressivamente le stesse ; convinto che codeste nuove plaghe ab­ biano la potenzialità di partecipare più intensi­ vamente alla redenzione economica d’ Italia, che per sfruttare adeguatamente le risorse naturali e sollecitarne la colonizzazione è necessario inte­ grare i coraggiosi tentativi della pratica mercè opportune indagini scientifiche, fa voti che Stato ed Enti promuovano l’ impianto di istituti spe­ rimentali cui sia devoluto l’ incarico di dedicarsi alla soluzione razionale dei problemi agronomici specifici delle terre di bonifica ».

—- Nella sede della Cassa Nazionale di Pre­ videnza si è adunata sotto la presidenza del- l’on. Ferrerò di Cambiano la assemblea degli aderenti alla Sezione italiana dell’Associazione internazionale per la protezione legale dei lavoratori, riunitasi in vista dell’assemblea in­ ternazionale che avrà luogo a Lugano nel pros­ simo mese di settembre.

(11)

26 giugno 1910 L ’ ECONOMISTA 411

direttivo l’on. Boselli, presidente ; l’on. Ferrerò di Cambiano, vice-presidente; gli on. Chiesa Pietro, Longinotti e Mauri, il dott. Schiavi, i professori Einaudi e Oraziani, consiglieri.

L ’assemblea cogliendo occasione della discus­ sione in Senato della Convenzione di Berna sul­ l’ impiego di fosforo bianco, emetteva il voto che il Senato approvasse la Convenzione stessa, la quale risponde ai voti più volte espressi dalla Associazione e dava incarico al presidente.di pre­ sentarlo al presidente del Consiglio e al Ministro di agricoltura.

L ’assemblea deliberava pure i temi da pre­ sentare alli’assemblea di Lugano, dando mandato al Comitato di provvedere alla scelta dei relatori e su proposta del prof. Toniolo approvava che la Sezione in proseguo di tempo dovesse occuparsi non solo della legislazione in quanto applicabile internazionalmente, ma anche della legislazione operaia per il nostro paese.

Il Comitato direttivo adunatosi successiva­ mente nominava a segretari il prof. Bachi R ic­ cardo e il dott. Mario Ghiri, e sceglieva a rela­ tori sulla questione del bianco di zinco, il dottor Carozzi della clinica del lavoro di Milano e l’ono­ revole Chiesa ; nel lavoro a domicilio, il dottor Schiavi e l’on. Mauri, ne! lavoro notturno degli adolescenti durata massima della giornata di la­ voro e riposi operai prof. Corsi e prof. Oraziani ; applicazione delle leggi operaie prof. Bachi e dott. Chiri.

Il commercio inglese. — Ecco secondo la classificazione del Board o f Irade i resultati del commercio estero inglese per il mese di mag­ gio 1910 : Importazioni Maggio 5 mesi (migliaia di sterline) Prodotti alimentari Materie prime Articoli fabbricati Diversi 21,607 19,980 13,477 205 105,049 108,814 65,057 1,043 Totale 55,269 279,963 Esportazioni. Prodotti alimentari Materie prime Articoli fabbricati Diversi Maggio (migliaia 1,776 4,523 26,628 680 5 mesi di sterline) 8,744 21,420 136,687 2,935 Totale 33,607 169,786

Il commercio della Spagna. — Il mo vimento del commercio spagnolo durante i quat­ tro primi mesi del 1910 ha raggiunto 315,442,978 rispetto alle importazioni e 309,206,263 alle espor­ tazioni, metalli preziosi non compresi.

Le importazioni sono in diminuzione di più di 20 milioni in rapporto ai due anni precedenti : le esportazioni hanno sorpassato di 30 milioni quelle del 1909 e di 17 milioni quelle del 1908.

L ’ importazione in materie prime ha molto diminuito: 42 milioni; quello dei prodotti fabbri­ cati è in considerevole progresso ; gli acquisti di derrate alimentari sono invariabili. A ll’espor­ tazione le derrate alimentari prendono la più grande parte dell’ aumento: 13 milioni; i pro­ dotti fabbricati, 5 milioni ; le materie prime, 11 milioni.

La più grande parte della diminuzione delle materie prime è dovuta alla altezza dei cotoni : gli acquisti di questo tessile hanno abbassato da 37,182 tonnellate a 21,415 tonnellate; gli acquisti del bestiame sono pure diminuiti. L ’ esportazione del legname è aumentata, e così del bestiame: si sono venduti 4 milioni di più d’ olio d’ oliva, e 3 milioni di vino ordinario.

Il commercio del Messico. — Il servizio di statistica del Ministero delle Finanze del Mes­ sico ci comunica i resultati provvisori delle im­ portazioni e delle esportazioni durante i nove primi mesi dell’anno fiscale 1909-1910 (luglio 1909- marzo 1910) :

Importazioni.

(Valore di fattura) Primi nove mesi

E s e r c i z i o Diff. 1909-910 19J8-909 (Piastre) Materie animali 11,032,139 + 1,505,401 » vegetali 28,240,262 4- 7,739,515 » minerali 39,644,017 + 6,681,759 Tessili 14,543,849 + 2,683,4( )3 Prod. chimici 8,130,984 + 1,337,619 Bevande 4,682,652 + 582,81 ' Carte e applic. 3,802,116 + 305,312 Macchine 14,314,960 — 793,120 Veicoli 3,802,706 4- 783,424 Armi 1,906,873 -t- 15,883 Diversi 6,153,561 + 840,155 Totale 136,254,118 4- 21,452,159 Esportazioni. (Valore dichiarato) Prodotti minerali 26,956,223 4- 4,399,101 » vegetali 51,235,669 + 5,204,515 » animali 14,057,665 + 4,370,205 » manifatt. 2,258,210 + 246,985 Diversi 1,042.976 717,164 Metalli preziosi 86,882,824 + 370,309 Totale 185,798,267 -F 13,883,953

Il commercio del Giappone. — Ecco, in yen, le cifre del commercio estero del Giappone, durante i primi tre mesi (gennaio-marzo del 1910), paragonate a quelle del periodo corrispondente del 1909.

1 primi tre mesi Diff. sul 1909 (yen)

Esportazione 99,630,829 4- 13,398,467

Importazione 116,110,466 - f 9,359,345

Totale 215,745,295 -|- 22,757,812

Ecced. delle importaz. 16,471,037

Ecco il movimento dei metalli preziosi del Giappone durante lo stesso periodo:

1910 Diff. sul 1909

Esportaz.: oro e arg. 4,213,752 -|- 2,958,842

Importaz. : oro e arg. 9,724,478 -+- 7,885,869

Eccesso dello importaz. 5,500,726

(12)

412 L ’ ECONOMISTA 26 giugno 1910

diminuzioni nella seta greggia, sigarette, thè ecc. Alle importazioni, i maggiori aumenti si hanno nel cotone greggio, nel petrolio, nella lana; le diminuzioni nelle macchine; nelle locomotive, nel riso, nella mussolina di lana, ecc.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al SI maggio 1910 Ecco la situazione 1910: Al 31 maggio 1910 419,886,306.95 >617,181,233.33 1,037,067,540.28 639,043,479.72 + 398,024,060 56 DARE

Incassi (versamenti in Tesoreria) Fondo di cassa alla chiusura

dell’esercizio 1908-09 In conto entrate di bilancio In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria Fondo di cassa

Crediti di Tesoreria Insieme

Debiti di Tesoreria Situaz. del Tesoro

del Tesoro al 31 maggio Differenza ( + miglioramento — peggioramento della situazione del Tesoro) — 81,378,506.01 + 202,538,545.47 + 121,160,039.46 — 20,265,906.36 -+- 100,894,133.10 501,264,812.96 2,196,930,721.76 3,187,552,387.97 802,500,645.35 AVERE Totale 6,668,248,568.04 Pagamenti 2,069,466,000.44 26,570,588.22 3,167,286,481.61 1,005,039,19'182 In conto spese di bilancio

Decreti di scarico

Decreti Ministeriali di pre­ levamento

In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria

Totale dei pagamenti 6,268,362,261.09

a) Fondo di cassa al 31

maggio 1910 419,886,306.95

Totale 6,668,248,568.04 Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria:

DEBITI al 31 maggio 1910

Buoni del Tesoro 105,277,500.—

Vaglia del Tesoro 30,411,427.59

Banche — Conto anticipaz. statutarie —

Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente fruttifero 70,000,000.—

Amministrazione del Debito pubblico

in conto corrente infruttifero 196,948,642,55

Amministrazione del Fondo culto in

conto corrente infruttifero 10,972,579.59

Cassa depositi e prestiti in conto cor­

rente infruttifero 68,610,911.97

Ferrovie di Stato — Fondo di riserva 9,262,631.75

Altre Amministraz.

conto corrente fruttifero 1,748,424.45

Id. Id. infruttifero 98,806,978.96

Incassi da regolare 14,994,797.86

Biglietti di Stato emessi per l ’art. l i

della legge 3 marzo 1898, n. 47 11,250,000 —

Operazione fatta col Banco di Napoli per effetto del l’art. 8 dell’allegato

B alla legge 7 gena. 1897 n. 9 20,759,590.— Totale 639,043,479.72 CREDITI

Valuta aurea presso la Cassa depositi e prestiti: Legge8 agosto 1895,n. 486 Legge 3 marzo 1898, n. 47 Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 10) Legge 31 dicem 1907, n. 804 (art. 11) al 31 maggio 1910 80,000,000.— 11.250.000. -60.000. 000.— 1,316,920.— 141,140,692.51 17,364,684.61 62,093,381.74 119,947,101.37 1,710,342.67 101.598,520.43 20,759,590.— Amministraz. del Debito pubblico per

pagamenti da rimborsare

Id. del Fondo pel culto Id.

Cassa depositi e prestiti Id.

Altre Amministrazioni Id.

Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico Deficienze di Cassa a carico dei con­

tabili del Tesoro Diversi

Operazione fatta col Banco di Napoli

Totale 617,181,233 33 Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di maggio 1910 e a tutto il mese stesso per l’ esercizio 1909-910 comparati con quelli dei periodi corrispondenti dell’esercizio pre­ cedente.

Incassi — Entrata ordinaria. Categoria I. — Entrate effettive :

Redditi patrimon. d. Stato

Imposta sui fondi ru stici e sui fabbricati Imposta sui redditi

di R. M.

Tasse in amministr. del Ministero delle finanze

Tassa sul prodotto d . movimento a grande e piccola velocità s. ferrovie

Diritti delle Legaz. e Consolati all’estero Tassa sulla fabbricaz.

degli spiriti e birra Dogane e dir. maritt. Dazi interni di cons. esclusi quelli delle città di Nap. eRoma Dazio consumo della

città di Napoli Dazio consumo della

città di Roma Tabacchi Sali

Prodotto di vendita del chinino ecc. Lotto Poste Telegrafi Telefoni Servizi diversi Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse mese di maggio 1910 Differenza nel 1910 799,546.75 -h 66,311.15 80,292.37 — 275,827.73 4,096,559.20 — . 1,526,792.04 19,561,466.58 -K 175,602.44 2,487,308.90 -h 2,335,888.79 16,298,236.21 28,113,238 73 5,246,007.56 5,753,787.58 2,746,139.58 — 43,320.36 1,685,053.05 25,303,654.46 6,852,963.90 + + + 60.407.45 2,135,718.65 341,774.68 180.443.30 5,937,289.56 8,523,125.03 1,833,639.77 1,465,132.42 2,401,715.81 -f* + -4-12,125.90 890,097.64 381,059.04 166,751.36 276,686.35 914,347.91 983,549.05 4,007,042.06 + 81,559.62 764,438.20 133,356,396.73 + 4,396,101.41 Categoria I. - Entrate effettive: Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse: Arretrati per imposta

fondiaria

Arretrati per imposta sui redditi di r. m. Residui attivi div. Costruz. di strade fer. Vendita di beni ed affrancami, dicanoni Accensione di debiti Rimborsi di somme anticipate dal Tes. Anticipazioni al Tes.

da enti locali per ri­ chiesto acceleramen.

di lavori —

Uso tempor. di dispo­ nibilità di cassa Partite che si

com-Entrata straordinaria Categoria I, II, III, IV.

Riferimenti

Documenti correlati

E forse qui l’Autore ha alquanto esagerato, poiché, senza negare che tale teudenza si manifesti per mezzo delle nuove e varie forme con cui il ca­ pitale si

Sempre per l’ istruzione agricola e pastorizia, e per quaiit ' riguarda l’ avanzamento dell’ agricoltura, ogni Stato è diviso in dipartimenti agricoli, cui sono

Si ritiene da molti che siano disastrosi ettetti elei- l’ eccessivo disboscamento : ma senza indagare se siano più frequenti di una volta o si rinnovino come sempre a

« Poiché la questione nel suo nuovo aspetto sem­ bra interessare più da vicino tanto la produzione delle cave quanto l’ industria della calcinazione, tornerà

considerarsi pienamente assicurato dall’intervento dell’ alta Banca italiana, noi crediamo che non mancherà ad esso anche il successo del pubblico ; e ciò per

Pei I immlBtazInne italiana Beali Stati Haiti A d una conferenza tenutasi in W ashington poco tempo fa allo scopo di studiare i problemi del lavoro in relazione

Dato il suo regime di corso forzoso, l’oro non ha effettivo impiego che pei saldi a ll’ estero, all’ incontro della Francia, della Germania, dell’ Inghilterra :

Questo frattanto sta discutendo una nuova convenzione colla Società dei tranvai (e potrebbe darsi che fosse già votata quando pubblicherete questa mia lettera)