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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1878, 1 maggio

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G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

CSOIENZA E C O N O M IC A , F I N A N Z A , C O M M E R C IO , B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXXVII - Vol. XLI

Firenze, 1° Maggio 1910

N. 1878

SOMMARIO : Sul programma del nuovo Ministero — Il programma del Ministero — I l commercio e la navigazione nel Porfo di Genova — E. Z., Corrispondenza da Napoli, L a tassa sulle aree fabbri­ cabili — R IV ISTA B IB L IO G R A F IC A : Giuseppe Tito De Angelis, L a produzione economica e le Società anonime- - Thomas Hodgskin, Verteidigung der Arbeitgegen die Ansprüche des Kapitals. Mit einer Einleitung von Georg Adler - hott. Just Haristoy, L ’impôt sur le revenu - J. L . Bre­ ton, Contre la proportionelle - R IV ISTA ECONOMICA E F IN A N Z IA R IA : L a situazione delle casse di risparmio postali in Italia - L ’istituto internazionale d i agricoltura - L a vertenza della tassazione del sopraprezzo sulle azioni - I l suffragio universale - I l prestito serbo - I l nuovo prestito austrìaco Le statistiche relative a ll’Impero inglese - Le condizioni dei p rin cip a li Istitu ti Bancari Austriaci - Le condizioni delle p rin cip a li Banche Russe — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio germanico - I l commercio degli Stati U n iti — L a situazione del Tesoro al 31 marzo 1910 — Il movimento dell’emigrazione italiana nel primo trimestre 1910 — Banche Popolari e Cooperative, Società Cooperativa popolare di Mutuo Credito in Cremona — Cronaca delle camere di commercio — Mercato monetario e R ivi: ta delle. B o rse— Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Sul programma del nuovo Ministero

L e comunicazioni fatte al Parlamento dal Governo nella adunanza di giovedì scorso, non esitiamo a dirlo, ci sembrano sodisfacenti sopra­ tutto data la situazione parlamentare. L ’on. Luz- zatti ed i suoi colleghi si trovavano e si trovano ancora di fronte a gravissime condizioni di fatto; prima di tutto urgeva trovare una soluzione nuova sulla questione dei servizi marittimi, e poi era necessario esporre sui vari problemi che più premono proposte che ad un tempo fossero abba­ stanza concludenti per sodisfare la maggioranza, ed abbastanza prudenti per non suscitare subito delle serie opposizioni.

L a Camera, sebbene uscita da recenti ele­ zioni, sembra già invecchiata e gli intrighi dei gruppi più o meno palesi, rendono difficile assai navigare in quel mare infido. Non si poteva quindi nè presumere che il M inistero avrebbe potuto formulare un programma straordinario, nè che la Camera, qualunque fosse il programma si sarebbe abbandonata all’ entusiasmo.

E da questa condizione di cose si può con­ statare che il programma risponde alia situazione e che fu accoito dalla Camera con sodisfacente benevolenza apprezzando senza dubbio la prati­ cità e la grande sincerità dei propositi che il Go­ verno ha manifestato.

Quasi diremo che nulla più potevasi deside­ rare nè attendere, dato l’ ambiente.

Certo è che ciascun gruppo, si potrebbe anzi dire ciascun deputato, avrebbe desiderato di più e meglio per ogni singola questione di cui nelle comunicazioni è tenuto parola, ma è anche vero che il Ministero non poteva nè doveva so­ disfare i desideri dei singoli, ma formulare un programma che fosse accettabile dai più e non scontentasse troppo coloro che sono inevitabil­ mente oppositori.

Noi, da parte nostra, ci rallegriamo che l’ono­ revole Lu zzatti, come del resto era da attendersi data 1’ indole sua, abbia dato di gran lunga la prevalenza alla parte economica, accennando ap­ pena e quasi per un disobbligo a qualche que­ stione politica. Nel campo economico infatti è più facile che il Ministero trovi quella sufficiente concordia che g li è necessaria, mentre le que­ stioni politiche non possono essere che motivo di discordia e di sterili discussioni. Da qualche tempo la Camera dei deputati e specialmente la Camera attuale, manca di un chiaro indirizzo in ­ torno alle più alte e più gravi questioni poli­ tiche. L ’alleanza dei partiti moderati coi clericali, i quali fino a qui si erano astenuti dall’ ufficio di elettori e di eletti, ha modificato profonda­ mente l’ambiente parlamentare, non tanto perchè i clericali eletti S'eno molti, ma perchè sono nu­ merosi i deputati dei vari settori che sono stati eletti coi voti dei clericali. Perciò tutte le que­ stioni di politica ecclesiastica e di politica in­ terna vengono volentieri lasciate in tacere, nes­ suno potendo prevedere quale effetto produrrebbero nel paese le soluzioni, tanto in un senso come ■nell’altro.

E ’ naturale pertanto che il M inistero, pur accennando a ll’ indirizzo politico generale, abbia dovuto tener conto di tale situazione e si sia li­ mitato a poche affermazioni generiche sulle que­ stioni che in altro tempo appassionavano mag­ giormente e Parlamento e paese. D el resto verrà senza dubbio il momento in cui anche le que­ stioni politiche si affacceranno urgenti e, se non erriamo, è lo stesso partito clericale che, crescendo sempre le sue pretese e le sue ostilità contro l’ordinamento del paese, va affrettando la discus­ sione inevitabile dell’ indirizzo politico.

Ma la parte economico finanziaria, sulla quale l’on. Lu zzatti ha insistito nei suo breve discorso, non può che essere approvata.

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vizi marittimi risponde alla incapacità che ha già dimostrata la Camera di venire a qualunque altra soluzione; qualcuno ha espresso meraviglia che l’ on. L u zzatti non abbia escogitato un pro­ getto di legge nuovo e completo ; ma non si è ricordato abbastanza che nelle lunghe e ripetute discussioni avvenute nella Camera e fuori, si sono bensì respinte quattro soluzioni diverse, ma non è per questo uscito alcun criterio concreto che potesse servire di base a nuove soluzioni. Ed evidentemente nessuna soluzione definitiva sarà possibile, se non si romperà la cerchia di inte­ ressi che oggi tient serrato il problema e non lo si affronterà con sicurezza e con coraggio.

D alle altre proposte a cui accenna il discorso dell’on. Lu zzatti non è il caso di giudicare se non si hanno davanti i disegni di legge ; ma si può esprimere un legittim o giudizio di soddisfa­ zione nel sentire che 1’ indirizzo economico del M inistero è informato ad aiutare il paese nel suo rinascimento economico. E ’ in questo rina­ scimento infatti che lo Stato potrà trovare fa ­ cilmente i mezzi che g li sono necessari per ri­ solvere tanti altri problemi che ora il Governo non osa affrontare per tema di sconvolgere le basi del bilancio. Fino ad ora, i Governi hanno trattate le industrie, i commerci, il capitale, come se fossero dei nemici a cui si potesse e dovesse muover guerra ed arricchire il bilancio col bot­ tino ricavato dalle battaglie fiscali. Ben venga il nuovo indirizzo che tolga i pregiudizi, che snebbi 1’ orizzonte e faccia ben comprendere che il bi­ lancio dello Stato e quello dei più umili lavora­ tori sono in funzione dil etta collo sviluppo delle industrie e dei commerci e che questi alla loro volta non possono trovare alimento che dal ca­ pitale che va protetto, allettare e considerato come la prima fonte del reddito dello Stato e della nazione.

L ’on. Lu zzatti con frase significativa vuole che il capitale estero trovi in Ita lia un punto fra n co ; ma prima ancora è necessario che il ca­ pitale nazionale si senta sicuro di potersi avven­ turare nella attività del paese senza pericolo di essere maltrattato dalle leggi che dovrebbero difenderlo e quasi si direbbe accarezzarlo affinchè produca e si moltiplichi in un ambiente tran­ quillo e sicuro.

E se l’on. Lu zzatti che ha dato tanti esempi di tenace a ttiv ità per diffondere in paese istitu­ zioni di credito che tutti ammirano, rivolgerà la sua mente a tale altissimo scope, lascierà senza dubbio una traccia profonda dell’opera sua.

Augurando che egli possa essere assecondato da una fida maggioranza che mettendo a parte le sterili competizioni politiche, si risolva a la­ vorare per il bene economico del paese, diamo qui sotto il testo del discorso letto dall’ onore­ vole Lu zzatti.

Il Program m o del Nuovo Ministero

Ecco il sunto del discorso pronunziato dall’ on. Luzzatti nella seduta della Camera dei Deputati del 28 A p rile :

L a rapida vicenda delle recenti crisi e l ’ urgenza di risolvere ÌL problema marittimo, di fronte al quale

si è quasi arrestato lo svolgim ento della nostra v ita politica, impongono al nuovo Ministero il dovere della chiarezza e della brevità nella esposizione del suo programma.

Nelle im minenti discussioni dei bilanci si offrirà l’ occasione di determinare con analisi precise i nostri ritocchi ai disegni di legge già presentati, sin d’ óra accennando i più essenziali e i principi ai quali ob­ bediscono le nuove riform e, che v i saranno messe in­ nanzi appena sia esaurito il lavoro più urgente.

I l Ministero delle comunicazioni.

Confidiamo di concordare con la Giunta del bi­ lancio le modificazioni occorrenti alle proposte sul riordinamento dell’ Amministrazione centrale. Salva, in ogni caso, la unificazione dei servizi marittimi, fe- ; licemente compiuta, dovrà esaminarsi se la ricostituita, | unità non possa trovare sede più opportuna in un

nuovo Ministero delle comunicazioni comprendente anche le ferrovie.

Provvedimenti sui Comuni e sulle Provineit. Verranno mantenuti, nelle loro linee generali, i provvedim enti finanziari a favore dei Comuni e delle Provincie, quelli miranti al miglioramento dell’ istru­ zione popolare.

Ma nell’ avviare l ’ assestamento della finanza locale cercheremo di provvedere, con adeguati concorsi, a equilibrare i bilanci dei Comuni più piccoli, oppressi dalle spese obbligatorie, ad alleggerire il carico del dazio sui consumi più necessari, a preparare, in oc­ casione del censimento, dati ed elementi per una clas­ sificazione dei Comuni, la quale renda possibile, a ! breve scadenza, un’ equa varietà di trattamento che ! le differenti condizioni impongono non solo nel campo | della finanza, ma anche della amministrazione, della ; tutela e della ingerenza governativa.

Scuola e maestri.

A ll’ ottimo disegno di legge sulla scuola elementare : converranno alcuni emendamenti intesi a rin vigorire

l ’ aziono educatrice dell’ insegnamento, a determinare fervide, operose simpatie tra la vota civile del Co- j mune e la scuola del popolo. A l contrastato consorzio ; verrà sostituito il Consiglio provinciale scolastico r i­ fatto su basi più forti, rinvigorendo 1’ azione dello Stato. Sarà m igliorato anche il trattamento degli in ­ segnanti urbani, di quelli addetti alle scuole supe­ riori facoltative rurali, trasformate in stabili, alle serali e festive. Si farà più intensa 1’ assistenza sco­ lastica aumentandone il fondo e istituiremo in ogni luogo un Patronato che curi anche lo svolgimento della mutualità e delle biblioteche popolari. Si provvederà j all’ immediato riordinamento pedagogico delle scuole [ normali e ad accrescere il numero delle borse di studio.

Per sperimentare l ’ attitudine del Governo ad am­ ministrare direttamente la scuola primaria, faremo assumere dallo Stato la cura dell’ insegnamento nei Comuni m inori delle provinole di Messina e di Seggio, i E alle nobili contrade, afflitte dalle recenti catastrofi, riuscirà di qualche conforto anche questo tenue segno della ferma volontà nostra di aiutarle fraternamente a riprendere il loro posto nella v ita italiana.

Dna più intensa vigilanza, qual’ è consentita e ri- | chiesta dalle legg i vigen ti, si eserciterà sulle scuole pubbliche e private acciocché i progressi tecnici si concordino sempre più colla idea nazionale, che deve risplendere, in genuina luce di amore, alla mente di tutti g l’ italiani.

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1 maggio 1910

L ’ EC O N O M ISTA

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Zucchero.

Intendiamo di portare a termine anche le proposte sullo zucchero con qualche raddolciniento (non certo ripugnante alla qualità della materia), segnatamente in favore dell'agricoltura, della quale non bisogna affievolire alcuna forma di sana operosità. Perciò la stessa legge, che rimaneggia i d iritti sullo zucchero, istituirà una stazione sperimentale, munita di tu tti i mezzi tecnici, intesa a elidere gradatamente g li effetti dell’ aggravio coi progressi della cultura.

I caratteri della riform a finanziaria.

Appena le condizioni del bilancio lo consentiranno, si procederà sempre innanzi nello alleviam ento fiscale dei consumi più necessari alla vita. Ma sin da ora riaffermiamo l ’ urgenza di una, revisione economica del no­ stro regime fiscale. L ’ Ita lia deve gradatamente riform are le sue leggi finanziarie affinchè pel vigore delle in izia­ tive esplicatrici della produzione agraria e manifattu­ riera diventi, per quanto & possibile, il punto franco nel capitale nazionale ed estero. D al capitale estero, accam­ pato nel nostro debito pubblico e sempre pronto a levar le tende chiedendo di essere rimborsato, noi sa- emmo affrancarci con un ventennio di parsimonia e i austerità finanziaria. Ma al capitale straniero, che, con amica fiducia, concorra stabilmente ad accrescere la nostra produzione, a m igliorare i salari e l ’ attività economica, sotto l’ egida dello Stato italiano, offriremo la sicura ospitalità. I l capitale, nazionale o straniero che, tornando alla sua nobile origine, alimenta e rav­ v iv a le fon ti della produzione, avrà da noi tutela e onori, quali sono dovuti al lavoro che, col proprio elevamento, prepara i capitali dell’ avvenire.

Per una democrazia aspirante a innalzare g li umili e i deboli senza a v v ilire g li eletti e i forti, nessuno spettacolo è più bello, più degno di quello del capitale legittim ato dal lavoro e dal lavoro che si emancipa imparando a capitalizzare !

Biforme economiche e sociali.

Desiderosi di consolidar sempre più la base eco­ nomica di questa sana democrazia politica, affratel­ lante le classi sociali, avviseremo,, col vostro aiuto, ai mezzi m iglio ri per promuovere, senz’ alcun inter­ vento diretto dello Stato, una Banca per le industrie e una per le esportazioni. Questi due fecondi organi­ smi prenderanno il loro posto tra g li antichi Istitu ti di credito e la nuova Banca del lavoro e della coo­ perazione, al cui sorgere contribuirono genialmente le nostre istituzioni di previdenza, consapevoli inter­ preti della filiale intim ità avvincente il risparmio popolare al lavoro che lo genera.

Ogni incoraggiamento e aiuto, per noi possibile, verrà dato ai grandi e ai piccoli Istitu ti sociali, liberi o integrati dallo Stato che, nella loro felice evolu­ zione economica, combattono le mordenti usure del denaro, dei mezzi di produzione, delle pigioni é dei viveri, rafforzando sempre più la difesa contro le mul­ tiform i miserie, che rattristano i troppo vegeti imenei del popolo italiano. Cercheremo, a ta l fine, di m iglio­ rare con coraggiose proposte la legge sulle case po­ polari, collegate con eque agevolezze a ogni specie e forma di abitazioni, provvida semina di imposte fu­ ture tratte dall’ agiatezza e non dalla m iseria, di promuovere, con adeguate misure, la formazione di piccole proprietà rurali, le costituzioni di beni di fam iglia e di borgate autonome. V i proporremo di estendere l ’ assicurazione obbligatoria contro g l’ in for­ tuni a tutti i lavori dei campi, cominciando dal prov­ vedere ai casi di morte e di in valid ità permanente, nuovo passo verso le assicurazioni obbligatorie per la malattia e la vecchiaia dei lavoratori, debito sacro che gradatamente lo Stato italiano pagherà.

E dalle recenti inchieste sulle m iniere trarremo argomento a liberare i lavoratori del sottosuolo da metodi barbarici perduranti ancora in alcuni luoghi, dove si paga in gran parte la mercede con la sommi­ nistrazione forzosa dei mezzi di sussistenza.

Sarà tra le nostre cure quella di sollecitare l ’ ap­ provazione dei disegni di legge sull’ Ispettorato del lavoro, sulla Cassa di maternità, sui Comitati inter­ regionali di collocamento per 1’ emigrazione interna, migliorandone le dotazioni. A lla trasformazione del­ l’ Agro romano verrà dato nuovo impulso, allargando con prudente accorgimento la zona della bonifica^ ob­ bligatoria e istituendo una Cassa di colonizzazione alimentata da un decimo degli u tili netti della gestione

particolare della Cassa di depositi e prestiti. (C orri­ sponde a circa 300.000 lire l ’ anno ed è in aumento) la grande e provvida banca del tesoro italiano ; primo saggio di un vasto programma contenuto nel progetto di legge del 1906 dell’ on. Pantano, che gradatamente si dovrà svolgere.

L ’ opera del demanio forestale coroneremo con le leggi promesse sul vincolo m itigato dai provvedim enti sociali, sui diversi gradi d’ insegnamento e sulla pre­ parazione di un personale tecnico e competente.

Abbiamo pronte anche delle misure tendenti a mi­ gliorare l ’ igiene del lavoro, a proteggere più efficace­ mente la salute del popolo contro le adulterazioni dei cibi e delle bevande, a ricercare quali v iz i nei con­ gegni della distribuzione rendano più g ravi le soffe­ renze del caro dei viveri.

I lavori pubblici e le ferrovie nel Mezzodì. Colla fiducia di sollecitare tutti i la vo ri pubblici in ogni parte d’ Italia, segnatamente, nel Mezzogiorno e nelle isole, presenteremo subito un progetto di legge per concedere alla industria privata la costruzione e l ’ esercizio delle ferrovie complementari nella Calabria e nella. Basilicata. L e popolazioni rattristate dalla lunga ansia d ell’ attesa apprenderanno questa notizia c o n io stesso animo lieto, col quale noi la diamo alla Camera.

E ci è grato in questa occasione ricordare i pro­ positi e g li studi dell’ on. Bertolini, che abbiamo la fortuna di portare a compimento.

Biforme amministrative e politiche.

Ma non queste, nè altre provvidenze finanziarie, economiche e sociali possono dare al nuovo Ministero la nota caratteristica, necessaria a ogni Gabinetto par­ lamentare. Sono le idee politiche, quelle che meglio coloriscono un programma ministeriale. Pertanto v i tracceremo le linee politiche sulle quali, movendo da diversi nuclei e settori, ci siamo concordati nel pro­ posito e nella fiducia di costituire una forte m aggio­ ranza liberale. A questa maggioranza chiederemo di secondare un Governo che, sulle salde guarentigie delle nostre istituzioni, diriga lo Stato italiano nella sua storica-missione di giustizia, di libertà e di cultura. E glielo chiederemo con la stessa fede che sin dal primo giorno ci fece domandare alle autorità e alle rappre­ sentanze locali il loro leale concorso in un’ ammini­ strazione ispirata al più austero rispetto della legge e delle libertà, al più fervido desiderio di elevare il costume politico e il benessere sociale.

Difesa militare e politica estera.

Non parliamo della difesa della patria per terra, e per m are; essa è sacra a tutti, continua ornai con g li stessi criteri e con la stessa concordia fra l’ a v v i­ cendarsi dei Ministeri.

E non verrà meno, per opera nostra, quella con­ tinuità che pur traverso i mutamenti di m inistri e di Camere, assicura credito e pregio alla politica estera italiana. L a solidità della triplice alleanza, testé ria f­ fermata anche nella bene accetta vis ita dell’ eminente Cancelliere germanico, nostro gradito ospite in Roma e nello scambio cordiale di comuni propositi fra il ministro degli affari esteri italiano e quello austro- ungarico, la sincera am icizia con la Francia, con l ’ In- ghflterra, con la Russia, g li eccellenti rapporti con tutti g li altri Stati, fanno considerare sempre m eglio il nostro paese quale fattore operoso d i concordia, in ogni circostanza sollecito a proporre o a secondare le soluzioni idonee ad avvicin ar sempre più i governi e ad affratellare i popoli.

La conferenza internazionale di Boma per il nuovo diritto sul lavoro.

Come premio meritato dell’ opera schiettamente prestata alla causa della pace, ci arride la fondata speranza che, tra le fèste commemoranti il nostro r i­ sorgimento, l’ Ita lia possa vedere adunata nella sua capitale una conferenza internazionale intesa a pre­

arare comuni e costanti norme direttive pei trattati i lavoro, di emigrazione e di cittadinanza. T a li trat­ tati, reclamanti il loro posto tra qu elli di commercio, | di navigazione, di alleanza e di arbitrato, r a v v iv e ­ ranno di un nuovo contenuto sociale e umano l ’ am­ biente delle Cancellerie e riconcilieranno l ’ anima po­ polare anche col più severo protocollo.

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instaurazione ; nè l ’ Ita lia potrebbe ricevere dal mondo omaggio più lusinghiero dell’ essero per la terza volta acclamata patria d’ un giure destinato pur esso a onori degni di Roma.

Politiea ecclesiastica.

N ella libertà delle religion i che si svolgono entro la cerchia dello Stato sovrano, mallevadore delie più delicate fra le garanzie costituzionali, si determina il nostro programma di politica ecclesiastica. Non per­ secuzioni contrarie all’ alto fine dello Stato moderno e non inquietudini repugnanti all’ indole e alla tra­ dizione nazionale; ma, a un tempo, freno a ogni esor­ bitanza, non dedizioni, nè compromessi che macchie­ rebbero la purezza dell’ idealità politica e quella della coscienza religiosa.

Giustizia amministrativa e decentramenti. A garent re sempre più la libertà civile mire­ ranno alcune nostre proposte idonee a rendere più ra­ pido il corso della giustizia amministrativa nelle sue varie istanze.

E a distribuir e regolar m eglio l’ azione ammini­ strativa cercheremo di provvedere con qualche saggio di decentramento sul tipo di quello compiuto col Ma­ gistrato alle acque, felicem ente operante, nel Veneto. A una forma di organizzazione non molto dissimile da quella gioverà affidare la ricerca, la custodia e la cura dell’ acqua nelle regioni (prima la Puglia), che pel difetto di esso soffrono, anche nelle loro culture agrarie, quanto e più altre non patiscono per la sua ricorrente sovrabbondanza. Forme somiglianti potranno adottarsi per l ’ applicazione di vaste, complicate leggi, che desideriamo m igliorare e prorogare nei loro ef­ fetti, come quelle di Napoli, senza indebolire i l prin­ cipio della responsabilità ministeriale, nè quello delle autonomie locali.

Biforme politiche.

Ma le prin cipali nostre riform e d’ ordine politico j tenderanno al fine supremo di crescere intensità alla v ita e al valore del Parlamento in entrambi i suoi ; rami, mettendoli in più dirette e più sicure correla­ zioni con le fe rv id e sorgenti dell’ opinione e della vo- Í lontà popolare.

Riforma del Senato.

Per i l Senato si determinerà che sin dalla pros­ sima sessione parlamentare la Corona domandi all’ Alto Consesso la designazione del Presidente e dei Vice- Presidenti. Anche col sistema attuale della nomina su proposta del Consiglio dei M inistri, il valore del seggio fu sempre eminente ed è fuori di ogni contra- ! sto la indiscussa autorità della presente Presidenza. Ma la designazione diretta accrescerà il prestigio po­ litico dell’ Assemblea, avvivandone le discussioni.

Saremmo pur lie ti e ci sentiremmo confortati del­ l ’ opera nostra se il Senato, uolla sua prudente sa­ pienza, come già qualche indizio promette, volesse discutere e designare i lim iti delle modificazioni in ­ tese a renderne sempre più autorevole l ’ ordinamento. Anche una riform a contenuta nella cerchia di una le »g e interpretativa dello Statuto, potrebbe riuscire politicamente efficace. I l Governo sarebbe pago e ono­ rato di riassumere in un disegno di legge, da presen­ tarsi al Senato, le conclusioni, alle quali fosse giunto nella discussione suscitata dal rispettoso nostro invito.

Riform a della legge elettorale.

Per la Camera dei deputati, oltre un accurato esame delle proposte già preparate dall’ on. G iolitti sulla procedura e sulle operazioni elettorali, noi va­ gheggiamo la unificazione dei collegi elettorali, in cui sono ora divise le grandi città. Una riform a sif­ fatta ci darebbe l ’ agio di sperimentare, per la prima volta, se il metodo della rappresentanza proporzio­ nale sia utilm ente applicabile alle nostre condizioni sociali e politiche.

Vaglieremo poi insieme la convenienza di dare un passo ulteriore sulla via di una più larga partecipa­ zione del popolo alla v ita dello Stato, concedendo il suffragio politico e amministrativo a tutti i cittadini maggiorenni, nei quali il saper leggere e scrivere, cautamente accertato, assicuri la coscienza del voto, che, per essere libero, deve rimanere segreto.

Intanto g l’ incrementi della coltura elementare, ottenuti con i mezzi straordinari che ora il Parla­ mento delibererà e con le scuole reggim entali oppor­ tunamente riordinate, eleveranno sempre più il carat­ tere dei nostri elettori popolari.

I Con siffatte disposizioni, i l Parlamento e il Go-, verno, fortificati dalle più intime colleganze con l’ opi­ nione pubblica, potrebbero m eglio sospingere tutti g li ordini di cittadini verso ogni alta e degna mèta di prosperità, di cultura e di rinnovata grandezza ita­ liana.

Con la votazione della riform a elettorale, che noi a tempo opportuno presenteremo e ponderatamente si dovrà studiare, la presente Camera potrebbe, dopo un lungo periodo di feconda attività, coronare e chiudere la sua giornata, per risorgere con rinnovate energie dalle a vviva n ti origini del suffragio popolare. Intanto le auguriamo di compiere subito, perchè subito si ¡ pongano a effetto, quelle riform e ormai da tutti giu-

j dicate indispensabili per impedire che le elezioni de- ¡ generino in zuffe, frodi e sopraffazioni dal più ripu­

gnante tipo medioevale.

Problemi marittimi.

Non possiamo però nasconderci che tutti questi j apparecchi di studi e di proposte si arrestano dinanzi alle difficoltà costituite dal grave problema marittimo, che non ammette più alcuna dilazione.

I l 30 giugno si approssima, e nè i l Governo nè il Parlamento possono assumere la responsabilità di non provvedere al normale andamento dei servizi m arit­ timi, alla continuazione del lavoro nei cantieri na­ zionali.

Le due convenzioni presentate dal Ministero Gio­ litti, la terza del Ministero Sonnino non furono 'ac­ colte dalla Camera per diverse ragioni, nè ora v i era il tempo e la possibilità di concluderne e di discu­ terne una quarta.

Arde ancora la controversia, che non a tutti potè apparir dichiarata da indagini capaci di escludere preoccupazioni ed esitanze, le quali paralizzano l ’ azione.

Abbiamo udito uomini di grande competenza d i­ mostrarsi a vicenda g li aggravi maggiori delle con­ venzioni stipulate.

Udimmo strenuamente difendere alcuni provvedi­ menti che parvero ad altri inefficaci o non intera­ mente concordanti con i patti delle convenzioni in ­ ternazionali.

Neanche l ’ alta, vibrante eloquenza del Ministro proponente valse a dileguare il dubbio e il dissenso. Ma dubbio e dissenso non possono, nè debbono in ­ definitamente dominare e arrestare la v ita di que­ st’ assemblea.

La necessità di nuove indagini.

Per disperderli, una buona volta, con generale soddisfazione, noi v i proponiamo, onorévoli colleghi, di istituire per legge una Commissione parlamentare la quale, richiamando gli atti dell’ inchiesta iniziata nel 1902, riveda le convenzioni marittime stipulate e non approvate, esamini le m ultiform i proposte a fa­ vore della marina libera assistita dal credito navale e da altri ausili, a favore dei contributi di nolo, dei I cantieri, ed esprima un giu dizio sereno che, illum ì-

j nando Governo e Parlamento, permetta a chi occuperà questo posto, di presentare al più presto dei p rovve­ dimenti definitivi, chiariti in tutte le loro parti da ricerche autorevoli ed esaurienti. Se questa indagine non piacesse alle Camere di compiere, le farebbe, come è suo dovere, il Governo.

Accordo provvisorio.

Intanto, per non perturbare l ’ attività marittima del paese, per non assumere la responsabilità di danni gravi, di ciurme licenziate, di cantieri deserti e chiusi, di traffici disturbati, oltre le convenzioni per i ser­ vizi minori, che non suscitarono obiezioni, noi v i pre­ senteremo un accordo provvisorio. Conchiuso per la costituzione di una Società intitolata Società anonima nazionale di servizi marittimi, con bei nomi del nostro paese nel commercio, n ell’ industria e nella banca, con compartecipazioni m olteplici di ogni parte d’ Italia, è inteso a fa r esercitare per tre anni al massimo, i ser­ v iz i attuali, sino al 30 giugno affidati alla Navigazione Generale, migliorando tonnellaggio, velocità e percor­ renze sui capitolati in corso e provvedendo alla co­ municazione diretta, tanto importante, con la Somalia italiana. D a ll’ accordo provvisorio restano escluse le comunicazioni della S icilia e della Sardegna col Con­ tinente, assunte dallo Stato a norma di legge.

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1 maggio 1910

L ’ E C O N O M IS TA

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e si sono impegnati per tre anni; ma il Governo di anno in anno, con sei mesi di preavviso e sin dal primo semestre del nuovo esercizio, ha la facoltà di denunziare raccordo appena riesca, per effetto degli studi invocati e compiuti, a presentare e a far acco­ gliere i provvedim enti d efin itivi sui servizi marittimi. Di questo accordo la Camera esaminerà i patti finan­ ziari considerando che si tratta di una convenzione, la quale può avere contro di sè contingenze sfavore­ voli, mal compensabili nell’ anno di minima e nel trien­ nio di massima durata, con le spese generali da r i­ partirsi e ammortizzarsi in brevissimo tempo e con oneri m aggiori degli antichi capitolati.

La legge attuale sui cantieri sarà ano h’ essa pro­ rogata colla clausola che i piroscafi in costruzione go­ dranno dei nuovi benefìci eventualmente concessi dalla legge futura.

Intanto si mira a preparare una fiotta mercantile nuova per liberare lo Stato e i contraenti futuri da ogni coercizione derivante dalla deficienza del mate­ riale e per dar lavoro ai nostri cantieri. Ed in fatti i concessionari si sono impegnati a far costruire, dalla promulgazione della legge, dodicimila tonnellate di piroscafi m ercantili ; poi altre dodicim ila se ne co­ struirebbero nel secondo anno, ove non avvenga la denunzia.

Costruiranno in questo periodo anche le società minori contraenti collo Stato.

E quando piaccia al Parlamento di sostituire al temporaneo un contratto definitivo con aste, con trat­ tative private e con altri mezzi, i legn i nuovi co­ struiti sui tip i approvati dal Governo e sotto la v i ­ gilanza di esso, dedotti g li ammortamenti, con le usate norme di cautela pel deperimento, saranno messi a disposizione dei futuri concessionari, i quali si tro­ veranno subito in possesso di una flotta fresca rap­ presentante un primo nucleo di liberazione. Sin da ora il Governo ha assicurato la costruzione di uno di questi m aggiori piroscafi, di non meno di tremila ton­ nellate, nel cantiere di Palermo, sede centrale del com­ partimento dello Stato e compartimentale della nuova società, come, con centro nella Conca d’ oro, vagheg­ giano nell’ assetto definitivo due linee commerciali ra­ pide, che spandano nel nord d’ Europa e d ell’ America le prim izie e le specialità dei nostri prodotti.

Così Genova e Venezia, Napoli, Palermo, Catania, Bari, Livorno, Ancona e g li altri porti che ingem­ mano i nostri mari possano crescere co ll’ aumento na­ turale dei traffici e coi provvedim enti defin itivi, che prepareremo, il loro splendore ! Intanto nulla è pre­ giudicato per l ’ avvenire.

S i domanda un voto -politico aperto.

Onorevoli colleghi. Questi sono i nostri intendi­ menti, questi i disegni apparecchiati in un mese di governo. Ora a voi chiediamo un giudizio chiaro e aperto.

I tempi non fa cili che attrav.ersiamo, l ’urgenza e la gravità dei problemi da risolvere non ci consenti­ rebbero di rimanere a questo posto nella condizione di un governo debole o tollerato. Se non approvate 1’ indirizzo che intendiamo di imprimere alla pubblica cosa, esponete quello che preferite. Date alla Camera e al paese la possibilità della scelta fra due program­ mi. Se ci arriderà la vitto ria nella prova del voto, che fin da ora risolutamente chiediamo, ne trarremo argomento a compiere l ’ opera faticosa che v i fu an­

nunciata. . .

V inti, non ci dorremo del tentativo inutilmente ripetuto di riunire forze liberali affini per servire la patria con cuore devoto.

Ci resterà, in ogni caso, il conforto di aver reso un servizio alle istituzioni parlamentari offrendo 1 oc­ casione a questa Camera di tracciare una nuova via, di misurare le forze e di contare i voti, indicando i preferiti capitani. Quali essi siano, il loro senno e i geni tutelari del risorgimento italico, v e g lia r ti sulla patria, ci affidano che raggiungeremo g li a lti destini serbati alla nostra stirpe.

X

CORRISPONDENZA DA NAPOLI

La tassa sulle aree

fabbricabili-24 aprile 1910. L a questione delle case non è di certo esclu­ sivamente napoletana. Dal più al meno esiste e urge da per tutto. N elle città principali fa, come è naturale, più rumore, e forse anche si presenta in modo particolarmente aspro. P e r altro non è sconosciuta neppure nelle città secondarie. Da ogni parte il lamento è uno solo : la popolazione aumenti e le abitazioni scarseggiano, il prezzo degli affitti mesce e diventa insopportabile pel­ le borse modeste. E tutti si rivolgono in pari tempo allo Stato e al proprio rispettivo Comune, invocando provvedimenti generali e speciali che aiutino a escire da questa condizione di cose.

Anche a Napoli la questione è grave. Non mi attento a giudicare se sia più grave che al­ trove, ma senza dubbio è sorta e perdura in mezzo a circostanze particolari al luogo, delle quali dirò brevemente.

Una consiste nella topografia. Torino, M i­ lano, Bologna, Firenze, Roma, forse anche P a ­ lermo, possono estendersi quasi indefinitamente : alcune da tutte le parti, altre per lo meno da molte parti. Invece Napoli, come Genova, trova inciampo nei monti, o colline, da un lato, nel mare dall’ a ltro : due cose ohe conferiscono alla sua bellezza e sono uno de’ suoi molti elementi di vitalità, ma che, sotto il rispetto dello svi- luppo edilizio, non fanno comodo. Non già che gli spazi manchino, poiché, usurpandone sulla campagna, ve ne sono in collina e anche iti piano; ma l’ abbondanza, come la scelta, è minore.

U n ’ altra circostanza è 1’ aumento della po­ polazione. Parrebbe eh’ io potessi trascurare que sto fatto, perchè non speciale a Napoli, ma devo invece tenerne conto. L a percentuale dell’ aumento annuo è inferiore, è vero, a quelle di Roma e di Milano, ma superiore a quelle di Firenze, di Bologna e di Palermo. E ’ anche un po’ insolita, perchè cresciuta negli ultimi anni in una misura che oltrepassa quella blanda d’ una volta ; la qual cosa deriva dall’ incremento industriale e commerciale già da qualche tempo avviato. — Bisogna poi aggiungere che i nuovi abitanti af­ fluiscono in una città dove 1’ agglomeramento ha sempre avuto ed ha tuttora una densità mag­ giore che altrove.

O ltre la densità, v ’ è il guaio della cattiva o pessima qualità d’ un gran numero di case : alte e poste in vicoli strettissimi, quindi poco ariose, stravecchie e luride, epperò malsane, molte non solide e crollanti. In teri quartieri sudici e malsani non mancano neppure in altre città belle e c iv ili; ma ci corra! P er questa parte le con­ dizioni di Napoli sono proverbiali. L ’ opera del Risanamento è stata benefica, senza dubbio, ma non ha potuto giungere da per tutto. A Napoli pertanto, più che altrove, sono necessarie mol­ tissime case nuove, non solo come quantità, ma anche come qualità. Parlando di cose assai note, non mi dilungo.

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e igienici, ma da ragioni di viabilità. Ingrandire l ’ abitato sta bene, ma bisogna che tra tutti o quasi tu tti i suoi diversi punti le comunicazioni siano rese fa cili e rapide. Ora sono state bensì costruite molte nuove strade diritte e larghis­ sime, ma non tutte raccordate fra loro. Parec­ chie zone centrali e popolatissime sono, per la loro struttura, prive di linee tramviarie, le quali le evitano per necessità, costeggiandole più n meno, ma senza entrarvi, senza poterle attraver­ sare. Questa dunque sarebbe una ragione spe­ ciale per procedere a grandi tagli, a numerose demolizioni. M a chi ne ha il coraggio ? Non si verrebbe così a lasciare senza tetto centinaia e centinaia di fam iglie? Prim a costruire altrove, poi accingersi a demolire.

Costruire, ripeto; ma in grande, aggiungo. Presentemente si costruisce, sì, in molti punti, ma piuttosto alla spicciolata : il privato A , il signor B, la ditta C, ma una casa o al più due o tre alla volta, e più che altro in bei quartieri e case signorili e costose, che son quelle appunto che meno occorrerebbero, perchè non si può dire che scarseggino. Mancano invece forti società che fabbrichinoj secondo un piano ordinato e largo, interi e vasti quartieri. Qui è difficile si formino, come è difficile tutto ciò che richiede coraggio, intraprendenza, coesione, associazione; e non ne vengono finora di fuori, forse perchè quelle già costituite o che si vanno costituendo in altre città, v i trovano pronto un vasto campo di lavoro. Credo però che anche qui l’ iniziativa privata si farebbe viva , se scorgesse sicuro e prossimo il suo tornaconto. E lo scorgerebbe se e quando il Comune di Napoli avesse pronti e concreti i progetti tecnici e finanziari d’ amplia­ mento della città, sicché fosse noto a tutti quali terreni fabbricabili saranno prima degli altri espropriati, dove precisamente saranno tracciate le nuove vie e piazze, quando verranno livellate, lastricate, fognate, illuminate, fornite di tutti i servizi pubblici necessari.

Finora invece il Comune si è piuttosto oc­ cupato delle case dette popolari (non dico mol­ tissimo, ma un poco sì) assicurando alcuni van­ taggi all’ Istitu to autonomo che le deve costruire: come un primo fondo di mezzo milione, una sov­ venzione di annue lire 300 mila per cinquanta anni, la quale gli dia modo di contrarre grossi mutui a buoni patti, esenzione per alquanti anni dalla sovrimposta fondiaria, ecc. E l ’ Istituto au­ tonomo qualcosa farà di certo, ma non molto nè presto. Non molto, in relazione al bisogno, per­ chè ci vuol ben altro per risolvere la questione delle abitazioni, la quale, per le cause che ho accennate, tende intanto ad acuirsi. Non presto, perchè se la legge a cotesti Istitu ti concede fa­ cilitazioni, pone loro anche limiti e freni, detta regole fisse, che si traducono pure in ostacoli e dànno luogo a lentezza di movimenti. T u tt’ altri e m aggióri risultati producono, quando possano largamente svolgersi, l’ iniziativa privata e l’azione della libera e vivace concorrenza.

H o già detto che per stimolarla ci vogliono progetti municipali di deliberata e prossima at­ tuazione, che allarghino, in modo conveniente­ mente abitabile, la periferia della città. L a Giunta comunale fa sapere d’ averne di pronti. Speriamo

che vengano presto presentati a ll’ approvazione del Consiglio. Questo frattanto sta discutendo una nuova convenzione colla Società dei tranvai (e potrebbe darsi che fosse già votata quando pubblicherete questa mia lettera) in forza della quale, prescindendo da alquante riforme nel ser­ vizio, la Società avrà l’ obbligo di prolungare molte linee a mano a mano che si estenderà 1’ abitato. In pari tempo, sempre pel fine di pro­ muovere la costruzione di nuove case, la Giunta ha compilato e presentato un progetto di tassa da imporre sulle aree fabbricabili.

L a nostra Amministrazione comunale ci aveva pensato fino dal 1907, ma in quell’ anno appunto fu promulgata sulla materia una nuova legge dello Stato ; dipoi ci vollero lunghi studi dei lo­ cali uffici tecnici, e così scorsero il 1908 e il 1909. Ora gli studi sono compiuti ed è anche allestito il regolamento per 1’ applicazione della tassa, e nel frattempo il problema delle abitazioni si è fatto sempre più grave. L a Giunta perciò chiede d’ es­ sere autorizzata a promuovere 1’ emanazione del decreto reale che occorre, previo parere del Con­ siglio di Stato, perchè il Comune abbia facoltà di giovarsi delle disposizioni della legge vigente. Quest’ ultima, modificando quella che vigeva pri­ ma, porta la misura massima dell’ imposta dal- 1’ uno al tre per cento sul valore delle aree ; abolisce alcune condizioni per ritener queste come fabbricabili, e le considera tali quando sono com­ prese nei piani regolatori, anche se siano adibite a uso agricolo o industriale ed anche se non siano contigue alla rete stradale; stabilisce il loro p lu s ­ valore tassabile al di là di quello d’ una lira al metro quadrato, rimettendone la dichiarazione al proprietario, salvo, se questi la trascuri, un ac­ certamento d’ ufficio; dà facoltà al Comune di espropriare le aree stesse al prezzo come sopra dichiarato o accertato. I l progetto di regolamento poi disciplina, come è naturale, la materia nei suoi minuti particolari, stabilisce alcune esenzioni, la formazione delle matricole e dei ruoli, dispone sulle variazioni di proprietà delle aree e sul loro mutar di destinazione, e via discorrendo.

Se l’ idea della tassa nasce dal gran bisogno di nuove case e quindi di terreni su cui fabbri­ carle, la sua legittim ità ha base sul fatto che nelle città molto popolate e in via d’ incremento la ricerca dei terreni ne fa aumentare il valore e quindi il prezzo sul mercato, senza che per godere di questo risultato i proprietari da parte loro abbiano fatto nulla. Se non v i hanno merito, non v i hanno, è vero, neppur colpa; ma poiché ne soffre 1’ interesse generale della consociazione civica, di quella appunto che col suo lavoro quo­ tidiano e la sua azione collettiva procura loro siffatto vantaggio, è giusto eh’ essi le ne resti­ tuiscano una parte mediante il pagamento della tassa.

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pa-1 maggio pa-19pa-10

U

E C O N O M IS TA

279

gare un forte tributo, o dichiararlo basso e cor­ rere il rischio di vedersi sottratti i terren. a bassi prezzi ».

Napoli intanto non ha un unico piano re­ golatore : ne ha diversi, che rimontano tutti al 1886, la cui efficacia perciò scade nell’ anno pros­ simo, quantunque non siano eseguiti che in parte. Sarà dunque necessario provvedere alla loro pro­ roga il che verrà proposto nell’ anno corrente.

In quanto alle conseguenze fiscali, la Giunta nella sua Relazione prevede che la tassa, appli­ cata nella misura del 8 per cento, possa rendere lire 500 mila. Questa somma non immensa può sempre far prò in un Comune il cui bilancio si mantiene a stento in equilibrio. Sarebbe però destinata a diminuire per gradi, a mano a mano che parecchie aree da fabbricabili diventassero fabbricate. M a da tutto quanto precede emerge chiaro che della proposta tassa quella fiscale sarà una conseguenza, non uno scopo, e che lo scopo, non occorre indicarlo una volta di più e un altro.

E. Z.

II commercio e Io navigazione

d e l P o r t o d i G e n o v a ,

L ’ Ufficio del Commercio, lavoro e statistica del Municipio di Genova ha pubblicato un am­ pio volume contenente degli interessanti dati statistici che quell’ ufficio municipale ha cura di rilevare giornalmente, sia per quel che riguarda la navigazione, sia per quel che riguarda il commercio, sia il servizio ferroviario.

I l movimento complessivo della navigazione delcPorto di Genova nel decennio 1872-1881 subì un aumento di 114 piroscafi per 1,178,160 ton­ nellate di stazza: le navi a vela diminuirono in­ vece in detto decennio di 3015 per una stazza di tonnellate 425,219.

N el decennio 1882-1891 il movimento della navigazione si accrebbe di 728 piroscafi con una stazza netta di tonn. 1,126,772; le navi a vela diminuirono di 520 per una stazza di tonnel­ late 64,893.

N el successivo decennio 1892-1901 i piro­ scafi subirono un aumento di 1043 navi con 2,251,942 tonn. di stazza, mentre i velieri fu­ rono 290 in meno, per una stazza di 36,924 tonn. Esaminando finalmente il settennio 1902-1909 si ha che i piroscafi ammontarono di 702 con una stazza di tonn. 2,491,247, mentre i velieri dim i­ nuirono di 587 con una minore stazza di ton­ nellate 40,754.

Confrontando in ultimo il movimento della navigazione dal 1909 col 1872, risulta che arri­ varono in più 2587 piroscafi con una maggiore stazza di tonn. 7,043,121, mentre i velieri d i­ minuirono di 4,412 con una minore stazza di tonn. 567,830.

L a relazione constata pure che nel periodo 1908-1909 i piroscafi nazionali ascendevano nel 1909 a 2394 con una stazza di tonn. 2,898,870, quelli esteri a 2308 con una stazza di 4,831,589 tonn. ed i velieri nazionali a numero 1955 con una stazza di tonn. 227,107; quelli esteri a 67

con una stazza di 23,931 tonn. In vece nel 1908 i piroscafi nazionali ascesero a 2400 per tonnel­ late 2,572,447 di stazza; quelli esteri a, n. 2,126 con una stazza di tonn. 4,320,626 ed i v e ­ lieri nazionali a n. 1952 per la stazza di ton­ nellate 231,381; quelli esteri a n. 57 con una stazza di tonn. 13,526. Quindi i piroscafi nazio­ nali nel 1909 furono inferiori di 6 in confronto del 1908, però con una maggiore stazza di ton­ nellate 326,423; i velieri furono minori di 3 con una minore stazza di tonn. 4247. I l movimento dei piroscafi esteri fu invece nel 1909 maggiore di n. 182 con una stazza di 510,963 tonn.; i velieri furono superiori di 10 con una maggiore stazza di tonn. 10,405.

L a relazione ha pure cura di confrontare il movimento della navigazione di Genova coi 15 principali porti Italian i ricavandola dai rapporti della Direzione Generale delle Gabelle.

Osserva poi che nel 1909 si ebbero 512 navi che sbarcarono tonn. 687,824 di granaglie contro 260 con 273,325 nel 1908; che si ebbero 624 navi che sbarcarono 631,123 balle di cotone contro 575 navi e 643,039 balle nel 1908 ; che si ebbero 870 navi che sbarcarono 3,257,028 tonn. di carbone minerale contro 798 navi e 3,037,664

nel 1908. , .

D a un opportuno confronto con i porti di Marsiglia, Rotterdam, Am burgo, Anversa, che va però soltanto fino a ll’anno 1908 risulta che : Da Genova nel 1906 partirono per ferrovia tonn. 3,772,104 di merci e ne arrivarono 508,077; nel 1907 ne partirono tonn. 3,916,602 ed arri­ varono 592,875 ; nel 1908 partirono tonn. 4,104,931 e arrivarono tonn. 608,944.

Da M arsiglia partirono nel 1906 tonnel­ late 2,064,138 e ne arrivarono 1,865,419; ne par­ tirono tonn. 2,336,952 e ne arrivarono 1,865,834 nell’anno 1907; nel 1908 infine partirono ton­ nellate 2,258,974 e ne arrivarono 1,954,853.

D a Rotterdam nell’ anno 1906 per ferrovia partirono 674,275 tonnellate e per via fluviale 10,971,483 ; ne arrivarono per ferrovia tonnel­ late 1,355,718 e per via fluviale tonn. 2,386,092. N el 1907 partirono a mezzo ferrovia tonn. 729,397 e per via fluviale 12,674,879; ne arrivarono per via ferrata tonn. 1,150,686 e per via tluviale tonn. 2,086,697.

N e ll’ anno 1908 partirono a mezzo della fer­ rovia 712,534 tonn. e ne arrivarono 1,119,692; per via fluviale partirono 10,470,974 tonn. e ne arrivarono 2.467,215.

Da Am burgo partirono nel 1906 tonnel­ late 3,288,410 per via ferrata e ne arrivarono 1,763,589, mentre nell’ anno 1907 ne partirono tonn. 4,458,993 e ne arrivarono 1,973,830; nel­ l’anno 1908 invece partirono tonn. 3,357,476 ed arrivarono tonn. 1,879,247.

Da A nversa infine partirono nel 1906 a mezzo ferrovia tonn. 3,682,760 e.per via fluviale 1,692,524; ne arrivarono per ferrovia 4,757,339 e per via fluviale tonn. 1,515,584., N el 1907 la merce partita per ferrovia fu di tonn. 3,804,071 e quella per via fluviale tonn. 1,826,722. L a merce arrivata per ferrovia ascese invece a tonn. 3,601,175, e per via fluviale a tonnel­

late 4,477,006. ,

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tirono tonn. 8,414,546 ed arrivarono tonnel­ late 3,953,921.

L a relazione osserva ancora per quel che r i­ guarda il servizio ferroviario, che nel 1909 si caricarono 347,555 carri contro 320,618 nel 1908, dei quali 321,309 per commercio e 28,546 per uso ferrovia contro 286,031 per commercio e 34,587 per uso ferrovia nel 1908.

Dopo aver constatato quale fu il movimento ferroviario degli stabilimenti commerciali del porto di Genova (vanno primi i magazzini g e ­ nerali con 21,338 carri nel 1908) e dopo esami­ nate le giacenze di merce avenuta nel porto di Genova durante gli anni 1908 e 1909 la rela­ zione dichiara essere confortante constatare che, dopo il passaggio dell’ esercizio ferroviario allo Stato, la dotazione del servizio delle strade fer­ rate crebbe in modo straordinario, riuscendo così a fronteggiare più prontamente le esigenze del traffico e rendendo in pari tempo possibile il provvedere ai bisogni del prossimo avvenire. I l 30 giugno 1905 il numero dei carri ferroviari ascendeva a 64,054, ben oltre un terzo e cioè circa 22,000 carri venivano ad aumentare la do­ tazione nei due anni successivi, in modo che al 1° luglio 1907 raggiungeva il numero di 86,012, aumentando di altri 10,030 nell’anno 1908 (nu­ mero 96,142 al 1° giugno 1908) oltre 2,962 carri in corso di costruzione. Occorre tener presente che questo aumento di materiale si è pure veri­ ficato nelle locomotive e che, oltre al numero, venne aumentata la potenzialità di carico dei nuovi vagoni e la trazione delle nuove locomo­ tiv e ; per cui il movimento ferroviario è in oggi pressoché raddoppiato di forza.

Durante il periodo 1908-1909 entrarono a servizio 533 locomotive a vapore e ne uscirono 49.

L a dotazione ferroviaria si accrebbe inoltre di 15 locomotive elettriche e di 864 carrozze com­ prese le automotrici ed accumulatori, delle quali erano in fin d’anno uscite da servizio 281. In detto periodo i bagagliai entrati a servizio fu­ rono 492, e ne uscirono 85. I carri per merci e bestiame entrati a servizio furono 492, e ne uscirono 8 5 .1 carri per merci e bestiame entrati a servizio furono 7298 e ne uscirono 2138. In totale entra­ rono in servizio 9202 veicoli e ne uscirono 2553, di modo che la situazione del materiale al 30 giu­ gno 1909 era la seguente: Locomotive a vapore 4537, elettriche 25, automotrici a vapore 103, elettriche 51, carrozze comprese le automotrici 9656, bagagliai 2607, carri per merci e bestiame 83,817, per treni e materiale di servizio 1995; in totale 102,791 e cioè 6649 in più dell’anno 1909.

Infine si constata il movimento dei carri scaricati o caricati al porto di Genova rispetto alla loro provenienza e deatinazione.

L a relazione importantissima è corredata da uno straordinario numero di prospetti e tavole statistiche compilate in modo talmente completo sicché non vi è alcuna parte, sia pure di minima importanza def movimento immenso del primo porto commerciale d 'Ita lia , che non sia presen­ tata al lettore.

A l Municipio di Genova e in particolare ai compilatori della bellissima relazione va data quindi la più ampia lode.

R

i v i s t a

B

i p l i o q r a f i c a

G iu s e p p e T i t o D e A n g e lis . - L a produzione economica e le Società anonime. — Torino, Unione Tip. Ed. Torinese, 1910, pag. 205 (L . 2.50).

L ’ Au tore trattando di questo importante ar­ gomento che dal lato economico e giuridico pre­ senta tanti punti degni di profonda disamina, non dice in verità cose nuove, ma osserva il moderno fenomeno delle società anonime e della loro funzione da un aspetto quasi originale. L a Società anonima, osserva infatti l ’Autore, è d i­ ventata uno strumento ohe meglio di ogni altro ha saputo mettere in azione la scienza ed il ca­ pitale; la scienza sia dal lato esclusivamente tecnico, perchè ha impresso alla produzione dei miglioramenti m eravigliosi, sia dal lato am m ini­ strativo, in quanto i sistemi finanziari, la con­ tabilità ecc., hanno dovuto essere continuamente perfezionati.

L ’ altro elemento, il capitale, esso pure per mezzo delle società anonime ha potuto esser or­ ganizzato, accumulato concentrando anche le pic­ cole briciole, e incanalato nella produzione.

E premessi questi concetti generali esposti veramente con molta chiarezza, l’ Autore esamina l’ azione delie società anonime prima nella grande produzione e poi più particolarmente nella a g ri­ coltura, nell’ industria, nel commercio e nel cre­ dito.

U n capitolo che tratta della condizione del lavoro e dei profitti, ci parve, data la natura del libro, fuori di posto.

I l lavoro del Sig. De A ngelis contiene d«lle buone pagine che riassumono la funzione econo­ mica delle società anonime, e qualche acuta os­ servazione su fatti speciali.

T h o m a s H o d g s k in . - Verteidigung der A rbeit gegen die Ansprüche des K apitals. M it einer E in le itu n g von Georg Adler. — L eip zig, 0. L . Hirschfeld, 1909, pag. 76 (M . 1.20). I l Dr. Friedrich Raffel pubblica tradotto dall’ inglese in tedesco l’ interessante opuscolo « Labour defended against thè claims of capitai » dettato dall’ Hodgskin fino dal 1825 è che sembra contenere davvero considerazioni applicàbili alle odierne questioni; certo l’Autore — e non lo po­ teva — non tiene contò del movimento recente per il quale il capitale comincia già a compren­ dere la necessità e la convenienza di procedere più umanamente e con più elevato concetto eco­ nomico nei suoi rapporti col lavoro. Nondimeno vi sono osservazioni e concetti che oltrepassano certamente le idee prevalenti nel tempo.

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1 maggio 1910

L ’ EC O N O M IS TA

281

D o tt. J u s t H a r is t o y . - L ’im pôt sur le revenu. — Paris, P. Alcan, 1910, pag. 881 (12 fr.). Come è noto sino da quando i diversi Mi nistri delle Finanze francesi, Doumer, Cochery, Peytral, Caillaux, R ouvier ecc., hanno proposta la imposta globale e progressiva sul reddito in sostituzione delle vecchie imposte dirette, si è costituita una « L e g a contro la imposta sul red­ dito e l’ inquisizione fiscale » ; a fede lega l’ A u ­ tore dedica questo importante lavoro che ha ap­ punto per titolo: la imposta sul reddito.

In una introduzione l’ Autore esamina le ra­ gioni dei fautori della imposta sul reddito e di quelli sulla imposta sul capitale, e cerca di di­ mostrare le difficoltà di definire la parola red­ dito, in quanto questo si confonde spesso col capitale, il quale non può essere formato che dall’ accumularsi dei redditi. E fissati tali con­ cetti generali nella introduzione, l’ Autore esa­ mina con molta competenza le disposizioni le g i­ slative della imposta sul reddito, in In ghilterra coll’ incometax; in Prussia ‘colVEinkommensteuer e VErgdngungssteuer, in Ita lia colla imposta sui redditi della ricchezza mobile, in Austria colla Personaleinkommensteuer; dei quali sistemi l’ A u ­ tore poi riepiloga in un capitolo i meriti ed i difetti.

L a seconda e la terza parte sono consacrate all’esame critico del progetto di imposta globale approvato dalla Camera dei deputati. U n ’ appen­ dice contiene vari documenti. Non possiamo qui dare notizia più particolare di queste due parti poiché saremmo costretti ad esaminare tutte le parti dell’ opera così vasta e comprensiva nella quale l ’Autore ha analizzato con molta cura e con molta obbiettività le diverse questioni che sono implicite nel problema. M a rileveremo la sua conclusione che ci sembra, da questo lato al­ meno degna, di tutta la considerazione : che cioè l’ imposta globale quale è stata approvata in Francia porta di conseguenza un sistema inqui­ sitoriale nelle aziende private, che male si confà coi concetti moderni di libertà.

L ’Autore osserva che il sistema fiscale esistente in Francia basato sulle imposte dirette, dal 1789 ha attraversato tutti i regim i politici, le solle­ vazioni e le rivoluzioni, senza indebolirsi e senza cessare d’ essere largamente produttivo; perm et­ tendo alla Francia di mantenere un posto così importante nel mondo.

E, qualunque sia il giudizio che si può dare sul nuovo sistema, è certo che i M inistri che lo hanno propugnato si sono assunti una grande responsabilità davanti al loro paese.

J • L . B re to n . - Contre la proportionelle. — Paris, E. Cornely et C.le, 1909, pag. 256 (2 fr. 50).

L ’Autore raccoglie in questo volume una serie di articoli pubblicati in varie epoche su alcuni giornali di P a rig i e di Bruxelles per d i­ mostrare che il sistema di elettorato politico per mezzo della rappresentanza nazionale non solo mantiene i difetti delle altre forme di elezione, ma li aggrava: Si serve per la sua dimostrazione di esempi belgi e svizzeri e dimostra che i vari me­ todi con cui si applica il sistema della

rappre-sentanza proporzionale sono fondati sull’em piri­ smo, non servono a dar sempre la rappresentanza ai diversi partiti, determinano la corruzione e le t­ torale, vincolano la libertà degli elettori, e man­ cano, nel complesso delle elezioni, allo scopo prin­ cipale, secondo il quale i partiti dovrebbero essere rappresentati proporzionalmente alle loro forze.

I l volume scritto brillantemente merita di essere letto in un momento in cui anche in I t a ­ lia si parla di riforme elettorali. J.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— Ecco la

situazione delle casse di ri­

sparmio postali in Italia

alla fine di feb­

braio 1910:

Credito dei depositanti alla fine del

mese precedente b 1,614,761,671.93 Depositi del mese di febbraio » 66,350,686.53 L. 1,681112,358.46 Rimborsi del mese stesso e somme

cadute in prescrizione » 52,887,672,36 L. 1,628,224,686.10 Credito per depositi giudiziali » 17,715,643.76 Credito complessivo L: 1,645,940,329.86 Con un aumento di L . 13.350,127.03 sul credito del mese di gennaio.

— L ’

Istituto Internazionale di A g ri­

coltura

ha pubblicato un altro interessante

Bollettino che contiene un quadro dei dati per­ venuti a ll’ Istituto sulla superficie seminata in autunno 1909 e sullo stato delle coltivazioni al 1° aprile 1910.

A l quadro seguono informazioni sulle con­ dizioni delle culture in Germania, Ungheria, Svezia e Svizzera.

I l Bollettino contiene pure una statistica comparata degli animali di fattoria in alcuni paesi e indica il numero degli animali di razza bovina, equina, ovina e porcina nell’anno 1909 per i seguenti paesi : Danimarca, E gitto, Spagna, S. U. di America, Gran Bretagna e Irlanda, Australia, Canadà, Im pero Indo-Britannico, Nuova Zelanda, Ungheria e Russia.

Un ultimo capitolo del bollettino, illustrato con un quadro geografico, rileva che i paesi ade­ renti all’ Istituto, con le loro colonie e protetto- rati, comprendono quasi tutta la popolazione del mondo e la superficie destinata alla produzione agricola ed anche quasi tutto il commercio delle deirate agricole del mondo intero.

I paesi rappresentati nell’ Istitu to compren­ dono una popolazione di 1,615,574,000 anime e una superficie di 12,217,352 mila ettari, mentre i paesi che non hanno finora aderito all’Istituto hanno una popolazione di 38,833 mila anime ed una superfìcie di 651,933 mila ettari.

P er conseguenza il 98 per cento della po­ polazione totale e il 95 per cento della superficie totale del globo appartengono ai paesi rappre­ sentati a ll’ Istituto.

(10)

ressati nella

vertenza della tassazione del

sopraprezzo sulle azioni,

si approvò all’ una­

nimità il seguente ordine del giorno :

« I convenuti nominano un Comitato per­ manente allo scopo di :

1. Riunire le Società interessate alla que­ stione del sopraprezzo sulle azioni ;

2. Tenersi al corrente di tutte le cause che al riguardo si agitano innanzi alle autorità giudiziarie e procurare di mantenerle in un in­ dirizzo comune e concorde ;

3. Curare la propaganda con quei metodi che riterrà opportuni ;

4. In iziare e condurre a termine le pra­ tiche col Governo d’ accordo coi delegati fìrm a- tari della mozione Graffagni, per ottenere le m aggiori possibili concessioni ;

5. Raccogliere i tondi necessari fra g li in­ teressati fissandone il riparto proporzionale, te­ nuto conto del capitale sociale e dell’ interesse specifico nella questione ».

Si deferì poi ai signori cav. Comelli, ragio- nier M anetti e ing. Esterle l’ incarico di nomi­ nare d’accordo col sig. comm. ing. Salmoiraghi. presidente della Camera di commercio di Milano, il comitato permanente.

Ora si comunica che vennero scelti i signori: Bardeaux cav. uff. avv. Cornelio, Novara (Banca Popolare) —- Cantoni barone Costanzo, Milano (Cotonifìcio Cantoni) — Cerutti avv. C i­ rillo, Torino — Cetuzzi avv. Antonio, Milano •—- Comelli cav. Adolfo, Milano (Banca Commer­ ciale Italiana) — Conti comm. ing. Ettore, M i­ lano (Im prese Elettriche Conti) — D ell’ Acqua on. Carlo, Legnano — Dugnani cav. ing. Gior­ gio, Milano (Oleifìcio Pavese) — Esterle ingegner Carlo, Milano (Società Edison) — Giussani av­ vocato Camillo, Milano (N avigazion e Generale Italian a) — Manetti rag. Rodolfo, Milano (C re­ dito Italian o) — Martel ing. Giuseppe, Genova (Officine E lettriche Genovesi) — Moriani avvo ­ cato Carlo, Firenze (A lt i Forni Piombino) — Parodi avv. L u ig i, Genova (A edes) — Pogliani rag. Angelo, Milano (Banca Busto A rsizio) — R eggio avv. Arturo, Brescia (Società Elettrica Bresciana) — Talamo comm. ing. Edoardo, Roma (Istitu to Romano Beni Stabili) — V anzetti ca- valier uff. ing. Carlo, Milano (Fonderia Milanese di A cciaio) — Y im erca ti cav, Carlo, Milano.

— I l progetto di legge per la introduzione

del

suffragio universale

è stato presentato

alla Segreteria della Camera anche a nome di va ri colleghi dall’on. Castani. I l progetto consta dei seguenti tré articoli :

1. Sono elettori politici e amministrativi tutti g li italiani di 21 anni compiuti che godano i diritti civili e politici.

2. Sono abrogate tutte le disposizioni con­ trarie alla presento legge.

3. I l Governo del R e è autorizzato a coor­ dinare in un testo unico le disposizioni della presente legge con quelle non abrogate della legge elettorale politica approvata con decreto 28 marzo 1895 (testo unico) e della legge comu­ nale e provinciale del 21 maggio 1898 (testo unico).

— I l

prestito serbo

4 1|2 per cento del 1909, la cui introduzione alla Borsa di Basilea

era stata annunziata fu egualmente introdotta alla Borsa di Zurigo il 27 aprile. I l corso d’ in­ troduzione sarà probabilmente fissato al 90 per cento. Si tratta della frazione del prestito riser­ vata ai mercati germanici e che ascende a franchi 37,500,000. I titoli consegnabili nella Svizzera non saranno muniti del bollo germanico.

—- Un accordo completo si è stabilito fra de Bilinski e il governatore del Credito Fon­ diario d’Austria a proposito della partecipazione degli stabilimenti di credito all’ emissione che sarà effettuata dalla Cassa postale di risparmio

del

nuovo prestito austriaco.

I l ministro che

all’ora del precedente prestito, aveva imposto un corso fisso, avrebbe, stavolta, concesso che il corso venga fissato dalla Cassa postale d’accordo con le Banche.

D ’altra parte si annuncia che un accordo non potè ancora essere stabilito fra il ministro delle finanze e Spitzmuller, direttore del Credito M obiliare austriaco.

— L 'H om e Office ha pubblicato un volume

di

statistiche relative a ll’ Imperò inglese,

alla sua area, ed alla sua popolazione. Da queste risulta che mentre nel 1881 la popolazione del- l’ Impero britannico ammontava a 303,694,000, alla fine del 1901 ammontava a 385,357,000 e si può calcolare che nel momento attuale essa abbia superato i 400 milioni. L ’ area totale del­ l’ Impero è di 11,334,000 miglia quadrate di modo che la popolazione media è di circa 36 abi­ tanti per m iglio quadrato. I l commercio inglese, che nel 1899 aveva raggiunta la cifra di 1 mi­ liardo 103,788,000, è giunto nel 1907 a 1 m i­ liardo 666,942,000.

— E ’ stata pubblicata una relazione circa le

condizioni dei principali Istituti Bancari

Austriaci.

N el 1909 nessuna delle grandi banche vien­ nesi aumentò il suo capitale, il quale ascendeva, per i sette istituti che citiamo alle cifre se­ guenti : Credit Capitale azionario complessivo in milioni di corone 120 185.68 Bodenkredit 45 130.62

Bankv erein ISO 169.40

Landerbank 100 118.50

Soc. di sconto 60 71.79

Union 60 74.80

Anglo 60 72.92

Totale 575 823.41 A fine 1909 le riserve di queste banche am­ montavano a circa il 42 per cento del capitale azionario.

N e l 1909 l’ utile lordo ottenuto dalle grandi banche austriache supera quello d ell’anno prece­ dente di 5 milioni di corone : indice questo non sfavorevole per lo sviluppo degli istituti bancari dell’Austria, perchè il 1909 fu anno di sconti ribassati. Bisogna notare però che l’ utile del 1909 è risultato cosi ingente anche perchè negli anni precedenti si era proceduto a fortissimi ammor­ tamenti.

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