CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
(da un sigillo del '600)
da
anni
la fiducia
•t » « « •dei risparmiatori
I S T I T U T O B A N C A R I O
SAN PAOLO DI TORINO
DEPOSITI E CARTELLE IN CIRCOLAZIONE: 3000 MILIARDI 2 2 0 F I L I A L I IN ITALIA - R A P P R E S E N T A N Z E A F R A N C O F O R T E L O N D R A P A R I G I Z U R I G O BANCA B O R S A C A M B I O C R E D I T O F O N D I A R I O CREDITO AGRARIO FINANZIAMENTI OPERE PUBBLICHE
cronache
economiche
mensile della camera di commercio industria artigianato e
agricol-tura di forino
numero 7/8
luglio-agosto 1973
Corrispondenza, manoscritti, pubblicazioni deb-bono essere indirizzati alla Direzione della Ri-vista. L'accettazione degli articoli dipende dal giudizio insindacabile della Direzione. Gli scritti firmati o siglati rispecchiano soltanto il pen-siero dell'Autore e non impegnano la Direzione della Rivista né l'Amministrazione Camerale. Per le recensioni le pubblicazioni debbono es-sere inviate in duplice copia. È vietata la ri-produzione degli articoli e delle note senza l'autorizzazione della Direzione. I manoscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
sommario
L. M a l i e
3 Cinque dipinti inediti di Pietro Domenico Olivero G . F. M i c h e l e t t i
15 Ricerca industriale ed organizzazione aziendale G. G a e t a n i d ' A r a g o n a
19 Le prospettive delle comunità montane A . F r i g n a n i
21 Multinazionali, concentrazioni e leggi antitrust C. M . T u r c h i
26 Assenteismo, motivazione, produttività A . B e l l a n d o
36 Una scuola per un mestiere difficile: la gestione della tecnologia E. G a r i b a l d i
41 Alcuni aspetti del diserbo chimico in agricoltura E. B a t t i s t e l t i
45 II drammatico problema della carne A . T r i n c h e r i
49 Incerto destino dell'oro monetario L. B u c z k o w s k y
52 Dall'automobile nuova linfa per lo sviluppo del Meridione P. C o n d u l m e r
58 II Monte Bianco G . L e g a
64 Note di documentazione tecnica 66 Tra i libri
71 Dalle riviste
Figura in copertina:
P. D. Olivero - Particolare centrale inferiore dalla « Scultura ».
Direttore responsabile: Primiano Lasorsa
Vice direttore:
Giancarlo Biraghi
Direzione, redazione e a m m i n i s t r a z i o n e
C A M E R A DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E A G R I C O L T U R A
E UFFICIO PROVINCIALE INDUSTRIA COMMERCIO E ARTIGIANATO
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(presso la Borsa Merci) - 10123 Torino - Via Andrea Doria, 15.
Cinque dipinti inediti
di P i e t r o D o m e n i c o O l i v e r o
Luigi Malie
Particolare importanza ebbe,
lungo tre quarti del Settecento, la
pittura di genere, specie a Torino,
anche nelle residenze reali e poi
nelle ville di provincia. Vi si
manifesta un tipico gusto che si
ricollega all'esempio, già lontano
ma rimasto vivo per speciale
si-tuazione di materiali rapporti e
per compiacenze di carattere
lo-cale, delle « bambocciate » della
prima metà del '600,
protraen-done V interpretazione su piano
strettamente piemontese, a tratti
venandosi, sia nelle creazioni
eleganti, sia nelle corsive, di
spunti francesi: mescolandosi
anche con interpretazioni
pae-saggistiche di Scipione e più
tardi di Vittorio Amedeo
Cigna-roli: registrandosi perfino alcune
punte francesi più spinte alla
Lancret o alla Pater (in verità, di
solito, scadenti); oltre a simpatie
venezianeggianti variamente
in-sinuatesi.
La gran voga delle «
bamboc-ciate », tipica contaminazione
fiammingo-olandese-romana, fu
diffusa in Piemonte intorno al
1630-50 da originali di Pieter
van Laer (morto nel 1642) e poi
introdotta personalmente da parte
di Jan Miei dal 1658 al 1663.
Oltre a telette di genere, il Miei
trattò quadroni di gran metratura
come le « Caccie ducali » del
Ca-stello della Venaria, passate
quasi al completo a Palazzo
Madama: ed è una traduzione
ben precisa, in grande, del tipico
quadro di « bambocciate ».
Non è del tutto chiara neppur
oggi la serie di anelli della catena
che dal van Laer e dal Miei
condusse all'Olivero. Non
costi-tuisce punto di appoggio la
vi-vace (e anche bruttina) tela con
Z'«Ostensione della Sindone »
(Ca-stello di Racco nigi) attribuita
senza certezza ad un Eekmann.
Fornisce invece interessante
traccia un pittore olandese attivo
fra noi, sid quale nessuna
docu-mentazione precisa aiuta ad
in-quadrare la persona: il Bolman
(detto anche Borgoman) di cui
si hanno opere in collezioni
pri-vate e una sola, malandata ma
firmata e datata 1683, al Museo
Civico di Torino. Di vaste e
no-tevoli opere del Bolman
presen-terò altrove alcuni inediti.
MHM^HHHP
P. D. Olivero - Particolare del precedente.
È da tenere in primo piano
l'apporto di Carlo Lanfranchi
«flamenco», autore delle due
vaste nature morte, ancora alla
Snyder, con grandi figure di
contadini (già Favria, Villa
Ger-mano) che certo ebbero un
se-guito; ma mentre questi erano
quadroni con cacciagioni
opu-lente e figure solenni, nel 1674
la corte di Torino pagava ai
fiamminghi Giovanni Battista
Abret e Carlo Lanfranchi, 26
quadrettini di paesaggio con
fi-gurine « di genere ».- dunque
pro-prio un'antecedente per l'Olivero,
che dovette iniziare poco più
di un venticinquennio appresso.
Del resto, nature morte con
fi-gurine di stampo ancor
secen-tesco e di fattura invece già
rientrante nel secolo seguente,
s'incontrano non di rado in
rac-colte private, dove portano
arbi-trarie attribuzioni all'Olivero. La
pulitura testé avvenuta d'un
qua-dretto di genere del Museo Civico,
con scene varie e curiose in
Piazza Castello, indicando già
compiuta la Cupola di S.
Lo-renzo ma non ancor rinnovata
dal Juvarra la facciata di
Pa-lazzo Madama, potrebbe far
du-bitare un Bolman del tempo
estre-mo; il dipinto si può assegnare
ai primissimi anni del '700 e
manifesta una volta di più la
molteplicità di correnti di tale
pittura « bambocciante ».
Ma ugual filone di gusto non
significa ugual tenuta fantastica
e tanto meno ugual validità di
risultati. È ancor oggi irritante
vedere come con disinvoltura. si
esalti il modestissimo e non di
rado pessimo Graneri (o
ma-gari seguaci di lui), accanto alla
ben altrimenti raffinata qualità
d'un Olivero, egli stesso poi
da distinguere quando opera da
solo e quando opera con aiuti.
Non è il caso di rimestare non
ancor lontane lodi pettegole e
cicisbee di tanta pittura del
Gra-neri; ma è bene dire che una
doverosa e ormai anche seccata
messa a punto di quegli
sdilin-quimenti si ebbe solo nelle mie
« Arti figurative in Piemonte »
del 1961 e poi nel inio catalogo
dei dipinti del Museo Civico
d'arte antica di Torino, del 196-3,
e nella sezione « Pittura » del
catalogo della mostra del Barocco
Piemontese, a cura della
Gri-se.ri, nello stesso anno. Se poi,
nel gusto corrente, si prosegue
spesso imperterriti a trovar
Gra-neri bello come un Olivero, è
questione che non ci tocca. Ma
una disamina attenta permette
di assegnare all'Olivero un
rile-vante posto nella storia della
pittura piemontese ; Graneri resta
•un'ultima. « coda », spesso
sco-piazzante l'Olivero suo maestro;
in lui lo spirito si tramuta in
risata becera.
tramanda l'effigie (quella d'uno
sciancato che ama riprodursi
sotto spoglie ridanciane),
do-vette, anche se opere note non
restano prima del 1721, aver
fatto pratica già intorno
al-l'aprirsi del secolo (non cominciò
certo a dipingere a quarantadue
anni!) impegnandosi in cose di
piccolo conto anche prima degli
iniziali incarichi di corte, come
decorazioni e fiori, per la
Vena-ria, nel 1714. Ignoto il suo
maestro; né ci illumina la
pra-tica iniziale come « prospettico »:
forse sotto la guida di uno dei
Pozzo seniores, attivi a cavallo dei
due secoli? Il prospettico Pietro
Gambone gli sarà collaboratore
ma non potè avviarlo alla
pro-spettiva perché coetaneo — se
non più giovane — e attivo
uffi-cialmente solo dal 1720.
Una notizia non controllabile
ma che vai la pena ricordare, dice
che iniziatore di Olivero fio un
architetto-pittore della famiglia
— oriunda ticinese — dei
Bian-chi, amante di « bambocciate » e
che si faceva eseguire figurine dal
juva r ria no Pietro Domenico nelle
proprie architetture. La notizia,
dunque, escluderebbe per Olivero
un inizio come «pittore
prospet-tico » ma è pur da sottolineare che
nelle opere note, ove spesso
compa-iono casamenti che lo interessano
più come episodio che come «
qua-dratura », tutt'altro che di rado
appaiono impostazioni
ambien-tali, specie di edifici in
costru-zione, che lasciano intendere in
Pietro Domenico un saperla
lun-ga, anche se non con
assesta-menti di vero prospettico, sulla
pittura d'architettura: dove
in-vece il Graneri, tanto facilmente,
e platealmente, ci casca. Resta
quindi interessante l'indicazione,
provando collaborazione con
ve-dutisti e quadraluristi: e ne sono
esempio le figurine inserte
dal-l'Olivero nella veduta dell'atrio
del Castello di Rivoli, commesso
da Juvarra nel .1723 a Massimo
Teodoro Michela.
Pietro Domenico si dedicò poi
a, una inesauribile narrazione di
episodi di vita torinese, cittadina,
campagnola, storie di merdaioli,
cantastorie, mediconzoli,
imbo-nitori, osti, villani, banchetti,
processioni, feste, fiere, eventi
familiari. Ma prima, della
cono-scenza del Miei e altri generisti
fiamminghi e olandesi di cui vi
era copia, nelle collezioni ducali,
poi regali (specie al Valentino),
ci fu un elemento importante per
Olivero, finora dimenticato dalla
critica: l'influenza di stampe
del Callot, largamente intinte di
Fiandra, per non dire di
roma-nismi fiammingheggianti; e ne
è prova il confronto tra la « fiera
dell'lmpruneta », incisa dal
fran-cese e la « Fiera di S. Pancrazio »
dipinta dal piemontese un secolo
dopo. Su questi casi si può
rie-saminare la qualificazione di
linguaggio dell'Olivero che fu, pur
nella, parlata dalle inflessioni
fortemente dialettali, assai
com-plesso, tutt'altro che estraneo a
venature di spiritosa e raffinata
grazia, di eleganza, di garbo
borghese capace di impreziosite
note signorili, di finezza e
giu-stezza di tocco e di colore, di
fluidità spontanea — e quando
occorra, malignetta e maliziosa —
di disegno, unitamente alla vena
arguta, tra il bonario sorridente
e il caustico bruciante.
car-riera che sostò al Castello di
Rivoli, alla Reggia di Torino,
alla Palazzina di Stupinigi, e
in altre sedi principesche,
no-biliari, borghesi. Ci preme invece
presentare — da una collezione
privata — cinque tele, non
sap-piamo se superstiti di un più
esteso ciclo. Tele di qualità assai
pregevole, anzi a tratti eccellente
e colma di fascino.
I dipinti misurano tutti
me-tri 1,14 di larghezza per 1,52 di
altezza. Osserviamo per prima la
tela che ra ffigura un «
Accampa-mento ».- v'è in primo piano, a
destra dell' osservatore, un
guer-riero in corazza, seduto presso
un tavolo; ai piedi gli sta un
tipico bauletto da campo in cuoio
bullonato, aperto. Altri guerrieri
lo affiancano e, tra essi, forse un
capitano studia col compasso una
carta militare. Un gruppo di
soldati a cavallo e a piedi, sta
lungo il primo piano, di fronte
ad una fila di tende che pongono
una nota chiarissima; tra essi
e il guerriero seduto, alcuni
vil-lici, un frataccio mezzo furfante
con la tonaca rialzata, un
con-tadino che dà informazioni; e
forse la scena è proprio
appun-tata su questo terna: la tra-,
smissione di notizie di qualche
interesse militare.
Già qui Olivero spende a piene
mani la propria fantasia e la
propria abilità a raggruppare con
bravura i personaggi: magari
gentaglia e gentucola, ma senza
che mai la sua pittura si faccia
corsiva né volgare. E c'è a
si-nistra il soldataccio appoggiato
al f ucile, col tamburo a terra e
una donnacola maliziosetta e
graziosa in ombra; a destra,
in-vece, ima bella e brillante natura
morta di cesti e padelle, bottiglie
e daghe, mestoli e corazze e,
cdl'estremità, il vecchio ma
sem-pre fresco motivo della ragazzotta
alla carrucola del pozzo.
È ammirevole come V Olivero
(che siglò il dipinto P. D. 0.
sulla veste del fuciliere a sinistra)
affolli la scena senza alcun senso
di soffocamento, di
ammassa-mento banale e ripetitivo. Subito
dopo l'addensarsi di quella
pic-cola folla, ecco i laterali e gli
sfondi aprirsi Uberi, sereni, colmi
di piccole note amorevoli: le
tende piantate alla meglio su
quattro rami attorti, la casetta
rustica col fumatore di pipa alla
finestra, il frascame che
s'ar-rampica contro i muri e sale
fino alla lobbietta di legno che
cade a pezzi, con due o tre stracci
appesi e i trombettieri affacciati,
mentre una ragazzotta li
sog-guarda da una finestra; e poi,
su ancora, con fronde d'alberi e
stanzette mezze sfasciate con i
tetti in rovina. La parte sinistra
del quadro è sottilmente tenuta
su mezzi toni e le molte figure son
condotte con tecnica più rapida,
più immediata, apparentemente
più sfatte e invece ogni tocco è
preciso, sicuro, descrittivo ma
insieme espressivo; e qui si può
davvero cogliere bene la destrezza
e l'acume del pittore. Son soldati
sdraiati o affaccendati attorno
ai loro cannoni; una bandiera
slabbrata s'alza da una piccola
trincea di giunchi. Solo un
al-bero, dal bel frascame memore di
Scipione Cignaroli, s'alza su
questa scena in mezza luce e
basta a riempire il cielo ed
equili-brar la composizione.
Un ultimo sfondo leggero,
ve-lato, appannato, lascia
intrave-dere una città e un tempio; ed
amiamo le lievi umbracole tenere
che smorzano gli edifici, come
le poche minuscole figurine d'una
completezza schizzata in due colpi
di luce e con segno estremamente
ma non distrattamente
riassun-tivo.
In secondo piano c'è chi scuoia
e appende i bovi o ciancia su un
muretto; arriva l'arrotino; c'è
chi misura tele oppure chi
fab-brica mattoni. Contro le mura,
su un pencolante soppalco, due
frati dipingoìio una meridiana,
uomini portano materiali da
costruzione; altri fan girare una
ruota per sollevar massi ad un
edificio a torre, su cui
s'arram-picano muratori. È un poco
zeppo, qui, lo sfondo di
architet-tura, col tempio dalle statue in
facciata, la torricella, la cupola
ma quanto la luce trasfigura, e
alleggerisce e intenerisce tutto!
E tutto è segnato con un grande
divertimento per i fatti
giorna-lieri, un grande amore per le
materie più varie, siano stoffe,
rami, ferri, terra, legno,
mat-toni, tutto guardato, rivissuto,
dipinto con tenerezza di
senti-mento, come toccato con affetto
dalla mano prima ancor che reso
con precisione dal pennello. Al
di sopra di quell'affannarsi in
terra e sui muri delle case, più
nulla: nessun albero, solo una
gran zona di ciclo, non sereno,
non turbolento, col suo viavai di
nubi che svariano come svaria
la gente sottostante nel suo darsi
da fare. Uno stridere di
lumino-sità attorno ai colombi in volo e
sono, cosi, le « opere e i giorni »,
senza pretese, senza orgogli, in
mescolanza variopinta (ognora
azzeccata, anche se non forse
delle più dolci e delle più
pic-canti di Olivero) della piccola
umanità piemontese. Piacevano,
questi quadri, anche alla Corte,
ma al di là di tali facili e
diver-tite compiacenze, offrivano, l'uno
accanto e dopo l'altro, una storia
straordinariamente viva e vera,
pur nella bonarietà e nelle
nota-zioni magari ridicole e perfino
caustiche ma senza odio, e dirci
anche senza, pettegolezzo, della
vita quotidiana, aspra ma non
sfiduciata, dura ma non
incru-delita, della povera gente.
Il terzo dipinto è un'allegoria
della « Pittura ». Bellissima
l'in-tonazione complessiva, tutta
im-P. D. Olivero - Particolare de «La Pittura».
due calze; accanto c'è un
im-bianchino con il suo bastone che
regge una spugna e poi un villico
con un cesto e un crivello. In
basso a terra, un ragazzetto,
ab-bandonato il compasso presso
un libro, s'ingegna a riparare
una pendola; una vecchia, fila
su un rialzo e dietro a lei c'è
un venditore di soffietti, passa
un contadino con pala e tridente,
dei fabbri battono un cerchio; al
di sotto, un ramaiolo, schizzato
con rara felicità di tocchi (e con
un tono sostenuto pur nell'accento
popolare) espone i suoi rami,
una donna attizza braci con un
soffietto; nell'angolo inferiore
de-stro una lavandaia sciacqua nel
rivo e al disopra alcuni curiosi,
tra cui un frate, osservano l'uomo
che fa girare il torchio, dietro il
quale, in una penombra velata
(forse alla luce d'una candela
non vista?) appare la deliziosa
figura d'una giovinetta seduta.
P. D. Olivero - Particolare de « L'Architettura ».
postata su un gioco e raccordo di
mura a note verdine tenere e
im-pallidite — un verde « vecchio »
carezzato dal tempo — e note
rosato-argillose su cui s'alza
l'az-zurro saldo e compatto, qua e là
rosato del cielo. L'impianto è
tenuto su una linea di fuga
sghemba dalla sinistra
dell'os-servatore, in primo piano, fino
alla torretta evanescente al lato
opposto, in fondo. Ma con sempre
netto intuito scenografico (che
non è più « espediejite », tanta
è la semplice naturalità con cui
l'autore se ne serve), Olivero
pianta a destra la quinta d'un
edificio in ombra, che col suo scuro
profondo crea un « repoussoir »
risentito: e l'effetto teatrale è cosi
sempre garantito ed efficace.
Qui, invero, potremmo dir che
domina l'architettura, dal
casot-tino iniziale con la tettoia
scon-nessa e la persiana a graticcio
semicalata, alla grande chiesa
dove un rimescolio di stili ci
parla d'un pittore preoccupato
soprattutto di raccontare, di
epi-sodicizzare, di mescolare elementi
come in una grata novella, dove
i tempi possono anche incrociarsi
e rinnegarsi (o inverarsi) a
vi-cenda. Poi c'è l'edificio
preten-ziosetto con la lapide e la
meri-diana sulla torre: e proprio sulla
lapide l'artista segna il suo
P.D.O. e più in basso la data,
di nuovo 1743. Più in là si
stende, gradualmente svanendo,
dietro la casa d'un beccaio, un
muraglione che porta a una torre
e a un campaniletto.
Contro questo insieme
d'edi-fici che fa quasi da protagonista,
s'agita la non fitta folla: e qui
conviene iniziare dall'angolo
in-feriore destro dove la donna
se-duta, eli'è poi la « Pittura » regge
un ritratto: quello dello sciancalo
Olivero. A terra giace una
tavo-lozza. Alcuni putti osservano;
ed è bellissimo il gruppo del
frate (?) e del giovane cavaliere
piumato. Al centro della tela,
giunge un uomo a cavallo, altri
confabulano, un venditore
d'im-magini è attorniato da bimbi.
Dorme, in primissimo piano,
un imbianchino, rannicchiato
contro frammenti di frontone
caduti. Più a sinistra, dietro la
donna seduta con bimbo, c'è un
prete sulla soglia che dà la
mi-nestra ai mendichi; e subito dopo,
sotto l'improvvisata e
fragilis-sima impalcatura, due ragazzoni
si premurano a disegnare (forse
copiano la statua della martire
in nicchia?), un uomo prepara
colori, un altro sale la scala col
cesto e altri ancora, sotto la tenda
a ìnezza fronte della chiesa,
de-corano l'affresco della lunetta.
Ma poco più in là, i secondi
piani già sfumano e si fan più
lesti e mossi di tocco: ecco un
mercatino con gente tra ceste e
bilance; una tenda messa su
alla diavola; un bancherottolo
di mescita.
P. D. Olivero - Particolare superiore della « Scultura ».
o le quattro ultime figurette
schiz-zate da un tratto di pennello senza
perdere una luce o un'ombra che
precisi, mentre uno d'essi è
ri-dotto ad una pura proiezione
come di lanterna magica?
Ma tanto più perentorio,
squa-drato, riassuntivo è il dipinto
de-dicato alla « Architettura ». A
destra in basso una bella giovane
lussuosa, con la squadra al
braccio, sta fra un rocco di
co-lonna e un mappamondo da un
lato, un giovane col compasso
appuntato su un foglio di cifre
dall'altro, mentre un ragazzo
s'appoggia a un frammento
d'ar-chitrave per tracciar cerchi e far
disegni su una carta. Un
maz-zetto di strumenti giace sul
ter-reno; e sul margine d'un foglio
ceco la firma, sorniona: P.D.O.
Un altro rocco di colonna, una
lapidetta sacra stanno al centro;
poi a sinistra una scena in
ombra, efficacissima, tratteggiata
con gusto, spirito, eleganza,
ca-rattere, malizia: due cavalieri in
ricercato costume e acutamente
espressivi si rivolgono a un
arti-giano clic figura di rara finezza,
azzeccata al capello; più in là,
muratori si dònno a picchiar su
rocchi, di colonna sotto l'ombra
d'una tenda scura, che diffonde
sul gruppo un sommesso,
fami-liare ma suggestivo tono di
sebuio raccoglimento, senza
mi-stero.
Subito dopo un manovale
sol-leva assi ad un compagno;
pas-sano davanti ad un mercante e
ad una, filatrice i dorsi curvi (e
studiatissimi, come le vesti, i
cappellucci sfatti, le corde) di
quattro uomini che trainano un
vi badava troppo, in quel vedi e
non vedi del fondo pallido) spunti
uno dei torrioni quadrangolari
terminali sormontanti il Palazzo
Reale.
Ma questo poi importa poco;
importa tanto che dopo la bella
scena sottostante, Olivero ci
in-venti ancora, in alto, quel quadro
nel quadro che, tra pali, corde,
carrucole, scale, martelli e
caz-zuole, compone la piccola folla
di manovali disegnati con una
verità d'accenti, una sommarietà
espressiva cosi pungente, una
sintesi di gesti e di atti, una
rapidità di tratti allusivi e una
capacità balenante di
abbrevia-zioni da far stupire della
crea-tività felice, beata, del maestro
ìiel pieno d'una sua volata
fan-tastica. E c'è da dire che momenti
come questi son fra le sue cose
più cdte e più limpide, più
sentite e più vere: dove il quadro
di costume d'un aspetto della
società spegne anche un sapore
un po' vecchiotto delle
bamboc-ciate.
L'ultima tela del gruppo è,
indiscutibilmente, la più bella,
anzi radiosa, d'una dolcezza
te-nera di luminosità diffusa che
la fotografia non rende; una
luce anche qui lievemente velata
per una appena sensibile
ema-nazione di vaporosità verdina, che
pone come una patina del tempo
che passa, per Olivero, attivo e
sempre sopportato anche nei suoi
pesi, acciacchi, disgrazie. È per
tutti un indaffarati, un
lavo-rare, uno scalmanarsi o magari
un poltrire, comunque un
acco-munarsi, da parte di tutti,
nell'eterna vicenda del vivere ove
l'attimo stesso, mentre trascorre,
già si colora di passato, quasi
d'antico. Forse per questo la
pittura eli Olivero, nei casi
mi-gliori, più freschi, più inventati,
è sempre tanto giovane. È questa
un'esaltazione della « Scultura »,
figurata nell'angolo inferiore
si-nistro, nella donna seduta con
un abbozzo in braccio e un
com-passo in mano, che sta
ammae-strando un allievo, tra altri
ab-P. D. Olivero - Particolare inferiore destro della «Scultura».
bozzi, calchi, squadre e seste a
terra. Al centro, un bel mastro
scultore, schizzato con vividezza
trepida nel segno vibrante e nel
bel colore dai rossi ombrosi,
la-vora ad un vaso figurato, tra
P. D. Olivero - Particolare centrale sinistro della « Scultura ».
merciaiola che mostra panni ad
un giovane; un arrotino col suo
carretto chiude il primo piano,
non senza lasciar posto,
al-l'orlo del quadro, ad una
suc-cosa natura morta di frutta e
un cesto.
In secondo piano, ma appena
con lieve distacco, cosi da fonder
bene col primo, una statua di
Santo con fiamma sul capo (un
profeta?) s'aderge elegantissima
su una basetta d'assi che
na-sconde un cagnuolo: ed è cosi
bello quel santo, vertuto chi sa
da dove, cosi naturale, vero, senza
mito, senza aloni d'aldilà: in
fin dei conti è uno dei nostri,
pos-son dirgli quegli uomini che a
destra segano un asse, o quello
scultore che dietro la tenda sbozza
un busto, o quei quattro
scava-tori che al centro, con le pale,
dissotterrano un busto antico, ai
piedi dello scalone che termina in
un plinto con un bel vaso istoriato.
A sinistra c'è più sussiego:
due domenicani (e quello col
braccio alzato non è da
dimenti-care, cosi pulito, completo,
respi-rante nella sobrietà), uno
scul-tore, un cavaliere, conversano
con due dame; alle loro spalle
un terzetto distintissimo di
si-gnori discute in piedi, su un
plinto; nell'angolo, un lapicida
abbozza una testa su una lastra
di marmo.
Di rado, Olivero ha dato una
^jcena tanto pausata e ritmata, di
agiatissima armonia distributiva,
dove una volta di più emerge la
sapiente attenzione con cui il
pit-tore misura le dosature e la
ri-partizione del colori, riponendo
le loro zone con avvedutezza
estrema che varia V accostarsi e
allontanarsi dei singoli timbri,
evitando qualunque stesura
ba-nale d'accento o svitalizzata nelle
dimensioni. È un senso cosi
sve-glio e acuto il suo, per un
croma-tismo molto differenziato ma mai
esibito, smussando le note con
om-bre e penomom-bre, sicché anche
tim-bri di medio suono squillano a
tratti vibrando, o note cicute si
placano accanto a suoni attenuati.
•••••
Ricerca industriale
ed organizzazione aziendale
Gian Federico Micheletti
R i c e r c a i n d u s t r i a l e e d o r g a -n i z z a z i o -n e a z i e -n d a l e d e v o -n o p r o c e d e r e — e, di f a t t o , p r o c e d o n o — c o n p a s s o ed a v a n z a m e n t i s i m u l t a n e i . T r a s f o r m a -zioni e d i n n o v a z i o n i n e l l a p r i m a c o m p o r t a n o , di n e c e s s i t à , t r a s -f o r m a z i o n i e d i n n o v a z i o n i n e l l a s e c o n d a . N o n è e s s e n z i a l e c h e la r i c e r c a sia c o n d o t t a d a l l ' a z i e n d a s t e s s a ; b a s t a , a d e t e r m i n a r e i c r i t e r i o r g a n i z z a t i v i , il fall-out d e l l a r i c e r c a in g e n e r a l e . N e l l a f a t t i s p e c i e , m i r i f e r i s c o alla ri-c e r ri-c a a p p l i ri-c a t a , n o n p e r ri-c h é n o n d e b b a essere a n n e s s a la m a s s i m a i m p o r t a n z a alla r i c e r c a p u r a , m a p e r c h é a livello p r o d u t t i v o i n t e r e s s a la s e c o n d a f a s e di q u e l l a s t u p e n d a a v v e n t u r a c h e è la r i c e r c a : ossia, la f a s e a p -p l i c a t i v a , q u e l l a c h e -p e r m e t t e di t r a d u r r e in « cose » e d in « f a t t i » t e c n i c i e d e c o n o m i c i i r i s u l t a t i , d i s c e n d e n t i d a l l a p r i m a delle fasi. R i t e n g o n o n i n u -tile p r o c e d e r e a d u n a m e s s a a p u n t o g e n e r a l e , a p r o p o s i t o di r i c e r c a e di o r g a n i z z a z i o n e . Chi h a c o n t a t t i a s s i d u i c o n il m o n d o i n d u s t r i a l e — p u r n o n f a c e n -d o n e -d i r e t t a m e n t e p a r t e (e, q u i n d i , in p o s i z i o n e c h e , c a r a t -t e r i z z a -t a d a u n a a p p r o p r i a -t a d i s t a n z a , n e c o n s e n t e u n a p i ù efficace p r o s p e t t i v a ) — è in g r a d o di t r a r r e a s s a i p o s i t i v e r i f l e s s i o n i , o v e p r o c e d a a d u n p a r a g o n e con la s i t u a z i o n e c h e si p r e s e n t a v a n e g l i a n n i '50. R i f l e s s i o n i p o s i t i v e ; d a p a r t e di t u t t a q u e l l ' a t t i v i s s i m a s f e r a in-d u s t r i a l e , c h e è c o m p o s t a in-d a u n a m i r i a d e di i m p r e s e a m e d i e e p i c c o l e d i m e n s i o n i , la diffi-d e n z a n e i c o n f r o n t i diffi-d e l l a r i c e r e a e d e l l ' o r g a n i z z a z i o n e , si s o n o f o r t e m e n t e r i d o t t e . P e r m a n g o n o r e t i c e n z e , s p i e g a b i l i p e r r a g i o n i e c o n o m i c h e o p e r t a l u n e diffic o l t à s t r u t t u r a l i , t i p i diffic h e s o p r a t -t u -t -t o di a r e e i n v i a di s v i l u p p o . M a il l i n g u a g g i o è s t a t o a c q u i -sito, la « s e n s i b i l i z z a z i o n e » è s t a t a p r o m o s s a e d o t t e n u t a in l a r g a m i s u r a . N a t u r a l m e n t e , h a c o n t r i b u i t o il r i d i m e n s i o n a m e n t o r e a l i s t i c o di t a l u n e m i r a b o -l a n t i p r o m e s s e che, in n o m e d e l l ' o r g a n i z z a z i o n e a z i e n d a l e , e r a n o s t a t e i n c a u t a m e n t e s b a n -d i e r a t e -d a a l c u n e a s s o c i a z i o n i di c o n s u l e n z a f o r s e p o c o e s p e r t e d e l l a r e a l t à i t a l i a n a , e c h e a v e -v a n o p r o -v o c a t o u n a r e a z i o n e a v v e r s a , di f r o n t e a c o s t i s p r o -p o r z i o n a t i r i s -p e t t o ai r i s u l t a t i a c q u i s i t i ; m a , p e r c o n v e r s o , s o n o s t a t i a s s a i p i ù n u m e r o s i e b e n e f i c i i casi di e f f e t t i v a r a -z i o n a l i -z -z a -z i o n e e di a u t e n t i c o m i g l i o r a m e n t o dei m e t o d i di g e s t i o n e , cosicché l ' a t t e g g i a m e n t o g e n e r a l e è s t a t o c o m -p l e s s i v a m e n t e -p o s i t i v o e s o n o s t a t e o p e r a t e e c c e l l e n t i t r a s f o r -m a z i o n i sia di -m e n t a l i t à , sia di a z i o n e p r a t i c a . A n c h e s o l t a n t o (e, q u e s t o , p e r r i f e r i r m i ai casi p i ù ' r i o t t o s i ' ) a v e r d o v u t o a m -m e t t e r e c h e in q u a l u n q u e -m o d o s t i a n o le cose, m o l t i e r r o r i p o s s o n o essere e v i t a t i q u a n d o l ' a -zione sia g u i d a t a d a u n ' a n a l i s i r a z i o n a l e delle s i t u a z i o n i , è g i à i m p o r t a n t e .
Azione e finalità
dell'im-presa.
È s t a t o a f f e r m a t o c h e «
l'a-zienda non ha vocazioni
cono-scitive fuori delle proprie
necessità di azione »; e m i r a a d a e q u i-Fig. I - Gruppo di strumentazione per il rilievo del comportamento dinamico di macchino uten-5 hi dinamometn per la misura di forze di taglio; schemi a blocchi per l'esecuzione di computer
Fig 2 - Strumentazione fluidica per la misura del comportamento dinamico di un mandrino di rettificatrice per interni. (Istituto di Tecnologia Meccanica, Politecnico di Torino).
sire s o l t a n t o le notizie a t t i n e n t i a f a t t o r i che p o s s a n o d e t e r m i -n a r e u -n m i g l i o r a m e -n t o dell'azione stessa. C'è u n a m o t i v a zione i m m e d i a t a ed i n c o n t e -stabile, in t a l e a t t e g g i a m e n t o : la prassi a z i e n d a l e d i p e n d e d a u n a n o r m a p e r m a n e n t e : quella di e v i t a r e i costi n o n necessari. A t a l e n o r m a si a c c o m p a g n a u n ' a l t r a esigenza n o n m e n o p e r m a n e n t e : m i r a r e a sempli-ficare i p r o b l e m i , r i f u g g e n d o a l l e r g i c a m e n t e d a t u t t i coloro che, al c o n t r a r i o , t e n d o n o a d e v i d e n z i a r n e le c o m p l e s s i t à con u n a c c e n t o di c o m p i a c i u t a b r a -v u r a . A priori, l ' u t i l i t à di ini-ziare u n a ricerca a p p a r e gene-r a l m e n t e opinabile; la l e g i t t i m a solo il c o n v i n c i m e n t o che essa sia i n d i s p e n s a b i l e per l ' a z i o n e e che il r i s u l t a t o si p r e s e n t i c o m e f a t t o r e s i c u r a m e n t e p r o p u l s i v o nel r a p p o r t o — s e m p r e i n s t a -bile ed i n s i d i a t o , in r e g i m e di libera c o n c o r r e n z a — f r a l'a-zienda ed il s u o m e r c a t o effet-t i v o o p o effet-t e n z i a l e . S i f f a t t a o s s e r v a z i o n e d e v e es-sere i n f a t t i a c c o r t a m e n t e inq u a d r a t a , p e r i n t e n d e r l a a p -pieno, in u n ' a l t r a m a s s i m a im-p r e n d i t o r i a l e , di im-p o r t a t a im-p i ù generale: l ' o b i e t t i v o di u n ' a
-zienda n o n p u ò essere solo iden-t i f i c a iden-t o nel p r o f i iden-t iden-t o , m a aliden-tresì nella s o p r a v v i v e n z a d e l l ' i m p r e -sa stes-sa, ossia nella sua sta-bilità, r a f f o r z a m e n t o della tec-n o s t r u t t u r a , c o tec-n t i tec-n u i t à tec-n e l t e m p o .
U n secondo a s p e t t o d e v e es-sere, a l t r e t t a n t o p o s i t i v a m e n t e , c o n s i d e r a t o : quello della m a g -giore qualificazione della classe i m p r e n d i t o r i a l e (ed insisto nel r i f e r i r m i alla m e d i a e piccola i n d u s t r i a , g i a c c h é è in essa che sono p i ù e v i d e n t i le m a n i f e s t a -zioni di r a p i d a evoluzione, di a p e r t u r a , di i n i z i a t i v a p i e n a di f e r m e n t i i d e a t i v i pratici). È u n a c o n s e g u e n z a d e l l ' o r m a i f a m o s o « m i r a c o l o e c o n o m i c o ed i n d u striale », e p e r s i n o di q u e l f e n o -m e n o di inflazione c u l t u r a l e che h a p r e s s o c h é c o n g e s t i o n a t o le f a c o l t à u n i v e r s i t a r i e , m a che h a i n d u b b i a m e n t e c o n t r i b u i t o a d e l e v a r e — e s t e n s i v a m e n t e -la p r e p a r a z i o n e m e d i a e, q u i n d i , il livello di a p p r e n d i m e n t o e di specializzazione degli a t t u a l i di-r i g e n t i .
O p e r a , in essi, u n n o t e v o l e f e r v o r e , che s o v e n t e si esplica in i m p a z i e n z e , e p e r s i n o insof-ferenze, verso i d i r i g e n t i « con-v e n z i o n a l i ». I g i o con-v a n i sono
forse più consapevoli dei r a p -p o r t i che i n t e r c o r r o n o f r a i molti settori del m o n d o pro-d u t t i v o ; è r i m a s t o in loro, at-t r a v e r s o l'esperienza inat-terdisci- interdisci-plinare degli s t u d i (che agisce a n c h e se n o n a t t u a t a in piena consapevolezza negli a n n i di a p p r e n d i m e n t o ) il senso che ogni e v e n t o è c o n t r a s s e g n a t o d a più forze, ora c o n c o m i t a n t i ora c o n t r a s t a n t i ; e p e r t a n t o si volgono ai p r o b l e m i della pro-g r a m m a z i o n e s a p e n d o q u a n t o incida il c o n d i z i o n a m e n t o dalla situazione e c o n o m i c a i n t e r n a -zionale, na-zionale, settoriale: d a l l ' a n d a m e n t o del m e r c a t o e dalle reazioni di u t e n t i e con-s u m a t o r i , dai r a p p o r t i e dai sistemi sindacali e fiscali, e, in definitiva, dalle linee poli-tiche; dai m a e r o f e n o m e n i finan-ziari e cosi via.
P e r i p i ù consapevoli f r a que-sti n u o v i dirigenti, l'ottimizza-zione (che è oggi u n o degli argom e n t i di p u n t a ) n o n è da i n t e n -dere solo in f u n z i o n e tecnico-o r g a n i z z a t i v a , b e n s ì ctecnico-ome tecnico- obiet-t i v o che d e v e coincidere a n c h e con il s o d d i s f a c i m e n t o , ossia con il c o n s e g u i m e n t o di valori che l ' i m p r e s a prestabilisce per se stessa, e che d e v o n o corri-s p o n d e r e alle a corri-s p e t t a t i v e della società e n t r o cui o p e r a . Si ag-g i u n ag-g a che la s e p a r a z i o n e f r a p r o p r i e t à del c a p i t a l e e « m a n a -g e m e n t professionale » h a con-f e r i t o u n a con-fisionomia p r o p r i a a q u e s t ' u l t i m o ; p i ù s o v e n t e di q u a n t o n o n si pensi, interessi e finalità dei managers professio-nali n o n collimano e s a t t a m e n t e con quelle degli azionisti p e r u n a d i v e r s a i n t e r p r e t a z i o n e dei valori.
s e t t o r e industriale, s o p r a t t u t t o a tecnologia a v a n z a t a , richiede spesso i n v e s t i m e n t i eccessivi perché si realizzino a d i n i z i a t i v a p r i v a t a o a l m e n o p e r c h é si possa p e n s a r e a p r o f i t t i a b r e v e t e r m i n e ; — si sono i s t i t u z i o n a lizzate s t r u t t u r e a c a p i t a l e p u b -blico con f u n z i o n e di s u p p o r t o dell'economia e con bilanci a valori n e g a t i v i ; — sono c a m -biati i r a p p o r t i esistenti all'in-t e r n o dell'azienda; — le deci-sioni aziendali v e n g o n o o r m a i prese in base ad e l e m e n t i d ' i n -f o r m a z i o n e e di pressione di v a r i a e complessa n a t u r a ; — si è p a s s a t i da c o n c e t t i p r i v a t i s t i c i a concezioni di u t i l i t à generale l a r g a m e n t e diffuse; — le i s t a n z e ecologiche e del r a p p o r t o u o m o -a m b i e n t e si p r e s e n t -a n o c o m e n o n dilazionabili; — sono s t a t e a f f i n a t e v a r i e m e t o d o l o g i e e t e c n i c h e di g e s t i o n e e s v i l u p p o delle i m p r e s e ».
Mezzi e vie di informazioni
avanzate.
T o r n a n d o al n o s t r o p i ù circo-s c r i t t o t e m a , il boom edilizio i n d u s t r i a l e h a f a v o r i t o la realizzazione p r a t i c a degli o b i e t -tivi f o n d a m e n t a l i , i n d i c a t i dal-o r g a n i z z a z i dal-o n e a z i e n d a l e , d a l l a disposizione dei r e p a r t i ai p e r corsi dei m a t e r i a l i , dai t r a -s p o r t i i n t e r n i alla -s i -s t e m a z i o n e dei p o s t i di lavoro, d a i servizi vari ai m a g a z z i n i e cosi v i a . Ora, in s t a b i l i m e n t i che h a n -n o t r a t t o i -n c o -n t e s t a b i l i ed evid e n t i v a n t a g g i evid a q u e s t e p r e -messe, è c h i a r o che si t e n d a a c h i e d e r e q u a l c o s a di più, q u a l -cosa di meglio p r o p r i o sul p i a n o p r o d u t t i v o . È la d o m a n d a , c h ' è s o s p i n t a d a u n a c o n c o r r e n z a n o n solo i n t e s a nel senso ele-m e n t a r e di p o r t a r v i a u n a f e t t a di m e r c a t o a d a z i e n d e a n t a g o -niste, m a p i u t t o s t o e p i ù nobilm e n t e nel senso di voler p r o -d u r r e m e g l i o a t t r a v e r s o proce-d i m e n t i migliori e criteri p i ù p e r f e z i o n a t i o t e c n i c h e p i ù a v a n z a t e .È a q u e s t o p u n t o che l'orec-chio si fa più sensibile alle noti-zie, p r o v e n i e n t i d a l m o n d o della ricerca i n d u s t r i a l e ; è a q u e s t o p u n t o che l'occhio si p o s a p i ù a t t e n t o e cerca articoli ed infor-m a z i o n i r i p o r t a t e su riviste tec-niche; è a q u e s t o j u n t o che la m e n t e si a c c e n d e per indivi-d u a r e , in esposizioni o indivi-d u r a n t e convegni di studiosi, i p u n t i che « i n t e r e s s a n o le p r o p r i e ne-cessità di azione ». Ma è altresì a q u e s t o p u n t o che si c o n s t a t a q u a n t o sia insufficiente il t e m p o a disposizione sia per acquisire u n q u a d r o c o m p l e t o di infor-mazioni, sia p e r a p p r o f o n d i r e le indicazioni che a p p a i o n o p e r t i -n e -n t i al p r o p r i o caso, co-n rife-r i m e n t o t a n t o alle t e c n i c h e prife-ro- pro-d u t t i v e v e r e e proprie, q u a n t o alle t r a s f o r m a z i o n i d a i n t r o -d u r r e , e-d a n c h e c e l e r m e n t e , sia negli i m p i a n t i sia e v e n t u a l -m e n t e nei p r o p r i p r o d o t t i , in v i s t a delle r a c c o m a n d a z i o n i (per ora in g r a n p a r t e solo e s o r t a torie, m a che s t a n n o p e r d i v e n -t a r e disposizioni generali di legge o di m e r c a t o ) p r o m o s s e dagli s t u d i , dalle i n d a g i n i e dai controlli in a t t o , in t e m a di ecologia i n d u s t r i a l e . H o già f a t t o p r e s e n t e in a l t r a sede, che la t e n d e n z a a t t u a l e più e v i d e n t e è l'acquisizione di n u o v e tecnologie di p r o d u z i o n e ed h o già f a t t o p r e s e n t e che la soluzione di a c q u i s t a r e i know-how di tali tecnologie è certa-m e n t e la p i ù t e certa-m p e s t i v a . Vorrei a g g i u n g e r e che, però, n o n si deve cedere all'impulso od al-l'imposizione di a c q u i s t a r l e « a scatola chiusa ». A p a r t e le c a u t e l e giuridiche in sede con-t r a con-t con-t u a l e , esiscon-tono con-t e c n i c h e indi-spensabili, p r o p r i o ed a n c h e per lasciare c a m p o a p e r t o a singoli s v i l u p p i i n v e n t i v i ; t a l o r a è consigliabile u n a c o m b i n a -zione di p r o c e d i m e n t i nuovi, che d à luogo a concezioni a u t o -n o m e , poiché difficilme-nte si t r o v a già bell'e p r o n t o u n pro-cesso che soddisfi e s a t t a m e n t e le esigenze specifiche di un u t e n t e . E p e r t a n t o assai i m p o r t a n t e a v e r e a disposizione u n a g a m -m a di s u g g e r i -m e n t i , u n a specie di bibliografia r a g i o n a t a delle tecnologie per s e t t o r i , corred a t e corred a t u t t i i corred a t i n o n u n i c a -m e n t e tecnici, b e n s ì a n c h e economici, che n e c o n t r a d d i s t i n -g u o n o l ' a p p l i c a z i o n e . Si r i p r o p o n e allora, in t e r m i n i c o n c r e t i , quel t e m a di collabo-r a z i o n e f collabo-r a m o n d o i n d u s t collabo-r i a l e ed u n i v e r s i t a r i o , n o n solo e n o n
Fig. 3 - Un aspetto del laboratorio elettronico Tecnologia Meccanica (R. T. M.) di Vico Canavese.
t a n t o p e r commissionare ricer-che (chi scrive sa, m o l t o realis t i c a m e n t e , come i t e m p i d ' a t -tesa che u n a a z i e n d a si p u ò p e r m e t t e r e sono di g r a n l u n g a inferiori ai t e m p i di esecuzione dei l a b o r a t o r i universitari), q u a n t o per a t t i n g e r e a centri molto i n f o r m a t i di notizie sugli
s v i l u p p i e sulle realizzazioni della ricerea tecnologica.
È u n a collaborazione che n o n i m p o n e t e m p i lunghi, anzi! che n o n è costosa, e che d à invece" à d i t o a m o l t e implicazioni pro-ficue; s o p r a t t u t t o , è u n a col-laborazione che più di ogni a l t r a a i u t a a m a n t e n e r e nei
Le prospettive delle comunità montane
Gabriele Gaetani d'Aragona
Xegli scorsi m e s i g r a n p a r t e delle R e g i o n i h a n n o m e s s o a p u n t o i p r o g e t t i di legge r e l a t i v i a l l ' a p p r o v a z i o n e della legge n a z i o n a l e sulle C o m u n i t à M o n t a n e del 3 d i c e m b r e 1971 n . 1102 L a c o s t i t u z i o n e delle C o m u n i t à M o n t a n e h a d u e finalità: la p r i m a è q u e l l a di c r e a r e nelle z o n e m o n t a n e d i s t r e t t i o c o m p r e n s o r i di C o m u n i , s u g g e r i t a d a m o l t i a n n i nelle l e t t e r a t u r e eco-n o m i c a ed a m m i eco-n i s t r a t i v a del eco-n o s t r o P a e s e c o m e r i m e d i o alle i n s u f f i c i e n t i d i m e n s i o n i dei piccoli C o m u n i e a l l a f r a m m e n t a r i e t à della loro a z i o n e n e l l ' a f f r o n t a r e i p r o b l e m i u r b a n i s t i c i e di s v i l u p p o e c o n o m i c o . Gli e n t i locali, n e l s u p e r a m e n t o del l o r o t r a d i z i o n a l e r u o l o di e n t i p r e -p o s t i a l l ' a m m i n i s t r a z i o n e o r d i n a r i a , t e n t a n o i n v e c e di d i v e n i r e c e n t r i p r o m o t o r i dello svil u p p o e c o n o m i c o , a n c h e se svila s t r a d a in t a svil e d i r e
-zione fino ad ora percorsa è stata difficile e
spesso contraddistinta da insuccessi.
Le Comunità Montane sono quindi una
strut-tura nuova nella realtà della vita economica ed
amministrativa del Paese.
La montagna italiana presenta un notevole
patrimonio di risorse abitative, urbanistiche ed
agricole che non va disperso. Si tratta di
inse-diare, particolarmente nelle limitate zone di
pia-nura esistenti nei fondivalle, alcuni centri di
vita sociale cui affidare attività comuni e
loca-lizzare le unità sanitarie locali, i centri scolastici,
le attrezzature sportive, ricreative ed altre.
Lo sviluppo della Comunità j^uò anche
consen-tire lo sfruttamento, attraverso opere di
risa-namento delle vecchie case, dei centri abitativi
esistenti.
SUPERFICIE BOSCATA PER FORMA DI GOVERNO DAL 1965-66 AL 1969-70 (Migliaia di ettari)
A N N I
FDSTAIE CEDUI SEMPLICI CEDUI COMPOSTI A N N I
SUPERFICIE VARIAZIONE SUPERFICIE VARIAZIONE SUPERFICIE VARIAZIONE BOSCATA ASSOLUTA (1) BOSCATA ASSOLUTA (1) BOSCATA ASSOLUTA (1)
1965-66 1966-67 1967-68 1968-69 1969-70 2.489.5 2.493,2 2.510.6 2.518,2 2.529,6 — 27,1 + 3,7 + 17,4 + 7,6 + 11,4 2.632,6 2.639,2 2.664.2 2.666,0 2.665.3 + 77,9 + 6,6 + 25,0 + 1,8 - 0,7 977.2 974,6 971,1 967,6 967.3 — 94,5 - 2 1 , 6 - 3,5 - 3,5 - 0,3 (1) Variazioni in ciascun anno rispetto all'anno precedente.
Fonie: ISTAT - Annuari di statistica forestale.
SUPERFICIE BOSCATA PER RIPARTIZIONI DAL 1965-66 AL 1939-70 (Migliaia di ettari)
A N N I
ITALIA NORD-OCCIDENTALE ITA LIA NORD-ORIENTALE ITALIA-CENTRALE ITALIA MERID. E INSULARE A N N I
SUPERFICIE VARIAZIONE SUPERFICIE VARIAZIONE SUPERFICIE VARIAZIONE SUPERFICIE VARIAZIONE BOSCATA ASSOLUTA (1) BOSCATA ASSOLUTA (1) BUSCATA ASSOLUTA (1) BOSCATA ASSOLUTA (1)
1 9 6 5 - 6 6 1 . 4 3 2 , 6 + 0 , 7 1 . 3 6 8 , 8 + 5 , 4 1 . 6 1 9 , 8 + 1 , 6 1 . 6 7 8 , 1 + 3 , 8 1 9 6 6 - 6 7 1 . 4 3 2 , 8 + 0 , 2 J . 3 7 1 , 8 + 3 , 0 1 . 6 2 3 , 9 + 4 , 1 1 . 6 7 8 , 5 + 0 , 4 1 9 6 7 - 6 8 1 . 4 4 7 , 0 + 1 4 , 2 1 . 3 7 3 , 5 + 1 , 7 1 . 6 2 5 , 4 + 1 , 5 1 . 6 9 9 , 7 + 2 1 , 2 1 9 6 8 - 6 9 1 . 4 3 5 , 8 - 1 1 , 2 1 . 3 7 5 , 9 + 2 , 4 1 . 6 2 7 , 9 + 2 , 5 1 . 7 1 2 , 2 + 1 2 , 5 1 9 6 9 - 7 0 1 . 4 3 4 , 6 - 0 , 8 1 . 3 7 7 , 9 + 2 , 0 1 . 6 3 0 , 4 + 2 , 5 1 . 7 1 9 , 2 + 7 , 0
(1) Variazioni in ciascun anno rispetto all'anno procèdente.
L e C o m u n i t à M o n t a n e h a n n o q u i n d i fini che n o n s o n o e s c l u s i v a m e n t e agricoli, f o r e s t a l i o di r i c o s t r u z i o n e dei pascoli. N e l s e t t o r e f o r e s t a l e le C o m u n i t à d o v r a n n o a f f r o n t a r e i p r o b l e m i i n e r e n t i a l l ' u t i l i z z a z i o n e delle t e r r e a b b a n d o n a t e d a l l a c u l t u r a a g r a r i a in m o n t a g n a e in collina e f a v o r i r e i n u o v i orien-t a m e n orien-t i f o r e s orien-t a l i b a s a orien-t i sul r e g r e s s o del c e d u o , in p a r t i c o l a r e di quello c o m p o s t o e s u l l ' a l l a r -g a m e n t o delle f u s t a i e , c o m e e v i d e n z i a t o d a i d a t i p e r il p e r i o d o d a l 1965 al 1971. L a s u p e r f i c i e b o s c a t a t e n d e , c o m ' è i n e v i t a -bile, a c o n t r a r s i in p i a n u r a e a d e s t e n d e r s i in collina e m o n t a g n a . T e n d e n z e d i f f e r e n z i a t e si n o t a n o t u t t a v i a nelle v a r i e circoscrizioni. N e l l ' I t a l i a N o r d - O c c i d e n t a l e la s u p e r f i c i e b o s c a t a è r i m a s t a q u a s i s t a z i o n a r i a , in q u a n t o l ' a u m e n t o delle f u s t a i e di r e s i n o s e è s t a t o c o n -t r o b i l a n c i a -t o d a l l a d i m i n u z i o n e delle f u s -t a i e di latifoglie. N o n m o l t o d i v e r s a è la s i t u a z i o n e d e l l ' I t a l i a N o r d - O r i e n t a l e . N e l M e z z o g i o r n o , i n v e c e , il t a s s o di s v i l u p p o della s u p e r f i c i e b o s c a t a h a t o c c a t o il 2 1 , 2 % , il 1 2 , 5 % e il 7 , 0 % r i s p e t t i v a m e n t e n e l 1967-68, n e l 1968-69 e n e l 1969-70 e d h a i n t e r e s s a t o e s s e n z i a l m e n t e le f u s t a i e s e m p l i c i e c o n s o c i a t e di r e s i n o s e . L ' a g r i c o l t u r a , i n f a t t i , p a r t i c o l a r m e n t e nelle z o n e m o n t a n e , n o n p u ò essere n é il p r i n c i p a l e n é il r i s o l u t i v o s e t t o r e di i n v e s t i m e n t o p e r lo s v i l u p p o r a p i d o del r e d d i t o p e r a b i t a n t e . N e l l e z o n e i n t e r n e u n p r o c e s s o di s v i l u p p o a g r i c o l o p r e s u p p o n e l ' i n t e n s a m e c c a n i z z a z i o n e e la r i d u -zione s o s t a n z i a l e del n u m e r o degli a d d e t t i del-l ' a g r i c o del-l t u r a . A n c h e n e l p i a n o di s v i l u p p o c h e d o v r à e s s e r e a p p r o n t a t o d a l l e C o m u n i t à è n e c e s s a r i o consi-d e r a r e c o n g i u n t a m e n t e l ' e v o l u z i o n e consi-dei r e consi-d consi-d i t i agricoli r i s p e t t o ai r e d d i t i n o n a g r i c o l i . I n e f f e t t i , t u t t a la p o l i t i c a di a m m o d e r n a -m e n t o delle s t r u t t u r e a l l ' i n t e r n o d e l l a C o -m u n i t à E c o n o m i c a E u r o p e a e d e l l ' i n t e r o P a e s e d e v e t e n d e r e a d u n a « p a r a g o n a b i l i t à » dei r e d d i t i . O r a si c o n s t a t a c h e solo in F r a n c i a è s t a t o o t t e n u t o il p a r a l l e l i s m o dei r e d d i t i agricoli e d e x t r a -a g r i c o l i . A l l ' i n t e r n o di t r e g r a n d i P a e s i d e l l a C o m u -n i t à a -n o v e , F r a -n c i a , G e r m a -n i a e d I t a l i a si oss e r v a n o e l e v a t i d i v a r i t r a le r e g i o n i in eossossi c o m -p r e s e -p e r q u a n t o r i g u a r d a il livello dei r e d d i t i p e r a b i t a n t e . Gli s c a r t i c o n s t a t a t i p o s s o n o a n d a r e d a l d o p p i o al q u i n t u p l o s e c o n d o le r e g i o n i . I n I t a l i a , t r a il 1 9 6 3 e il 1970, i r e d d i t i agricoli l o r d i p e r o c c u p a t o s o n o a u m e n t a t i del 1 1 4 % in m e d i a n e l l e t r e r e g i o n i a v a n z a t e , m a d e l 7 3 % s o l t a n t o nelle t r e r e g i o n i p i ù s f a v o r i t e . I r e d d i t i p i ù b a s s i s o n o s p e s s o c a r a t t e r i z z a t i d a s t r u t t u r e f o n d i a r i e i n s o d d i s f a c e n t i m e n -t r e le s i -t u a z i o n i s o c i o - e c o n o m i c h e p i ù c a r e n -t i si r i n v e n g o n o nelle r e g i o n i a d a t t i v i t à p r e v a l e n -t e m e n -t e a g r i c o l a . L a C o m u n i t à M o n t a n a d e v e q u i n d i p r o porsi a n c h e fijydità di s v i l u p p o nel s e t t o r e t e r ziario e nel s e t t o r e i n d u s t r i a l e . N e l s e t t o r e t e r ziario l ' a z i o n e di p r o m o z i o n e s v o l t a dalle C o m u -n i t à M o -n t a -n e s a r à i -n d i r i z z a t a allo s v i l u p p o di a t t i v i t à t u r i s t i c h e , s p e c i a l m e n t e p e r il t u r i s m o di fine s e t t i m a n a ; s o l t a n t o a l c u n e z o n e o f f r o n o p o s s i b i l i t à p e r u n t u r i s m o p i ù s t a b i l e e r e d d i t i z i o , q u a l e quello f a m i l i a r e e quello a finalità s p o r t i v e .
Multinazionali,
concentrazioni e leggi antitrust
Aldo Frignarli
È di q u e s t i g i o r n i la n o t i z i a s e c o n d o la q u a l e le N a z i o n i U n i t e s t a n n o p r o m u o v e n d o u n ' i n c h i e s t a s u v a s t a s c a l a i n t o r n o alle m u l t i n a z i o -nali, la cui c r e s c i t a c o s t a n t e m i n a c c e r e b b e di i n t a c c a r e , s e c o n d o n u m e r o s i e s p e r t i , a t t r a v e r s o la m a n i p o l a z i o n e del c o m m e r c i o e della finanza i n t e r n a z i o n a l i , la s o v r a n i t à di m o l t i S t a t i .S c o p o finale di q u e s t a i n d a g i n e s a r e b b e la p r e d i s p o s i z i o n e di u n « Codice e t i c o », c o n r a c c o m a n d a z i o n i a t u t t e le m u l t i n a z i o n a l i di a t t e -n e r v i s i (1).
L'importanza del tema credo che giustifichi
un esame, naturalmente in rapidissima sintesi,
dei vari atteggiamenti delle multinazionali di
fronte alle legislazioni antitrust, che i diversi
paesi hanno elaborato nel corso degli ultimi
decenni, come pure (il che costituisce l'altra
faccia della medaglia) in che modo le varie
legislazioni citate si sono atteggiate e
modifi-cate in relazione al fenomeno delle
multinazio-nali.
I n v i a del t u t t o p r e l i m i n a r e r i c o r d i a m o c h e oggi la C E E , d a l p u n t o di v i s t a p r o d u z i o n e e c o m m e r c i o di b e n i e s e r v i z i , si p r e s e n t a c o m e u n ' « u n i t à » (sul t i p o di q u e l l a « s t a t u a l e » ) e p e r c i ò la c o m p a r a z i o n e c h e m o l t o s p e s s o v e r r à f a t t a c o n gli U S A d i v e n t a q u a n t o m a i f a c i l e e f e c o n d a . I n o l t r e q u a n d o d i r e m o c i r c a il c o m p o r t a m e n -t o dello S -t a -t o n e i c o n f r o n -t i delle m u l -t i n a z i o n a l i p o t r à e s s e r e a p p l i c a t o con s u f f i c i e n t e a p p r o s -s i m a z i o n e a n c h e alle a u t o r i t à c o m u n i t a r i e o a d a l t r e a u t o r i t à s o v r a n a z i o n a l i c h e p o s s o n o v e n i r e a c o n t a t t o c o n le m u l t i n a z i o n a l i . E i m p o s s i b i l e f o r n i r e u n a d e f i n i z i o n e g i u r i -d i c a -d e l l e « m u l t i n a z i o n a l i » clic a b b i a v a l e n z a g e n e r a l e . E p e r t a n t o i n q u e s t o s c r i t t o f a r e m o r i f e r i m e n t o al f e n o m e n o cosi c o m e s t o r i c a m e n t e si è e v o l u t o n e g l i u l t i m i a n n i , e c h e si p r e s e n t a c o m e p o r t a t o r e d e l l e s e g u e n t i c a r a t t e r i s t i c h e : a ) le a t t i v i t à s o n o e s t e s e c o n t e m p o r a n e a m e n t e a s v a r i a t i paesi a d i v e r s o s v i l u p p o e c o n o m i c o ; b) i q u a d r i d i r e t t i v i s o n o f o r m a t i in loco; c) s o n o d i r e t t e d a u n c e n t r o d e c i s i o n a l e u n i t a r i o a n c h e se lo s t a f f c e n t r a l e è m u l t i n a z i o n a l e ; d) il c a p i t a l e sociale h a u n a c o m p o s i z i o n e m u l -t i n a z i o n a l e . Con v a r i a b i l i p i ù o m e n o sensibili, s o n o q u e -s t i gli e l e m e n t i c h e c a r a t t e r i z z a n o oggi u n a « m u l t i n a z i o n a l e » (2). L e i m p r e s e m u l t i n a z i o n a l i h a n n o a s s u n t o oggi u n o s v i l u p p o ed u n a a r t i c o l a z i o n e t a l i c h e c o n s e n t o n o loro di s f u g g i r e al c o n t r o l l o degli S t a t i . A n z i , è a t u t t i n o t o c h e t a l v o l t a esse s o n o r i u s c i t e a (o h a n n o t e n t a t o di) i n f l u e n z a r e i s o m m i p o t e r i dello S t a t o nelle loro decisioni tli p o l i t i c a c o m m e r c i a l e , m o n e t a r i a e d e s t e r a . D ' a l t r o c a n t o gli S t a t i h a n n o p i ù di u n m o t i v o p e r c e r c a r e di c o n t r o l l a r e l ' a t t i v i t à delle m u l t i -n a z i o -n a l i , e d a ciò d e r i v a l ' i -n e v i t a b i l e s c o -n t r o t r a gli u n i e le a l t r e c h e h a c a r a t t e r i z z a t o il secolo c h e v i v i a m o , e c h e c e r t a m e n t e s a r à a n c o r a p i ù v i o l e n t o in f u t u r o , se n o n s a r à p r e s t o a d o t t a t o u n c o d i c e c o m p o r t a m e n t a l e al q u a l e si a t t e n g a n o t u t t e le m u l t i n a z i o n a l i , o p p u r e se l ' a z i o n e conc e r t a t a dei d i v e r s i g o v e r n i e d a u t o r i t à s o v r a n a -z i o n a l i n o n sfoci in u n a r e g o l a m e n t a -z i o n e geoc e n t r i geoc a u n i f o r m e d e l f e n o m e n o delle m u l t i n a -z i o n a l i ( v e d i le r e c e n t i i n i -z i a t i v e d e l l ' O N U ) . I m e z z i a t t r a v e r s o i q u a l i gli S t a t i e le a l t r e a u t o r i t à s o p r a n a z i o n a l i c e r c a n o di c o n t r o l l a r e il f e n o m e n o s o n o i p i ù s v a r i a t i : ci l i m i t i a m o a c i t a r e lo s t r u m e n t o fiscale, lo s t r u m e n t o d e l l a p o l i t i c a m o n e t a r i a , il c o n t r o l l o sugli i n v e s t i m e n t i e s t e r i , la l e g i s l a z i o n e a n t i t r u s t e cosi v i a .(1) Si veda anche il documento IND (73) 1 redatto dal « Corniti de l'Industrie » della OCHE: « Rapport interimaire sur Ies cntreprises internationales » (ai cui lavori ha parteci-pato attivamente anche la Commissione CEE: cfr. le dichia-razioni di Horsehette al Parlamento europeo il 12 febbraio 1973, in Bollettino delle CC. UIC., 1978, n. 2, p. 30).
(2) Per una buona guida critica circa i vari criteri pro-spettati al line di una definizione giuridica unitaria del feno-meno si può utilmente consultare C A M P O L O N O O , G H I S O L I , Le
imprese plurinazionali a vocazione europea, (edam, Padova,
1 9 7 2 , pp. 3 ss. Cfr. pure I )KLVAUX G . , Cornportement des socii'ti'x
multinationales, in Annales des sciences économiqucs appHquces, 1972, II. 2, p. 147 (clic si rifa ai risultati ili un'indagine effet-tuata in Inghilterra e riportata dal T U O H N I H I A T C , The
Multi-natiorials), M A N S K R M . The Financial liole of the
Multi-nationals, London, 1973, (peraltro superficiale in alcuni punti, come osserva V I S H N T I N I I ! . , Cosa sono e come funzionano Ir.