• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1879, 8 maggio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1879, 8 maggio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

GAZZETTA SETTIMANALE

.SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXVII - Voi. XL1

Firenze, 8 Maggio 1910

N. 1879

SOMMARIO : Laboremus — Provvedimenti urgenti per Roma — Instituzione legale delle Camere di

Lavoro — Ciascuno a suo posto (all’ « Unione ») — RIVISTA BIBLIOGRAFICA: Benvenuto Gri­

llotti, I principi distributivi delle imposte moderne sul reddito e sugli acquisti ed incrementi di

capitali - Doti. Prof. F. Testi, Le grandi epidemie esotiche, colera, peste, febbre gialla - Giovanni

Bonacci, Il problema dell’ emigrazione al Nord America - William Fontalirant, Etude critique du

système electoral actuel - John Spargo, Socialism. A summary and interpretation socialist princi­

ples — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA: Le finanze brasiliane - Il movimento demografico

in Europa - Le rimesse degli emigranti - Il funzionamento degli uffici del lavoro inglesi - Il movi­

mento economico nella Repubblica dell’ Uraguay - La statistica agraria argentina — RASSEGNA DEL

COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio dell’Austria-Ungheria - Il commercio del Messico -

Il commercio della Francia — Le condizioni del lavoro e l ’ emigrazione italiana in California —

Banche popolari e cooperative, Banca siciliana di anticipi e sconti — Cronaca delle Camere di

commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Società commerciali ed industriali -—

Notizie commerciali.

L A B O R E M U S

Sebbtne, sacrificando i loro intimi convinci­

menti, cosi i cattolici come i socialisti abbiano

cercato nell’ ultima votazione alla Camera di de­

terminare un equivoco, tuttavia il significato del

voto non è sfuggito a nessuno.

L ’ on. Luzzatti ha fatto dichiarazioni sulla

supremazia dello stato laico tanto quanto la si­

tuazione del momento presente poteva permet­

terlo ed ebbe l’ applauso quasi unanime della Ca­

mera e giova anche rilevarlo, perchè non è pur

troppo la stessa cosa, anche del paese.

Nessuno vuole persecuzioni, ma tutti avver­

tono che da qualche tempo il clericalismo assume

un atteggiamento sempre più attivo che non deve

incontrare nè freni nè repulsioni, ma deve in­

vece sentire nella azione dello Stato quella resi­

stenza vigilante che conviene usare verso un par­

tito che da un momento all’altro può per ordine

del suo capo considerare come un atto della P rov­

videnza l’ imbarazzo della Patria.

Per ora quindi e per qualche tempo la que­

stione della politica religiosa, mercè la abile ed

eloquente mossa dell’on. Luzzatti rimane eliminata

dai dibattiti parlamentari.

Ed anche l’ altra spinosa questione dei ser­

vizi marittimi, per la quale un altro ordine di

mteressi rendeva quasi impossibile ogni solu­

zione, è per ora sistemata con l’ unanime consenso

mercè le provvisorie convenzioni che, fino ad una

sistemazione definitiva, sono state presentate al

Parlamento dal Governo.

Il terreno è quindi sgombro da ogni que­

stione importante, nessun partito sembra minare,

almeno per il momento la vita del Ministero verso

d quale spira un’ aura di pace e di fiducia che

Ja lungo tempo non si sentiva alitare in Par­

lamento.

AU’on. Luzzatti quindi ed ai suoi Colleghi

va rinnovato l’ammonimento che in consimili cir­

costanze altra volta abbiamo espresso ad altri

Ministeri : approfittate del periodo favorevole, la­

vorate e fate lavorare, la Camera, osate affronta­

re con prudente audacia i problemi che da tanto

tempo domandano soluzione, è il solo modo col

quale potete assicurare a voi stessi una lunga

ed indpiendecte vita di Governo.

Ma non bisogna perder tempo nè riposare

sui primi allori ; da ogni parte premono provve­

dimenti e riforme, il Governo non deve esitare

a tentarne la soluzione non deve cessare dallo

stimolare le Commissioni perchè affrettino l’ esame

dei progetti di legge, non deve lasciare un solo

momento inoperosa la Camera. Nulla più nuoce

ai Governi dell’ ozio in cui si trovi la Assemblea

legislativa.

E se l’on. Luzzatti userà di tutto l’ ascen­

dente, che per tante ragioni egli esercita sulla

Camera, per indurla ad una operosità costante

e concludente, avverrà quello che è veramente

desiderabile, cioè la conciliazione tra la Camera

ed il paese.

Troppo tempo la Nazione è stata trastullata

con promesse replicate le mille volte invano,

perchè non sia penetrata nell’animo dei più una

piena sfiducia sulla efficacia dei propositi così

dei Governi come della Camera ; e se e Governo

e Camera muteranno indirizzo ed invece di logo­

rarsi in logomachie tra gruppi, che non hanno

|

ragione di esistere se non per la irrequietezza

delle persone, daranno opera assidua "per un la-

|

voro proficuo, il paese ridonerà al Governo ed

alla Camera la sua fiducia.

(2)

290

L ’ ECONOMISTA

8 maggio 1910

cessiamo dall’avvertire che i periodi di tranquil-

|

lità nei Parlamenti sono fuggevoli e ohe i Go­

verni hanno il dovere di approfittarne per far

procedere speditamente la macchina legislativa.

Laboremus: questa deve essere la divisa

del Ministero Luzzatti che ha esordito nella sua

vita parlamentare con tanta fortuna e che pare

incoraggiato e stimolato da tutte le parti perchè

osi e faccia.

Gli ultimi dati delle riscossioni accertate

dal Tesoro, lasciano vedere che continua il get­

tito crescente delle entrate e perciò nessuna

preoccupazione finanziaria può assillare il M ini­

stero. Certo non può contare su grandi mezzi

per fare grandi cose, nè alcuno può pretenderlo,

ma ve ne sono tante di piccole e di medie a cui

provvedere che non manca materia per un lavoro

intenso e proficuo.

L ’on. Luzzatti ha già dimostrato nelle poche

sedute tenute dalla Camera una tale padronanza

e sicurezza del proprio pensiero, che sono allatto

svaniti i dubbi di coloro ,che ritenevano l’ illu­

stre parlamentare meno fornito di alcune delle

doti che sono necessarie al Capo del Governo.

La via quindi sembra plana e relativamente

facile, spetta al Ministero di percorrerla rapi­

damente.

Provvedimenti urgenti per Romo

m

Le condizioni sempre più difficili in cui versa

la capitale di fronte al problema dei viveri — tra

gli altri — impongono l’adozione di qualche prov­

vedimento specie in vista dei festeggiamenti del

1911 che richiameranno a Roma gran folla di ita­

liani e di stranieri. Altra volta cercammo di

tratteggiare la situazione economica della popola­

zione romana ed accennammo altresì alle varie

cause che hanno condotto ad uno stato che sem­

bra inconcepibile nell’ ingranaggio economico della

vita moderna, tanto questa città pare oggi ta­

gliata fuori dalle vie dell’ industrialismo che in

così grande parte del mondo hanno ridotto in

pochi decen ni borghi silenziosi e dimenticati di

agricoltori in centri popolosi e fecondi.

Non staremo a ripetere cose già dette e in

gran parte note: ma ci esce spontaneo il grido

che è ora di far qualchecosa per la capitale, che

ridurre la città di Roma oggi vivente ancora di

una semplice esistenza parassitarla coi denari che

rilasciano i forestieri, in un centro di energie

proprie, con una zona all’ interno dalla quale

possa approvvigionarsi è dovere che assurge pel g o ­

verno a questione nazionale e che non va più oltre

dilazionata. E che ciò non sia impossibile, almeno

in gran parte, lo dimostrerà fra un certo numero

di anni l’esempio di Napoli.

(1) N e ll’articolo del nostro egregio ed assiduo col­

laboratore avv. G. Te r n i pubblicato nel N . 1876 del 17

aprile col titolo « Il credito agrario nell’ Umbria e nelle Marche » sono sfuggiti alcuni errori di stampa di cui domandiamo venia ai lettori ed all’Autore. Ne rileviamo due che adulterano il senso del periodo; a pag. 243 seconda colonna linea 12a è stampato adeguato invece di « eguale » ; ed alla linea 57a corrispondere invece di

« considerare

» (N■ D. R.).

Certo anche per un inizio verso una trasfor­

mazione tanto radicale di una città di circa 600

mila abitanti quanti ne ha Roma, i mezzi che

abbisognano sono grandiosi, ma nessuno vorrà

mai richiedere questi capitali allo Stato : si può

pretendere soltanto che esso risparmi per un

lungo periodo di tempo la sua azione fiscale su

quei primi tentativi che verranno finalmente com­

piendosi in una zona ove risuona tanto di rado

il battito degli arnesi metallici di lavoro, e che

compia un’ azione integratrice indiretta come con­

cedendo opportune facilitazioni nei trasporti, e

d’accordo col Comune introduca un regime spe­

ciale nel dazio consumo gestito, come si sa, da

esso Stato.

L ’attuale questione tormentosa del rincaro

viveri che, come dicemmo, sarà resa ancora più

acuta fra pochi mesi pel formidabile aumento

nella popolazione fluttuante, ha promosso da parte

di un’associazione benemerita, quella pel movi­

mento dei forestieri, la nomina di una commis­

sione la quale indicasse qualche rimedio, ed ecco

cosa è stato fra altro deliberato : « domandare al

governo la riduzione temporanea delle tariffe di

trasporto per le derrate alimentari, dirette nel

1911 sui mercati di Roma e di Torino, di guisa

che i produttori italiani ed esteri trovino la pro­

pria convenienza a far affluire di preferenza i pro­

pri prodotti sulle città predette ».

Notiamo intanto che i provvedimenti urgen­

tissimi essendo specialmente determinati dall’ av­

venimento nazionale della mostra del 1911 che si

terrà a Roma come a Torino, non si è creduto

limitarli alla capitale sapendosi come la città del

Piemonte, pur ricca di altre risorse permanenti,

sia anch’ essa angustiata dal fenomeno del rincaro

dei generi alimentari, ed è stata domanda sag­

gia; ma si dice altresì riduzione temporanea af­

finchè risulti come una richiesta di tal genere

avente carattere permanente non può esser pro­

mossa unicamente da un’associazione che non ha

tra i suoi scopi la cura degli interessi economici

generali, ma quelli soltanto che si rannodano

al movimento dei forestieri, che nell’ anno prossimo

avrà un incremento straordinario.

(3)

ne-8 maggio 1910

L’ ECONOMISTA

291

gozianti e industriali e l’associazione commerciale,

industriale, agricola Romana a ricercare per cia­

scun genere di consumo con uno studio di det­

taglio quali sieno le fonti di produzione alle

quali oggi attinge il commercio locale, ed a quali

altri mercati possa il commercio stesso rivolgersi

per ottenere un maggior afflusso di merci e di

derrate durante il periodo del 1911 in Roma ;

di render noto l’ esito di tali studi ai produttori

e commercianti interessati, facilitando e creando

rapporti che dieno

luogo a nuovi, maggiori

scambi ».

Per comprendere questa decisione è d’ uopo

riflettere alle condizioni ancora primitive in cui

trovasi in Roma il commercio d’ importazione dei

viveri, come quello di molte altre merci: esso non

viene esercitato da potenti società, ma da un

certo numero di privati negozianti dietro i quali

si affolla una turba considerevole di altri inter­

mediari che esercitano in proporzioni più o meno

vaste il bagarinaggio: nessuna visione di mercati

nuovi o lontani, perchè la tradizione, 1’ ignoranza,

la mancanza d ’ ingenti capitali, non risentendo

gl’ importatori attuali sufficiente credito dagli

Istituti hanno limitato gli orizzonti e i sistemi a

quelli di un tempo : ben venga adunque, per

merito di un’associazione retta da criteri moderni,

l’esame circa nuoti centri

di approvvigiona­

mento.

Reso merito all’ausilio non indiffente dell’ A s­

sociazione ricordata che però si svolgerà, almeno

per quest’ ultima parte in un terreno affatto teo­

rico, dobbiamo aggiungere che bisogna pensare a

qualcosa di più pratico e concreto, e perciò espo­

niamo un’ idea assai semplice, ma che se di pos­

sibile attuazione, come crediamo, arrecherebbe

-indubbiamente notevole vantaggio alla cittadi­

nanza: si hanno in Roma parecchie cooperative

di consumo, alcune abbastanza fiorenti, altre di

recente formazione che traggono ancora una vita

incerta: ebbene si promuova un’ intesa tra queste

cooperative, fra cui primeggiano l’ Unione Militare,

la Cooperativa degli Impiegati delle Pubbliche

Amministrazioni, quella dei ferrovieri, perchè

possano ottenere dai maggiori Istituti di Credito

importanti capitali per rifornirsi direttamente

delle merci di cui abbisognano e in quantità

adeguata alle necessità cui si va incontro : è ben

chiaro che l’ausilio potente degli Istituti non è

conseguibile se non contro certe garanzie, le

quali possono esser ritenute sufficienti quando si

ottenga dalle Cooperative stesse la facoltà di una

vigilanza continuata ed effettiva sulla loro ammi­

nistrazione da parte degli Istituti, con opportune

nomine ad esempio nei Consigli di persone che li

rappresentino.

E ’ nostra

opinione che il problema degli

approvvigionamenti non potrà venir risolto se

non a questi patti : che si abbia anzitutto cono­

scenza dei centri di produzione ; che si ostrui­

scano le vie al bagarinaggio favorendo pel cre­

dito le cooperative; che sieno messe a disposizione

di queste ingenti capitali, colle severe garanzie

da studiarsi nei rapporti coi vari enti.

La questione dei viveri non è che una delle

fante che affliggono la nostra capitale; non è

parò a disperare che l’ illustre uomo cho regge

era lo Stato voglia coronare l’ opera sua, la quale

ha già tracciato solco profondo nella vita econo­

mica del Paese, con una ben complessa rete di

provvidenze che dieno un contenuto effettivo alla

frase ancora un po’ rettorica « la terza Roma ».

Un lieto indizio di questi intenti si ebbe nel

discorso programma di giorni sono, a proposito

dell’ ideato allargamento della zona di bonifica

obbligatoria intorno alla capitale.

Gl. T

e r n i

.

Milioni! legali delle Cameni di Lavoro

Nel N. 17C8 dell’ anno 1908 abbiamo dette

su questa Gazzetta le ragioni e considerazioni

che ci avevano fatti convinti della necessità so­

ciale di riconoscere e costituire legalmente le

Camere di Lavoro sulle stesse basi fondamentali

che reggono il funzionamento delle Camere di

Commercio ed i Comizi agrari. Per modo che,

resi uguali davanti la legge i produttori e i lavo­

ratori (il capitale ed il lavoro), logica e razio­

nale ne scaturiva la conseguenza di doversi dare

assetto diverso al Magistrato dei Probiviri, la

cui sede naturale doveva trovarsi nei tre Consi­

gli camerali delle industrie, dell’ agricoltura e del

lavoro.

In quel breve scritto si accennava alla con­

venienza di concretare in articoli schematici cate­

gorici e tassativi i concetti, base dell’ordina­

mento che alle Camere di Lavoro si intendeva

fosse dato, tenendo presenti le norme disciplinari

vigenti per gli analoghi Istituti del Commercio

e dell’ Agricoltura.

Poiché pertanto nel marzo u. s. il Parla­

mento approvava una legge modificatrice delle

Camere di Commercio (Ministro proponente l’ on.

Luzzatti), e poiché oggi lo stesso onor. Luzzatti,

in nome del Ministero che presiede, promette il

graduale sviluppo delle riforme d’ indole sociale,

ci sembra di fare opera opportuna riassumendo

negli articoli che seguono le modalità che, a mo­

desto nostro avviso, dovrebbero adottarsi per

dare vita legale e profittevole anche alle Camere

di Lavoro, e per migliorare la funzione dei Tri

bunali dei Probiviri.

Art. 1. In analogia a quanto venne stabilito

colla legge 20 marzo 1910, n. 121, per le Camere

di Commercio e Industria sono istituite in tutto

il Regno Camere di lavoro per rappresentare

presso il Governo e per promuovere gli interessi

delle classi operaie agricole, industriali e com­

merciali.

Le Camere di lavoro hanno sede nel capo-

|

luogo di circondario, e ciascheduna comprende la

circoscrizione territoriale del circondario ammini­

strativo.

Il numero dei componenti i rispettivi Con­

sigli Camerali sarà fissato con D. R .

Art. 2. — L e Camere di lavoro :

(4)

miglio-292

U

ECONOMISTA

8 maggio 1910

ramento degli operai nei rapporti contrattuali

dei lavoratori coi produttori e nei rapporti eco­

nomici fra capitale e lavoro;

b) faranno annualmente una relazione al

Governo sovra la statistica degli operai distri­

buiti nei Comuni e negli stabilimenti agricoli,

commerciali e industriali del Circondario, nonché

sulle mercedi degli operai e sui contratti di la­

voro specialmente in riguardo la coltivazione delle

terre ;

c) compileranno, a richiesta dei Tribunali,

ruoli di periti in lavori manuali agricoli, com­

merciali e industriali ;

d) potranno stabilire uffici di collocamento,

di emigrazione, di statistica, di ispezione, nonché

uffici tecnici ed agrari per facilitare lo smercio

dei prodotti agricoli delle cooperative esportan­

doli e rivendendoli ;

e) procureranno l ’ istituzione e lo sviluppo

delle Società di mutuo soccorso e delle unioni

cooperative di lavoro, di consumo, di produzione

e di credito nei Comuni del Circondario, ne v i­

gileranno l’ andamento e faranno al Governo le

eventuali proposte di miglioramento e d’ inco­

raggiamento anche col mezzo di apposite leggi

di Stato ;

f ) riferiranno in via statistica al Governo

sul lavoro delle donne e dei fanciulli negli opi­

fici, sull’assicurazione degli operai contro gli in­

fortuni di lavoro, sulla emigrazione, sulla inscri­

zione degli operai alla Cassa nazionale di pre­

videnza ;

g ) riferiranno al Governo sullo stato di

igiene, di costruzione e di ubicazione delle case

di abitazione coloniche ed operaie in genere,

tanto in città che nelle campagne, nonché sulle

condizioni igieniche di lavoro negli stabilimenti,

e procureranno quelle discipline di miglioria che

fossero del caso ;

h) potranno provvedere in proprio, o col

concorso del Governo, della Provincia, del Muni­

cipio, alla istituzione e mantenimento di scuole

pratiche di arti e mestieri e di case popolari

per la istruzione degli operai e delle loro fa­

miglie ;

*') manterranno continui rapporti con tutte

le cooperative del Regno sulla base di un’ ar­

monica intesa fra di esse, procurandone il con­

sorzio e facilitando ad esse l’assunzione di terreni

da coltivarsi a sistema collettivo, ponendosi al­

l’ uopo ir: relazione con amministrazioni pubbliche

e con privati ;

l ) potranno chiedere al Governo la colo­

nizzazione interna delle terre incolte od abban­

donate nelle varie regioni del Regno e chiedere

sanzioni o migliorie legislative e regolamentari

per quanto riguarda i patti colonici per la colti­

vazione delle terre, sia a mezzadria che col sistema

collettivo ed altrim enti;

m ) potranno convocare in assemblea ge­

nerale determinate categorie di elettori del Cir­

condario per l’ esame di quistioni d’ interesse ope­

raio, da fissarsi e pubblicarsi all’atto della con­

vocazione ;

n ) potranno riunirsi con altre Camere di

lavoro de! Regno in assemblea generale onde

esaminare quistioni operaie d’ interesse generale;

o)

potranno riunirsi colle Camere di Com­

mercio e coi Comizi agrari del Circondario per

esaminare quistioni di interesse comune.

A rt. 3. — Il Consiglio delle Camere di la­

voro può venire sciolto con Decreto reale, e la

loro amministrazione affidata ad un Commissario

governativo fino all’ insediamento del nuovo Con­

siglio.

A rt. 4. — I Consigli delle Camere saranno

elettivi. Il numero dei componenti non sarà mag­

giore di 21, nè minore di 9 e sarà determinato

a mente dell’Art. 1.

Possono essere membri gli operai nazionali

ed esteri aventi le condizioni prescritte dalla pre­

sente legge.

A rt. 5. — I componenti il Consiglio di cia­

scuna Camera saranno eletti a maggioranza re­

lativa nei modi indicati dalla presente legge.

Essi scelgono fra loro un Presidente ed un

Vice Presidente a maggioranza assoluta di voti

ed a scrutinio segreto.

L ’ Ufficio dei membri della Camera è gra­

tuito.

A rt. 6. — Sono elettori ed eleggibili tutti

gli operai agricoli, industriali e commerciali in ­

scritti nelle liste elettorali politiche ed amministra­

tive del Circondario.

Art. 7. — I Consigli delle Camere di lavoro

nomineranno il Segretario e gli altri impiegati

nei limiti della pianta da approvarsi dal Governo,

e potranno revocarli.

A rt. 8. — Le Camere di lavoro possono

avere un patrimonio proprio : non potranno però

impiegarlo in imprese commerciali e industriali.

Le Camere che non hanno rendite proprie o

le hanno non sufficienti, provvederanno alle somme

occorrenti :

a) imponendo una tassa fissa, annua ed

uniforme, per ogni operaio inscritto nei ruoli della

Camera ;

b) imponendo una tassa proporzionale alla

mercede media annua di ciascun operaio in­

scritto.

A rt. 9. — Le dette tasse saranno sottopo­

ste all’approvazione del Governo, da emettersi

con D. R . sentito il parere del Consiglio di

Stato.

L ed ette tasse saranno riscosse coi privilegi delle

pubbliche imposte ; i modi di riscuoterle saranno

stabiliti con D. R .

Art. 10. — i collegi dei Probi-viri, di che.

nella legge 15 giugno 1893, n. 295, saranno com­

posti di membri scelti, a parti uguali, dai Con­

sigli della Camera di Commercio, dalla Camera di

lavoro e del Comizio agrario del Circondario fra i

componenti del Consiglio di ciascuna Camera e

Comizio.

I collegi avranno sede in ogni capoluogo

del Circondario, saranno tanti quanti sono i

Circondari amministrativi del Regno ed avranno

giurisdizione su tutti i Comuni del Circondario.

A rt. 11. — Gli articoli della citata legge

sui Probi-viri saranno modificati in relazione e con­

seguenza di quanto viene disposto nel precedente

Art. 10.

(5)

8 maggio 1910

L’ ECONOMISTA

293

Tali i concetti nostri sommari sulla costitu­

zione legale delle Camere di lavoro e sulla mo­

dificazione della vigente legge sui Probi-viri ;

senza dei quali due nuovi cardini regolatoli del

moto di andirivieni sociale nelle inevitabili compe­

tizioni di prevalenza, che quotidianamente si

svolgono fra capitalisti e lavoratori, non sarà pos

sibile rendere migliori i rapporti di reciproca

diffidenza in che vivono capitale e lavoro.

Allo stato attuale di cose vengono a man­

care gli elementi di base per fare pronostici sul

giorno, da che le gare di conciliazione fra le va­

rie classi sociali potranno sostituirsi interamente

alle lotte fratricide di classe; cancellando così la

memoria dei due grandi nemici dell’alleanza fra

capitale e lavoro, lo sciopero e la serrata.

E’ per ciò che, nell’ intendimento di recare

anche noi il nostro sassolino per l’ edifìcio della

sociale conciliazione e fratellanza, ci siamo indotti

alle due proposte in quistione, ritenendole assai

adatte a raggiungere lo scopo cui si tende.

A conforto delle nostre proposte non è poi

inopportuno ricordare che col primo gennaio u. s.

in Inghilterra è andata in vigore la legge che

stabilisce le Camere di Lavoro come instituzìone

di Stato.

Il Regno Unito è stato diviso in 10 sezioni,

ciascuna delle quali ha una Camera di lavoro in

relazione continua colle altre 9 : — e per il loro

funzionamento vennero stanziati in bilancio cin­

que milioni di franchi.

Au s o n io Lo m e i x i n o.

Ciascuno a suo posto

( all’ « Unione » )

I giornali clericali, come l’ Unione di Milano

e la Azione di Catania ed altri, replicano viva­

cemente e protestano perchè abbiamo chiamato

ipocrisia il loro attegg’amento patriottico.

Non abbiamo intendimento di prolungare la

polemica su un così vieto argomtnto ; sappiamo

benissimo che non riusciremmo a convertire i

nostri avversari, la cui abilità di trincerarsi die­

tro l’equivoco delle frasi, è notoria; ma amiamo

esprimere francamente il nostro pensiero subito

che siamo in certo modo provocati ad esporlo.

Apparentemente sembra esistere una con­

traddizione tra il principio della più sconfinata

libertà di pensiero e di azione quale noi propugna­

l o in politica, in economia e, se si vuole, anche

in filosofia, e la ammonizione che rivolgiamo allo

Stato di non essere eccessivamente blando contro

i cattolici, i quali hanno l’obbligo di essere ostili

alla patria.

Come? — essi ci dicono, — saranno tollerati i

repubblicani, i socialisti e persino gli anarchici,

e non sarà permesso ai cattolici di svolgere la

loro azione in tutti i rami della vita pubblica

come essi meglio credono e desiderano ? Combat­

tete le nostre dottrine, combattete i nostri atti

anche, ma non concedeteci la « tolleranza » seb­

bene la libertà di cui tutti godono.

E non neghiamo che i clericali avrebbero

non una ma mille ragioni di invocare un trat­

tamento eguale a tutte le altre credenze, a tutti

gli altri partiti.... se non esistesse formidabile

una questione pregiudiziale, ed è la non sincerità

(così evitiamo la parola ipocrisia che ha irritato

1’ Unione) del loro intimo sentimento, di quel sen­

timento che con tutti gli sforzi cercano di na­

scondere ma che tratto tratto si palesa nella

sua inevitabile crudezza.

I clericali, od almeno molti tra essi, deside­

rerebbero di riconoscere i fatti compiuti nel 1870

e per i quali è caduto il Potere temporale del

Pontefice; ma non lo possono, perchè la Chiesa

come tale, non crede di poter rinunziare a quelli

che considera suoi diritti. E l’equivoco e la non

Sincerità stanno precisamente in c iò : che la

Chiesa pare rimanere quasi indifferente verso

coloro che più o meno francamente, sembrano ac­

cettare il nuovo ordine di cose, ma sa benissimo

che in qualunque momento, quando il Papa par­

lasse ed esigesse dai suoi fedeli che colle parole

e cogli atti rinnegassero l’ unità politica d’ Italia,

i fedeli si sottometterebbero, per ^quanto forse a

malincuore e si schiererebbero anche coi nemici

della patria nella speranza di poter procurare al

Papa quello che Egli chiama la sua indipen­

denza.

Ora è, chiaro che se, in un avvenire più o

meno lontano, complicazioni di politica interna­

zionale lasciassero sperare al Pontefice di poter

ricuperare in tutto o in parte il potere civile,

non esiterebbe un istante ad approfittare delle

complicazioni internazionali, ed a cospirare ed

agire a danno della patria così come è oggi co­

stituita; e i fedeli cattolici non potrebbero ne­

gare la loro opera alla politica Vaticana e do­

vrebbero seguire il Capo della Chiesa nel suo

tentativo di rivendicazione.

In questo senso l’ Italia ha il doloroso e pe­

ricoloso privilegio di nutrire nel suo seno un

numero considerevole dei suoi figli che da un mo­

mento all’ altro possono diventare suoi nemici.

Sarebbe prudente non invigilarli e non mante­

nerli in condizioni tali da nuocere il meno pos­

sibile?

Questo e non altro è il problema clericale

italiano; e pur troppo è problema per ora insolubile;

esso genera equivoci e restrizioni mentali che

stanno non tanto nelle persone quanto nella stessa

necessità delle cose. Comprendiamo che a molti dei

cattolici dolga la situazione e si rammarichino

anche del pericolo, ina a che vale nasconderlo? Il

giorno in cui la patria chiamasse a raccolta i

suoi figli perchè la difèndano, potrebbe accadere

che altri, che da molti dei figli è considerato più

della patria, li chiamasse sotto un’ altra ban­

diera.

Nessuna meraviglia quindi che tratto tratto

sorga l’ anticlericalismo, nessuna meraviglia che

le chiare esplicite e misurate parole dell’ onore­

vole Lnzzatti abbiano trovato consenziente tutta

la Camera.

(6)

294

L ’ ECONOMISTA

8 maggio 1910

R

i v i s t a

B

i b l i o q r a f i c a

Benvenuto (Triziotti. - I principi distributivi

delle imposte moderne sul reddito e sugli

acquisti ed incrementi di capitali. — Roma,

Giornale degli Economisti, 1909, op. pag. 53.

Anche questo lavoro del sig. Griziotti è una

prova della diligenza e dell’ acume con cui egli studia

ed espone anche le questioni più complesse e dif­

ficili. Sono noti i tentativi del Fisco di applicare

la imposta agli aumenti che il capitale spesso

consegue senza che intervenga lavoro diretto a

determinarli ; aumento che gli inglesi qualificano

appunto come unearned (immeritato). L ’ Autore,

dopo aver riepilogato le varie teorie sulle impo­

ste che tendono a colpire il reddito, svolge quelle

sugli acquisti ed incrementi di capitali, dimo­

strando le difficoltà che si incontrano a classifi­

care tali incrementi ed a colpirli con equità. T u t­

tavia 1’ Autore crede che per i bisogni continui de­

gli Stati, che potrebbe soddisfare, coi benefici

effetti sul mercato, l’ auspicato tributo sugli in

crementi di valor capitale s’ imponga alla consi­

derazione del fisco moderno.

Dott. Prof. F. T e sti. - Le grandi epidemie eso­

tiche, colera, peste, febbre gialla. — Milano,

U. Hoepli, 1909, pag. 203 (L . 2).

Il presentarsi tratto tratto di qualche inva­

sione colerica e di qualche caso di peste bubbonica,

suggerisce al dott. Testi, maggiore medico nella

Scuola d’ applicazione di Sanità Militare in Firenze,

questo lavoretto pubblicato nei Manuali Hoepli,

nel quale cerca di riassumere su queste epidemie

« tutto ciò che di più concreto, di più pratico si

conosce *. E l’Autore tratta prima del colera

tracciandone la storia, descrivendone le nozioni

scientifiche ed accennando ai sintomi ed alle cure

più comuni. Collo stesso ordine nella seconda parte

parla della peste e nella terza della febbre gialla.

Il lavoro molto ordinato, chiaro, può essere

molto utile anche ai profani per rendersi conto

delle precauzioni necessarie in caso di epidemia.

Giovanni Bonacci. - I l problema dell’emigra­

zione a l Nord America. — Firenze, Rassegna

Nazionale, 1908, op. pag. 20.

Consigliamo la lettura di questo opuscolo che

dimostra con una serie di fatti e di notizie quale

sia ancora lo stato della nostra emigrazione nel­

l’America del Nord e come molto spesso gli er­

rori e le negligenze delle autorità così italiane

che americane siano imputati come vizi o mal­

vagità degli emigrati.

W illiam Fontalirant. - Elude critique du sys-

tème électoral actuel. L ’Absurde souverain. —

Paris, V . Giard et E. Brière, 1909, op. pag. 80

(1 fr.).

Si moltiplicano in questi giorni le pubblica­

zioni in Francia sulla questione del metodo elet­

torale. Abbiamo accennato nel numero ultimo

Ae\Y Economista ad un lavoro del sig. J. L . Bre'ton

contro la rappresentanza proporzionale ; questo

che presentiamo ora del sig. FoDtalirant mira

invece a dimostrare l’ assurdità del metodo attuale,

mentre il voto obbligatorio e la rappresentanza

proporzionale per scrutinio di lista sarebbero, se­

condo l’ Autore i metodi più conformi alla verità

ed alla giustizia.

Questo opuscolo è dettato con parola molto

efficace e con la vivacità di un pamphlet.

John Spargo. - Socialism. A summary and in­

terpretation socialist principles. — New York,

The Macmillan Co., 1909, 2a Ed., pag. 349.

L ’Autore pubblica una seconda edizione di

questo importante lavoro sul socialismo, nel quale

con molta ponderazione e con profondo convinci­

mento si mostra fiducioso nell’ avvenire di questo

partito che occupa ormai tanta parte della lette­

ratura di tutti i paesi e tanta parte della stessa

vita quotidiana. Premessa una parte storica

dettata con brillante parola e con un rapido

esame dei concetti mano a mano prevalenti su

ciò che l’ Autore chiama Utopia socialista, viene

esaminata largamente la teoria della lotta di classe

e la influenza che con tale teoria Marx esercitò

nel mondo economico ed intellettuale.

Quindi l’ Autore abbozza una teoria del so­

cialismo economico per svolgere poi il concetto di

uno Stato socialista. In questa parte del lavoro

ci pare che l’Autore senta l’ influenza delle dot­

trine del Menger e qua e là di tali dottrine si

valga.

L ’ ultimo capitolo è uno schizzo sulle realiz­

zazioni socialiste e sulle condizioni colle quali

crede tali realizzazioni possibili. Prima di tutto

la trasformazione della proprietà deve avvenire

mediante il voto della legale maggioranza del

popolo; il procedimento deve poi essere graduale,

e ancora deve essere il prodotto non di una pre­

cedente astrazione, ma della volontà del popolo

nel momento in cui la trasformazione deve essere

attuata.

Per quanto sia quasi impossibile fare previ­

sioni anche su un avvenire non lontano, e quindi

la parte principale di questo lavoro sappia di

fantastico e di speculativo, tuttavia ci è sembrata

una delle più sensate discussioni su problemi in­

torno ai quali è appunto più facile discutere che

concludere e fare.

J-RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— Le finanze brasiliane, superata la crisi

degli anni scorsi, vanno rapidamente migliorando.

L ’entrata delle dogaue dell’Unione nel mese

di febbraio ultimo si è elevata a 7,936 contos

oro e 16,984 contos carta nel 1910 contro 6,312

contos oro e 13,079 contos carta nel febbraio 1909.

Le entrate generali nel mese stesso hanno

raggiunto 8,583 contos oro e 27,770 contos carta

contro 6,343 contos oro e contos carta 22,678.

(7)

8 maggio 1910

L ’ ECONOMISTA

295

Il governo brasiliano continua i suoi invii

d’oro rinforzanti i depositi di garanzia di Londra

e prosegue nello stesso tempo ai ritiri della carta

moneta.

L ’ammontare dei biglietti inconvertibili in

circolazione, al 28 febbraio era di 027,562. men­

tre, al 31 agosto 1898, i biglietti in circolazione

raggiungevano 788,364contos. Sonodunque contos

160,802 che sono stati ritirati dalla circolazione

da allora in poi.

— Secondo una statistica compilata da Edmond

Tbery, ecco quali sarebbero gli ultimi resultati

del

movimento demografico in Europa, cal­

colato agli anni 1858, 1883, 1908,

rispettiva-monte:

Anni 1858 1883 1908 Germania Inghilterra A u s t r i a U n g h . Belgio Bulgaria Danimarca Spagna Francia Grecia Italia Norvegia Olanda Portogallo Rumania Russia Europ. Serbia Svezia Svizzera Turchia Europ. Altri paesi 36.763.000 28.575.000 33,267,900 4.623.000 2.500.000 1.651.000 15.526.000 34.591.000 1.313.000 25.592.000 1.550.000 3.541.000 3.569.000 4.500.000 66.837.000

1

,

0

)

0,000

3.734.000 2.487.000 5.960.000 542,000 46.201.000 3 5.153.000 38.834.000 5.719.000 2,982,005 2.050.000 16.429.000 37.900.000 2.040.000 29.011.000 1.989.000 4.181.000 4.404.000 5.376.000 86.121.000

1.866.000

4.604.000 2.910.000 6.005.000 729,000 63.279.000 45,0^7,000 50.583.000 7.318.000 4.220.000 2,665,009 19.718.000 39.278.000 2.632.000 33.910.000 2.330.000 5.747.000 5.250.000 6.684.000 129,798,000 2.774.000 5.378.000 3.525.000 6.130.000 866,000 Totale 278,124,000 335,104,000 436,147,009

Presa nel suo insieme, la popolazione del­

l’ Europa è dunque aumentata di 56,980 mila

abitanti fra 1858 e 1883, di 101,043 mila abi­

tanti fra 1883 e 1908: ossia un aumento totale

di 158,023 mila individui per il mezzo secolo os­

servato. L ’aumento proporzionale è stato di 20 per

cento pel primo periodo di 25 anni e di 30 per

cento per l’ ultimo.

La Dazione che presenta un aumento più

forte tì la Russia europea ; segue la Germania.

La più debole proporzione la presenta la

Francia.

L ’ Austria-Ungheria, deduzione fatta del

Lombardo-Veneto, passato dopo il 1858 all’Italia,

ha guadagnato il 30 per cento di popolazione La

popolazione dell’Austria è cresciuta da 22,522

mila abitanti a 28,127 mila e quella dell’ Ungheria

da 16,064 mila a 20,686 mila, mentre la popo­

lazione della Bosnia-Erzegovina è salita da 1,268

mila a 1,770 mila abitanti.

L ’ Inghilterra è cresciuta di 16 milioni e

mezzo d’ abitanti.

L ’ Italia, malgrado la forte emigrazione, ha

progredito del 80 per cento.

Si nota finalmente che durante gli ultimi

22 anni l’ incremento della popolazione è stato

proporzionalmente più importante in tutti i grandi

Stati dell’ Europa, che durante il periodo 1858-

1883.

Alla regola fa eccezione la Francia, giacché

'1 suo aumento proporzionale è disceso da 9 per

cento pel primo periodo a 4 per cento per il se­

condo.

— Da un importante studio circa le r im e s s e

degli emigranti pubblicato dal Commissariato

della emigrazione, risulta che al Banco di Na­

poli durante il 1909, pervennero dall’ America

174,392 rimesse di denaro per un importo di

L . 40,178,000 con un sensibile aumento sul 1908

di n. 36,689 rimesse per l’ ammontare di 3 milioni

516,000 lire.

Tali somme pervennero in piccola parte a

mezzo di chéques tratti dai corrispondenti del

Banco, e nella maggior parte a mezzo di vaglia

speciali.

Questi ultimi ascesero al numero di 170.734

per una somma di L. 31,676,000, così distinti se­

condo la provenienza:

N umero

Lire

Dagli Stati Uniti

110,800

19,833,824

Dal Canadà

388

60,128

» Brasile

11,088

2,614,566

» Venezuela

83

20,521

Dalla Argentina

13,161

8,745,364

»

Svizzera

20

4.670

»

Germania

1,104

397,600

Le rimesse pervenute per mezzo di vaglia,

per l’ ammontare di L. 5,180,186 in numero di

8,416, furono inviate perchè fossero convertite in

deposito sulle Casse di risparmio, mentre la ri­

manenza in L. 26,496,494, corrispondenti al numero

di 162,918 erano destinate alle famiglie degli emi­

granti.

Un notevole aumento si ebbe pure sull’ anno

scorso nel numero e nell’ammontare dei vaglia in

dollari emessi dal Banco a favore degli emigranti

in partenza per l’America.

Ecco in proposito le cifre dei due ultimi

anni :

1908

N. vaglia

15,697

dollari

211,132

1909

»

66,532

»

876,722

L ’ aumento quindi ascese a ben 50,835 va­

glia per un maggiore ammontare di 665,500dollari.

In gran parte l’aumento verificatosi, oltre che

all’accresciuta nostra emigrazione verso l’America,

deve attribuirsi all’ impianto fatto a N ew -Y ork di

un’ agenzia del Banco, che ha incontrato la fiducia

degli italiani emigrati.

E ’ anche notevole 1’ importanza assunta dalla

emissione dei vaglia in Germania, mercè so­

prattutto l’opera della Deutsche Bank di Ber­

lino, la quale, col consenso del Departimento

imperiale delle Assicurazioni, ha indotto i Con­

sorzi

assicuratori dei rischi professionali

ad

adottare i vaglia del Banco di Napoli come

mezzo di pagamento delle pensioni d’ infortunio

agli operai italiani infortunati di ritorno in patria.

Le rimesse degli emigranti hanno richiamato

l’attenzione del Governo americano, specialmente

ora che il cambio non volge favorevole agli Stati

Uniti.

La Commissione americana per la immigra­

zione, istituita dal Congresso federale due anni or

sono, ha testé presentato al Congresso stesso in

Washington un rapporto intorno alle rimesse di oro

degli immigranti.

(8)

296

L’ ECONOMISTA

8 maggio 1910

complessivo ammontare di circa L. 1.370,000,000,

cosi distribuito Ira i vari paesi

di destina­

zione :

In Italia

In Austria-Ungheria

In Russia

In Inghilterra

In Scandinavia

In Germania

In Grecia

In Cina e Giappone

In altri paesi

L . 85,000,000

» 75,000,000

» 25,000,000

» 25.000,000

» 25^000,000

» 15.000,000

»

5,000,000

»

10

,

000,000

» 13,000,000

Il rapporto rileva altresì che più di 2,300 per­

sone hanno aperto negli Stati Uniti piccole banche

e uffici di cambio non sottoposti ad alcun controllo

di legge.

Numerosi sono i danni di cui gli emigranti

sono vittime da parte di codesti uffici e sedicenti

banche, che si impegnano in speculazioni non sem

pre lecite coi denari provenienti dai depositi loro

affidati.

Su questa condizione di cose la Commissione

richiama l’attenzione del Governo e delle banche

americane, ed esorta queste ultime ad occuparsi di

tale importante ramo d’ affari che sinora hanno

trascurato come poco lucrosi, data la tenuità dei

singoli depositi.

La Commissione fa rilevare che alla esiguità

delle operazioni singole, si contrappone l’ ingente

ammontare della massa dei depositi, il cui numero

è di giorno in giorno sempre più elevato e che

non conviene lasciare in balia di speculazioni d i­

soneste.

produzione è quasi tutta realizzata ed in gran

parte già spedita in Europa. Anche la produ­

zione del cuoio, e il raccolto del frumento e del

grano turco sono stati abbondanti. Cosi la v iti­

colture ha segnato quest’ anno un copioso raccolto

nel dipartimento di Montevideo e la produzione

del vino nazionale è buona e soddisfacente.

Le trattazioni commerciali si stabiliscono con

facilità e la rendita doganale è l’ esponente più

sicuro del progresso ascendente della ricchezza

pubblica e privata. Infatti i dazi nel primo mese

del 1910 sono ammontati a scudi-oro 1,274,522,72,

e in febbraio a scudi-oro 1,379,395.65, con una

differenzainpiùdicomplessivi scudi-oro 195,985 34,

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Così nei primi sette mesi dell’esercizio 1909-910

sono ammontati a scudi-oro 9,600,042.72, con una

differenza in più di scudi-oro 399,057.94 rispetto

allo stesso periodo del precedente esercizio. Sono

pure in .aumento anche le costruzioni di pubblici

edifìci che si vanno compiendo nella capitale e

nelle provincie. Progredito è anche notevolmente

l’ incrocio delle razze bovine e di quelle equine,

ottenendosi prezzi molto più vantaggiosi per i

nuovi prodotti. Tutti i valori di Borsa sono in

aumento e il credito della Repubblica all’ interno

e all’estero è considerato al livello degli Stati

più prosperi dell’ America del Sud.

Il Bollettino stesso dice da ultimo che ora

che la pace e l’ ordine sono assicurati non v ’ ha

dubbio che per lungo tempo e forse per sempre

l’ U raguay potrà essere di modello per le altre

nazioni più civili e sviluppare sempre più le sue

energie per il sicuro progresso di questo uber­

toso e ricco paese.

— Il « Board of Trade » ha pubblicato il

secondo rapporto sul

funzionamento degli uf­

fici del lavoro inglesi recentemente istituito.

I «L a b o u rs Exchanges » attualmente esistenti

sono cento, sopra un totale di 250 che si spera

potere organizzare prima della fine dell’anno. Essi

ricevettero circa 67 mila richieste di mano d’opera

da parte di industriali ; 45 mila poterono essere

soddisfatte per il tramite degli uffici e per 8 mila

sono ancora pendenti le trattative. Gli uffici tro­

vano la più grande difficoltà nel provvedere alle

richieste di donne che sappiano cucire o lavorare

in biancheria e confezioni femminili ‘ una delle

constatazioni derivanti dal funzionamento dei

« Labour Exchanges » è appunto quella dello

scarso numero di donne che sappiano eseguire

lavori femminili. Secondo il rapporto gli uffici

hanno completamente conquistato la fiducia degli

operai e quella degli industriali.

— Il Bollettino Ufficiale della Camera ita­

liana di Commercio in Montevideo pubblica al­

cune notizie sul

movimento economico nella

Repubblica dell’Uraguay.

Dopo essere stato represso l’ ultimo tenta­

tivo di rivoluzione la Repubblica seguita ad

esplicare la continua sua. marcia ascendente in

tutti i rami dell’attività commerciale, industriale

e agricola. Il movimento commerciale dei due

primi mesi dell’anno in corso è stato animatis­

simo sia nell’ importazione che nell’esportazione.

Le lane, con prezzi sempre in aumento sui mer­

cati esteri, ebbero continui acquirenti, e la loro

— Secondo i calcoli ufficiali fatti sui rap­

porti dei vari ispettori di

statistica agraria

argentina SÌ è potuto stabilire definitivamente

che nell’anno agricolo 1909-1910 la raccolta del

frumento aumenta a 3,825 mila tonnellate, quella

del lino a 800 mila e quella dell’avena a 591

mila. Il contingente di ciascuna regione è il se­

guente :

Provincia di Buenos Ayres : 1,524 mila ton­

nellate di frumento; 278 mila di lino; 537 mila

di avena — Provincia di Santa P è: 550 mila

tonnellate di gran o; 110 mila di lino, 16 mila

di aveaa — Provincia di Cordoba: 1,272 mila

di gran o; 120 mila di lino; lim ila di avena —

Provincia di Entx-e Rios : 178 mila di grano ;

110 mila di lino; 16 mila di avena — Territorio

della Pam pa: 240 mila di gran o; 22 mila di

lino ; 19 mila di avena. — Nelle altre Provincie

e territori nazionali: 61 mila di grano; 5 mila di

lino e 3 mila di avena.

(9)

. *

yJ

L ’ ECONOMISTA

297

le esportazioni presentando così un aumento ri­

spettivamente di 7,700 mila e di 21,100 mila

corone di fronte al commercio dell’ anno prece­

dente.

Il commercio del Messico. — Il servizio

di statistica del Ministero delle Finanze del M es­

sico ci comunica i resultati provvisori delle im­

portazioni e delle esportazioni durante i primi

sette mesi dell’ anno fiscale 1909-10.

Importazioni.

(Valore di fattura) Primi sette mesi

E s e r c i z i o Diff. 1909-910 1918-909 (Piastre) Materie animali 8,526,282 + 948,685 » vegetali 20,710,725 4- (5.848,972 » minerali 30,459,225 + 5,649,468 Tessili 10,980,807 + 2,180,858 Prod. chimici 6,314,585 + 1,016,2 9 Bevande 3,565,813 -i- 351,316

Carte e appi ir*. 3,091,281 + 453,440

Macchine 10,844,8851,553,309 Veicoli 2,856,854 4- 640,043 Armi 1,455,59343,098 Di versi 4,669,917 + 632,593 Totale 103,495,907 Esporti zioni. 4- 17,120,670 (V alore dichiarato) Prodotti minerali 19,975,705 4- 1,808.082 » vegetali 38,974,513 + 4,318,869 2,830,339 » animali 10,695,870 + » manifatt. 1,268,363 104,011 Diversi 1,109,70L703,470 Metalli preziosi 68,257,130 + 1,284,467 Totale 140,281,282 + 8,934,276

Il commercio della Francia. — Ecco il

prospetto degli scambi francesi coll’ estero du­

rante il primo trimestre del 1910 in confronto

del periodo corrispondente del 1901.

Importazioni.

1999 1910

(migl •di franchi)

Sostanze alimentari 179,021 + 22,349

Materie necessarie alla

industria 1,086,601 -1-1,058,302

Oggetti manifatturati 270,125 -4- 313,343

Totale 1,535,750 +1,580,704

Esportazioni.

Sostanze alimentari 163,178 + 185,248

Mat rie necessarie alla

industria 372,817 + 402,239 Oggetti manifatturati 665,913 + 689,679 Colli postali 106,653 • + 120,815 Totale 1,808,561 +1,397,976 Importazioni. Diff. sui 1909 (mig 1. di franchi) Prodotti alimentari + 30,(995

Materie necessarie alla

industria — 28,299

Articoli manifatturati + 43,218

Totale 4- 45,014

Esportazioni. Prodotti alimentari

Materie necessarie alla industria

Articoli mani fatturati Colli postali -p 22,005 - f 29,422 -4- 23,766 + 14,162 + 89,415

Le condizioni del lavoro e remigrazione italiana

in California 1

Continuando a riassumere questa importante rela­ zione :

I benefici dell' aver posto a tempo il freno ali im ­ migrazione in California non si sono tardati a consta­ tare in una maniera tangibile. Nel maggio 1907, mentre ferveva 1’ opera di ricostruzione della città, si sono successivamente verificati scioperi numerosi, alimen­ tati sempre dalle solite ragioni — qui proprio ingiu­ stificate— dell’ aumento dei salari e della diminuzione delle ore di lavoro. Telefoniste, panettieri, birrai, la ­ vandai, tramvieri abbandonarono simultaneamente il lavoro, sì che a un dato momento ben 20,000 operai si trovarono disoccupati, La irrequietezza delle classi lavoratrici contribuì a generare una sensibile diffi­ denza nella immigrazione dei capitali, paralizzando in parte la vita degli affari. I l danno prodotto dai soli scioperi, che durarono abbastanza lungamente — quello dei tramvieri cessò solo in settembre — fu calcolato a 500,000 dollari per settimana. Eppure, gli immigranti che ne han sofferto meno furono proprio g li Ita­ liani, appunto perchè il numero dei loro, affiliati alle « U n io n i» è minimo e perchè, d’ altra parte, le file dei lavoratori di pick and gliomi non si trovarono conge­ stionate da un irragionevole afflusso immigratorio. E così furono ad essi risparmiate le difficoltà che segui- s rono nei primi mesi della catastrofe del 1906, quando le classi abbienti si dibattevano nell’ incerta lotta contro le Compagnie di assicurazione pel ricupero delle indennità dovute loro pei danni del terremoto e dell’ incendio, mentre, nel frattempo, la vita econo­ mica dell’intero paese subì un arrestò assoluto. Così pure in seguito gli Italiani ebbero meno degli altri a soffrire della grande crisi monetaria che, scoppia ,a in ottobre a New York coi disastri finanziari di W a ll Street, si propagò come un fulm ine per tutti g li Stati Uniti e non mancò di colpire gravemente anche la California, già così provata non molto prima ed ap­ pena convalescente della profonda crisi sofferta. Nel periodo più acuto delle ristrettezze finanziarie, dei disastri bancari e della sospensione dei lavori, la co­ lonia italiana non ha dovuto provvedere che a un paio di centinaia di disoccupati al massimo, ciò che e addirittura un nonnulla di fronte alle sofferenze, alla miseria e alla disoccupazione che ha travagliato i nostri emigranti in altri centri degli Stati U niti, come Chicago e Néw York.

In fine, astrazion fatta da circostanze ed avveni­ menti speciali e da fenomeni economici di carattere transitorio, v i sono, a mio giudizio, ragioni di indole generale per non consigliare l ’ emigrazione alla Costa del Pacifico. Nella California i nostri operai hanno trovato finora condizioni più favorevoli che in molti altri paesi al loro graduale sviluppo economico. Ma ciò è dovuto appunto al fatto che non vi si è mai prodotta congestione immigratoria ed è stato sempre strettamente mantenuto 1’ equilibrio fra domanda ed offerta di mano d’ opera.

La California è, dirò così, il paese meno ameri­ cano dell’ America. Dopo il periodo minerario, è ve­ nuto il ciclo dell’ agricoltura ed il giovine Stato si è

finora tenuto quasi completamente estraneo al form i­ dabile movimento industriale che caratterizza in modo affatto speciale la vita economica degli Stati dell’ Est. La stessa agricoltura, del resto, non ha ancor preso tutto quello sviluppo cui è certamente destinata. Ciò è dovuto — si dice — alla mancanza di braccia che non incoraggia 1’ immigrazione dei capitali : la Cali­ fornia col suo clima, le sue ricchezze naturali, la in ­ discussa fertilità, le grandi e non completamente ancor note sue risorse, dovrebbe avere una popolazione non già di circa un milione e mezzo di abitanti, ma di oltre 20,000,000. E certo, se con ciò si intende indicare quel che chiaramere ino fa potenzialità ricettiva della Ca­ lifornia, io credo che i fautori del popolamento a oltranza non abbiano torto ; ma, disgraziatamente, molt son portati a confondere la potenzialità ricettiva

l col bisogno reale di masse immigratrici. È noto che

una delle maggiori preoccupazioni della Immigration Law del 1° luglio 1907, è stata quella di provvedere

Riferimenti

Documenti correlati

E forse qui l’Autore ha alquanto esagerato, poiché, senza negare che tale teudenza si manifesti per mezzo delle nuove e varie forme con cui il ca­ pitale si

Sempre per l’ istruzione agricola e pastorizia, e per quaiit ' riguarda l’ avanzamento dell’ agricoltura, ogni Stato è diviso in dipartimenti agricoli, cui sono

Si ritiene da molti che siano disastrosi ettetti elei- l’ eccessivo disboscamento : ma senza indagare se siano più frequenti di una volta o si rinnovino come sempre a

« Poiché la questione nel suo nuovo aspetto sem­ bra interessare più da vicino tanto la produzione delle cave quanto l’ industria della calcinazione, tornerà

Pei I immlBtazInne italiana Beali Stati Haiti A d una conferenza tenutasi in W ashington poco tempo fa allo scopo di studiare i problemi del lavoro in relazione

Dato il suo regime di corso forzoso, l’oro non ha effettivo impiego che pei saldi a ll’ estero, all’ incontro della Francia, della Germania, dell’ Inghilterra :

Questo frattanto sta discutendo una nuova convenzione colla Società dei tranvai (e potrebbe darsi che fosse già votata quando pubblicherete questa mia lettera)

Uom ini anche eminenti hanno emesso dubbi in­ torno alle conseguenze ultime che questo gigantesco movimento migratorio potesse avere. Le malattie, delle quali tanto